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31/12/2018

Riconoscimenti. Il dott. Salvino Salvaggio "Cittadino Benemerito" di Grotte

 

Il dott. Salvino Salvaggio "Cittadino Benemerito" di Grotte
Interviste (video)

Il dott. Salvino Salvaggio "Cittadino Benemerito" di Grotte
Ripresa integrale

"L'Amministrazione comunale dichiara il prof. Salvino Anthony Salvaggio, figlio di un nostro emigrato, Cittadino Benemerito della nostra comunità, per i suoi alti meriti scientifici e manageriali, che lo hanno portato ad assumere ruoli di primo piano nell'Emirato del Qatar".
Questa la dichiarazione incisa nella targa consegnata al dott. Salvino Salvaggio, lo scorso 22 dicembre, nel corso di una cerimonia tenutasi nell'Aula consiliare del Comune di Grotte.
Accolto dal sindaco Alfonso Provvidenza, dal presidente del Consiglio comunale Angelo Carlisi, dalla vice sindaco Annamaria Todaro e da Gaspare Agnello, il dott. Salvaggio ha ricevuto i segni dell'affetto e della gratitudine di tutto il paese di Grotte. La cerimonia è stata animata dagli interventi artistico-musicali di Giulia Salvaggio (figlia del Commendatore e violinista componente della Filarmonica di Doha) con la collaborazione del fratello Sami.
Anche Gaspare Agnello ha voluto consegnare all'Illustre concittadino una propria targa, in ricordo della manifestazione ed a nome di tutti i "ragazzi" della Via Crispi.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (24 foto di © Emanuele Licata, interviste e ripresa integrale di © Associazione Culturale "Punto Info").
  
Redazione
31 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.

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Il dott. Salvino Salvaggio "Cittadino Benemerito" di Grotte
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31/12/2018

Lingua. "Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana" (6); di Rodolfo Costanza

 

Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana
Brano di
Jacopo da Lentini



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza


Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
  
(Puntata n° 6)

6. La scuola Toscana dopo il XIII secolo

6.1 Vari tipi di volgare

    
Si dice che si è giunti all’elaborazione della lingua italiana attraverso un processo lento e non sempre lineare durato alcuni secoli. In sintesi i primi documenti in volgare, come abbiamo visto in precedenza, risalgono al X secolo. Nei decenni successivi man mano troviamo testimonianze scritte sempre più significative provenienti da varie regioni italiane. Per queste prime testimonianze bisogna tener conto che il volgare, che passa nelle scritture e diventa lingua letteraria, non è il linguaggio del popolo cosi come questo direttamente lo parla. È lo stesso linguaggio che una persona colta, che generalmente sa di latino, tratta e sistema perché sia comprensibile al popolo ma al tempo stesso abbia la dignità grammaticale e stilistica di stare accanto al latino.
     La letteratura italiana scritta si afferma in ritardo rispetto alle altre letterature europee perché la lingua di cultura per eccellenza fu a lungo il solo latino lingua della Chiesa dei tribunali e delle corti, ma anche delle scuole e dell’università.
     Altre due letterature romanze si erano già affermate: quella francese in lingua d’oil e quella provenzale in lingua d’oc. Quest’ultima in particolare esercitava un grande fascino: era, per eccellenza, la lingua della poesia, soprattutto quella amorosa. Questo tipo di letteratura con i suoi modelli giunge in Italia nei primi decenni del Duecento come il Roman de la Rose. L’influsso del Roman si sente in tutte le opere allegorico-didattiche del nostro volgare antico. A questo si aggiunge l’uso della lingua d’oc e d’oil nelle corti italiani del centro-nord.
    
In Italia settentrionale fiorì nella prima metà del Duecento una letteratura in volgare molto diversa da quella sviluppatasi nel raffinatissimo ambiente della corte di Federico II. La lingua di questi scrittori è fortemente settentrionale, non essendo ancora in nessun modo presente l’imitazione dei modelli letterari toscani. Infatti, collegata alla tendenza religiosa e didattica vedono la luce anche alcuni componimenti in volgare veneto e lombardo molto significativi. Essi chiariscono la cultura comune del tempo ed esprimono nel loro insieme un tentativo d’innalzamento dei due dialetti settentrionali a espressione letteraria.
     I rappresentanti più noti sono: fra Giacomino da Verona che scrisse in dialetto veronese un poemetto diviso in due parti, De Ierusalem celeste e Da Babilonia civitate infernale che sono annoverate tra gli ispiratori della Divina Commedia di Dante.
     Tra i più importanti e validi scrittori del XIII secolo che scrissero in vernacolo lombardo ricordiamo il frate terziario Bonvesin de la Riva soprattutto per il Libro delle tre scritture (1274). Il libro è diviso in tre parti e ha come tema l’Inferno (scrittura nigra), la Passione di Cristo (scrittura rubra), il Paradiso (scrittura aurea); l’autore fu considerato tra i precursori di Dante.
     Contemporaneamente nasce, soprattutto in Umbria e Italia centrale, una letteratura in versi a carattere religioso scritta nei vari dialetti locali, per lo più anonima, attraverso le laude e le liriche drammatiche di argomento religioso. Quelle che si caratterizzano invece per il loro carattere realmente poetico sono Il cantico di frate sole o Cantico delle creature di San Francesco che è considerato il più antico componimento in volgare italiano e le laudi di Jacopone da Todi che con il Pianto della Madonna ebbe una dimensione realmente artistica e raggiunse il suo vero apice poetico.
     Nello stesso periodo, nell’Italia centrale si manifesta la poesia popolare che serviva come accompagnamento nelle feste e nelle danze popolari. Alcune di queste poesie sono opera di giullari che segnano il passaggio tra la poesia popolare e quella di spiriti colti e raffinati. Si tratta per lo più di componimenti anonimi. Le forme espressive sono per lo più stereotipate, convenzionali e ripetitive e si basa sulla battuta a effetto.
     Dobbiamo attendere l’inizio del Duecento per avere le prime forme compiute della lingua volgare italiana che avvengono tramite la Scuola Poetica Siciliana della corte dell’imperatore Federico II (di cui abbiamo parlato prima diffusamente) e poi con il vernacolo toscano alla fine del Duecento e l’inizio del Trecento, grazie all’opera di Dante, Petrarca e Boccaccio. Il volgare trova così la sua consacrazione definitiva come lingua letteraria.
     Con la morte di Federico II (1250), venne meno la poesia siciliana. La sua eredità passò in Toscana e a Bologna, con i cosiddetti poeti siculo-toscani e gli stilnovisti.

6.2 I poeti siculo-toscani

    
Questo avvenne almeno fino a quando non si diffuse il canzoniere siciliano in Toscana principalmente per opera di Guittone d’Arezzo principale esponente della corrente poetica siculo-toscana. Si può dividere la sua opera in due parti: la prima, dove imita i poeti della scuola siciliana ed è dedicata all’amore e alle armi, la seconda è di contenuto religioso e morale. Tra i poeti più interessanti della scuola di Guittone, rimane il lucchese Bonagiunta Orbicciani al quale Dante nel XXIV canto del Purgatorio affida il compito di definire il nuovo modo di poetare definito Stilnovo. Nacquero nel frattempo a Pistoia, Pisa e Firenze altri poeti che si rifacevano allo stile in parte rigoroso di Guittone, al riguardo ricordiamo Chiaro Davanzati che nel suo canzoniere anticipa i motivi dello Stilnovo.
     L’area toscana in cui si ebbe la prima notevole espansione dell’uso del volgare scritto è quella occidentale, fra Pisa e Lucca. In quest’area si sviluppò la cosiddetta poesia siculo-toscana. Firenze si affermò solo nella seconda metà del Duecento: tra il 1260 e il 1280. A Firenze vi erano diversi rimatori, il loro stile rifletteva quello dei poeti siciliani. In essi si ritrovano molti gallicismi e sicilianismi. Tra i sicilianismi si possono notare le “i” finali al posto di “e”, i sostantivi singolari come calori, valori, siri, in verbi alla terza persona (ardi per arde). In Toscana si stava in sostanza immettendo nella lingua locale tutta la tradizione lirica disponibile, attingendo da oltralpe e dalla Sicilia.
     È noto che Dante attribuì al bolognese Guido Guinizzelli (1276), seguito da Guido Cavalcanti, la svolta stilistica che avrebbe portato alla nuova poesia d’amore. Tuttavia, permane una sostanziale continuità tra la tradizione poetica siciliana e quella stilnovista. Permangono i gallicismi (rivera per fiume), i provenzalismi (sclarisce), i sicilianismi (saccio, aggio).
     In Cavalcanti troviamo le forme suffissali in –anza, i meridionalismi di origine siciliana (feruta, saccio), le rime siciliane del tipo no-autri, e i consueti provenzalismi. Stessa sorte per le prime esperienze poetiche di Dante, che però amplia molto il lessico della poesia.
     La lingua italiana presenta precocemente la sua maturità letteraria raggiungendo da subito i vertici delle sue potenzialità. Essa nasce come fenomeno pr pochi staccandosi dalla lingua parlata che si esprime nei vari dialetti della penisola. Per semplificare possiamo dividere l’evoluzione del volgare italiano in tre periodi:
1.    gli anni che vanno dal 960 (primi documenti in volgare) fino all’inizio del milleduecento;
2.    dal 1225, inizio della letteratura italiana in Sicilia alla corte di Federico II e i vari tentativi letterari emersi nelle varie regioni italiane, compresa la Toscana, fino alla fine del ‘200;
3.    dall’inizio del Trecento, con l’affermarsi della superiorità del dialetto toscano e con la presa di posizione di Dante in difesa del volgare seguito da Petrarca e Boccaccio, fino al suo affermarsi con l’Umanesimo e con la diffusione di questo vernacolo elitario in quasi tutta la penisola nel Rinascimento.
     Come abbiamo accennato in precedenza i primi documenti in prosa volgare in italiano che si staccano nettamente dal latino, sono i Placiti cassinesi o capuani(960-963). In questi Placiti c’è la presa di coscienza della distanza che separa la nuova lingua dal latino.
     Nei due secoli successivi i testi in prosa in lingua volgare sono molto rari, piuttosto incerti e rozzi, dove si sente forte l’influenza del latino. Questa lenta evoluzione della prosa volgare si deve principalmente:
1.    alla forte influenza del latino scritto e orale per opera della Chiesa e dei chierici;
2.    alla penetrazione tra gli intellettuali del romanzo e della lirica provenzali e alla preponderanza della cultura francese in Italia che si manifesta in ambito letterario (vedi Sordello di Goito e il fiorentino Brunetto Latini, maestro di Dante);
3.    alla frammentazione politica della penisola italiana con i numerosi vernacoli dialettali presenti nelle varie regioni.
     Oltre i poeti, nella formazione e nella diffusione della nostra lingua nazionale ebbero una grande rilevanza anche i notai, i giudici, gli artigiani e i mercanti. Il notaio è senz’altro fra i protagonisti della fase iniziale della nostra storia linguistica: molti dei primi documenti del volgare sono stati scritti da notai, e proprio a costoro si deve la scelta di introdurre il volgare al posto del latino. Inoltre, i notai sono stati tra i primi cultori dell’antica poesia siculo-italica all’ombra della corte federiciana.
     Il mercante medievale era certo meno istruito ma non gli mancava la conoscenza delle lingue straniere. Non sapeva il latino, ma leggeva, per proprio diletto. Il suo rapporto con la scrittura era invece più sostanziale, aveva a che fare con la sua professione. Un libro di conti del 1211 è la prima testimonianza di volgare fiorentino. Il mercante e l’artigiano utilizzarono altre forme di scrittura, oltre alle lettere-missive: i vademecum, in cui si trovano in maniera disorganica cose diverse; i libri di famiglia, quaderni in cui uno o più membri della famiglia trascriveva avvenimenti familiari e cittadini, memorie, attività di bottega, ecc.

6.3 Gli stilnovisti

    
È di rilevante importanza per gli sviluppi della lingua italiana la poesia stilnovista che si dimostra un modello abbastanza uniforme.
     Tra la fine del XIII secolo e i primi anni del successivo nasce il Dolce Stil Novo, un movimento poetico, che accentuando la tematica amorosa della lirica cortese, la conduce a una maturazione molto raffinata. Nato a Bologna e subito dopo fiorito a Firenze, esso diventa presto sinonimo di alta cultura letteraria. I poeti del Dolce Stil Novo fanno dell’amore il momento centrale della vita dello spirito e possiedono un linguaggio più ricco e articolato di quello dei poeti delle scuole precedenti. L’iniziatore di questa scuola fu il bolognese Guido Guinizzelli e fra gli altri poeti i toscani: Guido Cavalcante, Dante, Gino da Pistoia e altri minori.
     Guido ci ha lasciato con la canzone Al cor gentile reimpara sempre amor quello che deve considerarsi il manifesto del “Dolce Stil Novo” dove è messa in evidenza l’identità tra il cuore nobile e l’amore e come la gentilezza sia nella qualità dell’anima e non nel sangue.
     Guido Cavalcanti nato a Firenze di famiglia guelfa tra le più potenti della città,fu descritto come poeta dedito alla meditazione filosofica e seguace di Averroe. Fu amico di Dante cui dedicò La vita nuova. La canzone più famosa di Cavalcante fu “Donna mi prega perché io voglio dire”, nella quale il poeta, tratta dell’amore dandone un’interpretazione averroistica che da più dolore che gioia.

Di questa poesia riportiamo la parte iniziale.
Donna me prega, - per ch'eo voglio dire
d'un accidente - che sovente - è fero
ed è sì altero - ch'è chiamato amore:
sì chi lo nega - possa 'l ver sentire!
Ed a presente - conoscente - chero,
perch'io no spero - ch'om di basso core
a tal ragione porti canoscenza:
ché senza - natural dimostramento
non ho talento - di voler provare
là dove posa, e chi lo fa creare,
e qual sia sua vertute e sua potenza,
l'essenza - poi e ciascun suo movimento,
e 'l piacimento - che 'l fa dire amare,
e s'omo per vederlo po' mostrare
.

    
Accanto ai tre stilnovisti maggiori sono da ricordare i quattro minori: Gianni Lappo, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e Cino da Pistoia i quali dettero un contributo significativo alla scuola stilnovista.
     La lingua toscana deve la sua fortuna alla letteratura e alla cultura che sono stati i canali più importanti per la diffusione dell’italiano. Il linguaggio letterario ha influito spesso in maniera determinante sulla lingua. Sono stati gli scrittori a fornire gli elementi sui quali grammatici e teorici hanno poi stabilito la “norma”.In Toscana, del resto, la lingua parlata era vicina a quella scritta e letteraria, e si aveva quindi un’omogeneità altrove impossibile.
     Alla fine del Trecento, dunque, Firenze s’impone perché è favorita dalla sua posizione geografica e poi perché la sua lingua è più vicina al latino da cui attinge per introdurvi nuove parole nel suo lessico. Ciò favorì l’introduzione del volgare, già nel Quattrocento, in alcune cancellerie degli Stati, Principati e Signorie italiane. È, infatti, nella cancelleria che si forma la lingua che usiamo definire “comune”, coinè. Per uno Stato, la scelta di una lingua ufficiale può significare una scelta di campo di grande portata storica.

6.4 Cecco e la poesia comico-giocosa

    
Un posto di rilievo va assegnato alla poesia comico-giocosa e realistica,accanto e in antitesi alla poesia del Dolce Stilnovo. Essa è giocosa e realistica, coltiva il gusto dell’invettiva della ribellione e della comicità che vanno a sostituire quello della bellezza ideale degli stilnovisti. Essa si diffonde in Umbria e in Toscana, tra i maggiori poeti ricordiamo Meo de’ Tolomei, Rustico Filippi e il giullare aretino Cenne della Chitarra. I due più significativi poeti furono Cecco Angiolieri, Folgore da San Gemignano.
     È questa una corrente che si riallaccia alla poetica goliardica e al fableau che si diffuse nel XII secolo in Francia, Germania e Italia.
     La poetica di Cecco Angiolieri come quella di Rustico Filippi rispetta tutti i canoni della tradizione della poetica comico-giocosa toscana, i loro sonetti possono essere considerati la caricatura del Dolce Stilnovo. Essa s’ispira a temi realistici (l’amore come vibrazione dei sensi, la donna come creatura terrena) e a motivi anti-cortese (esaltazione del denaro, del gioco d’azzardo, del vino e del piacere) e cioè l’esaltazione dei valori opposti al Dolce Stilnovo.
    
In Cecco Angiolieri, il maggiore di questi poeti, è importante rilevare che i suoi sonetti spesso contengono allusioni autobiografiche. È indubbio che egli sia stato un uomo dal temperamento ardente, scapigliato, e la sua vita sia stata segnata dalla sregolatezza e dalla dissipazione. In un sonetto dice quali sono le tre cose che gli fanno “l cuor lieto sentire”: “la donna, la taverna e il dado”. La sua poesia è l’esemplare capovolgimento dei versi dei rimatori del Dolce Stilnovo.
     Tuttavia egli è un poeta molto caro ai giovani studenti dei licei di sempre e di oggi che spesso in lui s’immedesimano. Riportiamo sotto il sonetto S’i’ fosse foco, uno dei più celebri del poeta senese.
     All’inizio di questo breve componimento troviamo Cecco che s’identifica con vari elementi naturali, sopraffatto da un sentimento di rabbia distruttiva. Con la sua fantasia distruttiva si rivolge non più alla natura, bensì all’umanità, che sterminerebbe con l’azione dei due maggiori despoti del mondo medievale che sono il papa e l’imperatore.
     Nella prima terzina, Cecco sfoga il proprio malanimo non più a esseri umani indeterminati, bensì al padre e alla madre che, essendo a suo giudizio troppo avari e bigotti, gli impediscono ogni divertimento.
     Nella seconda e conclusiva terzina, infine, Cecco rovescia in tutto l’immagine che ha dato di sé, e ci restituisce la sua indole giocosa, bonaria e donnaiolo, che al posto di sterminare il mondo o auspicare uno sconvolgimento dell’ordine sociale si accontenta di sedurre donne giovani e belle, lasciando quelle brutte e vecchie agli altri. Come suggerito da Natalino Sapegno, in realtà questa ribellione di Cecco non è altro che un gioco. Nella sua poesia si sente quasi «l’eco delle grasse risate che dovevano accompagnare le letture di quei sonetti nelle veglie in taverna tra donne e vino».

S’i’ fosse foco

«S'i' fosse foco arderei 'l mondo;
s'i' fosse vento, lo tempestarei;
s'i' fosse acqua, io' l'annegherei;
s'i' fosse Dio, manderei nel profondo;

s'i' fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti cristiani embrigarei;
s'i' fosse 'mperator, sa' che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.

S'i' fosse morte, andarei da mio padre;
s'i' fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi' madre.

S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui,
terrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui».

    
Questa composizione, la più «simile all’animo» del poeta senese, appartiene a una secolare tradizione letteraria goliardica improntata all’improperio e alla dissacrazione delle convenzioni. Cecco si colloca quindi all’interno e sulla vetta di una scuola poetica parodistica che è quella dei poeti giocosi.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 31 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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31/12/2018

Comune. Inaugurazione del campo polivalente coperto "Francesca Morvillo"

 

Inaugurazione del campo polivalente coperto "Francesca Morvillo"
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Inaugurazione del campo polivalente coperto "Francesca Morvillo"
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E' stato inaugurato, sabato 22 dicembre, il campo polivalente coperto "Francesca Morvillo", realizzato con i fondi del PON Legalità 2014-2020 "Io gioco legale" del Ministero dell'Interno.
Alla manifestazione, che si è svolta con la presenza delle autorità civili e militari cittadine, hanno partecipato: il Prefetto di Agrigento dott. Dario Caputo; il comandante provinciale dei carabinieri Col. Giovanni Pellegrino; il comandante della Compagnia carabinieri di Canicatti Cap. Mario Amengoni; il prof. Santino Lo Presti, Dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli" di Grotte insieme agli alunni dell'Istituto che sul terreno di gioco hanno disputato alcuni brevi incontri sportivi dimostrativi. L'inaugurazione della struttura è avvenuta con la benedizione impartita da don Marcel Ndzana Ndzana
.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (21 foto e riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
  
Redazione
31 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.

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Inaugurazione del campo polivalente "Francesca Morvillo"
Manifesto

 

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30/12/2018

Editoria. Presentazione del libro "Villa Niscemi" di Massimiliano Marafon Pecoraro

 

Presentazione del libro "Villa Niscemi" di Massimiliano Marafon Pecoraro
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Venerdi 21 dicembre, a Grotte presso l’auditorium San Nicola, si è svolta la presentazione del volume monografico “Villa Niscemi”, scritto dal prof. Massimiliano Marafon Pecoraro (con le foto di Alberto Forte).
Nel testo viene ricordato il nobile Tommaso Sanfilippo, Duca di Grotte - la cui immagine scolpita è ancora oggi visibile nella chiesa Madre sul cenotafio dedicato alla sua memoria - che tanto si prodigò per il bene di Grotte e dei suoi abitanti soprattutto quelli delle classi meno abbienti.
Alla presentazione, moderata da Carmelo Arnone, sono intervenuti:
- il prof. Alfonso Provvidenza, sindaco di Grotte;
- il dott. Mimmo Butera, sull’opera della Famiglia Sanfilippo a Grotte;
- l’autore, prof. Massimiliano Marafon Pecoraro
.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
  
Redazione
30 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  
     

Presentazione del libro "Villa Niscemi" di M. Marafon Pecoraro
Locandina

Volume monografico “Villa Niscemi”
Copertina

 

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30/12/2018

Musica. XII Concerto di Capodanno del Complesso bandistico "G. Verdi"; stasera in chiesa Madre

 

XII Concerto di Capodanno del Complesso Bandistico "G. Verdi"
Manifesto

Siamo alla 12^ edizione, per il Complesso bandistico "Giuseppe Verdi" di Grotte, dell'apprezzato appuntamento di fine anno con il meglio della musica. Questa sera, domenica 30 dicembre 2018, a partire dalle ore 20.00 in chiesa Madre, verrà eseguito il XII Concerto di Capodanno, diretto dal M° Salvatore Puglisi. Di seguito l'invito a tutti i concittadini.

*****

"Si terrà oggi, 30 dicembre 2018, presso la chiesa Madre di Grotte, il "XII Gran concerto di Capodanno", con il quale il Complesso bandistico "Giuseppe Verdi" concluderà le proprie attività musicali per l'anno 2018.
Il Gran concerto sarà presentato da Assunta Villardita.
L'ampio repertorio che sarà eseguito spazierà da brani di musica classica a brani di musica moderna e contemporanea.
Il ringraziamento corale di tutti i componenti del "Verdi" va all'arciprete don Giovanni Castronovo, al sindaco Alfonso Provvidenza e all'intera Amministrazione comunale, che ha patrocinato questa grande manifestazione.
Il concerto, al quale è invitata tutta la cittadinanza, avrà inizio alle ore 20.00, dopo la Messa".
  

 

    Il Presidente dell'Ass. Cult. Musicale "G. Verdi"
Dott. Gabriele Salvatore Russello

  
 

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30/12/2018

Comune. Messaggio di auguri del sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza

 

Messaggio di auguri del sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza
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Il Primo Cittadino di Grotte, per il 10° anno consecutivo, ha accettato l'invito a rivolgere un saluto, a mezzo video, a tutti i grottesi in occasione delle festività di fine anno.
L'occasione è propizia per il sindaco Alfonso Provvidenza, a conclusione del 2018, a sei mesi circa dall'inizio del suo mandato, per fare un bilancio delle attività svolte dall''Amministrazione, e per anticipare alcuni dei prossimi provvedimenti che verranno adottati ed interventi che verranno effettuati.
Tra gli argomenti trattati: l'inaugurazione del campo Polivalente "Francesca Morvillo"; i lavori alla scuola "A. Roncalli"; il completamento della strada "Lumia-Falcia"; i progetti presentati per fruire dei finanziamenti comunitari; le attività a sostegno delle fasce deboli della popolazione; il servizio civico comunale; il randagismo; le manifestazioni estive, culturali e di fine anno; la stabilizzazione dei precari ("Abbiamo avviato le procedure di stabilizzazione; entro il 31 dicembre sarà approvato anche il piano di fabbisogno del personale che consentirà, l'anno prossimo - io spero entro al fine di giugno -, di pervenire alla completa e definitiva stabilizzazione dei 26 precari del nostro Comune; un impegno preso che va al di là della politica"); gli interventi per incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti e la pulizia del paese.
"Un augurio di grande serenità - ha concluso il Sindaco -, buone feste e felice anno nuovo a tutti i cittadini di Grotte".
(R
iprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
 

Carmelo Arnone
30 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  

 

 

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  Messaggio di auguri ai cittadini (Video) Visita l'argomento Messaggio di auguri ai cittadini (Video) Visita l'argomento
  
 

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29/12/2018

Comune. "Tombolata della solidarietà e dell'integrazione"; serata di beneficenza, domenica 30 dicembre

 


Manifesto

Si terrà domenica 30 dicembre, a partire dalle ore 17.00 presso l'Auditorium San Nicola, la "Tombolata della solidarietà e dell'integrazione". Si tratta di una iniziativa organizzata dall'Assessore alla Solidarietà Sociale del Comune di Grotte, Miriam Cipolla, in collaborazione con la Pro Loco "Herbessus" e con il contributo di diversi sponsor privati. Scopo della serata è quello di far trascorrere alcuni momenti in lieta compagnia alle persone diversamente abili e, non secondario, raccogliere fondi da devolvere alle famiglie che versano in difficoltà economiche. A queste famiglie sarà devoluta interamente la somma relativa al costo di ogni singola cartella della tombola (1 euro a cartella). I premi in palio sono offerti dagli sponsor.
  
Redazione
29 dicembre 2018.
  

  

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29/12/2018

Dialoghi. "Il poeta Fedro e il senatore a vita Mario Monti"; di Giuseppe Castronovo

 

"Dialogo" del dott. Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.

In questi giorni stiamo esaminando, al Circolo della Concordia, la convulsa attività del Governo e del Parlamento per approvare la Manovra finanziaria del 2019 entro dicembre e così evitare l’esercizio provvisorio. L’interesse di alcuni soci è stato rivolto alle parole sprezzanti con le quali il senatore a vita Mario Monti ha liquidato la manovra predisposta da Governo Conte.
Giuseppe Castronovo

"Il poeta Fedro e il senatore a vita Mario Monti"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )

Alfio: Amici, la discussione al Senato sulla manovra finanziaria del 2019, nonostante i tempi troppo ristretti, ha offerto qualche punto di riflessione davvero interessante.

Nenè: I tempi sono stati così pesantemente contingentati che la minoranza ha avuto legittimi motivi  di critica sulle modalità di svolgimento dei lavori in Aula.

Alfio: Tra gli interventi in Aula è da segnalare quello del senatore a vita ed ex presidente del Consiglio Mario Monti il quale, parlando della manovra finanziaria predisposta dal Governo Conte per il 2019, ha detto che “si tratta di una manovra dettata da Bruxelles; mai vista una cosa simile”.

