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Febbraio 2022

 

28/02/2022

Chiesa. Orari delle celebrazioni nel giorno 2 marzo 2022, Mercoledì delle Ceneri

 

Mercoledì delle Ceneri
Le Ceneri
 

Pubblichiamo gli orari delle celebrazioni liturgiche a Grotte nel giorno 2 marzo 2022, Mercoledì delle Ceneri.

Mercoledì 2 marzo - Le Ceneri
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (a seguire Adorazione eucaristica);
- ore 09.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (a seguire Adorazione eucaristica);
- ore 17.00, nella chiesa San Rocco, santo Rosario mariano;
- ore 17.30, nella chiesa San Rocco, santa Messa (con imposizione delle ceneri);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (a seguire Adorazione eucaristica);
- ore 18.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.30, nella chiesa San Rocco, Adorazione eucaristica per la pace in Ucraina;
- ore 20.30, in chiesa Madre, santa Messa
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Redazione
28 febbraio 2022.  
  

 

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28/02/2022

Comune. "Carnival Circus Show" a Grotte, domani in Piazza Umberto I

 

Carnival Circus Show
Locandina

Domani, martedì 1 marzo, ricorrenza del Martedì Grasso e ultimo giorno di carnevale, a partire dalle ore 17.00 Piazza Umberto I a Grotte sarà la cornice di uno spettacolo di animazione rivolto a tutti. Titolo della manifestazione: "Carnival Circus Show".
Un pomeriggio di gioia e spensieratezza - dopo due anni di pandemia - per far vivere, soprattutto ai più piccini, dei momenti di serenità.
La manifestazione è organizzata dall'Assessorato allo Spettacolo del Comune di Grotte
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Redazione
28 febbraio 2022.  
  

 

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28/02/2022

Volontariato. Assemblea dei soci AVIS, con la presenza del sindaco Alfonso Provvidenza

 

Avis comuinale di Grotte
All'AVIS Grotte

Sabato scorso, 26 febbraio 2022, si è tenuta l'Assemblea ordinaria dei soci dell'AVIS comunale di Grotte. All'ordine del giorno i consueti adempimenti previsti annualmente dalle norme statutarie.
I lavori d'assemblea, coordinati dal presidente Pietro Zucchetto, si sono svolti in un clima di calorosa partecipazione. Presente ai lavori anche il dott. Alfonso Provvidenza, nella doppia veste di socio dell'AVIS comunale (tessera donatore n° 60) e di Primo Cittadino di Grotte.
Nel corso dell'incontro il presidente Zucchetto ha più volte rimarcato il notevole impegno profuso, principalmente dal Direttivo ma anche dai tanti soci, nell'adempiere a tutte le attività preliminari all'avvio del Punto di Raccolta locale di sangue nella sede di
Via Francesco Ingrao n° 92/94, ribadendo che mancano ormai soltanto un paio di passaggi burocratici per l'inizio dei prelievi di sangue a Grotte (che dovrebbe presumibilmente avvenire entro la fine di marzo 2022). Parole di ringraziamento sono state rivolte al Sindaco e all'Amministrazione comunale, senza il cui contributo (concessione in comodato d'uso gratuito dei locali, concessione del patrocinio, fondi della Democrazia partecipata...) l'avvio dell'attività dell'AVIS comunale avrebbe avuto grandi difficoltà.
Da parte sua il Primo Cittadino ha confermato la vicinanza di tutta l'Amministrazione all'Associazione, per il meritorio impegno profuso nel sollecitare il generoso atto della donazione di sangue e nel promuovere, con ogni mezzo, la salute dei donatori e dei cittadini di Grotte.
Nella foto a lato, il presidente Pietro zucchetto e il sindaco Alfonso Provvidenza
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Redazione
28 febbraio 2022.  
  

 

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28/02/2022

Chiesa. Parrocchia San Rocco: avvisi e appuntamenti della settimana

 

Chiesa San Rocco
Chiesa di San Rocco

Pubblichiamo il programma delle attività che si svolgeranno nel corso della settimana presso la parrocchia San Rocco in Grotte.

Lunedi 28 febbraio
- Quarantore alla Madrice.

Martedi 1 febbraio
- Quarantore alla Madrice.

Mercoledi 2 febbraio - Le Ceneri (giorno di astinenza e digiuno)
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa (con imposizione delle ceneri).

Giovedi 3 febbraio
- 4° giovedì di santa Rita - Vita di famiglia, virtù: pazienza;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia, Benedizione eucaristica.

Venerdi 4 febbraio - (giorno di astinenza)
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa e Via Crucis.

Sabato 5 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa.

Domenica 6 febbraio
- ore 09.30, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 10.00, santa Messa
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Redazione
28 febbraio 2022.  
  

 

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27/02/2022

Letture Sponsali. "Essere aridi come rovi"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Dal buon tesoro del tuo cuore.
L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.
Giudicare, guardare la pagliuzza, essere ciechi, essere aridi come rovi, come spini e alberi cattivi.
Luca propone immagini di aridità, metafore di moralismo, giudizio, chiusura, imperativi del “No” che non danno spazio, che non consentono all’altro di esprimersi, di essere ascoltati.
Quanto spesso noi crediamo di sapere, abbiamo già capito tutto, la situazione ci è chiara: ma il discepolo non è più del Maestro, dice il Vangelo.
E il Maestro - in cui noi crediamo - è La Verità.
Ritorniamo in noi stessi, pacifichiamo il nostro cuore - cercando di riconoscere le travi, le pagliuzze che lo bloccano; se non vediamo, se siamo incapaci di guardare, quali frutti possiamo produrre?
Solo quelli di chi non ascolta, di chi non lascia che lo Spirito Santo soffi e produca abbondanza di amore come e dove vuole.
Il Signore è il Signore della vita, anche noi sovrabbondiamo nell’amore, sprechiamo nell’amore verso gli altri, verso coloro che ci stanno vicini anche coloro - come abbiamo letto nel Vangelo di domenica scorsa - da cui sappiamo non riceveremo del bene.
Affinché siamo strumenti dello Spirito, senza blocchi, senza chiusure e muri.

 
Redazione
27 febbraio 2022.
  

 

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27/02/2022

Attualità. "I Paesi occidentali di fronte alla guerra"; del dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Salvatore Filippo Vitello
Dott. Vitello

Intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Avvocato Generale della Corte d’Appello di Roma.

*****

Restare lontani dalle immagini di distruzione, paura, fuga, dolore, bambini spaventati nei rifugi, feriti e morti, trasmesse dai media, è impossibile.
Mi chiedo e in tanti come me si chiedono perché è successo questo: perché questa ennesima tragedia di morte.
Mi domando e in molti, accomunati dalla stessa fede, si domandano dove posi lo sguardo il Dio della vita.
È una domanda che interroga la coscienza dei credenti per la quale la risposta va ricercata dentro ciascun interrogante. Essa però non può indurre alla paralisi ed all'inazione.
Anche per chi si pone domande così impegnative, rimane il dovere di contribuire alla difesa della libertà e della libera determinazione dei popoli e di agire contro l'aggressione e la tirannia della morte. Tuttavia si ha la sensazione che noi occidentali non vogliamo andare oltre la difesa verbale; non siamo portati all'impegno diretto accanto alle forze di difesa ucraine perché legati alla nostra comoda vita.
Si discute addirittura se sia il caso di adottare sanzioni che possano causare conseguenze negative per i cittadini dei paesi sanzionanti.
Ci si domanda allora quanto importi a noi occidentali quello che sta succedendo in Ucraina.
Sicuramente il rischio reale di una terza guerra mondiale impone una approfondita riflessione ai governanti occidentali per agire con la necessaria prudenza, al fine di evitare escalation terrificanti.
Purtroppo però sembra che la storia non ci abbia insegnato niente.
In questa terribile vicenda si ripetono scenari evocati nei libri di storia e nelle immagini cinematografiche e televisive sulla prima e seconda guerra mondiale.
Forse buona parte di noi, che non ha vissuto quelle esperienze terribili, non riesce a comprendere fino in fondo la gravità delle conseguenze di questo orribile incubo ed i rischi di estensione del conflitto.
Sembra quasi di assistere rassegnati all'ineluttabilità degli eventi, come a dire che la storia dell'uomo ed i suoi sviluppi sono in fondo contraddistinti da lotte di conquista.
Gli organismi internazionali che ci siamo dati per dirimere i conflitti (immanenti alla natura umana) sembrano ridotti ad inutili orpelli.
Ci si sente presi dall'angoscia e da un senso di impotenza che si supera con l'indifferenza. Si esorcizza il conflitto scoppiato in Europa e quindi in casa nostra, pensando che alla fine si tratta di una vicenda tra Slavi, o comunque ci si autoconvince che le truppe russe non andranno oltre il territorio ucraino.
Senza contare che anche così la gravità dell'azione russa non sarebbe minore, vi è che nessuno può affermare con certezza che l'invasione in atto si limiti a ciò. Anche all'inizio del movimento dei carri armati russi nei pressi della frontiera con l'Ucraina si pensava che essi non superassero il confine, ma così non è stato.
Le città ucraine devastate, la follia prevaricatrice, la potenza di fuoco ci impressionano ma non ci smuovono con la necessaria forza.
Cosa fare? Come reagire contro l'oppressore? Quale aiuto si può dare alle popolazioni colpite dalla violenza distruttrice.
I piani di intervento sono diversi ed a vari livelli.
Vi è il fronte internazionale che, pur con tanti limiti, sta dando segni di unità e compattezza.
Vi è un fronte interno: il pieno sostegno delle forze politiche al Governo.
Vi è un fronte comunitario: la società civile che reagisce con pubbliche manifestazioni contro l'aggressione ed è pronta ad accogliere i profughi ucraini.
In tutto ciò rimane una verità ineludibile, l'ha enunciata il presidente Mattarella: la guerra riguarda tutti noi; nessuno è certo di restarne immune.
Come ha detto il nostro Presidente gli italiani saranno uniti: questa è la premessa indispensabile per costruire un fronte unico con gli altri paese occidentali e realizzare con essi una efficace risposta alla gravissima aggressione in atto.
La certezza dell'unità del popolo italiano ci rende forti nella speranza di agire con la necessaria determinazione a difesa della pace e della libertà dei popoli
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Salvatore Filippo Vitello
27 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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26/02/2022

Racalmuto. Seduta straordinaria del Consiglio comunale a sostegno delle emittenti televisive locali

 

Sergio Pagliaro
Sergio Pagliaro

Ieri sera seduta straordinaria del consiglio comunale di Racalmuto con un ordine di giorno di interesse collettivo, a sostegno delle emittenti televisive.
Ieri,venerdì 25 febbraio 2022, il Consiglio comunale di Racalmuto si è riunito in seduta straordinaria alle ore 19.00; come punto all'ordine del giorno, la preoccupante situazione che stanno vivendo le emittenti televisive locali e di prossimità.
"Come la nostra emittente TRS98 - spiega il presidente Sergio Pagliaro - che svolge da 40 anni un ruolo di primo ordine in provincia di Agrigento e nella Sicilia Occidentale, circa 60 emittenti televisive in Sicilia non posso essere cancellate da una norma della Comunità Europea che le costringe a lasciare la banda di frequenza attuale e spostarsi sul 5G, con un costo annuo esorbitante che determina entro giugno il loro oscuramento, negandoci di questo importante servizio pubblico d'informazione plurale, molto utile alla popolazione e con notevoli perdite occupazionali. Per queste ragioni noi Consiglieri comunali di Racalmuto - conclude Pagliaro - ci siamo stretti attorno alle emittenti televisive, ed in particolare per la nostra amata Studio98 con il suo direttore Nicola Giangreco e il suo staff, con un Consiglio comunale, chiedendo al Governo centrale di non avviare il processo dello switch-off e di trovare una soluzione per continuare l'attività svolta"
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Redazione
26 febbraio 2022.  
  

 

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26/02/2022

Attualità. "Il dolore dei popoli"; di Raniero La Valle

 

Raniero La Valle
Raniero La Valle

Raniero La Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire d’Italia» e più volte parlamentare.

*****

Con l’azzardo di Putin di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Luhansk (Donbass) la crisi ucraina cambia natura e da conflitto sulla sovranità degli Stati diventa un conflitto sul diritto e la liberazione dei popoli.
Se finora la disputa era sul diritto sovrano dell’Ucraina a entrare nella NATO senza doverne rispondere ad alcuna istanza superiore ad essa e sul diritto della Russia a muovere le sue truppe dentro i suoi confini per essere pronta a difendersi, la mossa di Putin introduce un elemento nuovo che mette al centro della crisi non più solo gli Stati ma i popoli; da un lato infatti è in gioco il diritto del popolo russo a non avere sulla porta di casa missili nemici capaci di raggiungere Mosca in trenta secondi, dall’altro il diritto dei popoli del Donbass a rimettere in discussione il proprio status nel contesto degli altri popoli e di un potere centrale percepito come oppressivo e intenzionato ad espropriarli della loro identità e della loro cultura, dalla lingua alle tradizioni e alla stessa Chiesa ortodossa che si vorrebbe autonoma dal patriarcato di Mosca.
Ed è sui popoli che ricadono le conseguenze dell’aggravarsi della crisi non solo per le minacce di guerra ma già per le “sanzioni” annunciate da Biden con l’esplicita intenzione di provocare “dolore” nelle popolazioni che ne saranno colpite (ma non nella sua), sanzioni che saranno, come ha detto il presidente americano, quali la Russia non ha mai subito prima; esse peraltro colpiranno anche l’Europa e noi.
Per questo le reazioni sono altrettanto devastanti delle azioni, e si innestano in una spirale perversa che ha preso avvio dall’internazionalizzazione del conflitto interno dell’Ucraina fino al coinvolgimento della NATO e quindi alla trasformazione del conflitto politico in conflitto militare potenzialmente mondiale.
Il mondo assiste attonito al precipitare degli eventi mentre sul territorio il doloroso esodo degli abitanti in fuga incrocia il movimento temerario delle armate.
Questo cambiamento della natura del conflitto avrebbe dovuto comportare una diversa reazione degli Stati ad esso estranei e della stessa comunità mondiale; la reazione ragionevole sarebbe quella primaria di escludere la guerra, promuovere un vero negoziato ed esigere che la volontà dei popoli coinvolti sia urgentemente e debitamente accertata con un controllo internazionale adeguato.
Purtroppo le reazioni dell’Occidente sono state finora quelle tradizionali degli Stati che non fanno altro che identificare il nemico e contemplare come esito finale la guerra.
Nel prendere atto della mutata natura del conflitto bisognerebbe invece tener conto di due cose.
Anzitutto non ignorare le gravissime accuse mosse dal presidente russo al potere statale dell’Ucraina responsabile di una gestione della cosa pubblica riassumibile nella denuncia agostiniana dei regni della terra quando, senza giustizia, sono solo dei grandi ladrocini.
In secondo luogo bisogna uscire dalla falsa alternativa tra una resa dell’Occidente o una sua inflessibile reazione fino alla guerra.
Finora la risposta, coerente alla cultura di Biden, ha solo a che fare coi soldi ed è rivolta allo strangolamento dell’economia e al blocco delle forniture di gas; ma la difesa militare “di ogni centimetro dell’Ucraina”, come è stato promesso, sarebbe, per dirla con papa Giovanni, “fuori della ragione”.
Tutte le guerre intraprese dall’Occidente dopo la seconda guerra mondiale sono state del resto perdenti e sbagliate, dal Vietnam alle guerre del Golfo (infatti ce ne sono volute due), dalla guerra contro la Iugoslavia, addirittura appaltata alla NATO, all’Afghanistan; per non parlare della guerra contro i migranti combattuta alzando muri e reticolati ai confini, negando l’approdo nei porti o perfino finanziando i lager libici; ma quest’ultima guerra, a partire dal cuore dell’Europa, potrebbe essere veramente quella “finale”.
Al contrario non sarebbe “una resa” quella che si facesse carico della salvezza dei popoli e costruisse un’alternativa che ne riconoscesse i diritti fondamentali.
L’affermazione del diritto all’autodeterminazione e alla liberazione dei popoli vanta in Italia una ricca tradizione, dalle iniziative di Lelio Basso al Tribunale permanente dei popoli a “Costituente Terra”.
Certamente tale diritto deve essere contemperato col valore della stabilità dei confini ed essere esercitato con metodi negoziali e non violenti, e con le necessarie cautele e garanzie per evitare derive populiste e antistatali.
Ma senza dubbio uscire in avanti dalla terribile crisi in atto, in alternativa agli automatismi della contrapposizione e della vendetta, sarebbe un passo importantissimo verso un mondo più equo, come quello che era stato sognato alla fine della guerra fredda, quando si era parlato di “un dividendo della pace” e di un mondo “libero dalle armi nucleari e nonviolento”.
Quelle speranze sono state stracciate, benché nel frattempo il mondo sia entrato in un’epoca nuova, e non solo per il clima; ma purtroppo non se ne sono accorti i responsabili delle nazioni.
È questo il tempo di riprenderle e realizzarle
.  
  
Raniero La Valle
26 febbraio 2022
  

 

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25/02/2022

Teatro. "Camilleri, Montalbano & Co." al Circolo Empedocleo di Agrigento; venerdì 25 febbraio

 

Mario Gaziano
Mario Gaziano

Riprende al Circolo Culturale Empedocleo di Agrigento la 5^ stagione di Teatro da Camera 2021-2022,  con la direzione artistica di Giuseppe Adamo e Mario Gaziano.
Venerdì 25 febbraio 2022 alle ore 18.15 il Circolo Empedocleo e il Pirandello Stable Festival  presentano in esclusiva Giuseppe Crapanzano in “Camilleri, Montalbano & Co.”, una proposta teatrale per entrare nel mondo di Andrea Camilleri.
Uno spettacolo vero e proprio  tra recitazioni, video e canti camilleriani, ideato e diretto da Mario Gaziano, con la regia televisiva di Diego Romeo.
Interpreti e personaggi in ordine di apparizione:
- Giuseppe Crapanzano è il commissario Montalbano;
- Alfonso Marchica è il dott. Pasquano;
- Massimo Agozzimo è Minì Augelo;
- Maria Fantauzzo è Filonia, dal romanzo “Il Re di Girgenti”;
- Maria Grazia Castellana è Antigone, dal libro di racconti “Donne”;
- Alfio Russo è Fazio;
- Lillo D’Aleo è Catarella.
E con Antonio Zarcone (folk singer) con la sezione “Gruppo Città di Agrigento” di Riccardo Cacicia, con Vittorio Lauricella e Luca Cacicia.
Conduzione di Lillo Bongiorno. Collaborazione artistica di Andrea Cassaro e Rosa La Franca. Collaborazione scenografica di Alfonso Mossuto. Collaborazione tecnica di Lillo Rizzuto. Audioservice di Salvatore Cucchiara.
Ingresso libero con prenotazione, mascherina e green pass
.  
  

