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Grotte.info Quotidiano - Settembre 2011

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Settembre 2011

 

30/09/2011

Comune. Istituito il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti presso l'isola ecologica

 

Istituito il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti presso l'isola ecologica.
Manifesto

Istituito il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti presso l'isola ecologica.

Riceviamo e pubblichiamo.

"Si avvisa la cittadinanza che decorrere da lunedì 17 ottobre 2011 tutti i rifiuti ingombranti (materassi, mobili vecchi, televisori etc.) che attualmente si depositano accanto i cassonetti di raccolta dei rifiuti solidi urbani, dovranno essere conferiti presso il piazzale antistante l'autoparco comunale di via F. Ingrao (accanto l'isola ecologica per la differenziata) all'interno di un apposito cassone scarrabile.
Sarà possibile conferire con l'ausilio del personale addetto all'isola ecologica tutti i giorni durante gli orari di apertura del centro comunale di raccolta e precisamente:
lunedì dalle ore 7,30 alle ore 13,30;
martedì dalle ore 7,30 alle ore 13,30;
                                                 mercoledì dalle ore 12,00 alle ore 18,00;
giovedì dalle ore 7,30 alle ore 13,30;
venerdì dalle ore 7,30 alle ore 13,30;
sabato dalle ore 7,30 alle ore 13,30.
Questo servizio, espressamente richiesto alla GE.SA. Ag.2 dal Comune di Grotte si prefigge di realizzare un maggiore decoro della nostra città. Si chiede, pertanto, massima collaborazione a tutti i concittadini, atteso che dal 17 ottobre sarà assolutamente vietato depositare gli ingombranti accanto i cassonetti".
 

 

  L' Assessore all'Igiene Ambientale
Rag. Piero Castronovo
Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato
 
 

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29/09/2011

Comune. Bonus di mille euro per i nuovi nati, riapertura dei termini di presentazione delle domande

 

Bonus di mille euro per i nuovi nati; riapertura dei termini di presentazione delle domande.
Manifesto

Sono stati riaperti i termini di presentazione delle domande per ottenere la concessione di un bonus di 1.000 euro per i bambini nati nel primo quadrimestre 2011 (dal 01/01/2011 al 30/04/2011). Uno dei genitori, o chi esercita la patria potestà, può presentare istanza entro il 31 ottobre 2011. Le domande presentate entro i termini stabiliti dal bando precedente mantengono la loro validità e, quindi, non è necessario presentarle nuovamente. Anche per i bambini nati nel secondo quadrimestre (dal 01/05/2011 al 31/08/2011) le domande debbono essere presentate entro la data del 31 ottobre 2011. Invece per i bambini nati nel terzo quadrimestre (dal 01/09/2011 al 31/12/2011) le domande dovranno essere presentate entro la data del 31 gennaio 2012. All'istanza occorrerà allegare la fotocopia di un documento di riconoscimento - in corso di validità -, l'attestazione ISEE riferita all'anno 2010, copia del permesso di soggiorno per gli extracomunitari e copia dell'eventuale provvedimento di adozione (per i genitori adottivi). Ulteriori informazioni sono disponibili nel manifesto e presso l'Ufficio Servizi Sociali del Comune.
 

 

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29/09/2011

Comune. Gita per 50 anziani a Modica e Ragusa Ibla

 

Gita per 50 anziani a Modica e Ragusa Ibla.
Manifesto

L'assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Grotte organizza una gita a Modica e Ragusa Ibla, a favore di 50 anziani.
La gita, della durata di un giorno, si svolgerà domenica 16 ottobre. I cittadini interessati, di età non inferiore a 60 anni se donne, 65 anni se uomini, possono presentare la richiesta di partecipazione, entro il 30 settembre, presso l'Ufficio Servizi Sociali, allegando l'attestazione ISEE riferita all'anno 2010. La graduatoria degli aventi diritto, che verrà stilata al fine di stabilire i nominativi dei partecipanti, terrà conto del reddito complessivo del nucleo familiare; saranno privilegiati i più anziani e con reddito inferiore.
 

 

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29/09/2011

Spettacolo. Risate con Paride Benassai, agli "Incontri alla Torre"

 

Risate con Paride Benassai, agli "Incontri alla Torre".
Vedi le foto

Il primo dei tre "Incontri alla Torre", manifestazione estiva - tra spettacoli ed incontri culturali - che da qualche anno caratterizza l'estate grottese, ha avuto come mattatore il comico siciliano Paride Benassai. L'artista, accompagnato da una cantante e da un chitarrista, ha catalizzato l'attenzione del numeroso pubblico, coinvolgendolo in esilaranti macchiette. Facendo leva sulle (cattive) abitudini e sui (mal) costumi isolani, ha delineato in modo surreale - stigmatizzandolo con estrema ironia e levità - lo stile di vita dei siciliani. Una serata trascorsa in allegria, ridendo di se stessi.

 

 


Pubblichiamo alcune immagini (41 foto di © Salvo Lo Re "President").

Spettacolo di Paride Benassai Visita l'argomento
 

 

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28/09/2011

Volontariato. Concluso il GroEst 2011 con lo spettacolo finale

 

Concluso il Groest 2011 con lo spettacolo finale
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Quasi un mese di attività - iniziata ad agosto e terminata a settembre - durante il quale sono stati impegnati numerosi animatori; tanto è durata l'edizione 2011 del GroEst (Grotte Estiva), iniziativa organizzata dall'Associazione "L'isola ke nn c'è".
Con l'entusiasmo dei bambini e l'apprezzamento unanime dei genitori, i giorni sono trascorsi tra giochi, balli, incontri, attività educative e formative. La conclusione dell'iniziativa non poteva che essere coronata, come nelle precedenti edizioni, con uno spettacolo conclusivo, che racchiudesse l'insieme delle esperienze vissute ed acquisite dai ragazzi.

 

 


Pubblichiamo alcune immagini (42 foto di © Salvo Lo Re "President").

Spettacolo finale GroEst 2011 Visita l'argomento
 

 

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26/09/2011

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.

Lunedi 26 settembre
- alle ore 19.30, nella chiesa del Purgatorio, riprendono gli incontri di preghiera del Rinnovamento nello Spirito.

Martedi 27
settembre
- alle ore 18.00, a San Francesco, riunione dei 27 Ministri Straordinari del Gruppo Liturgico delle parrocchie Madonna del Carmelo e Santa Venera.

Mercoledi 28
settembre
- alle ore 17.30, a San Francesco, riunione dei catechisti delle parrocchie Madonna del Carmelo e Santa Venera; aperta anche a quanti desiderano dedicarsi all'attività catechistica;
- alle ore 19.00, a San Francesco, riunione del Consiglio Pastorale Interparrocchiale.

Domenica 2
ottobre
- celebrazione della "Supplica alla Madonna di Pompei" nella chiesa madonna del Carmelo:
     alle ore 11.00, Santo Rosario;
     alle ore 11.30, Santa Messa;
    
alle ore 12.00, Supplica alla Madonna di Pompei.

Avviso
- Domenica 2 ottobre si celebra la "Festa dei nonni".
 

 

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26/09/2011

Lettere. "Una sera d'inverno, mentre fuori pioveva a dirotto..."; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello

Riceviamo e pubblichiamo.

          "Carissimo Carmelo,
una sera d’inverno, mentre fuori pioveva a dirotto, sono salito in soffitta a recuperare una vecchia stufa e mi sono imbattuto in un baule di cui avevo dimenticato l’esistenza.
          Una fitta coltre di polvere lo ricopriva. L’ho ripulito alla bella e meglio e ho cercato di aprirlo. C’erano i miei ricordi, alcuni consunti dal tempo, che hanno mosso la mia penna e si sono imposti nella mia mente in un intreccio di emozioni in cui era difficile districare il passato dal presente.
          E così, ad uno ad uno, sono riaffiorate, talvolta in modo nitido, talaltra in modo più sfumato, tante piccole, ma grandi figure di persone umili di cui sicuramente si sarebbe persa la memoria se nessuno si fosse preso la briga di ricordarle. La Storia, infatti, ricorda solo le persone che stanno in alto, capi di governo, politici, generali ecc., riservando, nel migliore dei casi, solo un cenno a quelle che il destino ha voluto che avessero una vita grama e infelice sulla Terra e magari, se di estrema sinistra, anche un posto sicuro all’Inferno, secondo una consumata diceria pretesca.
          Purtroppo parte dei ricordi ha subito l’usura degli anni trascorsi e, perciò, l’opera di riesumazione delle persone, che hanno accompagnato la mia infanzia, è fisiologicamente monca e ingenerosa verso chi è stato tratteggiato un po’ troppo sommariamente e, ancor più, verso chi, certamente meritevole di menzione, è ancora nascosto nei meandri più profondi e inaccessibili della mia memoria. Di ciò chiedo venia.
          Con la presente, volevo ringraziarti per aver assecondato il mio bisogno di tornare, anche se solo idealmente, al passato e di strappare all’oblio uomini e donne che hanno tessuto l’ordito assiologico della nostra Comunità.
          Un grazie di cuore agli amici Carmelo Vizzini, Ignazio Arnone, avv. Venerando Bellomo, Salvatore Caltagirone e Michelangelo Girgenti, che, talvolta, hanno gettato una luce nel fondo del mio baule, illuminando ricordi offuscati dall’obsolescenza, nonché a tutti quei lettori che mi hanno onorato della loro affettuosa attenzione e mi hanno emozionato quando, commossi, mi hanno fermato per strada per ringraziarmi di aver ricordato qualche loro caro o, semplicemente, di aver riportato indietro, anche per loro, le lancette del tempo.
          Un grazie particolare a Silvia Carli, che ha saputo leggere anche tra le anse più riposte del mio testo.
          Cordiali saluti".

 

   

Carmelo Luparello
 

 
  Dalla Redazione.
"Quand'ero bambino..." è l'incipit del lungo viaggio nella memoria che il prof. Luparello ci ha fatto rivivere, con passione, nel corso degli appuntamenti settimanali che ci hanno accompagnato per qualche tempo. Non soltanto le persone comuni, gli umili, talvolta gli ultimi, i dimenticati, ma anche i luoghi, i vicoli, le piazze - di cui ciò che rimane dello splendore di un tempo è solo poco più che la stessa coincidente limitata frazione spaziale - ed ancora le abitudini, i modo di dire, i costumi di una Civiltà che non può essere solo definita "contadina"; questo è il ricco tesoro immateriale che ci ha donato, con grande generosità, il prof. Luparello. Un tesoro tratto dai suoi ricordi, ma che appartiene all'intera comunità di Grotte. L'anziana figura dello "Zi' Vanniddru" che mesto, voltando le spalle al futuro ormai imminente, "si avviò, per la discesa di Via Nievo...", pare essere il prologo dell'inizio della fine di un'epoca che, dopo decenni di oblio, torniamo a rivendicare con legittimo orgoglio. Nelle nostre radici storiche e culturali - da riscoprire, custodire e tramandare - è da ricercare la nostra identità; una piccola grande tessera che, insieme a molte altre, è parte dell'unico splendido mosaico che è l'identità del mondo intero.
Di questo inatteso regalo, siamo noi a ringraziare Carmelo Luparello che, ci auguriamo, continuerà a renderci partecipi di altri "tesori nascosti".
 
   

Carmelo Arnone
 

 

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24/09/2011

Attualità. Libreria "Paoline" di Agrigento: vanno via le suore, ma la missione continua

 

Libreria "Paoline" di Agrigento: vanno via le suore, ma la missione continua

Dopo quasi un secolo di presenza nella Città dei Templi, le suore Figlie di San Paolo - più note come "Paoline" - lasciano la città per essere trasferite in altre sedi. La motivazione è, come accade sempre più spesso, la mancanza di vocazioni religiose, che costringe a rivedere gli impegni e la presenza di molti ordini religiosi nei luoghi in cui si sono trovati ad operare.
Vanno via da Agrigento proprio oggi, lasciando un vuoto in tutti quelli che hanno avuto modo di trovare, nella loro attività, un consiglio, una parola gentile, un conforto, un sorriso. Tuttavia delle "Paoline" rimarrà la presenza attiva; infatti la prestigiosa e storica libreria di Via Atenea non chiuderà ma sarà affidata a tre laici: Domenico Reina di Agrigento, Concetta Fallea di Racalmuto e Giuseppe Falzone di Grotte. Saranno loro che si assumeranno concretamente l'impegno che è alla base del carisma di Don Alberione, fondatore dell'Istituto Figlie di San Paolo: "Portare la parola di Dio agli uomini di oggi, con i mezzi di oggi".
 

 

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24/09/2011

Cronaca. Operazione "Panis" dei Carabinieri di Canicatti: tre arresti a Grotte

 

Operazione "Panis" dei Carabinieri di Canicatti: tre arresti a Grotte.

La Compagnia Carabinieri di Canicatti, agli ordini del Capitano Menta, ha eseguito ieri 23 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Agrigento, su richiesta della Procura. Tre i grottesi tratti in arresto: F. I. di 48 anni, C. A. M. di 31 anni e C. G. M. di 35 anni. A carico degli arrestati sono stati riscontrati gravi indizi di colpevolezza in merito ai reati di detenzione illegale e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini relative all'operazione, chiamata "Panis", che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono iniziate a Canicatti nel 2008, con il sequestro di alcune dosi di droga confezionate in bustine e già pronte allo spaccio.
 

 

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23/09/2011

Musica.  "Lirica sotto le Stelle", XI Edizione

 

Lirica sotto le Stelle, XI Edizione
Video 1^ parte


Lirica sotto le Stelle, XI Edizione
Video 2^ parte

Nel silenzio generale, il M° Salvatore Galante al pianoforte, con le note della "Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni, ha aperto la XI edizione del Gran Galà della Lirica "Lirica sotto le Stelle".
La manifestazione musicale, ideata e diretta dal M° Salvatore Salvaggio, presentata da Egidio Terrana, rientra in Sicilia tra le iniziative più rilevanti nel mondo della lirica, organizzata dall'Associazione Musicale "G. Rossini" con il patrocinio del Comune di Grotte. Come per la precedente edizione, l'evento è stato ospitato nell'atrio della scuola elementare "A. Roncalli", all'interno del quale un pubblico attento e disciplinato ha potuto apprezzare alcune tra le più belle "arie" della musica di tutti i tempi. Durante l'ormai immancabile appuntamento musicale estivo grottese sono stati assegnati i Premi "Alla Giovane Promessa" ed "Alla Carriera", giunti alla V edizione. Al Baritono Carmelo Corrado Caruso è stato conferito, dal presidente del Consiglio Comunale di Grotte Angelo Collura, il Premio "Lirica sotto le Stelle - Alla Carriera", mentre il riconoscimento "alla Giovane Promessa" è stato consegnato, dall'assessore alla Cultura Salvatore Rizzo, al Soprano Valentina Jacono. Il repertorio proposto, attingendo sia dalla tradizione classica che da quella moderna e popolare, ha entusiasmato il pubblico che, con lunghi e ripetuti applausi ha confermato il successo della manifestazione.

Carmelo Arnone
23 settembre 2011
© Riproduzione riservata.

Pubblichiamo alcune immagini ed il video integrale della manifestazione (foto di © Salvo Lo Re "President" e riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").

"Lirica sotto le Stelle" - Foto Visita l'argomento
 

Lirica sotto le Stelle, XI Edizione
Vedi le foto

  "Lirica sotto le Stelle" - 1^ parte Visita l'argomento "Lirica sotto le Stelle" - 2^ parte Visita l'argomento
 
 

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22/09/2011

Cultura. Roy Paci alla IX Edizione del Premio di Poesia Dialettale "Nino Martoglio"

 

IX Edizione del Premio di Poesia Dialettale "Nino Martoglio"
Manifesto

Roy Paci a Grotte
Roy Paci

Francesco Bellomo
Francesco Bellomo

IX Edizione del Premio di Poesia Dialettale "Nino Martoglio"

Si svolgerà domenica 2 ottobre alle ore 20.30 nell'atrio del Palazzo Municipale di Grotte, la IX Edizione del Premio di Poesia Dialettale "Nino Martoglio" - Città di Grotte, ideato e diretto da Aristotele Cuffaro.
La giuria del Premio, formata dai professori Salvatore Di Marco (Presidente), Tommaso Romano, Domenico Criminisi, Salvatore Trovato, Salvatore Mugno, Alfio Patti e dal Dott. Antonio Liotta (editore), al termine di una attenta valutazione ha comunicato le proprie valutazioni sulle raccolte partecipanti. Sono stati, quindi, individuati i nomi dei tre finalisti, ai quali verrà assegnato il Trofeo "Martoglio", scultura opera dell'artista Rosalinda Monti. Durante la cerimonia di consegna dei premi, sarà anche proclamato il vincitore del contratto editoriale gratuito con la casa editrice "Medinova", che assicurerà la pubblicazione e la diffusione della raccolta. La cerimonia di premiazione sarà presentata dal giornalista Carmelo Lazzaro.
All'interno della manifestazione verranno consegnati anche due Premi Speciali:
- al musicista Roy Paci, quale artista rappresentativo della sicilianità nel panorama artistico-musicale internazionale;
leggerà la motivazione del Premio il Critico Cinematografico Eliana Lo Castro, membro speciale della Giuria;
- Premio Speciale “Francesco Pillitteri”, al produttore Francesco Bellomo, figura rappresentativa della sicilianità nell'ambito teatrale e televisivo.
Alla manifestazione interverranno il sindaco di Grotte Paolo Pilato, l'assessore alla Cultura Salvatore Rizzo ed il Presidente del Lions Club "Zolfare" Giovanna Zaffuto.
 

