Comune.
Giuramento
del nuovo assessore comunale di Grotte Leonardo Cutaia
Guarda il video
UDC di Grotte
Presidente e Sindaco col nuovo Assessore
Alle 18.30 di giovedì 6 febbraio 2025, nell'ufficio del Sindaco del Comune
di Grotte, si è svolta la cerimonia di giuramento del nuovo assessore
comunale Leonardo Cutaia (guarda
il video).
(Guarda il video)
Presenti alla cerimonia: il segretario generale del Comune dott.ssa
Alessandra La Spina, gli onorevoli Rosellina Marchetta e Decio
Terrana, il presidente del Consiglio comunale Angelo Carlisi, il
vicesindaco Giuseppe Mancuso, l'assessore uscente Antonino
Caltagirone, gli assessori Annamaria Todaro, Denise Sbrazzato
e Giovanni Lombardo (vedi
l'attuale Giunta municipale).
(Il Sindaco con i maggiori esponenti dell'UDC di Grotte)
Presente anche tutto il gruppo consiliare comunale UDC formato da Giada
Vizzini, Lucia Lombardo e Giuseppe Bonsignore. Ad
assistere alla cerimonia un piccolo gruppo di familiari e amici
dell’assessore Cutaia.
(Il presidente Angelo Carlisi, l'assessore Leonardo Cutaia e il sindaco
Alfonso Provvidenza)
Comune.
Si è dimesso l'assessore Antonino Caltagirone; subentra Leonardo Cutaia
Caltagirone
Cutaia
L'assessore Antonino Caltagirone ha rassegnato oggi, giovedì 6
febbraio 2025, le proprie dimissioni irrevocabili.
Le dimissioni rientrano nell'ambito di un avvicendamento programmato
all'interno della compagine UDC al Comune di Grotte, rappresentata in
Consiglio comunale dai consiglieri Giuseppe Bonsignore, Giada Vizzini e
Lucia Lombardo.
Assessore dal 6 giugno 2023, con deleghe nei settori PNRR,
Lavori Pubblici, Urbanistica, Polizia locale, GAL e Partecipate,
l'avvocato Antonino Caltagirone aveva ricoperto lo stesso incarico nella
precedente Amministrazione Provvidenza dal 22 giugno 2018 al 7 gennaio 2021.
Ancora in precedenza era stato Assessore e Vice Sindaco, nonché Consigliere
comunale. Al posto dell'Assessore uscente dovrebbe essere nominato, su
indicazione della compagine UDC, il signor Leonardo Cutaia, già
Consigliere comunale dal 2008 al 2018.
Carmelo Arnone
6
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Attualità.
Magistratura Democratica: "Le dichiarazioni del Ministro su Almasri, una
grave ferita allo Stato di diritto"
Ministro
L'Esecutivo
di Magistratura Democratica ha rilasciato un comunicato in merito
alle dichiarazioni rese oggi in Parlamento dal Ministro della Giustizia,
riguardanti il caso Almasri. Di seguito il comunicato in versione
integrale.
*****
Le
dichiarazioni rese oggi in Parlamento dal Ministro della Giustizia sul caso
Almasri rappresentano una grave ferita allo Stato di diritto.
(Il Ministro della Giustizia in Parlamento)
Anziché
rendere conto delle ragioni dell’omessa trasmissione degli atti alla Procura
generale di Roma, ai fini dell’applicazione della custodia cautelare al
cittadino libico Almasri e della sua consegna alla Corte penale
internazionale, in esecuzione del mandato d’arresto emesso dalla Corte,
il Ministro si è scagliato contro la Corte penale internazionale, non
solo sindacando nel merito il mandato d’arresto, ma addirittura
qualificandolo come “atto nullo” e “completamente sballato”.
Sono dichiarazioni che dimostrano come il Ministro non riconosca affatto
il principio costituzionale di separazione dei poteri, arrogandosi il
ruolo di tribunale di ultima istanza, censore non solo dei provvedimenti
emessi dall’autorità giudiziaria nazionale, ma anche di quelli delle corti
sovranazionali, concorrendo a pericolose disinformazioni in ordine a
ipotetiche nullità di atti giudiziari.
Sono, invece, evidenti gli errori giuridici in cui il Ministro è incorso
nella sua arringa, nella quale, ignorando che il mandato di arresto è uno
strumento giuridico che non corrisponde alle nostre misure cautelari
personali ed è piuttosto assimilabile ai mandati di comparizione (estranei
al nostro ordinamento, che invece riconosce la facoltà dell’imputato di non
partecipare al processo), ha cercato di argomentare la pretesa nullità del
mandato d’arresto attingendo alla giurisprudenza nazionale relativa alla
nullità delle ordinanze cautelari italiane, ad esempio per mancanza di
traduzione nella lingua madre dell’imputato, e anche qui ignorando che,
comunque, anche in Italia esiste sempre la possibilità di differire la
traduzione di un’ordinanza di custodia cautelare a un momento successivo
alla carcerazione, quando vi sono ragioni d’urgenza, e che ciò avviene
sempre, pacificamente, nel caso di arresto.
Appare poi francamente surreale la lamentela che il mandato d’arresto
fosse scritto in inglese e non fosse stato tradotto in italiano, non
essendo ammissibile che, nel 2025, il Ministero della giustizia non sia in
grado di recepire e rendere fruibile immediatamente a chiunque un atto
scritto in inglese, che è una delle lingue ufficiali dell’Unione europea
ed è la principale lingua di lavoro in tutti i contesti internazionali.
Ma gli errori di diritto sono la cosa meno grave.
Ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti cittadini è che il Ministro si è
arrogato la facoltà, che non ha, di ergersi d’ufficio a giudice
d’appello di un atto giudiziario, di dichiararlo nullo e quindi di violare
deliberatamente una legge dello Stato, la legge 237 del 2012, che gli
imponeva di eseguirlo senza sindacarlo, in ragione dell’obbligo assunto
dall’Italia con la ratifica dello Statuto della Corte penale internazionale,
il quale, peraltro, è conosciuto come Statuto di Roma perché è proprio in
Italia che l’ideale di una giustizia universale sui crimini di guerra,
contro la pace e contro l’umanità ha visto la luce. Il Ministro della giustizia non ha spiegato, come avrebbe dovuto,
perché un uomo accusato di avere "picchiato, torturato, sparato,
aggredito sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché …ordinato
alle guardie di picchiarli e torturarli" (come si legge si legge
negli atti della CPI) sia stato scarcerato per una deliberata omissione
del governo italiano.
Il Ministro ha invece utilizzato questa occasione per attaccare ancora
una volta l’indipendenza della giurisdizione, e non più "solo" la
magistratura italiana, ma tutte le autorità giurisdizionali, anche
internazionali e sovranazionali. Il messaggio è chiaro: nessuna autorità giudiziaria, nazionale o
sovranazionale, potrà emettere atti sgraditi alla maggioranza politica di
turno, e se ciò avverrà l’atto giudiziario sgradito sarà in qualche modo
vanificato nei suoi effetti e l’autorità giudiziaria che lo ha emesso
verrà additata all’opinione pubblica come nemica della nazione.
Una pericolosa deriva, rispetto alla quale tutta la comunità giuridica,
tutti coloro che hanno a cuore la democrazia liberale, dovrebbero prendere
posizione.
