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Marzo 2011

 

31/03/2011

Volontariato. Esempio di legalità dalla Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale"

 

"Esempio di legalità dalla Onlus "Padre Vinti Grotte Solidale"
Ingresso

Viene dall'Associazione "Padre Vinti - Grotte Solidale" Onlus uno dei più recenti esempi di rispetto delle regole, e pertanto degno di essere posto all'attenzione dell'opinione pubblica.
Nata come associazione di cittadini desiderosi di offrire un servizio immediato di trasporto medico tramite ambulanza, col tempo la Onlus grottese ha intensificato le sue attività, tutte inerenti il volontariato. Attualmente è impegnata, oltre che nella sua attività principale - svolta ininterrottamente nell'arco delle 24 ore - anche in altre, non meno importanti, attività collaterali quali: la raccolta e distribuzione viveri alle famiglie indigenti (in collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare); la raccolta, pulizia, stiratura e distribuzione di vestiario a persone in difficoltà economiche; la promozione di attività di screening e prevenzione di varie patologie (recentemente svolte a sostegno dell'iniziativa intrapresa con successo dall'Assessorato alla Sanità del Comune di Grotte).
Come è facile intuire, l'Associazione ha la necessità di trovare sempre libero l'ingresso al piazzale di sosta delle ambulanze, al fine di poter intervenire senza ritardi nei soccorsi. Spesso in passato il transito dei mezzi era reso difficoltoso, quando non impossibile, a causa delle auto in sosta davanti al cancello o nelle sue immediate vicinanze, e ciò nonostante i numerosi segnali di divieto verticali ed orizzontali (strisce pedonali, colorazione convenzionale dei bordi del marciapiede, cartelli di divieto). A poco è servito il cartello affisso sullo stesso cancello indicante: "Lasciare libero il transito ai mezzi di soccorso". E' pur vero che un controllo, anche saltuario, delle Forze dell'Ordine avrebbe potuto risolvere facilmente il problema, tuttavia quando vi è un ferito in attesa, non c'è tempo di cercare Tutori della Legge e proprietari di automezzi.
A trovare una soluzione definitiva al problema ci ha pensato il Direttivo dell'Associazione, guidata dal suo giovane e dinamico Presidente, l'ing. Davide Magrì: porre due vasi ai lati dell'ingresso per impedire, materialmente, la sosta abusiva delle auto e consentire un agevole transito alle ambulanze. Il 20 ottobre 2010 è stata inoltrata al Comune la richiesta di autorizzazione per l'occupazione del suolo pubblico - relativa ai due vasi -; autorizzazione concessa il 22 febbraio 2011.
Per quanto sia poco piacevole constatare che a Grotte è preferibile pagare una tassa al fine di sopperire ai disservizi causati dallo scarso senso civico di taluni cittadini ed alle carenze del servizio di vigilanza e controllo sull'ordine pubblico, la Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" è da considerare un esempio, oltre che di volontariato, di civiltà.

Carmelo Arnone
31 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

"Esempio di legalità dalla Onlus "Padre Vinti Grotte Solidale"
Autorizzazione

"Esempio di legalità dalla Onlus "Padre Vinti Grotte Solidale"
Ricevuta

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31/03/2011

Lettere. "Pro-vocazione e richiamo alla responsabilità"; di don Paolo Morreale

 

Don Paolo
Don Paolo

Riceviamo e pubblichiamo.

"Arrivo al cuore di molti con una seconda lettera.
Innanzitutto vorrei ringraziare rispettivamente: il Dott. Salvatore Filippo Vitello per gli stimoli che mi ha dato nelle sue lettere e per la risposta che ha riportato al valore alto della coscienza come una forza interiore che ci dona il coraggio di “dire le cose come stanno”; e la Signora Silvia Carli che ha tracciato la realtà della nuova religione dello sballo. Sono altresì grato a tutti quei concittadini che si sono fatti sentire come un sostegno alla mia provocazione.
Parlo di pro-vocazione, cioè di un richiamo a favorire quella che è la vocazione umana, avulsa da tutte quelle componenti artificiose ed artificiali che ne snaturano la realtà.
La vocazione dell’uomo, è a mio modesto parere, racchiusa in quel prototipo umano che è scandito dalle parole inquietanti di un uomo veramente uomo: Gesù di Nazareth.
Fabrizio De Andrè, da non credente, disse:
Venuto da molto lontano a convertire bestie e gente non si può dire non sia servito a niente perché prese la terra per mano vestito di sabbia e di bianco alcuni lo dissero santo per altri ebbe meno virtù si faceva chiamare Gesù.
Non intendo cantare la gloria né invocare la grazia e il perdono di chi penso non fu altri che un uomo come Dio passato alla storia ma inumano è pur sempre l'amore di chi rantola senza rancore perdonando con l'ultima voce chi lo uccide fra le braccia di una croce.
E per quelli che l'ebbero odiato nel Getsemani pianse l'addio come per chi l'adorò come Dio che gli disse sia sempre lodato, per chi gli portò in dono alla fine una lacrima o una treccia di spine, accettando ad estremo saluto la preghiera l'insulto e lo sputo.
E morì come tutti si muore come tutti cambiando colore non si può dire non sia servito a molto perché il male dalla terra non fu tolto. Ebbe forse un po' troppe virtù, ebbe un nome ed un volto: Gesù. Di Maria dicono fosse il figlio sulla croce sbiancò come un giglio.

Ho voluto mettere tutto il testo della canzone Si chiamava Gesù perché è estremamente importante come il cantautore ne sottolinei i tratti caratteristici fondamentali, che per noi, cristiani in genere, non sono né conosciuti, né praticati unanimemente. Il segreto di quest’uomo, che è l’immagine del Dio invisibile, è la virtù: quella che i nostri latini chiamavano vis-roboris, possente come una quercia secolare, abbarbicata nella terra, svettante dell’aere, irruente nelle fronde, rigenerante delle anidridi carboniche che inquinano. Per di più, chi la possiede, ha la capacità di divenire Vir, uomo di grandi capacità fisico-psichiche, umane, e sovrumane.
Ma per chi ne sa un po’ di più questo Gesù, che volle fare scambio con l’uomo, donò al terrestre homo la capacità di essere Vir e si addossò quella umana, troppo umana che disse lo stesso Pilato: Ecce Homo! Si prese cioè la parte più becera dell’umanità, quella debolezza delle inclinazioni e delle passioni che rassomigliano l’uomo ad una bestia.
Fatta questa lunga premessa, peraltro fondamentale alla pro-vocazione che vorrei porre in questa sede, arrivo al nocciolo della questione che presento a voi Concittadini, e alle autorità preposte.
Siamo tutti a conoscenza dell’aumento vertiginoso del consumo di alcool e droga negli ultimi anni, che ha snaturato la vocazione umana alla bellezza della vita, alla libertà dai vizi, e alla affermazione dei valori fondamentali quali l’amore per se stessi e per il prossimo. Non si vuole fare una campagna demagogica di controtendenza, ma un richiamo alla responsabilità di ciascuna agenzia educativa: Famiglia, Comunità Civile e Politica, Scuola, Comunità Religiosa, Forze dell’Ordine.
Non si può non avere una certa sinergia a minare le basi di questa cultura dell’indifferenza e dell’apatia che rimette le proprie responsabilità nelle mani dei vizi, NUOVI PEDAGOGHI dei nostri figli e delle nostre figlie.
Uniamo le forze buone, qualsiasi ne sia l’origine, laica o religiosa, pur di convergere nella formazione di quell’uomo virtuoso che i nostri antenati hanno auspicato: abbiamo bisogno di un ritorno all’uomo impegnato socialmente, politicamente, controtendente alla cultura del pensiero debole e della coscienza erronea.
Il mio richiamo a tutti i responsabili per la progettazione del futuro. Anche la Chiesa Cattolica Italiana ha compreso che occorre ripartire per “Educare alla vita buona del Vangelo”, che è essenzialmente la vita di Gesù, quel Gesù che a Grotte viene preso in considerazione dalla massa nella festa della Settimana Santa.
Il mio richiamo è quindi pro-vocatorio:
Come mai a Grotte, durante la Settimana Santa, non si è mai fatta un’ordinanza che vieta l’assunzione di sostanze alcoliche, e un controllo più capillare dell’uso e dell’abuso delle sostanze stupefacenti? Eppure lo sappiamo tutti che i consumi assumono un’impennata vertiginosa in quell’occasione!
Come mai non si riesce più a garantire una sana e profonda educazione alla vita sessuale, ma ogni occasione di libertà per i ragazzi e i giovani diviene l’occasione per mostrare quell’istinto bestiale che non è dell’uomo virtuoso? Eppure lo sappiamo tutti che con la scusa che si è in giro per la pasqua (scrivo appunto minuscolo perché non voglio contaminare la Pasqua cristiana) si è più liberi di consumare attimi di libidine che sforano nella perdita del valore umano del corpo!
Sono solo due le domande che mi pongo in questa lettera e che rivolgo a tutti, e a chi ne ha la responsabilità suggerisco di fare, e non di ignorare. Del resto, alla rinascita del paese, come dei paesani, dobbiamo partecipare tutti. Non si può far finta di niente, sol perché riusciamo ad avere quiete apparente a tal punto da mascherare il silenzio con la virtù. L’uomo buono rantola sulla croce, e sulle croci alle quali abbiamo affisso i nostri giovani: probabilmente dovremo fare un esame delle responsabilità a chi, come noi adulti, ha condotto con un’educazione priva di mezzi e di pedagogia, perché i figli si trovino oggi quasi costretti a dover assaporare il gusto del proibito e dello sballo per evitare di guardarsi allo specchio e dire… qualcuno prima di me ha fallito e oggi “io pago”.
Ai ragazzi dico… lo faccio per voi… lo faccio per amore… lo faccio per il futuro: Buona Settimana Santa!!!
TRIONFO D’AMORE!!!".

 

 

 

Don Paolo Morreale

 

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30/03/2011

Politica. Calpestare o rispettare le leggi ed i regolamenti; del consigliere comunale Francesco Vizzini

 

Consigliere Comunale Francesco Vizzini

Calpestare o rispettare le leggi ed i regolamenti? Interrogazione
Interrogazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota del consigliere comunale dott. Francesco Vizzini (Gruppo consiliare di Minoranza).

"Caro Carmelo,
in allegato invio copia della interrogazione consiliare che ho formulato agli Amministratori del nostro Comune, in merito alla verifica di legittimità della delibera votata dal consiglio comunale il 18/02/2011, e copia della risposta ricevuta.
La risposta ottenuta conferma che, nonostante esistano principi etici che impongono a qualsiasi organo che ricopre incarichi di  amministrazione e gestione di Enti pubblici di rispettare le leggi ed i regolamenti, nella realtà i rappresentanti delle istituzioni, molto spesso, calpestano le leggi ed i regolamenti.
La pubblicazione di questi documenti consentirà ai cittadini di farsi una loro opinione in merito e magari di dare un nome a questo capolavoro di risposta ricevuta dal sindaco di Grotte.
Sarete ulteriormente informati sul seguito".

Calpestare o rispettare le leggi ed i regolamenti? Risposta
Risposta

   

Francesco Vizzini
Consigliere Comunale

 

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30/03/2011

Attualità. Effetti della contaminazione radioattiva (1^ parte); dell'ing. Calogero Chiarenza

 

Effetti della contaminazione radioattiva (1^ parte)
Cartina

Riceviamo e pubblichiamo.

"Effetti della contaminazione radioattiva (Prima parte)

            Le recentissime vicende sulla emissione di radioattività nella centrale nucleare giapponese in avaria impongono delle riflessioni sui preoccupanti e disastrosi rischi legati alla contaminazione cui vanno incontro, non soltanto le zone circostanti più vicine al punto di origine della emissione radioattiva, ma anche le zone più distanti di parecchi chilometri che possono diventare centinaia o migliaia, allorquando tale emissione raggiunge alti livelli di intensità.
            Forse a qualcuno la frase “Possibile costruzione di una Centrale Nucleare vicino Grotte” apparsa in un mio articolo precedente, sarà sembrata una notizia civetta o un modo per attirare l’attenzione, ma tale affermazione è confermata dai numerosi articoli apparsi sulla stampa e su internet.
            Risultano pubblicate varie mappe sui possibili siti delle centrali nucleari da realizzare in Italia e in alcune di queste, in particolare nella regione Sicilia, compare la sola località di Palma di Montechiaro (vedi cartina allegata) che, ripetiamo in linea d’aria trovasi a circa 30-40 km dal territorio di Grotte. Una distanza questa direi prossima se rapportata ai rilevanti rischi derivanti da un incidente con fuga radioattiva. Ricordiamo che il tratto di costa tra Palma di Montechiaro e Licata è l’unico in tutta la regione Sicilia con il valore più basso di sismicità (Zona 4).

            Ma quali sono gli effetti della radioattività sulla salute umana?
Prima di rispondere a questa domanda è opportuno spiegare in breve come si misura la radioattività assorbita dai tessuti umani, cosa del resto utile, visto che in questi giorni pervengono notizie sui dati della contaminazione radioattiva.
Una grandezza per misurare la radioattività assorbita in un determinato tempo è millisievert (mSv) per un certo tempo, che può essere per un anno o per sottomultipli quali giorno, ora ecc.).
            Giova a questo punto ricordare che esiste una radioattività naturale sul nostro pianeta non prodotta dall’uomo. La dose di radioattività naturale assorbita da un essere umano è mediamente pari a 2,4 millisievert (mSv) in un intero anno, ma varia da luogo a luogo.
            Per dare un’idea, oggi una normale radiografia al torace di solito comporta una dose di radioattività di 1,5 mSv, pari a circa 7 mesi di esposizione al fondo di radioattività naturale. Una TAC comporta 4 mSv pari a 2 anni di esposizione naturale, una scintigrafia sino a 30 mSv pari a 12 anni di esposizione naturale. In altre parole quando ad esempio una persona è sottoposta ad una TAC totale si becca in quel momento la radioattività che normalmente assorbe in modo naturale in circa 2 anni.
            Va precisato inoltre che la radioattività non è sempre dello stesso tipo e a parità di dose ha effetti diversi sul corpo umano a seconda della sua provenienza.
            Ad esempio una dose di radioattività prodotta dai cosiddetti raggi Alfa ha effetti 20 volte più dannosi rispetto a una dose di radioattività prodotta dai raggi X, beta e gamma.
            Il valore massimo accettabile di radioattività assorbita da una persona umana senza particolari conseguenze varia da 20 mSv a 100 mSv per anno. Superando tali valori si hanno in vario modo conseguenze sulla salute.
            Dalle notizie che arrivano dalla stampa sull’emissione radioattiva nella centrale nucleare giapponese in avaria  si parla anche di  centinaia millisievert per ora (mSv/h).
Che significano tale valori?
Facciamo un po’ di conti. Se, per come sopra detto, ammessa accettabile la dose massima di radioattività senza significativi danni per la salute umana di 100 mSv per anno, essendo un anno composto da 8760 ore (365 gg x 24 h), il valore accettabile di radioattività assorbita in una sola ora, senza particolari danni alla salute umana, è di 100 : 8760, cioè pari a circa  0 .01 millisievert (mSv) per ora.
Quindi 1 millisievert (mSv) per un’ora  è 100 volte superiore al valore normale;  mentre  100 millisievert (mSv) per un’ora è 10.000 volte superiore al valore normale. Chi viene colpito da una dose oltre 2500 volte la dose normale va quasi sicuramente incontro alla morte.
            Nel prossimo articolo (Seconda parte) parleremo degli effetti dannosi ed anche mortali in funzione delle dosi di radioattività assorbite
".