Giacomo: Proprio Mario Monti! Non possiamo dimenticare che è l’uomo chiamato a sostituire nel 2011 Berlusconi per realizzare le politiche economiche volute da Bruxelles ed elencate nell’ormai famosa lettera del 5 agosto 2011 con la quale la Banca Centrale Europea ne chiedeva al Governo Berlusconi l’approvazione in tempi brevi. Chi non ricorda, tra queste, la sciagura della “Legge Fornero” che in una notte lasciò decine di migliaia di persone senza pensione e senza un lavoro! La figura dell’esodato, finte lacrime di coccodrillo a parte della Fornero, è uno dei simboli in grado di testimoniare come la dignità delle persone sia stata calpestata, tenuta in così scarsa considerazione e sacrificata al volere dell’Europa. Ebbene, se questi sono i precedenti, cosa posso dire del giudizio che il sen. Monti ha espresso verso la manovra finanziaria 2019?  Direi che è “il bue che dà del cornuto all’asino”.

Nenè: Bravo l’amico Giacomo nella sua analisi! E lei Prof. Vezio che dice?

Vezio: Anch’io sentivo ripetere dai miei nonni il detto ricordatoci dall’amico Giacomo. Non dobbiamo dimenticare, Giacomo ne ha fatto cenno, che se sono frutto del volere dell’Europa le leggi del Governo Monti, ancor di più lo è stato (basta leggere il libro di Alan Friedman, “Ammazziamo il Gattopardo”, ne abbiamo una copia nella nostra biblioteca) il suo insediamento a Palazzo Chigi quale espressione dei poteri economico/finanziari così influentemente presenti nelle stanze del potere europeo. Ma se Giacomo ci ha parlato di buoi e asini io vorrei ricordarvi quanto scriveva lo scrittore latino Fedro (vissuto tra il 20 a.C. e il 50 d.C. circa) nella favola “I vizi degli uomini” ma più comunemente conosciuta con il titolo “Le bisacce”.
Ebbene, scriveva Fedro: “Giove ci ha messo addosso due bisacce: quella piena dei nostri vizi ce l’ha posta dietro la schiena; quella piena dei vizi altrui ce l’ha posta davanti al petto. Per questo motivo non possiamo vedere i nostri difetti, ma appena sbagliano gli altri diventiamo censori”. Amici, questo scriveva Fedro duemila anni fa. Da notare il gusto  e la leggerezza con le quali sapeva trasmetter le sue indicazioni etiche alla coscienza dei lettori.
Il nostro sen. a vita Mario Monti,quando parla di “manovra dettata da Bruxelles”, credete che abbia saputo far tesoro dell’insegnamento di Fedro?
     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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29/12/2018

Musica. Concerto del Coro polifonico "Terzo Millennio"; stasera in chiesa Madre

 

Coro Polifonico "Terzo Millennio"
"Terzo Millennio"

Sabato 29 dicembre, alle ore 19.30 nella chiesa Madre di Grotte, si terrà un concerto eseguito dal Coro polifonico "Terzo Millennio", diretto dal M° Domenico Mannella.
Il concerto, dapprima previsto nell'atrio comunale, verrà invece proposto nella chiesa dedicata alla Patrona di Grotte.
Insieme ai cantanti del Coro Polifonico"Terzo Millennio", si esibiranno i fisarmonicisti dell'Associazione Musicale "Francesco Macaluso" di Racalmuto, nella formazione di quintetto.
Il concerto sarà replicato sabato 5 gennaio 2019, alle ore 18.30 nella chiesa Madonna del Monte di Racalmuto.

  
Redazione
29 dicembre 2018.
  

  

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28/12/2018

Iniziative. l'Associazione "La Biddina" propone "Xenia, il dono"; sabato 29 dicembre

 

Xenia, il dono
Manifesto

L’associazione culturale “La Biddina” e la Pro Loco “Herbessus” presentano uno spettacolo articolato in diverse esibizioni artistiche e varie degustazioni, sabato 29 dicembre a partire dalle ore 21.00 in alcune vie del centro storico di Grotte.
Xenia, il dono” è il titolo della manifestazione, che sarà animata da:
- Concerto d'Arpa, eseguito dalla musicista Ginevra Gilli;
- Il fuochista, a cura dell'artista Carlo Terzo;
-
Spettacolo di ombre, realizzato dal Laboratorio Teatrale “Luchino Visconti”;
- Esposizione dei lavori realizzati dai bambini durante l’ultimo laboratorio condotto “La Biddina”;
- Degustazione di prodotti del territorio, a cura della Pro Loco “Herbessus”.
Lo spettacolo, suddiviso in varie postazioni (lungo il seguente percorso: Piazzetta San Nicola, Via Luna, Via Orsini, Via Etna, Via Anita, incrocio Via Scoppettieri), dura circa 1 ora. La prima rappresentazione inizia alle ore 21.00, l'inizio della seconda è previsto per le ore 22.00.
“Xenia” è l'antica denominazione dei doni all'ospite. La pratica del dono rientra nei comportamenti improntati alla “reciprocità”. La coesione tra individui, sia in una comunità semplice sia in una società complessa e strutturata, non si basa tanto sullo scambio equo e contrattuale ma su legami stabiliti e tenuti vivi da azioni e sentimenti non utilitaristici. Il dono richiede e prevede un contraccambio, è di fondamentale importanza nella definizione delle relazioni interpersonali.
La manifestazione è ideata ed organizzata dall’associazione culturale “La Biddina”, con la collaborazione della Pro Loco “Herbessus” ed il patrocinio del Comune di Grotte.

  
Redazione
28 dicembre 2018.
  

  

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27/12/2018

Politica. Rosalba Cimino (M5S): "Situazione delle strade rurali insostenibile"

 

On. Rosalba Cimino
On. Rosalba Cimino

Insieme ai colleghi siciliani della Commissione agricoltura del Senato e della Camera Maria Marzana, Dedalo Pignatone, Antonio Lombardo, Francesco Mollame, Fabrizio Trentacoste e con il Presidente Filippo Gallinella, abbiamo inviato una lettera al Presidente della Regione Sicilia per sollecitare gli interventi di manutenzione delle strade rurali, anche in relazione all’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Siciliana che contiene specifici fondi per la viabilità interaziendale, nonché per richiedere altri interventi, anche di carattere semplificativo, per garantire il ripristino delle condizioni di sicurezza delle strade rurali, nonché per garantire le condizioni di sviluppo delle aziende agricole”.
Questa la dichiarazione dell’on. Rosalba Cimino (M5S) a seguito della visita che, insieme ai parlamentari pentastellati, nei giorni scorsi ha effettuato a diverse aziende siciliane per conoscere le tante realtà produttive del territorio, riscontrando il pessimo stato delle strade rurali, messe ancora più in ginocchio dai recenti fenomeni atmosferici avversi.
Durante queste visite i titolari delle aziende hanno evidenziato, oltre ad alcune criticità di competenza nazionale di cui ci faremo carico, il pessimo stato delle vie d’accesso, a causa della mancata manutenzione ordinaria e straordinaria e dei danni provocati dai recenti fenomeni climatici avversi. Tali condizioni stradali - ha continuato l’on. Cimino - oltre a rappresentare un grosso pericolo per la sicurezza dei lavoratori, impediscono il regolare trasporto delle merci e la fruibilità delle strutture destinate all’accoglienza, costituendo un forte freno allo sviluppo commerciale e turistico delle attività imprenditoriali”.
Gli Onorevoli del Movimento 5 Stelle hanno quindi chiesto al Presidente della Regione di attuare interventi, sia di carattere burocratico che di carattere finanziario, per il ripristino delle strade rurali, affinché le aziende agricole siciliane, che con la produzione di eccellenze danno lustro alla nostra regione nel mondo, possano esprimere a pieno le loro potenzialità.
  
Redazione
27 dicembre 2018.
  

  

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26/12/2018

Comune. Convocato il Consiglio comunale per giovedi 27 dicembre alle ore 19.30

 

Aula consiliare "Antonio Lauricella"
Aula consiliare

L'adunanza del prossimo Consiglio comunale, convocato in seduta ordinaria su determinazione del presidente dott. Angelo Carlisi, è stata fissata per giovedi 27 dicembre, alle ore 19.30, nella Sala Consiliare “Antonio Lauricella”.

Verrà discusso il seguente ordine del giorno:

1) Nomina scrutatori; lettura ed approvazione verbali seduta precedente;
2) Affidamento servizi di igiene ambientale per n. 9 Comuni soci della SRR ATO 4 Agrigento Est - Presa atto contratto normativo rep. n. 4/2018 del 12.11.2018 - L.R. 9/2010;
3) Razionalizzazione periodica delle partecipazioni pubbliche ex art. 20 Decreto Legislativo 19 agosto 2016, n. 175 "Testo unico in materia società a partecipazione pubblica" e s.m.i.;
4) Presa atto del rinnovo servizio Tesoreria Comunale;
5) Approvazione piano di lottizzazione "Marsala" e relativa convenzione su area sita in Contrada Arena - Diversi proprietari;
6) Comunicazioni prelievo dal fondo di riserva Delibere di G.M.: n. 29 del 30.03.2018, n. 42 del 23.05.2018, n. 90 del 31.10.2018, n. 93 del 07.11.2018, n. 98 del 30.11.2018 e n. 105 del 13.12.2018.

In caso di mancanza del numero legale la seduta sarà sospesa per un'ora e, qualora dopo la sospensione non ci fosse ancora la presenza del numero legale dei Consiglieri, la seduta di seconda convocazione sarà tenuta il giorno successivo, sempre alla stessa ora.
     

Redazione
26 dicembre 2018.
  

 

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26/12/2018

Medicina. Convegno sul metodo "M.c.E.V.A." del dott. Vincenzo Castelli; venerdi 28 dicembre

 

Dott. Vincenzo Castelli
Dott. Castelli

Convegno sul metodo "M.c.E.V.A."
Manifesto

Venerdi 28 dicembre, a partire dalle ore 18.30 presso la chiesa Madre di Grotte, si svolgerà un convegno di medicina organizzato con il patrocinio del Comune.
Tema dell'incontro - dal titolo "Curare le lesioni muscolari con l'estratto del veleno delle api" - è l'illustrazione delle indicazioni terapeutiche e dei risultati ottenuti dal metodo "M.c.E.V.A.", utilizzato con successo da anni dal dott. Vincenzo Castelli.
Nel corso del convegno, daranno il saluto:
- dott. Alfonso Provvidenza (Sindaco di Grotte);
- padre Giovanni Castronovo (Parroco Moderatore dell'Unità Pastorale di Grotte).
Interverranno:
- ing. Santino Lo Presti (Presidente regionale FIGC);
- dott. Pietro Macedonio (Medico);
- dott. Calogero Cavaleri (Radiologo perfezionato in muscoloscheletrica presso il CTO di Torino);
- dott. Sergio Caruso (Podologo dello Sport - "U.S. Città di Palermo");
- dott. Pietro Curella (Medico della delegazione FIGC di Agrigento);
- dott. Vincenzo Castelli (Medico chirurgo, esperto del metodo "M.c.E.V.A.").
Il convegno sarà trasmesso in diretta sul canale Youtube del Comune di Grotte (vedi il canale).
  

Redazione
26 dicembre 2018.
  

 

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26/12/2018

Riconoscimenti. "Premio ANCRI 2018" alla dott.ssa Graziella Luparello

 

Dott.ssa Luparello
Dott.ssa Luparello

Pietro Sicurelli
Pietro Sicurelli

"Premio ANCRI 2018"
Invito

Una manifestazione per celebrare il 70° anniversario della promulgazione della Costituzione Italiana diventerà un momento di grande emozione con la consegna del “Premio ANCRI 2018” organizzato dalla sezione territoriale di Agrigento dell’Associazione Nazionale Insigniti al Merito della Repubblica, presieduta dal cavalier Pietro Sicurelli.
Sarà quest’ultimo, che ha voluto fortemente l’iniziativa, sostenuta anche dall’ANCRI nazionale e regionale, ad aprire i lavori che saranno seguiti dai saluti istituzionali del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, e di Porto Empedocle, Ida Carmina che hanno collaborato all’iniziativa, patrocinata dall’Assemblea Regionale Siciliana.
L’appuntamento per le ore 17.00 di giovedì 27 dicembre 2018 presso il Circolo Empedocleo ad Agrigento in Via Atenea n° 335.
A coordinare gli interventi sarà la giornalista Ivana Sicurelli. Relazioneranno su “Società e Costituzione”: Enzo Alessi (regista e autore teatrale), Francesco Pira (sociologo e docente di Comunicazione dell’Università di Messina) e Michele Rondelli (docente di lettere).
La serata proseguirà con la consegna dei “Premi ANCRI 2018”:
- al magistrato Graziella Luparello (per la sua attività e l’impegno nel contrasto alla mafia);
- al giornalista Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e figlio del compianto Mario Francese (per la sua attività giornalistica e divulgativa antimafia anche nella memoria del padre);
- a fratel Biagio Conte (per il suo impegno quotidiano al fianco dei più deboli);
- all’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia del Presidio Ospedaliero di Mussomeli (CL), diretto dal dott. Carlo Dell’Utri.
La finalità del Premio ANCRI - ha spiegato il presidente Sicurelli - è quella di fare emergere e gratificare quelle persone che, pur se in taluni casi in assenza di visibilità, grazie al loro comportamento quotidiano, si sono distinti per l’impegno profuso nel valorizzare la realtà comunitaria ed il bacino territoriale o professionale in cui hanno operato, che si sono silenziosamente prodigate per offrire il loro spontaneo aiuto al prossimo o che hanno favorito l’affermazione e la diffusione di alti Valori etici e morali, come il senso del dovere e il rispetto delle istituzioni”.
Nel 2018 l’ANCRI ha svolto numerose attività non soltanto nel capoluogo Agrigento, ma anche in provincia, promuovendo momenti di aggregazione culturale, sociale e di solidarietà. Ha promosso anche incontri nelle scuole e seminari di formazione su temi importanti in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti, degli Psicologi e con l’Associazione Pedagogisti. La manifestazione di giovedì 27 dicembre è in linea con due temi sviluppati dall’ANCRI nazionale: “il viaggio tra i simboli” e “i valori della Repubblica e il decoro della bandiera”.
  

Redazione
26 dicembre 2018.
  

 

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26/12/2018

Musica. Seguendo "Le orme del cuore", di Stefano La Porta; stasera concerto al Teatro Pirandello

 

"Le orme del cuore", di Stefano La Porta
Manifesto

Questa sera, a partire dalle ore 21.00 presso il Teatro Pirandello di Agrigento, si terrà il concerto di Natale “Le orme del cuore”, con testi e musica scritti del quale è autore un giovane talentuoso musicista, Stefano La Porta.
"Il 26 dicembre sarà un giorno che sigilla 'Le orme del cuore' e la sua bellezza - dichiara l'autore -; sono orgoglioso di avere tanti musicisti, professionisti, cantanti ma soprattutto amici per i quali c'è una stima assoluta e reciproca".
Questa seconda edizione del concerto (la prima si è tenuta lo scorso anno) consacra i brani contenuti nell'omonimo cd registrato: nove canzoni scritte nel corso degli anni (alcune prodotte da "Odos Servizi S.c.p.l." per "Edizioni RnS", marchio registrato della "Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo Italia"), che hanno come principale obiettivo quello di sensibilizzare all’amore verso Dio, verso se stessi e gli altri; un messaggio di speranza per chi crede ma anche per chi è alla ricerca.
I titoli rivelano, inconfutabilmente, una straordinaria sensibilità umana ed artistica: "Scruta il mio cuore", "Io non ho che te", "Ti offri per noi", "Madre del sì", "Sei la mia musica", "Coloriamo insieme il mondo", "Padre", "Tu sei misericordia", "Re dei re".
Il concerto dal vivo, eseguito dall'orchestra di
50 elementi diretta dal M° Emanuele Di Bella, sarà presentato da Valentina Alaimo. La voce narrante di Renato Terranova introdurrà gli spettatori dell'affascinante atmosfera di suoni e parole; canzoni interpretate da Giada Albanese, Daniele Petraglia, Mina della Pietra, Patrizia Capizzi, Fabio Cortelli, e Roberta Zitelli; con la partecipazione unica di Stefania Bruno (sand artist: artista che crea immagini con la sabbia).
L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti.
  

Carmelo Arnone
26 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  
     

 

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24/12/2018

Politica. Auguri di buon Natale dall'on. Rosalba Cimino

 

Auguri di buon Natale dall'on. Rosalba Cimino
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L'onorevole Rosalba Cimino, componente della Camera dei Deputati e membro della Commissione Agricoltura, con un messaggio video porge ai suoi concittadini di Grotte gli auguri di buon Natale.
La giovane Deputata del Movimento 5 Stelle è la prima cittadina di Grotte ad essere stata eletta al Parlamento della Repubblica italiana. Tra i più attivi componenti della Commissione Agricoltura della Camera, di recente è stata relatrice in Aula di una proposta di legge recante "Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile"; proposta successivamente approvata e divenuta Legge
.
  

Carmelo Arnone
24 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  
     

 

 

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24/12/2018

Ricorrenze. "Ricordo la cena e poi... tutti alla messa di Natale"; di Carmelo Rotolo

 

Carmelo Rotolo
Carmelo Rotolo

Nel ricordo del Natale passato riemerge un Natale di tanti anni prima, della gioventù di Carmelo Rotolo, di tempi in cui uno sguardo rivelava sentimenti e suscitava emozioni.

*****

"Ricordo la cena e poi... tutti alla messa di Natale.
Erano anni che non andavo in chiesa la notte di Natale, e questa volta vi erano in me tutti i buoni propositi per assolvere a quella che una volta era la nostra “Notte di Natale”.
Prima di intraprendere questo atto di riapertura della mia spiritualità, mi sono abbandonato per un attimo al ricordo di quei momenti di religiosità natalizia rimasti nella mia memoria.
Mentre pian pianino i ricordi cominciano a trasformarsi in visioni bicolore, percepisco l’odore del baccalà fritto con le olive e la zucca gialla in agrodolce che sfrigolava sulla padella, con a lato la salsiccia colma di succo d’arancia che sobbolliva, riempiendo la cucina di una nuvola di vapore profumato già noto, ma che la notte di Natale acquistava un significato magico di buon auspicio.
Percepisco il buon odore di mandarino, e lo scricchiolio delle noci che mio padre, con le sue mani possenti, frantumava.
Non una vera e propria cena della notte di Natale, ma una sorta di Messa familiare natalizia disordinata, in cui i veri protagonisti erano i profumi, i colori e il calore familiare sapientemente gestito dall’amore arcaico che mia mamma e mio papà sapevano trasmettere.
Fuori casa poche erano le luminarie, e raro era percepire il suono di uno zampognaro che ritornava da far visita a qualche sporadico presepe di quartiere, ma tanto era il freddo e il gelo di quella notte.
Eh sì! Proprio così!
Nella mia testa, la melodia “al freddo e al gelo” riaffiorò in tutta la sua forza, accompagnandomi lungo la strada che, da casa mia, porta sino all’ingresso della chiesa del Carmelo.
La messa era iniziata da qualche minuto: anziani, donne, uomini, bambini, fidanzati, e coppie ai loro primi sussulti amorosi, ognuno con il proprio carico di religiosità e di partecipazione; tutti erano presenti e tutti partecipavano alla messa di Natale.
Un flash: una ragazza dai lunghi capelli nerissimi, mossi, dalla pelle ambrata caffèlatte, gli occhi verde smeraldo, che seduta accanto mi guardava, e io la guardavo, mentre timidamente la sua mano sfiorava di nascosto la mia.
Poi, una mano estranea sulla mia spalla, e un viso che avvicinatosi alle mie orecchie sussurrava: “Potete anche aspettare che finisca la messa!”.
Nel girarmi una stola bianca si allontanava perdendosi tra i fedeli.
Finita la messa, baci, abbracci e auguri di Buon Natale, mentre il freddo gelido arrossava gli zigomi e inumidiva la punta gocciolante del naso.
Un bacio frettoloso, un languido sguardo, un Buon Natale…
Carico di questi ricordi, mi avvicinai a una chiesa. La funzione religiosa era quasi al termine. Non vi era tanta gente, molti anziani e un gruppo di ragazzi, che nel coro, tra una nota e l’altra, guardavano ansiosi l’orologio.
Mi sedetti dietro, vicino alla grande porta d’ingresso, nell’ultima panca, e seguii quello che rimaneva della funzione. Sorridevo, ma umidi percepivo i miei occhi. “Sarà il fumo dell’incenso!” dissi tra me.
Un déjà-vu: tra i ragazzi del coro, due mani che avidamente si cercavano, stringendosi tra loro, l’incrociarsi di due sguardi che amorevolmente si perdevano tra le note del canto e il prete che solennemente annunciava: “Buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie. La messa è finita, andate in pace”.
Mi alzai, uscii dalla chiesa, tirai su il bavero del cappotto, mi girai a guardare le luminarie della facciata della chiesa e mi diressi verso casa.
Buon Natale a tutti: un Natale di pace, serenità e fratellanza"
.

 

   

Carmelo Rotolo
 

 

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24/12/2018

Ambiente. Il giorno di Natale sospeso il servizio di raccolta differenziata

 

raccolta differenziata porta a porta

Domani, martedi 25 dicembre 2018, festività del Natale, non sarà effettuato il servizio di raccolta dei rifiuti domestici porta a porta e rimarrà chiuso il punto di raccolta presso i capannoni comunali di Via Ingrao (ex isola ecologica).
In considerazione della giornata di riposo cui hanno diritto anche gli operatori ecologici e quanti sono impegnati nel ciclo del ritiro e della gestione dei rifiuti, i cittadini sono invitati a non depositare all'esterno delle proprie abitazioni i contenitori con il materiale differenziato, destinati a rimanere sulla strada.
La raccolta riprenderà regolarmente dal 26 dicembre (Santo Stefano), e sarà aperto anche il il punto di raccolta presso i capannoni comunali di Via Ingrao.
  
Redazione
24 dicembre 2018.
  

 

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24/12/2018

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana.

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti.
Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono pubblicati anche nella pagina Chiesa.

Lunedi 24
dicembre - Vigilia del santo Natale
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.00, nella chiesa di san Rocco, santa Messa (della vigilia del santo Natale);
- ore 23.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (della vigilia del santo Natale);
- ore 23.30, in chiesa Madre, santa Messa (della vigilia del santo Natale).

Martedi 25
dicembre - Solennità del santo Natale
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.

Mercoledi 26
dicembre - Festa di santo Stefano
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Giovedi 27
dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 16.30, nella chiesa Madonna delle Grazie, santo Rosario animato dal gruppo della Medaglia Miracolosa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Venerdi 28
dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, convegno sul tema "Curare le lesioni muscolari con l'estratto del veleno delle api".

Sabato 29
dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.

Domenica 30
dicembre
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede dei fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.

AVVISI

Lunedi 31 dicembre, alle ore 18.00 in chiesa Madre, Te Deum di ringraziamento di fine anno.

Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:

   Feriali:
   ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 17.30, chiesa Madre

   Prefestivi:
   ore 18.30, chiesa Madre
   ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità neocatecumenali)

   Festivi:
   ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 10.00, chiesa San Rocco
   ore 11.00, chiesa Madre
   ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 18.45, chiesa Madre
 

 

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23/12/2018

Ricorrenze. "Natale: momenti fantastici impressi nella memoria"; del dott. Salvatore Filippo Vitello

 


Dott. Vitello

Nelle parole d'augurio del dott. Salvatore Filippo Vitello, il senso del Natale - nel ricordo delle tradizioni grottesi - per ritrovare il significato pieno dell'appartenenza e l'apertura ad un cammino insieme, prendendosi per mano.

*****

"La Stella Cometa anche quest'anno ci porterà verso la Natività, ovvero la Speranza, il Futuro, la Vita, la Pace, l'Amore.
Da ragazzo l'attesa del Natale a Grotte (ma anche nelle analoghe comunità dei paesi vicini) era piena di tradizioni: i dolci fatti in casa (li purciddrata), le novene in Chiesa con il canto del litanie in dialetto (mi ricordo vagamente il ritornello che iniziava con Bambino d'amore), ma in generale la semplicità dei modi di vivere, che indico esemplificamente con il braciere, attorno al quale si stava ore, lo scaldino (tancinu) ed il pane fatto in casa, con l'immancabile frabuscia e chichirieddu (piccolo pane destinato ai bambini).
Il tutto rendeva la Festa un indimenticabile incontro, fatto di cose semplici, ma con il pensiero verso nuove ed inesauribili mete e con l'immaginazione a paesi della cuccagna e cieli stellati.
In quell'età felice si era animati da una generosa creatività che dava origine ad una atmosfera straordinaria fatta di amicizia, delizie casalinghe e da tanta allegria, pur nella difficoltà e nel duro lavoro quotidiano.
Crescendo ed incontrando altre persone in luoghi del tutto diversi da quello di provenienza, di fronte a problemi sovente asfissianti (nel senso di togliere il respiro), quei momenti fantastici sono rimasti impressi nella memoria ed il loro ricordo è fonte di consolazione, specie quando le esperienze della vita possono metterci improvvisamente in ginocchio.
Allora solo il senso della Rinascita del Natale e di quei ricordi ci fa ritrovare il senso di appartenenza e di identità e ci restituisce il sorriso momentaneamente sottratto.
Sono passate molte stagioni da quando mi sono allontanato dal mio Paese, pur rimanendo ad esso saldamente legato.
Quel periodo è un pensiero immanente che diventa prevalente, con tutti i suoi ricordi e le relative atmosfere, nella ricorrenza del Natale.
Si rinnova una nostalgia che rievoca quella che provavo da studente universitario nella città di Palermo, quando, nei giorni precedenti il Natale, all'ora di cena, dalla Casa dello Studente mi spostavo insieme ad altri amici per raggiungere la mensa universitaria e nel breve percorso si intravedevano dalle finestre degli appartamenti gli alberi di Natale. Erano momenti di forte emotività accompagnati dal desiderio di fare presto ritorno in famiglia nel paesello.
La modernità non può allontanarci dai valori che quel passato ci ha trasmesso.
Un passato costruito da generazioni sui valori della umanità, della solidarietà e della reciproca responsabilità, rispetto alla quale il "fuoco della controversia" di Mario Luzi aveva un ambito circoscritto ed una durata temporanea.
Qui il riferimento che nell'immediato mi viene in mente è dato dalle piccole e medie bische diffuse nel periodo tra Natale e Capodanno, come un rituale felliniano, travolgente e contagioso.
Il modo di vivere di quei tempi, fatto di piccole cose e senza grandi pretese, ci rendeva  appagati. Mai abbiamo avuto la sensazione di essere prigionieri di un recinto in attesa di essere dati in pasto alla vita.
Forse allora il nostro cammino era più semplice con un generale affidamento sul  futuro, oggi purtroppo sostituito da una forte sensazione di insicurezza: per la propria incolumità fisica, per la minaccia ai propri beni, per l'avvenire dei giovani, senza certezze sulla possibilità di una vita dignitosa ed indipendente.
L'attuale dinamica sociale, definita fluida, è scarsa di riferimenti.
Ai tempi della nostra età giovanile per molti di noi un centro di incontro importante è stato la Chiesa, che ha avuto un ruolo importante nella nostra vita, pur dovendo constatare come in allora (e per certi aspetti anche oggi) essa aveva un'azione pastorale limitata da una ovattata religiosità.
Tuttavia, nei momenti di "convenzione" familiare, quel punto d'incontro e di crescita, quelle persone che ci hanno aiutato, pur con i loro limiti, a diventare adulti, quei vicoli dei nostri rioni su cui siamo passati e ripassati, ritornano alla mente e ci riportano con commozione a coloro che ci hanno lasciato, mio padre ed i tanti Zi 'Ngilino e Zi Peppi che non ci sono più e agli amici prematuramente scomparsi.
Quei momenti con i loro ricordi sono occasioni di ricerca di quella inconfondibile originalità di stile ed emotività che ancora oggi si trovano nel nostro piccolo paese.
Ripercorrere, sia pure con la memoria, i luoghi, le cose e le persone care, ci aiuta a ritrovare un senso di appartenenza che non è più sentito come prima, specie quando si segue un percorso di allontanamento dal luogo in cui si è cresciuti.
Si segue un percorso e ci si incammina... nello stretto binario che ci è stato assegnato.
Bambini, adolescenti, adulti, si vive e sopravvive alle avversità, restando ancorati alle nostre origini ed alla nostra identità, aprendoci alla vita con ottimismo e fiducia, ma senza inutili ostentazioni, dietro le quali si nasconde il vuoto dentro.
Il Natale vero è senza pretese e senza enfasi, dove il prendersi per mano nasce dal sentirsi insieme in cammino... .
Buone feste
".