Politica.
"La così detta energia alternativa non è proprio così pulita"; di
Armando Caltagirone.
Armando Caltagirone
Come
il dieci agosto, San Lorenzo, guardando il cielo si possono ammirare le così
dette stelle cadenti, così chi ha assistito la sera del Consiglio
comunale aperto, su parco eolico e telefonia mobile, ha visto
sedicenti politici, tecnici e novelli speculatori trasecolare, tutti a
braccia alzate, cadere da nuvole, da ultimi piani, da settimi cieli, non
sapere, ignorare, negare, ripudiare, cancellare, livellare, spianare.
Per chi come me non è amante della astrologia non si è perso nulla per
l’assenza a quel Consiglio.
Mi fido della cronaca.
Certo non dev’essere stato uno spettacolo edificante ascoltare persone
parsimoniose come formiche scaricare l’incolpevole negligenza sull’assenza
di adeguata informazione da parte delle istituzioni locali e che mai si
sarebbero prostituite di fronte al vile denaro.
Sarà vero?
Rinunciare a una cospicua rendita piovuta dal cielo è tipico delle cicale
non certo delle formiche. Così dicasi per i proprietari dei siti di
telefonia mobile il cui motto è: la salute può attendere.
Se può attendere per la propria figuriamoci per quella degli altri!
Che dire di certi politici i cui referenti regionali sono proprio quelli che
gestiscono l’intera materia? Per non parlare di quelli che occupano gli
scranni dell’ARS.
Non mi sono perso proprio nulla!
Ciò che emerge in maniera chiara è che la così detta energia alternativa
non è proprio così pulita. È come il vino; se ne bevi un bicchiere può
fare anche bene, se ne bevi un decalitro se ti va bene finisci in coma
etilico. Quello che si vuole realizzare non rassicura nessuno in termini di
sicurezza sulla salute e non solo, visto che, almeno nel trapanese con
Messina Denaro, la mafia ha investito proprio sull’eolico.
Senza ombra di dubbio dei pali di 180 metri di altezza e con un diametro
del rotore di 150 metri deturpano il paesaggio ovunque esso si trovi.
Vale la pena ricordare, se può interessare a qualcuno, che la tutela del
paesaggio è garantita dall’articolo nove della Costituzione che si
riporta integralmente: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura
e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio
storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli
ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni”.
Cronaca.
Truffe telefoniche a Grotte, anziani nel mirino; l'allarme del sindaco
Provvidenza
Attenzione!
Il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza ha lanciato un appello alla
cittadinanza, soprattutto agli anziani, per metterli in guardia
dalle truffe telefoniche.
Negli ultimi giorni, diverse segnalazioni sono giunte agli uffici comunali,
con cittadini che riferiscono di aver ricevuto telefonate da sedicenti
poliziotti o carabinieri che chiedono denaro o oggetti di valore per
aiutare familiari in difficoltà. Una situazione che ha generato un certo
allarme sociale.
(Attenti alle truffe telefoniche)
I truffatori, spesso ben informati sulle generalità delle vittime,
le contattano telefonicamente fingendosi figure delle Forze dell'Ordine o
avvocati. Con la scusa di un incidente o di un problema di salute occorso a
un familiare, chiedono ingenti somme di denaro per far fronte alle spese
mediche o legali. I truffatori approfittano della fragilità emotiva degli
anziani, spesso soli e preoccupati per i propri cari, per raggirarli e
sottrarre loro i risparmi di una vita. Pare che agiscano anche sotto casa delle vittime, chiamandole al citofono.
Le truffe telefoniche agli anziani sono un fenomeno in crescita in tutta
Italia. Negli ultimi giorni, soprattutto a Grotte, si sono registrati
numerosi casi, con ingenti danni economici e psicologici per le vittime.
Le forze dell'ordine sono impegnate a contrastare questo tipo di reato, ma
la prevenzione e la sensibilizzazione rimangono fondamentali.
Il sindaco Provvidenza invita tutti i cittadini, soprattutto gli anziani, a
non dare seguito a queste telefonate e a non fornire generalità personali o
coordinate bancarie. In caso di dubbi, è consigliabile contattare
immediatamente le Forze dell'Ordine al numero 112 o i propri familiari.
Per difendersi basta osservare alcune semplici regole di buon senso:
- non fornire generalità personali o coordinate bancarie al
telefono;
- non fidarsi di chi si presenta telefonicamente come carabiniere o
poliziotto o avvocato;
- contattare immediatamente le Forze dell'Ordine in caso di dubbi (al
numero 112);
- parlare con i propri familiari e informarli sulle truffe.
Il sindaco Provvidenza, ribadendo che la sicurezza degli anziani è una
priorità per l'Amministrazione comunale di Grotte, ha assicurato che
continuerà a monitorare la situazione e a mettere in campo iniziative per
contrastare le truffe e proteggere i cittadini più vulnerabili.
Carmelo Arnone
5
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Comune.
Grotte ha un nuovo Comandante della Polizia Locale: il commissario capo
Paolo Calogero Alaimo
Alaimo e Provvidenza
Alaimo e la Giunta
Il commissario capo Paolo Calogero Alaimo è il nuovo Comandante della
Polizia Locale di Grotte (AG). La sua nomina è stata ufficializzata con
il Decreto del Sindaco n. 10 del 1° febbraio 2025, e il suo incarico avrà
durata fino al 31 dicembre 2025.
(Il commissario capo Paolo Calogero Alaimo e il sindaco Alfonso Provvidenza)
Il commissario capo Alaimo proviene dal Comune di Vallelunga Pratameno (CL),
dove ha svolto le medesime funzioni. La sua nomina si è resa necessaria dal
collocamento a riposo dell’ispettore capo di Polizia Municipale Salvatore
Liotta, avvenuto nella stessa data del 1° febbraio 2025.
La scelta del dott. Paolo Calogero Alaimo è stata motivata dalla sua
esperienza e professionalità, come evidenziato dalla Deliberazione di Giunta
Comunale n. 6 del 27 gennaio 2025, che ha approvato l'utilizzo del
commissario Alaimo presso il Comune di Grotte mediante la formula dello
"scavalco di eccedenza".
(Caltagirone, Sbrazzato, Alaimo, Provvidenza, Todaro e Mancuso)
Il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza ha dichiarato: "Benvenuto
al nuovo Comandante della Polizia Locale dott. Paolo Alaimo. Il Commissario
Capo - funzionario di Polizia Municipale, Area dei Funzionari e dell’Elevata
Qualificazione - Paolo Alaimo proviene dal Comune di Vallelunga Pratameno
dove svolge le medesime funzioni. Buon lavoro!".
La nomina del commissario capo Alaimo rappresenta un importante passo per la
comunità di Grotte, che potrà contare sulla sua esperienza e professionalità
per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico.
Carmelo Arnone
5
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Cronaca.
Delia (CL): l'infermiera Flavia Iannello salva la vita ad un paziente
con un ECG in farmacia.
Flavia Iannello
Un sessantaseienne
di Delia (CL) è stato salvato da un infarto imminente grazie
alla prontezza e alla professionalità dell'infermiera dott.sa Flavia
Iannello.