Redazione
25 febbraio 2022.  
  

 

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25/02/2022

Servizi. Censimento per il collocamento mirato disabili L. 68/99: proroga iscrizione al 26 marzo 2022

 

Centro per l'impiego
Centro per l'impiego

Il Dirigente del Servizio VIII del Centro per l'Impiego, Pasquale Patti, tramite un avviso pubblico ha fatto sapere che "nell'ambito del censimento riservato agli iscritti al collocamento mirato L. 68/99 si comunica che chi non ha aderito, nel periodo previsto dal 08/11/2021 al 10/01/2022, potrà ancora aderire entro il 26 marzo 2022, presentando apposita richiesta redatta su modulistica da richiedere ai Centri Per l'Impiego competenti per territorio".  
  

Redazione
25 febbraio 2022.  
  
 

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24/02/2022

Letteratura. "Tra Pirandello e Sciascia"; di Armando Caltagirone

 

Pirandello e Sciascia
Pirandello e Sciascia


Dott. Armando Caltagirone
Armando Caltagirone

1847: il Re a Grotte
1847: il Re a Grotte

Seguire il narrato mellifluo e artificialmente edulcorato diffuso dagli "intellettuali" è opera non impegnativa di facile digeribilità, che ottiene vasto seguito e suscita innumerevoli imitatori. Altro è proporre - ed accogliere - una verità differente, che riporta la versione cruda, spoglia e umana degli "dei" e costringe all'azione - ormai desueta - di mettere in opera il libero pensiero. Ne è un esempio il testo del dott. Armando Caltagirone, che pubblichiamo di seguito.
Carmelo Arnone

*****

"TRA PIRANDELLO E SCIASCIA"

"Se la provincia di Agrigento è l’ultima nelle statistiche per reddito pro capite, qualità della vita, tasso di occupazione tra i giovani e via dicendo, di sicuro, è prima per geni letterari, avendo dato i natali, tra i più famosi, al Nobel Pirandello e al quasi Nobel Sciascia. Due comunità diverse, quelle di Agrigento e Racalmuto, seppur distanti pochi chilometri l’una dall’altra; la città e il paese; eterno divario.
Collettività diverse, anche nel porsi al cospetto dei propri eroi; come diversi sono stati i suoi illustri concittadini, Pirandello e Sciascia.

Per gli agrigentini, le cui inflessioni dialettali trasformano la “T” finale, nell’incontro delle consonanti “n” e “t”, in “D”, così ad esempio Agrigento diventa Agrigendo, le disgrazie della città sono sintetizzate con perle di saggezza:

A disgrazia di Agrigendu su stu cazzu di templi, ca unu u ‘nsipò murari a casuzza.

(La disgrazia di Agrigento sono questi templi che impediscono di costruirsi la casetta).
E su Pirandello? Altra verità sconosciuta ai più.

Me ziu nni scrissi cosi; cchiossà di Pirandellu, sulu ca u ‘nappi furtuna.

(Mio zio di cose ne ha scritte più di Pirandello, solo che non ha avuto la stessa fortuna).
L’agrigendino autoctono è quasi una rarità, ormai in via di estinzione; è quello che un tempo si chiamava Luzzu (diminutivo di Calogero) e Giurlanneddu (diminutivo di Gerlando), destinatari divertiti delle pubbliche invettive dell’avvocato Malgioglio che esordiva nei suoi comizi elettorali con: popolo di Luzzi e Giurlanneddi.

Sui due personaggi si racconta anche un aneddoto.
Un giorno, in piena carestia, Luzzu e Giurlanneddu girovagavano per le campagne agrigendine in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Mentre filosofeggiavano sulla psicologia della donna con concetti del tipo, a fimmina un si marita cu sceccu picchì si scanta ca ci strazza i linzola, (la donna sposerebbe anche un asino, non lo fa per paura che possa strappargli le lenzuola) Luzziddu esulta:
-         Giurlannè talia chi truvavu;               Gerlandì guarda cosa ho trovato;
-        
Chi truvasti Luzzì                               Cosa hai trovato Calogerì.
-        
Na fava.                                             Una fava.
-        
Ma duni mezza?                                 Me ne daresti la metà?
-        
E idda mezza è.                                  E’ solo mezza.
-        
Allura mi duni a scorcia.                    Allora mi potresti dare la buccia.
-        
Eh u bellu ‘na scorcia è.                    La parte più buona è proprio la buccia.
Un popolo, quello agrigendino, multipaesano.
Una città che ha sempre vissuto di burocrazia, dove i burocrati, da migratori, al tempo della pensione, sono diventati stanziali adattandosi all’ambiente e respirando a pieni polmoni l’aria cittadina.
Aggregazione variegata priva di tradizioni proprie che conquista quelle altrui.
La sagra del mandorlo in fiore, la festa di San Calogero, nate in forma silenziosa, quasi anonima, in quel di Naro, sono diventate simbolo della città dei templi, di quei templi che sappiamo, essere la rovina della città.
Le tradizioni degli altri sono state fatte proprie.
Il ratto non si è fermato ai soli folclori, si è spinto, come nelle migliori tradizioni nobiliari, fino all’altare della santità. Ara pacis o ara bellum?
In passato, dal medioevo in poi, accresceva il prestigio di una famiglia, la presenza, tra gli avi del nobile casato, di un santo. Quella dei beati era ben poca cosa, sempre meglio di niente. Nel rispetto delle antiche tradizioni araldiche, in passato per i blasonati, oggi per le comunità, s’impone, per dar lustro al campanile, l’esigenza di un santo proprio, nostrano.
Si dice che, per un Santo, non è importante la città natale, quanto quella che ospita le spoglie.
Per rendere omaggio alla memoria e alla santità del magistrato Livatino, nato in quel di Canicattì, gli agrigendini, hanno offerto, ai canicattinesi, la loro ospitalità.
Mancava solo questo vessillo. A futura memoria le vestigia di un'antica cultura; Di vaga fera le vestigia sparse Cercai per poggi solitarii et ermi (F. Petrarca).
Che dire dei figli dei paesaneddi diventati cittadini?
Sono quelli che non potendo negare le origini paesane tengono a precisare che con la comunità degli avi non hanno nulla da spartire; del paese hanno un vago ricordo, quando il papà li conduceva, per visite di cortesia, da lontanissimi parenti: i nonni.

Ricordi sbiaditi, legati al freddo e alle viuzze ripide; nessun legame che possa etichettarli come paisaneddi.

Gran fortuna per Pirandello, anche Lui nato in una località che al tempo era frazione di Girgenti poi diventata comune di Porto Empedocle, avere a disposizione tanto materiale umano; materia prima, coperta da fetida ganga, che l’abile e paziente lavoro di pulitura riesce a scoprire l’interiorità complessa, fatta di luci e ombre, talvolta meschina, la cui analisi microscopica giustifica gli apparenti indecifrabili comportamenti esteriori.
La negazione delle origini paesane, quasi plebee, motivo di vergogna, era un fenomeno presente anche al tempo di Pirandello? L’autore non vi ha fatto mai cenno.
Forse gli zii di Luzzu e Giurlanneddu che tanto hanno scritto, avranno, magari, approfondito il tema, solo che non hanno avuto fortuna. Che peccato!

Passano gli anni è la luce astrale si sposta, seppur di pochi chilometri, in quel di Racalmuto (dall'arabo Rahal Maut "Villaggio morto").

La comunità, prima dell’evento siderale, ha vissuto in forma anonima; gelosa delle proprie usanze, anche della fonetica dialettale tutta propria, non trovando similitudini nel contesto isolano.
Il “si”, universale per l’intero stivale, per i racalmutesi diventa “se”.
Forse in qualche comune della Puglia, tipico il barese, vi può essere un qualche parallelismo; chissà se
Ettore Fieramosca, eroe della famosa disfida, non avesse origini racalmutesi.
Sfumature dialettali che non hanno eguali e di cui vanno fieri.
Tradizioni linguistiche come il rafforzamento della “f” iniziale; così “un fascio di finocchi” diventa “u fffasciu i fffinuocchi”  o la difficoltà nel pronunciare le parole che iniziano con l’incontro delle consonanti “gr” o “cr”; difficoltà superate con l’eliminazione della “g” o della “c”, così, “Grutti” (Grotte) diventa “Rutti” e “Crastu” (Montone)“Rastu”; tipica la frase: I ruttisi annu i rana (I grottesi hanno i soldi).

Quello racalmutese è un popolo di Liddi (diminutivo di Calogero) e Ruardi (diminutivo di Eduardo), che ha vissuto in uno spazio limitato, angusto ma, al contempo, bastevole e appagante, tanto da spingere Liddu a chiedere a Ruardo: Ruà, ci ‘nnè cchiù paisa duoppu Caniattì? (Eduà ti risulta che dopo Canicattì ci siano altri paesi?).
Difensori ad oltranza di usi, costumi e personaggi del villaggio, al contrario dei “Ruttisi”, storicamente rivali di campanile, dissacratori per vocazione e adulatori, verso lo straniero, per costituzione.
La vita grama della comunità racalmutese è ricca di piccole storie che, l’attento narratore, nel focalizzare l’esteriorità, lascia al lettore lo spiraglio della navigazione in spazi illimitati, di soggettiva rotta e approdo. Così lo Sciascia prima versione, priva di meritato successo.
L’affermazione arriva quando i suoi racconti, nel periodo post dissenso, si rivolgono al pubblico dei giovani di sinistra, impegnati culturalmente.
Sono quelli che indossano l’
eskimo, i capelli lunghi, la barba incolta, il giornale dell’Unità sotto un braccio e l’ultimo libro di Nanà nell’altro.
Impegnati a interpretare i pensieri di Mao, mangiando ciotole di riso sullo yacht e a chiarire le teorie marxiste: “La proprietà, degli altri, è un furto”.

I rivali confinanti, difensori per ius soli da un lato e gli adulatori per vocazione dall’altro, dopo la morte del maestro, hanno raccontato, qualcuno ha perfino scritto, quali testimoni diretti, episodi non solo inediti, addirittura in contrapposizione con la storiografia ufficiale.

A sentir loro era un gran parlatore, quasi chiacchierone che si confidava dei più intimi pensieri e che ascoltava le imbeccate dei tanti fraterni amici suggeritori.
Avevo un ricordo completamente diverso; un gran taciturno, restio al dialogo, bisognava tiragli le parole di bocca con le tenaglie, più incline alla scrittura.
È questo il ricordo e l’idea che mi son fatto, quando, udite udite, ho incontrato il maestro. Anch’io posso fregiarmi di questo raro privilegio, riservato ai pochi eletti, potendo ben dire: “Un giorno, nella terrazza di contrada Noce, ho parlato con il maestro”.
Non posso dire: “Lui mi ha detto” perché la sua risposta è stata un interminabile silenzio.
Il memorabile incontro, nel lontano 1986, è stato provocato da un istituzionale e occasionale invito rivoltomi dai membri la commissione del premio letterario “Racalmare”, che, come ogni anno, qualche mese prima della premiazione ufficiale si recavano in contrada “Noce” per chiedere al maestro presidente, qual era il libro da premiare, per poi poter dire:
abbiamo scelto”, plurale maiestatis.
Qualche tempo prima del fatidico incontro, per puro caso e per strana coincidenza, rovistando tra i registri dell’archivio della chiesa Madre, sono attratto dall’annotazione relativa alla benedizione, officiata dall’arciprete, di cui non ricordo il nome, alle ore sei del mattino, ricevuta dai reali, nella chiesa Madre, alla presenza del Sindaco Luparello.
Con l’aiuto dell’arciprete Tortorici che, meravigliato, esordisce con un “ce”, seguito da una “e” periodica, stile eco, infarcito nel prosieguo
da una serie di superlativi; bravissimo, fortunatissimo, interessantissimo, rilevantissimo, l’epigrafe, scritta in latino campagnolo, viene correttamente decifrata. Sorpreso per quanto, invece, narrato nella raccolta “Il mare colore del vino” sulla visita del Re Ferdinando di Borbone in Sicilia, approfondisco le ricerche scoprendo che, di quell’incontro, sul Sindaco Luparello circolava anche un aneddoto.
Si narrava, infatti, dell’imbarazzo del primo cittadino al cospetto di Sua Maestà che, per l’occasione, come il cerimoniale di Corte imponeva, era proprio al suo fianco.

Per rompere il ghiaccio, il Sindaco, rivolge la seguente domanda: Eh lu picciliddu comu sta? (Il bambino come sta?).

Uno sguardo di commiserazione seguito da un regale rimprovero: Sua Maestà il principino, vorrete dire!

I reali, invece, secondo il racconto, a bordo della carrozza, arrivati in quel di Grotte, appresa la località, fanno cenno al cocchiere di proseguire specificando che nelle grotte abitano i lupi.

Racconto del ritrovamento di tal documento agli amici che, dopo diversi anni, mi vogliono sbalordire sulla presenza dell’annotazione, attribuendo la scoperta ad anonimi ricercatori e, talvolta, intestandosi direttamente il ritrovamento.

Mi capitava e mi capita spesso di essere senza nome; nelle storie che racconto è incorporato l’anonimato anche in presenza di firma, scambiata per pseudonimo.

Ritornando all’incontro, quel giorno mi unisco al drappello degli anonimi letterati.

In forma più anonima degli altri, mi sono ritrovato al cospetto dello chef della narrazione; in contrada Noce, sulla terrazza dei grandi pensieri che tanti piccini ha
ispirato nell’arte dello scrivere; in un clima da gabellotti trepidanti che chiedono, al titolare del feudo, il nome del vincitore del premio letterario dallo stesso presieduto.
Per nulla interessato alle vicende premiali e al nome del vincitore, Gesualdo Bufalino, oso parlare dell’esistenza di quel documento ufficiale sulla visita di Re Ferdinando a Grotte.

Non ottengo nessuna risposta; uno sguardo silenzioso simile a quello che si è sentito addosso, il Sindaco Luparello.
Forse il Vate con il suo mutismo voleva dirmi: “Eh allora? Ignoto interlocutore non hai ancora capito “ca lu maccu” è il piatto dei ricchi diventati poveri, mentre la “vellutata” è la prelibatezza dei poveri diventati ricchi? Chi sei? Il novello
Robin Hood che vuol togliere ai ricchi per dare ai poveri e poi togliere ai poveri diventati ricchi per ridare ai ricchi diventati poveri? È solo una gran fatica!”.
Al silenzio si possono attribuire tanti significati come tanti sono i pensieri immaginari dei tanti fiabeschi confidenti ispiratori d’idee che il maestro, a loro dire, sapientemente faceva proprie.
Chissà chi è il suggeritore del controverso pensiero: “professionisti dell’antimafia”.
Non lo sapremo mai perché i successi hanno tanti padri, gli insuccessi sono orfani
". 
  
Armando Caltagirone
24 febbraio 2022
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22/02/2022

Chiesa. "Sante Quarantore: conforto spirituale e consolazione"; della prof.ssa Graziella Vizzini

 

Quarantore
Quarantore


Quarantore
SS. Sacramento

Ieri, lunedì 21 febbraio, nella bellissima chiesa del Monte Carmelo in Grotte si sono conclusi i quattro giorni delle sante Quarantore.
Giorni di grazia. Celebrazione eucaristica, il perno attorno a cui roteava tutta la giornata eucaristica, meditazione personale, preghiera comunitaria, recita del santo Rosario eucaristico cantato e per concludere il canto del vespro.
Quattro giorni in cui Gesù Eucarestia solennemente esposto sull' altare, debitamente addobbato, ha elargito tantissime grazie e tante persone hanno trovato sicuramente conforto spirituale e consolazione.
"L'Eucaristia infiamma talmente l'uomo che lo fa uscire da sé e lo fa giungere al punto di non vedere più sé per sé, ma se stesso per Dio e Dio per Dio e il prossimo per Dio" (Santa Caterina da Siena).
L' Eucaristia: un grande mistero! L'Eucaristia è un lungo cammino che va da Dio a Dio.
"Venite a me!". Venite al mio tabernacolo e là troverete rifugio, conforto, pace, forza, riposo.
Nel tabernacolo Cristo sempre accogliente, infinitamente paziente, ospite silenzioso che non si stanca di aspettare.
Davanti al tabernacolo possiamo chiedere, raccontare, parlare a tu per tu con Gesù, presenza viva, dialogare, guardare quell' Ostia bianchissima che racchiude il Corpo Santissimo di Gesù, pregare elevando a Dio inni di ringraziamento; ma si può stare in silenzio, lontano dai rumori e dall'agitazione del mondo e inebriarsi il cuore di questa dolcezza.
Nei tabernacoli della terra, nelle Ostie consacrate di tutto il mondo noi ti adoriamo, Cuore di Gesù Eucaristia.
Concludiamo con le parole di Sant'Agostino: "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanti nuova. O Amore, che sempre ardi e mai ti estingui. Concedimi quello che comandi e comandami quello che tu vuoi".
Un grazie grande grande a Gesù, e un grazie anche a don Rosario Bellavia che ha guidato queste quattro giornate eucaristiche.
 