  

   

Salvatore Filippo Vitello
 

 

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23/12/2018

Lingua. "Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana" (5); di Rodolfo Costanza

 

Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana
Brano di
Jacopo da Lentini



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza


Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
  
(Puntata n° 5)

5. La lingua italiana nasce a Messina?

5.1 Considerazioni dell’autore sull’origine del volgare in Sicilia

    
La letteratura italiana nasce quando si pensa di trasferire i modi della poesia scritta in provenzale in uno dei tanti nostri vernacoli volgari regionali. Questo avviene per la prima volta in Sicilia per volere di Federico II all’inizio del Duecento alla corte siciliana, per opera di alcuni notai, poeti e letterati. Il primo a iniziare fu Iacopo da Lentini che diede avvio alla “Scuola poetica siciliana”.
     La lingua usata dai poeti siciliani, rispecchiava l’etica cortese che era alla base della poesia provenzale e usava un vernacolo siciliano illustre, nobilitato e pulito dalle espressioni più popolari. Una lingua che di recente è stata possibile ricostruire nelle forme originali grazie a un attento lavoro filologico, volto a eliminare nelle poesie le normalizzazioni dei copisti toscani sugli originali siciliani.
     Adesso vediamo nello specifico, cosa accadde nei primi tre secolo dopo l’anno mille in Sicilia e quale contributo l’evoluto vernacolo siciliano diede alla lingua volgare italiana. Tutti gli storici della lingua italiana affermano che essa è nata in Toscana, tesi che non condividiamo del tutto. Intanto c’è da dire che i Toscani, come altre popolazioni italiche, avevano un loro dialetto che, in seguito, diede il suo rilevante e decisivo contributo a perfezionare la lingua italiana. In realtà se c’è una regione che può, a ragione, affermare che lìper prima nacque la lingua italiana è la Sicilia. Dante lo fa intendere chiaramente quando cita Giacomo da Lentini nel XXIV canto del Purgatorio definendolo il fondatore della Scuola Siciliana. Secondo noi quindi il vernacolo siciliano e il precursore della lingua italiana. La cosa, di sicuro, farà storcere il naso a qualche studioso, a qualche storico della lingua italiana e anche a qualche Toscano. Adesso tenteremo di chiarire se la nostra ipotesi sia sostenibile.
     Tra la seconda metà del XII e la prima metà del XIII secolo in Sicilia e precisamente a Messina ci furono tutte le condizioni, illustrate prima, perché nascesse la lingua italiana. Messina in quel periodo era il porto più rilevante del Meridione e uno dei più importanti assieme a Venezia, Genova, Pisa e Salerno dell’Italia e più cosmopolita del Mediterraneo. Tutte le navi che partivano dai porti della costa meridionale della Francia, della Liguria, dalle coste del mar Tirreno e dal porto di Palermo dirette a Salonicco, Costantinopoli, Beirut, nel Vicino Oriente e in Egitto erano obbligate a far sosta in questo porto (anche per approvvigionarsi di acqua e viveri). Esso aveva il privilegio, di essere a un tempo destinazione finale e scalo intermedio.
     Molti commercianti e marinai di questa città conoscevano già le parlate dialettali delle popolazioni delle più importanti città marinare d’Italia e del Mediterraneo dato l’intenso commercio che c’era con esse. A questo si aggiunge che a Messina e provincia si parlava ancora la lingua greca più che in altre province siciliane e, in parte, parlava anche, in parte, la lingua araba. Inoltre in quel periodo in questa città iniziò a diffondersi la lingua latina ecclesiastica lentamente imposta dall’arroganza dei preti cattolici per contrastare sia l’Islam, sia il credo cristiano greco-ortodosso poiché quest’ultimo era predominante.
     Inoltre, nella seconda metà dell'XI e nella prima metà del XII secolo, la parlata della città di Messina fu arricchita dagli idiomi delle truppe d’invasione normanne. Nella città, infatti, cominciano a echeggiare gli idiomi della lingua d’oil (francese) e di quella d’oc (provenzale) parlata dagli ufficiali dell’esercito normanno e anche iniziano a risuonare gli idiomi delle parlate lombarde: Casale, Vercelli, Novara, Pavia e Milano di cui erano in gran parte formate le truppe normanne.
     Da questa situazione descritta si può arguire che Messina in quel tempo era un crogiolo di lingue, dialetti e scambi marittimi nell’ambito dei quali si utilizzava anche il sabir, una lingua franca che si usava nel commercio marittimo. Essa era utilizzata in tutti i porti del Mediterraneo, formata dalle parole più rilevanti dei dialetti di gran parte delle principali città portuali di questo mare (simile alla lingua locale parlata, in parte, ancora oggi a Malta nonostante l’attuale strapotere della lingua inglese nell’isola).
     Lentamente a Messina da questa mescolanza d’idiomi nacque nell’ambito delle attività commerciali e delle relazioni sociali una nuova e “strana” parlata ricca di termini latini ma che non era né greco, né arabo, né francese, né provenzale e neanche latino, ma un nuovo linguaggio formato da varie parole di queste lingue e da alcuni aspetti dei principali dialetti della penisola, di tipo commerciale, come il genovese, pisano, veneziano e napoletano. Tutto quest’amalgama favorì la nascita di un nuovo vernacolo o dialetto locale. Quanto si affermasi poteva cogliere nei lasciti, testamenti, atti amministrativi ecc. di quel periodo che, in parte, si potevano trovare in alcuni archivi delle istituzioni della città di Messina (oggi di questi documenti non è rimasta quasi traccia alcuna in quanto persi del tutto nei due devastanti terremoti del 1783 e del 1908).
     Questa evoluzione del vernacolo locale poté avvenire a Messina e non a Palermo poiché quest’ultima città assieme alla gran parte della Sicilia occidentale era ancora troppo condizionata dalla cultura, religione e lingua araba. Siracusa, invece, dove i commerci con le altre città della penisola e con l’Oriente erano ormai irrilevanti ed era ancora influenzata, in parte, dalla lingua greca e da quella latina e in modo non rilevante da quella araba, difficilmente poteva avvenire un simile fenomeno. L’idioma locale di Messina divenne presto un dialetto in ascesa per l’uso che fu fatto nelle sue attività commerciali, forensi e amministrative ed anche perché essa era considerata, sotto molti aspetti, la seconda capitale dell’isola. La città inoltre arricchì il proprio lessico prendendo a prestito parole da altri lingue e dialetti parlati già nell’isola adattandole al nuovo vernacolo e all’uso locale.
     Molte parole tecniche nell’ambito della botanica, della chimica, della matematica, delle scienze in genere e del commercio furono prese dalla cultura e dalla lingua araba, quest’ultima considerata allora la lingua internazionale per eccellenza. L’idioma messinese fu rinvigorito anche da una discreta produzione letteraria sotto forma di poesie e dal fatto che alcune figure professionali legate al commercio e all’arte forense, come grossi commercianti, avvocati e notai, cominciarono lentamente a utilizzarlo nei loro scritti di lavoro.
     Tutto questo processo avvenne orientativamente nell’arco di un secolo, dal 1100 al 1200, durante il periodo della dominazione normanna e all’inizio di quella sveva.

Guglielmo II detto il Buono

“E quel che vedi ne l’arco declivo,
Guglielmo fu, cui quella terra plora
Che piagne Carlo e Federico vivo:
ora conosce come s’innamora
lo ciel del giusto rege, e al sembiante
del suo fulgor il fa vedere ancora”.

(Dante, Paradiso, XX canto, versi 60-61)

5.2 La poesia siculo-araba

    
La poesia Siciliana nel XIII secolo, oltre che dalla poesia provenzale, fu influenzata in parte anche dalla poesia arabo-sicula. In Sicilia operò tra l'XI e il XII secolo, una larga schiera di poeti siculo-arabi: nell’antologia del filologo siculo-arabo Ibn al-Qattà (XI-XII sec.) compaiono ben 170 poeti siculo-arabi. I poeti siciliani dell’epoca araba utilizzarono comunque un tema di repertorio stilistico e di immagini comuni alla tradizione poetica dei popoli di lingua araba, berbera e di quella arabo-andalusa che influenzeranno la poesia siciliana del periodo normanno prima e federiciano dopo. Di particolare rilievo tra questi poeti, abbiamo ibn Hamdìs nato a Noto o, forse, a Siracusa nel 1055. Nel Diwan (canzoniere composto di 6000 versi) di Ibn Hamdìs troviamo i caratteri di tutta la poesia araba e siciliana di allora: la ricchezza di metafore, il concettismo, il sentimento e la ricchezza d’immagini. Il poeta netino appare più vicino al nostro gusto moderno quando, sotto l’artificio, fa trasparire la sua umanità, i suoi sentimenti, i suoi ricordi giovanili. Di seguito riportiamo un suo breve e significativo componimento.

La casa di Noto di Ibn Hamdìs

Oh custodisca Iddio una casa di Noto,
e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Ogni ora io me la raffiguro nel pensiero,
e verso per lei gocce di scorrenti lacrime.

Con nostalgia filiale anelo alla patria,
verso cui mi attirano le dimore delle belle donne.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno.

Io anelo alla mia terra, nella cui polvere
si son consunte le membra e le ossa dei miei,
come anela fra le tenebre al suo paese,
smarrito nel deserto un vecchio cammello sfinito.

Vuote mi son rimaste le mani
del primo fiore di giovinezza,
ma piena ho la bocca
del ricordo di lei.

    
Un altro poeta siculo-arabo, segretario del re normanno Ruggero II (1130-1154) è Abdal-Rahman di Butera che in una sua qasida (poesia) di un proprio diwan (canzoniere) così definì l’isola tolta all’Islam (dal lamento di un qadì): "Dov’è la mia terra? Ahimè!…".

L’Isola piena d’incanto.

«Fa circolare il vecchio vino dorato
e bevi da mattina a sera,
bevi al suon del liuto e dei canti degni di Ma’Bad.
Non c’è vita serena se non all’ombra della dolce Sikelia,
sotto una dinastia che supera le cesaree dinastie dei Re.
Ecco palazzi regali in cui la gioia ha preso albergo;
meravigliosa dimora in cui Dio elargì perfetta bellezza!
Ecco il teatro fulgente su ogni edificio di architettura,
i superbi verzieri, per cui il mondo è tornato a fiorire,
i leoni della sua fontana che versano acque di paradiso.
La primavera ha vestito le sue contrade degli splendidi
drappi della sua bellezza.
Ha coronato il suo viso di variopinte vesti gemmate,
ha profumato gli aliti dello zefiro, al mattino e alla sera».

    
Da questi e da altri componimenti poetici si può notare come la lirica arabo-sicula abbia agito positivamente sui cantori siciliani alla corte dei re normanni, sui poeti dialettali popolari di Sicilia durante i regni di Guglielmo I e II (1154-1189). Infine questa cultura influenzò i poeti della corte di Costanza d’Altavilla (1189-1198) e quelli della scuola siciliana del Duecento del regno di Federico II cui parleremo sotto.
     Vorrei fare una piccola considerazione sulla nascita dell’idioma siciliano. Si pensa che sia nato (improvvisamente) ai tempi di Federico II imperatore con Giacomo da Lentini e i poeti della sua scuola. Cosa poco verosimile poiché una lingua o un dialetto di un popolo nascono normalmente in un tempo molto lungo. Si pensa che ci vogliano, dai cento ai duecento anni. È assurdo scientificamente parlare del nascimento di un linguaggio, il quale non nasce mai e non muore bensì continuamente si trasforma. Nasce normalmente per l’influenza di numerosi fattori: economici, sociali, bellici, geografici, commerciali, invasioni di nuove popolazioni, tradizioni culturali, altri idiomi, ecc. Se ciò è vero, si può desumere che il vernacolo siciliano sia nato tra l’inizio del XII e la prima metà del XIII secolo (già alla fine dell’XI secolo, come abbiamo visto nei Codici Sciclitani si riscontrano numerosi termini siciliani in mezzo a molti termini del latino volgare). Di conseguenza la poetica siciliana cominciò a esprimersi in idioma locale alla fine del XII secolo (influenzato fortemente dall’arabo, dal provenzale e dal latino del volgo) per opera di poeti siciliani popolari delle cittadine dell’isola e i cantastorie che si spostavano di paese in paese per raccontare le più importanti tragedie di sangue e di amore che avvenivano nei vari paesi della Sicilia. La Scuola Poetica Siciliana di Giacomo da Lentini e compagni (notari alla reggia di Federico II) iniziò a poetare scrivendo in un dialetto siciliano illustre, nobilitato e aulico solo all’inizio del Duecento adeguandosi all’ambiente raffinato della corte di Palermo.

5.3 La scuola poetica siciliana

    
Una forte spinta al volgare siciliano aulico fu voluta, nella prima metà del XIII secolo dall’imperatore Federico II, il quale decise di farla adottare dalla sua corte itinerante attraverso i suoi notai, cancellieri, giudici, ecc. Inoltre egli diede impulso all’elaborazione di questo vernacolo in lingua letteraria invitando numerosi poeti e persone colte della sua corte a metterla in versi. Egli di ritorno dalla Germania, dove aveva avuto modo di sentire e apprezzare i Minnesanger tedeschi (Minnesanger è la denominazione medioevale dei poeti lirici tedeschi del sec. XII e del XIII; essi, diversamente dei trovatori provenzali, trattarono quasi solo soggetti d’amore - Minne nel medio tedesco medioevale significa “amore” e sanger “cantore” -), diede l’avvio, nel 1220 alla Scuola Poetica Siciliana ispirandosi, in parte, anche ai modelli provenzali cantati dai trovatori francesi. Egli così stimolò l’attività letteraria e poetica della nuova lingua per più di quarant’anni, attività che si concluse nel 1266 con la morte del figlio Manfredi, Re d’Italia e poeta, morto nella battaglia di Benevento. Termina così un processo di unificazione culturale partito dalla nostra regione con la lirica della Magna Curia di Federico II, mentre la penisola era divisa sia politicamente sia dai vari idiomi.
     I poeti di questa scuola o meglio movimento culturale in realtà “…scrivevano in un dialetto siciliano illustre, in un siciliano nobilitato dal continuo raffronto con le quattro lingue, in quel momento auliche per eccellenza: l’arabo, il greco, il latino e il provenzale”. Il tema dominante nei poeti siciliani fu quello dell’amore ispirato ai modelli arabi e principalmente provenzali. Infatti, le forme in cui si espresse questa poesia sono la canzone, la canzonetta e il sonetto, quest’ultimo felice invenzione del siciliano Giacomo da Lentini (1220), caposcuola del movimento poetico siciliano.
     Oltre a Federico II e ai suoi due figli Enzo e Manfredi che si dedicarono con passione all’attività poetica, molti furono i poeti siciliani di maggiore o minore importanza che si posero sotto la guida spirituale di Giacomo da Lentini, non a caso citato da Dante nel XXIV canto del Purgatorio. Giacomo scrisse alcune delle migliori canzoni e sonetti che brillano, ancora oggi, come perle nella varietà e diversità dei canzonieri siciliani e italici di allora. Infatti, egli diede la prima definizione dell’amore nella letteratura italiana.

Amor è un[o] desio che ven dal core
per abondanza di gran piacimento;
e li occhi in prima genera[n] l’amore
e lo core li dà nutricamento.

Ben è alcuna fiata om amatore
senza vedere so ’namoramento,
ma quell’amor che stringe con furore
da la vista de li occhi à nas[ci]mento.

Che li occhi rapresenta[n] a lo core
d’onni cosa che veden bono e rio,
com’è formata natural[e]mente;

e lo cor, che di zo è concepitore,
imagina, e piace quel desio:
e questo amore regna fra la gente.

    
Tra i maggiori poeti della Scuola siciliana si ricordano: Pier delle Vigne, del quale sono pervenute cinque canzoni, ricordato da Dante nel XIII canto dell’Inferno; Rinaldo d’Aquino e Giacomo Pugliesi; Stefano Protonotaro da Messina cui dobbiamo l’unica composizione conservata in lingua originale siciliana: “Pir meu cori alligrari”.
     In alcuni di essi, accanto al repertorio di contenuto provenzale, fa però riscontro, come re Enzo, un interesse psicologico che lascia già intuire qua e là la Madonna angelicata degli Stilnovisti toscani. Diversi componimenti si distaccano già dalla poesia provenzale nella forma e nello stile, presentando già anticipazioni di esiti stilnovistici. La terminologia cavalleresca francese è tuttavia rivisitata e non copiata pedissequamente, attraverso il conio di nuovi termini italiani mediante anche nuovi sistemi di suffissazione in -za (<fr.-ce) e -ire (< -ieri), novità linguistica notevole per quest’epoca, sino a rappresentare il primo esempio di produzione italiana basata sul volgare. Un’altra differenza tra poesia siciliana e provenzale avvenne con la separazione dei versi dall’accompagnamento musicale. L’esperienza poetica siciliana fu certamente consapevole di un testo come il De amore, ma si astrae sia dal “fine”amore cortese che dalla prospettiva cristiana, giungendo a interrogarsi sulla natura stessa dell’amore, come testimoniato dalla tenzone del 1241 di Jacopo Mostacci (Solicitando un poco meo savere), replicata da Pier delle Vigne (Però c'amore non si pò vedere) e da Giacomo da Lentini (Amore è uno desio); e dall’ulteriore tenzone tra quest’ultimo e l’Abate di Tivoli. La questione della poesia siciliana investe quindi non solo l’ambito letterario e linguistico ma anche quello filosofico, estendendosi sino ai giorni nostri. Grande importanza ricopre pure il recente ritrovamento di almeno quattro poesie da parte del ricercatore Giuseppe Mascherpa nella biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo, quali: Oi lasso! non pensai di Ruggierone da Palermo, Contra lo meo volere di Paganino da Serzana, Donna, eo languisco e no so qua speranza di Giacomo da Lentini, e Amore m’ave priso di Percivalle Doria. I testi, riportati da notai sul verso di alcune sentenze contro esponenti di famiglie guelfe che avevano violato delle norme sui tornei, vennero aggiunti agli atti al fine di riempire gli spazi vuoti e impedirne, così, modifiche illecite.
     Le quattro poesie in questione presentano maggiore affinità all’originale volgare siciliano, evidenziando una trascrizione precedente alla compilazione dei canzonieri vaticani (presumibilmente tra il 1270 e il 1290). Pertanto, a differenza di quanto lungamente ritenuto, la diffusione delle liriche siciliane non si limitò a dotti copisti, e riguardò altresì prima la Lombardia che la Toscana. Ciò confermerebbe, seppur indirettamente, l’esistenza del manoscritto citato dal Barbieri, se non addirittura di un vero e proprio canzoniere, e di uno strato culturale unitario in grado di accoglierlo.

5.4 Cielo D’Alcamo

    
La scoperta di detti autori rafforza l’ipotesi che la lingua italiana abbia tratto impulso fondamentale dai poeti della scuola siciliana, che col carattere laico delle proprie tematiche e i tratti innovativi del loro linguaggio rappresentarono una rivolta artistica contrapposta al primato religioso, in particolare della lingua latina ecclesiastica, e alla conseguente reazione restauratrice della Chiesa.
     Molti studiosi hanno sottolineato i felici risultati linguistici che i poeti siciliani per primi dettero all’Italia nel formare quel ricco vocabolario in volgare. Lessico che fu assimilato e in seguito arricchito dagli esperimenti dei grandi poeti toscani, dalle imitazioni di Guittone d’Arezzo e dall’elaborazione del fresco ma ricco linguaggio degli stilnovisti e del grande poeta Dante.
    
In Italia il dialetto toscano guadagnò una posizione privilegiata solo nel Rinascimento. Tuttavia ogni regno, principato e città-stato italiani conservarono, ancora per diversi secoli, il proprio vernacolo locale. Gli studi recenti confermano la sostanziale vicinanza tra quella “lingua” siciliana, nata in circostanze fortuite a Messina e sotto le tende della corte itinerante di Federico II durante gli assedi alle città guelfe e la migliore poesia italiana del nostro Ottocento.
     Annoverato da molti critici come poeta appartenente alla scuola siciliana vi fu anche Cielo (o Ciullo) D’Alcamo che scrisse il famoso contrasto Rosa fresca aulentissima.
     Il più antico documento della nostra letteratura è comunemente creduto sia la canzone di Cielo d’Alcamo, essendo essa non principio ma parte di tutta un’epoca letteraria, cominciata assai prima con i re normanni, e giunta al suo splendore sotto Federico II prendendo il nome di Scuola Poetica Siciliana.
     Federico II, imperatore d’Alemagna e re di Sicilia, nella cui corte a “Palermo venia la gente che avea bontade, sonatori, trovatori e belli favellatori”. E perciò i rimatori di quel tempo, ancorché parecchi siano d’altra parte d’Italia, furono detti siciliani.
     Che cosa è la cantilena di Cielo d’Alcamo? È una tenzone, o dialogo tra Amante e Madonna, Amante che chiede, e Madonna che nega e in ultimo concede, tema frequentissimo nelle canzoni popolari di tutti i tempi e luoghi.

Rosa fresca aulentissima

«Rosa fresca aulentis[s]ima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».

«Se di meve trabàgliti, follia lo ti fa fare.
Lo mar potresti arompere, a venti asemenare,
l’abere d’esto secolo tut[t]o quanto asembrare:
avere me non pòteri a esto monno;
avanti li cavelli m’aritonno».

«Se li cavelli artón[n]iti, avanti foss’io morto,
ca’n is[s]i [sí] mi pèrdera lo solacc[i]o e ’l diporto.
Quando ci passo e véjoti, rosa fresca de l’orto,
bono conforto dónimi tut[t]ore:
poniamo che s’ajúnga il nostro amore».

«Che ’l nostro amore ajúngasi, non boglio m’atalenti:
se ci ti trova pàremo cogli altri miei parenti,
guarda non t’ar[i]golgano questi forti cor[r]enti.
Como ti seppe bona la venuta,
consiglio che ti guardi a la partuta»… .

«Di ciò che dici, vítama, neiente non ti bale,
ca de le tuo parabole fatto n’ho ponti e scale.
Penne penzasti met[t]ere, sonti cadute l’ale;
e dato t’ajo la bolta sot[t]ana.
Dunque, se po[t]i, tèniti villana».

«En paura non met[t]ermi di nullo manganiello:
istòmi ’n esta groria d’esto forte castiello;
prezzo le tuo parabole meno che d’un zitello.
Se tu no levi e va’tine di quaci,
se tu ci fosse morto, ben mi chiaci».


     Cielo offre una rilettura del suo contrasto in chiave comica e realistica in opposizione alle figure eteree e talvolta stereotipate delle dame che si riscontrano nella poesia provenzale. Nei suoi versi si narra che, sotto il pretesto di conservare il suo onore, la ragazza si finge restia per ricevere i più splendidi complimenti e invitare alla fine l’amante a seguirlo nella sua camera da letto. L’effetto burlesco è ottenuto dall’accostamento del raffinato linguaggio letterario a espressioni dialettali popolari siciliane che, di fatto, smentiscono comicamente la pretesa nobiltà d’animo simulata inizialmente dalla giovane.

5.5 La scoperta di alcuni testi poetici siciliani del sec. XIII

    
La prima scuola poetica italiana di cui si abbiano notizie certe e sistematiche fiorì all’inizio del XIII secolo, nell’ambiente colto e raffinato della Magna curia di Federico II di Svevia, in Italia meridionale, per questo detta “scuola siciliana”.
     I poeti siciliani imitarono la poesia provenzale: ma sostituirono la lingua forestiera con un volgare italiano, quello siciliano, di cui Dante diede un giudizio positivo di questa scuola. La scelta del siciliano fu dettata dal suo valore formale, infatti, il volgare della poesia siciliana è molto formalizzato e raffinato. Vi entrano in gran numero termini provenzali, o arieggianti la lingua provenzale, come le forme in agio (coraggio) e anza (amanza, speranza…). L’argomento dominante nei poeti siciliani è quello dell’amore ispirato alla poesia provenzale. Le forme in cui si espresse questa poesia sono la canzone, la canzonetta, il cantari e il sonetto felice invenzione di Giacomo da Lentini capo scuola del movimento.
     Il corpus della poesia siciliana delle nostre origini è stato trasmesso da codici medievali scritti da copisti toscani. I copisti toscani intervennero appunto sulla forma linguistica della poesia siciliana con una vera e propria opera di traduzione in vernacolo toscano.
      La sconfitta degli Svevi e l’avvento degli Angioini portò con sé anche la distruzione fisica dei manoscritti di origine siciliana e meridionale. Giovanni Maria Barbieri, studioso della lingua provenzale, aveva avuto per le mani un codice (Il libro siciliano) contenente alcuni testi poetici siciliani che si presentavano in una forma vistosamente diversa da quella comunemente nota: “Alegru cori, plenu / Di tutta beninanza…”. La sicilianità è vistosa: si notino le vocali finali –u e –i al posto delle –o ed –e toscane, la –u al posto della –o in inamuranza, le –i al posto di –e toscana, in posizione tonica. Benché sostanzialmente fedele all’originale, amor non è un tratto siciliano. Per avere un’idea dell’intensità del processo di toscanizzazione, metteremo ora a confronto la trascrizione in forma toscanizzata con quella in forma siciliana di alcuni versi della canzone S’eo trovasse pietanza.
     Codice Vaticano (toscanizzato), trascrizione di Barbieri: “La virtuti ch’ill’àvi / D’alcirm’e guariri”. “La vertute ch’il àve / D’ancider me e guerire”. Il confronto rende evidente la sostituzione dei tratti siciliani con quelli toscani. Una traccia di questa sostituzione rimane anche nelle rime imperfette delle versioni toscanizzate (conduce-croce / ora-pintura), le quali diventano perfette solo se riportate alla lingua originale siciliana (conduci-cruci / ura-pintura).
     La lezione della poesia siciliana fu decisiva per la nostra tradizione lirica. Non solo si stabilizzò la rima siciliana, ma divennero normali in poesia i condizionali meridionali in ia (il tipo crederia, contro il toscano crederei).
     Nella storia della poesia, si può asserire, senza timore di essere smentiti, che grande è la rilevanza della scuola poetica siciliana ma grandissima è la sua importanza nella storia della nostra cultura e nel formarsi della nostra madre lingua italiana (Sansone M., Storia della letteratura italiana, Casa editrice Principato, Milano-Messina, 1938). Certo bisogna mettere da parte “la ridicola” disputa sulla maggiore antichità del nostro dialetto come notava più di un secolo fa il dotto P. Alessio Narbone. Il volgare siciliano dir non si puote né più né meno antico che gli altri volgari Italici, esso non è loro né padre né figlio, di esser fratello contentasi, nato com’essi dal latino (Sec. IX-XI, cap.16…).
    