 

 

 

Ing. Calogero Chiarenza

 
 
Dalla Redazione.
Per chi volesse approfondire:

"Nucleare", servizio di "Presa diretta" Visita l'argomento

"L'inganno", servizio di "Report" Visita l'argomento
 

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28/03/2011

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.

Periodo di Quaresima
I fedeli sono invitati alla preghiera al digiuno ed all'elemosina. Tutti i venerdi, astinenza dalla carne.

Martedi 29
marzo
- alle ore 17.00, nella chiesa del Purgatorio, ritiro del gruppo mariano.

Venerdi 1 aprile
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- 1° venerdi del mese;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 2° anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.

ALTRI AVVISI

- Tutti i giorni, esclusi i prefestivi ed i festivi, nella chiesa Madonna del Carmelo, dalle 06.00 alle 06.55, celebrazione comunitaria delle Lodi Mattutine - aperta ai fedeli di tutte le parrocchie -, a cura dei fratelli del Cammino Neocatecumenale;
- tutti i mercoledi, alle ore 18.00 nella chiesa Madonna del Carmelo, riunione del gruppo delle Ancelle della Divina Misericordia.

 

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28/03/2011

Iniziative. "Al via la IX edizione del premio di poesia "Nino martoglio"; di Domenico Criminisi

 

Al via la IX edizione del premio di Poesia dialettale "Nino Martoglio"
Guarda il video

Al via la IX edizione del premio di Poesia dialettale "Nino Martoglio"
Vedi le foto

Riceviamo e pubblichiamo.

"Prende il via  la nona edizione del Premio di poesia dialettale “Nino Martoglio”

Nella magnifica cornice della sala “Carlo Alberto Dalla Chiesa” del palazzo storico Jung, sede del Consiglio Provinciale di Palermo, si è conclusa l’ottava edizione del Premio “Nino Martoglio” con la presentazione al numeroso e attento pubblico palermitano della raccolta di poesie Russania di Gabriella Rossitto vincitrice dell’edizione 2010.
La manifestazione condotta dalla dott.ssa Melinda Zacco (giornalista TGS) è stata presieduta dal dott. Marcello Tricoli presidente del Consiglio della Provincia Regionale di Palermo. Sono intervenuti anche il Sindaco del Comune di Grotte rag. Paolo Pilato ed il Presidente del Consiglio Comunale dott. Angelo Collura.
Il regolamento del Premio prevede, per la raccolta di poesie inedite scelta dalla Giuria, un contratto con la casa editrice Medinova che ne cura la pubblicazione. A questa peculiarità originale se ne aggiunge un’altra, ha sottolineato la poetessa nel suo intervento, che rende unico il Premio Martoglio. Dopo la premiazione dell’opera, la sua pubblicazione, l’Associazione di Aristotele Cuffaro ne cura anche la diffusione attraverso una serie di manifestazioni, sponsorizzate dall’Amministrazione Comunale di Grotte, sempre particolarmente sensibile ai temi culturali.
La silloge “Russania” è stata presentata a Grotte, sede del Premio, a Palagonia, città di residenza della poetessa, ed oggi qui a Palermo dove il pubblico che gremiva la sala ha dimostrato di apprezzare l’intervento del prof. Salvatore Di Marco, presidente della giuria del Premio, la relazione della prof.ssa Elena Saviano ed ha accolto con calorosi applausi la lettura di alcuni brani effettuata dalla dott.ssa Fosca Medizza accompagnata dalle note del flauto del maestro Francesca Milano.
Infine l’editore di Medinova, dott. Antonio Liotta, ha illustrato il bando della nona edizione del Premio che si svolgerà nel prossimo mese di Agosto mentre la dott.ssa Eliana Lo Castro - critico -, che ne cura la sezione cinematografica, ha spiegato, nel suo intervento, il perché di una sezione dedicata al cinema in un premio di poesia dialettale.
La manifestazione si è conclusa con l’intervento di Aristotele Cuffaro ideatore e direttore del Premio che ha voluto sottolineare, fra l’altro, come i componenti della giuria sono rappresentativi delle realtà linguistiche e culturali delle diverse zone della Sicilia".
 
   

Prof. Domenico Criminisi

 
 


Pubblichiamo alcune immagini della presentazione (33 foto di © Associazione Culturale "Punto Info") ed il servizio video realizzato e trasmesso dalla redazione giornalistica di TGS.
 

 
 

Foto della presentazione Visita l'argomento

Servizio di TGS Visita l'argomento

 

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27/03/2011

Internet. Sondaggio su LaPasquaDiGrotte, per il premio "Elmetto d'Oro"

 

Sondaggio su LaPasquaDiGrotte, per il premio "Elmetto d'Oro".
Vedi il sito

Con l'approssimarsi delle festività pasquali, riprendono le attività dello staff del sito LaPasquaDi Grotte.net. La prima iniziativa intrapresa è un sondaggio sull'assegnazione del premio "Elmetto d'Oro" (del quale ideatore e promotore è l'ing. Vincenzo Morreale).
La domanda posta è: "Come andrebbe assegnato secondo te il premio Elmetto d'Oro sul miglior interprete delle rappresentazioni della Pasqua?".
Quattro le possibili risposte:
1) Solo tramite sondaggio;
2) Tramite sondaggio più Commissione che sceglie tre i tre più votati;
3) Solo dalla Commissione;
4) Il premio dovrebbe essere eliminato e non più assegnato.
Come è facile intuire, il sondaggio ha un valore poco più che simbolico e non vincolante, ma ha senza dubbio il pregio di cominciare a richiamare l'attenzione sulle rappresentazioni della Settimana Santa e della Pasqua a Grotte.
Ai lettori, partecipare non costa nulla; è facile ed è un modo per far sentire la propria vicinanza al laborioso staff del sito che ha il grande merito di consentire, tramite l'installazione e la gestione di webcam, la visione in diretta via internet delle rappresentazioni pasquali del nostro paese. Il sondaggio verrà chiuso sabato 16 aprile.

Partecipa al sondaggio Visita l'argomento
 

 

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27/03/2011

Racconti. "A proposito di Belacqua, il racconto di Venerando Bellomo"; di Salvatore Bellavia

 

Salvatore Bellavia
Salvatore Bellavia

Riceviamo e pubblichiamo.

"A proposito  di “Belacqua”, il racconto di Venerando Bellomo.

Parecchi anni fa, intrattenendomi piacevolmente con Venerando, mi sono ritrovato davanti la breve scalinata della chiesa del Purgatorio.
Presa una sigaretta dal  pacchetto: non riuscivo ad accenderla perché un gentile venticello spegneva ripetutamente la fiammella dell’accendino. Mi sono messo controvento e finalmente ho potuto aspirare l’ennesima boccata di fumo.
Il mio sguardo si posò sul vecchio portone di un dammuso che stava e sta in cima alla salita di fronte alla chiesa: quel legno segnato dal tempo e dall’età mi fece tornare indietro di parecchi anni: mi sono ritrovato giovane. Sì perché, anche se qualcuno non vorrà crederci, giovane lo sono stato anch’io.
Venerando vedendomi affiorare sul mio viso, eternamente imbronciato, un breve sorriso, conoscendomi, mi chiese a cosa stessi pensando.
Dissi che quella scalinata e quel dammuso avevano pescato negli archivi della memoria un curioso e ridevole episodio.
Gli raccontai di quando, pur essendo un mediocre e quasi sempre distratto giocatore, avevo la passione dello “scopone”: gioco che richiede memoria attenta e furba.
Il sarto, lui sì, bravissimo ed intelligentissimo giocatore, che il quel vano terrano, tra battute di acre spirito, di imprecazioni e maledizioni, svolgeva il suo lavoro, a fine giornata, liberava il tavolo da stoffe, metro e gessetti, e lo apparecchiava per lo scopone.
Una sera ci siamo ritrovati in tre e quindi se non veniva una quarta persona lo scopone non si sarebbe potuto fare.
Mi proposi di scendere in piazza per cercare di trovare il “quarto”. Mentre il mio sguardo vagava su una piazza quasi deserta, vidi avanzare verso di me il compagno di tante giocate e mi rincuorai: la giocata era salva! Ma, quando lo invitai a salire, mi guardò con occhio feroce: - Sono stanco e non mi sento di fare questa salita.
Gli dissi che ero disposto a portarlo in braccio fino alla bottega.
Se è così - mi disse - va bene.
Lo presi in braccio e quando lo consegnai agli amici scoppiò un’immensa sonora risata, mentre lui imperturbabile cominciò a mischiare le carte.

A distanza di qualche anno Venerando Bellomo con arte raffinata e lucida scrittura, da questo episodio ne ha fatto come un apologo: ha riletti la situazione ed i personaggi, li ha emendati dal comico e dal ridevole e li ha vestiti di panni tragicamente esistenziali.
Una magnifica lezione: il comico, il drammatico e il tragico della vita non esistono di per sé, ma vivono in funzione di soggettive interpretazioni.
Intanto, invito il carissimo Venerando a non far riposare la penna (il computer) e a regalaci la sua logica e la sua sensibilità che sono di gran pregio.

A nuovi scritti e a nuove letture".
 
   

Salvatore Bellavia

 

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26/03/2011

Televisione. Il dott. Tommaso Parrinello ospite della trasmissione "Domenica è sempre Domenica"

 

"Domenica è sempre Domenica", con Egidio Terrana ed Elettra Curto - su Teleacras

Il dott. Tommaso Parrinello, Fisico e "Mission Manager" presso l'ESA (Agenzia Spaziale Europea), sarà ospite della trasmissione "Domenica è sempre Domenica", nella puntata che andrà in onda domani, domenica 27 marzo alle ore 10.30, su Teleacras.
Ecco in anteprima gli ospiti della nuova puntata:
-Collegamento telefonico con Angelo Machiavello,giornalista di Studio Aperto;
-Spazio scuola con i ragazzi del Liceo Scientifico Leonardo accompagnati dalla vice preside Rosellina Greco;
-Tommaso Parrinello, fisico dell'ESA e responsabile della missione CryoSat;
-Le giornate di Primavera del Fai vengono presentate dai delegati:
Virginia Bellomo, docente
Giuseppe Lo Pilato, agronomo
Valeria Proto, ingegnere
Daniele Traina, docente
accompagnati dall'Assessore Rosalda Passatello
-Francesca Cosentino, cantautrice;
-Spazio medicina con Salvatore Passarello, medico odontoiatra;
-Claudia Casa.
I conduttori Elettra Curto ed Egidio Terrana vi aspettano come sempre domenica alle 10.30 su Teleacras per trascorrere insieme una bella mattinata di allegria.
"Domenica è sempre Domenica" va in onda su Teleacras la domenica mattina alle 10.30, il martedi in prima e seconda serata e il giovedi alle 15.00.
 

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26/03/2011

Ora legale. In vigore da domani, orologi in avanti di un'ora

 

Entra in vigore l'ora legale: orologi in avanti di un'ora

Domani, domenica 27 marzo 2011, torna in vigore l'ora legale.
Le lancette degli orologi dovranno essere spostate in avanti di un'ora; le ore 02.00 di domenica saranno considerate le ore 03.00.
L'ora "legale" sostituisce l'ora "solare" che abbiamo avuto per tutto il periodo invernale.
L'ora legale (detta anche ora estiva) è l'ora locale che una nazione sceglie di adottare per una parte dell'anno, generalmente portando l'orario avanti di 60 minuti rispetto all'orario standard ufficiale, (o ora solare). Si tratta di un sistema che ha lo scopo di sfruttare al meglio la luce del giorno. L'ora ufficiale viene aggiustata in avanti durante i mesi primaverili ed estivi, in modo che l'orario lavorativo o scolastico venga a coincidere meglio con le ore di luce.
 

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26/03/2011

Cronaca. "Le macchine si posteggiano in maniera selvaggia"; di Michelangelo Farruggia

 

"Le macchine si posteggiano in maniera selvaggia"

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
ti voglio sottoporre un "piccolo" problema che secondo me è anche fastidioso. Tutte le sere il centro di Grotte e in special modo il tratto che va dal bar "Ardicasi" fino alla "fontanella", diventa una zona dove le macchine si posteggiano in maniera selvaggia e bisogna davvero tenere i nervi a posto per non litigare. E' uno spettacolo penoso che dà il senso della mancanza totale di civismo. A questo punto bisogna che chi dovrebbe regolare il traffico si faccia vedere la sera in quella zona per dare una regolata".

 

   

Michelangelo Farruggia

 

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25/03/2011

Comune. "Ora tocca a voi"; invito ai cittadini beneficiari del referendum sulla rettifica dei confini

 

"Ora tocca a voi"; invito ai cittadini beneficiari del referendum sulla rettifica dei confini.
Manifesto

"Viene così coronato con successo un sogno inseguito da decenni; viene così ripagato il costante impegno profuso..."; queste le trionfali parole con le quali l'Amministrazione comunale invita i cittadini dei quartieri Confine, Fico Fantanelle, Montagna Gentile e Stazione, a fare la loro parte per il successo del referendum che deciderà le sorti della porzione di territorio e di popolazione formalmente "racalmutesi" ma sostanzialmente "grottesi". Sarà il primo caso in assoluto, nella Regione Sicilia, in cui una popolazione potrà decidere liberamente del proprio destino. "Abbiamo mantenuto fede ad una parola data, ad un impegno preso in campagna elettorale nel giugno del 2008", si legge nel manifesto a firma del sindaco Paolo Pilato e del vice sindaco On. Salvatore Caltagirone. "Ora tocca a voi" è l'esclamazione conclusiva con la quale i cittadini vengono esortati alla mobilitazione generale per raggiungere il quorum (50% più 1 degli aventi diritto al voto) e per esprimere, finalmente dopo decenni di attesa, la propria volontà. E' in via di definizione, da parte dell'Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, il decreto di autorizzazione alla consultazione referendaria, che potrebbe svolgersi prevedibilmente entro la fine dell'anno.

Carmelo Arnone
25 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

 

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24/03/2011

Attualità. "Bentornato a casa, Leone"; il rientro di un nostro giovane dall'Afghanistan

 

"Bentornato a casa, Leone"; il ritorno di un nostro giovane dall'Afghanistan.





"Bentornato a casa, Leone"; il ritorno di un nostro giovane dall'Afghanistan.

Oggi, giovedi 24 marzo, rientra a Grotte Salvatore Agnello, dopo sei mesi di missione nel lontano e devastato Afghanistan.
I suoi cari hanno voluto inviargli un benvenuto attraverso questo quotidiano. Come prassi avrebbe dovuto trovare spazio tra i "messaggi" e non tra le "notizie". Abbiamo voluto fare una significativa eccezione, per tributare il nostro ringraziamento a lui ed a tutti i nostri giovani impegnati in operazioni di peacekeeping (mantenimento della pace) nelle zone "calde" del pianeta, definite in gergo militare "fuori area". Tra i numerosi nostri concittadini che sono via per motivi di lavoro o di studio, ci sono anche ragazzi che, come Salvatore, sono impegnati, a rischio della propria vita, a portare aiuto e conforto in quei paesi dove la vita è stata resa impossibile dalle continue discordie politiche e religiose. Se fosse accaduta una disgrazia, avremmo onorato con grandi cerimonie la memoria di un "eroe"; preferiamo fargli sentire il nostro calore e riaverlo tra noi sano e salvo. Il sorriso e l'affetto del suo paese - oltre che dei suoi cari - valgono per lui, ne siamo certi, ben più di una medaglia alla memoria.
Caro Salvatore, bentornato a casa!

