Chi beddu
casteddu di focu,
scricchia l'occhi,
'un ti scantari:
è 'na festa
senza vari,
senza santi.
Sulu carri
e carrammati.
Senza archi
culurati,
sulu bummi
mitragliati.
Fa la finta,
'un ti scantari.
Curri cu la fantasia,
ora abbrazzami,
'un parlari.
Vola 'ncelu
e accussì sia.
Percepire
e creare. Così il pittore e il poeta. È l'istante in cui l'inafferrabile
"sentire" (il "to feel" inglese) prende forma. Il pennello del pittore che
ne "ricalca il profilo" e le parole che s'infilano nel verso non sono solo
atti creativi, ma strumenti di rivelazione. Il cuore della poesia batte nel
riconoscere l'altro, nel passaggio dall'universale ("aver scorto il suo
volto") al personale ("e ancor più da quando conobbi il tuo"). Questa
epifania emotiva viene elevata a condizione imprescindibile dell'esistenza:
"Senza... il vivere esita". E la poesia cattura l'essenza di
quest'esperienza (il bisogno umano di connessione) rendendola presente
attraverso immagini dirette ma evocative. È un invito a riconoscere la
bellezza e quel "sentire" che dà colore e senso alla vita.
Carmelo Arnone
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(Pittore)
“IL SENTIRE”
Il pennello del pittore l’avverte
e ne ricalca il profilo
intingendo la linea nel colore.
Le parole s’infilano nel verso
ricreando il suono della nascita,
così come il cuore batte
per aver scorto il suo volto
e ancor più da quando conobbi il tuo.
Senza questo svelamento il vivere esita
ancorandosi alle cose, stentatamente.
Ogni giorno si sente
un rumore assordante di bombe
che scoppiano in ogni punto
della nostra Terra.
È la guerra, è la guerra
che uccide ogni giorno
migliaia di esseri umani,
ma non si conclude mai nulla,
e il pianto ricopre sempre
il viso di ogni persona.
Piange la fanciulla
che ha perso i genitori
in un bombardamento,
e pure il pianto
inonda le guance
di chi le sta accanto;
piangono i genitori
che hanno avuto i figli ammazzati.
E allora io mi chiedo:
vale la pena
fare la guerra?
O anche ammazzare soltanto
un uomo o una donna
perché non t’amano più?
E allora vogliamoci bene
come fratelli,
sicuramente
non soffriremo più pene,
e ognuno di noi,
bianco o nero,
musulmano o cristiano,
vicino o lontano
avrà sempre sul viso
invece di un pianto
un bellissimo sorriso.