In aggiunta a questo capitolo vorrei introdurre una, non so se opportuna, divagazione che riguarda la letteratura siciliana.
     Nell’Ottocento i romantici erano propugnatori della nuova maniera di poetare che si era diffuso in Europa e sostenevano, rifacendosi al filosofo della lingua Cesarotti, che la lingua si evolve nel tempo. Essi affermavano che c’è una certa relazione tra la lingua e il territorio dove è usata, questo deve far si che siano introdotte parole dialettali per arricchire il suo lessico come sosteneva il milanese Porta.
     La diffusa focalizzazione d’interesse verso le culture regionali, pur essendo risalente al Rinascimento, muove da presupposti teorici noti elaborati da numerosi studiosi dei vernacoli regionali.
     Tale interesse fu ripreso anche da Croce all’inizio del Novecento elaborando una Storia delle culture regionali; proseguiti da altri studiosi nel secondo dopo guerra, con un accresciuto respiro storiografico.
     Per la Sicilia molto è stato fatto in questo settore di studi, vedi Giorgio Santangelo 1952, e i contributi critici di tanti altri studiosi sul patrimonio culturale dell’isola.
     In questo studio si è voluto ripercorrere le principali e iniziali vicende della letteratura siciliana all’interno delle quali abbiamo cercato, anche noi, di dare il nostro piccolo contributo, ponendo in luce il rapporto rilevante e originale che è esistito nel Duecento e Trecento tra la nascente cultura nazionale e quella isolana.
     Abbiamo cercato di comprendere lo sviluppo e le correlazioni storiche e la tendenza a rimanere fedele ai caratteri originali della cultura elaborata nell’isola e da qui la persistenza del dialetto fra il popolo e nell’elite culturale (vedi per ultimo Andrea Camilleri).
     Dall’isola partì, infatti, mentre l’Italia era divisa, il processo di unificazione culturale a livello colto con la lirica della Magna Curia Federiciana, conservando nei secoli che seguirono una sua identità culturale condita da quella sicilianità che il filosofo Giovanni Gentile credette, all’inizio del Novecento, dispersa per sempre. La sicilianità si riscontra nelle numerose opere letterarie prodotte da scrittori dell’isola negli ultimi due secoli e i premi Nobel assegnati nel ’34 a Pirandello e nel ’59 a Quasimodo, i quali hanno avuto come centro tematico la Sicilia e la sicilianità degli isolani.
     Lo specifico modo di essere dei Siciliani non è un’astratta e sterile categoria psicologica. La sicilianità è una caratteristica percettiva e comportamentale che la storia ha stratificato nelle coscienze degli isolani rappresentata dal funereo Thanatos attraverso la tragedia della morte. Essa è anche rappresentata dall’attaccamento profondo verso la propria terra, dalla passione verso la donna provocata dall’Eros e l’attaccamento alla famiglia, componenti che sono parte intrinseca dell’animo dei Siciliani e che gravitano anche nella produzione letteraria degli scrittori isolani come G. Bufalino, V. Consolo, L. Sciascia, S. Quasimodo, A. Camilleri, I. Buttitta, ecc.
     Per quanto riguarda l’attaccamento all’isola degli abitanti, inteso come luogo mitico, ricordo, nostalgia e rimpianto sono espressi in modo emblematico dal lontano poeta siculo-arabo Ibn Hamdis.
     Chiudiamo questa breve presentazione con l’abusata frase di Goethe che ha visitato la Sicilia alla fine del ‘700: “L’Italia non forma un quadro nell’anima; qui soltanto è la chiave per capire tutto”.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 23 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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22/12/2018

Racalmuto. "Natale e... Sport" con Totò Schillaci; domenica 23 dicembre

 

"Natale e... Sport" con Totò Schillaci
Manifesto

Domani, domenica 23 dicembre 2018, il famoso calciatore Totò Schillaci sarà a Racalmuto, per partecipare all'iniziativa "Natale e... Sport", organizzata dal Club "Juventus A. Agnelli", in collaborazione con l'associazione "Football Academy" e con il patrocinio del Comune di Racalmuto.
In programma:
- ore 10.30, incontro di calcio "Football Academy" - "Fulgentissima" al campo di calcetto "Fra' Diego La Matina";
- ore 17.30, incontro con i ragazzi del Centro "Padre Cipolla";
- ore 18.00, dibattito con Schillaci sul tema: "I bambini di racalmuto e lo sport come futuro";
- ore 19.00, passeggiata per le strade del paese, incontrando la comunità;
- ore 19.30, incontro con Carmelo Falco, presidente del Club "Juventus A. Agnelli" e con i soci del Club;
- ore 20.30, cena di Natale
.
  
Redazione
22 dicembre 2018.
  

 

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22/12/2018

Iniziative. "Premio miglior presepe 2018-2019"; aperte le iscrizioni

 

Premio miglior presepe
Presepe

L'associazione culturale "Nino Martoglio" ha organizzato - con il patrocinio del Comune di Grotte - il concorso "Miglior Presepe 2018-2019".
In palio vi sono targhe di partecipazione per tutti i presepi che vorranno concorrere ed una somma in denaro ai presepi classificati al 1° 2° e 3° posto.
La graduatoria verrà stabilita ad insindacabile giudizio della Commissione individuata dall'Associazione "Nino Martoglio".
L'iscrizione al concorso è riservata esclusivamente ai presepi realizzati nei quartieri di Grotte.
Può effettuare l'iscrizione un componente dello staff che ha realizzato il presepe.
Per iscriversi è sufficiente contattare Aristotele Cuffaro al numero 388.7908838, indicando l'esatta ubicazione del presepe (via e numero civico nei pressi del quale è realizzato).
La partecipazione al concorso "Miglior Presepe 2018-2019" è a titolo gratuito.
La premiazione (consegna delle targhe per tutti i presepi partecipanti e proclamazione del 3°, 2° e 1° classificato) avverrà il 6 gennaio 2019, festa dell'Epifania, a partire dalle ore 18.30 in Piazza Umberto I (piazza Municipio)
.
  
Redazione
22 dicembre 2018.
  

 

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20/12/2018

Dialoghi. "Moscovici, ovvero chi si dà l'aria da Padreterno"; di Giuseppe Castronovo

 

"Dialogo" del dott. Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.

Gli amici del Circolo della Concordia hanno preso in esame il cammino della nostra manovra finanziaria per il 2019, risultato oltremodo faticoso per le difficoltà incontrate presso la Commissione Europea dove il commissario francese Moscovici che si sta dimostrando tanto indulgente con la Francia quanto arcigno e spigoloso con l'Italia. Una corsa contro il tempo per chiudere l'accodo  al fine di evitare la procedura di infrazione e così poter dare attuazione al programma governativo.
Giuseppe Castronovo

"Commissione Europea: Moscovici, ovvero chi si dà l'aria da Padreterno"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )

Totò: Amici, che ne dite del ruolo che il Commissario francese Moscovici sta svolgendo nei confronti del nostro Governo e della nostra manovra finanziaria?

Giacomo: Di certo non possiamo dire che stia lavorando per facilitare la ricerca di una soluzione. Dirò di più: mi stupisce non poco il fatto che, la concomitanza di disordini così gravi che da settimane sconvolgono la Francia, non inducano Moscovici e la Commissione europea a considerare, nell’esaminare il nostro bilancio, il valore della pace sociale di un Paese; un valore che di certo vale molto di più di un misero decimale di deficit. Invece il Commissario Moscovici sembra si diverta a creare, in seno alla Commissione, un clima di palese ostilità  nei confronti dell’Italia, anche al fine di irritare l’interlocutore italiano.

Salvo: La rivolta francese sta a testimoniare la fragilità politica di buona parte della classe dirigente di quel Paese, dimostratasi incapace di comprendere i segnali di disagio sociale se non quando arrivano alle proporzioni di una vera e propria rivolta armata.

Nenè: Pur condividendo l’analisi degli amici Giacomo e Salvo inviterei anche il Prof. Vezio ad esprimere la sua opinione.

Vezio: Grazie. Amici, se mi si presentasse l’occasione di un confronto con il Commissario francese Moscovici gli direi: Signor Moscovici una cosa certa è che Dio, come scriveva Guareschi in un racconto pubblicato sulla rivista Il Borghese nel 1965, “è e rimane l’unico a potersi dare arie da Padreterno”.
     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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20/12/2018

Agrigento. "Natale in song 2018" per il Teatro da Camera al Circolo Empedocleo

 

Circolo Empedocleo
Cartellone

“Natale in song 2018” per il Teatro da Camera, venerdi 21 dicembre alle ore 18.15, al Circolo Empedocleo di Agrigento.
Ideato e realizzato da Giuseppe Adamo e Mario Gaziano, è il terzo spettacolo della terza stagione teatrale del Teatro da Camera, che sta riscuotendo un coinvolgente successo e che arricchisce l’immagine culturale dello storico Circolo Agrigentino.
”Natale in song 2018” ha una connotazione originale e propone temi musicali e canori internazionali da Elvis Presley a Josè Feliciano, ad Astor Piazzola, a Leonardo Coen: un’atmosfera natalizia oltre i confini della tradizioni agrigentine e siciliane.
I testi recitati sono recuperati e scritti da Guido Gozzano, Mario Gaziano e Ignazio Russo. “Natale in song 2018” si apre con la partecipazione del Coro polifonico “Terzo Millennio” diretto dal M° Domenico Mannella. Il Coro “Terzo Millennio” rappresenta una eccellenza nella ricca tradizione polifonica della nostra provincia.
Partecipa Lillo D’Aleo, attore di grande forza di caratterizzazione che propone “Il buon fratello”, un testo sulla natività scritto da Mario Gaziano che racconta una storia tutta siciliana d’amore e di devozione religiosa.
Ospiti speciali di “Natale in Song 2018”: Caterina Pistone soprano e Isabella Di Salvo pianista, che ritornano all’Empedocleo dopo il successo riscosso nella “Serata Brecht”, realizzata con Rosaria Leto e Antonio Garufo.
Caterina Pistone e Isabella Di Salvo propongono un ricco intervento con i brani della natività White Christmas e Nativity di Astor Piazzola.
Il giovane attore Riccardo Terrazzino recita l’emozionante composizione tra poesia e drammaturgia “Una preghiera a Gesù” di Mario Gaziano, scritta in esclusiva per il giovane Riccardo.
Per la serata “Natale in song 2018”, su una coreografia di Simona Vita e Fernando Cinquemani, si esibiscono anche i ballerini Caterina e Nicola Barberi, che propongono una danza su brano di Elvis Presley.
Alfonso Marchica, uno dei decani del teatro agrigentino, propone - nella veste di un monaco di cerca pieno di dubbi, che ha perso i fondamentali punti di riferimento della religiosità più ortodossa - la famosissima poesia di Ignazio Russo “Natali”.
Sarà poi la volta del cantante Gino Scordino di Agrigento, uno straordinario artista che si esibisce solo in occasione di particolari liturgie e feste religiose, appassionato cantante fortemente partecipe ed erede della tradizione blues e soul dell’America degli anni ‘60 e ‘70.
Feliz navidad di Josè Feliciano, in esecuzione collettiva, conclude in forma augurale la manifestazione “Natale in Song 2018”. La conduzione è affidata all’attrice Maria Fantauzzo. Con la collaborazione artistica di Maria Grazia Castellana e Giuseppe Portannese, regia di Giuseppe Adamo e Mario Gaziano.
L’ingresso è libero per soci e appassionati di Teatro da Camera
.
  
Redazione
20 dicembre 2018.
  

 

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20/12/2018

Racconti. "Il pittore e la modella" (in memoria di Renzo Collura); di Salvatore Bellavia

 
  In prossimità delle celebrazioni per la scomparsa del maestro Renzo Collura, che si terranno a Grotte il prossimo anno 2019, proponiamo ai nostri lettori uno dei racconti più apprezzati di Salvatore Bellavia, "Il pittore e la modella", da noi già pubblicato il 10 luglio 2012, vergato dall'Autore con affetto nel caro ricordo del grande amico Renzo.

*****
 

 

Salvatore Bellavia
Salvatore Bellavia

 

Tra le tele - non tutte di pregio - che arricchiscono il patrimonio artistico delle chiese di Grotte, ve ne è una il cui valore è indiscutibile. Collocata a periodi alterni nella chiesa madre e nella chiesa del Purgatorio, dov'è attualmente esposta, l'opera, col trascorrere del tempo, nonostante gli oltraggi subiti a causa di umidità e polvere, continua a proporre ai fedeli il suo messaggio incontaminato. E' di una bellezza immediata, di una chiarezza didascalica disarmante. Raffigura una ragazza, Maria Goretti, salita giovanissima agli onori degli altari. Attorno a lei, i simboli delle sue virtù eroiche. Dell'autore basta citare il nome: Renzo Collura; un Maestro della pittura - purtroppo scomparso - che ha tanto amato Grotte. Salvatore Bellavia, in questo breve racconto, rievoca un episodio della sua fanciullezza legato a quell'opera. Anch'egli, a modo suo, è un pittore; dalla tavolozza dei ricordi sceglie tinte e tonalità con cui esprime, tratteggiandole con maestria, lontane reminiscenze nelle quali non fatichiamo a riconoscere parte del nostro passato. Scrive di sé, ma soprattutto di noi, che continueremo ad ammirare Maria Goretti ed immagineremo il Maestro, la fanciulla ed un discolo curioso (a cui siamo grati).
          Carmelo Arnone

 


Santa Maria Goretti - Quadro di Renzo Collura
Santa Maria Goretti

 


IL PITTORE E LA MODELLA
(In memoria di Renzo Collura)
di Salvatore Bellavia

I sensi estenuati dal caldo di questi giorni hanno trovato gradevole frescura nel ricordo di un mio caro amico, magnifico artista e splendido uomo: il pittore Renzo Collura.

Quando, agli inizi degli anni ottanta Gaetano Di Liberto, eccellente pittore, sobrio e raffinato intellettuale, mi presentò Renzo Collura, fu come proiettarmi indietro nel tempo.
Per raccontare un episodio della mia vita di ragazzo, sono stato tentato di usare la banalissima frase “correva l’anno”; frase che nella sua ovvietà funge da “passepartout” per entrare nei meandri della memoria individuale e collettiva.

Dopo avere scritto “correva l’anno”, non sono riuscito, con mia angoscia ed esasperato dispetto, ad andare oltre. Mi sono chiesto cosa fosse ad impedirmi di scrivere quanto di ordinato e chiaro avevo da narrare, e dopo avere letto per tante volte quella frase abusata capii che a bloccarmi era il verbo “correre”.

Qualcosa, che non so bene definire, mi diceva che quel verbo, il cui significato indica movimento, velocità, dinamismo, se usato per rievocare gli anni del dopoguerra non solo sarebbe suonato stonato, ma sarebbe stato avvertito come crudele ironia: quando le bocche da fuoco furono messe a tacere, non cessarono angoscia, paura, disperazione e miseria. Quegli anni furono dominati dalla lentezza, non della lentezza di cui M. Kundera ha fatto confortevole e visionario elogio, ma da una lentezza che aveva i tempi di una sinfonia di morte: lento era il rientro dalla prigionia dei nostri soldati; lenta la consegna ai familiari delle salme dei nostri caduti; lento e catarroso il respiro dei picconieri che nelle viscere della terra scavavano l’oro giallo per i padroni; lento e disperato il lamento dei “carusi” che, con le teneri spalle gravate dal peso di sacchi stracolmi di terriccio solfifero, dal fondo della miniera, dopo avere attraversato le gallerie, si trascinavano a quattro zampe per le scale a gradino spezzato per consegnare al sole, alla pioggia, alla luna quell’immonda ricchezza spesso macchiata di sangue e di morte; lente le braccia dei contadini che con rabbiosa speranza lavoravano la terra per un misero salario o per un raccolto avaro ed insufficiente a sfamare una famiglia, spesso numerosa; lente e turbolente le brevi ore della notte, lente e disperate le infinite ore del giorno.

E allora? Allora preferisco dire semplicemente che era l’estate del 1951.

Quel pomeriggio portavo i miei undici anni a spasso per il corso Garibaldi dal basalto infuocato, quando mi accorsi che il portone della chiesa del Purgatorio, che sempre avevo visto serrato e quindi inaccessibile, era socchiuso. Mosso da curiosità e dal desiderio di un poco di morbida ombra, di corsa m’infilai per quella stretta fessura, ma il mio entusiasmo svanì perché fui  invaso da una inquietante paura: gli occhi abbacinati dal sole si rifiutavano di vedere; era come se fossi entrato in un antro buio e deserto. Stavo per guadagnare velocemente l’uscita quando mi arrivò all’orecchio il suono calmo, pacato ed armonioso della voce di un uomo. Pensai che in quella fitta penombra ci fosse un prete in preghiera. Mi rasserenai. Intanto gli occhi si erano abituati alla nuova luce e cominciavano a mettere a fuoco; vidi tre persone: due giovani uomini ed una ragazzina. Nessun prete.

Uno dei due uomini stava seduto su un gradino davanti l’altare maggiore, mentre la ragazza stava in piedi con un braccio appoggiato sul ripiano di un altare incastrato nella parete di sinistra della chiesa, e tutte e due ascoltavano attentamente l’altro uomo che stava seduto in mezzo alla navata su una sedia sgangherata circondato da tanti barattoli e da mucchietti di polvere colorata. Dietro le sue spalle intravedevo montata su un telaio una grande tela colorata, molto più grande di quella che usava mia nonna per  fare l’estratto di pomodoro.

Nessuno badò alla mia presenza. Rassicurato e senza fare alcun rumore mi misi, quasi a nascondermi, vicino il fonte battesimale. L’uomo seduto continuava il suo dire:
- Tu sei bella ed è per questo che ti ho chiesto di farmi da modella, ma io ti voglio ancora più bella…
- Se mia figlia non va bene così per come è noi togliamo il disturbo e ce ne andiamo…
- Non mi sono spiegato. Voglio dire che per aiutarmi a dipingere l’immagine di una santa sarebbe bello se tua figlia assumesse un’espressione più intensa, più, come dire, più angelica, ecco.

Il padre della ragazza, che evidentemente non aveva capito, fece una smorfia come a volere significare:
- Questo è strambo! Cosa vuole da mia figlia?

Alla ragazza, mortificata e delusa, venne giù il broncio, ma subito il pittore cominciò a parlare della vita della santa che voleva rappresentare nel  suo dipinto.

Maria, figlia di contadini, fin dalla più tenera età combatté le avversità e le tante insidiose malattie rifugiandosi nella fede  cristiana. La sera, dopo una giornata di durissimo lavoro nei campi, prima di consumare la magrissima cena, recitava con grande fervore le sue preghiere. Quella fanciulla era per i  familiari e per i vicini un esempio di virtù e di forza. Un giorno il maligno s’impossessò di un giovane, che con la scusa di avere bisogno di un rammendo ai suoi pantaloni attirò Maria in casa. Quando Maria entrò nella stanza il giovane chiuse con il lucchetto la porta e questo gesto mise in allarme la ragazza, che subito fu oggetto della furia… di quel folle. Maria raccogliendo tutte le sue forze difese fino allo strenuo la sua virtù. Il giovane con un punteruolo penetrò tante volte l’innocente carne di Maria, che pur ferita mortalmente ebbe la forza di uscire dalla stanza e chiedere aiuto: l’indomani morì con il nome di Gesù sulle labbra.

Il viso della ragazza, mentre il pittore aggiungeva altri edificanti particolari del martirio subito dalla giovanissima Maria, si trasfigurava: i lineamenti erano come avvolti da un velo di commossa tenerezza. Mosse qualche passo e si collocò sotto il cono di luce polverosa che pioveva da un ampia finestra.

- Sì. Sì. Così. Sei bellissima!
Così sussurrò il pittore mentre intingeva il pennello nella tavolozza e cominciava a lavorare sulla tela.

Uscii dalla chiesa, mi sentivo gli occhi bruciare: volli pensare che quel bruciore fosse dovuto alla luce accecante del sole, quando invece gli occhi mi lacrimavano per la commozione.

Avevo visto un artista all’opera: ero confuso e contento. Mai mi sarei potuto immaginare che a distanza di decenni l’avrei incontrato per diventarne affettuoso e grato amico.

Grotte, 6 luglio 2012
(Santa Maria Goretti, nel calendario).

Salvatore Bellavia

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 10 luglio 2012.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.
 

 

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19/12/2018

Comune. Inaugurazione del campo polivalente "Francesca Morvillo"; sabato 22 dicembre alle ore 09.30

 

Inaugurazione del campo polivalente "Francesca Morvillo"
Manifesto

Sarà inaugurato sabato prossimo, 22 dicembre 2018, alle ore 09.30, il campo polivalente coperto realizzato con i fondi del PON Legalità 2014-2020 "Io gioco legale" del Ministero dell'Interno.
La struttura sportiva - che si trova in Via Francesco Ingrao accanto al campo di calcetto comunale - verrà denominata "Francesca Morvillo", in memoria del magistrato dott.ssa Francesca Laura Morvillo, moglie del giudice Giovanni Falcone, uccisa dalla mafia nella strage di Capaci il 23 maggio 1992.
Alla manifestazione, che si svolgerà con la presenza delle autorità civili e militari, prenderanno parte gli alunni dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" che sul terreno di gioco disputeranno alcuni brevi incontri sportivi dimostrativi.
Agli interventi delle Autorità seguirà la benedizione che verrà impartita da padre Giovanni Castronovo, e le partite di pallavolo disputate dagli alunni dell'Istituto grottese
.
  
Redazione
19 dicembre 2018.
  

 

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19/12/2018

Riconoscimenti. Targa e pergamena al dott. Salvino Salvaggio; sabato 22 dicembre in Aula consiliare

 

Salvino Salvaggio
Salvino Salvaggio

Sabato 22 dicembre, alle ore 17.00 presso l’Aula consiliare, l’Amministrazione comunale di Grotte consegnerà una targa e una pergamena al commendatore Salvino Antony Salvaggio, figlio di un nostro emigrato in Belgio, nominato cittadino benemerito della Città di Grotte per avere onorato la nostra comunità con la sua azione culturale e manageriale.
Salvino Antony Salvaggio è nato in Belgio dove si è laureato e dove ha insegnato. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni quali romanzi e libri di arte culinaria e una consistente attività di manager e di giornalista. Approda in Qatar dove ha contribuito allo sviluppo della vita economica di quel Paese. In atto è direttore esecutivo per l’implementazione dei grandi progetti alla Fondazione del Qatar, nonché Capo di Gabinetto del Vice Presidente per la  ricerca, sviluppo e innovazione. È stato nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Negli anni precedenti il dott. Salvino Salvaggio ha lanciato in Qatar importanti iniziative quale il primo centro di chirurgia robotizzata del Medio Oriente, il centro di ricerca della Williams (Formula 1) in Qatar e il primo centro di ricerca sulle tecnologie della mobilità, sempre nel Medio Oriente. Ha contribuito alla creazione della Facoltà di Scienze sociali dell’Università Hamad dove ha anche insegnato.

I cittadini di Grotte sono invitati a presenziare alla manifestazione per rendere omaggio all’illustre figlio di un nostro emigrato che onora il nostro paese con la sua importante attività
.
  
Redazione
19 dicembre 2018.
  

 

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19/12/2018

Editoria. Presentazione del libro "Villa Niscemi" di M. Marafon Pecoraro; venerdi 21 dicembre

 

Presentazione del libro "Villa Niscemi" di M. Marafon Pecoraro
Locandina

Massimiliano Marafon Pecoraro
Prof. Marafon Pecoraro

Venerdi 21 dicembre alle ore 18.00, a Grotte presso l’auditorium San Nicola, si terrà la presentazione del volume monografico “Villa Niscemi”, commissionato dal Comune di Palermo alla casa editrice 40Due e scritto dal prof. Massimiliano Marafon Pecoraro (con le foto di Alberto Forte).
L’opera tratta dell’omonima dimora settecentesca, Villa Niscemi, appartenuta a diverse casate nobiliari, successivamente acquistata dall’Amministrazione comunale di Palermo ed attualmente sede di rappresentanza del Comune.
Nel testo viene ricordato il nobile Tommaso Sanfilippo, Duca di Grotte - la cui immagine scolpita è ancora oggi visibile nella chiesa Madre sul cenotafio dedicato alla sua memoria - che tanto si prodigò per il bene del paese e dei suoi abitanti soprattutto quelli delle classi meno abbienti. Grazie al suo impegno si insediarono a Grotte, presso l’ex convento dei Carmelitani, i Padri Scolopi con l’incarico di impartire l’insegnamento gratuito alla piccola comunità cittadina.
Alla presentazione, moderata da Carmelo Arnone, interverranno:
- il prof. Alfonso Provvidenza, sindaco di Grotte;
- il dott. Mimmo Butera, sull’opera della Famiglia Sanfilippo a Grotte;
- l’autore, prof. Massimiliano Marafon Pecoraro
.
  
Redazione
19 dicembre 2018.
  