Carmelo Arnone
24 marzo 2011

Riceviamo e pubblichiamo.

"Sono passati sei lunghi mesi dal giorno della tua partenza per l'Afghanistan.
Mesi che ci hanno accomunati dal pensiero quotidiano dei rischi che questa missione comporta, mesi che ci hanno fatto riflettere sull'importanza della tua missione e soprattutto sul grande amore che ci lega a te!!!
Adesso siamo accomunati dall'infinita voglia di riabbracciarci.
Bentornato a casa "LEONE".
Con grande affetto,
Isabella, mamma, papà, tutta la tua famiglia ed i tuoi amici".

 

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23/03/2011

Lettere. "Il senso della nostra storia"; del Dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Dott. Salvatore Filippo Vitello - Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme
Dott. Vitello

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, in risposta alla lettera del sig. Gaspare Agnello.

"Caro Gaspare, la tua stima per la mia persona mi lusinga e commuove.

Il nostro piccolo paese ha una storia fatta dell’impegno di tanti. Ognuno, per la sua parte, ha dato qualcosa.

Io ho da rimproverarmi un’assenza di molti anni.

Lo strumento eccezionale di comunicazione creato dal bravo ed infaticabile Carmelo Arnone ci ha dato la possibilità di esprimerci in modo collettivo.

E’ un fatto di portata eccezionale, se pensi che nell’arco di un ventennio (pochissimo tempo in rapporto alle dinamiche socio-economiche classiche) si è passati dalla forma primigenia di comunicazione dei comizi alla più generalizzata espressione del pensiero a mezzo internet, che raggiunge in tempo reale l’intero pianeta.

Questo è l’effetto migliore e più visibile della globalizzazione.

Io ero presente alla cerimonia di premiazione di padre Gaetano Ciranni, che ho visto di recente qui a Roma (ora lui risiede a Messina). Non ricordavo il tuo bel discorso che ho letto con piacere su questo sito, nel quale io mi ritrovo interamente.

Padre Gaetano parla sempre di Grotte e nonostante i suoi novant'anni ed i parecchi acciacchi ha un’intelligenza fresca e brillante. Ho letto di recente una sua disquisizione sul tema del carisma del Fondatore del suo Ordine, il Santo Annibale di Francia, e devo dire che si esprime con un rigore logico ed una forza persuasiva di prim’ordine. Io rispetto a Lui son davvero ben poca cosa.

Padre Gaetano è un autentico testimone di questo tempo, dotato di una fede e di una forza d’animo impareggiabili. Pur essendo per me inarrivabile, con lui condivido la passione per il nostro amato Paese.

Nutre un grande affetto per te, perché ti ritiene - e non sbaglia - una persona animata da buoni sentimenti e dotata di una correttezza morale e di pensiero straordinaria.

Un’altra persona con la quale spesso mi ritrovo a parlare del nostro Paese è il prof. Angelo Carmona (figlio del famoso chirurgo cui è stata intitolata la piazzetta).

E’ un eccezionale accademico del diritto penale. E’ titolare della cattedra di diritto penale presso la prestigiosa Università LUISS di Roma. Con lui ho una affinità scientifica perché spesso ci si ritrova in convegni specialistici e con frequenza periodica mi chiama per delle lezioni al suo corso di specializzazione per i laureati in giurisprudenza. Anche il prof. Carmona vorrebbe fare qualcosa per il nostro Paese, al quale è legato da lontani e flebili ricordi. Ma devo dire che il nostro Paese è per lui un collante che lo lega alla comunità.

Sai, in tutte le occasione in cui io vado a tenere lezioni ai suoi studenti della Scuola di Specializzazione, nel presentarmi non omette mai il nostro legame derivante dalla provenienza dallo stesso Paese, sebbene lui sia sempre vissuto a Messina.

Come vedi i pochi esempi che ti ho indicato solo a titolo esemplificativo (ve ne sono, infatti, molti altri da citare) dimostrano come  il nostro Paese ha forgiato figure di eccezionale caratura umana, intellettuale e morale. Ed ha espresso, nel tempo, ed in questo sono pienamente d’accordo con te, una classe politica, vecchia e nuova (un pensiero grato rivolgo al Sindaco Pilato per la disponibilità che ha espresso nella recente lettera), che, al di là dei limiti di ciascuno, connaturati alle formazioni individuali ed alle singole personalità, ha saputo interpretare il senso della politica locale, perché comunque amalgamata da un’unica idea: l’amore smodato per la nostra città.

Ed allora credo che tu abbia ragione nel dire che sia venuto il momento di discutere, senza retaggi e senza inibizioni, anche della storia della classe politica locale, nella quale tu e tanti altri avete avuto a pieno titolo un posto di grande rilievo, per comprendere, insieme ai limiti e ad alcune iniziative interessate, il senso di responsabilità che comunque ha sorretto la vostra azione pubblica, nei piccoli come nei grandi progetti.

Sai, mano a mano che si cresce negli anni mi rendo conto che l’unica eredità che possiamo lasciare a quelli che vengono dopo di noi è il senso della nostra storia, senza paura di fare emergere i nostri sbagli, i nostri difetti e, parlo soprattutto per me, le nostre omissioni.

Un caro saluto ed ancora grazie per il Tuo generoso e graditissimo sostegno".

 

   

Salvatore Filippo Vitello

 

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23/03/2011

Associazioni. La Onlus "Padre Vinti - Grotte Solidale" ringrazia per le offerte del 5x1000

 

5x1000 per la Onlus "Padre Vinti Grotte Solidale".
Volantino

Riceviamo e pubblichiamo.

"Cari amici,
desideriamo esprimervi il nostro sincero grazie per la stima ed il sostegno concreto che ci avete dimostrato in occasione della scelta del 5x1000.
La nostra realtà presente e radicata sul territorio grottese da quasi 10 anni vive principalmente grazie al vostro affetto e al vostro contributo.
Un conferma viene dallo straordinario risultato del "5 per mille 2009" (270 preferenze), testimonianza indiscussa della condivisione e dell'importanza del nostro operato.
Grazie, perché questa condivisione metterà a disposizione della cittadinanza e di noi volontari risorse che sono indispensabili per continuare la nostra attività.
Grazie perché, non avendo altri contributi, siete solo voi cittadini che credete in noi e continuate a farci andare avanti.
Felici di poter condividere tutto questo con voi!
Da tutti noi volontari GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Ricordiamo inoltre che anche quest'anno sarà possibile donare il 5x1000... continuate a sostenerci...".
 

 

   

Il Presidente
Davide Magrì

 

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23/03/2011

Satira. "P.A.M."; di Angelo Costanza

 

Angelo Costanza
Angelo Costanza

Tra le diverse definizioni del termine satira, una particolarmente significativa è data da una sentenza della Cassazione: "È quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene" (Prima sezione penale della Corte di Cassazione, sentenza n. 9246/2006).
Riceviamo e pubblichiamo l'articolo satirico dal titolo "P.A.M." (Popolo Anti Mbugie).

Leggi l'articolo Visita l'argomento
 

"P.A.M."; di Angelo Costanza
Leggi l'articolo

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22/03/2011

Lettere. "Un premio del Consiglio Comunale di Grotte per il Giudice Vitello"; proposta di Gaspare Agnello

 

Gaspare Agnello
Gaspare Agnello





Premio a Padre Gaetano Ciranni
Consegna Premio





Intitolazione della via a Padre Annibale di Francia
Intitolazione

Riceviamo e pubblichiamo.

"Un premio del Consiglio Comunale di Grotte per il giudice Filippo Vitello?

Filippo Vitello con le sue tre lettere inviate alla Redazione del sito di Grotte ha dato una grande sferzata al paese sonnolento, acquiescente che è diventato Grotte che fa finta di non vedere le cose che sono sotto i propri occhi e che non riesce a “INDIGNARSI” come suggerirebbe il partigiano francese Hessel.

Probabilmente c’è stato qualche pudore nei confronti dei condannati che sono figli di nostri amici e che appartengono a famiglie che nulla hanno avuto a che fare con la mafia o con la violenza.

Però i fatti sono davanti a noi e il Procuratore Capo di Lamezia Terme è venuto fuori facendo nomi e cognomi ed evidenziando fatti specifici a tutti noti.

Io voglio dire che sono entrato in politica nel lontano 1952 e da sempre ho combattuto la mafia in ogni sua manifestazione e quando un uomo politico, in odor di mafia, mi offrì il suo aiuto per le elezioni regionali del 1967, allorché io ero candidato, rifiutai in maniera decisa.

Nel 1956 sono stato Vice Sindaco con Totò Carlisi il famoso Ardicasi e posso affermare che la mafia era fuori dal portone di ferro del municipio, anzi mi sembrava che a Grotte non esistesse perché nessuna pressione o intimidazione mafiosa ho subito in quei tempi.

Ho chiuso la mia vita politica facendo l’assessore alla Pubblica Istruzione con il Professore Antonio Lauricella e anche in quel periodo non ho avuto sentore di legami mafiosi tra il comune e la malavita e in quel periodo c’erano tanti lavori pubblici e tante gare di appalto.

Ho sentito puzza di mafia in una mia candidatura alle elezioni provinciali negli anni 70. Ma il comandante dei carabinieri capì quanto stava avvenendo a Grotte e, dopo le elezioni provinciali in cui io riportai appena 74 voti, un secondo candidato di cui non ricordo il nome circa 70 voti e il Professore Lauricella 2000 voti, ci fu una retata che portò al confino di polizia alcuni esponenti della mafia locale vecchia e nuova.

Questi sono i miei ricordi che mi fanno dire che se un amministratore si comporta correttamente e diventa intransigente la mafia viene tenuta ai margini.

Comunque bene ha fatto Vitello a gettare una pietra nello stagno e ora nulla può essere più come prima. Ognuno di noi si deve interrogare, deve selezionare le proprie amicizie, deve stare attento ai propri comportamenti.

La pubblica amministrazione deve essere cristallina e si deve sapere che nulla avviene a caso e che dietro ogni azione criminosa ci sono storie che devono essere scoperte e studiate attentamente.

Si sappia che la moglie di Cesare deve essere più onesta della altre e non si deve nemmeno sospettare.

Con ciò non voglio teorizzare la teoria del sospetto cara al giustizialista Orlando, ma voglio dire che bisogna aprire gli occhi, fare pulizia, allontanare ogni sospetto e i sospettati e dire ai giovani che, con la mafia, nulla hanno da guadagnare.

I mafiosi o muoiono ammazzati o finiscono i loro giorni nelle patrie galere creando drammi terribili alle loro stesse famiglie.

Questo in breve ci suscita la lezione del Dr. Vitello che Grotte ha il dovere di onorare perché è un cittadino che dà prestigio al paese per la carica che ricopre, per la sua dirittura morale e per il suo grande coraggio che sta dimostrando in una terra di frontiera.

Io con questa missiva mi rivolgo al Presidente del Consiglio comunale di Grotte Dr. Angelo Collura per suggerirgli di convocare il Consiglio comunale per assegnare al Dr. Filippo Vitello il riconoscimento quale cittadino grottese che si è distinto particolarmente nella sua attività di Magistrato integerrimo e coraggioso, onorando il paese di nascita e cioè il comune di Grotte.

E ciò in virtù della delibera del Consiglio comunale di Grotte n. 122 del 26.5.1988 che io ho fatto approvare unitamente al Dr. Antonio Carlisi.

Tale premio è stato assegnato con delibera consiliare n. 185 del 10 agosto 1988 al Reverendo padre Gaetano Ciranni che per ben due volte è stato Superiore dei Padri Rogazionisti.

La cerimonia di consegna è avvenuta in Grotte presso la sala del Consiglio comunale in data 7.5.89.

Il premio consisteva in una medaglia d’oro ricordo e in una pergamena.

Io ho avuto l’onore di consegnare a Padre Ciranni la pergamena facendo il discorso che pubblico a seguito di questo mio scritto. (
Leggi il discorso Visita l'argomento).

La cerimonia di consegna del premio al Dr. Vitello dovrebbe diventare una forte manifestazione contro la mafia e per l’affermazione della legalità con il coinvolgimento di tutto il paese, delle scuole e di tutte le autorità provinciali che non mancheranno di essere presenti.

A scanso di equivoci voglio dire che mi sono rivolto di proposito al Presidente del Consiglio comunale e non al Sindaco perché il premio deve essere assegnato con la unanimità del Consiglio comunale che rappresenta tutta la città.

Il Sindaco, anche se rappresenta tutto il paese, può essere considerato come il rappresentante di una maggioranza e quindi di una parte.

Voglio ancora aggiungere che Filippo Vitello è stato quello che ha voluto la premiazione del Reverendo Ciranni e che lui è stato presente alla manifestazione di consegna perché, essendo uomo di fede, è stato sempre profondamente legato a un sì grandissimo sacerdote, che oggi ha 91 anni, che fa onore a questa nostra comunità.

Agrigento, lì 20.3.2011".

 

   

Gaspare Agnello

 

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21/03/2011

Televisione. "Domenica è sempre Domenica" ospita la Banda "Verdi", su Teleacras

 

"Domenica è sempre Domenica" ospita la Banda "Verdi", su Teleacras.
Vedi le foto

"Domenica è sempre Domenica", programma di Egidio Terrana ed Enza Pecorelli, condotto da Elettra Curto ed Egidio Terrana, in onda su Teleacras, nella puntata del 20 marzo ha ospitato il Corpo Bandistico "G. Verdi" di Grotte.
In occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, la compagine grottese ha eseguito diversi brani musicali della tradizione patriottica, intendendo rendere un omaggio all'Italia. Durante la trasmissione, la conduttrice Elettra Curto ha intervistato Vincenzo Castronovo, Presidente del Corpo Bandistico, sulle attività e la storia della banda che risale al 1860 e che festeggia il 151° anniversario dalla sua fondazione.
La puntata sarà trasmessa in replica martedi 22 marzo alle 21.00 e giovedi 24 marzo alle 15.00.

Pubblichiamo alcune immagini della puntata (48 foto di © Salvo Lo Re "President").

Il Corpo Bandistico "G. Verdi" a "Domenica è sempre Domenica" Visita l'argomento

"Domenica è sempre Domenica" va in onda su Teleacras la domenica mattina alle 10.30, il martedi in prima e seconda serata e il giovedi alle 15.00.

"Domenica è sempre Domenica", con Egidio Terrana ed Elettra Curto - su Teleacras
 

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21/03/2011

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.

Periodo di Quaresima
I fedeli sono invitati alla preghiera al digiuno ed all'elemosina. Tutti i venerdi, astinenza dalla carne.

Mercoledi 23
marzo
- alle ore 17.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, incontro di preghiera del gruppo della Divina Misericordia.

Venerdi 25 marzo - Annunciazione del Signore
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- alle ore 09.00, Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo, animata dal gruppo della Divina Misericordia;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 2° anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.

Sabato 26 marzo
- alle ore 18.00, nella sala consiliare del Comune, incontro scientifico col dott. Tommaso Parrinello (Dirigente ESA), preceduto da un intervento e dalla benedizione impartita dall'arciprete don Giovanni Castronovo.