 

 

   

Prof. Graziella Vizzini
 

 

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22/02/2022

Politica. On. Rosalba Cimino (M5S): "La SS 640 sta per essere completata, grazie all'impegno del M5S"

 

Rosalba Cimino
Rosalba Cimino

"Grazie all’impegno e all’attenzione del Movimento 5 Stelle verso le infrastrutture viarie siciliane, finalmente la SS 640 sta per essere completata". La deputata del Movimento 5 Stelle Rosalba Cimino esprime soddisfazione per l’apertura di uno degli ultimi tratti della SS 640, importante asse viario che collega Agrigento a Caltanissetta, sino allo svincolo con l’autostrada Catania-Palermo.
"Con il nostro sottosegretario Giancarlo Cancelleri abbiamo dato un impulso importante a una strada che, dopo 15 anni dalla posa della prima pietra, era rimasta un’eterna incompiuta. Abbiamo dovuto far fronte ai problemi economici delle aziende e alla burocrazia, ma alla fine negli ultimi 3 anni abbiamo raggiunto un grande risultato, portando alla fine il progetto di una strada fatta di interruzioni e deviazioni. Dei 27 km che dovevano essere realizzati - continua Cimino - adesso rimangono solo gli ultimi 4 km della galleria di Caltanissetta, dove si sta lavorando".
La Deputata fa un plauso, per l’obiettivo raggiunto, al sottosegretario al ministero delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri: "Cancelleri ha seguito passo dopo passo il cantiere, con visite costanti per comprendere eventuali problematiche da risolvere, così come sta facendo anche per altre arterie importanti della Sicilia". L'on. Cimino annuncia anche l’apertura dello svincolo per Agrigento il prossimo 24 febbraio, che eliminerà i disagi per gli automobilisti che devono raggiungere la provincia
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Redazione
22 febbraio 2022.  
  

 

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21/02/2022

Attualità. "La guerra e l'impegno"; del dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Dott. Salvatore Filippo Vitello
Dott. Vitello

Intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Avvocato Generale della Corte d’Appello di Roma.

*****

In questa triste contingenza temporale, sembra che tutto si rivolti contro la vita.
Oltre alla crisi pandemica, ora si vive nell'apprensione per il rischio di una guerra europea potenzialmente esplosiva in tutto il continente, per la potenza e vastità dei dispositivi militari che vi si fronteggiano.
Provo un forte senso di angoscia e di incredulità a pensare che vi possano essere persone che pur animati dalla ragione possano essere spinti alla guerra, all'uccisione massiccia di propri simili. Non mi riesco davvero a capacitare come questo scenario di vigilia di guerra rischi di diventare realtà.
Si è vissuto qualcosa di simile al tempo dell'invasione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia. Non c'era solo la questione bellica in campo, ma il confronto/scontro tra due forme di comunismo.
Tra i cattolici democratici se ne poteva parlare senza l'impaccio del rigidissimo dogmatismo che all'epoca travagliava ancora i comunisti italiani. Tutto però avveniva nel ferreo contesto di Jalta e quindi non c'era il timore dell'estendersi del conflitto.
Ricordo infatti che nei nostri ambienti di Azione Cattolica locale quell'evento, certamente stigmatizzato come conseguenza di una arrogante dittatura, non generò un forte e collettivo senso di indignazione, perché tutto venne circoscritto alla logica assolutista del comunismo, alla cui area noi fortunatamente non appartenevamo, anzi della quale eravamo sempre più convinti avversari.
Riprendendo poi le fasi della storia e andando a ritroso nel tempo, devono ricordarsi le cronache degli anni '30. Il ricordo non può che focalizzarsi sul 1939, ad un'altra vigilia di guerra.
All'epoca tra i fascismi europei c'era la precisa volontà di scatenare una guerra continentale per sradicare le democrazie europee. L'Unione Sovietica sembrava fuori dal campo del conflitto grazie al patto con i nazisti tedeschi, detto Molotov-Ribbentrop, che le consentì di espandersi in Polonia e che l'anno successivo le consentì di inglobare impunemente gli stati "Baltici".
Anche in quegli anni, a leggere la storia, in coloro che non erano coinvolti nella propaganda del fascismo mussoliniano, si avvertiva un senso di impotenza nei confronti del fatale scivolamento verso la guerra continentale. Però se ne parlava molto tra la gente, perché il regime si impegnò in uno sforzo propagandistico molto intenso, soprattutto dopo i primi mesi di guerra, quando apparve che tutto sarebbe finito presto con la vittoria dei nazisti.
La Chiesa non è stata estranea a quegli eventi. Durante il pontificato di papa Pio XI i cattolici italiani si erano in gran parte fascistizzati. Nel 1939 fu eletto Papa Eugenio Pacelli (Pio XII) che da Segretario di Stato (dal 1930) era stato corresponsabile di quelle politiche accomodanti verso il fascismo mussoliniano, avendo anche trattato e firmato per conto della Santa Sede lo sciagurato concordato con i nazisti del 1933.
Tuttavia da Papa fu in contrasto con Mussolini sulla questione della guerra europea, che gli era fortemente invisa - come credo fosse naturale per qualsiasi seguace del Vangelo - per motivi religiosi.
Il 24 agosto 1939 diffuse un radiomessaggio diretto ai "governanti e ai popoli nell'imminente pericolo della guerra", nel quale gli storici riconoscono la mano di Montini, che all'epoca lavorava alla Segreteria di Stato, in cui era scritto tra l'altro: "Oggi che, nonostante le Nostre ripetute esortazioni e il Nostro particolare interessamento, più assillanti si fanno i timori di un sanguinoso conflitto internazionale; oggi che la tensione degli spiriti sembra giunta a tal segno da far giudicare imminente lo scatenarsi del tremendo turbine della guerra, rivolgiamo con animo paterno un nuovo e più caldo appello ai Governanti e ai popoli: a quelli, perché, deposte le accuse, le minacce, le cause della reciproca diffidenza, tentino di risolvere le attuali divergenze coll’unico mezzo a ciò adatto, cioè con comuni e leali intese: a questi, perché, nella calma e nella serenità, senza incomposte agitazioni, incoraggino i tentativi pacifici di chi li governa".
Come dice un mio collega molto saggio, da cui traggo i principali riferimenti ed i concetti qui espressi, è con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la Giustizia si fa strada.
La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la vogliono.
Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra.
Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare.
Confrontandosi con buona volontà e con rispetto sui reciproci diritti si accorgeranno che ai sinceri e fattivi negoziati non è mai precluso un onorevole successo.
La linea politica del dialogo guidò i cattolici democratici negli anni immediatamente precedenti e seguenti  alla caduta del fascismo.
In particolare dopo che, dal 1941, con una serie di radiomessaggi, fu loro espressamente ordinato di collaborare con tutte le forze per le quali la pace era rilevante, senza pregiudizi ideologici, a edificare un nuovo ordine europeo democratico. Cosa che fu fatta.
Quell'impegno per la pace è stato un modello di riferimento nel dopoguerra per i giovani cattolici democratici, che ispiravano, con entusiasmo, il loro pensiero agli Sturzo, ai La Pira, ai Moro.
Molto si è perduto di quel patrimonio perché una classe dirigente succeduta ai padri della resistenza non ha saputo mantenere quel profilo morale che ha accomunato i protagonisti della stagione costituzionale nella quale è nato lo Stato democratico.
Quello che oggi manca, almeno apparentemente, è un'azione collettiva popolare per resistere alla guerra, come quelle che si manifestarono spontaneamente alla vigilia della prima "Guerra del Golfo". Si è come incapsulati nel nostro schieramento, rispetto ad un'agenda dettata dai potenti della terra.
È davvero inaccettabile questa assurda follia che porta ad includere la guerra come la principale opzione.
In questa mia riflessione mi piacerebbe tanto recuperare quella genuina passione, animata da valori alti, che coinvolse tanti ragazze e ragazzi cattolici di Grotte; mi riferisco a Carmela Fantauzzo, le sorelle Giovanna e Venerina Alaimo, Totò Carlisi, Lillo Patanella, Mariangela Morreale, e tanti altri dei quali mi scuso per non saperli indicare, ma che possono ancora dare tanto per continuare ad animare i ragazzi di oggi sui valori della vita, che hanno ispirato la nostra crescita.
Tutto ciò non potrà che realizzarsi nella cornice di quel confronto
stimolante con i tanti amici di Racalmuto (tra i tanti, Enzo Sardo e Gaetano Savatteri) e con gli interlocutori laici di spessore delle nostre comunità, con i quali abbiamo sempre condiviso l'attenzione per la dimensione umana della persona. Mi riferisco a Pietro Agnello, Egidio Terrana, Salvatore Bellavia, Gandolfo Mazzarisi, Gaspare Agnello. Ed a quell'enfant prodige che è sempre stato Enzo Napoli.
Si tratta di iniziative che oggi si possono realizzare anche a distanza, grazie a due network di grande valore, quali Grotte.info e Malgrado tutto e consentitemi di aggiungere ad una blogger che tanto stimo per il suo impegno e dedizione per la nostra terra, quale Patrizia Mangione.
Cari amici riprendiamo l'iniziativa per fare sentire la nostra voce di uomini liberi a favore della vita e della dignità delle persone.
Ora che questo tremendo evento, la guerra, ci riguarda da vicino, spero si levi il grido di ribellione delle coscienze contro questo strumento perverso che indisturbato continua ad essere usato in Stati periferici, anche a noi vicini, generando morte ed orrore, come sistematicamente ci ricorda con la forza dell'esecrazione Papa Francesco
.
  
Salvatore Filippo Vitello
21 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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21/02/2022

Chiesa. Parrocchia San Rocco: avvisi e appuntamenti della settimana

 

Chiesa San Rocco
Chiesa di San Rocco

Pubblichiamo il programma delle attività che si svolgeranno nel corso della settimana presso la parrocchia San Rocco in Grotte.

Lunedi 21 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Compieta, Coroncina alla Divina Misericordia e Benedizione eucaristica.

Martedi 22 febbraio - Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.

Mercoledi 23 febbraio - Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.

Giovedi 24 febbraio - Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.

Venerdi 25 febbraio - Quarantore
- ore 09.30, santa Messa e Adorazione eucaristica (sino alle ore 17.00);
- ore 17.00, Adorazione comunitaria e Vespro solenne.

Sabato 26 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, santa Messa.

Domenica 27 febbraio
- ore 09.30, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 10.00, santa Messa
.  
  

Redazione
21 febbraio 2022.  
  

 

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20/02/2022

Letture Sponsali. "Amate i vostri nemici"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Per amore dell'Amore.
"Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano".
Queste parole suonano ancora oggi estranee al sentire comune. Tutti sperimentiamo quanto sia difficile perdonare chi ci fa qualche torto.
Quanto è ancor più difficile perdonare chi si pone come nostro nemico! Le parole del Vangelo non sono astratte; in Gesù diventano realtà.
Egli per primo ci mostra che è possibile amare i nemici. E la ragione di fondo sta nel fatto che nessun uomo per lui è nemico.
Tutti portano iscritto nel cuore i tratti di Dio, fossero anche nascosti nei recessi più bui e profondi.
Come non ricordare la scena dell'orto degli ulivi quando chiama Giuda "amico" proprio mentre lo tradisce?
Forse questa immagine è l'icona più bella dell'amicizia, l'immagine più chiara delle parole "amate i vostri nemici".
Beati noi se sappiamo almeno conservarla nel cuore.

 
Redazione
20 febbraio 2022.
  

 

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20/02/2022

Attualità. "Il lutto per la guerra mancata"; di Raniero La Valle

 

Raniero La Valle
Raniero La Valle

Raniero La Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire d’Italia» e più volte parlamentare.

*****

Domenica scorsa “La Repubblica” ha annunciato con un lungo articolo a pagina 3 che martedì la Russia avrebbe invaso l’Ucraina, e quindi mercoledì o giovedì sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale, in quanto Biden e gli alleati occidentali erano uniti per “far pagare alla Russia il prezzo più alto che abbia mai visto finora”.
Forse è bene ricordare che tra i prezzi più alti finora pagati dalla Russia ci sono stati Napoleone alle porte di Mosca e l’assedio nazista di Leningrado, e che la prima guerra mondiale è scoppiata per molto meno.
A pagina 2 dello stesso numero domenicale della “Repubblica” si dava la notizia dell’ultimatum di Biden a Putin, a pagina 4 si annunciava che mille militari italiani avrebbero partecipato a questa nuova campagna di Russia schierandosi sul fianco Sud-Est; per il “Corriere della Sera” sarebbero stati duemila, ma mille più o mille meno non importa, l’effetto mediatico è lo stesso; tutti i giornali informavano inoltre che gli occidentali, compresi i nostri compatrioti, erano stati invitati dai rispettivi governi e ministri degli Esteri a fuggire dall’Ucraina prossima all’invasione e a tornare a casa, ciò che però gli italiani, in un’Ucraina che per parte sua si diceva tranquilla, si guardavano bene dal fare.
Tutte le notizie sulla minaccia russa la “Repubblica” le aveva sapute dalle agenzie, che le avevano sapute da Biden, che le aveva sapute dall’“intelligence” (che tradotto vorrebbe dire “intelligenza”) la quale le aveva sapute dai generali russi che spensieratamente si comunicavano per telefono, in linguaggio non cifrato, i piani d’invasione, discutendo l’alternativa se fare “la terra bruciata” o marciare direttamente su Kiev.
Il “casus belli” era che la NATO voleva estendersi in Europa fino a inglobare l’Ucraina, giungendo a un passo da Mosca. I russi, sentendosi minacciati, reagivano schierando la loro armata sul confine. Non potevano certo, per difendersi, contare come a suo tempo sul “generale Inverno”, perché il clima intanto si era riscaldato, le divise nemiche erano molto più pesanti e da fronteggiare non c’erano i fanti o la cavalleria di Napoleone ma i carri ed i missili dell’alleanza atlantica; del resto i russi si ricordavano bene che quando Krusciov aveva voluto mettere i missili balistici a Cuba, in risposta a quelli americani in Turchia, gli Stati Uniti non ci avevano pensato due volte a mandare la loro flotta e allestire il blocco navale dell’isola e dunque era altrettanto giustificata ora la loro reazione di inscenare una dimostrazione di forza sulla linea di confine.
Quella volta era intervenuto papa Giovanni a scongiurare i contendenti a fermarsi prima di cadere nel baratro; questa volta papa Francesco lo ha fatto domenica all’Angelus, rivolgendosi ai responsabili politici con una sobrietà che faceva supporre un suo intervento ben altrimenti pressante.
Lunedì gli americani trasferivano la loro ambasciata da Kiev a Leopoli, pensando forse che avviata la terza guerra mondiale, il vero problema sarebbe stato che la loro rappresentanza e la loro bandiera continuassero a esibirsi in Europa, lontano dal fronte. Le notizie si facevano poi più incalzanti. Secondo la CNN l’invasione sarebbe avvenuta mercoledì, la CBS riferiva da parte sua l’affermazione del segretario di Stato americano secondo cui Putin aveva già messo i suoi obici in posizione di tiro, una “esperta” a “Otto e mezzo” diceva che avendo Putin schierato tante truppe, avrebbe fatto una brutta figura se poi non avesse dato corso all’invasione, dando perciò anche lei la guerra per scontata.
Però né martedì né mercoledì né giovedì l’Ucraina è stata invasa, le artiglierie pronte all’uso non hanno sparato, un po’ di soldati russi sono tornati indietro, i militari italiani sono rimasti a casa (perché semmai deve decidere il Parlamento, e questa è una bella novità); tuttavia Biden non si è dato pace e ha ripetuto che Putin "pagherà un prezzo immenso", giornali e televisioni hanno continuato ad accusare la Russia del crimine di voler stabilire una sua zona d’influenza in Europa, mentre nessuno si era preoccupato quando alla vigilia del Duemila dei compassati signori negli Stati Uniti volevano instaurare “il nuovo secolo americano” estendendo la zona di influenza e la sovranità americana su tutto il mondo.
Dunque la bella notizia è che per ora la terza guerra mondiale non è scoppiata, per il semplice fatto che una parola rassicurante l’ha detta a Putin il Cancelliere tedesco ritirando la minaccia di un ingresso dell’Ucraina nella NATO, e che oggi siamo ancora qui, non inceneriti, a raccontarlo (anche se il generale americano Allen aveva detto: “il conflitto è già iniziato”); ma la cattiva notizia è che siamo in mano a degli irresponsabili che sono al comando delle nazioni, e a dei garruli informatori che ignorano il senso delle loro parole, per non parlare della "Stampa" che oggi fa finta di rimpiangere i pacifisti, che chiama i "pacefondai degli euromissili", ma prendendo il lutto per la guerra mancata per colpa di Biden "che ha reso poco attrattiva l'opzione militare" di Putin, relega la notizia a pagina 22-23; e tutti insieme rendono di giorno in giorno più precario il nostro futuro e la nostra vita.
Se una conclusione da tutto ciò si può trarre è che una grande riforma si deve fare sul modo di stare sulla Terra, e che bisogna passare dal diritto sovrano e discrezionale degli Stati alla guerra, al diritto collettivo e indisponibile dei popoli alla pace; una Costituzione mondiale che “ripudi la guerra” appare dopo questi fatti politicamente più lontana, ma nel contempo ancora più necessaria ed urgente, e sono i popoli che ne devono prendere in mano la causa
.  
  
Raniero La Valle
20 febbraio 2022
  

 

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19/02/2022

Editoria. "Il Sistema Montante" ancora attuale, nonostante testimonianze e rivelazioni nelle aule dei tribunali

 

Il Sistema Montante
Copertina

Titolo "Il sistema Montante". Sottotitolo "L'ascesa e il declino degli apostoli dell'antimafia, uomini di Stato infedeli, servizi segreti deviati e giornalisti spregiudicati" (su Amazon).
Ben prima che Sallusti assieme a Palamara, con il libro intervista "Lobby & logge", scoperchiassero il pentolone maleodorante del "sistema" giudiziario italiano, era stato pubblicato dall'editore Bonfirraro, nell'aprile del 2019, il primo coraggioso lavoro di denuncia e di esegesi storica, scritto da Salvatore Petrotto, in cui vengono svelati i sofisticati meccanismi riguardanti l'amministrazione della giustizia a vantaggio di alcune lobby. Dalla Confindustria del falso paladino dell'antimafia, Antonello Montante, sino ad arrivare al corruttore per eccellenza di una decina di magistrati, l'avvocato Amara, il passo è breve. "Da Amara a Palamara" - così aveva titolato un suo libro il giornalista Enzo Basso - passando per Montante, partendo dal verminaio che c'era dentro il Tribunale di Siracusa, per poi risalire lo stivale, finendo col travolgere l'intero ordine giudiziario, CSM compreso. Di quest'anatomia del disastro giudiziario italiano, "Il sistema Montante" è di sicuro la prima vera ed autentica analisi ed impietosa denuncia.
Tutto il resto viene ed avviene dopo, compresa la voglia, finalmente - ed era ora -, di rigenerare un'amministrazione della giustizia, condizionata non solo dalle logiche correntizie, ma completamente prona al cospetto di bande di criminali, che si presentavano agli occhi dell'opinione pubblica come degli apostoli dell'antimafia e dei paladini della legalità.
A partire dal 2007 Salvatore Petrotto aveva iniziato a scandagliare quanto stava avvenendo in Sicilia, a causa di alcune evidenti derive istituzionali che avevano finito col favorire, in maniera illecita, alcune ben individuate lobby di potere, una delle quali faceva capo all'ex presidente di Confindustria Sicilia e vice presidente di Confindustria Nazionale, Antonello Montante, già condannato a 14 anni di reclusione in primo grado ed il cui processo d'appello, in corso presso il Tribunale di Caltanissetta, si concluderà tra marzo ed aprile.
Tra le mille pieghe del "Sistema Montante" non passa inosservata la cosiddetta "antimafia sociale" che in diversi casi ha cristallizzato situazioni di potere e rendite di posizione in contrasto con la selettività meritocratica e la trasparenza delle procedure, in particolare il mondo dell'editoria e del giornalismo che in gran parte hanno consentito ad Antonello Montante di abusare delle funzioni o di sfruttare la finta identità legalitaria
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Redazione
19 febbraio 2022.  
  