 

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22/09/2011

Comune. Il Difensore Civico a Grotte: compiti ed orari di ricevimento dei cittadini

 

Il Difensore Civico a Grotte

Probabilmente non a tutti è noto che anche a Grotte è stata istituita ed è attiva la figura del Difensore Civico, un tramite fra i cittadini e la Pubblica Amministrazione.
Il difensore civico interviene, su richiesta di cittadini singoli o associati o di propria iniziativa, per accertare che i procedimenti amministrativi abbiano regolare corso e che i provvedimenti siano correttamente e tempestivamente emanati, segnalando abusi, disfunzioni, carenze e ritardi dell'azione amministrativa.
Nell'esercizio delle proprie funzioni, risponde alle petizioni ed istanze di cittadini, di associazioni ed organismi, comunicando il risultato della propria attività in ordine all'oggetto richiesto; ha diritto di accesso agli uffici, chiedendo copia di atti e notizie in ordine allo stato dei procedimenti, salvo i casi in cui prevale per legge il segreto d'ufficio; può partecipare ai procedimenti amministrativi, a tutela dei cittadini interessati ed interloquire con amministratori e responsabili degli uffici e servizi; può rassegnare per iscritto il proprio parere al responsabile dell'ufficio e del servizio, in ordine ad eventuali disfunzioni o irregolarità accertate, dando comunicazione contestuale al sindaco o all'assessore competente per materia; segnala agli organi competenti eventuali ritardi, disfunzioni e carenze ed, in caso di ritardo, invita gli organi a provvedere entro i termini stabiliti a norma di legge e di regolamento; può inoltrare proposte, segnalazioni e relazioni al sindaco, al consiglio comunale ed alla giunta comunale sull'andamento dell'azione amministrativa; può invitare l'amministrazione a riesaminare atti e provvedimenti qualora ne ravvisi irregolarità o vizi procedurali. Nello svolgimento delle sue funzioni è sottoposto al vincolo del segreto d'ufficio.
Attualmente è Difensore Civico del Comune di Grotte la dott.ssa
Gaetana Randazzo. Per le proprie richieste, i cittadini possono rivolgersi al Difensore Civico recandosi presso il Comuneogni lunedi dalle ore 16.00 alle ore 18.00.
 

 

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21/09/2011

Comune. L'Amministratore dell'Anas inaugurerà la nuova strada Lumia-Falcia

 

L'Amministratore dell'ANAS inaugurerà la nuova strada Lumia-Falcia.
Pietro Ciucci

Con una lettera indirizzata al sindaco Paolo Pilato, l'Amministratore Unico dell'Anas Pietro Ciucci ha confermato la sua presenza alla cerimonia di inaugurazione della nuova strada di collegamento tra la contrada Lumia e la contrada Falcia, la cui realizzazione sarà possibile grazie ai fondi relativi alle opere di compensazione, elargiti proprio dall'Anas, per i disagi causati dai lavori di raddoppio della Strada Statale 640 Agrigento-Caltanissetta.
"Rispondo alla Sua lettera del 19 agosto u.s. - scrive Ciucci al sindaco Pilato - con la quale ha voluto cortesemente testimoniare l'impegno dell'Anas volto alla realizzazione della strada di collegamento Lumia-Falcia. Le comunico che non appena l'opera verrà completata, compatibilmente con gli impegni di lavoro, parteciperò con vero piacere alla cerimonia di inaugurazione". La nuova strada Lumia-Falcia (per cui saranno resi disponibili fondi pari ad 1 milione di euro), collegandosi alla strada Falcia-San Benedetto (della quale sono previsti lavori di rifacimento, come unica via di fuga a servizio della città di Grotte) costituirà una importante arteria viaria in grado di ottimizzare il flusso del traffico veicolare tra Grotte ed Agrigento.

Carmelo Arnone
19 settembre 2011
© Riproduzione riservata.
 

 

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21/09/2011

Volontariato. Numerosa adesione alla gita sociale ADAS al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo

 

Gita sociale dei donatori ADAS al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo.
Manifesto

E' andata ben oltre le aspettative degli organizzatori l'adesione alla gita sociale che il Consiglio Direttivo della sezione ADAS di Grotte ha organizzato, per tutti i soci donatori ed i loro familiari, per la prossima domenica 25 settembre, ad Erice e San Vito Lo Capo (in provincia di Trapani) in occasione della giornata conclusiva del "Cous Cous Fest".
Le adesioni, la cui raccolta si è conclusa domenica 18 settembre, in concomitanza con la giornata di donazione, hanno consentito di confermare gli impegni relativi alla gita.
Il raduno dei partecipanti, per la partenza, è fissato per domenica 25 settembre, alle ore 06.30 in Piazza Magnani (piazza mercato).
 

 

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20/09/2011

Sport. Regolamento e calendario degli incontri del torneo "Grotte Open" di tennis

 

Aperte le iscrizioni per il "Grotte Open" di tennis.
Locandina


Calendario incontri

Sono già iniziati domenica 18 settembre i primi incontri della IV edizione del torneo di tennis "Grotte Open", organizzati dalla Polisportiva "Athena". Il "singolare maschile" prevede una prima fase a gironi ed una seconda fase ad eliminazione diretta.
Pubblichiamo il Regolamento del torneo ed il calendario degli incontri.

Calendario degli incontri Visita l'argomento

Regolamento generale del torneo:
Art. 1: Le partite verranno disputate secondo la formula 2 Set su 3. L'eventuale terzo set si disputerà come un normale set a 6 games con eventuale tie break finale a 7 punti;

Art. 2: Nella prima fase a gironi verranno assegnati n° 1 punto per ogni set vinto ed un bonus di 2 punti per ogni match vinto;

Art. 3: In campo ogni giocatore deve mantenere un comportamento corretto e sportivo, in caso contrario si può incorrere all'eliminazione;

Art. 4: Il torneo si disputerà sotto la supervisione del G.A.T. Agnello Calogero - Cod. 190762. Sarà suo compito far rispettare il presente regolamento in tutti i suoi punti ed il regolamento FIT in genere, egli avrà l'autorità di prendere provvedimenti disciplinari;

Art. 5: Tutte le partite del torneo verranno disputate con la presenza del giudice di sedia designato;

Art. 6: Tutte le partite verranno disputate presso il campo comunale di Grotte. Tutti i giocatori dovranno avere cura totale della struttura e prestare la massima attenzione nel non danneggiarla;

Art. 7: Il calendario sopra riportato deve essere rispettato nelle date e negli orari previsti. Nel caso in cui ciò non possa accadere possono essere sfruttati gli spazi in bianco previsti per i recuperi, gli orari mattutini e gli orari pomeridiani rimasti liberi nei seguenti giorni della settimana: Lun-Mer-Ven-Sab-Dom;

Art. 8: Gli spazi previsti per i recuperi possono essere utilizzati solo dopo l'autorizzazione da parte di uno dei membri dello staff organizzativo;

Art. 9: Fanno parte dello Staff Organizzativo: Lombardo Santino (C.D. referente disciplina Tennis) - Villardita Antonio (C.D. Referente disciplina Tennis - settore "Adulti") - D'Ina Francesco (C.S. Referente disciplina Tennis - settore "Junior");

Art. 10: I giocatori che disputeranno la prima partita in calendario delle due sessioni giornaliere (Mattutina - Pomeridiana) dovranno presentarsi con 15 minuti di anticipo. I giocatori che disputeranno le partire a seguire dovranno presentarsi con 30 minuti di anticipo;

Art. 11: La Polisportiva Athena metterà a servizio dei partecipanti l'intera struttura in tutte le sue parti al momento utilizzabili e le palline da tennis di marca "Babolat" modello "VS". Non è concesso l'utilizzo di nessun altra tipologia di palline se non deciso dallo staff organizzativo;

Art. 12: Per quanto non esplicitamente indicato nel presente regolamento generale si fa riferimento al vigente regolamento FIT.
 

 

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19/09/2011

Lavori. Prosegue la risistemazione della copertura della chiesa Madre

 

 

Continuano i lavori di risistemazione della copertura della chiesa Madre. Il luogo sacro, da tempo chiuso al culto a causa di infiltrazioni piovane e caduta di calcinacci - che avrebbero potuto pregiudicare la sicurezza dei fedeli -, è stato oggetto di un finanziamento regionale che ne sta consentendo il rifacimento del tetto. La temporanea indisponibilità della chiesa, che si protrae da un paio d'anni, ha arrecato qualche disagio alla comunità ecclesiale, in particolare a quella parrocchiale di Santa Venera, che ha dovuto trasferire tutte le proprie attività - celebrazioni, incontri, liturgie, catechismo - nella vicina chiesa dedicata alla Anime Sante del Purgatorio, accogliente ma di dimensioni più ridotte. Non sono noti i tempi di fine dei lavori e di riapertura della Madrice di Grotte, evento tanto atteso che sarà salutato con grande gioia da tutto il paese, ma l'alacre attività degli operai e delle maestranze impegnate nel rifacimento del tetto lascia ben sperare.

Carmelo Arnone
19 settembre 2011
© Riproduzione riservata.
 

 

Proseguono i lavori per la risistemazione della copertura della chiesa Madre. Proseguono i lavori per la risistemazione della copertura della chiesa Madre. Proseguono i lavori per la risistemazione della copertura della chiesa Madre. Proseguono i lavori per la risistemazione della copertura della chiesa Madre. Proseguono i lavori per la risistemazione della copertura della chiesa Madre.
 

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19/09/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato" - 41° ed ultimo capitolo

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello


UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. XLI

          A quei tempi si credeva, come ho già detto, che gli spiriti esistessero e tanti si facevano benedire la casa per cacciarli via o per tenerli lontani. Ma, benché ci avesse provato tante volte, la “za Vineddra”, cioè la “zia Giovanna” non era riuscita ad averla vinta su di loro, che anzi, le facevano spesso dispetti, oltre che paura.
          Lei abitava in una casa accanto alla mia, formata da diversi vani, uno dietro l’altro, con dei balconi che si affacciavano sul corso. Uno dei vani comunicava con un pozzo luce, molto umido che dava in una parte interna.
          Tra il vano e il pozzo luce c’era, me lo ricordo bene, un cancello di ferro che stava sempre chiuso con un grosso catenaccio. Appunto da quel cancello dovevano entrare gli spiriti, o, come ho detto prima, “le donne”.
          Accadeva spesso che “zà Vineddra” se li trovasse davanti, pronti ad aggredirla, e allora la poveretta gridava a squarciagola invocando aiuto.
          In genere ciò accadeva non di notte, come son soliti fare gli spiriti di tutto rispetto, ma all’ora di pranzo. Allora noi lasciavamo la tavola e, con velocità fulminea, degna di miglior causa, volavamo in casa “di la zà Vineddra”, armati di bastone e di scope per dare una solenne lezione agli spiriti e costringerli ad abbandonare per sempre quella casa e a non  molestare più la nostra vicina e quindi indirettamente anche noi che dovevamo, assai spesso, interrompere il pranzo per correre in aiuto di quella poveretta.
          Nella spedizione mio padre occupava il primo posto, io l’ultimo, anche se ero curioso di  vedere gli spiriti.
          Ma, per quanto cercassimo anche sotto il letto o dentro l’armadio, degli spiriti non c’era nessuna traccia, malgrado tante volte la povera donna gridasse che lei gli spiriti li vedeva.
          Quando “la zà Vineddra” dopo tanti anni, lasciò quella casa, essa fu adibita a sezione del M.S.I. .
          Cameriere era zio Alfonso Salvaggio, amico di mio padre. Incominciai a frequentare quella sezione per giocare con i figli di zio Alfonso, ma degli spiriti neppure l’ombra.
          - Forse anche loro avevano lasciato quella casa insieme “a la zà Vineddra” - avrebbe detto qualcuno che agli spiriti ci credeva. O forse non sopportavano di stare insieme a persone che avevano nostalgia del fascismo.
          Molto più verosimilmente gli spiriti in quella casa non c’erano mai stati per il semplice motivo che essi non erano mai esistiti.
          Uno spirito, almeno secondo quello che sentivo raccontare, quando ero più bambino, era sicuramente in un pozzo vicino Fontanapazza. Ma perché proprio lì? Non certo perché d’estate in un pozzo si sta al fresco, ma perché - si diceva - in quel pozzo si era suicidato un uomo di cui adesso non ricordo più il nome.
          Tanta gente era pronta a giurare di essersi affacciata a quel pozzo e di aver visto una mano tremare: la mano del morto.
          Io, quando sentivo parlare di queste cose, specialmente se era di sera, avvertivo la pelle d’oca e per nessun motivo al mondo mi sarei avvicinato a quel pozzo. Sicuramente quella mano avrebbe, subito, risalito il pozzo e mi avrebbe ghermito e portato con sé laggiù in mezzo all’acqua, lontano dal mondo delle luce.
          Si diceva pure, ma ciò avveniva di solito in primavera, che ora in una contrada, ora in un’altra, era stata vista “la biddrina” e che chi l’aveva vista era scappato per la paura.
          Non si sapeva con precisione che animale fosse, ma in genere essa era dipinta come un grosso serpente dalla cui bocca uscivano fiamme e fuoco.
          Erano state allestite delle battute di caccia alle quali avevano partecipato i più provetti cacciatori, ma senza risultati, forse perché “la biddrina”, intuito il pericolo, si era allontanata e aveva raggiunto un’altra contrada.
          Si diceva pure che fossero stati informati i carabinieri, ma anche le loro ricerche non avevano avuto quell’esito positivo che tutti si aspettavano. E ciò non faceva che accrescere la paura e la mia delusione che nei carabinieri vedevo degli esseri straordinari, capaci di sconfiggere il male ovunque esso si annidasse, qualsiasi forma prendesse.
          Poi, all’improvviso, non si parlava della “biddrina” fino alla prossima primavera, quando ricompariva, e con essa ricominciavano le battute di caccia, e le perlustrazioni dei carabinieri che, come al solito, non sortivano nessun effetto.
          Ma nell’immaginario comune non trovava posto solo “la biddrina”, perché c’erano molte altre superstizioni. Ne ricordo, però, solo alcune.
          Se si versava dell’olio per terra, bisognava buttarci subito del sale, altrimenti sarebbero accadute molte disgrazie alla famiglia cui apparteneva la persona che aveva lasciato cadere l’olio.
          Per questo motivo, quando una volta nella scalinata di via Trinacria mi cadde a terra una bottiglia di olio, “la zà Cuncittina Mazzara” che si era accorta di tutto anche perché aveva sentito il mio pianto, vi versò subito del sale, dicendomi: “Adesso non devi piangere più, perché ho sistemato tutto io!”.
          Non bisognava uccidere un gatto, altrimenti chi lo faceva avrebbe avuto sette anni di “malannata”, cioè chi uccideva un gatto avrebbe sofferto per sette anni.
          Se per la strada s’incontrava un gatto nero, la disgrazia era assicurata. Se poi s’incontrava un prete o una suora, beh, allora bisognava toccare ferro oppure qualche altra cosa o, ciò non era possibile, fare il segno delle corna.
          E che dire della civetta? Se essa si fosse posata sul tetto di una casa e (peggio ancora) vi avesse cantato, in quella casa ci sarebbe stata una mortalità.
          Mi ricordo in proposito che una volta mia madre vide una civetta sul tetto della casa di campagna “di lu zì Nofriu” cioè dello zio Onofrio, la sentì cantare e mi disse: “Forsi lu zì Nofriu oi mori”, cioè: “Forse oggi zio Onofrio muore”. Ma se sia morto veramente quel giorno non lo ricordo più.
          Un fidanzamento o (peggio) un matrimonio interrotto era un guaio, specialmente per la donna che difficilmente in seguito si sarebbe sposata, perché si diceva: “La donna fidanzata è sempri mungiuliata” . E nessuno, naturalmente, si sognava di portarsi dietro, per tutta la vita, una vergogna del genere. Nessuno poteva camminare per la strada con il peso delle corna sopra la testa. Troppo pesanti!
          Scandalo suscitò quindi anche in mia madre il fatto che ora racconto e che ricordo molto bene. Un giorno Giuseppina, una ragazza nostra vicina e conoscente, si fece fidanzata. Ogni sera il fidanzato andava a trovarla a casa all’orario stabilito, non un minuto prima, perché in questo caso nessuno gli avrebbe aperto la porta, perché, venendo il fidanzato, tutta la famiglia doveva essere presente. E, perché no?, anche gli amici stretti della fidanzata.
          Se la fidanzata fosse stata sola a ricevere il fidanzato, sarebbero state sicuramente corna. In un angolo della stanza c’era sistemato il grammofono. Dopo che i presenti avevano preso un bicchierino di vermut o di marsala, s’incominciava a ballare, in genere un tango o una mazurca.
          Se la famiglia interessata non possedeva già un grammofono, se lo faceva prestare per l’occasione da un parente o un amico o, se poteva farlo, se lo comprava.
          Si ballava per diverse ore e lo sforzo faceva, naturalmente, sudare.
          Anche il fidanzato di Giuseppina non poteva sottrarsi a questa regola generale, per cui a un certo punto, dopo che il disco finì di suonare, sentì il bisogno di asciugarsi la fronte. Prese il fazzoletto da una tasca della giacca e si asciugò il sudore.
          Ma anche la fidanzata era sudata, per cui, anche lei, sentì il bisogno di asciugarsi, ma, invece di prendere il suo fazzoletto, utilizzò quello del fidanzato che, fra l’altro, era già bagnato e se lo passò sulla faccia. E a quest’azione della ragazza mia madre ci restò male.
          Ma col passare degli anni ci fu, anche nel mio paese, una certa evoluzione nei costumi. I fidanzati potevano uscire, anche se dietro di loro, a non più di qualche metro di distanza, ci dovevano essere i genitori di lei. Meglio ancora se c’era pure qualche fratello. La prudenza non era mai troppa.
          A proposito di evoluzione di costumi, mi ricordo di un uomo anziano, un certo “Zi Vanniddru” che, se non ricordo male, doveva abitare sotto la piazza, il quale vedendo un giorno, per la prima volta, una ragazza in jeans, restò shockato ed esclamò, parlando con me: “Unni siemu arrivati, li fimmini cu li canzi! Chi vriogna, chi vriogna!”, cioè: “ Dove siamo arrivati! Le donne con i pantaloni! Che vergogna, che vergogna!”.
          E se qualcuno gli faceva osservare che le ragazze con i pantaloni erano più riparate, lui rispondeva: “Li fimmini si mintinu li pantaluna picchì ora pigliaru canzu e vuonnu cummannari. Un viditi cuomu s’annacanu? Picchì vi pari ca lu fannu? Vantri nun lu sapiti, ma vi lu dicu iu: pi fari girari cchiossà la testa all’omu e putillu ‘ncapucchiari e cummannallu. Curpa anchi di la scola, ca cu la scusa ca si vannu a fari li compiti ‘nzemula, ni cumminanu di tutti li culura. Ma si fussi iu di patri, li ‘nchiuissi intra e nun li facissi nesciri cchiù. Ci facissi passari lu piaciri e tutti sti baasceddri”, cioè: “Le donne indossano i pantaloni perché ora hanno preso confidenza e coraggio e vogliono comandare. Non vedete come si dondolano mentre camminano? Perché vi pare che lo facciano? Voi non lo sapete, ma ve lo spiego io: per fare girare di più la testa agli uomini e poterli imbrogliare e comandarli. Colpa anche della scuola, perché con il pretesto di farsi i compiti insieme, ne combinano di tutti i colori. Ma se fossi io il padre, le chiuderei a casa e non le farei più uscire. Gli farei passare il piacere di uscire e tutte queste bagascette”. E così dicendo, pieno di rabbia si avviò, per la discesa di Via Nievo, verso casa, appoggiandosi al suo fedele bastone e battendo con esso le “basule” di Catania con cui era pavimentata la strada, quasi volesse scaricare su di esse tutto il suo livore e la sua rabbia
.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 19 settembre 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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18/09/2011

Politica. Considerazioni sulla proposta di referendum sul sistema elettorale; del Dott. Antonio Carlisi

 

Dott. Antonio Carlisi
Dott. Carlisi

Riceviamo e pubblichiamo.