L'uomo si era recato presso la Farmacia GiuntaPharma di Delia per
prenotare una visita cardiologica. La farmacia, in collaborazione con il
Sistema Sanitario Nazionale e aderente al programma di sperimentazione "Area
Cuore", offre la possibilità di effettuare elettrocardiogrammi in loco.
L'infermiera Iannello, durante l'esecuzione dell'elettrocardiogramma, ha
immediatamente rilevato delle anomalie nei parametri cardiologici del
paziente. Grazie al supporto in telemedicina della dottoressa Tiziana
Setzu, cardiologa del Policlinico di Bari, è stata confermata la
gravità della situazione. La dottoressa Setzu ha infatti prescritto che il
paziente si recasse immediatamente al Pronto Soccorso.
L'uomo è stato quindi trasportato d'urgenza all'Ospedale Sant'Elia di
Caltanissetta, dove è stato immediatamente operato e sottoposto all'impianto
di un pacemaker. L'intervento è perfettamente riuscito.
La vicenda sottolinea l'importanza della prevenzione e dei controlli
cardiologici, soprattutto per i soggetti a rischio. Il servizio di
elettrocardiogramma in farmacia, promosso dal Sistema Sanitario Nazionale,
si sta rivelando uno strumento prezioso per la diagnosi precoce di patologie
cardiache.
In questo caso specifico, la tempestività dell'intervento è stata cruciale
per salvare la vita del paziente. La preparazione e la professionalità
dell'infermiera Flavia Iannello, supportata dalla cardiologa Tiziana Setzu,
hanno fatto la differenza.
Carmelo Arnone
4
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Scuola.
Edith Bruck agli alunni dell'I.C. "L. Sciascia": "Sarete voi i testimoni
del futuro"
Edith Bruck
Collegamento
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Lunedì
20 e mercoledì 29 gennaio gli alunni di tutte le classi della scuola
secondaria dell’Istituto Comprensivo "Leonardo Sciascia" di
Racalmuto-Grotte-Comitini, diretto dalla dirigente prof.ssa Carmela
Campo, seguiti dai docenti di Lettere, hanno incontrato a distanza la
scrittrice, poetessa, traduttrice, testimone della Shoah, Edith Bruck,
ascoltando il suo racconto ed intervenendo con domande.
(Edith Bruck in collegamento video)
Organizzatrice dell’incontro la prof.ssa Maria Tirone che ha
ringraziato la scrittrice per aver accettato il suo invito ad incontrare gli
alunni ai quali sta offrendo una grande opportunità: "La memoria per
tutti è fondamentale; il dovere di una scuola è quello di costruire dei
bravi cittadini capaci di capire le grandi occasioni della vita e oggi per
tutta la comunità scolastica è una grande occasione per l’alto valore
formativo. I ragazzi hanno bisogno di esempi, di buoni esempi e Lei, cara
Edith, è una donna che, dopo aver attraversato l’inferno, raccoglie
quotidianamente tutte le proprie forze per non smettere di parlare ai
giovani di pace, di rispetto e di fratellanza. Con grande coraggio lei sta
portando a termine il desiderio di chi, prima di morire nel campo di
concentramento le ha balbettato: 'Se sopravvivi racconta, nessuno ci
crederà, ma racconta anche per noi'".
La Dirigente ha manifestato il suo compiacimento per l’occasione
straordinaria degli alunni del suo istituto di un incontro diretto con una
delle ultime persone testimoni della Shoah, che, con incredibile generosità,
continua a raccontare infaticabilmente la propria esperienza ai giovani; la
presenza della signora Edith Bruck è la prova che la Storia non è solo un
racconto che profuma di inchiostro, ma che profuma di respiro e di sangue,
in una parola, di vita.
Dopo il saluto la Dirigente ha dato la parola agli alunni che hanno posto
alla Scrittrice numerose domande nate dopo la lettura del suo romanzo
autobiografico "Il pane perduto".
(Dialogo con gli alunni)
Edith,
con visibile commozione, ha iniziato come un fiume in piena: "Ci hanno
cacciato come cani rognosi! Nella fretta del rastrellamento che ci ha
strappato dalla nostra casa, mia madre è stata costretta ad abbandonare
cinque pagnotte, preparate per la Pasqua ebraica e mai mangiate".
Questo - ha spiegato l’Autrice - il ricordo racchiuso nel titolo del libro
"Il pane perduto", che è diventato anche il simbolo dell’infanzia rubata ad
Edith segnata da tanti drammi tra cui la privazione del diritto
all’istruzione. Bruck ha parlato ai ragazzi della vita nel campo di
concentramento: dalla disperazione seguita alla separazione dalla madre che
non ha più rivisto, al terrore provato durante le selezioni di Josef
Mengele. E ancora, il freddo, la fame, gli abusi subiti che "accecavano
la ragione e annullavano i sentimenti" mettendo i prigionieri uno contro
l’altro. Ha ricordato anche i "piccoli miracoli" avvenuti in quei
mesi di prigionia. Gesti di umanità degli aguzzini e di altri deportati che,
nel loro piccolo, hanno scelto di non essere complici del male. Azioni che
Bruck ha definito "raggi di luce nell’inferno del campo" e grazie ai
quali lei è riuscita a sopravvivere.
Gli alunni le hanno chiesto quale potesse essere il loro ruolo nel portare
avanti la memoria della Shoah in un mondo in cui il razzismo permane e il
negazionismo trova nuovi sostenitori. La risposta di Bruck è stata insieme
monito e incoraggiamento. "Viviamo in un’epoca non pacifica - ha
detto - e l’odio che ha portato alle deportazioni non è un problema
del passato; la vittima è vittima due volte: non solo ha vissuto una
delle più grandi tragedie della storia, ma ha anche l'onere di doverlo
rivivere quando lo ricorda. Ma il racconto è inevitabile, è un vero
dovere morale e civico, affinché eventi così tragici non si ripetano".
Edith ha detto che ad Auschwitz non si era più un essere umano, solo un
numero: "11152, era il mio".
(Dialogo
con gli alunni)
Quando
gli alunni le hanno chiesto di raccontare della sua vita fuori dal campo lei
ha riferito che nessuno voleva sentire ciò che era loro successo, tutti
erano presi solo dai propri problemi. Anzi lei e la sorella sono state
cacciate dal loro villaggio. Dunque l’unica cosa da fare era nella mano:
scrivere. Per lei è stato sicuramente un grande aiuto il fatto che poteva in
qualche modo sfogarsi con la scrittura, senza pensare alla testimonianza,
senza pensare ad alcun dovere morale: "era importante scrivere, era quasi
una specie di terapia".
Qualche tono di amarezza quando ha ricordato Primo Levi che al
telefono le disse: "Ma ti rendi conto che negano tutto già adesso, con
noi vivi. Pensa cosa accadrà dopo…". Lei, però, non si è mai arresa:
"Sino a quando avrò vita non smetterò di testimoniare le atrocità
subite".
Prima di porre fine alla lunga testimonianza si è rivolta ai ragazzi e agli
insegnanti con le seguenti parole: "Per me è stato faticoso incontrare in
questi lunghi anni gli studenti da una parte all’altra del Paese perché
rivivere ciò che ho vissuto è sempre una tortura: ma attraverso di essa
credo di potervi trasmettere qualcosa che vi può cambiare. Perciò se con
questa grande fatica ho cambiato non dico molti, ma anche solo dieci o
quindici ragazzi, vuol dire che ne è valsa la pena".