 

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19/02/2022

Comune. Ringraziamenti del Sindaco per la conclusione della giornata vaccinale

 

Alfonso Provvidenza
Alfonso Provvidenza

Ringraziamento del sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza al personale impegnato ieri, venerdì 18 febbraio, nella "Open day" vaccinale.

*****

"Conclusa un'altra giornata di vaccinazione a Grotte che ha consentito di somministrare un centinaio di dosi di vaccino antiCovid. I ringraziamenti vanno al direttore del Distretto Sanitario dott. Giuseppe Miccichè e, come sempre, al responsabile del Presidio Sanitario di Base di Grotte dott. Antonio Carlisi che ha coordinato il team di lavoro (medici, infermieri, collaboratori amministrativi, volontari dell'Associazione Padre Vinti Grotte Solidale Onlus, Vigili Urbani e impiegati comunali) efficiente come sempre".
  

 

   

Il Sindaco
Alfonso Provvidenza
.
 

 

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19/02/2022

Chiesa. Programma delle Quarantore nella chiesa San Rocco

 

Programma delle Quarantore
Programma

Inizieranno martedì 22 febbraio 2022, e si protrarranno sino a venerdì 25 febbraio, le funzioni per le Quarantore nella chiesa parrocchiale di San Rocco in Grotte. Di seguito il programma delle celebrazioni.

Martedì 22 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.

Mercoledì 23 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.

Giovedì 24 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.

Venerdì 25 febbraio
- ore 09.30, santa Messa, omelia, Esposizione eucaristica;
- ore 10.00, Liturgia delle Ore (Lodi e Ora media);
- ore 11.00, Rosario eucaristico della gioia;
- ore 12.00, Rosario eucaristico della luce;
- ore 13.00, Rosario eucaristico della dolore;
- ore 14.00, Rosario eucaristico della gloria;
- ore 15.00, Ora della Divina Misericordia;
- ore 15.30, adorazione silenziosa;
- ore 16.00, Rosario e litanie al Santissimo;
- ore 17.00, Ora santa comunitaria;
- ore 18.00, Vespri solenni e benedizione eucaristica.

Da lunedì a sabato santa Messa alle ore 17.30, domenica santa Messa alle ore 10.00.  
  

Redazione
19 febbraio 2022.  
  

 

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19/02/2022

Chiesa. Programma delle Quarantore nella chiesa Madonna del Carmelo

 

Programma delle Quarantore
Locandina

Sono già iniziate, ieri venerdì 18 febbraio 2022, le funzioni per le Quarantore nella chiesa parrocchiale della Madonna del Carmelo in Grotte. Di seguito il programma delle celebrazioni.

Venerdì 18 febbraio
- ore 09.15, Lodi mattutine;
- ore 09.30, santa Messa;
- ore 10.00 - 12.00, visita al SS. Sacramento e adorazione personale;
- ore 12.00, Ora sesta e Angelus;
- ore 15.30 - 17.30, adorazione personale;
- ore 17.30, Rosario eucaristico cantato;
- ore 18.00, Vespri e benedizione.

Sabato 19 febbraio
- ore 09.15, Lodi mattutine;
- ore 09.30, santa Messa;
- ore 10.00 - 12.00, visita al SS. Sacramento e adorazione personale;
- ore 12.00, Ora sesta e Angelus;
- ore 15.30 - 17.30, adorazione personale;
- ore 17.30, Rosario eucaristico cantato;
- ore 18.00, santa Messa (prefestiva).

Domenica 20 febbraio
- ore 09.00, santa Messa;
- ore 11.30, santa Messa;
- ore 17.30, santa Messa.

Lunedì 21 febbraio
- ore 09.15, Lodi mattutine;
- ore 09.30, santa Messa;
- ore 10.00 - 12.00, visita al SS. Sacramento e adorazione personale;
- ore 12.00, Ora sesta e Angelus;
- ore 15.30 - 17.30, adorazione personale;
- ore 17.30, Rosario eucaristico cantato;
- ore 18.00, Vespri e benedizione
.  
  

Redazione
19 febbraio 2022.  
  

 

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19/02/2022

Dialoghi. "Nella Repubblica Italiana capita anche questo"; di Giuseppe Castronovo

 

Intervento del dott. Giuseppe Castronovo.

Le recenti elezioni per il Quirinale hanno lasciato, nel confermare nell'incarico il Presidente uscente Sergio Mattarella, dell'amaro nell'attuale presidente del Consiglio Mario  Draghi. Questi, infatti, ha dichiarato agli "amici" che gli propongono un altro "posto" dopo avergli ha rifilato il pacco che un lavoro "se lo trova da solo". Nella nostra Repubblica capita anche questo.
Giuseppe Castronovo

"NELLA REPUBBLICA ITALIANA CAPITA ANCHE QUESTO"

Totò: Amici, ho l’impressione che le recenti elezioni per la carica di Presidente della Repubblica abbiano dato due risultati alquanto differenti fra loro.

Santo: In che senso?

Totò: il presidente uscente Sergio Mattarella, sebbene avesse già iniziato il trasloco verso la sua casa presa in affitto in Roma, risulta confermato e sistemato al Quirinale per altri 7 anni. Il presidente del Consiglio Mario Draghi si trova invece a cercar lavoro, e ai tanti politici “amici”, dopo il pacco che gli hanno rifilato in occasioni di queste elezioni e che ora lo candidano a questo e a quel posto, ha così risposto: “… un lavoro me lo trovo da solo”.

Nenè: Una vicenda che, per le modalità e il luogo in cui si è sviluppata e per i protagonisti che ha visto coinvolti, risulta alquanto insolita e curiosa.

Santo: Prof. Vezio quale insegnamento possiamo trarne?

Vezio: Per una persona che trova una sistemazione, ce n’è un’altra comunque che un lavoro, per sua stessa ammissione, se lo dovrà a breve cercare.

     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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17/02/2022

Chiesa. "Origini e significato delle Quarantore"; riflessione a cura della prof.ssa Graziella Vizzini

 

Quarantore
SS. Sacramento

L'origine di questa devozione che porta il titolo di “Oratio quadraginta horarum”, è incerta.
La prima testimonianza di tale pratica la troviamo tra i Battuti di Zara presso la chiesa di  San Silvestro, già prima del 1214, dove sorse pure la confraternita “In Coena Domini” delle Quarant'Ore.
L'uso di esporre il SS. Sacramento all'adorazione dei fedeli per quaranta ore continue al fine di propiziarsi l'intervento del Signore, specie in tempi di calamità e di guerre, avvenne per la prima volta nel 1527 presso la chiesa del Santo Sepolcro a Milano, per iniziativa dell'agostiniano Antonio Bellotti di Ravenna (1528), che istituì anche la scuola del Santo Sepolcro, legata a tale scopo, avviando l'uso di ripetere le Quarantore anche fuori della Settimana Santa, quattro volte all'anno.
In tale occasione, però, il SS. Sacramento non veniva esposto, poiché l'adorazione avveniva davanti al tabernacolo chiuso.
E' controverso chi abbia per primo incominciato ad esporre per l'occasione il Sacramento, tra speciale rilievo di luci e addobbi.
Sembra che la cosa sia incominciata a Milano, o nel 1534 per opera di Padre Bono da Cremona, barnabita, o nel 1537 per opera del cappuccino Padre Giuseppe da Fermo, al quale ad ogni modo va soprattutto il merito, oltre che di avere diffuso la pratica in altre importanti città italiane, di aver disposto che l'esposizione e l'adorazione del Sacramento passasse da una chiesa all'altra nella stessa città, in modo da creare un ciclo completo di adorazione durante tutto l'anno (Adorazione perpetua).
Il Papa Paolo III, mediante la richiesta del vicario generale di Milano fatta a nome del governatore e del popolo milanese, approvò questa pratica con breve apostolico del 28 agosto 1537 e assegnò le prime indulgenze.
I Cappuccini, a cui si unirono anche i Minoriti, furono ferventi propagatori dell'uso delle Quarantore; altrettanto zelo fu espresso anche dai Gesuiti, i quali diffusero quest'uso in tutta l'Europa e in Italia.
Il Papa Urbano VIII con l'enciclica “Aethernus rerum conditor” del 6 agosto del 1623, prescrisse a tutte le chiese del mondo la celebrazione delle Quarant'Ore. Nei secoli successivi vari papi si sono occupati di esse con vari documenti, vanno ricordati: “Instructio” di Paolo V nel 1606 e di Innocenzo XI nel 1681.
Per quanto riguarda la prassi, dall'indagine storica si rilevano due forme:
-1) un turno annuale ininterrotto d'adorazione di chiesa in chiesa, che si è affermata e mantenuta solo nelle grandi città per ragioni di disponibilità di chiese e fedeli;
- 2) la forma sporadica, legata solo ad alcuni momenti dell'anno, fatta spesso senza l'adorazione notturna, che è quella più diffusa e in uso ancora oggi in molte comunità parrocchiali.
Nel sec. XVII e XVIII questa seconda forma fu introdotta nei tre giorni precedenti il mercoledì delle Ceneri come funzione riparatrice da opporre alle intemperanze del carnevale, sostenuta e diffusa dai Gesuiti.
A Roma ebbe un grande fautore in san Filippo Neri.
Il papa Clemente VIII nel 1592, diede una prima regolamentazione, disponendo che con l'esposizione delle Quarantore, si creasse a Roma in tutto l'anno “una catena ininterrotta di preghiere... ad ogni ora del giorno e della notte”.
Finalmente Clemente XII, nel 1731, stabilì tutto il cerimoniale con cui si devono praticare le Quarantore con una istruzione che porta il nome di “Istructio Clementina”.
Le Quarantore previste dalla “Istructio Clementina” si devono praticare solo in quelle città che hanno molte chiese. La pratica, però, non tardò ad estendersi anche nei centri minori, almeno come esercizio annuale, specialmente dopo che nella città di Macerata nel 1556, due missionari gesuiti organizzarono l'esposizione delle Quarantore con particolare solennità per contrastare la messa in scena di un carnevale profano.
Questa iniziativa piacque anche al Papa, Leone XIII, che estese a tutte le chiese del mondo le indulgenze che alla pia pratica erano state concesse  nella città di Roma. Le Quarantore, ininterrotta esposizione del Sacramento, sono un tempo di grazia.
L'espansione incominciò non appena Paolo III ne approvò la “pia pratica”.
Le prime regioni in cui si organizzarono le Quarantore furono L'Emilia, le Marche, il Lazio. Poi si diffusero in Germania, nei Paesi Bassi, in Svizzera e in quasi tutta l'Europa.
Il II Concilio di Baltimora le introdusse negli Stati Uniti. Molti papi ne caldeggiarono la diffusione. Ai Barnabiti si unirono i Gesuiti. Il Concilio Vaticano II nell' “Eucharisticum misterium” dettò alcune norme per questa devozione.
Il beato Giovanni Paolo II nella “Lettera Dominici Cenae  del Giovedì Santo 1980” affermò: “L'animazione e l'approfondimento del culto eucaristico sono prova di quell'autentico rinnovamento che il Concilio si è posto come fine e ne sono il punto centrale. La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico. Gesù ci aspetta in questo Sacramento d'amore. Non risparmiamo il nostro tempo per andarlo ad incontrare nell'adorazione, nella contemplazione piena di fede. Non cessi mai la nostra adorazione!”.
Tra le manifestazioni del culto eucaristico, restano ancora attuali le Quarantore, una volta così diffuse e così solenni da costituire un tempo di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera e di penitenza, di comunione tra il clero e il popolo, tra ricchi e poveri, tra superiori e sudditi.
L'adorazione coinvolgeva tutte le categorie di persone che, giorno e notte, si avvicendavano in preghiera. Esse si richiamano in particolare alle 40 ore che Nostro Signore passò nel sepolcro e forse traggono la loro origine nell'adorazione che si faceva tra il Giovedì Santo e il Venerdì Santo davanti alla “Reposizione del Sacramento”, che appunto veniva erroneamente chiamata “Sepolcro”.
Le Quarantore nel nostro paese inizieranno quest'anno giorno 18 febbraio nella chiesa del Monte Carmelo, a seguire nella Chiesa San Rocco e infine nella Chiesa Madre fino al giorno 1 marzo 2022.
Approfittiamo di questo tempo di grazia per chiedere a Gesù Eucaristico solennemente esposto tutte le grazie che il nostro cuore desidera.
 
 

 

   

Prof. Graziella Vizzini
 

 

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17/02/2022

Salute. "Open day" vaccinale anti-Covid a Grotte; venerdi 18 febbraio al Presidio sanitario

 

Vaccinazione
Vaccinazione

Venerdì 18 febbraio, presso il Presidio Sanitario di Base (zona Confine) si terrà una "Open day" vaccinale; una giornata di vaccinazione, organizzata dall'ASP e dal Comune di Grotte, rivolta a tutti senza necessità di prenotazione.
Nel corso della mattina e del pomeriggio saranno somministrate ai richiedenti le dosi di vaccino, sia che si tratti di prima, di seconda o di terza dose.
"Tutti i cittadini che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale sono invitati a presentarsi presso i locali di via Confine - scrive il sindaco Alfonso Provvidenza -. Vi aspettiamo"
.  
  

Redazione
17 febbraio 2022.  
  

 

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16/02/2022

Politica. Decisione della Corte Costituzionale: no al referendum su "omicidio del consenziente"

 

Corte Costituzionale
Corte Costituzionale

La Corte costituzionale si è riunita ieri, martedì 15 febbraio, in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato "Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)".
In attesa del deposito della sentenza, che avverrà nei prossimi giorni, l’Ufficio Comunicazione e Stampa della Consulta ha rilasciato un comunicato nel quale fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, "non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".
"Questa per noi è una brutta notizia - ha dichiarato Marco Cappato, dell'associazione "Luca Coscioni" promotrice del referendum -. È una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia. Sull'eutanasia proseguiremo con altri strumenti, abbiamo altri strumenti. Come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio. Andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina".
"Hanno prevalso il «principio di indisponibilità della vita», la cui «estromissione dall'ordinamento determinerebbe un insanabile vuoto normativo», e «la mancanza di chiarezza del quesito, essendo imprevedibili e incerti gli effetti derivanti dalla parziale abrogazione proposta, in contrasto con la trasparenza che dovrebbe orientare la volontà dell'elettore", è il commento della presidente del "Comitato per il No all'omicidio del consenziente" Assuntina Morresi
.  
  

Redazione
16 febbraio 2022.  
  

 

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14/02/2022

Volontariato. Sarà in presenza, il 26 febbraio, l'Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte

 

Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte
AVIS di Grotte

Novità sull'annuale Assemblea dei soci dell'Avis comunale di Grotte.

Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte

Il presidente Pietro Zucchetto ha diramato una comunicazione, successivamente alla convocazione dell'Assemblea, con la quale informa i soci di due varianti:
- l'inizio della seconda convocazione è fissato per le ore 16.00 di sabato 26 febbraio;
- l'Assemblea si terrà in presenza, ne locali della
sede sociale (Via Francesco Ingrao n° 92/94, Grotte).
Rimane invariato il previsto Ordine del giorno
. 
 

Redazione
14 febbraio 2022.
  


 

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14/02/2022

Chiesa. Parrocchia San Rocco: avvisi e appuntamenti della settimana

 

Chiesa San Rocco
Chiesa di San Rocco

Pubblichiamo il programma delle attività che si svolgeranno nel corso della settimana presso la parrocchia San Rocco in Grotte.

Lunedi 14 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione eucaristica.

Martedi 15 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione eucaristica.

Mercoledi 16 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione eucaristica.

Giovedi 17 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione eucaristica.

Venerdi 18 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa, Ora media, Coroncina e Benedizione eucaristica.

Sabato 19 febbraio
- ore 17.00, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 17.30, Vespri, santa Messa.

Domenica 20 febbraio
- ore 09.30, Confessioni e Rosario mariano;
- ore 10.00, santa Messa
.  
  

Redazione
14 febbraio 2022.  
  

