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Ottobre 2022

MESSAGGI DAI LETTORI

Poesia. "Zuccaru 'nzuccaratu", di Aristotele Cuffaro

Pupi di zucchero

Per il giorno dei morti era consuetudine ricevere dolciumi come regalo da parte dei nostri cari defunti. Il dolce più ambito era “Lu pupu di zuccaru”. Nella speranza di tramandare alle nuove generazioni questa importante tradizione ho scritto questa poesia.
Aristotele Cuffaro

“ZUCCARU 'NZUCCARATU”

Zuccaru ‘nzuccaratu
tinutu ‘mpettu
strittu strittu.
Vaiu accaluratu:
Mammì, lu nonnu?
Cuetati manciannu,
nzuccaratu e beddu,
di ‘ncelu fu purtatu,
di velu accarizzatu.
Minti biffa e partò,
dici grazi a nonnu ‘ntò!

                    Aristotele Cuffaro
                                 © Riproduzione riservata.
 

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Poesia. "Vorrei avere le braccia lunghe lunghe", di Carmelo Luparello

Abbraccio


Prof. Luparello

“VORREI AVERE LE BRACCIA LUNGHE LUNGHE”

Vorrei aver le braccia lunghe lunghe
per potere abbracciare il mondo intero,
il bianco, il rosso, il nero:
son tutti miei fratelli.

Vorrei poter dire a tutti:
non più guerre, non più liti,
se saremo tutti uniti
vivremo assai felici.

Trasformiamo pure il mondo
fino ad ora sito immondo
in un luogo di piacere
basta un bacio o una carezza,

sia pure a un musulmano
ad un ateo, ad un cristiano,
egli è sempre tuo fratello,
e Dio è sempre uno,
comunque lo chiamiamo.

Volerci bene tutti
è sempre molto bello,
non lo dimentichiamo.

                    Carmelo Luparello
                                  © Riproduzione riservata.
 

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Poesia. "Lascito di una guerra", di Linda Di Stefano

Linda Di Stefano


Lascito di una guerra

“LASCITO DI UNA GUERRA”

Il cielo non ha più lacrime,
la terra non dà più frutti,
è secca e arida,
il suo volto scurito
da ignobili resti e lutti.

Bimbi senza più sogni,
occhi vuoti,
perduta l'innocenza,
libri senza più favole,
senza più storie.

Le montagne si piegano,
non cercano più il cielo,
il mare urla di dolore.
Il cuore è trafitto da
tanta efferata follia e
l'umanità dal disonore.

                    Linda Di Stefano
                                  © Riproduzione riservata.
 

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Filastrocca. "Nicu l'acqua scumparì", di Aristotele Cuffaro

L'angelo custode

“NICU L'ACQUA SCUMPARÌ”

Nicu nicu nicarieddu
chiama l'ancilu ‘nciliddu.
Chiama sempri ogni minutu
senza aviri arrispunnutu.
Chiama sempri di cuntinu
senza vidiri camminu.
Chiama quannu s’arriposa,
quannu l’ancilu si posa.
Sona sempri la campana,
curri curri a la funtana.
La funtana è sempri china
Nicu nicu s’arrimina.
S’arrimina a fari lestu
pi truvarisi di postu.
Inchi tutta la quartara
e la inchi para para.
Vidi l’ancilu 'nciliddu,
voli dari l’ancqua a d’iddu.
Currì truppica e cadì
Nicu l'acqua scumparì.

                    Aristotele Cuffaro
                                 © Riproduzione riservata.
 

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Auguri. Al dott. Salvatore Ruggieri, per la Laurea Magistrale in Psicologia

Dott. Ruggieri


Con i familiari

Ieri, mercoledì 12 ottobre 2022, al termine del percorso di studi universitari, il dott. Salvatore Ruggieri ha conseguito la Laurea Magistrale in Psicologia del Ciclo di Vita presso l'Università degli Studi di Palermo.

(Salvatore Ruggieri con i familiari)

Dinanzi alla Commissione di laurea Salvatore Ruggieri ha discusso la tesi dal titolo: "La self determination theory nell'ottica del parenting", alla presenza della Relatrice, la ch.ma prof.ssa Sonia Ingoglia (Professore Associato di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione dell'Ateneo palermitano).

Al dott. Salvatore Ruggieri più calorosi auguri di una brillante carriera professionale.

"Congratulazioni al nostro amatissimo Salvatore per il conseguimento della laurea magistrale in Psicologia!".
Da tutta la famiglia.
 

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Poesia. "Mare", di Michelangelo Palermo

Mare

“MARE”

Mare
sostieni la vela affidata alle onde
la segui alla ricerca più coraggiosa
tra le indefinibili correnti
e i palpiti del vento,
così che gli innumerabili litorali
rivelino la memoria degli approdi.

                    Michelangelo Palermo
                                  © Riproduzione riservata.
 

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Poesia. "L'ùmmira", di Aristotele Cuffaro

Ombra

“L'UMMIRA”

Allonga lu passu di 'na cannila,
taliu sta furma
stampata ‘nterra,
s’ arrimina e mancu  parla.

Vuntannumi m’addugnu
ca camina e spaddi duna.

Sicutannu la prisenza
scattìa lu passu
e veni appressu,
un si ferma
mancu pi svintura.

Si po’ sapiri chi è ca vò?
Si nun parli e un t’appalisi
su ciampati ni la facci!

E n’haiu vistu di burduna.
Arrispunnu, è prestu dittu:
siddu l’ummira un canusci
nun si buonu mancu a chistu.

                    Aristotele Cuffaro
                                 © Riproduzione riservata.
 

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