La testimonianza di Edith Bruck, come ha sottolineato la Dirigente alla fine
dell’incontro, ha coinvolto ragazzi e insegnanti "a livello emotivo e
razionale" e tale esperienza merita di essere ripetuta.
Politica.
L'on. Iacono sul Parco eolico: "Un impatto rilevante sul paesaggio
e sulla natura di quei luoghi".
On. Iacono
Sostenibilità ambientale e transizione energetica al centro di una
interrogazione al Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica.
L'on. Giovanna Iacono, deputata del Partito Democratico, ha
annunciato di aver depositato un'interrogazione al Ministro dell'ambiente e
della sicurezza energetica, in merito alla questione della transizione
energetica in Sicilia.
"Ho depositato oggi un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente e della
Sicurezza energetica sull’ipotesi di realizzazione di un Parco eolico
denominato 'Racalmuto- Grotte' - ha dichiarato l'on. Iacono -.
L’interrogazione è stata sottoscritta anche dai colleghi Provenzano,
Barbagallo, Marino, Porta e Simiani, che
ringrazio. Abbiamo chiesto quali iniziative il ministro intenda adottare per
garantire che, gli interventi con procedimenti amministrativi già avviati,
come quello di Racalmuto- Grotte, prevedano un coinvolgimento attivo delle
amministrazioni locali e delle comunità interessate. Cosa che riteniamo
essenziale, al fine di assicurare misure di compensazione a beneficio
delle comunità che subiscono l’impatto di questi impianti, spesso senza
alcun beneficio, né economico né energetico".
Nel testo dell'interrogazione si chiede inoltre di valutare attentamente
l'impatto di tali iniziative sul piano ambientale e paesaggistico.
"La realizzazione di quell’impianto pone numerosi problemi, tra i
quali la sottrazione di superfici agricole produttive, il mancato
coinvolgimento delle istituzioni locali e un impatto rilevante sul
paesaggio e sulla natura di quei luoghi, poiché verrebbe costruito sulle
ex miniere di zolfo, una zona che meriterebbe piuttosto di essere
trasformata in parco minerario per custodirne il patrimonio geologico,
mineralogico e storico minerario. Lo sviluppo delle rinnovabili è
fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ma la
transizione energetica deve essere equilibrata e inclusiva, promuovendo
soluzioni che garantiscano una reale e verificabile integrazione tra
produzione energetica e garanzie di tutela del paesaggio e delle
produzioni agricole".
L'on. Iacono, infine, richiama l'attenzione su una questione di carattere
generale, che riguarda l'intero territorio della Regione Sicilia.
"In Sicilia esiste una questione di carattere generale, che vede da un
lato la mancata definizione delle aree idonee e non idonee da parte della
Regione, e dall’altro, il rilascio di autorizzazioni per un numero
elevato di impianti rispetto al reale fabbisogno di produzione di
energia e agli obiettivi di decarbonizzazione. Cose queste, che hanno
riguardato di recente e nella stessa provincia di Agrigento, anche il
territorio del Belice, con la battaglia delle istituzioni, dei sindaci,
delle associazioni e delle comunità interessate, contro quella che in
Sicilia sembra essere diventata una vera e propria speculazione sulle
energie rinnovabili".
Politica. L'on. Marchetta sul Parco eolico: "Salute
dei cittadini e bellezza del territorio sono beni primari da tutelare"
On. Marchetta
Interrogazione parlamentare dell’on. Marchetta per la sospensione del
parco eolico Racalmuto-Grotte.
L'on. Marchetta: “La salute dei nostri cittadini e la bellezza del
nostro territorio rappresentano un bene primario da tutelare con impegno e
determinazione”.
L’on. Rosellina Marchetta, deputato segretario all’Assemblea Regionale
Siciliana, ha depositato un’interrogazione parlamentare per la
sospensione del progetto, che tanto sta facendo discutere, finalizzato alla
realizzazione del Parco eolico nei territori di Racalmuto e Grotte.
“È compito e dovere dei rappresentanti dei cittadini - dichiara l’on.
Marchetta - interrogare le istituzioni in merito ai rischi legati al
progetto chiedendone la sospensione. Le preoccupazioni, legittime,
espresse dai cittadini in merito agli effetti negativi del progetto sul
territorio, sull’ambiente e sulla salute meritano ascolto, attenzione e
iniziative concrete. Occorre fare chiarezza - sottolinea - mettendo
al primo posto la salute pubblica e la tutela e la salvaguardia del
patrimonio ambientale e culturale”.
Le aree in cui sono previsti gli insediamenti degli aerogeneratori
dell’impianto eolico ricadono tutte all’interno della fascia di rispetto dei
beni archeologici e paesaggistici di notevole interesse pubblico come il
villaggio neolitico dell’età del rame di Serra del Palco e le “Tombe a
tholos di monte Campanella” i cui reperti sono custoditi nel museo
archeologico Petix di Milena.
Nella quasi totalità delle aree oggetto dell’impianto eolico, che ricadono
nel territorio di Grotte e Racalmuto, nelle contrade Fontana Amara, Quattro
Finaite e Cannatone, insistono attività agricole, commerciali e abitazioni
residenziali e i principali impatti ambientali sono legati all’impatto delle
emissioni acustiche con possibili effetti negativi sulla salute umana.
“Nessuna contrarietà e nessun pregiudizio - conclude la parlamentare
- alle energie alternative e rinnovabili, ma la salute dei nostri
cittadini e la bellezza del nostro territorio rappresentano un bene primario
da tutelare con impegno e determinazione”.
Cronaca.
Cittadini in rivolta contro il parco eolico: "Deturpa il paesaggio e
minaccia la salute"
Pale eoliche
Lunedì
20 gennaio 2025 si è tenuta a Grotte una seduta del Consiglio comunale
aperta alla cittadinanza, richiesta da molti cittadini, preoccupati per
l'impatto ambientale che potrebbe avere la costruzione di un parco eolico
nel territorio comunale. Il presidente Angelo Carlisi ha aperto i
lavori, esponendo i motivi della convocazione, scaturita da una richiesta
avanzata da diversi concittadini preoccupati per l'eventuale impatto
ambientale sul territorio in merito alla realizzazione di un parco eolico
proposto da un privato e ricadente nel territorio di Grotte e Racalmuto,
nelle contrade Fontana Amara, Quattro Finaitee
Cannatone.
(Pale eoliche)
Il
Presidente ha precisato come la realizzazione del parco eolico abbia
sollevato un ampio dibattito, per cui ha provveduto a convocare la seduta di
Consiglio comunale in adunanza aperta al fine di favorire un dialogo con i
cittadini, ascoltare le loro proposte e raccogliere suggerimenti e
affrontare le problematiche riguardanti la comunità.