 

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13/02/2022

Riconoscimenti. L'arcivescovo Damiano nomina l'avv. Maria Spalanca nel CdA dell'Istituto Diocesano Sostentamento Clero

 

Avv. Maria Spalanca
Avv. Maria Spalanca

Un prestigioso riconoscimento per l'avv. Maria Spalanca: l'Arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, l'ha nominata componente del Consiglio d'Amministrazione dell'IDSC (Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero).
Con il decreto del 7 febbraio 2022, il Presule agrigentino ha nominato i nuovi membri del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei revisori dei conti dell’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero (IDSC).
Il nuovo Consiglio di Amministrazione risula formato da:
- dott. Guarasci Francesco, presidente e legale rappresentante dell’Ente;
- don Calogero Putrone, vice presidente;
- don Luigi Giacchetto, consigliere (eletto dal Consiglio presbiterale);
- don Liborio Lauricella Ninotta, consigliere (eletto dal Consiglio presbiterale);
- avv. Maria Spalanca, consigliere;
- geom. Calogero Vella, consigliere;
- geom. Calogero Vinti, consigliere.
Il nuovo Collegio dei Revisori dei conti è composto da:
- dott. Giuseppe Antonio Lentini, presidente;
- rag. Leonardo Vento, revisore;
- don Lillo Maria Argento, revisore (eletto dal Consiglio presbiterale).
Nell’augurare buon lavoro al nuovo Consiglio, l’Arcivescovo ha ringraziato don Giuseppe Calandra, il dott. Pietro Cerchia e i consiglieri uscenti per il servizio reso negli ultimi anni a favore della Chiesa agrigentina.
"Per me inizia una nuova esperienza umana e professionale" è la breve dichiarazione dell'avv. Spalanca.
L’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero è un ente a cui spetta di provvedere
ad integrare le remunerazioni ai sacerdoti che svolgono servizi pastorali presso la propria diocesi affiancandoli con funzioni assistenziali e previdenziali integrative e autonome.
È costituito dal Vescovo diocesano in attuazione dell’art. 21 delle norme sugli enti e sui beni ecclesiastici approvate dalla Santa Sede e dal Governo italiano con protocollo del 15 novembre 1984; è persona giuridica canonica pubblica.
Il fine dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero è di provvedere all’integrazione della remunerazione spettante al clero, che svolge servizio a favore della Diocesi, per il suo congruo e dignitoso sostentamento, con l’amministrazione del patrimonio immobiliare derivato dai benefici parrocchiali. Svolge anche funzioni assistenziali e previdenziali integrative e autonome per il clero. Tutti i beni appartenenti all’Istituto costituiscono il suo patrimonio stabile. Esso può accrescersi anche con donazioni o lasciti di beni mobili ed immobili.
Ogni IDSC fa riferimento ed è controllato dall'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) che ha sede in Roma.
L'integrazione economica apportata dagli Istituti Diocesani all' ICSC va a sommarsi alle quote provenienti da ogni singola parrocchia stabilite tramite il numero degli abitanti e alla quota del gettito dei cittadini destinato alla Chiesa Cattolica tramite l'8 per mille oltre alle offerte (deducibili) dei fedeli indirizzate direttamente all'ICSC (offerte liberali). Ogni IDSC su indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della propria Curia computa le remunerazioni dei sacerdoti in funzione della loro età, dei loro incarichi e mansioni specifiche
.  
  

Redazione
13 febbraio 2022.  
  

 

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13/02/2022

Letture Sponsali. "Accogliere la fragilità dell'altro"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Le Beatitudini del Vangelo ci descrivono la strada per ricevere la salvezza. La sequela del Signore nel matrimonio è il luogo dove possiamo sperimentare la "contraddizione" di uno stato di gioia in un percorso non certo sempre semplice, ma fatto anche di piccole e grandi fatiche e talvolta anche croci.
La nostra vocazione difatti, non meno delle altre, vive momenti di povertà e aridità, di lacrime, di stanchezza, di sconforto, di ingiustizia e persecuzione.
Dove sta la beatitudine di cui parla Gesù? Chi di noi non si è trovato in una condizione di nonsenso e confusione dove la strada diventa in salita? Chi di noi non si sente o non si è sentito fragile? Come sentirsi beato nella fragilità?
È una domanda che è giusto porsi di fronte a questo discorso di Gesù.
Come si vive il paradiso in questa terra nonostante i tanti momenti difficili?
È qualcosa sicuramente complicato da spiegare, che si può capire sperimentando una relazione, una presenza che non ci abbandona, che ci conosce e ci accompagna. È sentire nel profondo del cuore che nel percorso in salita Lui è sempre lì ed è sempre nonostante tutto il nostro Dio fedele.
È avere la certezza che "colui che ha iniziato questa opera buona la porterà a compimento", "che tutto coopera al bene per coloro che amano Dio".
È in definitiva sperimentare nella nostra debolezza e povertà la Sua presenza da cui riceviamo tutto! Ed allora il "peso diventa leggero", il "giogo dolce" e l'Amore si purifica al fuoco della Sua presenza per preparaci ad accogliere la fragilità dell'altro.
Rosalinda & Francesco

 
Redazione
13 febbraio 2022.
  

 

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12/02/2022

Politica. On. Decio Terrana (UDC): "No al modello Draghi in Sicilia"

 

Decio Terrana
Decio Terrana

"No al modello Draghi in Sicilia, UDC polo di un Centrodestra forte e coeso. Lagalla sindaco ideale per Palermo 2022". Il Coordinatore regionale dell'UDC Sicilia, Decio Terrana, responsabile nazionale per gli Enti Locali del partito, sgombrando il campo da equivoci, illustra le linee guida ed il programma politico del movimento centrista in vista delle amministrative che si terranno a Palermo nel 2022.
"Noi restiamo serenamente coerenti e fedeli ai principi che hanno contraddistinto il nostro percorso, animati ed ispirati da una concezione politica tangibile, trasposta concretamente nel lavoro quotidiano che gli esponenti del partito svolgono al servizio del territorio. L'UDC permane inconfutabilmente un polo di riferimento della coalizione di centrodestra, su scala nazionale, in Sicilia ed a Palermo. Non giochiamo su più tavoli, siamo aperti al dialogo ed al confronto per indole, poiché l'unico obiettivo da perseguire è il bene della collettività. Tuttavia, la posizione dell'UDC in vista della prossima tornata elettorale a Palermo è molto chiara: non vi sarà nessuna alleanza con quei partiti del centrosinistra che sono stati artefici, con una gestione incurante e malsana, dello sfacelo che ha ridotto al collasso il capoluogo siciliano. Un disastro politico, infrastrutturale ed economico, che ha generato un degrado trasversale e scenari incresciosi, con inevitabili ripercussioni di carattere sociale e relativo impoverimento della qualità della vita per i cittadini palermitani".
"Non vi sarà nessun modello Draghi in Sicilia e verso Palermo 2022 - dichiara Terrana -. Stimo molto il Presidente del Consiglio, profilo competente, autorevole e qualificato, ma è innegabile che il commissariamento del Governo nazionale è stato un fallimento di tutta la politica. Chi è stato designato per adempiere al proprio dovere istituzionale, grazie alle preferenze degli elettori, avrebbe dovuto mettere da parte ogni personalismo e bieca logica partitica, spendendosi al fine di trovare un punto di convergenza virtuoso per il bene del Paese. In Sicilia la coalizione di centrodestra è forte, radicata e compatta: UDC, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega, Diventerà Bellissima, MPA e Cantiere Popolare. Roberto Lagalla, esponente di spessore e prestigio sul piano etico, politico e accademico, sarà il nostro candidato Sindaco per la Palermo del 2022. La mia formazione politica è figlia della dottrina di Don Luigi Sturzo e del pensiero di De Gasperi, al centro di tutto c'è l'uomo e i suoi bisogni, la famiglia, il lavoro. Non amo gli esponenti autoreferenziali e prevaricatori, la classe politica è contaminata da troppi soggetti tendenti al protagonismo, portatori di interessi personali ed intenti a nutrire il proprio ego nei salotti televisivi, anziché curarsi di istanze dei cittadini e delle impellenze del territorio. Urgono visione, buon senso e predisposizione al confronto costruttivo, per incentivare sviluppo, occupazione, funzionalità dei servizi pubblici, valorizzazione delle risorse umane e territoriali. Ricreare vita e prospettiva nei comuni dell'entroterra e riqualificare le periferie, smettere di cavalcare logiche populiste e gettare fumo negli occhi alla gente con proclami privi di sostanza. Chiediamoci perché i giovani siciliani sono costretti ad andare a sviluppare attitudini e talento lontani dalla propria terra d'origine, cerchiamo di dare risposte oneste ed autocritiche al quesito, lavoriamo insieme per invertire il trend. La crescita di adesioni e consensi, costante ed esponenziale, registrata dall'UDC in Sicilia - conclude il Coordinatore dell'UDC in Sicilia - ci conferma che siamo sulla strada giusta. I siciliani condividono i principi moderati, liberali e democratici alla base del nostro progetto"
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Redazione
12 febbraio 2022.  
  

 

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12/02/2022

Iniziative. Visita gratuita al Sarcofago di Ippolito e Fedra, per la Giornata Internazionale della Guida Turistica

 


Locandina

Ricorrerà il prossimo 21 febbraio la Giornata internazionale della Guida Turistica - edizione 2022, istituita a partire dal 1990 dalla WFTGA (World Federation of Tourist Guide Associations) e promossa in Italia da ANGT (Associazione Nazionale Guide Turistiche).
Da 32 anni l'iniziativa ha come obiettivo principale quello di valorizzare la professionalità delle guide turistiche, quotidianamente impegnate a presentare a visitatori di tutto il mondo il ricco patrimonio del territorio italiano.
Le guide dell’Associazione guide turistiche Città di Agrigento celebreranno la ricorrenza offrendo la visita guidata gratuita di uno dei gioielli più preziosi della Sicilia di epoca romana imperiale. Il 19 febbraio 2022 dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00 verrà illustrato il Sarcofago di Ippolito e Fedra, custodito presso la Cattedrale di Agrigento e citato dai viaggiatori del Grand Tour, tra cui Wolfang Goethe. I partecipanti saranno divisi in gruppetti di massimo 10 persone e la visita durerà 30 minuti circa.
Non serve la prenotazione e si seguirà l’ordine di arrivo. Necessario green pass rafforzato o certificazione esenzione e mascherina FFP2.
Il costo ingresso di 4 euro non è incluso ed è a carico dei partecipanti. Gratis per minorenni e residenti ad Agrigento e provincia. I biglietti d’ingresso sono in vendita e acquistabili sul posto.
"Senza la disponibilità di Padre Giuseppe Pontillo, Direttore ufficio Beni Culturali ed edilizia di culto della diocesi di Agrigento, della dott.ssa Domenica Brancato, Direttrice del Mudia di Agrigento e della dott.ssa Alice Natalello, responsabile di Anthos Srl, l’evento non sarebbe possibile - dichiarano dall'Associazione guide turistiche Città di Agrigento -. Per l’occasione la Cattedrale sarà aperta anche il sabato pomeriggio 19 febbraio e il costo dell’ingresso sarà di euro 4 anziché 6. Pertanto li ringraziamo moltissimo per sostenere la nostra iniziativa e per l’ospitalità"
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Redazione
12 febbraio 2022.  
  

 

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10/02/2022

Televisione. "Stringetevi tutti attorno a noi, altrimenti 'Studio 98' chiude"; appello di Nicolò Giangreco

 

Studio 98
Studio 98

Entro marzo 2022 numerose emittenti locali rischiano di dover spegnere i segnali di trasmissione. Non è una previsione apocalittica ma la tragica conseguenza del "switch-off" che incombe sulle televisioni locali italiane. Compresa "Studio 98" che da sempre si occupa di informazione con un riguardo particolare ai centri di Racalmuto, Grotte ed Agrigento.
"Ora più che mai, vi chiediamo di starci vicini, stringerci con noi in questa battaglia perché è in atto, da anni ormai, una operazione di oscuramento nei confronti delle medio-piccole Tv - scrive in un accorato appello il giornalista Nicolò Giangreco, "anima" di Studio 98 -. Vogliono eliminarci con metodi e mezzi non degni di un sistema democratico a difesa dei lavoro. Il nostro paese ancora una volta si dimostra anti-costituzionale rispetto a quelli che dovrebbero essere i veri principi di tutela della classe lavoratrice".
Pur essendosi piazzata favorevolmente ne
lla graduatoria di emittenti concessionarie nel nuovo digitale con tecnologia T2 che sfrutta il 5G, ed avendo potenzialmente la possibilità di continuare a trasmettere nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo, Enna, Trapani e Ragusa, l'emittente di Racalmuto deve fare i conti con un problema al momento insormontabile: corrispondere alla Rai, per il veicolamento del segnale, un canone annuo di circa 70mila euro; una cifra fuori portata per l'emittente, come per altre 60 TV storiche siciliane, che entro marzo dovranno chiudere i battenti.
Lo soluzione immediata, anche se temporanea, è rappresentata da un emendamento da inserire nel decreto Milleproroghe in discussione alla Camera dei Deputati che rinvierebbe lo "switch-off" al 31 dicembre 202, consentendo alle Tv di organizzarsi per trovare una soluzione o per valutare l’opportunità di mettere al bando nuove frequenze.
Intanto ci uniamo all'appello del collega Giangreco, affinché venga scongiurato l’oscuramento di emittenti che da anni garantiscono la pluralità d’informazione legata storicamente all’emittenza locale a supporto di quella nazionale
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Redazione
10 febbraio 2022.  
  

 

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10/02/2022

Editoria. Antonino Causi e la sua silloge "Ogni uomo ha la sua isola" sulla rivista "Il Convivio"

 

Il Convivio
Copertina

"Il Convivio", rivista trimestrale di poesia, arte e cultura, periodico della omonima Accademia Internazionale con sede a Castiglione di Sicilia (CT), ha dedicato un lungo articolo al poeta Antonino Causi.
Nella pubblicazione n° 87 (Anno XXII numero 4) di ottobre-dicembre 2021, a pagina 102 spicca il titolo: "Grotte (AG) - Presentazione della silloge poetica di Antonino Causi 'Ogni uomo ha la sua isola' (Il Convivio Editore)".
Segue la descrizione - corredata da foto - della partecipata manifestazione "Caffè letterario - Incontro con l'autore" che si è svolta il 19 agosto 2021 a Grotte, nel giardino della Torre del Palo. Nelle due immagini a lato, la copertina della rivista e l'articolo
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Redazione
10 febbraio 2022.  
  

Il Convivio
Articolo

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09/02/2022

Tecnologia. In arrivo SMS truffa che sembrano di Poste Italiane; come difendersi

 

SMS truffa
SMS truffa

Un breve segnale acustico del cellulare indica l'arrivo di un messaggio. Attiviamo lo schermo e ci accorgiamo della notifica di un SMS in entrata. Apriamo l'SMS e leggiamo: "Posteinfo Attenzione! per motivi di sicurezza, la invitiamo a consultare il seguente link: ..."; segue l'indicazione di un collegamento ipertestuale.
Nella giornata di ieri, venerdi 8 febbraio 2022, alla nostra redazione ne sono pervenuti 4. Identico il testo e il link (vedi immagine a lato), diversi i numeri telefonici di provenienza.
Nessuna difficoltà nel riconoscere il tentativo di truffa che di recente ha colpito numerosi utenti. Come già accaduto in passato, a essere presa di mira è Poste Italiane. Lo scopo della della truffa è quello di ottenere i dati di accesso per sottrarre denaro dal conto.
Il messaggio, molto generico, invita la vittima a cliccare sul link malevolo, dal quale viene reindirizzata su un sito web falso (ma identico a quello di Poste Italiane), nel quale verrà richiesto di accedere con username, password, e l'inserimento del numero di telefono e della carta di credito. Al passo successivo verrà richiesto il codice OTP (One Time Password) ricevuto sul telefono. A quel punto il gioco è fatto: il malintenzionato potrà operare sul conto della vittima, prelevando il denaro disponibile.

Poste Italiane (così come gli istituti bancari) avverte i clienti che
non chiederà mai di fornire telefonicamente, attraverso email, SMS o social network i seguenti dati: password, dati delle carte di credito, codici OTP, PIN, credenziali, chiavi d’accesso o altri codici strettamente personali.
Per evitare di cadere in questi tentativi di truffa, Poste Italiane diffonde alcune raccomandazioni importanti da seguire, che valgono contro ogni tipo di phishing:
- non rispondere mai ai messaggi di testo, alle mail di persone che non si conoscono, e non cliccare sui link;
- entrare sul sito di Poste Italiane digitandone direttamente l’indirizzo sul browser;
- non consegnare il proprio numeri di telefono sui social o altri canali per ridurre il rischio che sia usato per questo tipo di truffe;
- in generale tutte le banche e Poste Italiane non chiederanno mai i dati di accesso, né contattano via email o SMS chiedendo di compiere azioni di questo tipo;
- né i corrieri, né i negozi online mandano link via SMS dove scrivere le proprie credenziali; inviano solo SMS con il tracciamento del pacco:
- non installare app da SMS o ricevute via mail; tutte le app devono provenire dall’app store ufficiale;
- aggiornare sempre il sistema operativo del telefono;
- bisogna avere un po’ di buon senso e cautela e in questo modo si possono evitare molte frodi e truffe
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Carmelo Arnone
9 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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08/02/2022

Editoria. Pubblicato "Pomodamore - Donne, amori, galantuomini e rivoluzionari di Sicilia"; di Rodolfo Costanza

 

Pomodamore
Pomodamore

Rodolfo Costanza
Rodolfo Costanza

Lo scorso 1 febbraio 2022 è stata data alle stampe l'ultima opera di Rodolfo Costanza, un romanzo dal titolo "Pomodamore", sottotitolo "Donne, amori, galantuomini e rivoluzionari di Sicilia", edito da "LFA Publisher".