Domenica 27 marzo
- alle ore 02.00 entra in vigore l'ora legale (portare gli orologi avanti di un'ora);
- l'orario mattutino delle Sante Messe festive rimane invariato, nel pomeriggio invece saranno alle ore 18.00 (nella chiesa Madonna del Carmelo) ed alle 19.15 (al Purgatorio);
- le Sante Messe feriali saranno celebrate alle ore 08.45 (nella chiesa Madonna del Carmelo) ed alle 18.00 (al Purgatorio).

ALTRI AVVISI

- Sabato 9 aprile, Convegno dei catechisti; per informazioni rivolgersi ai coordinatori;
- lunedi 6 giugno, nel pomeriggio, all'interno dell'atrio dell'Istituto scolastico "Roncalli", S.E. Mons. Francesco Montenegro amministrerà il sacramento della Cresima ai giovani delle tre parrocchie cittadine.

 

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20/03/2011

Racconti. "Belacqua", di Venerando Bellomo

 

Venerando Bellomo
Venerando Bellomo

Negligenza, accidia, lagnusìa; queste le caratteristiche di Belacqua, personaggio dantesco (IV canto del Purgatorio), colpevole della perenne procrastinazione "usque ad mortem" di un improbabile pentimento. Da un personaggio letterario ad uno nostrano, tinteggiato con icastica verve dalla penna di Venerando Bellomo.
Carmelo Arnone

BELACQUA
di Venerando Bellomo

Già a mezza sera, Mommo se ne stava rapace arroccato nella sua postazione, come sempre, come ogni notte, nella penombra giallastra delle lampade a pera della illuminazione pubblica.

Quasi appoggiato con le spalle all’antico muro del seicentesco Purgatorio, era lì che attendeva non uno in particolare, non qualcuno, ma chiunque fosse da li passato: la preda.

Restava immobile, quasi senza respirare, sicuro che l’occhio grifagno avrebbe, per sua natura e per suo dovere, intercettato l’ombra del passante.

Non aveva preferenze, il suo uomo gli era indifferente, tanto non cercava il colloquio, il dialogo, ma paziente attendeva il ricettacolo dei suoi pensieri, delle sue teorie. Non è che non amasse la lotta, il rintuzzare l’antagonista, ma ciò rappresentava soltanto un’eventualità, non gli era necessario, non lo saziava. Pago invece anche dello sguardo ovino che gli avrebbe potuto opporre il suo accompagnatore, purché rappresentasse l’occasione per l’esternazione delle sue conclusioni pancomprensive.

Per questo aveva, forse inconsapevolmente, ma sicuramente per necessità, modificato il suo fuso orario, prediligendo lo scuro della notte con i suoi suoni chalumeau, rimanendo inerte, quasi senza vita, col sole, ad elaborare i suoi logicismi, suffragato dal riposo.

Questa sua applicazione personalizzata dell’aristotelico insegnamento della maggior sapienza dell'anima condizionata dal sedentario riposo, aveva indotto gli altri, unanimemente, a catalogarlo accidioso e perditempo notturno. Da rifuggire se non fosse stato per la sua nota ed apprezzata abilità nei vari trastullamenti collettivi.

Ma questa sua estrema competenza, era un’esca, un modo di avvicinare la preda, ma non lo interessava: era il mezzo al fine.

Ormai, dopo tanta meditazione era giunto ad una visione assolutamente lineare, quasi analiticamente elementare, delle cose. I fatti erano li, magari smembrati, a pezzi, bisognava mettere ordine: le tessere di un puzzle. Così si era convinto che l’errore stava nel pensare allo scienziato, allo scopritore, al ricercatore: non credeva al quid novi, riconosceva invece le capacità dell’ordinatore.

Le cose, tutte le cose dicevano di sé stesse, contenendone l’in sé, dovevano soltanto esser disposte secondo la loro ancestrale armonia. E nello sporadico colloquio, al quesito dello stolto interlocutore, rispondeva con un laconico “…e si capisce…” che suonava alla stregua del benevolo “elementare Watson”.

La sua riconosciuta abilità nei giochi di carte, ne faceva l’ambito compagno di scopone, gioco in cui era sapiente l’uso che sapeva fare dello spariglio.

Ma il suo recondito fine, l’induceva a non scoraggiare mai l’avversario, anzi, sebbene con la sottile tecnica dell’algozino, lo adulava, lo lisciava: gli riconosceva delle capacità potenziali non comuni, anche se ancora da limare ed aggiustare. Cosa che inorgogliva gli ignari compagni.

Anche quella sera, l’attesa non fu vana, poco dopo, anticipati dal rumore dei loro passi e delle loro ombre, vennero gli uomini pronti per lo scopone. E pronta era la saletta, di giorno bottega del sarto, che stava sulla sommità della stradina che s’inerpicava a fronte della postazione ove Mommo aveva atteso.

Si fece avanti, quasi di corsa, uno di loro dicendogli compiaciuto che era lui il compagno.

Ma Mommo, il tentatore, dopo un sorriso lusinghiero, rafforzativo delle nascoste, ma insussistenti, virtù dell’altro, rispose che proprio non se la sentiva di salire lassù: troppo fatica.

Così il pervicace compagno gli propose che glielo avrebbe portato in braccio, tanto era l’importanza della partita.

E fu così che Mommo, soma di quella bizzarra cavalcatura, illuminata da una beffante luna, pensò “vai or tu su che sei valente ”.
 

 

   

Venerando Bellomo

 
 


Pubblicato dalla Testata Giornalistica
Grotte.info Quotidiano

su www.grotte.info il 20 marzo 2011.
Per gentile concessione dell’Autore.
© Riproduzione riservata.

 

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20/03/2011

Attualità. Centrale nucleare vicino Grotte e segreti di Stato; dell'ing. Calogero Chiarenza

 

Centrale nucleare vicino Grotte e segreti di Stato; dell'ing. Calogero Chiarenza.

Riceviamo e pubblichiamo.

"La costruzione di una centrale nucleare nelle vicinanze di Grotte può essere un segreto di Stato!

          Mi riallaccio al mio scritto recentemente pubblicato su questo sito in ordine alla paventata possibilità della costruzione di una centrale nucleare nelle vicinanze di Grotte, intendendo per vicinanze un ambito di territorio entro un raggio anche sino a 50 Km.
          L’unico tratto di costa marina, tra i più stabili in tutta la Sicilia del punto di vista sismico, è quello che va da Palma di Montechiaro a Licata, tratto questo distante in linea d’aria da Grotte tra i 30 e i 50 Km. Mi riferisco alla costa marina in quanto le centrali nucleari hanno bisogno di moltissima acqua. Per dare un’idea, in una centrale di 1600 MW servono sino a 70.000 litri (70 tonnellate) di acqua al secondo, una quantità enorme se si pensa che per i consumi idrici di tutta Grotte servono circa 30 litri al secondo.
          Per inciso questo dato dà l’idea della difficoltà che attualmente hanno i giapponesi a raffreddare i reattori nucleari in avaria, appunto perché hanno bisogno di immettere quasi un fiume di acqua.
          Ebbene proprio il tratto costiero tra Palma di Montechiaro e Licata, sempre dal punto di vista sismico, si presterebbe meglio ad ospitare una centrale nucleare.
          Ma i Grottesi, e comunque tutte le popolazioni circonvicine al sito eventualmente prescelto in tale zona per la costruzione di una nuova centrale nucleare, potrebbero non saperlo mai sia dalle autorità, sia dai media (giornali, radio e televisione), salvo nel momento in cui iniziano i lavori (ma soltanto come passaparola), proprio perché il governo potrebbe apporre il segreto di Stato su tale opera, considerata alla stessa stregua di una struttura militare strategica.
          Infatti con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (Gazzetta n. 90 del 16/04/2008) all’art. 5 è scritto che “sono suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato le informazioni, le notizie, i documenti, gli atti, le
attività, i luoghi e le cose attinenti alle materie di riferimento esemplificativamente elencate in allegato
”.
          Più in dettaglio nell’allegato di detta legge vengono indicate quali opere suscettibili di segreto di Stato, al punto 17): “gli stabilimenti civili di produzione bellica e gli impianti civili per produzione di energia ed altre infrastrutture critiche”.
          Per tali opere eventualmente coperte da segreto di Stato non saranno possibili ricorsi, petizioni popolari, controlli delle aziende sanitarie locali, notizie sui media. I Comuni e le amministrazioni locali non potranno dare informazioni, documenti, luoghi e attività. Persino la motivazione della scelta del sito sarà coperta dal segreto di Stato. In pratica la salute dei cittadini, garantita come diritto fondamentale dall’art. 32 della Costituzione, potrà essere oggetto di segreto di Stato.
          Impedire allo Stato la costruzione di una centrale nucleare è molto difficile, se non impossibile.
          Per evitare la costruzione di una centrale nucleare non è sufficiente che le Regioni, compresa la Regione Siciliana, diano parere negativo o che con legge propria ne vietino la installazione.
          Attualmente in base alla legge (art. 4 del Decreto Legislativo n. 31/2010) “La costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari sono considerate attività di preminente interesse statale” ed è autorizzata dallo Stato d’intesa con le Regioni. Se manca l’intesa con le Regioni, lo Stato può decidere comunque (Art. 13, comma 11 D. Lgs. 31/2010).
          Va ricordato che la Corte Costituzionale con sentenza n. 331/2010 ha dichiarato incostituzionali le leggi delle regioni Puglia, Campania e Basilicata con le quali si vietava la costruzione di centrali nucleari nelle rispettive regioni.
          Quindi nessuno può impedire allo Stato la costruzione delle centrali nucleari in base alle attuali leggi. Se qualcuno non le vuole l’unico modo è che passi il prossimo referendum in materia che si dovrebbe svolgere nel giugno 2011.

          In un prossimo scritto parlerò delle conseguenze disastrose provocate dalla contaminazione radioattiva, direi peggiore di un terremoto
".

 

 

 

Ing. Calogero Chiarenza

 
 
Dalla Redazione.
Per chi volesse approfondire:

"Nucleare", servizio di "Presa diretta" Visita l'argomento

"L'inganno", servizio di "Report" Visita l'argomento
 

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20/03/2011

Creatività. "L'avvento dei folatori"; di Carmelo Arnone

 

"L'avvento dei folatori"
Favole

Nei tempi andati, durante le lunghissime fredde serate invernali, tutti rannicchiati attorno al fuoco (sulle basse sedie di legno e con  gli scarponi - più volte risuolati - poggiati "ncapu lu pedi di la brascera"), si ritrovavano bambini e anziani. I primi in silenzio, attenti, con gli occhi sgranati. I secondi, sbuffando fumo dalle pipe o dal "sicarru" all'angolo della bocca o dalle artigianali sigarette la cui fabbricazione era un rito: distensione della cartina, prelievo a misurati pizzichi del "trinciatu", arrotolamento del foglietto, incollatura finale facendo scorrere l'estremo lembo cartaceo sulla lingua inumidita. Mentre le fiammelle delle candele proiettavano danzanti ombre sui muri, la voce profonda del nonno iniziava "lu cuntu". In parte storie vere, in parte fantasie, affascinavano irrimediabilmente i piccoli ascoltatori (di nuovo... di nuovo!).
L'eredità di quelle storie non è andata perduta. Si ripropone ai giorni nostri, con rinnovate vesti. La genialità creativa di un Salvatore Bellavia o di un Venerando Bellomo, solo per citarne alcuni, trova spazio fertile - e vasta platea - su questo quotidiano. Essi, come altri, hanno modo di proporre con arte i loro racconti, tratti da vicende di persone reali ma trasfigurati in personaggi ed avvenimenti che rappresentano, tratteggiandoli, vizi privati e pubbliche virtù di uomini antichi e moderni.
Ciascuno con una propria tecnica: chi - come i due autori citati - raccontando verità presentate come fantasia; altri - taluni involontari autori - narrando fantasie spacciate come verità. A tutti, moderni affabulatori e nuovi folatori, la gratitudine di quanti leggono - unici giudici - liberi di lasciarsi avvolgere nelle antiche atmosfere o incantare da moderne fole.
Dopotutto, molti di noi rimaniamo sempre eterni bambini, pronti a sgranare gli occhi increduli, a credere nonostante tutto alle favole, a seguire ancora pifferai magici ed a ripetere ai novelli incantatori: "di nuovo... di nuovo!".

Carmelo Arnone
20 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

 

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20/03/2011

Editoria. Premio "Martoglio" 2011; presentazione a Palermo del nuovo bando e del libro "Russània"

 

Premio "Martoglio" 2011; presentazione a Palermo del nuovo bando e del libro "Russània".
Locandina

Giovedi 24 marzo, alle ore 16.30 a Palazzo Jung (Via Lincoln, 71 - Palermo) si svolgerà la cerimonia di presentazione della IX edizione del premio di poesia dialettale "Nino Martoglio", ideato e diretto da Aristotele Cuffaro.
La manifestazione è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio Provinciale di Palermo e dal Comune di Grotte.
Nella stessa sede, e con l'occasione, sarà presentata anche la raccolta vincitrice della VIII edizione del Premio.
Si tratta dell'opera dal titolo "Russània", di Gabriella Rossitto, edita in volume da Medinova.
Il programma della manifestazione, i cui interventi saranno moderati dalla giornalista Melinda Zacco, prevede:
- Saluti
     Marcello Tricoli, Presidente Consiglio Provinciale di Palermo
     Paolo Pilato, Sindaco di Grotte
     Salvatore Rizzo, Assessore al Comune di Grotte
- Relatori
     Prof. Tommaso Romano
     Prof.ssa Elena Saviano
     Prof. Salvatore Di Marco
- Letture
      Fosca Medizza
- Interventi musicali
     M° Francesca Milano.
- Conclusioni
     Aristotele Cuffaro, Presidente dell'Associazione "Nino Martoglio"

Premio "Martoglio" 2011; presentazione a Palermo del nuovo bando e del libro "Russània".
Invito

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19/03/2011

Televisione. Il Corpo Bandistico "G. Verdi" ospite di "Domenica è sempre Domenica", su Teleacras

 

"Domenica è sempre Domenica", con Egidio Terrana ed Elettra Curto - su Teleacras

Riceviamo e pubblichiamo.

"Carissimo Carmelo,
in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il Corpo Bandistico "G. Verdi" è stato ospite della trasmissione "Domenica è sempre Domenica", condotta da Egidio Terrana ed Elettra Curto.
Il Corpo Bandistico si è esibito in tre diversi momenti della trasmissione, oltre ad avere avuto la possibilità di parlare della lunghissima storia della banda musicale con la proiezione di alcune foto storiche. I 151 anni della banda di Grotte si sono inseriti in un qualificatissimo dibattito, con gli illustrissimi ospiti della trasmissione provenienti dal mondo della scuola, dello spettacolo, dello sport e delle libere professioni.
Conserviamo un ottimo ricordo per l'elevato contenuto simbolico e culturale di cui siamo stati anche noi protagonisti.
La puntata andrà in onda domenica 20 marzo 2011 alle ore 10.15 circa, con le relative repliche nei giorni successivi.
Non senza ringraziarti per il tuo instancabile lavoro, ti giungano i miei più cari saluti.
Un grazie di cuore a Salvo Lo Re".

 

   

Vincenzo Castronovo
Presidente Corpo Bandistico "G. Verdi"

 

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19/03/2011

Attività. Prosegue la campagna antiabusivismo di Girgenti Acque

 

Girgenti Acque S.p.A.