"A proposito di Referendum sulla Legge Elettorale per l’abrogazione del cosiddetto “porcellum”, proposto per ripristinare il sistema elettorale precedente noto come “mattarellum”, non mi sento di fare appelli ai cittadini per andare a firmare.

Mi limito soltanto, ad esprimere la mia idea: i cittadini poi, restino liberi di scegliere secondo le loro convinzioni.

Io personalmente, non andrò a firmare il referendum, e non perché condivida l’attuale legge elettorale, che di fatto ci obbliga a votare un Parlamento di “nominati” e non di eletti: “nominati” dai capi partito, che impongono agli elettori i candidati da eleggere, trattandosi perciò di un sistema elettorale che mette nelle mani di una strettissima cerchia di dirigenti nazionali dei vari partiti, la scelta di chi deve essere “promosso” parlamentare.

E’ corretto però dire ai cittadini, che anche l’altro sistema elettorale (il “mattarellum”), che si vuole ripristinare, è pure esso, infarcito degli stessi aberranti difetti dell’attuale legge elettorale (“porcellum”).

Infatti, anche con il “mattarellum” il 25% dei parlamentari, pur se viene eletto con il sistema proporzionale comporta sempre “liste bloccate” con candidati messi in ordine di possibile elezione, su decisone dei leader nazionali; in concreto con quel 25%, se ad un partito (dopo aver super superato una soglia di sbarramento) spetta un seggio, verrà eletto colui che il capo-partito ha messo in posizione prioritaria e non il candidato che ha avuto più preferenze di un altro.

Sempre con il “mattarellum”, il rimanente 75% dei parlamentari, viene eletto a mezzo di una competizione tra i singoli candidati nei collegi uninominali, anche qui “piazzati” dai capi-partito, i quali concordano persino le cosiddette “desistenze”, stabilendo quindi che nel tale collegio elettorale non va “piazzato” un determinato candidato, per favorirne un altro della stessa coalizione politica… tanto poi… si verrà ricambiati in un altro collegio.

Si capisce perciò, che l’attuale anomalia elettorale, verrebbe sostituita da un’altra anomalia che espropria ugualmente i  cittadini-elettori dal diritto di eleggere i propri rappresentanti.

Io, modesto dirigente politico di periferia, desidero che al centro della democrazia italiana vi siano i cittadini, non le segreterie di partito, che invece devono avere un altro compito, più nobile ed importante, che è quello di aggregare il consenso attorno ad un progetto politico, che sia portato avanti da persone elette nelle istituzioni, che conoscono i problemi dei cittadini e dei territori che li hanno votati.

Sulla base delle considerazioni appena sviluppate, a mio avviso, una vera legge elettorale, la si avrà soltanto quando verrà ripristinato il voto di preferenza, unico “strumento” che mette nelle mani del cittadino il potere di scegliere da chi farsi rappresentare.

Non condivido che le due coalizioni si spartiscano collegi e candidati, senza che ci siano possibilità “terze”.

A conclusione di questa riflessione, il mio personale auspicio è il ritorno del voto di preferenza, nel quadro di un sistema elettorale a totale base proporzionale.

Qualcuno di certo, mi taccerà di nostalgia e di ritorno all’antico.

A tal proposito, se proprio si vuol rimanere nell’ottica di un sistema bipolare, avanzerei  l’idea di un sistema elettorale, che ricalchi le modalità con cui si vota per eleggere il Sindaco ed il Consiglio Comunale.

Nella fattispecie, un simile sistema elettorale, dovrebbe prevedere:

l’indicazione di un candidato premier (il Sindaco d’Italia);

una o più liste “aperte” di candidati di coalizione, a supporto dello stesso candidato premier;

l’inderogabile espressione del voto di preferenza per scegliere i propri rappresentanti al Parlamento, tra i candidati presenti in ciascuna delle sopracitate liste aperte, accompagnato da un “premio di maggioranza” che assicuri alla coalizione vincente una maggiore stabilità di governo.

Soltanto così, il cittadino si riappropria del diritto di eleggere i propri rappresentanti".
 

 

   

Dott. Antonio Carlisi
(Consigliere Comunale - Comune di Grotte)
 

 

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18/08/2011

Ippica. Video della IX Serata di Gran Galà Equestre

 

IX Serata di Gran Galà Equestre
Video 1^ parte

E' ancora vivo il ricordo della "Serata di Gran Galà Equestre", organizzata dall'Associazione Culturale Equestre "Città di Grotte", in collaborazione con il Comune di Grotte e con il Comitato Regionale CSEN Sicilia.
In aggiunta alle foto che abbiamo già pubblicato, proponiamo - a distanza di qualche mese - un video amatoriale che ci è pervenuto in redazione e che testimonia, oltre la numerosa partecipazione del pubblico, anche la passione dei cavalieri, la tecnica dei cavalli e l'impegno complessivo degli organizzatori, ampiamente ripagato dagli applausi e dal gradimento generale.
 

IX Serata di Gran Galà Equestre
Video 2^ parte

  "Serata di Gran Galà Equestre" 1^ parte Visita l'argomento "Serata di Gran Galà Equestre" 2^ parte Visita l'argomento
 
 

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16/09/2011

Viabilità. Iniziati i lavori di bitumazione di alcune vie cittadine

 

 

Sono iniziati da qualche giorno i lavori per il ripristino del manto stradale di alcune tra le più trafficate arterie cittadine di Grotte. E' in corso di svolgimento la prima fase che prevede la rimozione dello strato superficiale di asfalto, tramite apposite macchine scarificatrici, alla quale seguirà la seconda fase relativa alla posa, al livellamento ed al consolidamento del nuovo asfalto.
Al momento sono tre le vie interessate: Via Padre Vinti, Viale Matteotti e Via Crispi (dalla villetta Belvedere alla stazione).
E' previsto lo stesso intervento anche per altre vie cittadine. Al fine di ridurre i disagi alla cittadinanza, il traffico veicolare, nelle vie interessate ai lavori, non è stato interrotto ma continua a proseguire a direzioni alterne.
 

 

Iniziati i lavori di bitumazione di alcune vie cittadine.
Via Padre Vinti
Iniziati i lavori di bitumazione di alcune vie cittadine.
Via Padre Vinti
Iniziati i lavori di bitumazione di alcune vie cittadine.
Viale Matteotti
Iniziati i lavori di bitumazione di alcune vie cittadine.
Viale Matteotti
Iniziati i lavori di bitumazione di alcune vie cittadine.
Via Crispi
 

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16/09/2011

Politica. Appello del sindaco Pilato alla raccolta firme per il referendum contro il "porcellum"

 

Appello del sindaco Pilato alla raccolta firme per il referendum contro il "porcellum".

Il sindaco di Grotte Paolo Pilato e tutti i componenti della Giunta Municipale hanno firmato davanti al Segretario Generale del Comune i moduli relativi al referendum sull’abolizione della legge Calderoli meglio nota come “porcellum”.
Il referendum prevede l’abrogazione totale della legge elettorale proporzionale con liste bloccate per il ripristino dei collegi uninominali (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12 luglio 2011) e l’abrogazione parziale della legge elettorale proporzionale con liste bloccate per il ripristino dei collegi uninominali (Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 160 del 12 luglio 2011 e corretto nella Gazzetta Ufficiale n. 162 del 14 luglio 2011).
La raccolta firme per cambiare il sistema di voto è aperta a tutti i cittadini che per siglare il modulo potranno presentarsi, con un documento di riconoscimento in corso di validità, presso l’ufficio della segreteria del Comune  dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle 14.00 e nei giorni di lunedi e mercoledi pomeriggio dalle ore 16.30 alle 19.00.
Questa è la dichiarazione che ha rilasciato il sindaco Pilato: “Ho firmato per dovere civico. L’ho fatto per dare stabilità e forza alla nostra democrazia. Mi auguro che le firme siano abbastanza da superare il quorum, in modo che il referendum possa aver luogo. Noto che nella gente vi è quasi unanime convergenza di vedute circa l’iniquità dell’attuale legge elettorale e della necessità della sua sostituzione. Ritengo che tra le cause del grave discredito che sta investendo la classe politica, e anche dell’impasse che blocca qualunque decisione governativa, vi sia l’enorme difetto di rappresentatività delle attuali Camere. Ciò è dovuto all’attuale legge elettorale che impedisce al cittadino di scegliere i suoi rappresentanti. Più volte, si è definito - a ragione - il Parlamento come un Parlamento di nominati, non di eletti: se un deputato non rappresenta nessuno, ma deve tutto al (o ai) capipartito che lo hanno inserito nella lista da eleggere e che hanno il potere di deciderne la riconferma o meno, cercherà di tutelare soltanto l’interesse di questi ultimi e non gli importerà niente degli elettori. Oggi i partiti non sono inseriti come un tempo all’interno di una dialettica democratica in cui contava soprattutto la base. Tutti i poteri infatti sono attribuiti al leader di turno. Ne è pertanto scaturita una a classe politica, che in quanto divenuta “autoreferenziale” non ha la forza per attuare cambiamenti. Con la vecchia legge “Mattarella” il 75% dei parlamentari veniva eletto con il sistema maggioritario in collegi uninominali, nei quali l’elettore poteva scegliere e votare non semplicemente il partito ma la persona; il restante 25% veniva eletto su base proporzionale, garantendo la rappresentanza  parlamentare anche a forze politiche meno grandi.
Invito pertanto tutti i cittadini a firmare per l’indizione del referendum che auspico possa aprire una fase di rinnovamento della classe politica nazionale e un maggior contatto tra governanti e cittadini (oggi poco esistente visto che i parlamentari non sono eletti, ma “nominati”) restituendo ai cittadini, cosi come fanno per i Sindaci ed i Consiglieri Comunali, la possibilità di scegliere i propri rappresentanti implicando ciò il diritto di partecipare alle decisioni, non di subirle. Ringrazio tutti gli Assessori che fanno parte della mia Amministrazione, di avere deciso, come me di firmare la richiesta di Referendum. Il mio è un appello a lavorare tutti per un futuro migliore del nostro paese e per ritrovare fiducia e speranza”.
 

 

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15/09/2011

Sport. Aperte le iscrizioni per la Scuola di Pallavolo

 

Aperte le iscrizioni per la Scuola di Pallavolo.
Locandina

Alla ripresa delle attività sportive offerte ai giovani di Grotte contribuisce anche la scuola di pallavolo curata dall'Associazione "New Star". Nel corso degli anni sono stati numerosi i giovani che si sono accostati ad uno degli sport più popolari, praticato in particolare da un gran numero di ragazze. Le iscrizioni ai corsi, maschili e femminili, della scuola di pallavolo sono aperte ai bambini e ragazzi da 5 a 17 anni. L'inizio delle attività è previsto per il 3 ottobre, presso la palestra di Viale Matteotti; i corsi saranno curati dall'Istruttore FIPAV Valentina Stagno. Per informazioni ed iscrizioni, a partire dal 19 settembre è possibile rivolgersi (nei giorni di lunedi, mercoledi e venerdi, dalle ore 17.00 alle ore 19.00) presso la palestra di Viale Matteotti o telefonare ai numeri 329.1061042 (Valentina) e 328.6013789 (Salvatore).
 

 

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15/09/2011

Fiere. Agriart 2011; programma delle manifestazioni

 

Agriart 2011; programma delle manifestazioni.
Manifesto



IV Convegno di Mariologia
Convegno



Raduno Bandistico



Brochure lato A



Brochure lato B

Agriart 2011; programma delle manifestazioni.

Dal 15 al 18 settembre, a Grotte, si svolgerà la 11^ edizione della fiera dell'agricoltura e dell'artigianato denominata "Agriart".
L'iniziativa comprende anche i festeggiamenti in onore della Madonna delle Grazie ed è arricchita dal IV Convegno di Mariologia che ha come tema "Maria Maestra della famiglia". All'interno della manifestazioni è da segnalare il IV Raduno Bandistico che vede la partecipazione di formazioni musicali provenienti da Niscemi (CL), San Cataldo (CL), Racalmuto e Grotte (con la partecipazione del Coro Jobel - Città di Grotte). Durante la fiera si potrà partecipare alle degustazioni guidate di pane e prodotti da forno, salumi e formaggi, prodotti biologici siciliani, a cura della SOAT 100 Grotte.

Questo è il programma della manifestazione.

Giovedi 15 settembre
- Ore 07.00: Alborata
- Ore 16.00: IV Convegno Regionale di Mariologia - Chiesa B.M.V. del Monte Carmelo
- Ore 17.30: Inaugurazione della mostra di icone del Reverendo don Gioacchino Venturella
- Saluto dell'arciprete Padre Giovanni Castronovo
- Saluto del sindaco Rag. Paolo Pilato
- Relazione del prof. Enzo Di Natali: "L'icona e l'educazione alla bellezza"
- Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Sotir Ferrara (Vescovo di Piana degli Albanesi)

Venerdi 16 settembre
- Ore 16.00: IV Convegno Regionale di Mariologia - Chiesa B.M.V. del Monte Carmelo
- Ore 17.00: Relazioni
     Don Vincenzo Lombino (Prefetto degli Studi presso lo Studio Teologico "San Gregorio Agrigentino")
     Prof. Enzo Di Natali (Presidente Associazione Bioeticisti Italiani)
     Dott. Nino Barraco (Giornalista)
     Dott. Stefano Vitello (Presidente Consulta dei Laici - Caltanissetta)
- Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Francesco Montenegro (Arcivescovo di Agrigento)
- Concerto del Coro dell'Associazione "Santa Cecilia" di Agrigento, diretto dal M° Alfonso Lo Presti
- Ore 20.00: Inaugurazione quartiere fieristico
- Ore 20.15: Esibizione Banda Musicale "G. Verdi" diretta dal M° Salvatore Puglisi
- Ore 21.00: Degustazione informata "Pane e prodotti da forno" (a cura della SOAT 100 Grotte)
                    Mostra di "Attrezzi agricoli nella tradizione siciliana" (a cura di Santo Maida)
- Ore 21.30: "IV Raduno Bandistico - Città di Grotte" - Piazza Anna Magnani

Sabato 17 settembre
- Ore 16.00: IV Convegno Regionale di Mariologia - Chiesa B.M.V. del Monte Carmelo
- Ore 17.00: Testimonianze e Conversione per mezzo di Maria
- Ore 18.00: Relazione del prof. Alfonso Cacciatore
- Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica
- Ore 19.30: Processione con il simulacro della Madonna delle Grazie,
                    accompagnata dalla Banda Musicale "G. Verdi" diretta dal M° Salvatore Puglisi
- Ore 20.00: Flambeaux (fiaccolata) per la via principale in onore della Madonna Delle Grazie
- Ore 21.00: "Raduno Folkloristico" Spettacolo - Piazza Anna Magnani
- Ore 21.30: Degustazione informata "Formaggi e salumi" (a cura della SOAT 100 Grotte)

Domenica 18 settembre
- Ore 18.30: Solenne Concelebrazione della Santa Messa
                    presieduta da S.E.R. Mons. Carmelo Ferraro, Arcivescovo Emerito di Agrigento
- Ore 19.30: Processione per le vie cittadine con il simulacro della Madonna delle Grazie,
                    accompagnata dalla Banda Musicale "G. Verdi" diretta dal M° Salvatore Puglisi
- Ore 21.00: Scuola di canto "Arcadia" Spettacolo Musicale - Piazza Anna Magnani
- Ore 21.30: Degustazione informata "Prodotti biologici siciliani" (a cura della SOAT 100 Grotte)
- Ore 24.00: Giochi pirotecnici
 

 

  L'Arciprete
Sac. Giovanni Castronovo
  Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato
 
 

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15/09/2011

Trasporti. Modifiche alla circolazione dei treni; disagi agli studenti pendolari dal primo giorno di scuola

 

Stazione ferroviaria di Grotte (AG)
Stazione FS Grotte

Modifiche alla circolazione dei treni; disagi agli studenti pendolari dal primo giorno di scuola
Avviso

Oggi è il primo giorno di scuola per la maggior parte degli alunni delle scuole siciliane. E già iniziano i disagi per gli studenti pendolari che utilizzano il treno. A causa di quelli che Trenitalia definisce "lavori di potenziamento infrastrutturale" sulla linea Caltanissetta - Agrigento/Porto Empedocle, i treni verranno sostituiti, sino al 25 settembre, da autobus che osserveranno un diverso orario. Le partenze dei bus, compatibili con gli orari scolastici, da Grotte verso Agrigento sono alle ore 07.01 (nei giorni lavorativi sino al 24 settembre), ed alle 07.25 (solo dal 19 al 24 settembre); le corse di ritorno da Agrigento Centrale a Grotte sono alle ore 12.53 (nei giorni lavorativi sino al 24 settembre), alle 13.53 (solo dal 19 al 24 settembre) ed alle 14.32 (nei giorni lavorativi sino al 24 settembre).
Quello dei disagi agli alunni grottesi pendolari è un problema ultradecennale, che le Ferrovie dello Stato prima, e Trenitalia ora, non hanno affrontato con le opportune azioni al fine di rendere effettivamente fruibile il servizio richiesto - e pagato - dagli utenti. La principale rimostranza che viene rivolta all'ente gestore del servizio di trasporto su rotaia è la mancanza di posti a sedere per tutti gli utenti. Persone costrette a viaggiare in piedi, in mezzo ai corridoi o addirittura (non si tratta di una eccezione ma della regola) sulle piattaforme dinanzi alle porte, senza che venga garantita la necessaria sicurezza, per non parlare della privacy. All'inizio di ogni anno scolastico si ripetono puntualmente le azioni di protesta da parte degli alunni pendolari, con il blocco delle vetture sui binari da parte degli scioperanti, l'arrivo delle Forze dell'Ordine, l'attivazione dell'Amministrazione Comunale e di qualche responsabile locale di Trenitalia. Poi incontri in Prefettura ad Agrigento, colloqui alla Direzione Regionale di Palermo, parole ed ancora promesse, purtroppo vane.
Non è chiaro se si tratti di disattenzione verso i problemi di una provincia probabilmente considerata non rilevante, se invece sia una questione di organizzazione non adeguata, oppure di una politica aziendale rivolta a prendere risorse senza alcun interesse a fornire un adeguato servizio. Si spera che i "lavori di potenziamento infrastrutturale" possano essere utili a risolvere una volta per tutte i disagi dei pendolari grottesi. Dopo decenni, si continua a sperare.