Pomodamore
(Copertina)

Un romanzo ambientato a Gibilgrotte, piccolo paese dell'entroterra agrigentino, che molti lettori non faticheranno ad individuare per la descrizione dei luoghi, delle circostanze, dei modi di dire. All'ombra dell’epopea degli zolfatari e delle lotte rivoluzionarie della metà dell'800, le trame politico-mafiose locali coinvolgono e stravolgono la vita dei protagonisti. Da fatti realmente accaduti, l'Autore tesse con perizia e pazienza una storia credibile e storicamente sostenibile. Tra le pagine del romanzo ci si lascia trascinare dalle travagliate vicende dei protagonisti, a cominciare da Francesca il cui amore per il marito, assassinato, la porterà a ricercare pervicacemente la verità e il colpevole. Nel dipanarsi del racconto si scorge un certa "vena sciasciana": gli omicidi mirati, la borghesia spregiudicata, il popolo piegato e omertoso, la mafia delle miniere.
È il 1845. Nel paese di Gibilgrotte un minatore, Salvatore Ticchiara, prende in affitto una miniera considerata esaurita, nella quale scopre un ricco filone di zolfo. Una banda di delinquenti comincia a minacciarlo per conto di un notabile del paese che vuole impossessarsi della miniera, pena l’uccisione dei suoi figli. Salvatore, che con sua moglie Francesca non cede al ricatto, è ucciso nottetempo in un agguato.
Mentre nel gennaio 1848 la Sicilia e l’Europa sono in fiamme per le rivolte contro i governi monarchici, a Gibilgrotte Guglielmo Conversano si mette a capo di un gruppo di giovani per favorire il cambiamento nel paese. Nel marzo dello stesso anno due gruppi rivali si affrontano in uno scontro a fuoco in piazza per assicurarsi il potere, compresa la miniera di Salvatore.
Intanto un ingegnere minerario, il francese Leone Loydet, anche lui interessato alla miniera, scopre l’artefice della morte di Salvatore; quando si accinge a rivelarne il nome al giudice circondariale viene assassinato nottetempo con due fucilate.
Dopo la rioccupazione, a maggio del 1849, della Sicilia da parte dell’esercito borbonico, il giovane intellettuale Guglielmo Conversano è costretto a fuggire da Gibilgrotte. Due anni dopo, a seguito di un’amnistia, torna in paese.
Nel giugno 1856 l’anziano don Calogero Ferrante, padrone di due miniere, si fidanza, per interessi, con una ricca e giovane orfana del paese, Cristina Marciano, la quale invece ama Guglielmo. La mattina prima delle nozze don Calogero viene ucciso; della morte è accusato Guglielmo. È lui il vero assassino di don Calogero?
Dopo vent’anni dalla rivoluzione siciliana del 1848 Alfonso Faina, che aveva assistito all’assassinio di Salvatore, prende la decisione di denunciare il mandante dell’omicidio al magistrato del circondario. Non fa in tempo a denunciarlo: viene trovato morto sotto un mandorlo con un frutto di ficodindia ficcato in bocca.
L’omicidio è veramente un delitto di mafia?
A Gibilgrotte intanto alcuni intellettuali preparano una rivolta contro i Savoia. Francesca, con l’aiuto dei tre capi della rivolta, scopre il mandante dell’omicidio di Salvatore e l’esecutore degli omicidi dell’ing. francese Leone Loydet e di Alfonso Faina; decide di vendicarsi e prepara un agguato al responsabile dei tre omicidi. Un pomeriggio lo attende in campagna con il fucile spianato. L’uomo, vistosi minacciato, è preso dal panico e confessa tutti i suoi misfatti.
Riuscirà la donna a vendicarsi e a uccidere il responsabile dei tre omicidi?
Intanto verso sera nella bettola di Francesca si riuniscono i rivoltosi, in attesa che arrivi un segnale da Palermo per insorgere contro i Savoia responsabili di migliaia di morti nell’Italia del sud e in Sicilia.
Riusciranno i rivoltosi nell’intento di liberarsi del regime dei Savoia?

Dopo tre anni Guglielmo Conversano e un gruppo di simpatizzanti, riunitisi ancora nella bettola di Francesca, tornano a inneggiare all’indipendenza e alla libertà dell‘isola, cantando una vecchia canzone che è un inno d’amore per la Sicilia e per le donne dell’Isola.
Il libro è in vendita presso Mondadori, Hoepli, Unilibro, e nei maggiori store online.

Rodolfo Costanza
(Rodolfo Costanza)

L'autore, Rodolfo Costanza, nato a Grotte, ha conseguito la Laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Genova. Ha insegnato per tredici anni Teorie e Filosofie del Nursing e Storia della Medicina con l’incarico di Professore a contratto nel Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". È stato per 17 anni Direttore didattico di Scuole per Infermieri della Regione Piemonte; per due anni responsabile del Settore Formazione-Aggiornamento dell’ASL di Vercelli. Ha pubblicato: "Storia di una professione figlia di un dio minore", Casa Editrice Coppo di Vercelli, 2007; "La questione infermieristica: prendersi cura o curare?", Editrice Ambrosiana (Gruppo Zanichelli), 2012. 
  
Carmelo Arnone
8 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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08/02/2022

Turismo. "La Sicilia tra fede, arte, natura e tradizioni popolari", conferenza online mercoledì 9 febbraio

 

Sant'Agata condotta al martirio
Sant'Agata

La Sicilia tra fede, arte, natura e tradizioni popolari” è il tema del corso di formazione online per accompagnatori e guide turistiche, organizzato da Siciliatourleaders e BCsicilia, nell'ambito del quale mercoledì 9 febbraio 2022 alle ore 17.00 si terrà una conferenza online dal titolo “Una lettura storica e archeologica della devozione agatina”.
Dopo la presentazione a cura del dott. Giancarlo Sotera (Presidente Siciliatourleaders) e del dott. Alfonso Lo Cascio (Presidente regionale BCsicilia), è prevista la relazione della dott.ssa Maria Teresa Di Blasi (Storica dell’Arte e Presidente della Sede BCsicilia di Catania).
Nei secoli la figura della Santa patrona di Catania, Agata, si è ammantata di storie e di leggende che, spesso, hanno offuscato la realtà storica del suo sacrificio in nome di Cristo. Da alcuni anni, però, eminenti studiosi di storia locale, archeologi, teologi e storici dell’arte, hanno voluto ricostruire, anche grazie alle nuove tecnologie, il periodo storico in cui visse Agata. Il risultato è che gli studi su Catania romana e cristiana hanno messo in luce una realtà di grandissimo interesse. Il capoluogo etneo è stato, grazie ai suoi martiri, uno dei centri del cristianesimo più importanti del Mediterraneo. Nell'incontro verranno ripercorse le tappe della storia e dei monumenti del periodo in cui vissero sant’Agata e i martiri catanesi. Per informazioni e prenotazioni inviare una mail a info@siciliatourleaders.com oppure telefonare al numero 349.8169505.
Nella foto a lato, il dipinto olio su tavola “S. Agata condotta al martirio” del 1588, opera di Bernardino Nigro
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Redazione
8 febbraio 2022.  
  

 

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06/02/2022

Politica. On. Decio Terrana (UDC): "Incontro tra DC storica e UDC per la costruzione di un centro moderno"

 

Decio Terrana
Decio Terrana

Sabina Scaravaggi, portavoce nazionale della DC storica, trova l'intesa con l'UDC e scende in campo per le prossime Regionali in Sicilia.
Due incontri importanti, a Messina e Catania, tra i vertici della DC storica e dell'UDC Italia guidata in Sicilia dall'on. Decio Terrana. Per la DC erano presenti Sabina Scaravaggi, portavoce nazionale e vice segretario vicario organizzativo nazionale, e Giuseppe Soraci, segretario vicario organizzativo regionale.
È stato aperto un dialogo per la candidatura alle regionali della Portavoce nazionale della formazione politica DC facente capo a Franco De Simoni. Il dialogo tra le due formazioni politiche, DC e UDC, in un clima di intesa e di comunione di intenti su indicazione del Segretario nazionale UDC, on. Lorenzo Cesa, è finalizzato alla costituzione di un nuovo centro forte con la candidatura alle prossime regionali di Sabina Scaravaggi.
Ad annunciare la discesa in campo, la stessa Scaravaggi, dirigente nazionale della formazione politica DC, componente del direttivo eletto nel XIX Congresso del 12 settembre 2020, seguendo le indicazioni della sentenza 25999 del 2010 della Suprema Corte di Cassazione che riconosce solo agli iscritti del '93 l'uso del logo e della dicitura "Democrazia Cristiana".
Raggiunta l'intesa con l'UDC Italia, la portavoce nazionale della DC storica sarà candidata nella provincia di Messina.
"Diventa un momento importante aver incontrato i vertici della Dc storica in un clima di costruzione di un centro moderno che ha come obiettivo principe difendere i valori che mettono al centro l’uomo, i suoi bisogni e la famiglia", dichiara a bilancio dell’incontro l’onorevole Decio Terrana
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Redazione
6 febbraio 2022.  
  

 

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06/02/2022

Comune. Inaugurato il campo di calcetto comunale di Grotte

 

Campo di calcetto comunale
Guarda il video

Il campo di calcetto comunale è stato inaugurato ieri a Grotte (guarda il video).
Una splendida mattinata di sole ha fatto da cornice, ieri sabato 5 febbraio 2022, all'inaugurazione del campo di calcetto comunale di Grotte.
La struttura sportiva, dopo i significativi lavori di ristrutturazione (dal manto in erba sintetica alle tribune, dalle porte agli spogliatoi), viene messa nuovamente a disposizione della cittadinanza.
Presenti alla cerimonia le Autorità civili, religiose e militari. La benedizione impartita da don Rosario Bellavia ha dato inizio all'inaugurazione, cui ha fatto seguito il taglio del nastro da parte del Sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, e del Presidente Onorario della Federazione Gioco Calcio Sicilia, Santino Lo Presti. Poi il Sindaco e l'Assessore allo Sport, Giuseppe Mancuso, hanno scoperto la targa commemorativa posta all'ingresso della struttura.
Il campo di calcetto, la cui gestione rimane affidata al Comune, potrà essere prenotato - quando le regole anti-Covid lo consentiranno - contattando il sig. Giuseppe La Mendola. La quota pro capite ammonta attualmente ad € 0,50 per i minori ed € 1.50 per gli adulti.
Al termine dell'inaugurazione
abbiamo raccolto dichiarazioni di Alfonso Provvidenza, Giuseppe Mancuso e Santino Lo Presti.
Pubblichiamo il video delle interviste - guarda il video - (riprese © a cura dell'Associazione Culturale "Punto Info")
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Carmelo Arnone
6 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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06/02/2022

Volontariato. Convocata l'Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte

 

Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte
AVIS di Grotte

Manca l'ultimo passo per l'inaugurazione della sede dell'AVIS Comunale di Grotte: l'autorizzazione da parte del DASOE (Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) della Regione Sicilia. Al rilascio dell'autorizzazione si potrà iniziare a pieno regime l'attività di prelievo di sangue in sede. Intanto si avvicina un annuale appuntamento con tutti i soci: l'Assemblea.

Assemblea Ordinaria dei soci dell'AVIS Comunale di Grotte

Il presidente Pietro Zucchetto ha convocato l'Assemblea Ordinaria dei soci (in 1^ convocazione venerdi 25 febbraio alle ore 20.00, in 2^ convocazione sabato 26 febbraio alle ore 09.30) in modalità videoconferenza sulla piattaforma Google Meet (clicca qui per accedere)
L'Assemblea discuterà il seguente ordine del giorno:
1) Apertura dei lavori;
2) Costituzione ufficio di Presidenza e nomina Questori di sala;
3) Relazione della Commissione Verifica Poteri;
4) Esposizione della relazione associativa del Consiglio Direttivo;
5) Esposizione della relazione amministrativa del Revisore dei Conti;
6) Esposizione del Bilancio Consuntivo 2021;
7) Esposizione del Bilancio Preventivo 2022;
8) Esposizione della relazione del Direttore Sanitario;
9) Dibattito sulla relazione associativa e sui bilanci consuntivo 2021 e preventivo 2022;
10) Approvazione relazione associativa del Consiglio Direttivo, del Bilancio consuntivo 2021 e ratifica Bilancio preventivo 2022;
11) Nomina dei delegati all’Assemblea Provinciale Avis ed eventuali candidati delegati per le Assemblee Regionale e Nazionale AVIS.
La relazione associativa del Consiglio Direttivo, il Bilancio Consuntivo 2021 e il Bilancio Preventivo 2022 sono depositati e consultabili presso i locali della sede sociale (Via Francesco Ingrao n° 92/94, Grotte)
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Carmelo Arnone
6 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  


 

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06/02/2022

Letture Sponsali. "Lasciare tutto ciò che è superfluo in questa vita"

 

Amore Sponsale
Nozze di Giuseppe e Maria

Le "Letture Sponsali" sono uno strumento sperimentale che offre gratuitamente una prospettiva sponsale alle letture della liturgia domenicale. Sono curate dal gruppo "Amore è..." (vedi il sito ufficiale), attivo dal 2006 nella diocesi di Palermo, per favorire un momento di riflessione all'interno delle coppie e nelle comunità ecclesiali. Le letture sono commentate da fidanzati e sposi (tra cui i grottesi Vera e Francesco).

*****

Lasciarono tutto e lo seguirono.
Cari amici, le letture di oggi ci fanno riflettere sul senso della nostra fede. "a meno che non abbiate creduto invano"; "lasciarono tutto e lo seguirono".
Gesù ci invita dunque a lasciare tutto ciò che è superfluo in questa vita (denaro, potere, successo, proprietà e beni materiale) e seguirlo.
Questo vuol dire di non dannarci l’anima per raggiungere queste cose, ma pensare a qualcosa di più importante che è la grazia di Dio.
A questo dobbiamo mirare e pensare tutti noi per essere veramente in gloria di Dio e quindi essere davvero felici.
Annunciamo questa verità a tutti i nostri fratelli come se fossimo pescatori di anime.
A meno che non abbiamo creduto invano.
Aline e Christian

 
Redazione
6 febbraio 2022.
  

 

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04/02/2022

Afghanistan. "Anime senza voce; il giusto peso ad ogni cosa"; di Innocenzo Infantino

 

Kandahar
Kandahar

Innocenzo Infantino
Innocenzo Infantino

Il commento che riporto mi ha trafitto il cuore; viene direttamente dall'Afghanistan ed è di Giammarco Sicuro, un giornalista italiano, inviato speciale RAI. Anime senza voce, a cui bisognerebbe dare una voce.

Kandahar
(Carcere di Kandahar, gennaio 2022)

"Mentre mi trovavo nel carcere, un furgoncino ha portato all'interno dell'istituto un gruppo di bambini. Erano in condizioni penose e piangevano disperati. Le mani sporche all'inverosimile, i vestiti laceri e addosso gli oggetti utili per i lavori che stavano svolgendo. Mi hanno spiegato che si tratta di bambini di strada che vengono prelevati e portati in prigione dai talebani. Le guardie mi hanno assicurato che si tratta solo di controlli necessari all'identificazione e alla restituzione alle rispettive famiglie. A ogni modo, mi ha colpito e preoccupato molto vederli dentro un istituto penitenziario" (Giammarco Sicuro).

Queste sono quelle situazioni di cui si ci dovrebbe indignare e vergognare nel 2022. Rappresentano sberle a freddo in grado di scuotere qualsiasi esistenza umana. Altro che indignarsi e fare le battaglie di Pirro per una performance di Achille Lauro. Cerchiamo di essere più analitici sui tempi che stiamo vivendo, dando ad ogni cosa il giusto peso che merita
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Innocenzo Infantino
4 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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04/02/2022

Politica. "La dignità come pietra angolare del nostro impegno"; messaggio del Presidente della Repubblica

 

Giuramento del Presidente della Repubblica
On. Mattarella

Pubblichiamo il testo del messaggio del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella, al Parlamento nel giorno del giuramento.