Nei giorni precedenti erano state notificate, alle diverse Autorità preposte
al rilascio delle autorizzazioni, delle osservazioni da parte di alcuni
cittadini i quali avevano esplicitato i possibili ed eventuali impatti
ambientali, paesaggistici e di emissione acustica che potrebbero scaturire
dalla realizzazione dell’investimento privato da parte della società RWE. Il parco eolico dovrebbe sorgere quasi sulla sommità delle colline delle
contrade Fontana Amara, Quattro Finaite e Cannatone, nella zona nord dei
territori di Grotte e Racalmuto; sono previsti cinque aerogeneratori
(pale eoliche) da 6 MW per un totale di 30 MW, ed opere accessorie quali
la creazione di piazzole di montaggio e manutenzioni, la creazione di strade
di servizio per il collegamento alla viabilità esistente, la realizzazione
di una cabina di trasformazione di energia elettrica, interramento di
cavidotti sulle strade urbane per circa 17 km nei comuni di Racalmuto,
Grotte, Comitini, Aragona e Favara, e tali cavidotti sono destinati al
trasporto dell’energia elettrica a circa 90 ampere, determinando
quindi la creazione di eventuali possibili campi elettromagnetici
lungo strade ed abitazioni. Le torri eoliche previste nel progetto sono alte complessivamente 180
metri, avranno una fondazione consistente in enormi pali in cemento
armato del diametro di 1,2 m e profonde circa 24 m. Per avere contezza delle
dimensioni di ogni singola torre eolica, basta pensare a un palazzo di 60
piani. Il parco avrà una distanza dal centro storico di 2,4 km e
dalla periferia dell’abitato di 1,4 km.
L'installazione di questi enormi aerogeneratori modificherebbe la visione
del paesaggio tradizionale, ricco di testimonianze del lavoro dell'uomo
(fontane, "robbe", muretti a secco, zolfare, calcare di gesso, coltivazioni
agricole ed arboree). L’area in cui dovrebbe realizzarsi l’investimento
ricade in una zona di interesse archeologico per la presenza di un
villaggio neolitico dell’età del rame di “Serra del Palco”, nonché delle
“tombe a Tholos di Monte Campanella” i cui reperti sono custoditi nel
museo “Arturo Petix” di Milena. Notevole potrebbe essere il rumore generato dal movimento delle pale
eoliche che avranno un diametro del rotore di circa 150 m. Nelle zone in
cui dovrebbe sorgere il parco eolico insistono alcune aziende agricole che
svolgono attività di coltivazione di vigneti, uliveti e mandorle nonché
diversi immobili destinati a civili abitazione che potrebbero avere delle
esternalità negative.
Nel corso del dibattito l'on. Decio Terrana ha chiesto all'Ingegnere
comunale di relazionare sulle autorizzazioni e sullo stato dell’arte.
L’ingegnere Settecasi è intervenuto sottolineando che il Comune non
dà parere e viene messo solo a conoscenza dell’iter procedurale. L’istanza è
stata presentata il 15 aprile alla Regione e trasmessa per conoscenza al
Comune di Grotte. La ditta, il 19 settembre 2024, ha chiesto all’Assessorato
Regionale Energia la VIA e la VINCA, che sono due pareri. Il Comune,
arrivato il progetto, lo ha pubblicato all’albo pretorio; trascorsi 30
giorni, non sono state ricevute osservazioni. L’Assessorato all’Energia ha
chiesto documentazione integrativa e si sono riaperti i termini. Sono
arrivate delle osservazioni e sia come Ufficio Tecnico che come Comune sono
state fatte proprie e trasmesse.
L’ingegnere Angelo Cutaia, parte del comitato di cittadini,
intervenendo di seguito, ha evidenziato che non sono rispettate le
distanze di legge dagli abitati e dai siti vincolati. Ha ribadito che
le pale eoliche avranno un’altezza pari a 10 volte l’altezza della Madrice,
ha sottolineato che occorreranno milioni di metri cubi; qualcosa
di abnorme che colpirà i territori in modo irreversibile sia per quanto
riguarda l’agricoltura, il turismo e per la vivibilità dei residenti, anche
perché il rumore si sentirà molto e sarà costante e non transitorio.
Ha fatto poi riferimento all’inquinamento elettromagnetico, perché la
corrente che si trasporta non è di massimo 25 ampere ma 90, che sono
tantissimi, ed inoltre intorno ai pali ci sono residenti che hanno investito
in residenze e attività produttive e queste pale giganti saranno molto
più grandi di quelle che siamo abituati a vedere; c’è da riflettere dal
punto di vista morale e civile perché la realizzazione sconvolgerò il
paesaggio, disturberà le attività agricole e sconvolgerà l’ambiente,
come le belle colline gessose del Cannatone che si dovrebbero conservare
facendo un parco del gesso e dello zolfo, elementi che caratterizzano il
territorio.
Alla richiesta dell’Decio Terrana, di sapere se l’Amministrazione abbia
partecipato ed ha dato il suo assenso, è intervenuto il sindaco Alfonso
Provvidenza il quale, con riferimento a quanto detto dall’ing. Cutaia,
ha precisato che non c’è stato nessun comportamento negligente da parte
dell’Amministrazione che ha seguito da subito anche questo progetto, per
come necessario. Conferma che l’Amministrazione è vicina ai cittadini e
ne porterà avanti le istanze e le osservazioni che sono state presentate;
fatte proprie da tutta la compagine amministrativa nell'ambito della
relativa competenza.
Nel successivo intervento, l’on. Terrana ha chiesto che venisse sospeso
il provvedimento poiché non a norma di legge, in quanto nel progetto le
costruzioni non sono state indicate e quelle zone sono state presentate come
incolte e abbandonate.
Il consigliere Giacomo Orlando ha ricordato la battaglia comune
relativa alla vicenda della guardia medica che stava per essere eliminata a
Grotte, per un mero errore di un funzionario relativo alle tabelle Aci,
avanzando l’ipotesi che anche in questa situazione potrebbe esserci un
errore. Ha sostenuto che il Consiglio comunale, con tutte le sue forze,
dovrà lottare e se necessario andare a Palermo, perché i problemi vanno
affrontati; e ha concluso assicurando ai cittadini che i Consiglieri saranno
con loro.
Il signor Antonio Salvaggio, nel presupposto che il progetto sia
arrivato alla fine dell’anno scorso, ha mostrato il suo disappunto per non
esserne venuto a conoscenza in tempi più rapidi, sostenendo che sarebbe
stato utile allertare i cittadini affinché non firmassero il contratto.
Il consigliere Paolo Pilato, intervenendo anche a nome della
Minoranza, ha espresso soddisfazione per la partecipazione dei cittadini
alla seduta aperta del consiglio comunale, auspicando una maggiore affluenza
in futuro. Ha inoltre annunciato la sua disponibilità a collaborare con il
Presidente del Consiglio per la convocazione di ulteriori sedute di questo
tipo. Ha sottolineato l'importanza di un piano regionale per la
transizione ecologica ed energetica, che individui le aree idonee e non
idonee all'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti
rinnovabili. Tale piano, ha sottolineato, è necessario per evitare la
realizzazione selvaggia di impianti e per tutelare l'ambiente. Pilato ha
precisato che non si vogliono colpevolizzare né gli investitori né i
cittadini, ma che è fondamentale che vengano rispettate le normative
comunitarie, nazionali e regionali in materia di transizione ecologica ed
energetica.
A conclusione della seduta il presidente Angelo Carlisi ha ringraziato tutta
la classe politica (di maggioranza e di minoranza), i Consiglieri comunali,
l’Amministrazione, per avere dato vita a questo esempio di democrazia, di
cittadinanza attiva, per rappresentare le problematiche della comunità.