Volume monografico “Villa Niscemi”
Copertina

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18/12/2018

Iniziative. Canti natalizi e santo Rosario al presepe di via Pertini; ogni sera dalle ore 20.30

 

Canti natalizi e santo Rosario al presepe di Via Pertini
Via Pertini

Canti natalizi e santo Rosario al presepe di Via Pertini
Via Pertini

"Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano.
Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe. Importate non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore.
Per noi nessun uomo è troppo misero per non essere l’immagine di Dio.
Non si possono amare due persone in maniera totale; ma si possono amare le persone in maniera totale se in tutte si ama Gesù.
Non vedo il povero ma vedo Gesù che soffre nel povero e dice: Avevo fame e mi avete dato da mangiare…
Non sono io che ho dovuto trovare Gesù. È lui che ha trovato me
".
Con queste parole di Madre Teresa di Calcutta (persona straordinaria che la Chiesa ha voluto riconoscere come santa innalzandola agli onori degli altari) gli abitanti del quartiere di Via Pertini, a Grotte, mandano un invito a tutti: ogni sera, sino alla vigilia di Natale, a partire dalle ore 20.30, chiunque vorrà potrà unirsi alla recita del santo Rosario ed al canto di testi e musiche natalizie.
Chi ne avrà desiderio, potrà fare suo il messaggio di Madre Teresa, aiutando il quartiere a contribuire a far trascorrere un Natale sereno e dignitoso anche alle famiglie che vivono in stato di disagio economico e sociale.
  
Redazione
18 dicembre 2018.
  

Canti natalizi e santo Rosario al presepe di Via Pertini
Via Pertini

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18/12/2018

Politica. Inaugurato il Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte

 

Inaugurato il Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte
Vedi le foto


Inaugurato il Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte
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Con la presenza dell'on. Alessandro Pagano (Vice presidente del gruppo "Lega" alla Camera dei Deputati), è stata inaugurata domenica 16 dicembre, la sede del Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte, in Via Washington n° 2.
La manifestazione, alla quale hanno assistito attivisti e simpatizzanti, ha preso il via con un discorso di Joel Butera, nella qualità di Presidente del Circolo "Lega" di Grotte.
Il successivo intervento di Massimiliano Rosselli, Responsabile Provinciale "Lega" Agrigento, ha aperto un animato dibattito al quale hanno preso parte numerosi attivisti non soltanto grottesi ma anche giunti da Agrigento, Racalmuto ed altri paesi della provincia.
Tra quanti hanno dato un contributo d'idee, anche l'ex sindaco di Grotte Paolino Fantauzzo, che riveste la carica di Vice Presidente del Circolo "Lega" cittadino.
Di seguito ha parlato il
Responsabile Enti Locali "Lega" in Sicilia nonché Capogruppo al Consiglio comunale di Palermo Igor Gelarda. Le conclusioni sono state tratte dall'on. Alessandro Pagano, che ha chiuso con un accorato "Viva l'Italia,
Viva la Lega".

Pubblichiamo le immagini della manifestazione (10 foto e riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
  
Redazione
18 dicembre 2018
© Riproduzione riservata..

"Inaugurazione Circolo Lega Salvini Premier" (Foto) Visita l'argomento
  
     

Inaugurazione Circolo "Lega" di Grotte
Manifesto

Inaugurazione Circolo "Lega" di Grotte
Locandina

 

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  "Inaugurazione Circolo Lega" (Video) Visita l'argomento
  
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18/12/2018

Pittura. "Renzo Collura... Work in progress"; immagini della manifestazione

 

"Renzo Collura... Work in progress"; interviste
Interviste (video)

"Renzo Collura... Work in progress"; ripresa integrale
Ripresa integrale

Sabato 15 dicembre 2018, a Grotte presso l'auditorium San Nicola, si è tenuta una manifestazione sul tema  "Renzo Collura... Work in progress", un incontro dedicato al grande Artista grottese; non soltanto un momento celebrativo ma l'occasione per fare il punto della situazione e dare nuovo slancio affinché le istituzioni - che da decenni ormai hanno più volte espresso la volontà di istituire un Museo Civico di Arte Contemporanea dedicato alla figura dell'Artista - possano procedere verso atti concreti.
All'incontro, animato da letture a cura di Salvatore Milano, Lorella Pillitteri ed Alessandra Criminisi e coordinato da Carmelo Arnone, hanno partecipato:
- Alfonso Provvidenza (Sindaco di Grotte);
- Athos Collura (Artista e figlio del Pittore);
- Santino Lo Presti (Dirigente scolastico);
- Piero Carbone (Cultore di arte e storia);
- Giuseppe Cipolla (Critico d'arte e docente all'Accademia di Belle Arti);
- Annamaria Todaro (Assessore alla Cultura)
.
Pubblichiamo le immagini della manifestazione (26 foto di © Emanuele Licata, interviste e ripresa integrale di © Associazione Culturale "Punto Info").
  
Redazione
18 dicembre 2018
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"Renzo Collura... Work in progress" (Foto) Visita l'argomento
  
     

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Renzo Collura... Work in progress
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15/12/2018

Attualità. "L'Italia non c'è"; di Raniero La Valle

 

Raniero La Valle
Raniero La Valle

Raniero La Valle, giornalista e intellettuale, è stato direttore de «L’Avvenire d’Italia» e più volte parlamentare. È autore di numerose pubblicazioni. É direttore di "Vasti - Scuola di Critica delle Antropologie"; presidente del Comitato per la Democrazia Internazionale; promotore del "Manifesto per la sinistra cristiana" nel quale propone il rilancio della partecipazione politica e dei valori del patto costituzionale del '48 e la critica della democrazia maggioritaria; presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione.

*****

     "L’Italia non c'è.

     Quando la famigerata "casta" dei politici governava il Paese, l’Italia uscita a pezzi dalla guerra era completamente in mano alla NATO e agli Stati Uniti e vigilata dagli alleati europei più di quanto non lo sia oggi nell’Unione Europea.
     Eppure l’Italia grazie a uomini come De Gasperi, Mattei, Moro, Fanfani e perfino Andreotti, riuscì a fare una politica estera con alti margini di indipendenza e a modificare gli equilibri politici nel Mediterraneo;
- Mattei ruppe il monopolio delle "Sette Sorelle" petrolifere che si mangiavano tutti i profitti del petrolio arabo, restituì l’indipendenza all’Iran dello Scià e aprì la stagione del risveglio dei popoli arabi;
- Fanfani e La Pira (e Lercaro a Bologna) misero in crisi l’omertà nei confronti della guerra americana nel Vietnam e concorsero a liberare la coscienza dei giovani che approdarono al '68 "antimperialista" e al pacifismo;
- Moro negoziò con i palestinesi l'immunità dell'Italia dalle operazioni violente irredentiste e terroriste della resistenza palestinese mentre l'Italia, restando in perfetta lealtà con Israele, riconosceva di fatto lo Stato di Palestina e gli faceva aprire un'ambasciata a Roma;
- Craxi affrontò gli americani a Sigonella in nome della sovranità italiana e del diritto internazionale;
- Andreotti fece una politica mediterranea di pace giungendo a proporre al collega francese, su sollecitazione di un Convegno internazionale svoltosi a Montecitorio, un ingresso simultaneo di Israele e della Palestina nell'Unione Europea, cosa che avrebbe posto termine a quel disperato e mai più risolto conflitto;
- e con Berlinguer l'intera cultura politica italiana concepì una conciliazione degli opposti che, con l'eurocomunismo e "il caso italiano", avrebbe potuto aprire una stagione del tutto nuova nei rapporti mondiali alla caduta del muro di Berlino.
     Naturalmente l'Italia pagò dei costi, e se ne pagano ancora: le basi militari americane da nord a sud del Paese, i missili nucleari in Sicilia, Gladio, la scellerata partecipazione alla guerra del Golfo e poi a quella jugoslava, e ci fu chi pagò con la vita, Mattei, Moro, vittime sacrificali, e anche Berlinguer percosso ("ictus") dalla sua passione morale e politica.
     Adesso, proprio quando si pretende che sia "prima l'Italia", l'Italia non c'è.
     Non c'è tra i firmatari del Trattato dell'ONU per la interdizione delle armi nucleari, non c'è più con l'operazione "Mare nostrum" e ormai neppure con le ONG per salvare i naufraghi nel Mediterraneo, non si è ricordata il 10 dicembre del settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, non c'era a Marrakech quel giorno per la firma del patto mondiale contro la rottamazione e il bruciore della Terra, né si è ricordata dei genocidi in corso, quello dei Rohingya laggiù e dei migranti qui sulle vie di fuga dalla Libia e dagli altri inferni provocati da noi.
     Né si dica che ciò è a causa del populismo che governa l'Italia.
     Non è il populismo, che è il modo spregiativo per dire "popolo", ma l'irrealtà che oggi governa l'Italia e la rappresenta sui media, il popolo non vuole affatto la guerra nucleare né la distruzione della Terra, né lo straripamento delle acque, né i naufraghi ributtati in mare o nelle loro prigioni, né i genocidi comunque camuffati.
     Ma se il verbo rimesso in auge e veicolato nella cultura comune è di nuovo quello dei ghetti e del razzismo, è facile che dal popolo sgusci qualche mentecatto che svelle le "pietre d'inciampo" incastonate contro l'antisemitismo nelle strade di Roma.
     Intanto Amnesty International pubblica il suo rapporto 2017-2018 in cui si documentano tutte le violazioni dei diritti umani di cui la Repubblica italiana già nel 2017, governando Gentiloni, si era resa colpevole.
     La speranza è pertanto che l'Italia ritorni".

    

Raniero La Valle
15 dicembre 2018
  

 

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15/12/2018

Comune. Gita per diversamente abili ai Presepi di Caltagirone; domande entro il 21 dicembre

 

Gita per diversamente abili
Manifesto

Oltre alla gita per 50 anziani, da realizzarsi il 5 gennaio 2019, l'Assessorato alla Solidarietà Sociale del Comune di Grotte ha organizzato anche una gita per 27 persone diversamente abili, e relativi accompagnatori, per visitare i Presepi artistici di Caltagirone nel giorno di venerdi 28 dicembre 2018. Le domande debbono essere presentate entro il 21 dicembre 2018. Di seguito l'avviso.

*****

COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)

ASSESSORATO ALLA SOLIDARIETÀ SOCIALE

SI AVVISA LA CITTADINANZA

che è intendimento di questa Amministrazione organizzare una gita per persone diversamente abili e relativi accompagnatori, per un numero complessivo di 27 partecipanti, della durata di un giorno, presso i Presepi Artistici di Caltagirone, da realizzarsi il 28 dicembre 2018.
Sarà a carico del Comune il pullman per il raggiungimento della suddetta località ed il biglietto d'ingresso, mentre il pranzo dell'importo di € 15,00 sarà a carico dei partecipanti.
Gli interessati potranno presentare formale richiesta utilizzando appositi modelli da ritirare presso l'Ufficio Servizi Sociali.
L'istanza dovrà essere presentata entro e non oltre il 21 dicembre 2018.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali.

Dalla Residenza Municipale, lì 14 dicembre 2018.
  

 

  L’Assessore alla Solidarietà Sociale
Miriam Cipolla
Il Sindaco
Prof. Alfonso Provvidenza
  
 

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15/12/2018

Poesia. "Chiostro di Monreale", di Renzo Collura

 

Renzo Collura
Renzo Collura


Renzo Collura - Autoritratto
Autoritratto

Questa sera, alle ore 19.00 presso l'auditorium San Nicola, si terrà un incontro sul tema "Renzo Collura... Work in progress", dedicato al grande Artista grottese, che si esprimeva principalmente con pennelli, colori e tele ma anche - pochi ne sono a conoscenza- con l'accostamento suggestivo di parole e frasi. Di seguito pubblichiamo una sua poesia.

*****

CHIOSTRO DI MONREALE

... Teoria incorrotta
di marmorei steli
snodantisi abbinati
in fughe di mistero
lungo i lati
non brevi
di un quadrato
che l'onda viva della luce
accende
svegliando echi
di memorie antiche.

    Visione sovrumana
espressa in pietra
nell'incanto di un mito
senza nome;
armonioso effluvio
di motivi
fantasiosa voluttà
d'intarsi di colori e d'oro.

    Trionfo di perizia
e di sapere
palpito arcano
di suprema ascesa
somma conquista
di un Valore umano
che si specchia nell'Arte
e si sublima.

    Canto di Vita
e sogno del passato
inno di grazia
e fremito d'amore
sinfonia compiuta
di leggende
mirabile accento di una età
densa di magia:
magia fascinosa d'Oriente.
  

                    Renzo Collura
                    (Da "Il Ciclope" - periodico di cultura. Palermo, giugno 1954)
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14/12/2018

Politica. Inaugurazione del Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte; domenica 16 dicembre

 

Inaugurazione Circolo "Lega" di Grotte
Manifesto

Domenica 16 dicembre, alle ore 18.00, sarà inaugurata la sede del Circolo "Lega Salvini Premier" di Grotte, in Via Washington n° 2.
Alla manifestazione interverranno:
- On. Alessandro Pagano (Vice presidente del gruppo "Lega" alla Camera dei Deputati);
- Igor Gelarda (Responsabile Enti Locali "Lega" in Sicilia e Capogruppo al Consiglio comunale di Palermo);
- Massimiliano Rosselli (Responsabile Provinciale "Lega" Agrigento);
- Joel Butera (Presidente del Circolo "Lega" di Grotte).
I cittadini sono invitati a partecipare
.
  
Redazione
14 dicembre 2018.
  

Inaugurazione Circolo "Lega" di Grotte
Locandina

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14/12/2018

Volontariato. Domenica 16 dicembre, donazione di sangue presso la sede Adas di Grotte

 

ADAS (Associazione Donatori Autonoma Sangue)

Verrà effettuata domenica 16 dicembre, dalle ore 08.00 alle ore 12.00 a Grotte, presso la sede Adas di Via Francesco Ingrao n° 92-94, la raccolta di sangue che, con cadenza mensile, coinvolge i donatori grottesi. L'autoemoteca sosterà nel piazzale interno della struttura. I donatori dovranno essere a digiuno e dovranno portare il tesserino Adas, un documento di riconoscimento e le ultime analisi; ciò consentirà al personale medico, nel massimo rispetto della privacy, di valutarne lo stato di salute e consentire di effettuare la donazione con più tranquillità. Donare il sangue è un atto di generosità, gratuito e disinteressato; un gesto d'amore che gratifica chi lo compie e salva la vita a chi lo riceve.

Donazione di sangue
Grotte - Via Francesco Ingrao n° 92-94
Domenica 16 dicembre - ore 08.00/12.00
 

 

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14/12/2018

Associazioni. Aperte le iscrizioni per il Gruppo dei Tamburinari "Santa Venera"

 

Gruppo dei Tamburinari "Santa Venera"
Associazione
Tamburinari

L'Associazione Tamburinari "Santa Venera" comunica che sono aperte le iscrizioni per quanti vogliono avvicinarsi all'arte musicale delle percussioni su tamburo. La tradizione antica dei tamburinari grottesi, per lunghi decenni tralasciata e destinata ad essere definitivamente rimossa dalla memoria collettiva, è stata riscoperta e riportata in auge dal presidente Fabrizio Lazzaro, fondatore dell'Associazione intitolata alla Santa Patrona del paese.
Gli aspiranti tamburinari, dopo un periodo di studio e tirocinio pratico, entrano a far parte a pieno titolo dell'Associazione e partecipano alle feste, ricorrenze e manifestazioni nelle quali sono chiamati ad intervenire.
Per le informazioni e le iscrizioni è possibile rivolgersi al
presidente Fabrizio Lazzaro, anche tramite il numero 327.4657647.
  
Redazione
14 dicembre 2018.
  

 

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14/12/2018

Servizi. Rinnovo della patente di guida; visita medica presso i presidi sanitari di Grotte e Racalmuto

 

Rinnovo della patente di guida

Presso i presidi sanitari di Grotte (in Via Confine) e Racalmuto è possibile richiedere la certificazione medica di idoneità psico-fisica per il rinnovo delle patenti di guida di categoria "A" e "B".
Il servizio di rilascio della certificazione, che era stato sospeso temporaneamente a causa di difficoltà tecniche, adesso è ripreso regolarmente.
Per ottenere la certificazione occorre recarsi presso il presidio sanitario portando:
- una fotografia formato tessera (dimensioni: larghezza 33 mm, altezza 40 mm);
- la patente di guida in scadenza (che sarà restituita al titolare);
- un documento di identità in corso di validità (è valida la stessa patente purché non ancora scaduta; leggi la norma);
- il codice fiscale (tessera sanitaria);
- chi necessita di occhiali o lenti a contatto porterà anche il certificato di rifrazione delle lenti con visus naturale e corretto.
Al termine della visita medica occorrerà effettuare i seguenti versamenti:
- euro 20,65 per rinnovo patenti A e B; da effettuare all'Ufficio Postale;
- euro 10,20 per la Motorizzazione Civile sul c/c postale n° 9001; da effettuare all'Ufficio Postale;
- euro 16,00 di imposta di bollo per rinnovo patente "Bollo Patenti Regione Siciliana"; da effettuare presso uno sportello Unicredit.
Le ricevute dei versamenti dovranno essere consegnati al presidio sanitario.
Nei casi previsti, su richiesta del Medico competente, si dovrà produrre il certificato dei precedenti morbosi (ex anamnestico per idoneità patente di giuda) rilasciato dal Medico di medicina generale (il proprio medico di base).
Il Medico competente potrà richiedere ulteriori accertamenti ritenuti indispensabili al rilascio della certificazione medica di idoneità psico-fisica alla guida.
Chi vorrà rinnovare la propria patente di guida utilizzando il servizio offerto dall'Azienda Sanitaria Provinciale, presso i presidi sanitari, pagherà soltanto la somma complessiva di euro 46,85 (totale dei tre versamenti indicati sopra).
Chi vorrà utilizzare i servizi offerti da professionisti o strutture private potrà farlo pagandone il relativo
onorario, oltre alla somma comunque dovuta di euro 46,85.
  

Carmelo Arnone
14 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  
     

 

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13/12/2018

Musica. "Grande Serata di Gala" del Liceo "Majorana" di Agrigento; venerdi 14 dicembre

 

"Grande Serata di Gala" del Liceo "Majorana" di Agrigento
Manifesto

Venerdi 14 dicembre 2018, alle ore 16.30 presso l'auditorium del CUPA (Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento) in Contrada Calcarelle ad Agrigento, si terrà una "Grande Serata di Gala".
Nel corso della manifestazione, organizzata dal Liceo Scientifico e Musicale "Ettore Majorana", nella quale si esibirà l'Orchestra dell'Istituto diretta dai professori Carmelo Farruggia e Marco Salvaggio, sarà inaugurato il Laboratorio di Tecnologie Musicali.
Con l'attivazione dei corsi ad indirizzo musicale, il Liceo "Majorana" ha dato l'opportunità a numerosi studenti di poter seguire ed alimentare la propria passione musicale. Durante la "Grande Serata di Gala" si esibiranno i diversi studenti grottesi dell'Istituto
.
  
Redazione
13 dicembre 2018.
  

 

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13/12/2018

Comune. Programma delle iniziative e manifestazioni delle festività di fine anno

 

Programma delle iniziative e manifestazioni delle festività di fine anno
Manifesto

L'Assessorato alla Cultura, Sport, Spettacolo e Pubblica Istruzione del Comune di Grotte ha predisposto un programma di manifestazioni per le festività del Natale 2018, del Capodanno e dell'Epifania 2019. Pubblichiamo di seguito il calendario.

*****

Sabato 8 dicembre
- Festa dell'Immacolata Concezione

Domenica 9 dicembre
- Inaugurazione dei presepi

Lunedi 10 dicembre
- "Accendiamo l'albero"
Babbo Natale e gli zampognari in Piazza Umberto I, ore 19.30

Martedi 11 dicembre
- Zampognari alla Scuola Primaria, ore 10.00
- Serata con gli zampognari fra i quartieri grottesi

Mercoledi 12 dicembre
- Zampognari alla Scuola secondaria, ore 10.00
- Serata con gli zampognari fra i quartieri grottesi

Sabato 15 dicembre
- "Renzo Collura... Work in progress"
Ospite d'eccezione Athos Collura, Auditorium San Nicola, ore 19.00

Domenica 16 dicembre
- Inizio novene natalizie

Venerdi 21 dicembre
- Presentazione del libro "Villa Niscemi"
del prof. Massimilianio Marafon Pecoraro, Auditorium San Nicola, ore 17.30
- "La casa di Babbo Natale" con varietà, attrattive,
sorprese e magie per i bambini, Atrio comunale, ore 18.30
- "Concerto di Natale" della Scuola di canto "Live Music Factory"
diretta da Gabriela Mangione, Piazza Umberto I, ore 20.30

Sabato 22 dicembre
- Inaugurazione del Campetto polivalente "Francesca Morvillo"
con la presenza delle scuole, ore 09.30

28 - 29 - 30 dicembre
- Mercatino di Natale, Via Francesco Crispi

Sabato 29 dicembre
- Coro polifonico "Terzo Millennio"
diretto dal M° Domenico Mannella, chiesa Madre, ore 19.15

Domenica 30 dicembre
- Tombolata della Solidarietà, Auditorium San Nicola, ore 17.00
- XII Concerto di Capodanno del Complesso Bandistico "G. Verdi", chiesa Madre, ore 20.00

Sabato 5 gennaio
- Gita degli anziani ai presepi di Caltagirone

Domenica 6 gennaio
- La Befana incontrerà grandi e piccini in Piazza Umberto I, ore 18.30
- Premiazione miglior presepe 2018-2019
.
  
Redazione
13 dicembre 2018.
  

 

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13/12/2018

Iniziative. Acceso l'albero di Natale in Piazza Umberto I

 

Acceso l'albero di Natale in Piazza Umberto I
Inaugurazione

Piazza Umberto I
Piazza Umberto I

È stato inaugurato lo scorso lunedi 10 dicembre il grande albero di Natale installato nel centro della Piazza Umberto I a Grotte. Per l'accensione delle luci, l'Amministrazione comunale ha organizzato uno spettacolo, animato dalla presenza di un Babbo Natale e dagli zampognari.
"Abbiamo dato vita alla cerimonia di accensione del grande albero di Natale 2018 - ha dichiarato l'assessore Annamaria Todaro - e di tutte le luci che abbelliranno il nostro paese per tutto il periodo natalizio. Ho Notato con piacere che la manifestazione si è trasformata in una festa molto partecipata, che ha aggregato la nostra comunità. Si sono radunati i bambini dando il via alle attività del periodo natalizio. Intendo ringraziare la Forestale - ha continuato l'Assessore - per averci donato l'albero, un grazie di cuore a tutto l'Ufficio Tecnico che mi collabora sempre con la massima disponibilità, grazie davvero. Ma soprattutto grazie a tutta la cittadinanza di Grotte per la partecipazione momenti essenziali di aggregazione e condivisione. Stilando il programma natalizio abbiamo voluto rendere protagonisti i bambini, perché sono loro che ci fanno davvero cogliere l'essenza del Natale che ci ricorda la nascita di Gesù Bambino nel cuore di ognuno di noi, ed proprio con questo amore e con questi occhi che dovremmo vedere il nostro paese, con questo senso di appartenenza alla comunità, cercando di tutelarlo. Questo Albero rappresenta Grotte, ed i bambini sono il futuro della nostra comunità grottese - ha concluso Todaro - a cui spero abbiamo lasciato un ricordo felice".
Con l'iniziativa, che ha raccolto il gradimento dei numerosi cittadini presenti, è stato inaugurato anche il presepe in legno dinanzi all'albero, realizzato dall'artista grottese Mirko La Mendola.
  
Redazione
13 dicembre 2018.
  

Accendiamo l'albero
Manifesto

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12/12/2018

Comune. Organizzata gita per anziani ai presepi di Caltagirone; domande entro il 21 dicembre

 

Organizzata gita per anziani ai presepi di Caltagirone
Manifesto

"La gita è stata pensata per far uscire e visitare i presepi di Natale a 50 anziani residenti a grotte, mettendoci a loro disposizione, poiché vogliamo coccolarli. Si tratta di un momento ricreativo e di relax teso a favorire momenti di aggregazione e socializzazione"; così l'assessore alla Solidarietà Sociale del Comune di Grotte, Zina Maria Cipolla, ha presentato la gita per 50 anziani, organizzata per sabato 5 gennaio 2019, diretta a visitare i Presepi di Natale di Caltagirone. Le domande debbono essere presentate entro il 21 dicembre 2018. Di seguito l'avviso (Modello da compilare).

*****

COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)

ASSESSORATO ALLA SOLIDARIETÀ SOCIALE

SI AVVISA LA CITTADINANZA

che è intendimento di questa Amministrazione organizzare una gita per anziani della durata di un giorno, presso il Presepe di Caltagirone, da realizzarsi il 5 gennaio 2019.
Sarà a carico del Comune il pullman per il raggiungimento della suddetta località, mentre il pranzo dell'importo di € 15,00 sarà a carico dei partecipanti.
Gli interessati, di età non inferiore ai 65 anni se donne e 70 se uomini, potranno presentare formale richiesta utilizzando appositi modelli da ritirare presso l'Ufficio Servizi Sociali. (Modello da compilare).
L'istanza dovrà essere presentata entro e non oltre il 21 dicembre 2018, con allegata copia del modello ISEE in corso di validità.
Sarà stilata apposita graduatoria tenendo conto della data di presentazione e del reddito complessivo del nucleo familiare.
Per ulteriori informazioni, rivolgersi all'Ufficio Servizi Sociali.

Dalla Residenza Municipale, lì 12 dicembre 2018.
  

 

  L’Assessore alla Solidarietà Sociale
Zina Maria Cipolla
Il Sindaco
Alfonso Provvidenza
  
 

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11/12/2018

Iniziative. Amore per il proprio paese? C'è chi lo dice con un fiore

 

Fiori per il paese
Al Portobello

Fiori per il paese
Al Portobello

Fiori per il paese
Al Portobello
 

Il paese che mi piace è proprio questo: quello di chi non delega ad altri il da farsi per renderlo migliore.
Quello di chi, anche con un piccolo gesto, spesso destinato a rimanere ignoto, rende un servizio alla propria comunità.
Nei giorni corsi ho visto nei vari angoli di Grotte spuntare, quasi per germinazione spontanea, numerose piantine dai petali colorati. Belle da guardare, elemento d'arredo urbano, tocco di eleganza, minuscole oasi di serenità visiva.
Fiori all'incrocio del Portobello; ancora fiori di fronte alla chiesa del Purgatorio ed in Piazza Marconi; altri fiori dinanzi la chiesa Madre e sulla scalinata che conduce alla casa natale di padre Vinti. Senza dubbio uno spettacolo molto gradevole.
Per le cose belle non ci si chiede mai di chi è il merito; anzi, ad essere più espliciti, non le si sottolinea affatto, perché non fanno scandalo, non suscitano scalpore mediatico, non attirano commenti sui social, non si prestano alle battute sarcastiche degli anonimi "leoni da tastiera". Invece stavolta me lo sono chiesto, ed ho scoperto che l'idea non è stata dell'Amministrazione (come verrebbe da pensare) ma di un privato cittadino. Ad essere precisi, di una cittadina.
Una persona che l'amore per il proprio paese lo dimostra concretamente, con iniziative generose e disinteressate nelle quali pone sempre il proprio impegno diretto. Sua, ad esempio, è stata l'idea della "Passeggiata della salute" (iniziativa che a cadenza settimanale ha visto decine di cittadini percorrere e riscoprire gli angoli più nascosti di Grotte), così come a lei è venuto in mente - qualche anno fa - di realizzare il "Piedibus" per accompagnare a scuola i bambini delle elementari. E che dire della "Visita alle grotte" di Grotte, ideata e organizzata da lei sempre a beneficio degli studenti? Stavolta, in occasione del Natale, i suoi sentimenti ha voluto esprimerli... con un fiore (decine di piantine sparse per le vie).
Tanta energia espressa nella semplicità, tenendosi sempre lontana da microfoni, telecamere e riflettori, perché il bene non si fa per cercare applausi e consensi.
"I miei ringraziamenti vanno a Mirella Salvaggio - le parole del sindaco Alfonso Provvidenza - per il dono che ha fatto alla cittadinanza delle numerose piante che allietano le feste natalizie. Ancora una volta colgo l'occasione per esprimerle la mia stima e complimentarmi con lei per le numerose iniziative che ha saputo realizzare".
  