Roma, 03/02/2022

"Signori Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica,
Signori parlamentari e delegati regionali,
il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni hanno preso la loro decisione.
È per me una nuova chiamata - inattesa - alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi.
Ritorno dunque di fronte a questa Assemblea, nel luogo più alto della rappresentanza democratica, dove la volontà popolare trova la sua massima espressione.
Vi ringrazio per la fiducia che mi avete manifestato chiamandomi per la seconda volta a rappresentare l’unità della Repubblica.
Adempirò al mio dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, cui ho appena rinnovato il giuramento di fedeltà, e a cui ho cercato di attenermi in ogni momento nei sette anni trascorsi.
La lettera e lo spirito della nostra Carta continueranno a essere il punto di riferimento della mia azione.
Il mio pensiero, in questo momento, è rivolto a tutte le italiane e a tutti gli italiani: di ogni età, di ogni Regione, di ogni condizione sociale, di ogni orientamento politico. E, in particolare, a quelli più in sofferenza, che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte al loro disagio.
Queste attese sarebbero state fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di gravi difficoltà.
Leggo questa consapevolezza nel voto del Parlamento che ha concluso i giorni travagliati della scorsa settimana.
Travagliati per tutti, anche per me.
È questa stessa consapevolezza la ragione del mio sì e sarà al centro del mio impegno di Presidente della nostra Repubblica nell’assolvimento di questo nuovo mandato.
Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l’esito della votazione, ho parlato delle urgenze - sanitaria, economica, sociale - che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze.
La lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi, ma non ci sono consentite disattenzioni.
È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che proteggono noi stessi e gli altri.
Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro.
L’Italia è un grande Paese.
Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno permesso di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese.
Nuove difficoltà si presentano. Le famiglie e le imprese dovranno fare i conti con gli aumenti del prezzo dell’energia. Preoccupa la scarsità e l’aumento del prezzo di alcuni beni di importanza fondamentale per i settori produttivi.
Viviamo una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea.
L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale.
La stabilità di cui si avverte l’esigenza è, quindi, fatta di dinamismo, di lavoro, di sforzo comune.
I tempi duri che siamo stati costretti a vivere ci hanno lasciato una lezione: dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per prevenire futuri possibili pericoli globali, per gestirne le conseguenze, per mettere in sicurezza i nostri concittadini.
L’impresa alla quale si sta ponendo mano richiede il concorso di ciascuno.
Forze politiche e sociali, istituzioni locali e centrali, imprese e sindacati, amministrazione pubblica e libere professioni, giovani e anziani, città e zone interne, comunità insulari e montane. Vi siamo tutti chiamati.
L’esempio ci è stato offerto da medici, operatori sanitari, volontari, da chi ha garantito i servizi essenziali nei momenti più critici, dai sindaci, dalle Forze Armate e dalle Forze dell’ordine, impegnate a sostenere la campagna vaccinale: a tutti va riaffermata la nostra riconoscenza.
Questo è l’orizzonte che abbiamo davanti.
Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza.
È ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte la nostra Patria, ben oltre le difficoltà del momento.
Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano.
Un Paese che cresca in unità.
In cui le disuguaglianze - territoriali e sociali - che attraversano le nostre comunità vengano meno.
Un’Italia che offra ai suoi giovani percorsi di vita nello studio e nel lavoro per garantire la coesione del nostro popolo.
Un’Italia che sappia superare il declino demografico a cui l’Europa sembra condannata.
Un’Italia che tragga vantaggio dalla valorizzazione delle sue bellezze, offrendo il proprio modello di vita a quanti, nel mondo, guardano ad essa con ammirazione.
Un’Italia impegnata nella difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole delle responsabilità nei confronti delle future generazioni.
Una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni libere e democratiche.
Rafforzare l’Italia significa, anche, metterla in grado di orientare il processo per rilanciare l’Europa, affinché questa divenga più efficiente e giusta; rendendo stabile e strutturale la svolta che è stata compiuta nei giorni più impegnativi della pandemia.
L’apporto dell’Italia non può mancare: servono idee, proposte, coerenza negli impegni assunti.
La Conferenza sul futuro dell’Europa non può risolversi in un grigio passaggio privo di visione storica ma deve essere l’occasione per definire, con coraggio, una Unione protagonista nella comunità internazionale.
In aderenza alle scelte della nostra Costituzione, la Repubblica ha sempre perseguito una politica di pace. In essa, con ferma adesione ai principi che ispirano l’Organizzazione delle Nazioni Unite, il Trattato del Nord Atlantico, l’Unione Europea, abbiamo costantemente promosso il dialogo reciprocamente rispettoso fra le diverse parti affinché prevalessero i principi della cooperazione e della giustizia.
Da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace, concretizzato dall’integrazione europea e accresciuto dal venir meno della Guerra fredda.
Non possiamo accettare che ora, senza neppure il pretesto della competizione tra sistemi politici ed economici differenti, si alzi nuovamente il vento dello scontro; in un continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale.
Dobbiamo fare appello alle nostre risorse e a quelle dei Paesi alleati e amici affinché le esibizioni di forza lascino il posto al reciproco intendersi, affinché nessun popolo debba temere l’aggressione da parte dei suoi vicini.
I popoli dell’Unione Europea devono anche essere consapevoli che ad essi tocca un ruolo di sostegno ai processi di stabilizzazione e di pace nel martoriato panorama mediterraneo e medio-orientale. Non si può sfuggire alle sfide della storia e alle relative responsabilità.
Su tutti questi temi - all’interno e nella dimensione internazionale - è intensamente impegnato il Governo guidato dal Presidente Draghi; nato, con ampio sostegno parlamentare, nel pieno dell’emergenza e ora proiettato a superarla, ponendo le basi di una stagione nuova di crescita sostenibile del nostro Paese e dell’Europa. Al Governo esprimo un convinto ringraziamento e gli auguri di buon lavoro.
I grandi cambiamenti che stiamo vivendo a livello mondiale impongono soluzioni rapide, innovative, lungimiranti, che guardino alla complessità dei problemi e non soltanto agli interessi particolari.
Una riflessione si propone anche sul funzionamento della nostra democrazia, a tutti i livelli.
Proprio la velocità dei cambiamenti richiama, ancora una volta, al bisogno di costante inveramento della democrazia.
Un’autentica democrazia prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, discussione, partecipazione. L’esigenza di governare i cambiamenti sempre più rapidi richiede risposte tempestive. Tempestività che va comunque sorretta da quell’indispensabile approfondimento dei temi che consente puntualità di scelte.
Occorre evitare che i problemi trovino soluzione senza l’intervento delle istituzioni a tutela dell’interesse generale: questa eventualità si traduce sempre a vantaggio di chi è in condizioni di maggiore forza.
Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico.
Su un altro piano, i regimi autoritari o autocratici tentano ingannevolmente di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le cui decisioni, basate sul libero consenso e sul coinvolgimento sociale, sono, invece, più solide ed efficaci.
La sfida - che si presenta a livello mondiale - per la salvaguardia della democrazia riguarda tutti e anzitutto le istituzioni.
Dipenderà, in primo luogo, dalla forza del Parlamento, dalla elevata qualità della attività che vi si svolge, dai necessari adeguamenti procedurali.
Vanno tenute unite due esigenze irrinunziabili: rispetto dei percorsi di garanzia democratica e, insieme, tempestività delle decisioni.
Per questo è cruciale il ruolo del Parlamento, come luogo della partecipazione. Il luogo dove si costruisce il consenso attorno alle decisioni che si assumono. Il luogo dove la politica riconosce, valorizza e immette nelle istituzioni ciò che di vivo emerge dalla società civile.
Così come è decisivo il ruolo e lo spazio delle autonomie. Il pluralismo delle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione - come abbiamo visto nel corso dell’emergenza pandemica - rafforza la democrazia e la società.
Non compete a me indicare percorsi riformatori da seguire. Ma dobbiamo sapere che dalle risposte che saranno date a questi temi dipenderà la qualità della nostra democrazia.
Quel che appare comunque necessario - nell’indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento è che - particolarmente sugli atti fondamentali di governo del Paese - il Parlamento sia posto in condizione sempre di poterli esaminare e valutare con tempi adeguati. La forzata compressione dei tempi parlamentari rappresenta un rischio non certo minore di ingiustificate e dannose dilatazioni dei tempi.
Appare anche necessario un ricorso ordinato alle diverse fonti normative, rispettoso dei limiti posti dalla Costituzione.
La qualità stessa e il prestigio della rappresentanza dipendono, in misura non marginale, dalla capacità dei partiti di esprimere ciò che emerge nei diversi ambiti della vita economica e sociale, di favorire la partecipazione, di allenare al confronto.
I partiti sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che provengono dai cittadini e dalle forze sociali.
Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica.
Il Parlamento ha davanti a sé un compito di grande importanza perché, attraverso nuove regole, può favorire una stagione di partecipazione.
Anche sul piano etico e culturale è necessario - proprio nel momento della difficoltà - sollecitare questa passione che in tanti modi si esprime nella nostra comunità. Tutti i giovani in primo luogo, tutti, particolarmente loro, sentono sulle proprie spalle la responsabilità di prendere il futuro del Paese, portando nella politica e nelle istituzioni novità ed entusiasmo.
Rivolgo un saluto rispettoso alla Corte Costituzionale, presidio di garanzia dei principi della nostra Carta.
Nell’inviare un saluto alle nostre Magistrature - elemento fondamentale del sistema costituzionale e della vita della società - mi preme sottolineare che un profondo processo riformatore deve interessare anche il versante della giustizia.
Per troppo tempo è divenuta un terreno di scontro che ha sovente fatto perdere di vista gli interessi della collettività.
Nella salvaguardia dei principi, irrinunziabili, di autonomia e di indipendenza della Magistratura - uno dei cardini della nostra Costituzione - l’ordinamento giudiziario e il sistema di governo autonomo della Magistratura devono corrispondere alle pressanti esigenze di efficienza e di credibilità, come richiesto a buon titolo dai cittadini.
È indispensabile che le riforme annunciate giungano con immediatezza a compimento affinché il Consiglio Superiore della Magistratura possa svolgere appieno la funzione che gli è propria, valorizzando le indiscusse alte professionalità su cui la Magistratura può contare, superando logiche di appartenenza che, per dettato costituzionale, devono restare estranee all’Ordine giudiziario.
Occorre per questo che venga recuperato un profondo rigore.
In sede di Consiglio Superiore ho da tempo sottolineato che indipendenza e autonomia sono principi preziosi e basilari della Costituzione ma che il loro presidio risiede nella coscienza dei cittadini: questo sentimento è fortemente indebolito e va ritrovato con urgenza.
I cittadini devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia e l’Ordine giudiziario. Neppure devono avvertire timore per il rischio di decisioni arbitrarie o imprevedibili che, in contrasto con la certezza del diritto, incidono sulla vita delle persone.
Va sempre avvertita la grande delicatezza della necessaria responsabilità che la Repubblica affida ai magistrati.
La Magistratura e l’Avvocatura sono chiamate ad assicurare che il processo riformatore si realizzi, facendo recuperare appieno prestigio e credibilità alla funzione giustizia, allineandola agli standard europei.
Alle Forze Armate, sempre più strumento di pace, elemento significativo nella politica internazionale della Repubblica, alle Forze dell’ordine, garanzia di libertà nella sicurezza, esprimo il mio apprezzamento, unitamente al rinnovo del cordoglio per quanti hanno perduto la vita nell’assolvimento del loro dovere.
Nel salutare il Corpo Diplomatico accreditato, ringrazio per l’amicizia e la collaborazione espressa nei confronti del nostro Paese.
Ai numerosi nostri connazionali presenti nelle più diverse parti del globo va il mio saluto affettuoso, insieme al riconoscimento per il contributo che danno alla comprensione dell’identità italiana nel mondo.
A Papa Francesco, al cui magistero l’Italia guarda con grande rispetto, esprimo i sentimenti di riconoscenza del popolo italiano.
Un messaggio di amicizia invio alle numerose comunità straniere presenti in Italia: la loro affezione nei confronti del nostro Paese in cui hanno scelto di vivere e il loro apporto alla vita della nostra società sono preziosi.
L’Italia è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della cultura. Così nel resto del mondo guardano, fondatamente, verso di noi.
La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana.
Facciamo in modo che questo patrimonio di ingegno e di realizzazioni - da preservare e sostenere - divenga ancor più una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico. Risorsa importante particolarmente per quei giovani che vedono nelle università, nell’editoria, nelle arti, nel teatro, nella musica, nel cinema un approdo professionale in linea con le proprie aspirazioni.
Consentitemi di ricordare, per renderle omaggio, una grande protagonista del nostro cinema e del nostro Paese: Monica Vitti.
Sosteniamo una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura, come complesso dei valori e dei principi che fondano le ragioni del nostro stare insieme; scuola volta ad assicurare parità di condizioni e di opportunità.
Costruire un’Italia più moderna è il nostro compito.
Ma affinché la modernità sorregga la qualità della vita e un modello sociale aperto, animato da libertà, diritti e solidarietà, è necessario assumere la lotta alle diseguaglianze e alle povertà come asse portante delle politiche pubbliche.
Nell’ultimo periodo gli indici di occupazione sono saliti - ed è un dato importante - ma ancora tante donne sono escluse dal lavoro, e la marginalità femminile costituisce uno dei fattori di rallentamento del nostro sviluppo, oltre che un segno di ritardo civile, culturale, umano.
Tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali.
È doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare squilibri e contraddizioni.
La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo.
Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno per ogni prospettiva reale di crescita.
Nostro compito - come prescrive la Costituzione - è rimuovere gli ostacoli.
Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società.
La dignità.
Dignità è azzerare le morti sul lavoro, che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi. Perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore, riguarda il valore che attribuiamo alla vita.
Mai più tragedie come quella del giovane Lorenzo Parelli, entrato in fabbrica per un progetto scuola-lavoro.
Quasi ogni giorno veniamo richiamati drammaticamente a questo primario dovere del nostro Paese.
Dignità è opporsi al razzismo e all’antisemitismo, aggressioni intollerabili, non soltanto alle minoranze fatte oggetto di violenza, fisica o verbale, ma alla coscienza di ognuno di noi.
Dignità è impedire la violenza sulle donne, piaga profonda e inaccettabile che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio.
La nostra dignità è interrogata dalle migrazioni, soprattutto quando non siamo capaci di difendere il diritto alla vita, quando neghiamo nei fatti dignità umana agli altri.
È anzitutto la nostra dignità che ci impone di combattere, senza tregua, la tratta e la schiavitù degli esseri umani.
Dignità è diritto allo studio, lotta all’abbandono scolastico, annullamento del divario tecnologico e digitale.
Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine, e neppure possono essere privi di un ruolo che li coinvolga.
Dignità è contrastare le povertà, la precarietà disperata e senza orizzonte che purtroppo mortifica le speranze di tante persone.
Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità.
Dignità è un Paese dove le carceri non siano sovraffollate e assicurino il reinserimento sociale dei detenuti. Questa è anche la migliore garanzia di sicurezza.
Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare. Confidiamo in un Paese capace di rimuovere gli ostacoli che immotivatamente incontrano nella loro vita.
Dignità è un Paese libero dalle mafie, dal ricatto della criminalità, libero anche dalla complicità di chi fa finta di non vedere.
Dignità è assicurare e garantire il diritto dei cittadini a un’informazione libera e indipendente.
La dignità, dunque, come pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile.
A questo riguardo - concludendo - desidero ricordare in quest’aula il Presidente di un’altra Assemblea parlamentare, quella europea, David Sassoli.
La sua testimonianza di uomo mite e coraggioso, sempre aperto al dialogo e capace di rappresentare le democratiche istituzioni ai livelli più alti, è entrata nell’animo dei nostri concittadini.
Auguri alla nostra speranza” sono state le sue ultime parole in pubblico.
Dopo avere appena detto: “La speranza siamo noi”.
Ecco, noi, insieme, responsabili del futuro della nostra Repubblica.
Viva la Repubblica, viva l’Italia!".

  

 

   

Il Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella
 

 

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04/02/2022

Lettere. "Nomina ad Assessore: congratulazioni al geometra Carlisi"; di Gaetano Lombardo

 

Gaetano Lombardo
Gaetano Lombardo

Congratulazioni al geometra Vincenzo Carlisi, da parte del dott. Gaetano Lombardo.

*****

"Egregio Direttore,
desidero formulare i miei più sentiti e sinceri auguri al nostro grande geometra Vincenzo Carlisi per la sua nomina ad Assessore al Comune di Racalmuto, certo che saprà mettere a disposizione la sua grande esperienza maturata lungo il corso del suo lavoro svolto al Comune di Grotte.
'L'uomo giusto al posto giusto'.
Complimenti al Sindaco di Racalmuto per la scelta.

Ad maiora semper, Enzo!
". 
 

 
   

Gaetano Lombardo
 

 

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03/02/2022

Attualità. "Il vero rischio è una deriva verso il presidenzialismo monocratico"; di Raniero La Valle

 

Raniero La Valle
Raniero La Valle

Raniero La Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire d’Italia» e più volte parlamentare.

*****

La rielezione di Mattarella a presidente della Repubblica, che ha suscitato un generale consenso, può tuttavia prestarsi a manovre di sovvertimento costituzionale che è necessario fronteggiare.
La prima consiste nella delegittimazione dell’attuale sistema per l’elezione del capo dello Stato che invece si è dimostrato validissimo. Esso è giunto al risultato in soli cinque giorni, fortemente rallentati peraltro dalla pandemia che ha costretto alla rarefazione del voto.
Ha anche efficacemente fermato la corsa di candidature del tutto inappropriate: prima di tutto l’autocandidatura di Berlusconi che la procedura di tipo parlamentare rendeva irrealistica ma che una procedura plebiscitaria attraverso un voto popolare avrebbe invece reso possibile; allo stesso modo un’elezione popolare avrebbe reso plausibile il falsissimo argomento di una dovuta alternanza tra “presidente di sinistra” e “presidente di destra”, aprendo la strada ai Trump e ai Goldwater di turno.
Si è pure confermata la validità del sistema parlamentare integrato dalle rappresentanze regionali che prevede come salutare il formarsi di maggioranze diverse per le elezioni al Parlamento e quella al Quirinale mediante la intenzionale esclusione della sincronia tra esse, con evidente vantaggio per la divisione e il reciproco controllo dei poteri.
Il risvolto negativo è semmai che il raddoppio di un lungo settennato possa portare con sé un’errata percezione di un rapporto di necessità tra il destino di una persona e il destino del Paese, con l’idea sullo sfondo dell’Uomo della Provvidenza o dell’uomo solo (e non certo della donna!) al comando.
Né vale l’argomento che i social e le maratone televisive polarizzino oggi l’attenzione dell’opinione pubblica sui palazzi del potere, come settanta anni fa, quando questo processo elettorale fu concepito, non era prevedibile, perché anzi questo argomento lo avvalora per il più largo coinvolgimento che comporta; d’altra parte anche in questo caso una ragionevole durata dello spettacolo elettorale mentre è servita a dare il pane ai giornalisti (anche se sempre gli stessi con inevitabile usura dei rispettivi volti) non ha bloccato per troppo tempo i lavori in corso nel Paese.
Il vero rischio è oggi quello di una deriva verso il presidenzialismo, non solo per la suggestione esercitata dal rinnovo del mandato a Mattarella, ma anche per la esplicita diffamazione dei partiti e delle loro leadership che è stata perpetrata durante tutta la vicenda, mentre proprio le leadership (e non i “peones” come con altrettanto disprezzo sono stati celebrati come protagonisti i semplici parlamentari) hanno condotto il gioco compreso il suo esito, deciso nel vertice finale mentre centinaia di grandi elettori erano tenuti in surplace con l’astensione.
Il vero regista dell’operazione è stato del resto il segretario del partito più sperimentato, Enrico Letta, che col realismo di una lunga esperienza parlamentare ha sempre saputo di non avere in mano le carte se non per la conferma di Mattarella. Ciò lo ha condotto a non fare mai alcun nome, tanto meno dell’unico veramente desiderato, cosa resa più agevole dal grande successo mediatico del trasloco degli scatoloni presidenziali e ha permesso ai suoi luogotenenti di “farlo crescere” nelle urne, come è stato apertamente ammesso, nella ben assecondata disattenzione generale.
Il rischio di una caduta in un presidenzialismo monocratico mediante un’elezione popolare diretta è ora aumentato per il fatto che l’ha esaltato, come il proprio “sogno”, l’attore politico che, conformemente al ruolo di guastatore abituale che si è ritagliato nell’attuale congiuntura, ha sbarrato la strada all’unica candidata apprezzata da tutti e giunta fino a un passo dall’elezione.
L’attore politico è stato Renzi, e la candidata era Elisabetta Belloni, che è entrata in scena come parte di una rosa proposta da Cinque Stelle, Lega e Fratelli d’Italia, con la partecipazione straordinaria di Letta, in grado dunque di coagulare una maggioranza schiacciante dell’Assemblea elettorale.
È stato questo fausto evento, a un passo dal realizzarsi, che ha miracolosamente prodotto la repentina conclusione della vicenda, l’inopinato ritorno in campo del presidente Mattarella, la rinuncia definitiva di Draghi, la reprimenda del ministro degli Esteri Di Maio al suo capopartito Conte, e il tripudio finale.
Le circostanze e le concomitanze sono tali che incuriosisce la domanda sul perché la candidatura Belloni sia stata così facilmente sventata. Non potendo ammettersi che la causa ne sia stata una parossistica misoginia di tutto il sistema, occorre accogliere la motivazione addotta e presa per buona che non si potesse portare alla presidenza della Repubblica la responsabile (da sette mesi) dei Servizi di Sicurezza.
Ma allora resta da chiedersi il perché.
Non si trattava infatti di fare presidente della Repubblica il capo della Stasi, del KGB, della CIA, del Mossad o magari della Spectre, a volerci mettere dentro anche una tipologia di jamesbondiana memoria; si trattava invece della direttrice generale dei Servizi “segreti” italiani, a capo dei quali c’è il presidente del Consiglio.
Per quanto essi in passato siano stati deviati, si dovrebbe spiegare perché oggi sia infamante o inabilitante dirigerli; o chiedersi se vi sia qualche norma di purità rituale o pericolo per qualcuno a far sì che una persona con più di cinquant’anni investita di tale incarico sia la sola in Italia a non godere del diritto civile e politico di fare il presidente della Repubblica; questa sì che sarebbe una “sgrammaticatura” costituzionale, come è stato ammesso dallo stesso segretario Letta, mentre non è credibile che a preoccuparsi della grammatica costituzionale sia chi a suo tempo ne voleva sovvertire la sintassi dimezzando la rappresentanza e abolendo il Senato.
A meno che a non volerlo fosse qualche Servizio, per nulla segreto, straniero, dal momento che sarebbe un “delirio”, come ha sostenuto platealmente Cacciari sull'Espresso, eleggere qualcuno che non goda “della fiducia delle grandi potenze economico-finanziarie da cui dipendono i nostri destini”, o magari fosse l’Arabia Saudita.
Così il segreto rimane: ma “per favore” la prossima volta ditelo sui tetti
.  
  