Ricordando che Grotte ha un senso civico alto, ha chiarito che è
il primo Comune tra quelli in cui si dovrebbe realizzare l’impianto ad avere
acceso i riflettori su questa vicenda, anche attraverso la convocazione
del Consiglio Comunale in seduta aperta, il cui verbale redatto sarà
trasmesso alle autorità competenti della Regione Sicilia; con l’auspicio
che la Commissione specialistica per le autorizzazioni ambientali e le altre
amministrazioni preposte all’iter autorizzativo possano valutare
attentamente tutte le criticità e le osservazioni emerse, con riferimento
all’investimento in questione, ed assumere le opportune determinazioni.
Carmelo Arnone
3
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Cronaca.
Pessimo lavoro nella posa della fibra ottica: ripristino del manto
stradale non a regola d'arte
Manto stradale
Problemi
con la posa della fibra ottica nel territorio comunale di Grotte. Dopo i
disagi causati dai lavori di scavo, con conseguenti interruzioni del
traffico, adesso a creare problemi è il manto stradale, non
ripristinato a regola d'arte da una delle ditte in subappalto di Open
Fiber.
(Manto stradale "ripristinato")
A
segnalare la situazione è il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza,
il quale ha dichiarato: "Per il momento, nell'esprimere la massima
solidarietà ai cittadini indignati per quanto accaduto, assicuro, come
sempre, il massimo impegno del Sindaco a tutela della comunità grottese".
Il Primo Cittadino ha reso noto che, nonostante le proteste e le minacce di
adire alle vie legali, "continua il pessimo lavoro" da parte della
ditta impegnata nelle attività di installazione.
(Via Madonna delle Grazie: scavi con segnali stradali a scelta)
"Consideriamo
inadeguate e per nulla concilianti - ha aggiunto il Sindaco - le
risposte del tecnico di Open Fiber 'accorso' dopo le lamentele
dell'Amministrazione comunale".
Per questo motivo, per martedì è previsto un ulteriore tavolo tecnico,
mentre - come ha reso noto il Sindaco - è stato già interessato un legale
per la tutela degli interessi dell'Ente.
Gli uffici, inoltre, stanno anche predisponendo una bozza di ordinanza
urgente e contingibile per fermare i lavori, che sarà anche trasmessa in
Prefettura.
Carmelo Arnone
3
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Attualità.
"Nel nostro Paese c'è ancora un presidio di giustizia"; del dott.
Carmelo Asaro
Dott. Carmelo Asaro
Di
solito parlo dei miei pensieri, non delle mie emozioni, ma questa volta farò
un'eccezione.
Chiedetemi che cosa provo di fronte alla mancata convalida del trattenimento
dei migranti nella struttura albanese ed io vi risponderò "tripudio".
Sì, tripudio, una gioia serena, quasi una festa dell'animo che mi richiama
in mente i miei tantissimi anni in magistratura. Un tripudio che
non ha a che fare con la politica. La gioia serena di constatare che nel
nostro Paese c'è ancora un presidio di giustizia, e che esso è
esercitato dalla magistratura.
Ho pensato a quel manipolo di disgraziati che si sono venduti la casa, hanno
dato un ultimo sguardo ai loro affetti e alle loro cose per sfuggire a una
persecuzione, per sottrarsi a un sopruso.
Si dirà che non per tutti la motivazione è questa. E allora? Fuggire dalla
fame è un delitto?
Non sto dicendo, a scanso di equivoci, che vanno tutti accolti nel nostro
Paese, sto invece dicendo che ciascuno è un "quadro di vita" la cui
condizione deve essere esaminata. Non un bidone da togliersi dai piedi
e accatastare a binario morto.
Bisogna o no sapere, per ciascuno di loro, e non all'ammasso, se hanno uno o
più diritti da fare valere?
Sono o no nostri simili che ci consegnano le loro vite e le loro speranze?
Spesso lo fanno col linguaggio dell'illegalità e bisogna reagire, non si
può accogliere tutti. Ma senza dimenticarci di essere umani.
Vengono i brividi al pensiero che un partito politico possa guadagnare
consensi da una politica siffatta. Perché dobbiamo odiare i migranti? E perché tutti insieme?
Sono un'umanità giovane che esprime la sofferenza col linguaggio del corpo,
con le frustate di agghiaccianti assassini. A uno di questi, al contrario delle sue vittime, è capitato di
vedersi servire su un nostro aereo di Stato calici di Dom Pérignon e
delicati frollini, forse un po' meno appetitosi del bambino che aveva
violentato. Abominio da pietra legata al collo nel fondo del
mare, per ripetere le parole di Cristo.
Sono fatti a cui l'indignazione non trova parole adeguate. Sono pugni sullo
stomaco. Per fortuna in Italia abbiamo un giudice. Teniamocelo caro. Non
facciamocene espropriare.
Il feudo di don Antò si estendeva per migliaia di ettari. Alcuni erano
terreni pianeggianti, altri scoscesi con sentieri che si inerpicavano lunga
la montagna.
A valle, un’ampia distesa di ulivi costeggiava la casa che si espandeva fino
a toccare la piantagione di pistacchi.
Dai rami degli alberi pendevano grossi grappoli di colore diverso che andava
da un verde chiaro fino al rosso a seconda del grado di maturazione.
Infine, incastonato ancora più a valle, a delimitare la masseria, c’era il
giardino di agrumi, fiore all’occhiello di tutto il possedimento. Era un
giardino ricco di alberi di aranci, limoni e mandarini.
Nel mese di maggio l’odore di zagara inondava ogni spazio ed era un piacere
respirare l’aria intrisa di quell’odore forte ed intenso.
La gestione del feudo era affidata a mezzadri e campieri che poi a loro
volta comandavano contadini e garzoni.
Per la coltivazione e la mietitura del grano si occupavano i mitateri
che avevano il compito di seguire i lavori per poi dividere il raccolto a
metà con il proprietario.
Il guardiano, oltre che confidente e persona di fiducia, spesso lo si vedeva
girare per le terre col fucile imbracciato e con la scusa di andare a caccia
controllava tutti i possedimenti.
Di grano ne era stato mietuto parecchio, era passata una settimana
dall’inizio. Ora era il momento di portare le gregne nell’aia per
essere pesate. L’aria era stata preparata.
Era importante scegliere il posto giusto: un pezzo di terra pianeggiante,
sopraelevato in modo tale che il vento soffiasse ad ogni ora del giorno.
Preparare l’aria era un lavoro certosino: prima con le zappe si
ripuliva tutto lo spazio, poi con i rastrelli si toglievano pietre ed
erbacce ed infine si irrigava la terra. Per fare questo i contadini
prendevano le quartare e le mettevano sottobraccio mentre, con
l’altra mano ostruivano quanto bastava la bocca della quartara in
modo che uscisse poca acqua alla volta.
Sopra la terra bagnata veniva buttata della paglia sottilissima a strati e
poi, a piccoli passi, ripetuti e continui, si calpestava.
Era curioso come, dopo aver messo la paglia, tutti cominciassero a pestare
quasi come fosse una danza, un gesto liberatorio. L’aria ora era
pronta per essere riempita.
Il sole non era ancora spuntato quando Giuseppe tirò fuori dalla stalla il
carretto e impaiò la mula.
Sali sopra il carretto e lentamente percorse tutta la trazzera che
conduceva ai campi.