Carmelo Arnone
11 dicembre 2018
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Fiori per il paese
Via Fonte
Fiori per il paese
Al Purgatorio
Fiori per il paese
Corso Garibaldi
Fiori per il paese
Piazza Marconi
Fiori per il paese
Piazza Marconi
 

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10/12/2018

Aragona. Riapre il centro vaccinale dopo i lavori di ristrutturazione

 

Aragona - Riapre il centro vaccinale

Il sindaco di Aragona Giuseppe Pendolino comunica la riapertura del centro vaccinale di Aragona, dopo i lavori di manutenzione straordinaria per la risoluzione delle carenze igienico sanitarie.
Le attività vaccinali al presidio di igiene pubblica di Aragona erano state sospese lo scorso 14 giugno e trasferite presso la sede di Santa Elisabetta. I lavori adesso sono terminati ed il centro è tornano nuovamente in funzione.
I responsabili dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, lo scorso 7 dicembre, hanno effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni del centro vaccinale di Aragona ed hanno costatato che anche i lavori di pulizia sono stati completati in maniera ottimale.
Le attività vaccinali presso il presidio di igiene pubblica di Aragona riprenderanno da mercoledì 13 dicembre e si svolgeranno nei giorni di lunedì e giovedi.
  
Redazione
10 dicembre 2018.
  

 

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10/12/2018

Pittura. "Renzo Collura... Work in progress"; sabato 15 dicembre, auditorium San Nicola

 

 

Renzo Collura... Work in progress

 

Renzo Collura... Work in progress
Manifesto

"Solo attraverso l'azione penetrante della cultura si possa pervenire alla conoscenza, alla comprensione ed al diffuso rispetto per le istituzioni, le persone e le cose che riflettono i valori più autentici della comunità".
Era questo l'auspicio - ed insieme la ferma convinzione - del Maestro Renzo Collura, espresso pubblicamente in occasione della realizzazione dei mini murales al Calvario di Grotte nel 1982.
Il paese che gli ha dato i natali, verso cui l'Artista non mancava occasione di mostrare il proprio attaccamento, e che oggi ne accoglie le spoglie mortali nel cimitero comunale, nel decennale della scomparsa gli ha dedicato la piazza più antica, Piazza Renzo Collura (già Piazza Fonte), già oggetto di attenzione del famoso pittore che la immortalò in diversi suoi dipinti.
Da decenni ormai le varie Amministrazioni che si sono susseguite alla guida del paese hanno più volte espresso la volontà di istituire un Museo Civico di Arte Contemporanea dedicato alla figura dell'Artista; numerosi celebri pittori contemporanei si sono impegnati ad offrire loro opere a titolo gratuito al  nuovo Museo; il figlio Athos (che ha seguito con successo le orme del genitore) ha ribadito di voler lasciare alla nuova istituzione museale un patrimonio di circa 30 opere del Padre; l'edificio sarebbe già stato individuato nei locali al piano superiore della Biblioteca comunale; nessun ostacolo o impedimento di carattere burocratico pare esserci da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali, dell'Assessorato Regionale e del Comune.
Per usare una metafora, il vento soffia e gonfia le vele ma la nave non salpa; dunque occorre la buona volontà di levare l'àncora che, sotto la superficie, impedisce l'inizio di quest'avventura.
Ecco perché "Renzo Collura... Work in progress", un incontro dedicato al grande Artista grottese, non soltanto un momento celebrativo ma l'occasione per fare il punto della situazione e dare nuovo slancio affinché le istituzioni possano mutare le parole in atti concreti.
Sabato 15 dicembre 2018, alle ore 19.00 presso l'auditorium San Nicola, ne parleranno:
- Alfonso Provvidenza (Sindaco di Grotte);
- Athos Collura (Artista e figlio del Pittore);
- Santino Lo Presti (Dirigente scolastico);
- Piero Carbone (Cultore di arte e storia);
- Giuseppe Cipolla (Critico d'arte e docente all'Accademia di Belle Arti)
.
L'incontro, coordinato da Carmelo Arnone, sarà animato da letture a cura di Salvatore Milano,
Lorella Pillitteri ed Alessandra Criminisi.
  
Redazione
10 dicembre 2018.
  
 

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10/12/2018

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana.

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti.
Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono pubblicati anche nella pagina Chiesa.

Lunedi 10
dicembre - Triduo in onore di santa Lucia (1° giorno)
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santo Rosario (nel triduo in onore di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nel triduo in onore di santa Lucia);
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera del gruppo del Rinnovamento nello Spirito;
- ore 20.00, nella chiesa di san Rocco, incontro del Gruppo Famiglie.

Martedi 11
dicembre - Triduo in onore di santa Lucia (2° giorno)
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santo Rosario (nel triduo in onore di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nel triduo in onore di santa Lucia);
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta dai fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i cresimandi adulti).

Mercoledi 12
dicembre - Triduo in onore di santa Lucia (3° giorno)
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santo Rosario (nel triduo in onore di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa e Vespri solenni (nel triduo in onore di santa Lucia).

Giovedi 13
dicembre - Festa di santa Lucia
-oggi non sarà celebrata la santa Messa in chiesa madre;
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle Comunità Neocatecumenali;
- ore 09.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nella Festa di santa Lucia);
- ore 11.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nella Festa di santa Lucia);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (nella Festa di santa Lucia);
- ore 20.00, nei locali della chiesa San Francesco, incontro delle coppie di sposi.

Venerdi 14
dicembre
- ore 06.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, Lodi Mattutine a cura delle Comunità Neocatecumenali;
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 18.15, in chiesa Madre, prove di canto della corale interparrocchiale;
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta dai fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i cresimandi adulti).

Sabato 15
dicembre
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva.

Domenica 16
dicembre - Novena del santo Natale (1° giorno)
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa (con la consegna della Bibbia ai ragazzi del 2° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede dei fidanzati e con la consegna della Bibbia ai ragazzi del 2° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.

AVVISI

Da domenica 16 dicembre inizia la novena del santo Natale:
- nella chiesa di san Rocco, ore 18.00, santo Rosario e novena;
- nella chiesa Madonna del Carmelo, ore 08.45, santa Messa; ore 17.00, santo Rosario e Novena;
- in chiesa Madre, ore 18.15, santo Rosario e Novena.

Per tutto il tempo dell'Avvento i fratelli delle Comunità Neocatecumenali si riuniranno tutti i giorni feriali (dal lunedi al venerdi, escluso i festivi e prefestivi) alle ore 06.00 nella chiesa Madonna del Carmelo per la recita delle Lodi Mattutine; la partecipazione è aperta a tutti coloro che vorranno unirsi alla preghiera.

Ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san Francesco, hanno luogo le catechesi tenute dai fratelli del Cammino Neocatecumenale.
Con l'inizio delle catechesi tenute dai fratelli del Cammino Neocatecumenale, inizia anche il corso per i cresimandi adulti, sempre ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san Francesco.

Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:

   Feriali:
   ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 17.30, chiesa Madre

   Prefestivi:
   ore 18.30, chiesa Madre
   ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità neocatecumenali)

   Festivi:
   ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 10.00, chiesa San Rocco
   ore 11.00, chiesa Madre
   ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 18.45, chiesa Madre
 

 

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09/12/2018

Musica. "Concerto di fine anno" dell'Orchestra Filarmonica Nissena, con il M° Salvatore Salvaggio

 

Concerto di fine anno
Manifesto

Sabato 22 dicembre 2018, presso il Teatro Sociale di Canicatti, alle ore 20.30, si terrà una serata dedicata alla grande musica classica con il “Concerto di Fine Anno”. La manifestazione, con la direzione artistica del M° Luigi Sferrazza, vedrà come protagonisti: il M° Salvatore Salvaggio (basso baritono, interprete dalle eccellenti doti vocali, applaudito nei più celebri Teatri del mondo) ed i 50 musicisti dell’Orchestra Filarmonica Nissena diretta dal M° Damiano Binetti (uno dei più illustri direttori d’orchestra del panorama internazionale). Il concerto è il primo appuntamento di una lunga tournée che comprende altre 11 esibizioni, che si terranno dal 26 dicembre 2018 al 14 gennaio 2019 nelle città di Pechino, Chengdu, Yanchuan, Wanning, Zhenjiang, Qing Shui Wan, Haikou, Puyang e Shanghai. Il repertorio, comprendente brani celebri e coinvolgenti, spazierà attraverso la musica lirico-sinfonica italiana: dal “Barbiere di Siviglia” di Rossini alla “Norma” di Bellini, passando per le grandi colonne sonore dei film di Morricone e Nino Rota ai valzer viennesi di Strauss, per concludere con un omaggio all’intramontabile tradizione napoletana.
Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 329.7345162; prevendita a Grotte presso il bar Portobello.

  
Redazione
9 dicembre 2018.
  

 

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09/12/2018

Lingua. "Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana" (4); di Rodolfo Costanza

 

Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana
Brano di
Jacopo da Lentini



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza


Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
  
(Puntata n° 4)

4. Il volgare italiano prima dell’anno mille

4.1 Le prime espressioni in volgare italiano

    
La caratteristica più rilevante della lingua italiana che salta all’occhio, all’orecchio e alla ragione è che deriva dal latino parlato. Da ciò la denominazione di lingua romanza.
    
Quando gli studiosi sono riusciti a determinare che il latino parlato in Italia si era trasformato dopo un lungo processo in una nuova lingua?
     La “lingua volgare”, o la lingua parlata dal popolo (in latino vulgus), non ha una data di nascita precisa. Testimonianze delle trasformazioni del latino in lingua volgare si riducono a pochissimi documenti. Tra i più antichi è da ricordare un testo singolare, il cosiddetto Indovinello veronese che risale alla fine del secolo VIII o ai primi anni del IX scoperto nel 1924 da Luigi Schiapparelli in un codice della Biblioteca Capitolare di Verona.

Il testo dell’Indovinello
Se pareba boves,
alba pratàlia aràba
et albo versòrio teneba,
et negro sèmen seminaba.

    
L’autore di queste tre righe è un ignoto scrivano veronese (forse un colto frate) che, a margine del testo classico che stava ricopiando, quasi come un passatempo per allentare la tensione del proprio lavoro, annotò il testo di un indovinello. Si tratta di un testo in corsivo minuscolo vergato sulla parte anteriore della pergamena oggi indicata come pagina 3 del codice LXXXIX custodito nella Biblioteca Capitolare di Verona. Che la mano che l’ha scritto fosse veronese, probabilmente di un amanuense della stessa Capitolare, è attestata dalla presenza di tratti tipici del dialetto veronese (come versòrio, “aratro” e i verbi all’imperfetto indicativo in -eba invece di -aba o -ava). L’indovinello veronese a parere della maggior parte degli studiosi non è considerato ancora volgare italiano.
     Caso curioso è quello dell’iscrizione della catacomba romana di Commodilla, la quale è un anonimo graffito tracciato sul muro. Benché sembri a prima vista conservare un aspetto latineggiante, vistosamente rivela il suo reale carattere di registrazione del parlato.
     Il graffito può essere fatto risalire a un periodo tra il VII secolo e la metà del IX, ed è così trascrivibile: “Non dicere ille secrita a bboce”, cioè “Non dire quei segreti a voce alta”. Tale grafia rende in maniera fedele la pronuncia con betacismo (passaggio di v a b: lat. Vocem diventa Boce) e raddoppiamento fonosintattico.
     L’iscrizione della basilica di San Clemente rientra invece in un progetto grafico ben più complesso: si tratta di un affresco in cui parole in latino e in volgare sono state dipinte fin dall’inizio accanto ai personaggi rappresentati, per identificarli e per mostrare il loro ruolo nella storia narrata. Le frasi sono in un volgare vivace e popolarescamente espressivo. L’affresco fu dipinto alla fine dell’XI secolo. Il latino è adottato nelle parti più elevate del testo, per indicare l’intenzione di chi ha fatto dipingere l’affresco o per esprimere il giudizio morale sull’accaduto. Il volgare, per contro, esplode vivace nelle didascalie che registrano con marcato espressionismo plebeo voci e azioni dei personaggi: “Falite dereto co lo palo…”. Di questi scritti di volgare arcaico, risalenti a prima dell’anno mille, sparsi per l’Italia sono un centinaio, ciò dimostra una certa dinamicità fin dai suoi inizi del nostro vernacolo nazionale.
     Invece i Placiti Capuani o Placiti Cassinesi, sono una formula di giuramento che certifica la consapevolezza della nascita di una nuova lingua volgare. I Placiti sopravvissero alle vicissitudini subite dal monastero di Montecassino che le ha ospitate per secoli. Nel Settecento furono portate alla luce da Gaetano Erasmo Gattola, eminente storico e archivista del monastero.
     I quattro Placiti Cassinesi, conosciuti anche come “Placiti Capuani”, sono quattro testimonianze giurate, registrate tra il 963 e il 969, sull’appartenenza di certe terre ai monasteri benedettini di Capua. Essi sono i primi documenti di volgare italiano scritti in un linguaggio che vuol essere ufficiale e dotto. Riguardava una lite sui confini di proprietà tra il monastero di Montecassino e un piccolo feudatario locale, Rodelgrimo d’Aquino. La formula è la seguente: “Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti”. Questa formula corrisponde ad altre formule simili scritte in volgare e in latino nel X secolo da altri notai ritrovate in varie località dell’Italia centrale. In altre tre carte notarili analoghe, una di Sessa Aurunca e due di Teano, risalenti al 963, si trovano formule molto simili.
     Il volgare può affiorare in forma di postilla, cioè in forma di testo aggiunto al rogito vero e proprio. È quanto accade nella cosiddetta Postilla amiatina del 1087. Il notaio estensore dell’atto in lingua latina aggiunse alla fine la seguente postilla: “Ista cartula est de caput coctu ille adiuvet de ill rebottu…”. Dal punto di vista linguistico, si osserva la presenza delle u finali al posto delle o, una caratteristica presente nel territorio del Monte Amiata. I versi significherebbero: “Questa carta è di Capocotto: essa lo aiuti da quel ribaldo che tal consiglio gli mise in corpo”.

4.2. La rustica lingua francese e la ruvida lingua theudisca

    
Nel frattempo (IX sec. a.C.) si formano nell’Europa del nord due lingue volgari, il francese derivato dal latino e il tedesco derivato dall’antica lingua germanica. Per merito di Carlo Magno, del monaco Alcuino e di Lotario si ha la prima riforma scolastica nell’Europa occidentale dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente che consiste nel ritorno alle forme classiche del latino degli antichi letterati romani e l’istituzione di otto scuole regie che danno vita alla Rinascenza carolingia.
     Proprio in quel periodo, nell’842, si ha la prima ufficializzazione dell’uso delle due lingue più diffuse in Europa occidentale (la rustica lingua romana che sarebbe il francese e la theudisca che sarebbe il tedesco) manifestata dalla formula del Giuramento di Strasburgo del 14 febbraio 842 per concordare l’alleanza tra due dei figli di Ludovico imperatore, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico.
     Il Giuramento di Strasburgo
è ritenuto il primo documento in una lingua romanza scritta. Il 14 febbraio dell’anno 842 Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico si ritrovano a Strasburgo per giurarsi fedeltà reciproca, e per affermare che nessuno di loro avrebbe stretto patti di alleanza con Lotario I (imperatore e fratello di Carlo e Ludovico).
     In quest’occasione per farsi capire dai soldati francesi, Ludovico il Germanico aveva giurato in romana lingua (francese) e Carlo il Calvo, per farsi capire dai soldati tedeschi, in teudisca lingua (tedesco), mentre i due principi prestavano il giuramento nelle rispettive lingue. La testimonianza di questo evento c’è data dallo storico Nitardo, nipote di Carlo Magno e cugino dei due sovrani, nelle sue Historiae.
     Le trascrizioni sono state adattate all’uso moderno, con lo scioglimento delle abbreviazioni e l’inserimento della punteggiatura e degli spazi fra le parole. Ne riportiamo un breve stralcio.

Testo originale: Antico francese
“Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun saluament, d'ist di in auant, in quant Deus sauir et podir me
dunat, si saluarai eo cistmeon fradre Karlo, et in adiudha et in cadhuna cosa si cum om per dreit son fradra saluardist, in o quid il mi altre si fazet. Et ab Ludhernul plaid nunquam prindrai qui meonuolcist meon fradre Karle in damnosit”.

Traduzione:
“Per l’amore di Dio e per il popolo cristiano e per la nostra comune salvezza, da qui in avanti, in quanto Dio mi concede sapere e potere, così aiuterò io questo mio fratello Carlo e in aiuto e in qualunque cosa, così come è giusto, per diritto, che si aiuti il proprio fratello, a patto ch’egli faccia altrettanto verso di me, e con Lotario non prenderò mai  accordi che, per mia volontà, rechi danno a questo mio fratello Carlo”.

Testo originale: Antico tedesco
“In Godesminnaind in thes christiānesfolchesindunsēr bēdherogehaltnissī, fon thesemo dageframmordes, sōframsōmir Got gewizci indi mahdfurgibit, sōhaldihthesanmīnanbruodher, sōso man mitrehtusīnanbruodherscal, in thiuthazer mi sōsama duo, indi mitLudhereninnohh-einiuthing ne gegango, the mīnan
willon imo ce scadhenwerdhē”.

Traduzione:
“Per l’amore di Dio e del popolo cristiano e per la salvezza di entrambi da oggi in poi, poiché Dio mi concede sapere e potere, così aiuterò io questo mio fratello, così com’è giusto, per diritto, che si aiuti il proprio fratello, a patto ch’egli faccia altrettanto nei miei confronti, con Lotario non prendere mai alcun accordo che, per mia volontà, possa recargli danno alcuno [a Ludovico]”.

     Nei tre casi dei placiti cassinesi, che attestano la nascita del volgare italiano, invece le parole che i testimoni devono giurare sono state preparate dal giudice e in seguito il notaio sottolinea la conformità delle dichiarazioni. Con questo vi è la certezza che questi documenti non sono la riduzione scritta di frasi pronunciate “ex abrupto”, ma essi sono la testimonianza dei primi documenti di un linguaggio cancelleresco scritto con una struttura sintattica complessa.
     Documenti simili divennero sempre più frequenti, documentando il diffondersi e rafforzarsi progressivo del volgare e l’intenzione di usarlo con scopi o con caratteri differenti da quelli fino allora usati. Tuttavia, il latino, grazie al carattere conservatore della Chiesa, restò ancora la lingua della cultura fino all’inizio del Rinascimento e oltre. E, pertanto, occorsero parecchi secoli perché il volgare italiano, divenuto ormai lingua letteraria e culturale, raggiungesse tutti i settori del sapere.
     I pregiudizi linguistici favorivano il latino soprattutto in Italia, dove le scuole religiose medioevali, diffuse e “gratuite”, lo utilizzavano come lingua obbligatoria in cui impartire le lezioni. Sul ritardo nello sviluppo dell’italiano pesò dunque il prestigio della lingua di M.T. Cicerone, o meglio di una sua versione più volgarizzata.
     Il ritardo nello sviluppo del volgare italiano, tra l’altro non poco sfavorito dalla mancanza di unità politica nella penisola e dalle faide dei signori che la dominavano, finì per consolidare quei tratti arcaici che furono invece ampiamente superati dalle altre lingue europee, tratti che fanno però della lingua italiana di oggi uno degli idiomi più fedeli al latino.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 9 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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08/12/2018

Iniziative. Celebrato a Grotte il Congresso provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori

 

Congresso provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori
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Occupazione e lavoro, sanità e agricoltura in una Sicilia in difficoltà economica; saranno questi i temi all'attenzione del nuovo Consiglio provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori, eletto nel Congresso che si è tenuto ieri, venerdi 7 dicembre, a Grotte. I lavori, svolti alla presenza del vice presidente nazionale Antonio Di Matteo, sono terminati con l'elezione dei nuovi organismi direttivi. Alla presidenza provinciale del Movimento è stato riconfermato, per il nuovo quinquennio, il dott. Enzo Sardo. Serafina Marchetta (già Presidente del Consiglio comunale di Grotte) è stata eletta vice presidente. Del nuovo Consiglio provinciale fanno parte: Salvatore Virgone, Calogero Conte, Giovanni Boscarino, Alberto Panarisi, Gaspare Piscopo, Alberto Sabella, Rossella Carlino, Alfonso Collura, Giuseppe Iacolino, Baldassare Terrana, Paolo Agro ed Angela Grano. A Carmelisa Gagliardo è stata conferita la carica di Responsabile provinciale dei giovani MCL. Nel corso dei lavori, che hanno avuto come tema "Forti della nostra identità. Attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa", sono intervenuti: il sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza, don Gaspare Sutera (assistente spirituale provinciale MCL) e Decio Terrana (componente del Direttivo nazionale).
Il Movimento, con la disponibilità del sindaco Provvidenza, si è impegnato ad organizzare a Grotte, nella prossima primavera, un grande dibattito sull'agricoltura, con la partecipazione di tutti i circoli del Movimento Cristiano Lavoratori della Sicilia. Pubblichiamo alcune immagini del Congresso (riprese di © Associazione Culturale "Punto Info").
  

Carmelo Arnone
8 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  
     

Congresso provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori
Locandina

 

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08/12/2018

Riconoscimenti. Per il Cavaliere Philippe Spitali, messaggio di auguri dal Presidente del Consiglio comunale

 

Cavaliere Philippe Spitali
Cerimonia

Cavaliere Philippe Spitali
Cerimonia

Si è svolta giovedi scorso, 6 dicembre 2018, nella sede della Prefettura di Ascoli Piceno, la cerimonia di consegna della onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana al nostro concittadino Philippe Spitali, concessa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con decreto del 2 giugno 2018, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Al Caporal Maggiore Capo Scelto "Qualifica Speciale" Philippe Spitali la pergamena è stata consegnata congiuntamente dal Prefetto di Ascoli Piceno, dal Comandante del 235° Reggimento Addestramento Volontari "Piceno" e dal Sindaco del Comune di Rotella.
Il
Presidente del Consiglio comunale di Grotte, dott. Angelo Carlisi, ha inviato un messaggio di congratulazioni per il Cav. Philippe Spitali: "Esprimo sentite congratulazioni al nostro concittadino Filippo Spitali, Caporal Maggiore Capo Scelto dell'Esercito Italiano, a cui il 6 dicembre 2018 presso la Prefettura di Ascoli Piceno è stata conferita l'onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana".
  

Carmelo Arnone
8 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  
     

 

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07/12/2018

Servizi. Incontro tra Poste Italiane e le Istituzioni cittadine, per risolvere i disagi dei recapiti nella periferia

 

Incontro tra Poste Italiane e le Istituzioni cittadine
L'i
ncontro


L'incontro

Nei giorni scorsi, presso la sede del Comune di Grotte, si è svolto un incontro istituzionale tra rappresentanti di Poste Italiane e rappresentanti delle istituzioni municipali e dei cittadini. L'incontro, che ha avuto come oggetto il problema del mancato recapito di effetti postali (lettere, raccomandate, pacchi, avvisi) nelle contrade periferiche del paese, era stato sollecitato da una lettera firmata dal sindaco Alfonso Provvidenza e dal presidente del Consiglio comunale Angelo Carlisi. Il mancato recapito aveva addirittura causato il distacco di alcune utenze telefoniche ed elettriche ad ignari cittadini risultati involontariamente morosi per non aver pagato bollette mai ricevute. All'incontro, per il Comune di Grotte, hanno partecipato: il Presidente del Consiglio Comunale, dott. Angelo Carlisi; il Responsabile Area Amministrativa dott. Carmelo Alaimo; il Responsabile Area Urbanistica, geom. Enzo Carlisi; il Responsabile Ufficio Tecnico, arch. Piero Calì; una delegazione di cittadini delle contrade periferiche di Grotte. Per Poste Italiane hanno partecipato il dott. Alberto Russo, referente per la comunicazione territoriale Sicilia ed il dott. Alberto Donato, referente per l’area logistica Sicilia.
L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sullo stato del servizio di recapito: Poste Italiane ha ribadito il proprio impegno a continuare a fornire sul territorio comunale un servizio puntuale e di qualità. Si è sottolineato come l’accurata indicazione del destinatario e dell’indirizzo, completo di tutti gli elementi necessari e utili per consentire la corretta e rapida distribuzione della corrispondenza, costituisce un elemento fondamentale per il buon funzionamento del servizio di recapito. Nell’ottica di una proficua collaborazione tra Amministrazione Comunale e Poste Italiane, è stata condivisa l’opportunità di iniziative al fine di sensibilizzare i cittadini affinché comunichino anche il proprio indirizzo esatto e completo alle società fornitrici di servizi quali luce, gas, acqua, linea telefonica.
Nel corso dell’incontro è stato anche affrontato il disagio arrecato alla popolazione residente nelle contrade periferiche del centro abitato del Comune di Grotte, per l'interruzione del servizio di consegna della corrispondenza postale effettuato da Poste Italiane SpA. Per sopperire a tale difficoltà l’Azienda ha proposto l’installazione di cassette modulari collettive sulle strade in prossimità delle rispettive contrade periferiche. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dal Comune e verrà effettuato a breve un sopralluogo tecnico congiunto tra gli uffici preposti.
  
Redazione
7 dicembre 2018.
  

 

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07/12/2018

Comune. Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri: discorso del Sindaco di Grotte

 

Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri
Alfonso Provvidenza
 

Pubblichiamo di seguito il discorso pronunciato dal sindaco Alfonso Provvidenza, in occasione della Messa di precetto per il Natale che i Carabinieri della Compagnia di Canicatti hanno celebrato nella chiesa Madre di Grotte il 6 dicembre 2018.