Carmelo Arnone
15 settembre 2011
© Riproduzione riservata.
 

Modifiche alla circolazione dei treni; disagi agli studenti pendolari dal primo giorno di scuola
Agrigento-Grotte

Modifiche alla circolazione dei treni; disagi agli studenti pendolari dal primo giorno di scuola
Grotte-Agrigento

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14/09/2011

Fotografia. "Rovereto Immagini 2011" ospita "Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi

 

"Rovereto Immagini 2011" ospita "Il valzer di un giorno" di Franco Carlisi.
Locandina

Dal 16 settembre al 30 ottobre avrà luogo, in Trentino, la nuova edizione della rassegna internazionale di fotografia "Rovereto Immagini 2011". Oltre a numerose mostre nel centro storico della città, la rassegna contempla anche il "Premio Internazionale Rovereto Immagini", che si svolgerà sabato 17 e domenica 18 settembre.
All'interno della prestigiosa manifestazione sarà ospite Franco Carlisi, chiamato a presentare, sabato 17 settembre alle ore 11.00, il suo ultimo libro "Il valzer di un giorno" presso la Sala Conferenze del M.A.R.T. (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).
 

Franco Carlisi
Franco Carlisi

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13/09/2011

Sport. Aperte le iscrizioni per la Scuola Calcio

 

Aperte le iscrizioni per la Scuola Calcio.

La Scuola Calcio Grotte, dopo la pausa estiva, riprende le attività per il nuovo anno sportivo, aprendo le iscrizioni ai corsi.
Una passione, quella per il calcio, mai sopita da parte degli sportivi e dei tifosi grottesi che, al momento, non sono rappresentati da una propria squadra in campionato.
Martedi 20 e giovedi 22 settembre, dalle ore 17.00 alle ore 18.30, i tecnici, gli allenatori e gli istruttori della Scuola Calcio saranno disponibili presso il campo sportivo comunale di Via Comitini per fornire indicazioni ed informazioni, e per ricevere le iscrizioni dei ragazzi per le attività sportive.
 

 

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12/09/2011

Lettere. "Per non dimenticare le vittime dell'11 settembre... 1973"; di Fabio Pillitteri

 


Fabio Pillitteri

Riceviamo e pubblichiamo.

          "L'11 settembre 1973, in Cile, il golpe militare di Pinochet contro Salvador Allende, nel quale egli morì, scosse il mondo e le forze socialiste del mondo occidentale. Il regime militare portò a 130 mila arresti in 3 anni, 40 mila vittime accertate da un recente studio di una commissione d'inchiesta cilena, migliaia di desaparesidos gettati a mare dagli aerei della morte e spaventosa povertà diffusa (ottimi affari per qualcun altro. Dietro i passi da gigante del PIL c'erano pochi ricchi [molti dei quali stranieri] e sempre più poveri e disuguaglianza sociale). Il tutto appoggiato e permesso dal paese che da 10 anni piange le vittime causate da una risposta alle loro politiche estere, che di stragi del genere ne hanno causate a decine negli anni, senza indignazione pubblica e senza alcun pentimento. Anche le vittime di paesi dalle bandiere diverse da quelle a stelle e strisce meritano delle scuse e un ricordo sincero. Nella migliore delle ipotesi, secondo l'Iraq Body Count, il solo intervento in Iraq ha causato 63 mila morti tra i civili. Nella migliore delle ipotesi. Altre indagini ne danno molti di più, come quella pubblicata sulla rivista medica The Lancet, secondo cui nei 40 mesi fra l'invasione ed i rilevamenti (maggio-luglio 2006) vi sono state circa 650.000 morti "in eccesso", in gran parte (600.000) dovute ad atti violenti. Ma di certo le autorità statunitensi negli anni di protettorato sull'Iraq non saranno state tanto disponibili e fornire dati sui civili uccisi "erroneamente". Ora, io non posso di certo giustificare la violenza usata contro i civili americani con quella subita dai cileni, dagli iracheni, dagli afghani o dai palestinesi, ma non li posso neanche ignorare e fare finta che i loro drammi non siano tali, solo perché il sistema mediatico tende a sottovalutarli e a dimenticarli con troppa facilità. I loro connazionali e familiari di certo non avranno dimenticato intere famiglie sterminate ai posti di blocco americani iracheni, prese a mitragliate da soldati o dai mercenari delle compagnie private, presenti in dosi massicce. E nemmeno quelli uccisi da bombe che di intelligente hanno forse solo l'appellativo retorico, e che non hanno potuto fare a meno di distruggere i bunker dove si rifugiavano i civili o di distruggere i 2/3 degli edifici di Falluja, che se osservata dall'alto è un'enorme chiazza nera. Non posso dimenticare il dramma palestinese, di un popolo vessato da 60 anni, a cui è stato negato uno stato, le cui case vengono demolite ogni giorno, il cui territorio è occupato da soldati e colonie illegali, i cui cittadini vengono arrestati senza subire alcun processo, la cui economia è soffocata dal blocco israeliano. Un territorio in cui le moschee vengono date alle fiamme, gli arabi discriminati giuridicamente e uccisi senza processo, senza condanne formali, generalmente in base a semplici sospetti o "per sbaglio", come i 1300 morti dell'operazione Piombo fuso, nel gennaio 2009.
          Ciò che era alla base delle motivazioni di Mohammed Atta e degli altri attentatori dell'11 settembre 2001 non era l'odio religioso, l'odio per le minigonne o per la democrazia, come ci hanno spiegato Bush, Blair, Berlusconi e compagnia bella. Erano motivati dall'odio per la politica estera statunitense, per il suo appoggio a regimi repressivi, per le sua azioni belliche dirette e indirette, per gli sconvolgimenti economici causati da essa, per il suo imperialismo cultural-militare. E anche per il suo appoggio finanziario e diplomatico ad Israele e al massacro che esso perpetra dal 1948 nei confronti dei palestinesi, tra gli ultimi episodi gravi l'operazione piombo fuso e l'uccisione di 9 componenti di una nave di aiuti umanitari verso Gaza. Nel frattempo sono morte decine di altri palestinesi, centinaia di case sono state abbattute e centinaia di persone arrestate senza processo. Ma ovviamento ciò non fa notizia.
          Vi è questo alla base del terrorismo islamico, la stessa commissione di indagine sull'11 settembre, per quanto sia caduta in contraddizione su mille cose e non abbia chiarito parecchi dubbi, ammette che le motivazioni erano principalmente politiche. E quando si scatena un tale odio, e si sa cosa è che lo ha causato, ha senso continuare a dire di volerlo combattere intensificando le azioni che lo hanno fatto nascere? La distruzione dell'Iraq, politica, economica e non ultimo, fisica, l'occupazione dell'Afghanistan, la violazione della sovranità pakistana e l'appoggio immorale verso le politiche razziste e colonialiste di Israele (critico il sionismo, corrente politica israeliana, non ho nulla contro gli ebrei in quanto tali. Un antifascista non verrebbe mai accusato di essere anti-italiano) contribuiscono ad alimentare l'idea che c'è dietro il terrorismo. Lo imboccano, ne moltiplicano le motivazioni e gli adepti. Non si sconfigge un virus alimentandone la causa, o limitandosi a curarne gli effetti finali, la sintomatologia.
          Per capire meglio l'11 settembre 2001 (e le responsabilità di chi, a mio parere in maniera consapevole e meschina tra i vertici Usa, lo abbia permesso) si deve indagare e pensare alle migliaia di vittime causate nei decenni dalla politica estera del paese che da 10 anni piange 3000 dei suoi figli.
          Infine, ribadisco il ricordo per le vittime dell'11 settembre 1973, e di quelle arrivate negli anni seguenti a questa data".
 

 

   

Fabio Pillitteri
 

 

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12/09/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato" - Capitoli 39° e 40°; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello


UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. XXXIX

          Dei miei compagni di scuola media ne ricordo solo alcuni, tra cui Graziella. Essa non era propriamente una mia compagna di classe perché aveva forse un anno più di me, ma era una ragazzina molto intelligente.
          Me la ricordo non molto alta, minuta, bruna, graziosa ed anche simpatica, oltre che molto educata ed anche molto coraggiosa, perché, a quei tempi, salutare un maschietto per una ragazzina era pericoloso perché la gente poteva sparlare. Ma non c’era una volta che m’incontrasse e non mi rivolgesse il saluto accompagnato da un sorriso. Era una delle poche a farlo. E infatti ricordo che, qualche anno più tardi, quando finita la scuola media dovevo andare ad Agrigento, volendo recarmi alla stazione in compagnia di una mia parente, sua madre mi disse: “Non venire a prendere mia figlia perché la gente può parlare!”.
          Non era la sola a pensarla così: anche ***, parente di una mia parente, un giorno mi richiamò perché, quando andavo a casa sua, salutavo con un bacio la figlia più piccola. Mi disse: “Le ragazze signorine non si baciano!”. Fu quella l’ultima volta che andai a casa di quella signora. E quella ragazza, da quel giorno, non l’ho vista più né, a distanza di quarant’anni, oggi saprei riconoscerla.
          Graziella abitava in via Cavour. Dopo la scuola media non l’ho più incontrata e oggi non saprei riconoscere nemmeno lei.
          Ora, però, non so se mi piacerebbe rivederla, molto probabilmente no: essa, come tutti i miei compagni della scuola elementare e della scuola media, è il simbolo della mia fanciullezza, quando attorno a me c’erano persone care che oggi non ci sono più. Per questo mi piace ricordarla ancora ragazzina e rivivere, con questa immagine, i tempi passati; rivederla oggi sarebbe, per me, come rompere l’incantesimo che mi vedo attorno con questo tuffo nel passato.
          Perché in lei, come in uno specchio, rivedrei me stesso, nelle sue eventuali rughe le mie stesse rughe, che ora tento, forse invano, di nascondere sotto una lunga e selvaggia barba bianca.
         Più grande di me era pure Diego Salvaggio. Di lui ricordo un episodio. Avevo bisogno di un libro, l’Antologia, e non sapevo dove trovarlo perché allora le edicole, almeno come le intendiamo noi oggi, non sapevo nemmeno che esistessero. E intanto a scuola, la professoressa di lettere, nemmeno a farlo apposta, aveva incominciato proprio con l’Antologia.
          Ero disperato, quando qualcuno mi disse che Diego aveva intenzione di vendere la sua antologia: Le Pleiadi.
          Mi avvicinai a lui e gli chiesi se lo poteva vendere a me il suo libro.
          - Certo - mi rispose - ce l’ho a casa, domani te lo porto.
          - Te lo pago quanto vuoi tu - gli dissi felice di aver trovato finalmente il libro.
          - No, i libri di seconda mano si vendono a metà prezzo, quindi non c’è alcun motivo perché io ti chieda una lira in più.
          L’indomani, come promesso, mi portò il libro, ed io apprezzai molto il suo atto di onestà che non ho potuto dimenticare.
          Dei miei compagni propriamente di classe ricordo Calogero, che a scuola andava bene, anche se non mi pare che brillasse; se lo vedessi, non riconoscerei nemmeno lui, perché da anni abita in un altro paese. Dicono che si sia arricchito col commercio.
          C’era poi Federico, detto Ciccio, dal nome del padre, morto quando lui era ancora un bambino. E’ rimasto in paese come Giovanni Saldì.
          Erano miei compagni anche Calogero C., Giuseppe C. ed Eduardo T. .
          Di quegli anni ricordo un altro nome: Calogero Salvaggio, detto “Scaranu”, ma quest’ultimo, forse, non era mio compagno di classe.
          Delle femminucce ricordo soprattutto una ragazzina molto bella, forse la più bella del paese, ma anche molto dolce. Si chiamava, anzi per fortuna si chiama, M. . Oggi, se la dovessi incontrare, non saprei riconoscerla, perché ormai da molti anni è andata via dal paese. La ragazzina piaceva anche a quel mio compagno che, approfittando dell’assenza di sua madre, aveva abusato, a casa sua, di un coetaneo.
          Di lei ricordo soltanto che era rotondetta, che aveva una statura normale, i capelli castano chiari e un piccolo neo nel suo viso sempre sorridente.
          Abitava, mentre era ancora in paese, non molto lontano dalla scuola media, in via ***.
          La sua famiglia, una delle più note del paese, era uno dei capisaldi della parrocchia.
          M. aveva delle zie, donne molto pie, che, ogni domenica, dopo le lezioni di catechismo (che a me impartiva la signora o signorina Maria Licata morta nel 1988), offrivano a tutti i bambini che vi partecipavano, e quindi anche a me, il pane bianco, “lu pani finu” come allora lo chiamavamo, che era molto buono soprattutto per il gusto diverso che aveva. E, si sa, le cose diverse sono sempre più buone. Ce ne facevano trovare almeno due “carteddri chini”, cioè due grosse ceste piene.
          Mi ricordo ancora il papà di M., un uomo che sembrava fatto di gentilezza e di cortesia, un uomo, insomma, incapace di fare del male a chicchessia, molto buono con tutti.
          Anche la mamma era una bravissima donna, ma con lei non avevo molta confidenza. Anche lei, sebbene non più giovanissima, era bellissima.
          Fu quasi normale che, da ragazzino, m’innamorassi di M. che, non solo per me ma anche per tutti coloro che la conoscevano, aveva tutte le doti per essere una ragazza meravigliosa, una ragazza eccezionale, capace di fare sognare. Oltre alla sua naturale bellezza, per la quale era insuperabile, aveva un carattere d’oro: era una delle poche ragazzine, assieme a Graziella, che un ciao non lo negava a nessuno, un ciao accompagnato sempre da un sorriso speciale, perché sincero. E a quei tempi non era una cosa da poco.
          M. era anche molto intelligente e studiosa. Temevo tuttavia che quel mio compagno, che un pomeriggio a casa sua aveva abusato di un ragazzino, me la potesse soffiare in virtù della sua ricchezza.
          Lui infatti “li sordi li maniava”, cioè aveva sempre soldi per le mani, e poteva fare bella figura con le ragazze; al contrario di me che ero sempre squattrinato.
          Io, però, mi vergognavo a farle di presenza la dichiarazione. Da dove avrei dovuto incominciare? Quali parole avrei dovuto usare per dirle che l’amavo? Il problema era troppo grosso per me, anche perché, non avendo esperienze di ragazze, il mio repertorio in proposito era piuttosto povero.
          Fu così che un giorno, temendo che qualche altro me la soffiasse, arrivando prima, decisi di affidare i miei sentimenti per lei a una lettera. Non ricordo più cosa le scrissi, ricordo, però, che nascosi la lettera in mezzo a un libro o a un quaderno, che con una scusa le consegnai.
          L’indomani mattina, aspettavo con ansia la risposta, che però non venne né quel giorno, né dopo. Ricordo, però, che avevo paura, una paura tremenda per quello che avevo osato fare e, se fosse stato possibile, avrei preferito sparire dalla faccia della terra. Intanto, nell’attesa che suonasse la campanella, per non farmi vedere dai suoi fratelli che, numerosi, pensavo, stessero in agguato per sorprendermi, mi nascosi dietro la porta della scala che portava al primo piano dove erano ubicate le aule, uscendone solo al suono della campanella. Ogni tanto, però, mettevo fuori la testa per vedere cosa succedeva nel cortile dove i miei compagni chiacchieravano in attesa di salire. Ricordo che a un certo punto, mentre non me l’aspettavo, vidi salire M. . Anche lei mi vide. Non ricordo se quella volta mi salutò, ricordo solo che, per l’emozione, diventati rosso, mentre le gambe mi tremavano e, per un momento, temetti che non ce l’avrei fatta a salire le scale.
          - Se M. parla con la professoressa Gina Licata oppure con suo padre o coi suoi fratelli (erano tanti), come andrà a finire? - questo pensiero non mi dava pace.
          E poi c’era mio padre. Se avesse saputo o solo intuito che andavo dietro a una ragazzina, per me sarebbero stati “cavoli amari”. Mi avrebbe rimproverato aspramente, e tanto bastava per farmi vergognare. Mi avrebbe, quanto meno, minacciato di ritirarmi dalla scuola se non avessi smesso di andare dietro “li baasceddri”, cioè dietro “le puttanelle”. Ma M. non era una di queste, era una ragazzina pulita, appartenente a una famiglia perbene, che non dava fastidio a nessuno. Famiglia che doveva avere le sue idee politiche, facilmente intuibili, perché di Chiesa, ma che non pretendeva di imporle agli altri. E mia madre (si sa, le donne sono sempre più accomodanti) mi avrebbe sicuramente detto che ero troppo bambino per pensare a certe cose. Insomma, in fondo nessuno dei miei genitori avrebbe approvato quello che avevo fatto.
          Ma, per fortuna, M. non parlò della lettera né con la professoressa, né con suo padre, né coi suoi fratelli.
          Non ne parlò con nessuno, nemmeno con me. E tutto finì lì.
          Nella mia classe c’era anche Teresa Di Mino, “Mignemi”, mi pare che fosse il suo soprannome, una ragazzina alta e forse bruna, che abitava in via Washington. Forse aveva le trecce.
          Anche lei non l’ho mai rivista e ho avuto un grosso dispiacere, quando ho saputo da un altro mio compagno di scuola, Francesco Saraceno, che era morta qualche mese prima.
          C’era anche Maria S., una ragazza mora, che ricordo molto alta e robusta e dai capelli ricci, emigrata forse in Piemonte, con la quale, ogni tanto, facevo i compiti insieme.
          I suoi zii, che abitavano in un grande caseggiato sopra “Lu mulinieddru” di via Crispi, erano d’accordo a che io studiassi con la nipote e spesso mi pregavano di farlo.
          Adele, una ragazzina non alta e rotondetta, di cui non ricordo più il cognome, era, anche lei, graziosa e faceva parte del gruppo, piuttosto numeroso, delle ragazze studiose.
                      C’era Lina, una ragazzina bassa di statura e minutina, ma anche lei carina, anche se non era il mio tipo. La sua famiglia, almeno allora, pur non essendo particolarmente ricca, tifava per la Democrazia Cristiana. Ma in fondo Lina era una ragazzina molto buona.
          Ancora tra le compagne di classe c’erano Concetta G. e Maria V., detta Ciccina, una ragazza robusta e dolce, ma mi devo fermare qui perché, per quei tempi, non ho altri ricordi di loro se non quello che a scuola erano, tutte e due, molto in gamba.
          Un’altra mia compagna apparteneva, invece, ad una famiglia molto ricca. Era intelligente, studiosa e anche carina, ma era l’unica che, nella classe, mi evitava ostentatamente, forse perché temeva che, a contatto delle mie ristrettezze, la sua ricchezza ne potesse risentire, come, a contatto di un corpo freddo, uno caldo perde calore o, forse più semplicemente, senza scomodare le leggi della fisica, si vergognava di stringere amicizia con me, figlio di povera gente, che a stento riusciva a sbarcare il lunario e, per andare a scuola, indossava sempre lo stesso vestito e lo stesso paio di scarpe, senza correre il rischio di andare a scuola con due scarpe diverse.
          Un giorno, invece, lei venne a scuola proprio con due scarpe diverse. La professoressa di lettere se ne accorse subito e, ridendo, le domandò cosa fosse successo.
          - Per la fretta - rispose lei arrossendo - non me ne sono accorta.
          Come compagna ebbi anche, sebbene solo per un anno, mi pare, Aurora G., che però non era del paese.
          Proveniva dalla provincia di Enna, forse da Valguarnera e, a Grotte, abitava in via Vicolo Galliano. Suo padre faceva il muratore.
          Me la ricordo mora e molto bella.
          Un giorno Peppe P. (un altro mio compagno di scuola che abitava in Contrada Fontanelle, quasi a metà strada tra Grotte e Racalmuto), ed io decidemmo di andarla a trovare, non ricordo più con quale scusa.
          Appena imboccammo Vicolo Galliano, Peppe fu preso dall’emozione e incominciò a tremare.
          Ricordo che mi disse, con quell’accento “Cummatinaru”, cioè di Comitini, che aveva: Prima c’acchianu la scala moru”, cioè: “Prima di salire la scala muoio”.
          A quel punto tornammo indietro e né quel giorno, né nei giorni successivi ci andammo  più.
          Compagna di classe era anche una certa Lo Presti, appartenente “a li murrumà” della quale, però, ricordo ben poco, se non che era robusta. A detta di Francesco Saraceno, che me ne ha voluto tracciare un ritratto per farmela meglio ricordare, anche bella.
          Invece ricordo bene Angela, la ragazza che al professore che ci preparava per l’esame di ammissione e che le aveva chiesto il pronome personale di prima persona, lei aveva risposto, quasi a volere ostentare una preparazione molto approfondita della lingua italiana o piuttosto per prendere tempo con un’altra domanda: “Maschile o femminile?”.
          Un giorno, essa si alzò improvvisamente dalla sedia e interruppe la professoressa Gina Licata, che stava spiegando: “Professoressa, fa smettere Calogero C. che mi guarda con la ciolla in mano?”.
          Le parole della compagna, che nessuno si aspettava, suscitarono, come è ovvio, le risa della classe e l’ira della professoressa, una donna che alla buona educazione dei suoi alunni ci teneva tanto, che richiamò aspramente il mio compagno che, alla fine, fu bocciato, ma per il suo scarso rendimento.
          Come compagno avevo anche Antonio C., uno dei ragazzi più impegnati. Forse c’era anche un certo Morgante, appartenente a una famiglia di commercianti, del quale, però, non so dire nulla, tranne che abitava dopo il Calvario.
          Di altri compagni non ne ricordo più nessuno.
          Della scuola media ricordo, però, ancora qualche altro episodio. Intanto anche lì c’era l’usanza, nelle feste, di fare il regalo ai bidelli perché, poveretti, come i bidelli della scuola elementare, anche loro si sacrificavano per noi, facendoci trovare le aule pulite e anche i bagni.
          E quale dimostrazione d’affetto migliore da parte nostra di quella di raccogliere soldi per il regalo di Natale o di Pasqua?
          Solo quando arrivò da Palermo “lu zì Peppi”, questa tradizione si interruppe. Lui era un signore ed ebbe il coraggio un giorno, me lo ricordo bene, di dirlo apertamente che non voleva alcun regalo da parte dei ragazzi perché, diceva: “Io lo stipendio ce l’ho e quello mi basta!”. Sono state queste le sue testuali parole.
          I ragazzi gli volevano molto bene e gli stavano sempre attorno e lui aveva sempre una parola d’incoraggiamento per ognuno di loro.
          “Sabbenedica, zì Pè”, cioè : “Ci benedica, zio Giuseppe!” gli gridavano ogni volta che lo incontravano. E lui rispondeva a tutti. Per tutti aveva una parola buona.
          Ricordo pure che un giorno, il 18 maggio, le ragazze, avendo saputo che la professoressa di lettere quel giorno compiva gli anni, avevano deciso di regalarle un mazzo di rose.
          Siccome agli auguri doveva essere interessata tutta la classe, lo dissero anche ai maschietti che non poterono tirarsi indietro perché, pensavano che, se la professoressa lo avesse saputo, sicuramente ci sarebbe rimasta male.
          Ci trovammo alle tre di pomeriggio tutti davanti alla scuola e, sotto la guida di M. e di altri compagni, ci avviammo, verso l’uscita del paese, direzione Aragona, nel giardino di un signore che coltivava bellissime rose.
          Il giardino era sul lato sinistro del Viale della Vittoria, più o meno, dopo la scuola elementare. Vi si accedeva attraverso un cancello, se non ricordo male, di legno.
          Io non c’ero mai stato, per cui, quando entrammo, non facevo altro che guardare da ogni parte.
          Mi sembrava un paradiso: ovunque alberi non molto alti, ma tanto fitti che appena appena facevano entrare qualche raggio di sole. E poi tante aiuole coperte di verde da dove facevano capolino bellissime rose rosse, che mi sembravano ragazze affacciate al balcone oltre che per vedere, per farsi vedere.
          Al centro un pozzo per l’acqua.
          Non mancavano sui rami degli uccelli che, spaventati dal vociare di una ventina di ragazzi, avevano incominciato a volar via.
          - Se non fosse stato per te che hai insistito - mi disse M. - il signore non ci avrebbe dato un’altra rosa. Alludeva al fatto che io avevo pregato il padrone del giardino di aggiungere gratis un’altra rosa a quelle già comprate.
          Per queste parole che per me erano un complimento, (e che complimento! Me lo  aveva fatto la persona alla quale  tenevo di più! Un complimento che gli altri miei compagni, che ci tenevano pure, non avevano ricevuto) io gongolavo di gioia.
          La professoressa fu felice del regalo, ma non mi ricordo se ci diede anche un bacio. Forse sì. Comunque ci ringraziò tutti del pensiero.
          Dopo gli esami di licenza media, molti dei miei compagni non li rividi più, soprattutto quelli appartenenti a famiglie benestanti, perché questi ultimi preferivano viaggiare con l’autobus per evitare di farsi a piedi la strada che dal paese porta alla stazione.
          Anche alla scuola superiore continuai ad essere bravo di latino, perché la professoressa Gina Licata mi aveva dato delle fondamenta davvero forti, a prova di liceo classico. Per questo motivo erano molti coloro che mi volevano a casa e spiegassi loro una lezione di latino. Ed io, quando ero libero, ci andavo molto volentieri.
          Tra le famiglie, che allora frequentavo, ce n’era una che avevo conosciuto, mi pare, per mezzo di “Totu Pilatu” e che abitava in via ***.
          Ci andavo spesso, quasi tutte le sere perché Angela (chiamo così la ragazza, anche se questo non è il suo vero nome), sentendosi un po’ debole di latino, mi aveva pregato di aiutarla.
          Sua madre, che dimostrava di avere molta fiducia nella figlia, ma soprattutto in me, ci lasciava spesso soli e se ne andava a lavorare nelle altre stanze.
          Un giorno seppi che Angela si era fidanzata con un giovane del luogo, così quando andai a trovarla, le chiesi se era vero quello che avevo sentito dire, cioè che si fosse fidanzata.
          La ragazza non ebbe, me lo ricordo come se fosse oggi, nemmeno il tempo di rispondermi né sì né no, perché la madre, che evidentemente non aveva in me quella grande fiducia che ostentava, perché certo se ne doveva stare sul “Chi va là?”, aprì la porta di scatto quasi fosse stata tutto il tempo ad origliare dietro di essa, e incominciò ad inveire contro di me: “Ma lo sai che certe cose alle ragazze non si chiedono? Chi ti ha insegnato l’educazione? Mia figlia è ancora piccola!”.
          Mi sentii umiliato, mortificato, ferito e, da quel momento, mandai al diavolo l’amicizia e decisi di non andare più da quella famiglia.
          Due giorni dopo rividi Angela in braccio con quel ragazzo. Accanto c’era la madre. Evidentemente Angela non doveva essere tanto piccola, oppure nell’arco di ventiquattr’ore era cresciuta tanto da potere avere un ragazzo accanto come fidanzato
.

Cap. XL

          Tra le altre persone di allora ricordo “la zà Ciccia la lorda”, cioè la “zia Francesca la sporca” che sporca, però, non era proprio. Aveva in piazza “un buco” dove vendeva verdura e sarde salate che esponeva sul marciapiedi dentro un barile di legno, nel quale, i cani passando, facevano spesso la pipì. In quello stesso bugigattolo, alcuni anni dopo, il figlio “di la zà Ciccia”, “Lillu Neru”, cioè Calogero detto il Nero, ci avrebbe venduto fiori e preparato, con delle canne, corone di fiori per i funerali.
          A poca distanza da lei, in un altro marciapiede, si affacciava il pianoterra “di la zà Caluzza,” detta “la littichera” della quale ricordo che aveva diviso, con un separé di stoffa, il vano che era piuttosto grande, in stanze, una delle quali era stata trasformata in bettola, dove dava da mangiare “roba cotta, vintragli, cutina o piduzzi di puorcu” , cioè “roba cotta, budella di animali, cotenna o piedi di porco” che coceva sul marciapiedi con una cucina a legna.
          Non ricordo, però, se anche lei coceva “sangunazzu”, cioè il sangue del bue scannato, che un’altra signora, invece, coceva, all’aperto, sul marciapiedi prima del Calvario.
          Io assaggiai solo una volta per curiosità “lu sangunazzu”, ma esso non mi piacque, per cui dopo quella volta non lo cercai più; i miei amici, invece, ne erano assai ghiotti.
          Mi dicevano che “la za Caluzza la littichera”, cioè “la zia Calogera, conduttrice di lettighe” faceva anche dormire. Prima di lei c’era stato anche “lu funnacu”, cioè il fondaco dopo il Calvario, a sinistra, sempre per chi vi arrivava dal centro, però a me questo l’hanno raccontato.
          Non era raro che io assistessi a delle liti. A parte la lite dell’uva, quella che mi colpì profondamente ebbe come protagonisti un certo P. e un povero cristo che faceva parte di un circo equestre e che, nella scazzottata, ebbe la peggio.
          La scena, dove si svolsero i fatti, fu la prima rampa della scala che portava a casa mia, davanti alla porta di un unico vano terraneo ed umido che era dietro la scala, dentro il quale abitavano tutti quelli che lavoravano nel circo.
          Non ci fu intervento di carabinieri o perché nessuno li chiamò o non so se per qualche altro motivo. Mi ricordo solo che era una domenica in cui si votava per il rinnovo del Parlamento.
          Un’altra lite ebbe come protagonisti la famiglia “di la zà C.”  una donna tutta casa e chiesa e quella “di lu zì V.”.
          Io mi trovavo a casa quando, all’improvviso, la mia attenzione fu attratta da voci molto concitate. Mi affacciai al balcone assieme a mia madre e vidi le due famiglie accapigliarsi.
          Da una parte e dall’altra volavano parolacce e ogni sorta di epiteti, tra i quali “Curnutu”, cioè “Cornuto”, “Buttana” cioè “Puttana” e “Ti scassu lu culu”, cioè “ti rompo il culo” erano i più quotati.
          Non ricordo di aver visto del sangue come invece era accaduto nell’altra lite, ma anche in questa occasione si era radunata una piccola folla di curiosi, pronti a commentare l’accaduto e a dare delle spiegazioni non sempre campate in aria.
          Seppi così che tra “la zà C.” e “lu zì V.” c’era stato del tenero e che i familiari della donna si erano irritati, avendoli trovati insieme a fare l’amore in un magazzino, anche perché “lu zì V.”, vedovo e padre di figli, forse non aveva nessuna intenzione o nessuna possibilità di sposare “la zà C.”
.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 12 settembre 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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11/09/2011

Volontariato. Breve sospensione del servizio emergenza ambulanza della onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale"

 

Onlus "Padre Vinti Grotte Solidale".

E' temporaneamente sospeso, a causa di problemi burocratici, il servizio di emergenza e trasposto a mezzo ambulanza assicurato da oltre dieci anni dall'associazione "Padre Vinti - Grotte Solidale" Onlus.
La sospensione, dovuta a motivi non dipendenti dalla volontà del Direttivo dell'associazione, sarà di brevissima durata al fine di evitare disagi alla popolazione e di poter intervenire con tempestività in casi di emergenza.
Continuano ad essere assicurati, con la consueta regolarità, sia il servizio di distribuzione viveri in collaborazione con il Banco Alimentare, sia il trasposto ammalati e disabili con il pulmino opportunamente attrezzato.
Durante la forzata pausa sarà effettuata la disinfestazione dei locali e la manutenzione straordinaria dei mezzi di soccorso.
La presenza dei volontari in sede sarà sempre assicurata dal lunedi al venerdi (dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00) ed il sabato (dalle 10.00 alle 12.00).


Carmelo Arnone
11 settembre 2011
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11/09/2011

Cultura. Appuntamento con Pietrangelo Buttafuoco, nel terzo degli "Incontri alla Torre"

 

Appuntamento con Pietrangelo Buttafuoco, nel terzo degli "Incontri alla Torre".
P. Buttafuoco

Si conclude a Grotte il ciclo degli “Incontri alla Torre”, con l’importante appuntamento culturale di domenica 11 settembre alle ore 21.00 nel suggestivo scenario del giardino della Torre. Uno dei più brillanti intellettuali italiani presenterà la sua ultima fatica letteraria “Il Lupo e la Luna” edita da Bompiani. Pietrangelo Buttafuoco, giornalista di Panorama, autore televisivo, finalista del premio Campiello con “Le Uova del Drago”, è la prima volta in provincia di Agrigento. Succeduto a Pippo Baudo alla Presidenza del teatro Stabile di Catania ha al suo attivo le seguenti pubblicazioni:
- "Fogli consanguinei". Padova, Edizioni di Ar, 2003;
- "L'ora che viene. Intorno a Evola e a Spengler". Padova, Edizioni di Ar, 2004;
- "Le uova del drago. Una storia vera al teatro dei pupi". Romanzo, Milano, Mondadori, 2005;
- "L'ultima del diavolo". Romanzo, Milano, Mondadori, 2008;
- "Cabaret Voltaire. L'Islam, il Sacro, l'Occidente". Milano, Bompiani, 2008;
- "Fìmmini. Ammirarle, decifrarle, sedurle". Milano, Mondadori, 2009;
- "Alla bandiera dei tre colori ne serve solo uno". Racconto, in Grand Tour. Rivisitare l’Italia nei suoi 150 anni, Italianieuropei, 05/2010.
L’incontro, moderato da Carmelo Arnone, sarà animato dagli interventi artistico-musicali del "Trio Siciliano" formato dai Maestri Pietro La Greca (pianoforte), Julia Di Stefano (Flauto) e Lavinia Di Stefano (clarinetto). Le letture saranno a cura di Margherita Biondo e Salvatore Milano. La rassegna, curata dall’ideatore e direttore Aristotele Cuffaro, con la collaborazione della Presidente del Lions Club "Zolfare" Dott.ssa Giovanna Zaffuto e dell’assessore comunale alla Cultura Salvatore Rizzo, si concluderà con un buffet offerto a tutti i partecipanti.
 