Un rumore sordo si sentiva a tratti ogni qualvolta le ruote del carretto
incespicavano su avvallamenti o su pietre che si trovavano lungo il
selciato.
Quella strada era utilizzata dai contadini dei terreni circostanti, e lì di
buche ce n'erano veramente tante.
Finalmente Giuseppe giunse al campo, dove lo attendevano due ragazzi che
appena lo videro salutarono e cominciarono a lavorare di buona lena.
Afferravano energicamente le gregne le caricavano sopra il carro,
stando però attenti a metterle tutte con le spighe rivolte verso l’alto per
evitare che il peso le schiacciasse e fuoriuscisse il frumento.
Tutte le gregne erano ricoperte da uno strato sottile di rugiada che
brillava sotto i raggi di un timido sole.
Per tutta la mattinata fu un andare e venire fino a quando Giuseppe disse ai
due ragazzi: “Va bene così, ci rivediamo verso le quattro, ora c’è troppo
caldo e le spighe cominciano a sbriciolarsi”.
Attualità.
"Ricordo di Livatino"; del
dott. Salvatore Filippo Vitello
Dott. Salvatore Filippo Vitello
Beato Livatino
Riprendo
le parole di
Totò Carlisi e di
Carmelo Arnone in occasione dell'evento di Grotte dedicato a Rosario
Livatino, per riflettere sul suo sacrificio che lo unisce alle
altre vittime della violenza per la giustizia e la legalità e alla stessa
morte senza ragione del Figlio di Dio.
(Beato Rosario Angelo Livatino)
Ciò è
stato detto dal Card. Martini in occasione della commemorazione di
Vittorio Bachelet, vittima del terrorismo dalle Brigate Rosse, ucciso
dentro l'Università dove insegnava. Il Card. Martini definì Vittorio
Bachelet un "martire laico'. Definizione sicuramente sovrapponibile al
sacrificio di Livatino, per le stesse ragioni indicate dal Vescovo riguardo
alla vita ed alla morte di Bachelet, del tutto trasferibili sul giudice
Livatino, che di seguito riporto:
"Quando in odium fidei, gli uomini minacciano al credente la morte, come
esito della sua fedeltà, il Signore si serve di questa minaccia per
interpellare il credente, e per chiedergli di raccogliere il tutto della sua
vita per la suprema scelta religiosa di una testimonianza incondizionata di
fede... . (Bachelet come Livatino, ndr) non fu colpito colpito
nell'esercizio delle sue responsabilità ecclesiali, né per esse fu ucciso,
né in rapporto esplicito alla sua professione di fede, bensì nel cuore della
sua professionalità e della sua fedeltà a servizio della città degli uomini.
Anche qui c'è un mistero di pazienza forte e lungimirante".
Nel riferire queste parole alla morte di Livatino è giusto rimarcare
che egli venne ucciso perché magistrato al servizio della giustizia e
della legalità.
In lui le decisioni assunte lungo la sua vita sollecitano a vedere nella sua
morte la trasparenza della quotidiana testimonianza nell'esercizio
della giurisdizione, prima nelle funzioni di pubblico ministero e poi di
giudice, unita al percorso personale di credente.
Come per Bachelet "la mediazione del suo servizio alla città degli uomini
e la sua dedizione all'amore di Cristo ci si manifestano come una cosa sola".
La figura di Livatino, con il suo impegno per la giustizia e la sua visione
cristiana dell'uomo, continua a essere un faro per tutti coloro che
credono nella possibilità di un futuro libero dalla violenza e dalla
criminalità.
Promuovere una cultura della legalità e della solidarietà è un compito che
ci spetta come cittadini e come membri di una comunità globale.
Livatino è un martire la cui testimonianza ci viene consegnata quale sprone
a chi, chiamato a responsabilità istituzionali, continui ad occuparsi del
bene collettivo con animo aperto, retto e sereno.
Comune.
Grotte celebra il pensionamento dell'Ispettore Capo Liotta: una vita al
servizio della comunità
Le Autorità
Consegna targa
Con i colleghi
Si è svolta ieri mattina, venerdì 31 gennaio 2025, presso l’Aula consiliare
del Comune di Grotte, la festa di pensionamento dell'Ispettore Capo di
Polizia Municipale Salvatore Liotta. L'Ispettore Liotta, che ha dedicato
una vita al servizio della comunità, è andato in
pensione oggi, 1° febbraio 2025, per raggiunti limiti di età.
(Alfonso Provvidenza, Salvatore Liotta, Alfonso Davide Contrafatto, Angelo
Carlisi)
Alla festa erano presenti numerose autorità, tra cui il sindaco Alfonso
Provvidenza, il presidente del Consiglio comunale Angelo Carlisi,
il comandante della locale Stazione carabinieri Maresciallo Maggiore
Alfonso Davide Contrafatto, diversi componenti della Giunta municipale e
i colleghi dipendenti comunali.
Nel corso della cerimonia, al neo pensionato è stata consegnata una targa
ricordo, con l'intestazione del Comune di Grotte, nella quale è riportata la
frase: "All'Ispettore Capo Salvatore Liotta, per l'attività lavorativa
svolta con impegno nell'interesse della nostra comunità".
(Consegna della targa)
L'Ispettore Liotta ha prestato per lunghi anni servizio presso il Comune di
Grotte; durante la sua carriera ha sempre dimostrato grande professionalità,
dedizione e spirito di servizio, diventando un punto di riferimento per i
colleghi e per la comunità.
L'Amministrazione comunale e i colleghi tutti ringraziano l'Ispettore Liotta
per il prezioso contributo reso alla comunità e gli augurano un sereno e
felice periodo di pensionamento.
(Con i colleghi)
La redazione di Grotte.info Quotidiano si unisce ai colleghi e alla
comunità cittadina nel congratularsi con l'Ispettore Capo Salvatore Liotta
per il meritato traguardo raggiunto, augurandogli un futuro ricco di
soddisfazioni personali.
Carmelo Arnone
1
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Chiesa.
Cammino Neocatecumenale: annuncio del Vangelo e invito all'incontro con
Dio
Locandina
Questa
sera e domani, sabato 1 e domenica 2 febbraio 2025, durante le
sante Messe nelle chiese di Grotte, verrà dato un annuncio
speciale da parte dei fratelli e sorelle del Cammino Neocatecumenale.
Si tratta di un invito rivolto a giovani e adulti che desiderano conoscere
più da vicino l'amore di Dio e la sua volontà di incontrare ogni persona.
(Locandina)
Il
Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione cristiana che aiuta a
riscoprire la ricchezza del Battesimo e a vivere una fede adulta e
consapevole.
Nato in Spagna negli anni '60, si è diffuso in tutto il mondo ed è
riconosciuto dalla Chiesa Cattolica.
L'annuncio che verrà dato nelle chiese di Grotte è un invito a
partecipare a delle catechesi che si terranno ogni martedì e venerdì alle
ore 20.00, a partire dal 4 febbraio. Durante questi incontri, verrà
presentato il cosiddetto "kerigma", ovvero il primo annuncio del Vangelo,
che invita a riconoscere l'amore di Dio e la necessità di accogliere la sua
misericordia.
Coloro che desiderano approfondire questo annuncio e conoscere più da vicino
il Cammino Neocatecumenale potranno partecipare ad una convivenza di inizio
corso.