*****

     "Autorità, gentili signore, illustri ospiti, carabinieri tutti,
un caloroso benvenuto a tutti i presenti e in particolare ai carabinieri che oggi ci onorano della loro presenza.
     Un saluto deferente a don Salvatore Falzone, Cappellano Militare Capo presso il Comando Legione Carabinieri Sicilia per i Comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Palermo e Caltanissetta, nonché capo Servizio Assistenza Spirituale interforze per la Sicilia Occidentale, che ha concelebrato la Santa Messa insieme a Padre Giovanni e Padre Marcello.
     Un grato e caloroso saluto al Maggiore Vincenzo Castronovo (comandante del Centro Anticrimine Natura di Agrigento) ed al Capitano Mario Amengoni (comandante della Compagnia Carabinieri di Canicattì), a tutti i Comandanti delle stazioni facenti parte delle compagnie oggi presenti, e, mi si consenta, ai nostri carabinieri: Maresciallo Capo Alfonso David Contrafatto (comandante della stazione dei Carabinieri di Grotte) e Maresciallo Ordinario Francesco Abate (vice comandante della stazione dei Carabinieri di Grotte.
     La comunità di Grotte è orgogliosa di accogliere i Carabinieri della Compagnia di Canicatti e delle stazioni gerarchicamente da essi dipendenti, e la partecipazione a questa santa Messa è l’esempio concreto dell’affetto che prova la cittadinanza per i suoi carabinieri.
     L'Arma dei Carabinieri esisteva già, sin dal 1814, quando l'Italia ancora non era uno Stato unitario, quando il loro motto era "usi ad obbedir tacendo e tacendo morir".
     "Nei secoli fedele" è oggi il motto dei Carabinieri, coniato nel lontano 1914, primo centenario della fondazione dell'Arma, che appare inciso a lettere maiuscole nello stemma araldico.
     Quello della fedeltà alla Patria rimane la caratteristica qualificante dell'Arma, che a conferma di ciò ha intitolato la marcia d'ordinanza "La fedelissima" e ha scelto come patrona la "Virgo Fidelis".
     L'Arma rappresenta un costante punto di riferimento per i cittadini, radicandosi sul territorio sino a divenire parte integrante delle comunità locali.
     In virtù della continua vicinanza e presenza sul territorio, di questa fedeltà priva di ogni compromesso, siamo pienamente consapevoli delle responsabilità che ricadono sulle spalle dei carabinieri.
     Un grande impegno quello profuso dai Carabinieri, nostri servitori dello Stato che ogni giorno, con la loro costante, capillare e discreta presenza, con la loro serietà e, soprattutto, con la dedizione che è loro universalmente riconosciuta, tutelano la collettività.
     Grandi successi raggiunti dai Carabinieri; basti pensare, a mero titolo di esempio, agli ingenti quantitativi di stupefacenti sequestrati di recente nel territorio limitrofo o alla recentissima operazione nota come Cupola 2.0 che ha portato all’arresto di 46 esponenti della mafia palermitana.
     Un pensiero a tutti i caduti dei Carabinieri ed alle loro famiglie; tutti quelli che hanno perso la vita perché fedeli all’Arma, allo Stato ed al popolo.
     Non è possibile ricordarli tutti; oggi voglio ricordare il Maresciallo Giuliano Guazzelli, ucciso sabato 4 aprile 1992 ad Agrigento sul viadotto Morandi; all'epoca dell'omicidio il Maresciallo Giuliano Guazzelli aveva già maturato l'età pensionabile, ma aveva deciso di restare in servizio, nonostante durante la sua carriera avesse subito numerose intimidazioni.
     Per tutto questo non possiamo che dirvi grazie!
     E oggi grazie in modo particolare, per la vostra presenza e per avere scelto Grotte; per noi un grande privilegio.
     Per finire come omaggio alla vostra presenza alcuni versi di Costantino Nigra, tratti da "La Rassegna di Novara":

Calma, severa, tacita, compatta,
Ferma in arcione, gravemente incede
la prima squadra, e dietro al Re s'accampa
In chiuse file. Pendono alle selle,
Lungo le staffe nitide, le canne
Delle temute carabine. Al lume
Delle stelle lampeggian le sguainate
Sciabole. Brillan di sanguigne tinte
I purpurei pennacchi, erti ed immoti
Come bosco di pioppo irrigidito.
Del Re custodi e della legge, schiavi
Sol del dover, usi obbedir tacendo
E tacendo morir, terror de' rei,
Modesti ignoti eroi, vittime oscure
E grandi, anime salde in salde membra,
Mostran nei volti austeri, nei securi
Occhi, nei larghi lacerati petti,
Fiera, indomata la virtù latina.
Risonate, tamburi; salutate,
Aste e vessilli. Onore, onore ai prodi
Carabinieri!".    

 
   

Alfonso Provvidenza
(Sindaco di Grotte)
 

 

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07/12/2018

Iniziative. A Grotte la santa Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri

 

Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri
Vedi le foto

Una celebrazione decisamente straordinaria, quella che si è svolta ieri, giovedi 6 dicembre 2018, nella chiesa Madre di Grotte.
Convenuti da diversi paesi della provincia,
i Carabinieri della Compagnia di Canicatti e delle Stazioni gerarchicamente da essa dipendenti si sono riuniti a Grotte per partecipare alla santa Messa di precetto in occasione del prossimo Natale. Per la prima volta una celebrazione religiosa dell'Arma viene fissata a Grotte. La liturgia è stata officiata dal Cappellano Militare don Salvatore Falzone insieme a padre Giovanni Castronovo ed a don Marcel Ndzana Ndzana. Tra le Autorità militari presenti, il Maggiore Vincenzo Castronovo (comandante interprovinciale Nucleo Tutela Ambientale),  il Capitano Mario Amengoni (comandante della Compagnia Carabinieri di Canicatti), ed i Comandanti di Stazione dipendenti dalla Compagnia di Canicatti.
Significativa è stata la presenza alla funzione religiosa di alcune classi di scuola media dell'Istituto "Roncalli" di Grotte, accompagnate dai professori Antonio Distefano, Carmela Tirone ed Accursia Vitello.

(Nelle immagini a lato, alcuni momenti della manifestazione: 39 foto di © Salvo Lo Re "President").
  

Carmelo Arnone
7 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.

"Precetto di Natale dei Carabinieri" (Foto) Visita l'argomento
  
     

 

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06/12/2018

Comune. "Accendiamo l'albero"; lunedi 10, inaugurazione dell'albero di Natale in Piazza Umberto I

 

Accendiamo l'albero
Manifesto

Sarà inaugurato lunedi 10 dicembre, alle ore 19.30, il grande albero di Natale che è stato installato nel centro della Piazza Umberto I a Grotte. Dalle dimensioni rilevanti (vedi foto a lato), l'albero proveniente dalla pineta di Contrada Firrio è stato offerto gratuitamente al Comune dal Corpo Forestale della Regione Siciliana, tramite la fattiva collaborazione dell'assessore Annamaria Todaro. Per l'inaugurazione, con l'accensione delle luci, l'Amministrazione comunale ha organizzato uno spettacolo, animato dalla presenza di un Babbo Natale e dagli zampognari. I bambini che lo desiderano, potranno preparare un addobbo natalizio da appendere all'albero.
  
Redazione
6 dicembre 2018.
  

Piazza Umberto I
Piazza Umberto I

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06/12/2018

Attività. "La zampogna a casa tua"; originale idea del M° Ennio Sanfilippo

 

La zampogna a casa tua
Locandina

Il clima natalizio ha già invaso la nostra quotidianità. Lo ritroviamo lungo le strade delle nostre città, lo osserviamo nelle vetrine dei negozi, negli spot televisivi. Come ogni anno verranno realizzati tanti presepi - e c'è chi si è già messo all'opera - all'interno delle chiese parrocchiali, nei quartieri, nelle case. Non c'è Natale che si rispetti che non abbia, come colonna sonora, i ben noti canti accompagnati dai tradizionali strumenti musicali. Tra questi il più celebre è la zampogna. Solo a Natale è possibile osservare per le strade gli zampognari soffiare nei loro otri per far uscire dalle canne i suoni armoniosi che invitano alla festa.
Da questo Natale sarà possibile ascoltare gli zampognari non soltanto per le strade ma addirittura a casa.
È questa l'originale proposta di Ennio Sanfilippo, musicista grottese, per i propri concittadini e per gli abitanti dei paesi limitrofi: “Prenotare lo zampognaro per allietare il presepe a casa vostra e deliziare voi ed con i vostri familiari con le musiche del Natale” (vedi locandina).
Ormai vedere un Babbo Natale che porta i regali a domicilio non è una novità, ma lo zampognaro a casa, quando mai si è visto?
Attenzione però a non lasciarsi ingannare dalle apparenze: dietro i tradizionali abiti da pastore, si nasconde un musicista dalla grande professionalità. Il M° Ennio Sanfilippo vanta un Diploma in Corno conseguito al Conservatorio nel 2004, una laurea in Discipline Musicali nel 2013 e un lungo percorso di studio che parte dal 2005 alla riscoperta di canti e strumenti tipici popolari come lo zufolo, il marranzano (scacciapensieri) e la zampogna.
Ed ecco che quando tanta umiltà si coniuga con un grande bagaglio culturale, nascono idee originali destinate a dare vita a progetti di notevole spessore.
Alle famiglie che avranno il piacere di ospitare il nostro zampognaro, per un concerto privato, l'augurio di un buon ascolto.
  
Carmelo Arnone
6 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
     

 

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05/12/2018

Iniziative. A Grotte la santa Messa di precetto per il Natale dei Carabinieri; domani in chiesa Madre

 

Il Cappellano Militare, don Salvatore falzone
Don Salvatore Falzone

Ogni anno, in occasione dell'approssimarsi del Natale, i Carabinieri della Compagnia di Canicatti e delle Stazioni gerarchicamente da essa dipendenti si riuniscono per partecipare ad una santa Messa, che viene celebrata  nella Città sede della Compagnia o in un altro dei paesi in cui gli uomini in divisa svolgono servizio.
Quest'anno, significativamente, la Messa verrà celebrata a Grotte, domani mattina alle ore 11.00 in chiesa Madre. La liturgia sarà presieduta da don Salvatore Falzone (Cappellano Militare Capo presso il Comando Legione Carabinieri Sicilia per i comandi provinciali di Palermo, Agrigento, Trapani e Caltanissetta, nonché Capo Servizio Assistenza Spirituale interforze per la Sicilia occidentale) che concelebrerà insieme a padre Giovanni Castronovo, Moderatore dell'Unità pastorale di Grotte.
Sarà presente il
Capitano Mario Amengoni (comandante della Compagnia Carabinieri di Canicatti), il Maresciallo Capo Alfonso David Contrafatto (comandante della Stazione Carabinieri di Grotte), il Maresciallo Ordinario Francesco Abbate (vice comandante della Stazione Carabinieri di Grotte) ed i Comandanti delle Stazioni facenti capo alla Compagnia.
Gli ospiti saranno accolti dal sindaco Alfonso Provvidenza e dall'Ispettore Capo Antonio Salvaggio (del Corpo di Polizia Municipale)
. L'animazione musicale della liturgia sarà a cura di Valentina Morgante.
  
Carmelo Arnone
5 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
     

 

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05/12/2018

Politica. Democrazia partecipata: proposta del Meetup M5S di Grotte per l'impiego delle somme

 

Democrazia partecipata


Movimento 5 Stelle

Pubblichiamo di seguito le proposte, presentate oggi all'Ufficio Protocollo del Comune, per l'impiego delle somme da destinare a progetti di democrazia partecipata avanzate dal Meetup di Grotte del Movimento 5 Stelle. La riunione di democrazia partecipata, aperta a tutte le associazioni, si svolgerà oggi pomeriggio, a partire dalle ore 18.00 nell'Aula consiliare.

*****

"Al sig. Sindaco del Comune di Grotte
 e, p.c. al Segretario comunale

Oggetto: Democrazia partecipata - Proposta del Meetup Grotte 5 Stelle

Considerato l’avviso della riunione sulla Democrazia Partecipata, indetta dal Comune di Grotte per il 5 dicembre 2018 alle ore 18.00 nella Sala consiliare,
viste le azioni da finanziare con le relative somme trasferite per legge (art. 6 della L.R. 5/2014 comma 1 e s.m.i),
nelle more dell’approvazione del Regolamento comunale per il Bilancio partecipativo,
viste le indicazioni pervenute da alcuni cittadini,

il Meetup Grotte5stelle, tramite i propri Portavoce al Consiglio comunale,
propone di utilizzare parte delle somme destinate al bilancio partecipato per:

1 - Acquisto arredamento (banchi, sedie, ecc.) per le nostre scuole;
costo presunto: €. 10.000,00

2 - Sostegno alle famiglie più bisognose per spese di viaggio studenti pendolari, con il rimborso fino al 100% (diritto allo studio);
costo presunto: €. 5.000,00

3 - Attivazione di un servizio di doposcuola (140 ore fino alla fine delle attività didattiche) previo protocollo con l’I.C. “A. Roncalli”, favorendo così gli studenti in difficoltà e limitandola dispersione scolastica.
Costo presunto: €. 3.600,00

PROGETTO DOPOSCUOLA

Il Comune di Grotte garantirebbe gratuitamente un’attività di doposcuola ad un numero di _ studenti (numero da definire sulla base delle risorse finanziarie disponibili) frequentanti la scuola secondaria di primo grado “A. Roncalli”.

Obiettivi
Sostegno alle famiglie che si concretizza con l’assistenza nello svolgimento dei compiti assegnati per casa ed attività di ausilio finalizzato al recupero di lacune, attraverso un lavoro mirato e concordato con gli insegnanti della scuola.

Destinatari
Il servizio è rivolto agli studenti della scuola secondaria di primo grado (11-14 anni).

Tempi
Incontri pomeridiani della durata di due ore con frequenza bisettimanale per un totale di 144 ore complessive da svolgere nell’arco di 12 settimane. L’attività verrà effettuata nelle aule della struttura scolastica “A. Roncalli”.

Costi
Considerato un costo medio di € 25,00/ora e calcolato su 12settimane (4 ore per classe ,48 ore totali per classe, 144 complessive), il costo totale del progetto ammonterebbe a € 3.600.000.

Il personale preposto all’attività di doposcuola sarà selezionato con un apposito bando pubblico".
    

 
   

Per il Meetup Grotte 5 Stelle
(Gaspare Bufalino, Ignazio Infantino,
Diego Morreale, Gerardo Fucà)

 

 

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04/12/2018

Concorsi. Al "Barber Ring" di Palermo, 5° posto per Francesco Simone (categoria "Proposta Moda")

 

Barber Ring
Al Barber Ring


Con Sara Priolo

Nei giorni di domenica 18 e lunedi 19 novembre, 100 “barbers” di tutta Italia si sono riuniti a Palermo per il "Barber Ring 2018" una competizione nazionale di taglio e acconciatura ospitata presso il Padiglione 20 della Fiera del Mediterraneo.
La domenica i concorrenti si sono battuti sul ring a colpi di forbici e “razor” nelle categorie Hair Tattoo, Razor Fade, Old School, Taglio all'Italiana, Modellatura Barba, Free Style e Total Look, con un focus sulle tendenze Metrosexual, Hipster, Grunge e Nerd. Sara Priolo, voce di “Radio In” e tra le protagoniste del programma “Uomini e donne”, ha presentato le gare e la cerimonia di premiazione, che si è svolta il successivo lunedì 19 novembre, che ha previsto il conferimento del Premio nazionale, del Premio Regione siciliana e del Premio Città di Palermo.
Tra i concorrenti anche Francesco Simone (titolare da poco più di 4 anni di un salone di parrucchiere per uomo a Grotte), che ha partecipato portando con sé 3 modelli di Grotte: Giuseppe Arnone, Diego Salvaggio ed Alessio Rizzo. “Abbiamo ottenuto il 5° posto nella categoria ‘Proposta Moda’ - ha dichiarato Francesco Simone -, per noi è già un ottimo risultato”. Una parte del ricavato degli ingressi sarà donata alla Missione Speranza e Carità di Biagio Conte per creare un ponte fra i barbers e gli ospiti del missionario laico con l'obiettivo di avviare percorsi di formazione e inserimento lavorativo in questo mestiere tradizionale che ha saputo reinventarsi come professione che unisce stile e innovazione.
  
Redazione
4 dicembre 2018.
  


Il pubblico


Sul ring

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04/12/2018

Dialoghi. "Scontro sul DEF italiano con la Commissione Europea: motivi religiosi"; di Giuseppe Castronovo

 

"Dialogo" del dott. Giuseppe Castronovo, studioso ed autore di testi di Diritto.

In questi giorni gli amici del Circolo della Concordia hanno preso in esame le cause che hanno indotto la Commissione Europea bocciare la proposta di manovra economico/finanziaria dell’Italia per il 2019. Una bocciatura nella quale si sono distinti in modo particolarmente favorevole i Paesi del Nord Europa, di religione protestante, che hanno fatto fronte comune contro i Paesi mediterranei di religione cattolica. Il prof. Vezio ci ha relazionato sostenendo che alla base della bocciatura non vi siano motivi esclusivamente economico/finanziari ma anche di ordine religioso.
Giuseppe Castronovo

"Documento Economico Finanziario (D.E.F.): vere motivazioni alla base dello scontro
tra la Commissione Europea e il Governo italiano
"
(Dai dibattiti svolti al “Circolo della Concordia” )

Nenè: Amici, tanto tuonò che alla fine è arrivata anche la pioggia. Una pioggia, ma così tanta, che non è esagerato definire  uragano.

Totò: Di cosa parliamo? Cosa vuoi dire?

Nené: Dopo tanto parlare non sempre, invero, con documenti in mano, l’Unione Europea ha bocciato la manovra economica dell’Italia per il 2019.

Salvo: Per essere il primo Documento economico finanziario del Governo  pentastellato non c’è di che stare allegri! Ne va di mezzo la credibilità di tutto il Paese!

Giacomo: Una bocciatura che dimostra, se ce n’era ancora bisogno, come non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifino perché l’Italia vada in default e venga commissariata. E qui in Italia, così come in Europa, non  sono pochi coloro che auspicano un’operazione simile a quella del 2011 e cioè la “caduta” dell’attuale Governo a guida Conte per sostituirlo con un governo alla Monti: un governo gradito ai grandi potentati economico-finanziari europei che faccia un’altra riforma sulle pensioni “tipo Fornero” e gravi gli italiani con una
patrimoniale sulla casa”. Prof. Vezio chiediamo il suo aiuto per esaminare ed approfondire insieme a lei il problema evidenziato dall’amico Nenè.

Vezio: Amici, la mia riflessione, partendo dall’affermazione dell’amico Giacomo secondo cui “non pochi Paesi membri dell’Unione Europea tifano perché l’Italia vada in default e venga commissariata..”, si soffermerà su tre punti:
- innanzi tutto prenderemo in esame i motivi che hanno indotto l’Unione Europea a bocciare il nostro bilancio;
- cercheremo poi di andare alla ricerca di questi Paesi che si sono distinti più degli altri nel proporre questa bocciatura;
- e infine, come terzo punto, cercheremo di individuare le reali motivazioni che stanno alla base di questo atteggiamento di palese ostilità verso l’Italia

Primo punto:
la Commissione Europea ha bocciato la bozza della legge di bilancio per il 2019 dell’Italia perché, semplificando, abbiamo un debito molto elevato. La bocciatura trova giustificazione, così come leggiamo nel documento della Commissione Europea, nel fatto che  “...l’Italia non ha rispettato il parametro di riduzione del debito nel 2016 e nel 2017 ... Inoltre in base ai piani governativi e alle previsioni dell’autunno 2018 l’Italia non dovrebbe rispettare il parametro di riduzione del debito nel 2018 e nel 2019”. Un continuo richiamo al mancato rispetto della regola del debito che non dovrebbe superare il 60% del P.I.L.. Ma lasciatemi osservare come da quando esiste l’euro l’Italia non sia mai riuscita a rispettare questo rapporto che da anni supera ampiamente il 100%. Purtroppo è un dato di fatto la poca sintonia tra l’attuale gruppo di comando a Bruxelles e il nostro Governo guidato dal prof. Conte uscito dalle urne elettorali il 4 marzo 2018.

Secondo punto:
dopo due mesi di aspri contrasti tra la Commissione Europea e il Governo Italiano, contrassegnati da momenti di alta tensione e confronti non sempre cordiali, individuiamo quei Paesi europei che si sono distinti più degli altri nel proporre questa bocciatura. Ebbene, oramai risulta chiaro come Germania, unitamente all’Olanda, alla Danimarca, alla Finlandia, alla Svezia formino un gruppo caratterizzato da un comune atteggiamento di freddezza, per non dire di aperta ostilità, verso i Paesi con un elevato debito sovrano come la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo. Un discorso a parte meriterebbe la Francia ma non mi sembra questo il momento per una simile analisi che faremo un’altra volta. Sono Paesi tra i quali si sta diffondendo sempre più un pericoloso atteggiamento di diffidenza e progressiva chiusura nei confronti delle richieste di aiuto da parte dei Paesi mediterranei con elevati debiti sovrani che per loro risulta sempre più difficile onorare.
È stato così anni addietro con la Grecia; è così adesso con l’Italia.

Terzo punto:
amici miei, oggi nell’Europa di Schengen finalmente quasi senza frontiere, e dove si tende a mandare in soffitta una volta per tutte le ultime frontiere ancora esistenti, purtroppo sta venendo su una nuova frontiera molto più pericolosa di quelle che eravamo abituati a vedere.

Nenè: Prof., a che tipo di frontiere si riferisce?

Vezio: Si tratta di frontiere che poggiano le loro fondamenta non sul cemento ma su profondi sentimenti etico religiosi. Frontiere che poggiano su fattori, direi, più spirituali che materiali, ovvero psicologici più che monetari.

Salvo: Ci può spiegare meglio?

Vezio: I giornali, finora, ci hanno abituato ad affrontare il tema del confronto tra Paesi mediterranei e Paesi nordici prevalentemente, se non esclusivamente, in termini finanziari. Non sarà sfuggito a nessuno di voi come i termini più ricorrenti nel dibattito siano P.I.L., spread, debito, fiscal compact, rapporto debito/P.I.L. e via dicendo.

Giacomo: È vero.

Vezio: È un’impostazione, questa fin qui seguita, alquanto limitativa che ci impedisce di comprendere appieno la vera essenza del problema. Innanzi tutto, come fin qui è stato ben evidenziato, ai Paesi mediterranei si oppone la Germania e con essa una serie di Stati nordici accomunati dal fattore religioso: il Protestantesimo. Il fenomeno religioso si sta, in effetti, sempre più affermando quale elemento più di divisione che di coesione all’interno della Comunità Europea creando di fatto due blocchi nei quali la Germania è di fatto simbolo e guida dei Paesi nordici, mentre la Grecia e l’Italia a causa della grave crisi che stanno attraversando sono diventati il simbolo dei Paesi mediterranei. Questi ultimi costituiscono una realtà economico/sociale caratterizzata dal fatto di avere tutti quanti un elevato debito pubblico, mentre i primi hanno un debito pubblico molto più contenuto. Non solo! Sottopongo alla vostra attenzione quest’ulteriore riflessione: quelli mediterranei sono Paesi a religione prevalentemente cattolica, mentre quelli nordici sono Paesi a religione prevalentemente protestante.

Totò: Non posso non constatare come molto raramente l’analisi sia stata svolta in questi termini. Mi scusi prof. per l’interruzione.

Giacomo: Prof., prosegua pure.

Vezio: Per comprendere appieno il problema dei rapporti tra i Paesi del Nord e quelli del Sud Europa, al fenomeno religioso va necessariamente associato anche quello linguistico. Dovete sapere, a tal proposito, che nella lingua tedesca troviamo il termine “schuld”.
È un termine molto comune e viene correntemente tradotto con il termine “debito”. Ma il problema è alquanto più complicato di quanto si possa pensare. Dovete infatti sapere...

Giacomo: Che cosa?

Vezio: La lingua tedesca include nel termine schuld, oltre al già ricordato “debito”, anche altri termini di uso abbastanza  comune tra noi italiani. Tra questi ricordiamo colpa, misfatto, delitto, obbligo morale. Non si tratta, amici miei, di semplice differenze semantiche, ma di termini che stanno a testimoniare le profonde differenze etico/culturali che intercorrono tra Cattolici e Protestanti. E poiché in lingua tedesca le parole “debito” e “colpa” sono sinonimi, chi non riesce a onorare un debito è un “colpevole”, ossia una “persona moralmente obbligata” verso il creditore. Secondo questa chiave di lettura quello che lega creditore e debitore, da rapporto squisitamente monetario diventa anche rapporto etico/morale. A sostegno della tesi della sinonimia tra “debito” e “colpa” possiamo richiamare la preghiera del Padre Nostro nella versione ufficiale della Chiesa Cattolica che viene recitato anche nelle funzioni religiose. Ebbene, trattasi del testo dell’apostolo Matteo che dice così: “Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome… dacci oggi il nostro pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori…”. Sinonimia ancor più evidente nel testo del Vangelo di san Luca dove leggiamo:
Padre, sia santificato il tuo nome, … perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore…”. Non vi sarà sfuggito come per san Luca il “debito” è di per sé un peccato e viceversa il peccato è un debito. Anche per la lingua tedesca c’è piena simmetria tra i due termini “debito” e “colpa” nel senso che poiché il debito è associato alla colpa, anche la colpa va associata al debito. Altrimenti detto, per la lingua tedesca, il debito è di per sé una colpa e viceversa. Ora se il debito è l’amaro frutto avvelenato di un peccato, diventa più comprensibile la diffidenza dei Paesi del nord Europa verso i Paesi mediterranei che si saranno macchiati di un peccato che sta alla base del loro debito. Un debito che, per essere così elevato, da fisiologico è diventato patologico. Concetti, questi, che fan parte del DNA della Cancelliera tedesca Merkel,  figlia di un Pastore luterano. Se questo è il quadro di riferimento, sarebbe auspicabile che al tavolo delle trattative che si svolgono in sede europea, accanto all’economista e al giurista sedessero anche lo storico, il sociologo, il filosofo e l’esegeta di testi biblici, ognuno con l’apporto della sua specifica competenza. Solo così potremo avere la migliore soluzione del problema e garantire un futuro più sereno alla nostra Europa.
     

 

   

Giuseppe Castronovo
(gcastronovo.blogspot.it)
  

 

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04/12/2018

Comune. Candidature per consulte e gruppi di lavoro a supporto dell'attività della Giunta comunale

 

Palazzo Municipale del Comune di Grotte
Palazzo Municipale


AGGIORNAMENTO AL 14/12/2018
.
Il termine di presentazione dell'istanza di partecipazione è prorogato al 23 dicembre 2018.

04/12/2018
Dovranno essere presentate entro il 13 dicembre 2018, su apposito modello (scarica il modulo), le disponibilità a far parte di consulte e gruppi di lavoro a sostegno dell'attività della Giunta comunale. I lavori dei componenti delle consulte e dei gruppi saranno svolti a titolo gratuito; i pareri espressi saranno esclusivamente consultivi e non vincolanti. I componenti saranno individuati dal Presidente del Consiglio comunale, di concerto con il Sindaco.