 

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10/09/2011

Chiesa. Nuove sedi per i sacerdoti grottesi

 

Don Giuseppe Costanza
Don G. Costanza

Nell'ambito delle scelte pastorali operate da S.E. Mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento, due sacerdoti grottesi sono stati destinati ad assumere maggiori responsabilità.
Don Giuseppe Costanza, già Arciprete di Caltabellotta, è stato nominato Arciprete di Castrofilippo, presso la parrocchia Maria SS. del Rosario.
Don Paolo Morreale, già viceparroco nella chiesa B.M.V. Immacolata di Palma di Montechiaro, svolgerà la sua attività a Licata, dove assumerà la guida delle comunità parrocchiali di Santa Maria la Vetere, San Paolo e della B.M.V. del Cutturo.
Un'altra buona notizia, per la comunità ecclesiale di Grotte, è la prossima consacrazione di don Dario Morreale, che sarà ordinato sacerdote venerdi 25 novembre. La domenica successiva, 27 novembre, il novello sacerdote celebrerà la sua prima messa nel suo paese, attorniato dall'affetto dell'intera comunità cittadina.
 

Don Paolo Morreale
Don P. Morreale

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10/09/2011

Sport. Aperte le iscrizioni per il torneo "Grotte Open" di tennis

 

Aperte le iscrizioni per il "Grotte Open" di tennis.
Locandina

La Polisportiva "Athena" organizza la quarta edizione del torneo di tennis "Grotte Open". Dopo "20 anni di passione" per gli sportivi grottesi "... la sfida continua!".
Il "singolare maschile", che inizierà il 17 settembre, prevede una prima fase a gironi ed una seconda fase ad eliminazione diretta.
Le iscrizioni sono aperte sino al 14 settembre; è prevista una quota di euro 15,00.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare A. Villardita (380.4747980) o F. D'Ina (320.7554968).
 

 

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09/09/2011

Politica. Lettera aperta al Sindaco, dal gruppo consiliare "Uniamo Grotte", sull'acquedotto Tre Sorgenti

 

Lettera aperta al Sindaco, dal gruppo consiliare "Uniamo Grotte", sull'acquedotto "Tre Sorgenti".
Manifesto

Riceviamo e pubblichiamo.

"Lettera aperta al Signor Sindaco

Signor Sindaco, abbiamo appreso tramite la stampa che il Consorzio Acquedotto Tre Sorgenti in questi giorni sta affrontando la annosa vicenda della consegna dei propri impianti al gestore privato Girgenti Acque, ignorando soprattutto il recente esito referendario che ha evidenziato che l'acqua resti un bene pubblico e non gestito solo dai privati.

Signor Sindaco, è necessario che, in merito alla suddetta consegna, Lei informi i Cittadini sulla Sua decisione ed, in ogni caso, Le rammentiamo che qualsiasi scelta presa da Lei e dall'Assemblea Consortile, deve essere sottoposta preventivamente all'esame di tutti i Consigli Comunali dei Comuni Consorziati e quindi anche del Nostro.

Signor Sindaco, il 12 e 13 giugno il voto di ben 2800 grottesi, ed in generale di 28 milioni di italiani, ha chiaramente indicato la voglia di partecipazione attiva alle decisioni importanti per il Paese.

Signor Sindaco, chiara è stata la risposta dei cittadini: NO alla privatizzazione dei servizi pubblici d'interesse generale, a partire dalla gestione dell'acqua ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni.

Signor Sindaco, le persone hanno chiaramente indicato alla rappresentanza politica e quindi anche a Lei una nuova stagione politica che metta al centro l'essere umano e i beni comuni e non le speculazioni finanziarie.

Signor Sindaco, rifletta bene: non tradisca l'esito del referendum e rispetti, assieme agli altri sindaci del Consorzio Tre Sorgenti, l'indirizzo chiaro della volontà popolare".

 

   

Il Gruppo Consiliare di Minoranza
Uniamo Grotte
 

 

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09/09/2011

Chiesa. "Maria Maestra della famiglia", nel IV Convegno di Mariologia

 

IV Convegno di Mariologia
Manifesto

"Maria Maestra della famiglia", nel IV Convegno di Mariologia

Si svolgerà ancora una volta a Grotte, dal 15 al 18 settembre presso la chiesa Madonna del Carmelo, il Convegno Regionale di Mariologia, giunto alla sua IV edizione, il cui tema è "Maria Maestra della famiglia". La realizzazione del convegno, promosso dall'Associazione Bioeticisti Italiani, dall'Unità Pastorale di Grotte e dal Comune di Grotte, è stata possibile grazie al contributo offerto dalle aziende locali: Casa Arredo Lo Presti; Gresal; Mancuso Gelati; Sicily Food.

Questo è il programma della manifestazione.

Giovedi 15 settembre
- Ore 17.30: Inaugurazione della mostra di icone del Reverendo don Gioacchino Venturella
- Saluto dell'arciprete Padre Giovanni Castronovo
- Saluto del sindaco Rag. Paolo Pilato
- Relazione del prof. Enzo Di Natali: "L'icona e l'educazione alla bellezza"
- Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Sotir Ferrara (Vescovo di Piana degli Albanesi)

Venerdi 16 settembre
- Ore 17.00: Relazioni
     Don Vincenzo Lombino (Prefetto degli Studi presso lo Studio Teologico "San Gregorio Agrigentino")
     Prof. Enzo Di Natali (Presidente Associazione Bioeticisti Italiani)
     Dott. Nino Barraco (Giornalista)
     Dott. Stefano Vitello (Presidente Consulta dei Laici - Caltanissetta)
- Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.R. Mons. Francesco Montenegro (Arcivescovo di Agrigento)
- Concerto del Coro dell'Associazione "Santa Cecilia" di Agrigento, diretto dal M° Alfonso Lo Presti

Sabato 17 settembre
- Ore 17.00: Testimonianze e Conversione per mezzo di Maria
- Ore 18.00: Relazione del prof. Alfonso Cacciatore
- Ore 19.00: Celebrazione Eucaristica
- Ore 20.00: Flambeaux (fiaccolata) per la via principale in onore della Madonna Delle Grazie

Domenica 18 settembre
 - Ore 18.30: Solenne Concelebrazione della Santa Messa presieduta da S.E.R. Mons. Carmelo Ferraro, Arcivescovo Emerito di Agrigento
 

 

  Il Presidente
Prof. Enzo Di Natali
L'Arciprete
Padre Giovanni Castronovo
Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato
 
 

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08/09/2011

Pittura. Personale di Antonio Pilato alla Galleria Roma di Siracusa

 

Personale di Antonio Pilato alla Galleria Roma di Siracusa.
"... tra gli squali"

"Grotte è il mio paese natale"; ci tiene a precisarlo Antonio Pilato, tra i più affermati maestri della pittura contemporanea italiana. Pochi ricorderanno il tempo passato nel quale, insieme allo scomparso dott. Franco Romano, allestì la prima mostra collettiva di pittura a Grotte, in occasione dell'inaugurazione della biblioteca comunale "M. L. King". Risale a dieci anni fa invece un'altra sua mostra all'interno del municipio del nostro paese, insieme al pittore milanese A. Nastasio, in concomitanza con la corrente edizione del Premio Letterario "Racalmare - Leonardo Sciascia". Dal 10 settembre esporrà presso la Galleria Roma di Siracusa e successivamente, alla fine di novembre 2011, le sue opere saranno in esposizione all'interno del Complesso Monumentale "Guglielmo II" di Monreale (PA). Chissà che in un futuro prossimo non possa tornare a mostrare la sua arte anche nel suo paese natale, dal quale le alterne vicende della vita lo hanno allontanato, ma il cui ricordo porta immutabile nel cuore.

Antonio Pilato
Mostra personale di pittura
"Galleria Roma", Piazza San Giuseppe 2-3, Siracusa
Dal 10 al 20 settembre 2011
Apertura sabato 10 settembre ore 18.30

(A lato: particolare dell'opera "La forza della speranza tra gli squali").
 

Antonio Pilato sul catalogo "Avanguardie Artistiche 2011"
Antonio Pilato

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08/09/2011

Associazioni. Gruppo di astrofili della "Castore e Polluce" a Grotte

 

Gruppo di astrofili della "Castore e Polluce" a Grotte.

Cresce anche a Grotte il numero di appassionati di astronomia che, in particolar modo durante i mesi estivi, si muniscono di telescopi, cannocchiali o semplici binocoli e, spostandosi nelle campagne per evitare quanto possibile l'inquinamento ottico delle luci delle città, trascorrono lunghe calde serate in osservazione della volta celeste.
Alcuni hanno già aderito all'associazione di astrofili "Castore e Polluce", che ha sede ad Agrigento ma che esercita la sua attività prevalentemente a Comitini, uno dei pochi paesi della Sicilia che può vantare un osservatorio astronomico.
L'associazione organizza periodicamente degli incontri al fine di consentire lo scambio di esperienze tra i soci e di effettuare delle osservazioni collettive. Chiunque voglia aderire, che sia in possesso di un telescopio o che sia un semplice appassionato "senza attrezzi", può contattare l'associazione inviando una email a gerlcuff@tin.it .
 

 

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08/09/2011

Volontariato. Gita sociale dei donatori ADAS al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo

 

Gita sociale dei donatori ADAS al Cous Cous Fest di San Vito Lo Capo.
Manifesto

Il Consiglio Direttivo della sezione ADAS di Grotte ha organizzato, per tutti i soci donatori ed i loro familiari, una gita sociale che si svolgerà domenica 25 settembre, ad Erice e San Vito Lo Capo (in provincia di Trapani) in occasione della giornata conclusiva del "Cous Cous Fest". Le adesioni alla gita dovranno pervenire entro e non oltre domenica 18 settembre, giornata nella quale avrà luogo la consueta donazione di sangue mensile. I recapiti telefonici, per informazioni e prenotazioni, sono indicati nel manifesto. Le quote di partecipazione, a persona (comprendenti il viaggio, il pranzo a menu ridotto e le visite guidate sino a mezzogiorno), sono: euro 30,00 per i soci donatori; euro 35,00 per i familiari e gli amici; euro 25,00 per i ragazzi da 2 a 12 anni. Nessuna quota è dovuta per i bambini al di sotto dei 2 anni.
 

 

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06/09/2011

Scuola. Al "Roncalli" tutti a scuola il 15 settembre

 

Istituto Comprensivo "A. Roncalli" di Grotte: plesso "A. Roncalli"
Plesso "A. Roncalli"

Inizieranno giovedi 15 settembre le lezioni per tutti gli ordini di scuola dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte.
Seguendo le indicazioni regionali, l'anno scolastico 2011/2012 per gli alunni di Grotte avrà inizio regolarmente, senza anticipi.
Al rientro in classe sono interessati i bambini delle classi di scuola dell'infanzia (nel plesso di Via Europa), quelli della scuola primaria (nei plessi "Roncalli" al Viale della Vittoria e "Sciascia" in Via Padre Annibale Di Francia) ed i ragazzi della scuola secondaria di primo grado (nel plesso di Via Acquanova).
Il termine dell'anno scolastico è fissato, sempre dal calendario scolastico regionale, al 12 giugno 2012 (ultimo giorno di lezione). A differenza degli scorsi anni, particolare attenzione verrà posta affinché tutti gli alunni frequentino le lezioni sino agli ultimi giorni, senza indulgere ai "ritiri" anticipati avallati dai genitori. A tal proposito durante l'ultimo periodo di scuola potrebbero essere programmate attività la cui frequenza sarebbe considerata ai fini dei voti di profitto nelle singole materie.
La frequenza della scuola "dell'obbligo" impone ai genitori il dovere di vigilare affinché i loro figli fruiscano delle lezioni dal primo all'ultimo giorno, non solo per non incorrere nelle sanzioni previste in caso di inadempienza, ma soprattutto per non far perdere agli alunni irripetibili occasioni formative e di crescita culturale ed umana.

Carmelo Arnone
6 settembre 2011
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05/09/2011

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.

Martedi 6 settembre
- alle ore 19.00, a San Francesco, riunione del Consiglio Pastorale Interparrocchiale.

Avviso
- nella chiesa del Purgatorio per tutta la settimana non verranno celebrate le Sante Messe; si riprenderà con la Santa Messa prefestiva di sabato 10 settembre.
 

 

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05/09/2011

Racconti. "Un tuffo nel passato" - Capitoli 37° e 38°; di Carmelo Luparello

 