Ogni settimana il personale tecnico di Girgenti Acque S.p.A. individua un numero notevole di utenze allacciate abusivamente alla rete nei comuni dove gestisce il servizio idrico.
Questo comportamento, assolutamente illegale, è un reato e come tale viene punito secondo le norme vigenti, come è accaduto di recente a Campobello di Licata e Ribera, dove cinque persone sono state tratte in arresto.
L'allacciamento abusibo alla rete idrica non lede soltanto gli interessi di Girgenti Acque S.p.A. ma danneggia principalmente l’intera comunità poiché viene meno il principio “pagare tutti per pagare meno” e pregiudica i principi di legalità e rispetto delle regole senza i quali non vi può essere crescita sociale.
E' proprio per garantire gli utenti virtuosi che Girgenti Acque S.p.A. ha potenziato la campagna antiabusivismo, collaborando con le Forze dell’Ordine e, entro il 2011, si pone l’obiettivo di effettuare ulteriori controlli sulle utenze per individuare, in tal modo, i cittadini allacciati abusivamente alla rete idrica.

 

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19/03/2011

Lettere. "Alla legge si obbedisce, alla giustizia si orienta la mente e il cuore"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Carissimo Dottor Vitello,
leggere le sue lettere è sempre una grande e bella esperienza, perchè permettono di riflettere sulle nostre realtà, i nostri limiti, gli avvenimenti che capitano e per questo le voglio esprimere tutta la mia gratitudine.
Si, ritengo sia un errore identificare legge e giustizia. Esse non sono sinonimi e neanche binari necessariamente paralleli. Addirittura, credo che a volte la legge può rappresentare anche un intralcio sulle strade della giustizia. Ma neanche questo permette di dire che l’una sia la negazione dell’altra. Legge e giustizia sono concetti, che spiegano la tensione che esiste, che deve esistere, che dobbiamo sempre fare esistere perchè la legge non soffochi il senso reale della giustizia e perchè la giustizia non resti un velleitario appello solo al rigore, incapace di creare percorsi virtuosi e, perciò, sempre destinato a perdersi nei meandri dei palazzi e degli interessi.
In poche parole, alla legge si obbedisce, alla giustizia si orienta la mente e il cuore.
E non è una differenza da poco, vero Dottor Vitello?
Dottor Vitello, in certe circostanze, in alcuni momenti, le ragioni del diritto possono cedere alle ragioni della giustizia?
Può succedere che l’applicazione di una norma giuridica provochi un ingiustizia ancora più grande della sua eventuale non applicazione?
Certo, mettere in perfetto equilibrio il diritto (tecnica solo umana) con la giustizia (qualità solo morale) deve essere un esercizio molto difficile. Ma secondo lei, è possibile?
Sette giorni su sette il governo si vanta dei mafiosi latitanti scovati in Sicilia, dei camorristi catturati in Campania, della ndrangheta sgominata in Calabria. Come se il merito di queste vittorie fosse del governo, anzi, del Ministro Maroni, e molto addirittura del Presidente del Consiglio Berlusconi.
Non è così. La gran parte del merito va equamente distribuita tra le forze dell’ordine che fanno le indagini e la magistratura che le coordina. Sono gli atti concreti e non le chiacchiere a confermare la strada intrapresa dal governo: perpetua guerra alla magistratura denigrata fino agli insulti ("peggio dei criminali, eversivi"), innalza difese per gli indagati, specie se classe dirigente, secreta il risultato delle indagini imbavagliando la stampa, vuol tagliare drasticamente i tempi e i modi delle intercettazioni.
Difficile fare il proprio dovere quando bisogna difendersi da pulsioni che vorrebbero ridurre la magistratura a inutile strumento.
Grazie, di vero cuore".

 

 

 

Silvia Carli

 

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19/03/2011

Iniziative. 150° anniversario dell'Unità d'Italia; punto celebrativo in farmacia

 

150° anniversario dell'Unità d'Italia; punto celebrativo in farmacia.

Singolare, l'iniziativa realizzata dalla Farmacia Ciraolo di Grotte, in ricordo del 150° dell'Unità d'Italia.
All'interno dell'esercizio è stato allestito un "corner", un raccolto quanto significativo spazio espositivo, destinato a contenere in mostra statica alcuni cimeli rievocativi dell'anniversario. Si tratta di copie originali di numeri ormai introvabili de "La Domenica del Corriere", con alcune delle più belle "tavole" di Achille Beltrame, pubblicate in occasione del 100° anniversario della stessa ricorrenza. Nello spazio centrale, dietro la protezione in plexiglass, alcuni reperti storici (medaglie, cartoline "dal fronte", foto... ) appartenenti alle famiglie Ciraolo e Licata.
L'esposizione, già in visione clienti dallo scorso lunedi, sarà fruibile ancora per qualche giorno.

150° anniversario dell'Unità d'Italia; punto celebrativo in farmacia.

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18/03/2011

Comune. 150° anniversario dell'Unità d'Italia; incontro in sala consiliare

 

150° anniversario dell'Unità d'Italia; incontro in sala consiliare.
Vedi le foto

Lo scorso mercoledi 16 marzo, in occasione delle celebrazioni per la ricorrenza del 150° anniversario della proclamazione dell'Unità d'Italia, nella sala consiliare del Comune di Grotte si è svolto un incontro-dibattito sul tema "Con sentimento unitario e di condivisione dell'Unità Nazionale".
L'inno nazionale ha segnato l'inizio del dibattito, che è stato introdotto dal saluto da parte del sindaco Paolo Pilato ed è proseguito con le relazioni e gli interventi. Hanno preso la parola, tra gli altri: Angelo Collura, Antonio Carlisi, Paolo Fantauzzo, Mimmo Butera, Pino Mancuso, Salvatore Bellavia, Nino Agnello, Gaspare Agnello, Giovanni Volpe.
Per sottolineare la ricorrenza, la facciata del Palazzo Municipale è stata illuminata da fasci di luce, creando l'effetto di una grande bandiera italiana.

Pubblichiamo alcune immagini dell'incontro (15 foto di © Salvo Lo Re "President").

Incontro per il 150° dell'Unità d'Italia Visita l'argomento
 

Incontro-dibattito di apertura delle celebrazioni per il 150°anniversario dell'Unità d'Italia.
Manifesto

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18/03/2011

Comune. "Qualche riflessione sulla lettera del dott. Filippo Vitello"; dal Sindaco di Grotte

 

Paolo Pilato, Sindaco di Grotte
Il Sindaco Pilato

Riceviamo e pubblichiamo.

"Qualche riflessione sulla lettera del Dott. Filippo Vitello Procuratore della Repubblica

Ho letto con molto interesse le lettere che ha fatto pervenire al sito di Carmelo Arnone, “Grotte. info” che, concordo, rappresenta per la nostra comunità una importantissima vetrina che consente fra l’altro a molti nostri concittadini che vivono fuori per diverse ragioni, di mantenere un contatto quasi reale con il nostro paese e la nostra comunità.

Avrei voluto esprimere il mio pensiero ed alcune riflessioni anche prima, ma l’impegnativo ruolo istituzionale di Sindaco, che cerco di assolvere al meglio, che in ogni caso svolgo dedicandomici con tutte le mie energie, le mie forze, la mia passione, non mi consente, a volte e per diverse ragioni, di consultare il sito, anche se amerei farlo.

Condivido con il Dott. Vitello che si può fare sempre di più e sempre meglio, anche perché ho improntato la mia vita alle parole di Martin Luther King quando dice “qualunque cosa voi siate, siate il meglio di quello che siate, se non potete essere il pino nella vetta, siate il cespuglio della valle, ma siate il miglior cespuglio, se non potete essere strada maestra, siate un sentiero”.

Sono certo che questo sentire appartiene all’intera comunità grottese che ho l’onore di rappresentare.

Sono contento anche del fatto che il Dott. Filippo Vitello, che colgo l’occasione per salutare affettuosamente, dimostra di amare il paese dove è nato e di averne a cuore le sorti, il futuro, specie dei giovani che rappresentano certamente il vivaio umano nel quale edificare la società di domani.

Sono rammaricato del fatto che forse la differenza di soli pochi anni non mi ha consentito di conoscerlo a quel tempo e non avere avuto la fortuna di condividere con lui le stesse esperienze di vita giovanile.

So che quando può, il Dott. Filippo Vitello viene a Grotte. Spero al più presto di poterlo incontrare per potergli testimoniare la mia stima come persona, ma anche come uomo delle istituzioni, impegnato in prima linea per l’affermazione dei valori della legalità e della giustizia, in virtù dell’importantissimo e gravoso ruolo che svolge con forte passione e tensione morale che è quello di Procuratore della Repubblica in una delle più difficili Procure italiane, quella di “Lamezia Terme”.

Potremmo altresì concordare tempi e modalità per una iniziativa a Grotte che possa contribuire alla crescita della nostra comunità nella direzione da lui auspicata.

Grotte, 17.03.2011

 

   

Paolo Pilato
Sindaco di Grotte

 

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18/03/2011

Lettere. La nostra forza interiore: la coscienza; dal Dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Dott. Salvatore Filippo Vitello - Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme
Dott. Vitello

Riceviamo e pubblichiamo un intervento del dott. Salvatore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, sulle lettere di don Paolo Morreale, Silvia Carli, e sul ruolo del magistrato.
Proponiamo, per facilitarne la lettura, una versione stampabile: Lettera del dott. Vitello Visita l'argomento.

*****

"Quello che facciamo trae origine dalla nostra forza interiore, perchè abbiamo un problema: la nostra coscienza. La nostra coscienza si è formata sulla base di certi valori dove l'onestà e l'amore per gli altri hanno un peso notevole. Se sentiamo il dovere morale di fare qualcosa la facciamo, perchè così riusciamo a stare bene con noi stessi. Non siamo incoscienti, perchè sappiamo bene quali sono i pericoli. Ma vi è in noi un imperativo categorico che in qualche modo ci obbliga a dire le cose come stanno.

Mi è piaciuto molto l'articolo di don Paolo Morreale. Un sacerdote con i fiocchi. Un giovane di elevata spiritualità, portato ad un impegno umano e sociale eccezionale. Da noi perfino il parlare è difficile. Siamo abituati al mormorio e a dirci le cose all'orecchio per paura che quello che ci sta accanto possa sentire. L'articolo di don Paolo è favoloso (lo ringrazio e gli esprimo la mia ammirazione) ed al contempo inquietante perchè ha descritto una realtà angosciosa ed angosciante che non conoscevo.

Grotte ha perso davvero la sua identità, è irriconoscibile. E tutto ciò succede sotto gli occhi di tutti ma nessuno fa niente, neanche ne parla.

Questo è il dramma. No, non si può continuare a tacere.

Noi ci siamo cresciuti in questa terra non possiamo permettere che sia occupata dai disvalori ed inquinata dai falsi miti della ricchezza e dello sballo.

Silvia Carli chiama in causa la mia responsabilità di magistrato.

Pone una giusta domanda alla quale rispondo con sincerità. E' senza dubbio vero che la gente non denuncia perchè non ha fiducia nella giustizia. La giustizia come tutte le istituzioni terrene è fatta di uomini. Non tutti quelli che l'amministrano sono all'altezza del compito.

Il lavoro di magistrato (perchè comunque è un lavoro) è pervasivo, si deve sentire come un dovere alto perchè da esso dipende la vita di molte persone. La consapevolezza di tale responsabilità (che non tutti hanno) coinvolge ogni spazio della tua vita. Essere magistrato comporta una dedizione piena che porta ad identificare la tua vita con il servizio.

Se non si sente questa responsabilità non si rende un buon servizio.

Ma il lavoro di magistrato è fatto di regole, che hanno, come è giusto che sia, una funzione di garanzia.
La ricerca della verità mediata dalle regole. Questo è in estrema sintesi il processo.

Dico alla Carli che nella giustizia degli uomini la verità processuale non sempre coincide con la verità storica.
Da qui la possibilità che la prima sia diversa dall'altra. Anzi dico di più: quasi mai coincidono.

Ed è giusto che sia così perchè la verità storica è conosciuta solo ai protagonisti della vicenda investigata che la rappresentano secondo la loro visione e non può assurgere a giudizio definitivo se non attraverso la dialettica processuale, che consente di dare un giudizio imparziale sul fatto e sulle persone. Questa è la giustizia istituzionale che non può coincidere con il giudizio popolare, perchè altrimenti si rischia di condannare Gesù e di liberare Barabba.

La forza del magistrato risiede in quelli che sono i due principi che caratterizzano la funzione secondo la Costituzione (e la C maiuscola è proprio voluta). Il magistrato si deve connotare per indipendenza ed autonomia.

Indipendenza e autonomia devono non solo esser garantite al magistrato, ma anche dallo stesso pretese nell'espletamento della funzione. Esse non sono solo diritti, ma doveri.

Mi piace pensare al magistrato come servitore dello Stato. Specie in questo periodo è bello ritagliarsi un ruolo finalizzato all'interesse pubblico, ribadire la funzionalità alla collettività e non il contenuto e la forza del potere che si esercita.

L'indipendenza è l'in se della funzione ed è, allo stesso tempo, il parametro con cui operare. L'indipendenza deve essere una pretesa, un diritto fondamentale di cui non si può ammettere contestazione alcuna da parte di chicchessia (l'unica dipendenza ammessa dev'essere quella - consapevole ed informata - dalla norma giuridica).

Essa deve esser pretesa non solo verso l'esterno, ma anche verso l'interno della magistratura. Non vi possono esser condizionamenti di sorta su quello che è il binario su cui deve marciare la nostra funzione, proprio perchè attraverso indipendenza e autonomia si deve garantire l'esplicazione del potere giudiziario. E non bisogna dimenticare che qualsiasi potere pubblico non è fine a se stesso, ma deve garantire l'interesse pubblico, cioè della collettività.

Corollario dell'indipendenza deve esser l'autonomia da chiunque, poiché senza l'una l'altra perde di significato.

E' evidente che il magistrato deve anche apparire (oltre che essere) indipendente e autonomo anche all'esterno. E' questo un suo compito e sforzo imprescindibile.

Tutto ciò implica per il magistrato la presenza di un CORAGGIO ed una forza d'animo di particolare spessore nello svolgere il suo lavoro (ognuno di noi conosce - o dovrebbe - lo struggimento e la solitudine della decisione in casi particolarmente complessi).

Ed in questo ambito, solo in esso, si può ragionare su quale sia il ruolo del magistrato oggi.

Ecco perchè non mi scandalizzo se le giustizia in alcuni casi non appare essere quella voluta.
Quello che conta è il funzionamento complesso del sistema.

E' palese che nello svolgere la funzione il magistrato (proprio perchè chiamato ad interpretare ed applicare la norma giuridica) svolge un compito che non può che avere delle valenze politiche - inteso il termine nel senso più ampio -, ma qui si deve fermare il suo ruolo politico. Non può e non deve esservi altra partecipazione politica che non sia quella richiestagli dalla funzione. Difatti se si vuole riconosciuto il proprio ruolo e quindi la propria autonomia ed indipendenza bisogna esser i primi a rispettarle.

E' evidente peraltro che il ruolo, ed i principi che lo caratterizzano, non possono che esser difesi con le unghie e con i denti all'esterno. Non si può ammettere alcun tentativo di condizionamento all'esercizio della funzione. Si deve esser fermi nella difesa strenua del valore della giurisdizione (e di tutto ciò che essa implica) in qualsiasi sede ed in ogni momento.

Una riforma della giustizia buona richiede che collaborino la maggior parte delle formazioni politiche, come avvenne al tempo della Costituente, e che si rinunci a tutti i pregiudizi correnti e a tutti gli scopi inconfessabili. Che si considerino le persone, l'organizzazione degli uffici e le norme per quello che effettivamente sono e per come effettivamente funzionano.