Raniero La Valle
3 febbraio 2022
  

 

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03/02/2022

Editoria. Presentazione della raccolta "Poesie sotto il pino. Vientu e stizzania", di Piero Carbone; sabato 5 febbraio

 

Poesie sotto il pino. Vientu e stizzania
Copertina

Piero Carbone
Piero Carbone

Sabato 5 febbraio, a partire dalle ore 18.00, in diretta sulla pagina Facebook di Spazio Cultura Libreria Macaione (vedi la pagina) si terrà la presentazione raccolta "Poesie sotto il pino. Vientu e stizzania" di Piero Carbone, novità editoriale di Spazio Cultura Edizioni pubblicata nella collana "Spazio Poesia" diretta da Nicola Romano.
L'ultima produzione di Carbone è una raccolta di poesie scritte in lingua siciliana col testo a fronte in italiano e una poesia finale in lingua spagnola seguita dalle traduzioni in siciliano e in italiano.
Il programma della diretta prevede una breve introduzione dell'editore Nicola Macaione, l'invito alla lettura del direttore Nicola Romano; seguirà una conversazione tra il poeta Piero Carbone, il prof. Salvatore Lo Bue, il prof. Salvatore C. Trovato (autore della prefazione al libro) e il Maestro Salvatore Caputo (autore dell'opera pittorica in copertina "Immagine mediterranea").
Nel corso della diretta l'attore Enzo Rinella leggerà alcune poesie tratte dalla silloge. La conclusione è affidata a Gloria Anita Mas Bardalez, che tradurrà in lettura la poesia finale "Una maleta de rosas".
Scrive Trovato nella prefazione: "T
utto un insieme di suoni, di note i suoi versi, apparentemente a schema libero, ma con cadenze musicali che prescindono dalla conta delle sillabe o che la inseguono in una lingua che non è quella ufficiale, l’italiano, ma un dialetto particolare, vissuto
dal poeta fin dalla più tenera età e da lui sapientemente piegato alla musica... Parole che legano alla sua piccola città il poeta ma che, nella visione poetica, superano l’orizzonte del pino, per essere proiettate su dimensioni più alte".
Piero Carbone (classe 1958), autore racalmutese, vive e lavora a Palermo.
In dialetto ha pubblicato: A lu Raffu e Saracinu (1988); La luna (1994); Pensamenti (2008); Venti di sicilinconia (2009); The Poet Sing For All / Lu Pueta canta pi tutti (2014), con traduzione inglese di Gaetano Cipolla. Ha promosso l’attività di alcuni pittori siciliani e realizzato cartelle d’arte.
Fra ricerca e innovazione, ha curato le rappresentazioni: La Vinuta di la Madonna di lu Munti (1980); Zmaragdos. Arti in coordinamento e ricerche etnografiche (1985); Nivuretta. Storii di carrittera e lavanneri (1988); Dialogo nel bosco (2002).
Diversi suoi testi sono stati musicati.
Ha pubblicato diversi libri in lingua tra cui Il mio Sciascia, Sicilia che brucia, Il giardino della discordia. Racalmuto nella Sicilia dei Whitaker
.  
  

Redazione
3 febbraio 2022.  
  

 

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02/02/2022

Attualità. L'Osservatore Romano: "Achille Lauro: non ci sono più i trasgressori di una volta"

 

Achille Lauro
Achille Lauro

"Chiamati in causa da Fiorello alla cui simpatia non si può resistere, eccoci qui a dire la nostra, come richiesto, su Achille Lauro. In punta di piedi. Perché Sanremo è Sanremo. L'Osservatore è L'Osservatore". Con queste parole Andrea Monda, direttore del quotidiano della Città del Vaticano, interviene con un articolo dal titolo "Trasgressioni a Sanremo" sull'esibizione di Achille Lauro durante la prima serata del Festival.


(Achille Lauro)

"Volendo essere a tutti i costi trasgressivo - continua il Direttore -, il cantante si è rifatto all'immaginario cattolico. Niente di nuovo. Non c'è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo. Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie. Non ci sono più i trasgressori di una volta".
Di "solito teatrino dèja vu" parla l'Avvenire (a pagina 22 dell'edizione del 2 febbraio 2022, nell'articolo "Doppio festival di fede e speranza"). "Per ora dobbiamo accontentarci di Achille Lauro - scrive l'inviata a Sanremo Angela Calvini - che, accompagnato dall’Harlem Gospel Choir, ha aperto ieri sera la kermesse all’Ariston cantando la sua Domenica fra ancheggiamenti, tatuaggi e furbe provocazioni. Il “pio” Achille - prosegue il Quotidiano di ispirazione cattolica - finisce con l’inginocchiarsi sul finale a tutto gospel per cospargersi d’acqua il capo a mo’ di pseudobattesimo. Una dedica, dice lui, a sua madre, cattolica impegnata nel sociale, che ha compiuto ieri 61 anni: «Le madri sono esseri divini, ci danno la vita ogni giorno. Oggi, in un nuovo inizio, vi omaggio del mio battesimo. Che Dio ci protegga. Hallelujah». Viva la mamma, però è il solito teatrino dèja vu".
Per le due autorevoli testate giornalistiche cattoliche, quindi, nessuno scandalo.
A quanti hanno parlato di "gesto dissacratore e blasfemo" risponde il parroco di Racalmuto (già parroco di Lampedusa) don Carmelo La Magra: "Ma è possibile che tutta la cattolicità vi viene fuori quando canta Achille Lauro? Scandalizzatevi per altro e fatevela una risata ogni tanto!"
. 
  
Carmelo Arnone
2 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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02/02/2022

Sanità. Storie di ordinarie attese al Pronto Soccorso di Agrigento; dal punto di vista dei pazienti

 

Pronto Soccorso
Pronto Soccorso

Avventurarsi al Pronto Soccorso dell'Ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento rappresenta spesso l'inizio di un calvario al quale molti pazienti, dopo ore di vana attesa, preferiscono rinunciare. Pur non imputando responsabilità dirette, rimane l'amara constatazione delle condizioni in cui sia il personale sanitario che i pazienti sono costretti a vivere. Che vi siano doverosi amplissimi margini di miglioramento (peggiorare è difficile) è più che evidente. Riportiamo il resoconto di una giornata di "ordinaria" attesa, dal punto di vista e nelle parole di Almaria Dominici, Presidente dell'Associazione "L'Itaca di Argo".

Pronto soccorso. Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Percorso che deve sopportare un paziente medio.

Ore 11.00: accesso al Triage ed assegnazione codice.

Ore 11.10: il paziente viene fatto accomodare in sala d'attesa. La sala d'attesa conta mediamente 20 persone sofferenti.

Ore 12.00: la situazione rimane invariata. Gli stessi lamenti, le stesse sofferenze, tutti contengono pazientemente il dolore.

Ore 13.00: stessi volti, stesso dolore, si iniziano a sentire i primi lamenti.

Ore 15.00: il vecchietto che mi sta di fronte ha la stessa postura dalle ore 11.00. Testa china sul torace, gambe rannicchiate su una sedia a rotelle trovata in modo rocambolesco dopo 2 ore di attesa. La sua condizione è uno schiaffo all’Italia intera. Soffre e sospira, ignaro della patologia che l'ha condotto oggi in ospedale. Non conosce il codice a lui assegnato ma sa bene che deve sopportare tutto in silenzio. In corsia è tutto un via vai di gente e di urla, nessuno si accorge di lui e lui lo sa.

Ore 16.00: due signore si dirigono di corsa verso la porta di entrata che conduce alle stanze dei medici (i medici al Pronto Soccorso sono solo 2. Mi tornano in mente le parole di super Mario: "I problemi che ha l'Italia dipendono dai non vaccinati").
Cosa succede? Si alzano tutti preoccupati perché, ormai, si è una grande famiglia. Una ragazzina che avrà più o meno 16 anni si accascia a terra, era in attesa dalle 11.00. Perde i sensi ed il personale sanitario finalmente riesce a visitarla.
Ad Agrigento questa situazione nulla ha a che fare con l'emergenza sanitaria in corso.

Ore 17.15: non è ancora finita.

Ore 17.35: da quella porta che conduce alla luce, si affaccia una giovane dottoressa bionda (arrivata dopo il cambio turno). Chiama ad alta voce il cognome dell'anziano signore.
Risponde il figlio: "Siamo qui". "E chi ci fate qui? Dovevate già essere in astanteria da un pezzo!", dice la dottoressa.
"Ma io l'ho fatto presente ai suoi colleghi, gliel'ho detto insistentemente per ben 7 volte e mi hanno detto di aspettare qui", risponde il figlio dell'anziano.

Ore 17.40: il vecchietto finalmente entra.

Ore 18.37: una signora con un filo di voce chiede ad un infermiere che esce da quella porta: "Scusi, sto male, come mai non mi visitano? Sono qui dalle 11.00".
Sarcastico e spavaldo con il suo bel camice verde, l’infermiere risponde: "I medici stanno facendo l'ultima partita a carte, ora che finiscono la visitano".
La professionalità è indiscutibile.

Ore 20.25: si chiede il risultato di una tac effettuata alle ore 16.00. Risposta dal Pronto Soccorso: "Non è arrivato l'esisto".
4 ore e 30 minuti per la trasmissione di un esisto dalla radiologia?! È normale?

Ore 22.00: rimane un solo paziente delle ore 11.00. Ormai, stremato più dall'attesa che dal male che ha, chiede di parlare con un medico e capire perché quel risultato ancora non arriva.
Il medico risponde: "Sono arrivato adesso, abbia pazienza, non si preoccupi che arriverà il suo turno, deve aspettare, ho tutta la notte davanti".
"Devo aspettare pure la notte per capire cosa ho? Ho già impiegato un giorno, vorrei usare la notte per riposare e mangiare qualcosa" risponde spazientito il paziente.
Il medico indisposto: "Metronotte, metronotte, butti fuori il signore, subito!!!".

Ore 22.45: l'ultimo paziente delle ore 11.00, dopo 12 ore di attesa, viene ricevuto dal medico. Riscontrano un problema di salute sufficientemente serio, iniziano la terapia farmacologica e dispongono altri esami di indagine.

Aveva ragione il medico, lui ha tutta la notte davanti, il paziente anche
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Redazione
2 febbraio 2022.  
  
 

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02/02/2022

Servizi. Sospesa a tempo indeterminato l'attività dello sportello periferico AICA di Grotte, causa Covid

 

Azienda Idrica Comuni Agrigentini
(Sito ufficiale)

La sospensione dell'attività dello sportello periferico dell'AICA (Azienda Idrica Comuni Agrigentini) di Grotte è divenuta a tempo indeterminato.
L'Azienda, nel nuovo comunicato ufficiale, ha spiegato che "Causa il perdurare dell’attuale situazione epidemiologica sul territorio servito, e, inoltre, a seguito dell’Ordinanza del Ministero della salute che ha disposto il passaggio in zona arancione di Abruzzo, Friuli, Piemonte e Sicilia dal giorno 24 gennaio 2022,spiace comunicare che siamo costretti a prorogare la chiusura temporanea degli sportelli periferici AICA adibiti a ricevimento dell’Utenza, nei comuni di Grotte, Montevago, Naro, Raffadali, San Giovanni Gemini, Sambuca di Sicilia. A tal riguardo, informiamo che la proroga della sospensione dovrà intendersi fino a quando le condizioni ci consentiranno di effettuare diverse valutazioni. Considerando che il servizio di ricevimento dell’utenza debba essere comunque garantito, informiamo che l’utenza potrà essere regolarmente servita, nel pieno rispetto delle norme anti COVID-19, presso gli sportelli della sede operativa di Viale Mediterraneo in Aragona e presso gli sportelli periferici di Sciacca, Ribera e Licata che non subiranno, momentaneamente, alcuna variazione.
AICA si scusa con l’utenza per i disagi".  
  

Redazione
2 febbraio 2022.  
  
 

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02/02/2022

Politica. Il geometra Vincenzo Carlisi nominato assessore a Racalmuto, nella giunta del sindaco Maniglia

 

Maniglia e Carlisi
Maniglia e Carlisi


Giunta Maniglia
Giunta Maniglia

Il geometra Vincenzo Carlisi è stato nominato assessore dal sindaco di Racalmuto Vincenzo Maniglia.
Nell'ambito della rimodulazione della propria Giunta, il 31 gennaio scorso, il Sindaco di Racalmuto ha nominato tre nuovi Assessori.
Tra il nuovi Amministratori del Comune di Racalmuto anche il grottese Vincenzo Carlisi, già dipendente del Comune di Grotte - oggi in pensione - che ha rivestito per diversi mandati l'incarico di Responsabile di Posizione Organizzativa dell'Area Tecnica.
A Carlisi il sindaco Maniglia ha affidato le deleghe ai Lavori Pubblici, Urbanistica, Progetti Europei.
Della Giunta Maniglia fa anche parte Paolo Agrò, dipendente del Comune di Grotte con la qualifica di Collaboratore Amministrativo, al quale sono state conferite le deleghe ai Servizi Sociali, Pubblica Istruzione, Attività Produttive e Randagismo.
Confermata nell'incarico l'assessore Angela Penzillo, nominata vicesindaco, a cui vanno le deleghe allo Sport, Spettacolo e Turismo, Promozione del territorio, Centro storico e periferie, Manutenzione ordinaria e arredo urbano, Volontariato e Associazionismo, Politiche dell'infanzia e giovanili, Gemellaggi.
Completa la Giunta il neo assessore Giuseppe Guagliano, con le deleghe: Bilancio e Tributi, Igiene, Decoro e verde pubblico, Agricoltura, Personale, Rapporti con il Consiglio comunale.
Rimane in carico al Primo Cittadino la delega alla Cultura, nell'attesa di una probabile nomina - quale Consulente alla Cultura - dell'assessore uscente Enzo Sardo
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Nell'immagine a lato, la giunta Maniglia (foto di TRS98).
  
  

Redazione
2 febbraio 2022.  
  

 

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02/02/2022

Onorificenze. Medaglia d'oro conferita al Caporal Maggiore Salvatore Agnello

 

Medaglia d'oro conferita al Caporal Maggiore Salvatore Agnello
Consegna

Salvatore Agnello
Salvatore Agnello

Medaglia d'oro per le vittime del terrorismo
Medaglia d'oro

Pergamena
Pergamena

Al Caporal Maggiore dell'Esercito Italiano Salvatore Agnello la Medaglia d'oro per le vittime del terrorismo, conferita dal Presidente della Repubblica.
Lunedi 31 gennaio 2022, alle ore 16.30, nella Sala della Chiesa di Villa Whitaker, sede della Prefettura di Palermo, si è svolta la cerimonia di consegna delle onorificenze della Repubblica. Tra gli insigniti, anche il Caporal Maggiore dell'Esercito Italiano Salvatore Agnello, a cui è stata consegnata la "Medaglia d'oro per le vittime del terrorismo". Il riconoscimento, con decreto datato 7 luglio 2021 a firma del Presidente Mattarella e del Ministro Lamorgese, è stato conferito su proposta del Ministro dell'Interno.
Presenti alla cerimonia le Autorità civili e militari, insieme ai familiari degli insigniti.
"A nome dell'Amministrazione comunale e dell'intera città di Grotte esprimo sentimenti di orgoglio e commozione per l'Onorificenza conferita dal Presidente Mattarella al nostro concittadino Salvatore Agnello"; questa la dichiarazione del sindaco Alfonso Provvidenza.

"Oggi abbiamo anche il riconoscimento di vittima del terrorismo di un nostro sottufficiale impegnato nelle missioni all'estero - ha dichiarato il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani - e quindi una onorificenza significativa. Sono distinzioni che vogliono sottolineare il senso di responsabilità e l'impegno che ciascuno degli insigniti hanno non solo nell'assolvimento dei propri doveri ma anche nell'interesse della collettività nelle quali sono inserite".
L'episodio alla base del conferimento della
Medaglia d'oro per le vittime del terrorismo risale al 18 giugno 2012. Quel lunedi, alle ore 10.30 locali (08.00 in Italia), una pattuglia della Task Force South East, su base 1° reggimento bersaglieri di Cosenza, impegnata in Afghanistan in un’attività di Key Leaders Engagment (KLE; presa di contatto con i capi dei villaggi locali), fu coinvolta nell’esplosione di un ordigno improvvisato (IED - Improvised Explosive Device), a seguito della quale due militari rimasero contusi. L’esplosione avvenne a circa 1,5 Km a nord-ovest della FOB (Forward Operating Base) "Lavaredo", nell’area di Bakwa, settore di responsabilità Italiana. I bersaglieri contusi, che comunque rimasero sempre coscienti, ricevettero le prime cure sul posto e, rientrati in base, sono furono sottoposti ad ulteriori accertamenti. Gli stessi soldati informarono personalmente i propri familiari. La pattuglia portò a termine regolarmente l'attività prevista, volta a migliorare le condizioni di sicurezza e di vita della popolazione locale. 
  
Carmelo Arnone
2 febbraio 2022
© Riproduzione riservata.
  

 

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