Prof. Carmelo Luparello
Prof. Luparello


UN TUFFO NEL PASSATO
di Carmelo Luparello

Cap. XXXVII

          Una delle feste più sentite in paese era ed è ancora la Pasqua, anche perché Grotte possiede un Calvario che è la fine del mondo, sebbene ora non sia più quello di una volta, quando ai lati della salita non erano stati ancora costruiti gli enormi palazzi che si vedono oggi. L’arciprete, però, decise, a un certo punto, che la festa aveva assunto un carattere pagano e quindi non doveva essere più celebrata.
          Appena la notizia si sparse in paese, successe quasi una rivoluzione.
          Il popolo, guidato, a quanto mio fratello Angelo mi raccontava, da Ciccino, figlio di mio padrino, e da altri giovani, entrò in chiesa e a gran voce chiese d’incontrare l’arciprete.
          Ma il poveretto, consigliato per l’occasione dalla sorella, si nascose nel campanile dove, sicuramente, a nessuno sarebbe venuto in mente di cercarlo.
          - Però, non si sa mai - pensava la sorella - se non lo trovano stasera, lo troveranno domani. Forse è meglio che li faccia rappacificare e che si raggiunga un accordo.
          Detto fatto, avvicinò quelli che in un primo momento aveva definito facinorosi e magari persone senza timore di Dio e promise loro che avrebbe convinto il fratello a fare la festa di Pasqua.
          Il popolo si rabbonì, il prete scese dal campanile e la festa continua ancora oggi. Anzi finché visse, l’arciprete accompagnò, ogni anno, il Cristo in croce fino al Calvario e poi, la domenica di Resurrezione, all’incontro con la Madre.
          L’incontro avveniva, allora come oggi, intorno alle dodici e mezzo, tra due ali di folla, dopo la messa di mezzogiorno, annunciato da un gioioso squillare di campane. I due simulacri, quello di Gesù e quello della Madonna, uscivano dalla chiesa e prendevano due direzioni opposte: uno andava in direzione del Municipio, l’altro verso il Calvario.
          Erano preceduti, tutti e due, da uno stendardo.
          A un certo punto i due simulacri tornavano indietro di corsa. Ciò avveniva tre volte, e la terza volta Gesù e sua Madre restavano insieme.
          Anche i due stendardi, trasportati da due aitanti giovani, correvano e, a un certo punto, si scontravano molto violentemente. Mi ricordo che è sempre stato così fino a quando qualche anno fa, nello scontro, i due stendardi non lasciarono volare i rispettivi pomi, uno dei quali andò a colpire, sulla testa, una giovane donna, conosciuta col soprannome di Zichi-zichi, voce onomatopeica che riproduce il verso della cicala. Il colpo procurò alla ragazza una profonda ferita.
          Da quella volta ci furono sempre gli stendardi che continuarono a correre ma, giustamente, senza scontrarsi con la violenza di prima.
          Un’altra festa caratteristica, che io ricordo con nostalgia, oltre a quella dell’Immacolata e a quella del Natale, era quella di Sant’Antonio Abate che si celebrava il 17 gennaio.
          Per l’occasione si svolgeva una fiera, soprattutto di bestiame, (non per niente Sant’Antonio è il protettore degli animali) e da Racalmuto portavano “li vastunachi”, che erano delle carote le quali, più che sul rosso o sull’arancione, davano sul bluastro e che, oltre ad essere grosse e dure, erano molto gustose.
          Alcuni racalmutesi ci prendevano in giro, dicendoci che loro ci portavano “li vastunachi” alludendo a qualche altra cosa.
          Oggi, purtroppo, “li vastunachi” sono scomparse e non se ne trovano più, nemmeno a comprarle a prezzo d’oro. Un vero peccato!
          A quei tempi le banane non le conosceva nessuno, altrimenti gli stessi racalmutesi avrebbero forse detto che erano loro a darci anche le banane.
          Comunque, non c’era festa di Sant’Antonio senza “vastunachi”, che di essa erano la caratteristica principale, assieme ai cardi lessi e “a li favi pizzicati” fave cioè a cui veniva tolta una parte della pellicina, quella dove c’era la “cresta” e che venivano cotte con la bieta.
          Altre cose buone venivano preparate dalle nostre mamme in occasione delle altre feste.
          Per Santa Lucia si preparava “la cuccia” a base di grano duro e di ceci bianchi, cotti con qualche foglia di alloro e conditi con zucchero. Una vera prelibatezza da leccarsi i baffi! che mi faceva dire: “Perché Santa Lucia non si festeggia tutti i giorni?”.
          Molto buone erano “li ‘mpignulati”che si preparavano per San Martino e che si innaffiavano con qualche bicchiere di vino nuovo. “Pi San Martinu ogni mustu è vino” cioè “Per San Martino ogni mosto è vino”. Allora come oggi.
          Per Natale si preparavano “li purciddrata” a base di farina e fichi secchi, in mezzo ai quali si mescolava un po’ di scorza di arancia tagliata a pezzettini piccolissimi.
          Quando mia madre o mia zia Maria li sfornavano, un odore inebriante si sprigionava dal forno e impregnava le strade vicine.
          Oltre “a li purciddrata” (molte famiglie ne preparavano carteddri sani, cioè ne riempivano grosse ceste) si preparavano anche i biscotti, sui quali, con i rebbi della forchetta, si faceva una leggera raschiatura per farli apparire più belli.
          Per San Giuseppe era una tradizione preparare “li sfingi” che, zuccherati, erano molto buoni.
          Infine, per Pasqua, con l’impasto del pane, si faceva la “palummeddra” cioè la piccola colomba.
          Tra le feste non religiose c’era, molto importante, il Carnevale, soprattutto perché c’erano i camion addobbati con pupazzi variopinti che passavano per il centro del paese, accompagnati dalla musica, messa, per l’occasione, ad alto volume.
          Sopra i camion c’erano “li mascarati” che rappresentavano le maschere più famose.
          Passando per la strada lanciavano, addosso alla gente, “li pittidri” cioè i coriandoli e, assieme ad essi, i confetti.
          In genere in uno dei camion c’era mio cugino Nino Carlisi, figlio di mia zia Maria Gianforcaro, oggi emigrato forse in Francia. Ed era proprio lui che, arrivato davanti al mio balcone, vi lanciava i confetti che io raccoglievo e mangiavo.
          Molto caratteristico, ma anche pauroso almeno per me, era “lu crastu”, cioè l’agnello castrato.
          Era un uomo rivestito tutto di un mantello di lana con un campanaccio legato al fianco.
          Due o tre persone lo trattenevano con delle corde, mentre egli cercava di divincolarsi per correre dietro ai bambini che, spaventati, fuggivano da ogni parte.
          Anch’io lo aspettavo per la strada per vederlo ma, appena si avvicinava, mi catapultavo “ni la putia” di mio padre mentre il campanellaccio faceva sentire, furiosi e spaventosi, i suoi rintocchi.
          Ma molto bella era pure la ricorrenza del Primo Maggio che allora celebravano quasi esclusivamente i partiti di sinistra.
          A mezzogiorno si andava a pranzare in campagna, dove, tra le altre cose, si mangiavano “cavatuneddra cu li favi”, cioè ditali con le fave fresche appena raccolte e cucinate.
          Coloro che non avevano la campagna, ed erano tanti, andavano a fare festa “A lu cuozzu di l’oru”  località un po’ distante dal paese, dove si riunivano per mangiare tutti insieme.
          Nel primo pomeriggio, dei trattori e dei carri addobbati con zappe, pale, tridenti e altri arnesi di campagna e tantissime bandiere rosse marciavano verso il cuore del paese, dove era stato allestito un palco dal quale vari oratori arringavano la folla.
          Una volta fu organizzata anche una gara canora alla quale partecipò, fra gli altri, un ragazzo che era anche un mio amico, Giuseppe Morreale, che interpretò la famosa, almeno per allora, canzone “La colpa fu” ottenendo, me lo ricordo, un lusinghiero successo. Mi pare che alla gara partecipò pure il signor Mario Castrogiovanni, quello che, qualche anno dopo, si aprì un bar nel Corso Garibaldi, vicino a Via Confine.
          Un’altra festa importante che, pur non celebrandosi a Grotte, faceva sentire la sua influenza fino al mio paese, era “la festa di lu Munti” di Racalmuto, che si celebrava nel mese di luglio.
          Mi ricordo che in certi pomeriggi un autobus, guidato “lu zì Rualdu Savatteri”, cioè da “zio Eduardo Savatteri” faceva la spola tra i due paesi. Partiva pieno zeppo da Grotte dalla piazzetta dell’orologio, arrivava a Racalmuto e ritornava per ripartire poco dopo ancora pieno di gente che, ogni volta, lo prendeva letteralmente d’assalto.
          Nella foga di salire, non si risparmiavano pugni e calci, conditi spesso con qualche parola oscena.
          C’era chi, per risparmiare i soldi del biglietto, si faceva la strada a piedi tra i due paesi, prendendo “di la Cumpina”, cioè per via Confine.
          Io a quella festa non ci andavo mai, anche perché ero piccolo e poi, in quel periodo ci trasferivamo in campagna. Intorno a mezzanotte, però, quando, tra le braccia del dio Hypnos, ero immerso nel mondo dei sogni, capitava spesso che venissi svegliato dal rumore assordante dei fuochi d’artificio che illuminavano il cielo di mille colori. Allora mi alzavo e, in compagnia di mia madre, salivo in quello che chiamavamo “lu polterra”, cioè la terrazza, da dove potevo ammirare quello inusuale spettacolo.
          Da ultimo, lo scoppio di una bomba assai potente segnava la fine della festa, tra l’abbaiare furioso dei cani svegliatisi di soprassalto, poi tutto tornava a immergersi nel silenzio più profondo. Anch’io, piano piano, tornavo nel letto e mi addormentavo anche se con fatica a causa dei materassi ripieni di stoppie.

Cap. XXXVIII

          Ai miei tempi, la scuola media era ubicata sopra il cinema Marconi, a parte un breve periodo in cui, per lavori di restauro, fu sistemata nel Corso Garibaldi, in quel grande palazzo cui si accede attraverso un ampio arco, abitazione forse, negli anni passati, di qualche nobile. Ricordo che la scuola occupava alcune stanze poste al primo piano, a sinistra di chi entra e vi si accedeva attraverso una scala esterna.
          La scuola aveva due corsi soltanto: A e B. Preside incaricato era il prof. Calogero Lo Presti.
          I locali, purtroppo, erano sempre fatiscenti e dalle fessure, durante l’inverno, entrava aria gelida.
          Era questo il periodo in cui la neve, in paese, durava anche diversi giorni, perciò in tanti pensammo di portarci in classe uno scaldino, fino a quando gli insegnanti non decisero che era meglio usare una stufa a gas.
          Raccogliemmo i soldi e comprammo sia la stufa che le bombole che ogni tanto facevamo girare perché  il calore potesse arrivare a tutti.
          La mia prima insegnante di lettere si chiamava Merlino e, secondo quanto sentivo dire, era di Palermo. Io, infatti, non avevo né potevo avere notizie di prima mano. Allora gli insegnanti, poiché avevano in mano il destino delle nuove generazioni, stavano in un piano molto alto, e alla povera gente non era permesso avvicinarsi ad essi, ritenuti esseri straordinari, quasi semidei perché ciò avrebbe sicuramente sminuito la loro autorità e il loro prestigio che, invece, dovevano rimanere integri e, quindi, non contaminati.
          Insegnante di francese era la professoressa Scinta, una donna rigorosa ma, in compenso, insegnava molto bene e faceva imparare altrettanto bene il francese, tant’è che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni, di questa lingua ricordo molte cose e, leggendo una lettera scritta in francese, riesco a capirci ancora qualcosa. Insomma so dove mettere le mani.
          Dell’insegnante di matematica non ricordo il nome, ricordo solo che non mi sopportava. Io, nell’intimo mio, contraccambiavo il suo sentimento.
          Solo quando ne venne un’altra, le cose migliorarono un poco.
          L’insegnante di disegno era la moglie di mio padrino, Gaetana Bottaro, mentre l’insegnante di educazione fisica era l’ingegnere Domenico Licata.
          Veramente lui era geometra, ma tutti lo chiamavano “Ingegnere” compresi noi alunni, dai quali avrebbe preferito, almeno a scuola, essere chiamato “Professore”.
          Mi ricordo che diceva sempre: “Ragazzi, chiamatemi professore, altrimenti se viene un ispettore e sente che mi chiamate Ingegnere, si arrabbia”.
          Noi avevamo paura dell’ispettore, che immaginavamo come un uomo straordinario, alto almeno due metri, con un pancione grosso oltre l’incredibile, con un grande cappello in testa e i baffi sulla bocca, oltre, s’intende, agli occhiali, pronto a richiamare tutti: professori e alunni, a mangiarsi magari questi ultimi o, quanto meno ad allontanarli per sempre dalla scuola, ma in quanto a chiamare il nostro insegnante di Educazione fisica “Professore” nessuno se la sentiva proprio: per noi era l’ingegnere Licata e tale doveva rimanere.
          Facevamo “ginnastica” o nel piccolo atrio della scuola, dove si marciava cercando di tenere il passo, o, quando faceva bel tempo, si andava anche all’Arena, dove, come ho già detto, c’era un largo spazio che ci permetteva di correre e saltare. L’arena era dove oggi c’è il negozio di ferramenta del signor Terrana.
          Allora le famose uscite didattiche o le gite d’istruzione non esistevano e una volta, o al massimo due volte l’anno, si faceva una passeggiata in campagna.
          Di solito si andava in contrada Fontanapazza o “A la Scintilia” e lì eravamo lasciati liberi di correre, anche se sotto l’occhio sempre vigile degli insegnanti. La lettura del giornale in classe sarebbe stata uno scandalo.
          - A scuola si viene per studiare, non per leggere il giornale, quello si legge al circolo - ci avrebbero sicuramente detto se, anche conservato e nascosto tra i libri dentro la borsa, ci avessero visto un giornale o un settimanale.
          Il giornale ci avrebbe distratti e distolti dalle lezioni!
          Eppure, “munnu ha statu e munnu è”, cioè “mondo è stato e mondo è”, c’era sempre qualcuno, specialmente negli ultimi banchi, che riusciva ad eludere la sorveglianza degli insegnanti e a leggersi un giornaletto nascosto in mezzo alle pagine di un libro.
          Certo bisognava tenere gli occhi bene aperti perché, se l’insegnante avesse avuto il minimo sospetto che non la stavi seguendo, ti sarebbe piombata addosso e allora ti avrebbe fatto vedere la morte con gli occhi o, come si dice, “li surci virdi”, cioè i topi verdi.
          E qualche volta capitava che il malcapitato fosse tanto preso dalla lettura clandestina da accorgersi dell’insegnante troppo tardi quando già ce l’aveva di sopra, come un galletto ancora inesperto che, quando meno se l’aspetta, viene ghermito da un uccello rapace e portato via lassù nel cielo per essere divorato.
          Se poi il giornaletto era porno, i guai naturalmente erano maggiori: il giornaletto non solo veniva sequestrato, ma il povero disgraziato avrebbe portato, almeno per un triennio, il marchio della vergogna, perché sarebbe stato per sempre additato come uno sporcaccione, indegno di frequentare una scuola.
          Di scioperi nemmeno a parlarne, e qualcuno che ci aveva provato ad organizzarne uno, come “Peppi Roccu”, al secolo Giuseppe Carlisi, che una mattina si era messo davanti al portone per non fare entrare nessuno, prese tanti schiaffi dal professore G. L. che sia lui che gli altri ne persero completamente la voglia.
          Solo nell’ottobre del 1956, in occasione dell’invasione dell’Ungheria da parte delle truppe sovietiche, potemmo uscire dalla scuola e fare un giorno di vacanza, senza che questa volta qualcuno ci minacciasse di schiaffeggiarci: dovevamo partecipare ad una manifestazione di protesta per far sentire la nostra solidarietà, si disse, all’eroico popolo ungherese che, inerme, aveva avuto il coraggio di affrontare i carri armati dell’URSS.
          Aveva organizzato la protesta una signora, assai vicina agli ambienti della Democrazia Cristiana locale.
          Per l’occasione mi ricordo che furono portati alle lapidi dei Caduti nelle due guerre mondiali, dei fiori, tra cui molte rose, che la signora coltivava nel suo giardino.
          Il primo anno di scuola media fui bocciato. A giugno avevo lasciato tre materie: Italiano, Latino e Matematica, e agli esami di riparazione, che allora erano, se non ricordo male, verso gli ultimi di settembre, non ce l’avevo fatta.
          Ma quella era stata una santa bocciatura perché, da quella volta, diventai, se non il più bravo, uno dei più bravi, forse perché trovai anche degli insegnanti più capaci, come la professoressa di lettere, Gina Licata, che, specialmente in latino, mi portò al punto tale che traducevo dal latino o in latino prima ancora che lei finisse di dettare interamente la frase.
          Così diceva lei, con un pizzico di orgoglio.
          Era il metodo della professoressa Gina Licata tale che non ammetteva confronti, e solo chi non voleva studiare non capiva un tubo.
          Un giorno, me lo ricordo come fosse ora, la professoressa stava spiegando come si traduceva in latino una interrogativa diretta.
          - Si mette “ne”- dissi io, precedendola.
          - E chi te l’ha detto? - mi domandò lei, incuriosita.
          - Lei, professoressa, lo ha detto l’altro giorno! - feci io.
          - Non me lo ricordo affatto, ma, visto che sei stato attento, ti metto “dieci” di latino.
          Diventai subito un mito, e tutti volevano che il pomeriggio rispiegassi loro il latino, perché dicevano che, con me, lo capivano meglio. E la casa mia, ogni pomeriggio, diveniva la meta preferita dai miei compagni.
          Solo poche volte andai a studiare fuori. Più spesso in casa di qualche mia compagna, e solo una volta o due in casa di un mio compagno che chiamerò, col nome di fantasia, Gero. E fu allora che vidi una cosa che non avevo mai visto e che mai avrei pensato di potere vedere.
          Un pomeriggio, pregato e “strapregato” andai dunque in casa di questo mio compagno.
          La casa era, per quei tempi, molto bella e, soprattutto, molto pulita e tutta “a pedi chianu”, cioè le stanze erano tutte sullo stesso piano, nel nostro caso il primo, nel quale si accedeva attraverso una scala molto comoda. La casa dava di davanti sulla strada principale, di dietro su un giardino, dove il padre del mio compagno coltivava, tra l’altro, bellissimi fiori.
          Un divano e due poltrone con un tavolinetto, sopra il quale c’era un portafiori con bellissime rose rosse, appena raccolte, posti nel salotto subito dopo la scala che portava al primo piano, davano alla casa un aspetto signorile, che non aveva certo la mia casa, che faceva odore di mosto dopo la vendemmia o di vino da novembre in poi, dato che la botte, per mancanza di altri spazi, era sistemata in quella che era soprattutto la sala da pranzo.
          Ma appena entrai, trovai, disteso per terra, proprio nel salotto, un ragazzo, più o meno della nostra età, con la faccia appoggiata su un cuscino, coi pantaloni abbassati, mentre un altro mio compagno, coi pantaloni anche lui abbassati, ne abusava. Un altro mio compagno aspettava il suo turno. Storie di ieri, di oggi, di sempre.
          Il ragazzo, figlio del padrone di casa, quasi mi fossi trovato davanti a una tavola apparecchiata, invitò anche me ad accomodarmi per abusare di quel ragazzo, ma dovevo naturalmente, aspettare il mio turno, perché ero arrivato dopo. Provai un senso di ribrezzo e di schifo e preferii andarmene in un’altra stanza per incominciare a fare gli esercizi di matematica.
          - Non sei un uomo - mi disse Gero - ma sei bravo di latino, perciò incomincia a fare gli esercizi, ti raggiungeremo tra poco.
          Non ricordo tutti i particolari di quel pomeriggio, ricordo soltanto che, dopo quella volta, non andai più in casa di quel mio compagno, per il quale  incominciava a nascere in me un certo odio, alimentato anche dal fatto che, in aperta concorrenza con me, sarebbe andato, in seguito, dietro ad una ragazzina che a me piaceva tanto. Pensavo che uno sporcaccione, come lui, avrebbe profanato la bellezza di quella mia compagna, alla quale non potevo certo raccontare quello che avevo visto, non perché avessi paura che lei parlasse, era troppo seria e intelligente per farlo, sebbene piccola, ma perché sicuramente non mi avrebbe creduto e avrebbe pensato che lo facevo solo per invidia. E invece era vero.
          Un altro episodio di violenza sessuale lo sentii, invece, raccontare. Questa volta il fattaccio interessava una bambina, figlia di una famiglia normale, che una mattina era stata mandata dai suoi nella bottega di un … L’uomo, che certamente era peggio di una bestia, perché le bestie certe cose non le fanno, pur essendo bestie, appena vista la ragazzina da sola, avrebbe chiuso la porta e ne avrebbe approfittato. I suoi genitori avevano denunciato l’accaduto e l’uomo era stato arrestato e condannato non ricordo più a quanti anni di reclusione. Un fatto, questo, che di certo non poteva fare onore al paese, ma di cui il paese non aveva né poteva avere colpa alcuna. Era piuttosto il sintomo di una mente malata.
          I miei compagni di classe volevano anche che io facessi arrivare loro la copia della versione per cui capitava spesso che, alla fine della mia traduzione, la professoressa mi mandasse fuori per evitare che lo facessi. E, sinceramente, questo era per me motivo di grande soddisfazione e orgoglio.
          Mi ricordo di una volta quando, finito il compito, me ne stavo fuori, a bighellonare nella piazza detta, oggi, Piazza Carmona, in attesa che suonasse l’ora in cui il compito doveva essere da tutti consegnato.
          Passò il preside prof. Calogero Lo Presti e, riconosciutomi, mi domandò che cosa facessi in piazza a quell’ora, quando dovevo essere a scuola.
          - Ho finito il compito di latino - gli risposi con una punta di orgoglio - e la professoressa, per evitare che io passassi la copia mi ha mandato fuori.
          Il preside mi lasciò e andò via, dopo avermi “arriurdatu” cioè “dopo avermi raccomandato” di stare molto attento e di non allontanarmi troppo.
          Anche di storia ero bravissimo, e tante volte la professoressa Gina Licata, quando mi doveva interrogare, chiamava la segretaria, Lentini (così mi pare si chiamasse), per farla assistere alla interrogazione.
          Anche di matematica incominciai a migliorare, perché la professoressa era cambiata. Ora ce n’era una nuova, parente, mi pare, di un medico del paese. Un’insegnante molto brava e per preparazione e per carattere.
          Ogni tanto mia madre mi portava, non ricordo se ero ancora alla scuola elementare o ero già passato alla media, dalle maestre Luparello che, se erano mie parenti, lo dovevano essere in modo molto largo. Abitavano vicino casa mia, in un appartamento sopra l’odierna rivendita di tabacchi.
          Non ricordo molto di loro, solo che erano robuste e, quando le conobbi io, piuttosto anziane e che una volta mi domandarono cosa avrei voluto fare da grande. Risposi che mi volevo iscrivere in scienze politiche, anche se di questa facoltà sapevo poco, ma l’aggettivo “politiche” esercitava su di me, almeno allora, un certo fascino.
          In seguito avrei cambiato idea per diventare, come la mia professoressa Gina Licata, un insegnante di lettere.