Oggi, però, l'attualità ci sovrasta e ci atterra di fronte ad un progetto che pare ideato principalmente come reazione a contingenze giudiziarie.

A volte sembra che il mondo della politica voglia recuperare un'area franca di illegalità dove trafficare senza problemi, cioè senza correre il rischio di incappare in procedimenti penali. Pare che, al dunque, il consenso non si possa mantenere o allargare in altro modo. Ma in questo maniera, alla lunga, come dimostra l'esperienza storica, il crimine finisce per tiranneggiare la società civile. Lo possiamo accettare? E, come magistrati, possiamo accettare di vedere il nostro ruolo ridotto a quello di azzeccagarbugli del principe?

C'è chi, in passato, ha avuto in sorte di vivere un'esperienza storica più esaltante di questa nostra. Ora siamo entrati in una specie di zona d'ombra, in cui si assiste al capovolgimento di molti valori importanti e in cui quindi si è tentati di lasciar perdere, di lasciar fare. Le virtù civiche sembrano non godere più di riconoscimento sociale.

Eppure nuove generazioni si affacceranno alla ribalta della storia, con un rinnovato entusiasmo, disgusto per l'esistente mediocre e fiducia nel futuro: io penso che alla fine ci tireranno fuori da queste brutte acque in cui siamo capitati".
 

 

   

Salvatore Filippo Vitello

 

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18/03/2011

Lettere. "Quando lo sballo diventa religione"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro don Paolo,
dalla sua lettera ho capito la grande capacità che ha di incarnarsi nei fatti della vita coniugando fede e amore, ed è per questo che a lei voglio dedicare una bellissima frase del mio amico Don Gnocchi, questa: "Come non c è un Cristo diviso e separato dai suoi fratelli, così non ci può essere un cristiano separato dai suoi fratelli".
Non so se faccia peggio l’alcool o la droga, so che le due disgrazie, oggi, si abbinano. Con una velocità spaventosa sono entrati nella vita dei nostri giovani.
Che gioventù è quella che passa ore e ore in un bar, con un bicchiere in mano, facendo ragionamenti da analfabeti dello spirito e della storia? Quando lo sballo diventa religione, i nostri giovani sono già morti dentro e con loro muore il futuro e la speranza. Sogni, fatiche, avventure positive, progetti, voglia di cambiare, tutto sparito dai loro schemi. Restano, come dopo ogni conflitto, detriti di civiltà, scheletri di famiglie.
Perchè la famiglia non è più centro di valori, non è più centro di convivenza collettiva, con una caratteristica in più: anche nella famiglia è entrata la soggettività, cioè la determinazione dei suoi componenti di comportarsi, decidere, pensare solo in base a valutazioni soggettive.
Io stesso sono il capo della famiglia, io stesso sono il responsabile del mio destino, il corpo è mio, il figlio è mio, il tempo libero è mio, il lavoro è mio e me li gestisco come voglio. Questa soggettività riduce i rapporti con tutti, con Dio e anche con il prossimo. Il soggettivismo è la perdita di un orizzonte comune, è la perdita di principi condivisi, di valori e riferimenti superiori, oggettivi. Il nostro punto di vista diventa l’unica cosa di cui tener conto, esiste solo la nostra interpretazione. E con amarezza dico che c è anche un’eclissi del senso religioso.
Di quest’onda lunga viviamo gli effetti. Tutto questo non è solo il simbolo del fallimento della famiglia ma anche dei governi che non hanno attuato politiche capaci di coinvolgere i nostri ragazzi.
Negli ultimi anni nessun governo, ha investito seriamente sui giovani.
Cattiveria: i giovani non votano?
Un abbraccio".

 

 

 

Silvia Carli

 

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17/03/2011

Comune. Incontro tra il Presidente D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti

 

Incontro tra il Presidente della Provincia D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti
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Incontro tra il Presidente della Provincia D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti
Documento

Un'occasione più unica che rara, che ha visto la partecipazione di numerosi Sindaci di vari paesi agrigentini, insieme al Presidente della Provincia. Lunedi 14 marzo, nella sala consiliare del Comune di Grotte, si è svolto l'incontro indetto dal Sindaco Pilato per discutere sul grave problema dei rifiuti solidi urbani, in vista della scadenza, il 17 marzo, della proroga del contratto tra l'ATO GeSa AG2 e l'ATI Iseda. In maniera unilaterale i Sindaci dei Comuni di Agrigento, Raffadali, Favara, Porto Empedocle e Castrofilippo (in rappresentanza della maggioranza delle quote dell'ATO), riunitisi precedentemente, senza il consenso degli altri Primi cittadini dei paesi consorziati avevano firmato una ulteriore proroga alla stessa Associazione Temporanea di Imprese sino al prossimo 31 dicembre. Grande la preoccupazione di tutte le comunità cittadine interessate. In una prima fase, l'ATI Iseda aveva presentato una consistente richiesta di aumenti, che sarebbero ricaduti sulle spalle dei contribuenti, facendo trapelare il messaggio, sostanzialmente privo di fondamento, che i Sindaci "dissenzienti" volessero il licenziamento degli operai addetti alla raccolta dei rifiuti (realtà plausibile soltanto con la disdetta del contratto). In considerazione dei costi già elevati e della impossibilità di accettare ancora aumenti, i Sindaci si erano adoperati al fine di trovare una soluzione che non penalizzasse le loro comunità, sia sotto l'aspetto della temuta sospensione della raccolta, che sotto l'aspetto di un aumento sconsiderato dei costi del servizio. Nell'incontro di Grotte, oltre al Presidente D'Orsi ed all'assessore provinciale Volpe, erano presenti 10 Sindaci, 3 Vice Sindaci, 3 Presidenti ed 1 Vice Presidente di Consiglio Comunale, 4 Assessori e diversi Consiglieri Comunali. L'approfondita discussione, dai toni a tratti vivaci - segno della gravità del problema -, ha analizzato varie proposte: dall'organizzazione della raccolta "in house" (inflazionato termine del linguaggio burocratico-manageriale sostituibile con un più semplice "in proprio") alla proroga condizionata; dall'incontro con l'Assessore Regionale Di Mauro (Territorio ed Ambiente) a quello con l'Assessore Regionale Marino (Energia); dalla "rimodulazione" (altro termine per indicare una riduzione dei servizi con conseguente riduzione dei costi) alla consegna delle fasce da Sindaco al Prefetto, come forma estrema di protesta.
Al termine della discussione, i partecipanti hanno espresso una posizione unitaria, firmando un documento nel quale chiedono "al liquidatore della GeSa AG2 di convocare, con ogni urgenza, un'Assemblea della Società al fine di discutere in merito all'attuale situazione ed adottare provvedimenti consequenziali".

Carmelo Arnone
17 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

Pubblichiamo il video della parte conclusiva dell'incontro (riprese di © Associazione Culturale "Punto info").

Video dell'incontro Visita l'argomento
 

Incontro tra il Presidente della Provincia D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti
Incontro

Incontro tra il Presidente della Provincia D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti
Incontro

Incontro tra il Presidente della Provincia D'Orsi ed i Sindaci per discutere il problema dei rifiuti
Incontro

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17/03/2011

Scienza. Doppio appuntamento a Grotte, sulla missione CryoSat, del dott. Tommaso Parrinello

 

Tommaso Parrinello "Mission Manager" all'Agenzia Spaziale Europea.
Tommaso Parrinello


Sabato 26 marzo, doppio appuntamento a Grotte, sulla missione CryoSat, del dott. Tommaso Parrinello
Manifesto
 

Sabato 26 marzo il dott. Tommaso Parrinello, dirigente dell’Agenzia Spaziale Europea, sarà a Grotte per illustrare ai suoi concittadini gli obiettivi della missione scientifica CryoSat, di cui è responsabile, attraverso un viaggio spaziale con i satelliti che osservano i continui cambiamenti del nostro pianeta.
In mattinata sarà gradito ospite della dott.ssa Stefana Morreale, dirigente dell'Istituto Comprensivo "A. Roncalli", per incontrare, nella palestra del plesso del Viale della Vittoria, gli alunni delle classi di terza media.
Nel pomeriggio terrà una relazione, aperta a tutti i cittadini, nella sala consiliare del Comune di Grotte. A fare gli onori di casa, il sindaco Paolo Pilato e l'assessore Piero Castronovo, organizzatore dei due incontri.

Il Cryosat-2, satellite che studia i ghiacci terrestri è stato lanciato l’8 aprile 2010 da un razzo Dnepr, dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan. Dalla sua orbita polare invia dati per la comprensione del ruolo dei ghiacci nel sistema Terra, misurare lo scioglimento dei ghiacci polari e il loro effetto sui cambiamenti climatici. Obiettivo primario della missione è la misurazione delle variazioni dello spessore dei ghiacciai dell'Antartide e della Groenlandia, nonché le variazioni di spessore del ghiaccio relativamente sottile che galleggia sugli oceani polari. La distribuzione dei dati scientifici agli utenti di tutto il mondo viene gestita all'Esrin, il centro dell’ESA a Frascati.

Tommaso Parrinello, nato in Gran Bretagna è cresciuto a Grotte e ad Agrigento, dove ha frequentato il Liceo Scientifico “Leonardo”. Nel 1991 consegue la laurea in Fisica presso l’Università di Pavia. L'anno successivo entra nell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come esperto di “Detriti Spaziali” presso lo European Space Operation Centre (ESOC) di Darmstadt, in Germania, per poi diventare responsabile del controllo in orbita del satellite astronomico XMM-Newton lanciato dall’ESA negli anni novanta e ancora attivo. Nel 1999 diventa vice-responsabile delle operazioni dei satelliti ERS-1 ed ERS-2. Dirige le operazioni per il salvataggio di quest’ultimo perso a causa di un’avaria. Ottiene per questo un importante riconoscimento professionale. Nel 2001 si trasferisce in Italia, dove diventa responsabile della sezione per lo sviluppo tecnologico dei sistemi informatici dell’ESA. Nel 2002 ottiene il Dottorato di Ricerca (PhD) in Remote Sensing presso l’università inglese di Dundee per il quale gli viene conferito il primo premio per la migliore tesi pubblicata nel Regno Unito nel campo del Telerilevamento Satellitare. Nel 2007 è assegnato al Direttorato per l’Osservazione della Terra dell’ESA a Frascati, dove - a 40 anni - diventa responsabile della missione Cryosat-2 (Mission Manager), primo Italiano all’ESA ad avere questo incarico. Vanta al suo attivo diverse pubblicazioni scientifiche.


Sito dell'ESA


Satellite CryoSat2
CryoSat2

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17/03/2011

Lettere. "Nessuno è profeta in patria"; di don Paolo Morreale

 

Don Paolo
Don Paolo

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del caro amico don Paolo Morreale, nella quale evidenzia "l’amara realtà che qui a grotte è presente: un abuso eccessivo di sostanze stupefacenti a tutti i livelli, che certamente causa un collasso etico-morale", sollecitando con zelo pastorale un intervento delle autorità civili e religiose.

"Mi sono innamorato di Dio perché è dentro ogni uomo e mi sono innamorato dell’uomo perché immagine di Dio. È questo il motivo per cui ho deciso che tutta la mia vita dovesse essere un dono per Dio e per gli uomini. E ovunque c’è l’uomo c’è Dio e lì dove c’è Dio c’è un pensiero fisso per l’uomo. E tra l’uomo e Dio, Gesù, l’uomo-Dio, che ha il suo “tempo prolungato” in ogni sacerdote.

Tutti gli uomini, certamente, sono miei fratelli, e quanto più i miei concittadini… i grottesi. Eppure, capita che ti trovi con le mani in mano, perché vorresti aiutare l’uomo, ma la cultura, profondamente umana che è intrisa dell’omertà innata nei nostri ambienti, non te lo fa aiutare per come Dio ti suggerisce nel cuore. E ti metti a scrivere per chiedere se c’è almeno qualcuno che possa aiutarti a CAMBIARE IL MONDO, partendo da Grotte. È vero: Gesù ha detto che nessuno è profeta nella sua patria; ha anche detto che “se vedi un tuo fratello sbagliare, correggilo”. Però, la correzione si scontra con una mentalità tipicamente piena di orgoglio e incorreggibilità, indifferente alle piaghe sociali, e magari connivente.

Arrivo al dunque. Voglio spiegarvi ciò che mi sta succedendo qui a Grotte da un po’ di tempo. Almeno, a chi è veramente maturo do la possibilità di conoscere bene ciò che c’è nel cuore di questo Prete. Il Signore mi ha dato la grazia, attraverso i vari strumenti di comunicazione, di poter  riallacciare, dopo un decennio circa, delle relazioni con la realtà giovanile grottese; da almeno un anno tutto il mio tempo libero, sebbene poco, lo trascorro ben volentieri a casa mia, cioè a Grotte, dove sono nato  e dove spero pure di poter finire i miei giorni. È stata veramente una occasione favorevole che sia il mio ascendente per i giovani e i loro problemi, sia l’accoglienza da parte delle giovani generazioni, rendesse possibile un dialogo, profondo e interessante. Basti pensare che nel giro di un anno molti sono venuti a contatto con me e hanno voluto aiuti spirituali e umani in genere. Di questo ringrazio Dio!!! Tuttavia i miei occhi, che non vedono solo l’esterno, ma scrutano l’uomo, i suoi problemi, le speranze, i bisogni e le fatiche, mi hanno fatto guardare l’amara realtà che qui a grotte è presente: un abuso eccessivo di sostanze stupefacenti a tutti i livelli, che certamente causa un collasso etico-morale dell’uomo, nella sua interezza, e ne anticipa la rovina. Dapprima, grazie alla mia esperienza matura del problema, ho voluto soltanto farmi compagno di singoli… che poi si sono rivelati gruppi: e sono i nostri giovani, maschi e femmine, che nella libertà hanno solo il pretesto per poter acconsentire ad un vizio che è solo per la morte. Per cui, ho iniziato ad ammonire personalmente alcuni, a convincerli che una vita da sballo non è il progetto di Dio. Finché anche qualche famiglia, che osservava da tempo questi fenomeni, ha aperto gli occhi volendo porre una fine a questa piaga. Ma quello che sembrava un semplice lavoro di esortazione, di aiuto, e di incoraggiamento, si è rivelato invece una battaglia, dura e ardua, contro le forze del maligno, che si nutrono del bisogno causato dal vizio, e anche di una mentalità prepotente, bullista e mafiosa.

E sapete qual è stata la parola d’ordine diffusa? Questo prete non è un prete modello, perché non si fa i fatti suoi! Lui è uno ‘mpami, nessuno gli deve più parlare. E iniziano le telefonate anonime, le minacce perché mi faccia da parte, altrimenti ci rimetto. Proprio una storia alla stregua di Brancaccio, dove Don Pino Puglisi per liberare l’uomo ci ha rimesso la vita; una storia all’altezza di Cinisi, dove Peppino Impastato ha combattuto contro don Tano Badalamenti, finendo sotto le rotaie; eppure siamo a due passi dal paese della Ragione, Racalmuto, e ci vantiamo di avere il Premio Letterario Racalmare, fondato da Leonardo Sciascia, che ha descritto l’amara realtà della prepotenza mafiosa e il baratro a cui essa conduce. Per di più, siamo un popolo che abbiamo una maggioranza di Cristiani, Cattolici e Protestanti, che hanno uno statuto, quello dell’amore a immagine di Gesù. Ci vantiamo di avere una festa importante nella Pasqua e invece rimaniamo nei nostri gravi peccati sociali di una connivenza con la malavita.