Gli incontri successivi si terranno ogni martedì e venerdì alle ore 20.00, a
partire dal 4 febbraio, e si svolgeranno in due modalità:
- presso i locali della parrocchia del Monte Carmelo;
- presso le case di alcune famiglie: Nicoliello Federico e Spataro Syndi
(via Basilicata 1) e Puglisi Gioacchino e Alaimo Lina (via Brodolini 11).
I fratelli e le sorelle del Cammino Neocatecumenale invitano tutti coloro
che sono alla ricerca di Dio a non avere paura di lasciarsi incontrare dal
suo amore. Si tratta di un'occasione per conoscere più da vicino la fede
cristiana e per scoprire come Dio può cambiare la vita di ogni persona.
Iniziative.
Il dott. Antonio Carlisi: "Sono un devoto del Beato Livatino;
complimenti al Sindaco e all'Onorevole"
Dott. Antonio Carlisi
Il
dott. Antonio Carlisi, con un post su Facebook, ha
espresso pubblicamente il suo compiacimento per l'iniziativa di
realizzare a Grotte un murale raffigurante il beato Rosario Livatino. Di
seguito ne pubblichiamo il testo.
*****
"Io
sono un devoto del beato giudice Rosario Angelo Livatino.
Sono contento di apprendere che a Grotte sarà realizzato un Murale a Lui
dedicato. Complimenti al Comune di Grotte, al sindaco dott. Provvidenza e
all'onorevole Rosellina Marchetta.
Sarebbe una felice coincidenza se tale Murale potesse essere inaugurato a
Grotte nel mese di maggio di quest'anno, subito dopo la data del 9 maggio,
giorno della beatificazione avvenuta appunto il 9 maggio 2021.
Parrebbe infatti che proprio il 9 maggio 2025 le spoglie mortali del Beato
saranno traslate dal Cimitero comunale di Canicattì, dove attualmente
riposano, in una apposita cappella già individuata presso la Chiesa Santa
Chiara di Canicattì, che diventerà così Santuario del Beato Livatino,
Martire della Fede e della Giustizia.
Santuario che diverrà perciò luogo simbolico di legalità.
Bello a distanza di qualche giorno da questo evento a Canicattì, potere
inaugurare il Murale a Grotte". Antonio Carlisi
Iniziative.
La Fondazione Federico II sceglie Grotte
per un progetto di riqualificazione urbana
Fondazione Federico II
La Fondazione Federico II, ente culturale dell'Assemblea Regionale
Siciliana, ha approvato la proposta del Comune di Grotte tesa a
realizzare un progetto di riqualificazione urbana attraverso l'arte
contemporanea. L'iniziativa, sostenuta dall'on. Rosellina Marchetta
ed approvata dal presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana on.
Gaetano Galvagno, si pone l'obiettivo di promuovere la coesione sociale
e la valorizzazione del patrimonio culturale siciliano.
(Fondazione Federico II)
Il progetto prevede la realizzazione di un murale raffigurante il beato
Rosario Angelo Livatino, magistrato ucciso dalla mafia, simbolo di
legalità e giustizia.
L'opera si inserisce in un percorso di riqualificazione urbana già avviato
in diverse province siciliane, con realizzazioni a Palermo, Paternò, Gela,
Augusta, Vittoria e altre città.
La
Fondazione Federico II si farà carico dei costi di realizzazione del
murale, comprensivi del compenso per l'artista e della promozione
dell'evento. Il Comune di Grotte avrà il compito di individuare l'area
interessata dall'intervento, scegliere l'artista e il progetto, che sarà
condiviso con la Fondazione.
"Siamo orgogliosi di poter realizzare questo progetto a Grotte -
questa la dichiarazione dei vertici della Fondazione Federico II -. La
figura di Livatino è un esempio di integrità morale e professionale, un
simbolo di legalità che vogliamo celebrare attraverso l'arte. Crediamo che
questo murale possa essere un importante contributo alla riqualificazione
urbana di Grotte e un messaggio di speranza per tutta la comunità".
Il sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, ha espresso la sua
soddisfazione per la scelta della Fondazione Federico II: "Ringraziamo la
Fondazione e l’on. Rosellina Marchetta per questa opportunità. Il nostro
Comune è da sempre impegnato nella promozione della cultura e della
legalità, e questo progetto si inserisce perfettamente in questo percorso.
Siamo certi che il murale dedicato a Livatino sarà un motivo di orgoglio per
tutti i cittadini e un monito costante contro la mafia".
L'iniziativa approvata dalla Fondazione Federico II rappresenta
un'importante occasione per il Comune di Grotte di valorizzare il proprio
patrimonio culturale e di promuovere i valori della legalità e della
giustizia. Un progetto che, attraverso l'arte, vuole rendere i cittadini
consapevoli dell'importanza di riqualificare gli spazi urbani e di
contribuire a migliorare la qualità della vita nella propria comunità.
Carmelo Arnone
1
febbraio
2025
Riproduzione riservata.
Iniziative.
Grotte ricorderà il beato Livatino con un murale; simbolo di legalità e
rinascita urbana
Beato Livatino
È stata accolta favorevolmente dalla Fondazione Federico II (presidente
dall'on. Gaetano Galvagno, attuale presidente dell’Assemblea Regionale
Siciliana) la proposta avanzata dal Comune di Grotte della realizzazione di
un murale dedicato alla figura del giudice Rosario Angelo Livatino,
proclamato Beato (martire della Giustizia e della Fede) dalla Chiesa
cattolica. La proposta rientra nel più ampio progetto di riqualificazione
urbana, che ha come tema la legalità, ispirato a quanti hanno sacrificato la
vita per lo Stato.
(Beato Rosario Angelo Livatino)
Rosario Angelo Livatino, giudice siciliano ucciso dalla mafia nel 1990, è
stato proclamato beato nel 2022. La sua figura, esempio di integrità morale
e professionale, è un faro per la comunità, sia come uomo di legge che come
testimone di fede. Il suo impegno per la giustizia e la sua profonda
devozione religiosa lo hanno reso un simbolo di lotta alla criminalità
organizzata e un modello per i credenti.
Il progetto di riqualificazione urbana, che prevede la realizzazione del
murale, rappresenta un'importante occasione per il Comune di Grotte. La
rigenerazione urbana non è solo un modo per preservare e valorizzare il
territorio, ma anche un volano per lo sviluppo economico e turistico.
Interventi di questo tipo possono migliorare la qualità della vita dei
cittadini, attrarre nuovi residenti e visitatori, e creare nuove opportunità
di lavoro.
Il sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, ha espresso la sua
gratitudine alla Fondazione Federico II e all'on. Rosellina Marchetta
per aver sostenuto questa iniziativa. "Un caloroso ringraziamento all'on.
Rosellina Marchetta, componente del Consiglio di amministrazione della
Fondazione Federico II, che ha sostenuto e promosso la partecipazione al
rilevante progetto", ha dichiarato il Primo Cittadino.
Il murale dedicato al beato Livatino rappresenta un messaggio di speranza e
legalità per la comunità di Grotte e per l'intera Sicilia. La sua figura,
esempio di coraggio e sacrificio, ricorda l'importanza di non arrendersi di
fronte alla criminalità e difendere i valori della giustizia e della
legalità.
Carmelo Arnone
1
febbraio
2025
Riproduzione riservata.