Carmelo Luparello

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 5 settembre 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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04/09/2011

Dibattiti. "Unità d'Italia: le verità nascoste"; incontro all'Università di Palermo

 

"Unità d'Italia: le verità nascoste"; incontro all'Università di Palermo
Video 1^ parte

Uno sguardo alla storia d'Italia nel periodo del Risorgimento, con particolare riferimento agli anni 1860 e successivi. Questo è stato l'argomento di un incontro culturale (il terzo del ciclo avente come oggetto "Sicilia: Cultura, Arte e Sapori"), sul tema "Unità d'Italia: le verità nascoste", organizzato all'Università di Palermo dall'Associazione "Triskele". Relatori dell'incontro, moderato dal dott. Luigi Sanfilippo, sono stati due studiosi che si sono particolarmente interessati a quel periodo storico: il prof. Tommaso Romano ed il prof. Ignazio Coppola. Entrambi i docenti sono autori di due testi nei quali propongono una visione alternativa rispetto a quella diffusa dalla storiografia ufficiale.
"Dal Regno delle due Sicilie al declino del sud" è il titolo del libro del prof. Romano, nel quale viene svelato il modo violento con cui si compì l'unificazione dell'Italia ai danni del popolo meridionale - e gli effetti deleteri che i siciliani hanno patito e continuano a patire - e di come il Regno di Francesco II fu rapinato da un manipolo di uomini, a cui si aggregarono i cosiddetti “picciotti” di estrazione mafiosa, grazie ai tradimenti e alla corruzione dei capi militari, di aristocratici e politici.
"Risorgimento e risarcimento. La Sicilia tradita - Garibaldi tra apparire ed essere" è invece il titolo del testo del prof. Coppola, in cui lo studioso offre riflessioni e spunti di analisi su molteplici elementi: dal ruolo marginale del popolo siciliano durante il Risorgimento alle origini massoniche dell’inno nazionale, dai saccheggi operati nei confronti della tesoreria del Regio Banco delle Due Sicilie ai tradimenti dei corrotti alti ufficiali del Regio Esercito borbonico, dal brigantaggio quale vera e propria guerra civile e lotta delle popolazioni di varie estrazioni sociali del mezzogiorno al tentativo di inviare migliaia di prigionieri del Sud in lontane isole oceaniche.
Al termine delle relazioni è seguito un vivace dibattito, nel quale i due autori hanno risposto alle domande ed alle considerazioni degli studenti universitari.

Pubblichiamo il video dell'incontro.
 

"Unità d'Italia: le verità nascoste"; incontro all'Università di Palermo
Video 2^ parte

  "Unità d'Italia: le verità nascoste" 1^ parte Visita l'argomento "Unità d'Italia: le verità nascoste" 2^ parte Visita l'argomento
 
 

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04/09/2011

Fotografia. Franco Carlisi in Russia alla mostra "Melody and passion of Mediterranean Italy, Spain"

 

San Pietroburgo
San Pietroburgo

Ancora una volta Franco Carlisi, tra i maggiori Maestri contemporanei della Fotografia, si trova in terra di Russia. Stalvolta proporrà le sue opere insieme ad altri autori italiani e spagnoli. Dal 9 al 30 settembre 2011, presso il Manege Central Exhibition Hall and EC “REAL” di San Pietroburgo, parteciperà all'esposizione «Melody and Passion of Mediterranean Italy, Spain». L'evento è supportato dal Comitato per la Cultura di San Pietroburgo, dal Consolato Generale della Repubblica Italiana, dall'Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo, dal Consolato Onorario di Spagna e dall'Unione degli Artisti Foto di Russia.
 

Franco Carlisi
Franco Carlisi

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03/09/2011

Lettere. "Ci siamo abituati a convivere con le guerre"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Riflettendo sulla lettera di Fabio, io penso che in questo Occidente, totalmente prono davanti al dio mercato, a più di qualcuno piacerebbe tanto riproporre una divisione del mondo in due blocchi: da una parte i buoni, dall’altra i cattivi.
Per anni ci siamo abituati a convivere con le guerre, i conflitti e i microconflitti. Adesso, forse anche per difenderci da quello che ci appare nuovo e minaccioso, stiamo riscoprendo un imperioso bisogno di catalogazioni.
Mi chiedo, che cosa vuol dire "guerre civili"? Sono veramente tali o si tratta spesso di scorciatoie identitarie a cui si fa ricorso quando la propria comunità si trova in pericolo? E a chi conviene etichettarle come "guerre civili"?
Che cosa nasconde questa parola, che giustifica tante nefandezze: stragi, massacri, stupri e ogni altro orrore?
E perchè, visto che non sono tanto occulti, facciamo fatica a chiamare in causa attori, comparse,  registi di queste guerre?
".
 

 

   

Silvia Carli
 

 

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02/09/2011

Spettacolo. Cabaret con Paride Benassai, nel primo degli "Incontri alla Torre"

 

Paride Benassai
Paride Benassai

Incontri alla Torre - 4, 8 e 11 settembre 2011

Domenica 4 settembre, alle ore 21.00 nel giardino della Torre del Palo a Grotte, inizierà la rassegna artistico-culturale denominata “Incontri alla Torre”, ideata e diretta da Aristotele Cuffaro. La rassegna, patrocinata dal Comune di Grotte - Assessorato alla Cultura - e organizzata dall’associazione Lions Club Zolfare - presieduta dalla dott.ssa Giovanna Zaffuto -, presenta come primo appuntamento lo spettacolo di cabaret dell’attore palermitano Paride Benassai.
Ritenuto uno dei protagonisti (insieme a Burruano, Sperandeo, Scaldati, Cuticchio…) che ha contribuito a tracciare una strada maestra del teatro palermitano con una qualità di lavoro assai pregevole. La sua è una originale grinta di attore-performer, capace di rielaborare il senso e la logica di una tradizione, quella di un autentico teatro di ricerca popolare, che a Palermo ha fondato, tra gli anni sessanta e settanta, una vera e propria scuola, non solo teatrale.
Tra i film a cui ha preso parte ricordiamo: “Baaria” di Giuseppe Tornatore; “Nuovomondo” di Emanuele Crialese; “Il sette e l’otto”  di Ficarra e Picone; “La passione di Giosuè l’ebreo” di Pasquale Scimeca; “The Passion” di Mel Gibson; “My name is Tanino” di Paolo Virzì; “Mario e il Mago” di Klaus Maria Brandauer; “I Grimaldi” di Giorgio Castellani e “Il manoscritto del Principe” di Roberto Andò.

"Incontri alla Torre"
Domenica 4 settembre ore 21.00: spettacolo di cabaret con Paride Benassai.
Giovedi 8 settembre ore 21.00: spettacolo di cabaret con Massimo Spata.
Domenica 11 settembre ore 21.00: incontro culturale con Pietrangelo Buttafuoco.
Giardino della Torre del Palo - Grotte
 

Incontri alla Torre - 4, 8 e 11 settembre 2011
Manifesto

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02/09/2011

Attività. "Punto Bio" a Racalmuto, per la distriuzione di prodotti biologici

 

"Punto Bio" a Racalmuto

Sabato 3 settembre, alle ore 19.00, si inaugura a Racalmuto il “Punto Bio” per la vendita al dettaglio e la distribuzione dei prodotti biologici. La struttura, di proprietà della Coop. Il Melograno, in Via Calatafimi n° 78,  rappresenta, nella provincia di Agrigento, la prima piattaforma del biologico specializzata e certificata ai sensi del Regolamento 834/2007, in grado di rifornire altri punti vendita, ristoranti, mense scolastiche e gruppi di acquisto. Il “Punto Bio” di Racalmuto svolgerà anche funzione di negozio pilota per il monitoraggio e la trasparenza dei prezzi. Accorgimento che dovrà assicurare a tutti il buon consumo biologico di qualità a prezzo equo, conveniente e controllato. “Punto Bio” infatti propone tra l’altro una modalità insolita di commercializzazione che punta soprattutto alla vendita di prodotti biologici delle aziende siciliane tramite il criterio della filiera corta. “Attraverso questo strumento - dice Calogero Alaimo Di Loro, della Coop. Il Melograno - continuiamo nel nostro impegno di assicurare una risposta organizzata alla crescente domanda di prodotti di qualità, che deve però essere offerta pero al giusto prezzo”;  è  il nostro sogno di bontà e convenienza a Km zero che si concretizza, con tutti i vantaggi che ne derivano per l’ambiente e la rivitalizzazione sostenibile del sistema agricolo rurale”.
Il “Punto Bio” non sarà solo un semplice negozio, dove scegliere ed acquistare tra oltre 100 articoli bio a prezzi convenienti, ma anche un punto di “incontro” dove richiedere informazioni sulle iniziative per l'agricoltura biologica, i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), la bio ristorazione e quanto altro gira attorno al mondo del consumo di qualità.

All'inaugurazione saranno presenti: Vito Bagliesi, presidente di AIAB Sicilia, Francesco Lori, presidente del Consorzio Isola Bio Sicilia e il maestro Salvo Caramagno, testimonial di eccezione della campagna di sponsorizzazione del biologico siciliano.
A tutti i presenti sarà offerto un bio rinfresco.
 

 

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01/09/2011

Economia. "Format Investing Time FinecoBank"; incontro promosso dal Lions Club Zolfare

 

Lions Club Zolfare
Locandina

Venerdi 2 settembre alle ore 18.00 presso il Palazzo Baronale Bellacera di Comitini si svolgerà un incontro promosso dal Lions Club Zolfare e dalla banca Fineco, in collaborazione con il Comune di Comitini.
Il programma dell'iniziativa "Format Investing Time FinecoBank" è il seguente:
- Registrazione e cocktail di benvenuto (ore 18.00)
- Saluto delle Autorità
          Antonino Contino (Sindaco di Comitini)
          Giovanna Zaffuto (Presidente Lions Club Zolfare)
- Interventi
          Dott.ssa Denise Agnello (Personal Financial Advisor FinecoBank)
          Dott. Carmelino Sacco (Group Manager FinecoBank)
          Dott. Fabrizio Cerami (Area Manager Sicilia Occidentale FinecoBank)
- Questions & Answers Time
- Saluto di chiusura
          Valerio Contrafatto (Past Governatore)
- Buffet (ore 20.30).
 

 

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01/09/2011

Lettere. Apatia e ruolo dei media nella guerra in Libia; di Fabio Pillitteri

 


Fabio Pillitteri

Riceviamo e pubblichiamo.

"In questi giorni alcune persone mi hanno chiesto se ero io il Fabio Pillitteri della prima lettera, e si dicevano concordi sui retroscena economici della guerra.
Tuttavia, il mio intento non era questo. I miei intenti erano 2, uno dei quali credo sia passato.
Il primo è quello di sollevare un dibattito, anche interiore, coinvolgendo altre persone e in questo caso i lettori di Grotte.info; sono certo che in molti avranno letto le 2 lettere e che almeno per 5 minuti avranno pensato alla vicenda libica con un po' meno apatia.
Apatia che era fortissima fino a poche settimane fa, quando non arrivavano quasi più notizie dal "fronte" e sembrava che tutti se ne fossero dimenticati.
Il mio secondo intento era quello di mettere l'accento sul ruolo predominante che i media hanno avuto in questa guerra, e sulle conseguenze pratiche dei loro "scoop", lanciati senza verificarli, come ho documentato ampiamente nella seconda mail (nella quale ho notato di aver scordato di inserire gli ultimi due link, quello sulla manifestazione indiana spacciata per libica è questo: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=R_-lzI8I0_0, quello sul leader del Cnt, Jibirl, è questo: http://it.peacereporter.net/articolo/27574/Chi+%E8+Mahmoud+Jibril%2C+il+successore+di+Gheddafi%3F).
Li ho definiti "criminali" perché effettivamente le loro bugie (o, se vogliamo usare un eufemismo, potremmo dire: verità infondate) hanno contribuito molto a scatenare l'intervento Nato.
Sono sicuro che se non si fosse parlato di bugie come 10 mila morti e 50 mila feriti, fosse comuni e stupri di massa, la Nato non sarebbe stata legittimata ad intervenire e la rivolta sarebbe stata vista più lucidamente così com'è davvero: un colpo di stato armato compiuto in nome di odio tribale (per i ribelli "semplici") e di interessi materiali (per i capi del Cnt, tutti ex ministri, generali e lobbisti degli interessi anglosassoni).
Non ho speso una parola per le rivoluzioni tunisina ed egiziana perché credo siano state genuine e soprattutto di massa.
Anche lì probabilmente l'occidente troverà lo spiraglio per continuare a svenare il sangue della loro economia, Mubarak o meno, ma i milioni di cittadini scesi in piazza, disarmati, meritano onore e rispetto.
I ribelli libici non sono affatto così, sono scesi in piazza sì, armati però, e si sono macchiati di crimini (e non mi sento di usare eufemismi), documentati anche da Amnesty International e da Ian Martin dell'Onu.
Di democratico non hanno nulla, di civile neanche, sono dei bugiardi cronici che stanno ammazzando immigrati di colore senza alcuna discrezione. Non credo sia giusto farlo passare per liberatori della patria dallo spietato dittatore, è una trama che non mi convince affatto. Non convince me, è vero, può essere un parere esclusivamente soggettivo, ma credo sia giusto farlo presente agli altri per indurre un po' di domande.
E le domande sono: perché fino alla presa di Tripoli ogni sera la piazza Verde era gremita di sostenitori di Gheddafi? Perché nel resto del paese le manifestazioni di appoggio nei suoi confronti erano così numerose? Perché Amnesty e l'Onu hanno denunciato comportamenti non rari, ma sistematici di questi ribelli? Credo che ridurre tutto a democrazia e dittatura sia troppo semplicistico, la democrazia rappresentativa occidentale è un sistema politico che può andare bene con popoli con una certa cultura, una certa maturità, una certa struttura sociale ed economica, non può essere innestata ovunque. I libici hanno sostenuto a lungo un sistema autoritario che però si è basato su consigli locali, quasi tribali, di democrazia diretta, e con un'assemblea nazionale, con scelte al vertice per le questioni più importanti (accordi bilaterali internazionali ecc...). Le altre religioni sono sempre state rispettate e hanno goduto di libertà, come testimonia lo stesso vescovo di Tripoli Martinelli, e il sistema di welfare libico, nonché l'indice di sviluppo umano, hanno raggiunto livelli straordinari, non solo rispetto agli altri paesi africani, ma a molti paesi del blocco occidentale. Si può discutere su tante altre cose, sul passato appoggio a gruppi terroristici, su Lockerbie, su un sistema di democrazia di base ma con un vertice pur sempre autoritario, ok, ma ripeto che il nostro sistema non è esportabile, universale e che per i libici non era affatto male, se no non si spiega l'appoggio popolare nei suoi confronti, addirittura quello di molti immigrati di colore ingiustamente etichettati come mercenari, ed uccisi barbaramente per questo. Se fosse stata una rivolta genuina, e non barbara, incivile, minoritaria e piena di interessi, più che di ideali, sarei stato il primo ad appoggiarla e lodarla. Ma non credo proprio sia così. Concludo con un piccolo video che mostra il trattamento dei ribelli nei confronti di alcuni immigrati di colore che non sembrano affatto "mercenari":  http://www.youtube.com/watch?v=10Ns4Iobrhs&feature=player_embedded.
Grazie per le pubblicazioni e per l'attenzione ricevuta".

 

   

Fabio Pillitteri

 
 
Dalla Redazione.
Ribadiamo la condanna per ogni forma di violenza, attuale o passata, messa in atto da chiunque. Siamo perplessi sul sistema "che per i libici non era affatto male"; un sistema che prevedeva, secondo i rapporti di Amnesty International "massacri di massa, fucilazioni di dissidenti, prigionieri politici spariti nel nulla o uccisi dai killer di regime e repressione cruenta di qualsiasi forma di dissenso interno ed esterno, torture ed omicidi di Stato". Ogni forma di protesta era soffocata nel sangue, sia in Libia che all'estero. Ne è un esempio l'assassinio di una poliziotta inglese a Londra, ed il ferimento di altre 10 persone, il 17 aprile 1984, colpiti da spari partiti dall'interno dell'ambasciata libica: un tentativo di soffocare la manifestazione di protesta contro Gheddafi che stavano svolgendo gli attivisti del Fronte Nazionale per la Salvezza della Libia. Altro esempio è la repressione della protesta degli studenti nel giugno 1989. Caso emblematico è l'eccidio, per ordine del colonnello, di 1200 dissidenti politici, oppositori del regime, detenuti nel carcere di Abu Salim, avvenuto tra il 29 ed il 30 giugno 1996, perpetrato a sangue freddo contro vittime inermi. Questo non giustifica nessuna violenza attuale ma fa luce sulla democrazia diretta, sul sistema di welfare e sull'indice di sviluppo umano nella Libia di Gheddafi. La condanna del regime del recente passato non può giustificare la barbarie di questi giorni, così come la condanna delle crudeltà di oggi non implica un apprezzamento per i 42 anni di dittatura.
 
   

Carmelo Arnone

 
         

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