E questo Prete, chiamatelo scemo, visionario, sognatore, illuso, o come volete, non serve a far finta di niente e a chiudere gli occhi, con un gesto propriamente omertoso, dinnanzi a questa realtà! Questo prete per l’amore che ha nel cuore per tutti gli uomini, specialmente per i suoi concittadini, si appella alla responsabilità morale di ciascuno citando le parole d’amore del Papa Giovanni Paolo II: “Lo dico ai responsabili: Convertitevi! Verrà una volta il giudizio di Dio”. E dico pure al Primo cittadino di attivarsi per una crescita umana e sociale del Popolo, che ha nelle nuove generazioni il futuro, a quanto pare incerto, visto che i migliori sono costretti ad andare via altrimenti saranno assorbiti da questa mentalità. Lo dico pure al mio confratello, l’Arciprete Castronovo, di non introdurre al sacramento della cresima quei giovani che non hanno mostrato una profonda conversione, e usano questa occasione solo come fattore culturale prettamente meridionale dell’essere affiancati dal “padrino”: e poi abbandonano i banchi della chiesa per essere arruolati nelle sale giochi, nei pub, nelle discoteche, a consumare sesso, alcool e droga. Infine lo dico alle famiglie: a volte miopi di ciò che succede nella psiche dei loro figli: non è dando tutto che si assicura il progresso umano, civile, e morale dei giovani. Puntate al sacrificio e alla conquista, e non fate mancare tanti no, al posto di tanti si, gratuiti, ma che rasentano un’abdicazione del ruolo genitoriale ai consumi e ai passatempo.

Vi assicuro, è vero: NESSUNO È PROFETA IN PATRIA, e io lo so che con queste parole non mi esimo dall’essere biasimato: ma tacere è per me un peso, e parlare a nome di Dio un obbligo: Guai a me se non predicassi il vangelo!

P.S.: Grazie alla Lettera del mio conterraneo, il Dott. Salvatore Filippo Vitello, Procuratore Capo di Lamezia Terme, mi sono sentito spinto a fare udire anche la mia voce. Spero che possiamo tutti entrare in un dialogo fattivo per il bene di Grotte
".
 

 

 

 

Don Paolo Morreale

 

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16/03/2011

Attualità. Possibile costruzione di una centrale nucleare vicino Grotte; dell'ing. Calogero Chiarenza

 

Possibile costruzione di una centrale nucleare vicino Grotte
Tabella


Possibile costruzione di una centrale nucleare vicino Grotte
Cartina

Riceviamo e pubblichiamo.

"Cosa penserebbero i grottesi se a pochi chilometri gli costruissero una centrale nucleare?

          Questo è il mio primo scritto che invio alla redazione di Grotte.info Quotidiano e lo faccio perché mi preme dare, almeno spero, una preziosa informazione in merito alla costruzione di centrali nucleari in Italia, secondo il nuovo programma elettronucleare italiano previsto dal Decreto Legge 112/2008 convertito con Legge 133/2008, di cui alcuni articoli saranno oggetto di una prossima consultazione referendaria.
          Al di là delle posizioni pro e contro le centrali nucleari, vorrei far notare che il territorio di Grotte dal punto vista sismico trovasi in un’isola relativamente felice, in quanto è ubicato nell’unica zona della Sicilia in pratica non sismica o comunque a bassissima sismicità, giuridicamente classificata come  Zona 4 (ex non sismica).
          Di questa Zona 4  fanno parte ad esempio oltre a Grotte, Racalmuto, Favara, Palma di Montechiaro, Licata, Naro, Canicattì, Ravanusa, Caltanissetta ecc., vedi tabella a lato.
          Se da un lato in fatto di sicurezza delle costruzioni ciò non può che farci piacere, dall’altro potrebbe essere una zona accreditata come possibile sito di una centrale nucleare.
          Ripeto, l’unica zona a bassissima sismicità storicamente non sismica dell’intera Sicilia, è proprio la zona ove sono ubicati i comuni suddetti tra cui Grotte. Non ve ne sono altre in tutta la Sicilia. Vedi cartina allegata dove la Zona sismica 4 è colorata in verde chiaro.
          Non è un caso che notizie giornalistiche e affermazioni da parte di alcune associazioni hanno fatto girare la voce che tra i siti della Sicilia per la costruzione di una centrale nucleare è stata individuata la zona di Palma di Montechiaro a bassissima sismicità (ovviamente ancora non sappiamo nulla di ufficiale).
          L’antico detto popolare “non scherzare col fuoco” è nulla a confronto con il nuovo detto che io conierei in “non scherzare con il nucleare”.
          In questo momento stanno in varia misura per essere contaminate dalla radioattività decine di milioni di giapponesi, distanti anche centinaia di chilometri dalla centrale nucleare in avaria ed è probabile che la nube radioattiva faccia il giro del mondo.
          Immaginate cosa si prova sapendo che a 30 chilometri da Grotte funziona una centrale nucleare per decine di anni. E se qualcosa non dovesse funzionare (nessuno giurerebbe che è impossibile che ciò accada) che ne sarebbe di noi e dei nostri figli?
          Ma questa considerazione vale per tutti gli esseri umani e in qualsiasi parte del mondo.
          Mi ripropongo di tornare sull’argomento".

 

 

 

Ing. Calogero Chiarenza

 
 
Dalla Redazione.
Per chi volesse approfondire:

"Nucleare", servizio di "Presa diretta" Visita l'argomento

"L'inganno", servizio di "Report" Visita l'argomento
 

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16/03/2011

Editoriale. "Grotte, inizia a farti i fatti tuoi!"

 

Carmelo Arnone, dalla redazione di Grotte.info Quotidiano

Dalla lettera del dott. Salvatore Filippo Vitello e dalle considerazioni di Silvia Carli si possono cogliere stimoli che è necessario evidenziare, per una crescita umana, prima che sociale e culturale, della nostra comunità.
Di fronte a fatti malavitosi eclatanti, spesso si tace soprattutto perchè si ha l'impressione, se non la piena consapevolezza, di essere soli; non si avverte la solidarietà concreta della società. Non è un concetto astratto. Nelle altre nazioni europee, coloro che assistono ad un reato non voltano la faccia dall'altra parte, piuttosto cercano di bloccare (anche materialmente) il reo e collaborano attivamente con gli inquirenti. Il malvivente non gode della copertura sociale bensì diviene oggetto della riprovazione collettiva. Pensiamo invece a cosa accade dalle nostre parti: io non c'ero, non ho visto, non mi sono accorto di nulla. A volte gli investigatori si trovano a dover contestare ai reticenti - anche alle vittime -, magari con il supporto incontestabile delle immagini di videocamere, la loro presenza sul luogo del reato. "Fatti i fatti tuoi" è la frase intimidatoria ricorrente, e supinamente acquisita dalla generalità come modus vivendi. Si teme la vendetta del malfattore, una volta uscito di prigione. Questo messaggio non può continuare a passare. Scrivo "continuare" perchè, diciamo la verità, è ancor oggi corrente non soltanto nella "gente comune" ma anche, purtroppo, tra chi ha il dovere di ergersi come baluardo a difesa della nostra società. Per non generalizzare, diamo uno sguardo a Grotte, il nostro paese. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad episodi gravissimi; per citarne alcuni: incendio del chiosco "Fuente Loca" nella villetta Green (maggio 2008); atto intimidatorio contro il Sindaco Pilato (giugno 2009); incendio del gazebo del bar "Da Franky" (luglio 2010). Non mi pare di aver visto cortei lungo il corso principale, fiaccolate di solidarietà, comizi pubblici di condanna. Oltre gli attestati di solidarietà, che in qualche caso vi sono stati (unico il lenzuolo "nn mollate mai vi vogliamo bene" e la ricostruzione rapida del gazebo "Da Franky"), il nulla. Non si sono mosse le Istituzioni. Nessuna scolaresca in piazza, né una veglia di preghiera all'aperto; nessuno striscione o lenzuolo ai balconi, nessuna manifestazione pubblica di sostegno e solidarietà. Eppure ne ho visti di incontri, ne ho sentite di parole sulla Legalità. Mi chiedo dov'erano gli illustri oratori nel momento della prova. Dove, i protagonisti del circo mediatico "legalità-solidarietà-antimafia" soliti presenziare a consegne di targhe, medaglie, cittadinanze onorarie, serate di gala con politici. Ma soprattutto dove eravamo noi? Tutti noi, sia singolarmente che come corpo sociale. Non è un "j'accuse", semmai un "mea culpa". Anche dalle pagine di questo quotidiano avremmo dovuto tenere desta l'attenzione; non l'abbiamo fatto. E quando in prima persona mi sono mosso con piccoli ma decisi passi verso la legalità, mi sono trovato solo. Solo. Mi riferisco alla questione dell'articolo sull'occupazione abusiva di suolo pubblico, avvenuta sotto gli occhi di tutti, a pochi passi dalla Stazione Carabinieri e sotto lo sguardo della Polizia Municipale. Ha scritto il dott. Vitello: "pretendendo con forza più attenzione dalle autorità cui è demandato il compito della sicurezza". Mi riferisco alle auto in sosta senza disco orario, ed a quelle lasciate in divieto di sosta lungo il corso principale. Lungo il corso principale! E' possibile che le autorità continuino a non accorgersi di niente? Mi riferisco anche a ringhiere che svaniscono nel nulla, alle continue affissioni abusive (all'interno ma soprattutto al di fuori degli spazi consentiti)... Lo so, sono "piccolezze", ma è da tante "piccolezze" che si crea la mentalità del lasciar correre, lasciar stare per non offendere nessuno. "Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto" (Lc 16.10). Se non si è in grado di redarguire l'automobilista indisciplinato così come il ragazzino che getta cartacce per terra (hai voglia a mettere i cestini portacarta!), come si potrà avere l'autorevolezza di contrastare sul nascere il fenomeno delinquenziale, prima ancora che mafioso? Siamo davvero nella convinzione che il "cattivo" sia il tutore dell'ordine che emette una contravvenzione e non piuttosto il cittadino che viola le norme? Siamo soddisfatti dell'attuale "pace sociale" ottenuta al prezzo di abdicare al proprio ruolo volgendo lo sguardo altrove? Io no. Ricordo anni fa, quasi come forma di ritorsione, mi venne detto: "allora da oggi ci mettiamo a fare le multe a tutti quelli che vanno in motorino senza casco e guidano l'auto senza le cinture". Ma questa deve essere la norma! Per tutti. Non può essere applicata una tantum per ribadire un presunto potere, ma costantemente come applicazione di un ineludibile dovere. Non si chiede il pugno di ferro "da oggi chi sbaglia paga" ma la costante osservanza delle norme affinché nessuno debba pagare mai, che tutti siano guidati a non sbagliare. Il carabiniere, il vigile, non deve essere visto (e non deve lui stesso considerarsi) come colui dal quale stare lontani perchè "può farcela pagare", ma l'amico al quale rivolgerci ed al quale richiedere il servizio della Sicurezza e della Legalità. Le autorità amministrative (sindaco, assessori, consiglieri comunali) non devono essere considerati come "amici" che fanno togliere le multe o che "mettono una buona parola" per far "chiudere un occhio", bensì come coloro che lavorano affinché a tutti i cittadini, indistintamente, vengano garantiti pari diritti ed ai quali venga richiesta l'osservanza di pari doveri. In merito, non adeguatamente supportate da "chiunque spetti, di osservarle e farle osservare", a poco sono servite le precise indicazioni dell'assessore alla Legalità. Occorre acquisire la consapevolezza che insieme, autorità amministrative, tutori della legge, onesti cittadini, siamo tutti dalla stessa parte; una consapevolezza che si avvertirà quando non saremo più soli. "Fatti i fatti tuoi" è l'affermazione che dovremmo cominciare a metter in pratica assumendo come principio che quanto succede nel nostro paese sono davvero "fatti nostri". Anche sostenendo con atti concreti chi conduce la battaglia non solo "per noi" ma "con noi". Altrove sono sorti i comitati spontanei "Addio pizzo", "Scorta Civica", "Ammazzateci tutti"; a Grotte occorre la solidarietà aperta e sincera di chi ci sta accanto. Perchè la società siamo noi: i nostri amici, i nostri parenti, i nostri vicini di casa. Persone come noi, che amano questo paese, ne conoscono i pregi, ne vedono i difetti  e cercano di correggerli. Come fa ogni buon genitore: richiama il figlio che ama, affinché sia migliore e vada nel mondo a testa alta. Quando ogni grottese farà la sua parte, Grotte avrà la possibilità non solo di apparire migliore (un'isola felice nel territorio agrigentino) ma di esserlo realmente. Me lo auguro.

Carmelo Arnone
16 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

P.S.: Chiunque si senta in qualche modo "chiamato in causa" ha la possibilità di replicare facendo pervenire le proprie considerazioni per iscritto e complete di firma (assumendosene apertamente le responsabilità, come il sottoscritto), che verranno pubblicate. Gradirei, qualora possibile, fossero evitate contestazioni telefoniche o "de visu" in assenza di testimoni.
Parliamone, magari in un dibattito pubblico, apertamente ed a testa alta.
                    Carmelo Arnone

Si può
intervenire tramite la sezione "Contattaci", con una "E-mail" o con un commento su Segui "Grotte.info Quotidiano" su Facebook.
 

 

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16/03/2011

Lettere. "Una coscienza civile consapevole dei pericoli"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni di una lettrice sulla lettera del dott. Salvatore Filippo Vitello.

"Purtroppo la mafia ha dimostrato in tutta la sua storia di possedere una grande capacità di rialzare la testa, anche dopo duri colpi inferti. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo di fronte un fenomeno precedente all’unità nazionale. E soprattutto non dimentichiamo che la mafia è una componente organica del sistema di potere.
L’aspetto più appariscente e drammatico della mafia è quello delle uccisioni e delle stragi, ma il nucleo centrale, il cuore e la mente sono rappresentati dall’essere titolari di interessi di carattere economico e politico. Un sistema questo, capace di attivare un circuito perverso che mette in gioco la dignità stessa delle persone: si sfruttano i bisogni.
Certo, questo fenomeno è sempre esistito, ma fino a quando la legalità era considerata un valore, lo spazio per il favore personale era minore. I comportamenti clientelari che ora consideriamo normali devono tornare ad essere considerati scandalosi. Voglio essere ottimista e motivi di sperare ne ho tanti.
Alla mafia fanno paura le immagini che ricordano chi si oppose al suo disegno di sopraffazione e perciò pagò con la vita. Quei simboli incutono timore perchè, alimentando la memoria, attestano la volontà della parte seria della società di non piegarsi alla violenza, sostenendo l’azione di magistrati e forze dell’ordine. Per questo buttano a terra statue e sfregiano targhe.
Questo mi fa capire che la mafia, non solo teme i simboli che alimentano il ricordo, ancor più teme una coscienza civile consapevole dei pericoli che la minacciano, ed è risoluta a non arrendersi. E' da qui che si può e si deve ripartire.
Voglio fare una domanda al Dottor Vitello.
E' vero, solo nella cultura mafiosa, può dirsi "uomo di rispetto", chi pratica l’oscuro costume dell’omertà; ma secondo lei, è possibile che a volte si tace perchè non si ha la certezza di condanne adeguate?
Grazie... con il cuore".