*****

COMUNE DI GROTTE
(Libero Consorzio Comunale di Agrigento)

AVVISO
PER LA MANIFESTAZIONE DI DISPONIBILITÀ
PER LA COSTITUZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO
DI CUI ALLA DELIBERAZIONE DI CONSIGLIO COMUNALE N. 45 DEL 07/11/2018
“REGOLAMENTO GENERALE PER L'ISTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO
DI CONSULTE E GRUPPI DI LAVORO”

- Vista la deliberazione di Consiglio Comunale n. 45 del 07/11/2018 “Regolamento generale per l'istituzione ed il funzionamento di consulte e gruppi di lavoro”;
- Ritenuto di procedere, ai sensi dell’art. 6 della suddetta deliberazione, all’individuazione di soggetti disponibili a partecipare a gruppi di lavoro a supporto dell’attività della Giunta Comunale a seguito di adeguate forme di pubblicità;
- Precisato che la partecipazione ai Gruppi di lavoro è gratuita, e che l’individuazione avviene secondo quanto previsto dal suddetto Regolamento, secondo criteri di competenza, capacità propositiva e disponibilità;
- Visto il TUEL;
- Visto l’O.R.E.L.;
- Visto lo Statuto comunale;
- Visto il vigente Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi;

Si invita a presentare la propria disponibilità a partecipare ai seguenti Gruppi di lavoro:
1) Ambiente, Protezione Civile, Pianificazione urbana e territoriale;
2) Tributi, Bilancio e Finanza locale;
3) Fondi europei;
4) Cultura, Tradizioni popolari, Pubblica istruzione, Sport e Spettacolo;
5) Comunicazione e Informatica.

Gli interessati sono invitati a presentare apposita istanza corredata da un breve curriculum vitae entro 15 giorni dalla pubblicazione del presente avviso.

Grotte, lì 28/11/2018
.

 

 

 

Il Sindaco
Dott. Alfonso Provvidenza
 

 

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03/12/2018

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana.

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle sante Messe domenicali e gli appuntamenti ecclesiali più rilevanti.
Per agevolarne la consultazione, gli avvisi settimanali sono pubblicati anche nella pagina Chiesa.

Lunedi 3
dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (4° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 19.30, in chiesa Madre, incontro di preghiera del gruppo del Rinnovamento nello Spirito;
- ore 20.00, nella chiesa di san Rocco, incontro del Gruppo Famiglie.

Martedi 4
dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (4° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta dai fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i cresimandi adulti).

Mercoledi 5
dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (4° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa.

Giovedi 6
dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (8° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata Concezione);
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa ed Adorazione eucaristica;
- ore 20.00, nei locali della chiesa San Francesco, incontro delle coppie di sposi.

Venerdi 7
dicembre - Novena dell'Immacolata Concezione (9° giorno)
- ore 08.45, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 18.00, in chiesa Madre, santo Rosario (nella Novena dell'Immacolata Concezione);
- ore 18.30, in chiesa Madre, santa Messa prefestiva e Vespri in onore dell'Immacolata Concezione;
- ore 20.15, nei locali della chiesa San Francesco, catechesi tenuta dai fratelli del Cammino Neocatecumenale (sono aperte le iscrizioni per i cresimandi adulti).

Sabato 8
dicembre - Solennità dell'Immacolata Concezione
Festa di precetto, sante Messe come la domenica:
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa;
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa;
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 17.30, in chiesa Madre, santa Messa;
- al termine della santa Messa, processione del simulacro della Madonna lungo il percorso: Via Meli, Via Buonarroti, Largo Pagano, Viale Matteotti, Portobello, Viale della Vittoria, chiesa Madre.

Domenica 9
dicembre
- ore 08.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa;
- ore 10.00, nella chiesa di San Rocco, santa Messa (con la consegna della Bibbia ai ragazzi del 2° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 11.00, in chiesa Madre, santa Messa (con la consegna del Vangelo ai ragazzi del 1° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con la consegna del Vangelo ai ragazzi del 1° anno dell'iniziazione cristiana);
- ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, santa Messa (con il cammino di fede dei fidanzati);
- ore 18.45, in chiesa Madre, santa Messa.

AVVISI

Nei giorni 10, 11 e 12 dicembre, nella chiesa Madonna del Carmelo, alle ore 17.30, si svolgerà il triduo in onore di santa Lucia; giovedi 13 dicembre, festa di santa Lucia, le sante Messe nella chiesa Madonna del Carmelo saranno celebrate alle ore 09.00, 11.00 e 17.30.

Ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san Francesco, hanno luogo le catechesi tenute dai fratelli del Cammino Neocatecumenale.
Con l'inizio delle catechesi tenute dai fratelli del Cammino Neocatecumenale, inizia anche il corso per i cresimandi adulti, sempre ogni martedi e venerdi, alle ore 20.15 nei locali della chiesa di san Francesco.

Orari delle Sante Messe in vigore dal 28/10/2018:

   Feriali:
   ore 08.45, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 17.30, chiesa Madre

   Prefestivi:
   ore 18.30, chiesa Madre
   ore 20.15, chiesa San Francesco (animata dalle comunità neocatecumenali)

   Festivi:
   ore 08.00, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 10.00, chiesa San Rocco
   ore 11.00, chiesa Madre
   ore 11.30, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 17.30, chiesa Madonna del Carmelo
   ore 18.45, chiesa Madre
 

 

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03/12/2018

Lingua. "Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana" (3); di Rodolfo Costanza

 

Origini del vernacolo siciliano e della lingua italiana
Brano di
Jacopo da Lentini



Prof. Rodolfo Costanza
Prof. Rodolfo Costanza


Origini del vernacolo siciliano
e
della lingua italiana
  
(Puntata n° 3)

3. Quando e come nasce il vernacolo siciliano

3.1 Il greco, l’arabo o il latino

    
Come si è evoluto dalla lingua madre latina il volgare siculo dopo oltre cinque secoli di dominazione bizantina e araba? Esso era già formato ai tempi della conquista normanna? O si dovette invece aspettare un processo di rilatinizzazione dell’isola, favorito dai Normanni e dagli Svevi con l’immigrazione di gente proveniente dal nord della penisola Italiana? A questi interrogativi hanno cercato di dare una razionale risposta due studiosi.
     La questione delle origini del vernacolo siciliano fu scientificamente impostata da due insigni studiosi: il siciliano Michele Amari e il tedesco Otto Hartwig. Un punto fermo l’ha messo Nunzio Maccarrone nel suo libro: “La vita del latino in Sicilia fino all’età normanna” (pubblicato a Firenze nel 1915). Secondo quest’ultimo studioso, durante la dominazione romana della Sicilia durata sette secoli, dalla fusione tra Siculi e Sicani con i recenti coloni latini, si forma un nuovo volgare latino, che si diffonde in parte anche tra i greci dell’isola. Dal VI secolo fino all’XI la società e la cultura latino-sicula cedette, in parte, di rilevanza prima a quella bizantina e poi a quella araba. Essa tuttavia non perdette del tutto la sua personalità linguistica latina, anche se all’arrivo dei Normanni sentiamo scarsi e non sempre sicuri echi della sua vitalità. Grazie all’opera della Chiesa di Roma e alla politica dei re normanni e svevi che favorirono l’immigrazione di numerosi elementi dell’alta Italia (Lombardi) e di comunità commerciali (Genovesi, Pisani, Veneziani e Campani) l’Isola oltre a parlare il vernacolo volgare siciliano rientra a parlare la lingua neolatina e riacquista la fede cristiana.

3.2 Non vi fu nessuna neoromanizzazione

    
È ormai attestato che in Sicilia ci fossero, all’inizio dell’epoca normanna, abitatori latini parlanti la lingua volgare siciliana. Abbiamo prove decisive fornite soprattutto da diplomi latini e greci del tempo, con i nomi propri di persone e di luoghi con gli anticipati fenomeni fonetici e con gli elementi lessicali del vernacolo siciliano. “L’incidere della parlata locale non può lasciare dubbi di sorta sull’ininterrotta continuità della vita del latino nella popolazione dell’isola e che all’epoca normanna si era già formata la sua parlata dialettale volgare”, com’era avvenuta anche nelle altre parti d’Italia. Anche il fatto che il vernacolo volgare isolano dell’epoca abbia assimilato elementi lessicali arabi, bizantini, latini, basta a provare la sua maturità prima dell’arrivo dei Normanni.
     Conferma esplicita l’abbiamo nel diploma di Patti del 1133 del re Ruggero in cui si dice di essere stato vulgariter  expositum, per farla capire ai Pattesi, una precedente disposizione del 1094, con cui il vescovo Ambrogio concedeva terreni a coloni latinae linguae. E inoltre dalla disposizione del primo vescovo normanno di Catania Angerio che a proposito del battesimo degli adulti sanciva: si nescit haec vulgariter dicat [se ignora le lettere si esprima in volgare] (testimonianze importanti ripresi dal Migliorini).
     Nel 1925-26 il glottologo tedesco Gerad Rohlfs, sulla falsariga dell’Amari, dell’Hartwigh e di Chalandon, riprende l’ipotesi neolatinizzazione, sulla base di elementi di grammatica storica. Essi negavano l’origine antica della romanità dei dialetti siciliani, “perché l’arabo, diventata lingua di popolo” e avrebbe interrotto la continuità neolatina dell’isola. Di conseguenza si deve parlare di neoromanizzazione medievale, iniziata durante la conquista normanna, con l’emigrazione dal continente di gente della Lombardia e del Piemonte Orientale al seguito delle truppe di occupazione normanna.
     Queste affermazioni “già confutate da ragioni di ordine storico illustrate dal Maccarrone” vennero però validamente contraddette e corrette da altri valenti studiosi, come il Pagliaro, il Piccitto, l’Alessio e il Bonfante. Fu così delimitata e ridotta l’importanza del contributo arabo e delle colonie lombarde, esagerato invero anche dall’Amari.Questi pare in ciò contraddirsi, affermando anche che: “La robusta pianta del parlare italico resiste meglio che ogni altra lingua all’invasione dell’arabico… In Spagna il latino cedette poco terreno e ripigliò subito il perduto uso, serbando la grammatica. In Sicilia le cagioni della corruzione dovean operare più debolmente assai che in Spagna; e a quella dovean anco resistere i Siciliani per la remotissima antichità del loro idioma italico”.
     “L’arabico pertanto”
afferma l’Amari, il principe degli arabisti, “ha lasciato nel parlare siciliano minor vestigi che non si creda comunemente: veruno nella grammatica, un’ombra nella pronuncia, poche centinaia di vocaboli nel dizionario e qualche modo di dire”. Il Rolfs in un suo scritto del 1965, diceva espressamente: “… nell’isola non c’era stata una vera perdita dell’antica latinità sotto le dominazioni bizantine prima e arabe poi”, abbandonando così la nebulosa teoria secondo cui sarebbe stata una lingua letteraria medievale di tipo toscano a contribuire alla neoromanizzazione dell’isola.
    
Quanto affermato dall’Amari e dal Rolfs ci è confermato non solo dai Codici sciclitani, di cui parleremo più avanti, ma anche dai chiarimenti che daremo più avanti.
     Di recente un altro studioso, Varvaro, ha fatto il punto, in uno studio sintetico e documentato, sul rapporto storia-lingua in Sicilia (Lingua e storia in Sicilia, Sellerio - Palermo, 1981). Ne risulta che anche per il siciliano, come per gli altri dialetti, d’Italia, bisogna tenere nel debito conto senza escluderle le diverse componenti: il substrato siculo-italico o proto latino, i superficiale strato greco-bizantino e arabo. In fondo la tesi dei sostenitori della continuità siculo-latina sul siciliano moderno è confermata. Se si ammette che il processo di latinizzazione dell’isola si può dire iniziato nel periodo repubblicano dell’antica Roma (III sec. a.C.), quando ancora prevale la lingua greca. Nel periodo imperiale il latino non solo è presente ovunque, ma diventa lingua dominante nella vita pubblica e privata, nell’ambito culturale, nelle città e nelle campagne dell’isola.
     Un notevole contributo alla diffusione del latino in Sicilia certo lo diede la Chiesa di Roma. Le comunità cristiane passano dal bilinguismo greco e latino dei primi secoli a una prevalenza sempre più marcata del latino, soprattutto nelle campagne, tanto che nel sesto secolo la campagna appare diffusamente latinizzata e durante l’invasione barbariche si accentua la sua diffusione.
     Per quanto riguarda il periodo bizantino, mi pare risulti confermata l’opinione già sostenuta dalla maggioranza degli studiosi che “l’isola nel sesto secolo era completamente romanizzata” e che nonostante, una certa ripresa del greco, nel tardo periodo bizantino, il processo di diffusione del latino non si arresta, anzi diventa più attivo.
     Durante il periodo mussulmano, dall’anno 827 fino al 1080, i cristiani per la gran maggioranza rimangono nelle proprie terre e conservano la fede e la lingua. Dice bene il Migliorini: “La conquista mussulmana della Sicilia, portò nuclei importanti di arabo-berberi; ma la separazione tra le due stirpi dovute alla religione e un certo rispetto dei conquistatori arabi per le usanze e la lingua dei loro sudditi siciliani fecero sì che le parlate dell’isola si svolgessero senza altra alterazione che l’accoglimento di un certo numero di vocaboli arabi. Che gruppi notevoli di Siciliani siano stati arabizzati e da escluderlo, ma di sicuro furono islamizzati pur non perdendo il loro idioma dialettale latino e dopo la cessazione del dominio arabo furono ricristianizzati. Perciò è inaccettabile la continuità dell’interruzione del latino volgare”.
    
Anche per il Siciliano come per le altre lingue e dialetti romanzi la continuazione del latino è una verità tanto palese che si manifesta con il criterio dell’evidenza. Del resto il latino volgare non è altro che il latino parlato che potremmo chiamare romanzo. Infatti, le singole lingue romanze non sono altro che le figlie del latino volgare. Esse sono il latino di oggi.
     Per quanto riguarda le immigrazioni nel periodo normanno, “tutto lascia pensare che non fossero così numerose le genti gallo-italiche giunte in Sicilia e che i Normanni hanno inciso ben poco sul siciliano”. Non bisogna dunque esagerare, come fanno rilevare altri studiosi sull’apporto linguistico delle così dette colonie lombardo-normanne.
     Senza la consistente presenza etnica e linguistica dei latini dell’Isola è assurdo pensare che, per opera di questi nuovi nuclei d’immigrati, sempre in proporzioni assai limitati e inglobati dalla popolazione siciliana, si sia realizzata in poco tempo la completa rilatinizzazione della Sicilia. I gallicismi presenti nel dialetto siciliano non si possono considerare sintomo di neoromanizzazione, perché si diffondono in settori limitati, senza alterare gran che la struttura essenziale del vernacolo dell’isola che resta neolatino. Infatti, i normannismi e i provenzalismi non sono molto numerosi (limitati principalmente alla provincia di Enna).

3.3 I codici sciclitani

    
Il problema delle origini del siciliano non si pone per chi è convinto che il siciliano sia il diretto continuatore del latino parlato nell’isola, la prova adesso l’abbiamo con “I Codici sciclitani!”.
    
Esiste un documento, Le Memorie Sciclitane, proveniente dalla cittadina di Scicli che comprova le asserzioni fatte in precedenza:
     1. il Vernacolo Siciliano è il diretto continuatore del latino parlato nell’isola attorno all’anno Mille. Infatti, già dopo il XI secolo la Sicilia, con il suo Volgare, si presenta nel pieno del mondo neolatino”;
    
2 . il Volgare Italiano ebbe origine in Sicilia con i poeti e i notai della cancelleria di Federico II. Tutto ciò spiega quell’apparire precoce della latinità romanza in Sicilia con i Normanni, che non può essere in alcun modo, opera d’importazione dal continente.
     I Codici sciclitani
che risalgono alla fine del sec. XI ne sono la prima e più autorevole conferma! La città di Scicli ha avuto il merito e la sorte, come Assisi per il Cantico delle Creature di S. Francesco, di dare alla luce i più antichi e indicativi documenti in volgare siciliano. Anzi, per l’ampiezza e completezza di narrazione, i più antichi documenti della Lingua siculo-italica, anteriori di circa 130 anni dall’inno di S. Francesco “Laudato sii mio Signore.
     I Codici Sciclitani
sono degli antichi manoscritti in vernacolo siciliano antico risalenti alla fine del primo secolo del nuovo millennio. Nel 1878, nell’archivio dell’Arciconfraternita di S. Maria La Nova di Scicli furono scoperti antichi manoscritti, fra i quali un volume di 108 pagine dal notaio sciclitano G. Di Lorenzo, nel quale sono trascritte le due memorie rinvenute il 15 marzo 1653 nell’archivio del Castello Triquestre di Scicli. Il mastro confrate Guglielmo Pinsero, due decenni prima che terminasse il secolo diciannovesimo, ricopiò le due memorie e ne mandò copia al dotto Canonico notinese D. Corrado Sbano, che ne diede notizia nel giornale diocesano in due articoli del maggio e luglio 1889. Nel 1882 il dialettologo netino Corrado Avolio stampò le memorie avute dallo Sbano in appendice alla sua “Introduzione allo studio del Dialetto Siciliano”, chiamandole “Codici Sciclitani”e considerandole due cimeli del più antico siciliano che si conosca. Nel 1990 fu merito dello studioso ispichese Melchiorre Trigilia che li ha ripubblicati integralmente nella trascrizione originale del notaio Di Lorenzo.
     I Codici Sciclitani sono costituiti da due antiche memorie in siciliano. La prima descrive una manifestazione alla Madonna, che sarebbe apparsa in una nuvola splendente come il sole per aiutare il popolo di Scicli e i Normanni contro i Saraceni dell’emiro Badr Al Kamali detto Belcamet, sbarcati nel 1091, in tempo di Quaresima, nella marina di Donnalucata. La seconda memoria descrive il ritrovamento del simulacro della Madonna della Pietà avvenuto un venerdì del mese di marzo del 1111.
    
Di seguito riportiamo due stralci dei codici sciclitani.

La Madonna dei Milici di Scicli: cristiani e musulmani nella Sicilia del Mille


Prima memoria


Anno 1091
.
Una nugola che isplindia ut solis cu[m] dintra la Vi (Virgine) MP (Maria) cu[m] brandus in dexitira [et] chi rintronava a lu Soupopulo: “En adsumec[ce] me civitasdilecta, protegam te dextera mea”. Si livaru de ter[r]a [di] un subitu [et] videro lo exercito [di] li Norman[d]i ut velociteraq[u]il[a] p[er] aiutarili [et] uniti tucti si moxirout fulminemsupra q[ui]lli infidi [et] li distru[x]ero; fu tali la confuxione [et] la neghia [et] lo spavento, che si uc[h]iseroipsistixi ut more canisydrofab[i]. Duraulapunia q[ua]si p[er] uno iorno [et] [di] poi li sanctixaxerdoticantaru “Ted[eu]mlau[amu[s]” [et] lo “Magnificat” accumpaniati di lu exerxitu [et] di lu populo si rixt[ar]o in lo dictolocu p[er] p[re]gari [et] ringrat[iari] a Dio [et] MP (Maria) Vi (Virgini) chi li salvau di lo ec[h]idio di li infid[ili]. La matina si ar[r]troao lo campo cu[m]im[m]enso numero di morti [et] li barchi [di] li infedeli tucti fugati. [Et] de poi si ringratiau li gra[n]di Dio [et] la MP (Maria) Vi (Virgini) [et] si chamao [di] li pii ss(santi) xaxerdoti“sancta MP (Maria) militum pro iclensibus”, [et] si stabileofarichi la festa omn[i] an[no] in lo iorno sabato p[r]ec[he]dente a la dom[inic]a [di] pas[s]ioni iorno sol[l]emni de la punia. [Et) cus[s]i fu liberata la nos[tra] ter[r]a p[er] sempre. Amen.

Seconda memoria


Anno 1111
.
In ter[r]a, inveitenenanti la vetusta et dirutamEc[c]le[sia] Sa (Santa)Ma (Maria) da Pietatisuno simulacro di la Madon[na] de dictaecc[lesi]a [di] la Pietati; [et] chamautucto  lo populo [et] li axerdoti [di] la T[erra] [di] X[icli] [et] dixero che era qui[l]la che un tempo am[m]uxaro li antiq[ui] Krip[tiani] [di] la T[erra] [di] X[icli], quando vinero li infidiliXaraxini; [et] positamerat in uno xifo [di] petra forti cu[m] lo cupercho [di] petra beni situato et bene cumbaxato. [Et] tuctigridaro: “Viva la Matri [di] la Pietati”, [et] radrizaro [di] subito. La ec[c]l[esi]a [et] rimisiru cu[m] ioia lo culto [et] la devozioni. In la ec[c]l[esi]a [di] la Pietati cu[m] multo fervuri [di] tucta la T[erra] [di] X[icli] [et] cu[m] limosina [di] tuctifidilikriptiani. Amen

    
Ritornando alle origini del vernacolo siciliano Michele Amari afferma che “Nel secolo dodicesimo il volgare siciliano aveva preso una forma assai somigliante all’attuale”. Anche Biagio Pace afferma: “La strada che percorreva in quel tempo il popolo di Sicilia lo portava per lunghi giri lentamente verso il latino. Tutto ciò spiega quell’apparire precoce della latinità romanza in Sicilia con i Normanni, che non può essere in alcun modo opera di importazione dal continente”. Infatti, “già dopo il mille la Sicilia si presenta nel pieno del mondo neolatino”.
    
Del resto la storia dei principali dialetti italiani è strettamente legata alla storia della lingua latina e all’italiano. Il processo è stato duplice: i dialetti si sono via via allontanati dal latino e contemporaneamente si sono avvicinati all’iniziale lingua siculo-toscana fino a contribuire alla strutturazione della lingua nazionale con l’acquisizione di elementi provenienti anche da altri dialetti italici minori.

Rodolfo Costanza

Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 3 dicembre 2018.
Per gentile concessione dell'Autore.
© Riproduzione riservata.
  

 

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03/12/2018

Scuola. Eletto il nuovo Consiglio d'Istituto per il triennio 2018/2021: i nomi di tutti i componenti

 

Domenica e lunedi si vota per il rinnovo del Consiglio d'Istituto


Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" - Grotte (ag) - Plesso di Via Acquanova
Scuola Media


Stemma dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli"

Si è conclusa l'elezione dei componenti del Consiglio dell'Istituto Comprensivo "Angelo Roncalli" di Grotte, che rimarranno in carica per il triennio 2018/2021.
Questi i 19 componenti, per categoria (in ordine alfabetico):
- il Dirigente Scolastico (membro di diritto)
     Lo Presti Santino
- 2 rappresentanti del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario
     Galluzzo Giuseppe
     Lentini Maria
- 8 rappresentanti del personale docente
     Alba Antonella
     Figliola Carmela
     Lo Presti Crocetta
     Marcantonio Roberta
     Milioti Rosalba
     Palumbo Salvatrice
     Tirone Carmela
     Vitello Accursia
- 8 rappresentanti dei genitori degli alunni
     Arnone Linda (voti 67)
     Cappuccio Lucia Annamaria (voti 33)
     Cipolla Giuseppe (voti 91)
     Costanza Pierangelo
(voti 53)
     Giambra Giovanni
(voti 70)
     Morreale
Florinda (voti 35)
    
Rizzo Salvatore (voti 48)
     Villani Eleonora
(voti 52)
Dopo la verifica da parte della commissione elettorale e la nomina da parte del Dirigente Scolastico, il nuovo Consiglio verrà convocato per procedere all'elezione del Presidente, del Vice Presidente e dei componenti della Giunta Esecutiva.

Carmelo Arnone
3 dicembre 2018
© Riproduzione riservata.
  

 

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03/12/2018

Politica. Costituito ufficialmente il Circolo "Lega Salvini Premier Grotte"

 

Circolo "Lega Salvini Premier Grotte"
Circolo
Lega
di Grotte

È stato ufficialmente costituito, alla presenza del responsabile provinciale Massimiliano Rosselli, il Circolo della “Lega Salvini Premier Grotte”.
Il direttivo (vedi foto a lato) è formato da:
- Joel Butera (artigiano) con la carica di presidente;
- Paolino Fantauzzo (commerciante) vice presidente;
- Antonio Zaffuto (manager della formazione) segretario;
- Francesco Miceli (tributarista) tesoriere;
- Salvatore Salvaggio (imprenditore) consigliere.
Obiettivo del Circolo - ha dichiarato il neo presidente Butera -, è quello di diffondere e mantenere vivi i valori e gli ideali contenuti nel programma della Lega e promuovere la partecipazione attiva della comunità Grottese alla vita politica, nella realtà locale e all'impegno civile e sociale, puntando alla valorizzazione dei sani principi dettati dai canoni leghisti. A nome di tutti i soci fondatori, ringrazio vivamente Massimiliano Rosselli (responsabile organizzativo della provincia di Agrigento), Igor Gelarda e Fabio Cantarella (responsabili per gli Enti Locali in Sicilia), Alessandro Pagano (deputato e vice presidente del gruppo parlamentare Lega alla Camera dei Deputati) ed il senatore Stefano Candiani (sottosegretario agli Interni e commissario per la Lega in Sicilia) per aver portato avanti in Sicilia il progetto di creazione dei nuovi circoli rappresentativi del partito, che si sta radicando sempre di più”.
Il componenti del nuovo Direttivo invitano tutti i simpatizzanti della comunità grottese ad unirsi in via associativa e coinvolgere tutti coloro che oggi vogliono abbracciare l'impegno e il progetto del leader Matteo Salvini.
  
Redazione
3 dicembre 2018.
  

 

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01/12/2018

Politica. Decio Terrana (UDC): "Un partito moderato senza estremismi"

 

Lorenzo Cesa e Decio Terrana
Cesa e Terrana

Prosegue l' opera di organizzazione e radicamento sul territorio siciliano dell' UDC, partito di Centro e di ispirazione cristiana. Il coordinatore politico regionale e responsabile nazionale per gli Enti Locali, on. Decio Terrana, ha nominato di concerto con il segretario nazionale on. Lorenzo Cesa (vedi foto a lato) i commissari provinciali di tre province: Enna, Caltanissetta e Ragusa.
A Enna è stato nominato il dott. Andrea Maggio di Nicosia, a Caltanissetta il dott. Scichilone Silvio di Butera ed a Ragusa il dott. Lavima Giuseppe di Modica.
"I commissari avranno il compito di organizzare il partito sui rispettivi territori - ha detto l'on Decio Terrana -, metteranno al servizio la loro esperienza politica e le doti professionali che li contraddistinguono per serietà, generosità e impegno. L'UDC cresce in ogni provincia grazie all'adesione di sindaci e amministratori ma soprattutto grazie all'impegno di quanti si riconoscono nei valori della Dottrina sociale della Chiesa e dei principi di solidarietà. La politica oggi ha la necessità di ritrovarsi attorno ad alcuni valori - ha continuato Terrana - e l'UDC rappresenta un partito moderato senza estremismi che ha a cuore la difesa della famiglia, della solidarietà e dei temi del lavoro. Auguro ai nuovi commissari di far crescere il partito nella massima condivisione delle scelte, coinvolgendo tutti coloro che credono nei nostri principi; un buon lavoro al servizio dei territori e della Sicilia"
.
  
Redazione
1 dicembre 2018.
  

 

         

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