 

 

 

Silvia Carli

 

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15/03/2011

Ambiente. "Munnizza unni egghiè", di Aristotele Cuffaro

 

"Munnizza unni egghiè", di Aristotele Cuffaro.
Immagine dall'alto


Aristotele Cuffaro
Aristotele Cuffaro

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro  Carmelo,
colgo l'occasione, dopo aver letto il tuo articolo “Vanno a ruba i nuovi cestini porta carte”, per fare una seria e preoccupante denuncia sulla sensibilità di taluni cittadini nel rispetto ambientale, e, soprattutto, igienico sanitario.
Qualche Giorno fa ho letto, come tanti altri lettori, la segnalazione di un anziano grottese che vede, ripetutamente, il proprio giardino a ridosso di via Padre Annibale Maria Di Francia, riempirsi di spazzatura di ogni genere. Ebbene, l’anziano in questione è il Signor Luigi Cuffaro, padre di chi scrive.
Pensavamo che dopo la segnalazione fatta, i cittadini avrebbero avuto più accortezza nel mettere “la palla in buca” ossia il sacchetto dell’immondizia nel cassonetto. Ma quando mai! I sacchetti si lanciano dalla macchina in velocità. Non essendo i cittadini dei bravi giocatori di pallacanestro, i sacchetti lanciati finiscono quasi sempre nel mio giardino.
L’avevo ripulito, per l’ennesima volta, dopo aver fatto, sempre per l’ennesima volta, le mie rimostranze e segnalazioni agli enti di competenza.
Come ben sappiamo, la gestione rifiuti non è più di competenza comunale ma dell’ATO. L’Assessore all’Ecologia, si è subito attivato nei confronti dell’ATO rifiuti per lo spostamento del cassonetto a ridosso del giardino e continua a richiamare i dipendenti ed i dirigenti di questo Ente che poco sensibili, meglio dire strafregandosene dell’igiene del quartiere, rimettono il cassonetto costantemente nella posizione sbagliata con le conseguenze del caso: “il canestro si manca, il giardino si riempie di immondizia”.
Dobbiamo istallare una videocamera per costringere taluni cittadini a rispettare l’ambiente ed i dipendenti dell’ATO a fare il proprio dovere per rendere pulito il pezzettino di terra in questione?
La civiltà del cittadino si misura fondamentalmente nel rispetto dell’ambiente e del prossimo.
Mi sa che del rispetto non si ha cognizione o si da un’interpretazione sbagliata come ha ottimamente scritto il Procuratore Vitello. “Il rispetto si da alla gente onesta e non ai prevaricatori” a mio avviso. Noi chiediamo solo rispetto dell’ambiente e di un onesto anziano che vuole vedere i propri carciofi liberi dalla sporcizia.
Allego una foto che ho scattato stamattina".

 

   

Aristotele Cuffaro
Consigliere Comunale

 

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15/03/2011

Comune. Più vicino il referendum per la rettifica dei confini tra Grotte e Racalmuto

 

Più vicino il referendum per la rettifica dei confini tra Grotte e Racalmuto.


Nota dell'Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica.
Leggi la nota

Il Sindaco di Grotte lo definisce senza mezzi termini "un eccezionale risultato". E' la comunicazione ufficiale, da parte dell'Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, dell'avvio dell'iter che porterà alle urne i cittadini "grottesi" residenti nel territorio del Comune limitrofo di Racalmuto. Sono oltre mille gli abitanti delle zone interessate al referendum, divisi in quattro quartieri: Fico Fontanelle, Montagna Gentile, Confine e Stazione.
Entro un tempo che si preannuncia breve saranno chiamati ad esprimere la loro volontà di rimanere cittadini di Racalmuto o di "tornare ad essere" cittadini di Grotte. Questo è quanto auspicato dal Comitato per la rettifica dei confini, presieduto dal sig. Giuseppe Sollima. La nota dell'Assessorato riporta testualmente: "... con la presente si da formale comunicazione di avvio del procedimento di predisposizione del decreto di autorizzazione alla consultazione referendaria, relativa alla rettifica dei confini tra i comuni di Grotte e Racalmuto, riguardante il passaggio al Comune di Grotte di porzione di territorio e di popolazione, facenti parte, a tutt'oggi, del comune contermine di Racalmuto".
Ormai il processo di indizione del referendum può dirsi avviato, secondo quanto stabilito con la sentenza n° 2662/10 del TAR Sicilia, dopo il ricorso, presentato dal Comune di Grotte, che tendeva a far annullare parzialmente il Decreto Assessoriale n° 1073 del 30 novembre 2009, nella parte in cui individuava la popolazione chiamata a partecipare alla consultazione referendaria. Secondo l'Assessorato, tutti i cittadini di Racalmuto si sarebbero dovuti recare alle urne. Ciò avrebbe determinato il verificarsi di due ipotesi, entrambe negative. La prima sarebbe stata il mancato raggiungimento del quorum: sarebbe stato difficile portare alle urne il 50% più uno dei racalmutesi aventi diritto al voto. Nella seconda ipotesi, ammesso che si fosse raggiunto il quorum, il risultato sarebbe stato negativo perché è evidente che i racalmutesi avrebbero espresso parere negativo alla perdita di parte della popolazione e del territorio.
La sentenza del TAR stabilisce invece che ad esprimersi sia soltanto la popolazione residente nei territori oggetto di variazione, e ciò comporterà un risultato rispondente alla reale volontà dei cittadini direttamente interessati.
Dalla decisione del Giudice Amministrativo ad oggi, vi è stata una ulteriore istruttoria, da parte dell’Assessorato Regionale, con la quale si è chiesto un parere all’Avvocatura Distrettuale dello Stato, che ha confermato di non avere intenzione di opporsi alla sentenza, invitando lo stesso Assessorato ad emanare un nuovo decreto. Ormai il procedimento per indire il referendum è già avviato, con la nota a firma del Direttore Generale, dott.ssa Giammanco.
Questo risultato, frutto di anni di sacrificio, premia l'impegno del Sindaco e dell'Amministrazione Comunale, ma soprattutto dell'Onorevole Salvatore Caltagirone, vice sindaco di Grotte, che ne ha fatto un suo preciso impegno di fronte ai cittadini che ancora oggi sperano, soprattutto i più anziani, di poter avere la gioia di tornare ad essere legalmente "grottesi".
Che lo siano di fatto non vi sono dubbi. Da Grotte assumono servizi essenziali quali l’erogazione idrica (della quale il Comune di Grotte paga la tassa di depurazione), lo smaltimento dei rifiuti, il servizio scuolabus, l'educazione scolastica, i servizi postali, il supporto parrocchiale e quanto necessario alla vita sociale. A Racalmuto debbono, invece, rivolgersi per i certificati anagrafici; di quel Comune risultano essere elettori (costituendo un piccolo ma determinante "serbatoio elettorale"); sempre alla "città della Ragione" versano gli oneri di urbanizzazione, rimpinguandone le casse ma non ottenendo le relative opere necessarie, che dovrebbero derivarne.
Dichiara il sindaco Pilato: "Da consigliere provinciale, il 3 luglio 1987, sono riuscito a fare votare favorevolmente, adducendo le ragioni - identiche da allora ad oggi – in tal senso, il Consiglio Provinciale. Altro allora non potevo fare in quanto la responsabilità passava all’amministrazione locale. Oggi da Sindaco sono fiero di poter dare seguito a quella decisione. Oggi la concretezza delle azioni e dell’impegno costante porta al raggiungimento di questo risultato e l'Amministrazione Comunale di Grotte, che mi onoro di guidare, sarà attenta affinché l’indizione del referendum avvenga in tempi rapidi; il risultato odierno ne è la prova".
Se tutto dovesse procedere come previsto, è plausibile che la consultazione referendaria possa svolgersi entro sei mesi.

Carmelo Arnone
15 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

Pubblichiamo a lato la nota dell'Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica.

 

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14/03/2011

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.

Periodo di Quaresima
I fedeli sono invitati alla preghiera al digiuno ed all'elemosina. Tutti i venerdi, astinenza dalla carne.

Mercoledi 16
marzo
- alle ore 08.45, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 17.00, Santo Rosario e Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo (1° giorno del Triduo di San Giuseppe).

Giovedi 17 marzo
- alle ore 08.45, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 17.00, Santo Rosario e Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo (2° giorno del Triduo di San Giuseppe);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 1° e 2° anno di cresima (della chiesa Madre).

Venerdi 18
marzo
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- alle ore 08.45, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 17.00, Via Crucis e Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo (3° giorno del Triduo di San Giuseppe);
- alle ore 19.00, nella chiesa Madonna del Carmelo, riunione dei genitori, cresimandi, padrini e madrine dei giovani del 2° anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo), in preparazione alla Consegna della Bibbia - domenica prossima -;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.

Sabato 19 marzo - Festa di San Giuseppe (Festa del papà)
- le Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo saranno celebrate alle ore 09.00, 11.00 e 18.30 (prefestiva).

Domenica 20 marzo
- alle ore 11.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa con la Consegna della Bibbia ai giovani del 2° anno di Cresima;
- alle ore 17.30, nella chiesa Madonna del Carmelo, Santa Messa "per famiglie e fidanzati" celebrata dal Presidente del Tribunale Ecclesiastico dell'Arcidiocesi di Agrigento (e Direttore Diocesano di Pastorale Familiare).

 

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14/03/2011

Lettere. La mafia a Grotte e il silenzio dei troppi; del Dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Dott. Salvatore Filippo Vitello - Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme
Dott. Vitello





Comizio di Salvatore Carlisi nel 1958
Comizio nel 1958





Salvatore Carlisi Sindaco
Carlisi Sindaco





Salvatore Carlisi Sindaco
Carlisi Sindaco





Salvatore Carlisi Sindaco
Carlisi Sindaco





Gasparino Agnello nel 1965
Agnello nel 1965

A distanza di una settimana riceviamo - con piacere - e pubblichiamo un'altra lettera del nostro concittadino, il dott. Salvatore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme. A fianco alcune immagini di persone citate nella lettera. Proponiamo, per facilitarne la lettura, una versione stampabile: Lettera del dott. Vitello Visita l'argomento.

*****

"Nel documento conclusivo della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che Carmelo Arnone ha pubblicato in questo sito, vi è un capitolo dedicato alla mafia, nel quale si afferma con forza la necessità della lotta alla mafia comunque denominata ed in ogni area del paese.

Oggi, da queste colonne, traggo spunto da quella autorevole indicazione, per lanciare una sfida a tutti noi che abbiamo a cuore le sorti del nostro paese, che teniamo moltissimo a questo forte legame con la terra d’origine, per discutere in modo sereno e senza timore della mafia a Grotte.

Cercherò di introdurre l’argomento evitando di far emergere le passioni e gli umori della cronaca attuale, rievocando nella loro essenzialità alcuni accadimenti del nostro passato specifico, per come li ricordo e sulla base di quanto è emerso dai processi celebrati, alcuni oramai definiti con sentenze passate in giudicato, cercando comunque di rapportare quelle vicende del nostro territorio ad un contesto più generale.

Parto proprio da quest’ultimo incipit per evidenziare che Grotte è un pezzo della Sicilia e del sud, che nel tempo non si è rassegnato e che ha vissuto sempre la tensione per il suo riscatto civile e democratico.

La nostra storia passata è segnata da tante difficoltà, da vicende drammatiche (il duro lavoro delle miniere, quando si entrava nudi nel sottosuolo perché era insopportabile la temperatura elevata e la carenza di ossigeno del sottosuolo e dove si scavava con il piccone), da cadute amministrative, ma anche da riprese e fermenti.

Una forte spinta innovativa partita dal basso, da una forte presa di consapevolezza delle persone delle classi sociali più marginali (bracciantato e zolfatari) ha portato alla vittoria amministrativa di Salvatore Carlisi Ardicasi eletto sindaco di Grotte, nonostante la forte opposizione dei potentati locali.

Ardicasi ha rappresentato il superamento di un retaggio storico e sociale che ha imposto, a Grotte, come in tutto il Sud, un “fossato” tra classe dirigente “alfabeta” e famiglie di contadini e lavoratori, i quali hanno sempre impegnato tutto il loro tempo nell’affrontare i problemi di sopravvivenza, in quello spazio vitale rappresentato dal “dammuso” che era stalla, stanza da pranzo, stanza da letto, con “rinale”.

Ardicasi rappresentava la vittoria di quelli che non contavano, perché ha portato nell’amministrazione cittadina gente del popolo (ho visto una vecchia foto, mi pare su questo sito, dove vi era Ardicasi seduto dietro ad un tavolo da osteria, ma era il tavolo del sindaco di Grotte, ed accanto alcuni amministratori, tra cui mio zio Vincenzo Vitello), sconfiggendo per così dire la borghesia e l’apparato cittadino, e dimostrando che i “fossati” anche quando si vive in quelle condizioni, è possibile superarli quando il popolo riesce a trovare una guida affidabile.

Ecco, aggiungo un’altra cosa che riguarda questo tema; in allora, immanente sempre la presenza mafiosa, Ardicasi e tanti altri non si sono fatti intimidire.

Ma questi fermenti non si sono consolidati, hanno espresso sì una classe dirigente di livello ma che non ha saputo o potuto esprimersi in una leadership duratura. In parte le ragioni sono quelle indicate da Enzo Napoli, nel suo scritto recente su questo quotidiano, ma in parte sono anche quelle legate al tipo di società che si è via via sviluppata, tutta incentrata sui legami di famiglia (il buon partito nel matrimonio), nei partiti (i tre egemoni dell’epoca, Democrazia Cristina, Partito Comunista e Partito Socialista, con l’aggiunta dei socialdemocratici e la variabile PSIUP, rappresentato da Gasparino Agnello, che ricordo con una 500 sgangherata che si annunciava da solo i suoi comizi, scena da Nuovo Cinema Paradiso), nei rapporti di interessi e di affari.

Tutte queste tre componenti sono state la causa della creazione di una sorta di limbo sociale che a Grotte ha convissuto (anzi, abbiamo: io non sono esente, poiché prodotto di quella condizione sociale) con la mafia, che era esistente nel passato remoto, è stata presente nel passato prossimo e forse (ma su questo non ho dati aggiornati) è ancora operativa nel presente.

Andiamo per ordine.

Parlo di limbo, richiamando il limbo dantesco. Il luogo delle non scelte. Nel limbo Dante mette quelli che non sono destinati né all’inferno né al paradiso, quelli che stanno a metà. Nel nostro limbo possiamo collocare i tanti che stanno zitti: il silenzio dei troppi.

La questione che oggi pongo è quella di verificare se tutti insieme possiamo superare quella condizione non tanto virtuale ma disperatamente reale, chiamata Limbo, prendendo atto dei mutamenti radicali dei nostri stili di vita e affrontando la questione in spirito di verità e senza timori.

Senza prenderla da lontano, intanto voglio dire che non tolleravo prima e non riesco a sopportarla tanto più oggi quella situazione che da noi chiamiamo, nella sua accezione negativa, “rispetto”, per la sua forte carica di ambiguità.

Il “rispetto” (da qui il proverbio: “lu rispietto è misurato cu lu porta l’avi purtato”) come parola non viene pronunciata molto ma è richiamata moltissimo negli atteggiamenti. E’ viva nei modi di rapportarsi, trascina atteggiamenti e rancori.

L’uso deleterio che la parola ha assunto nel costume grottese (e non solo) è quello di compiacere la persona da cui ci si attende un vantaggio, una sorta di interscambio di interessi.

Il “rispettarsi” (così lo descrive don Giacomo Panizza nel libro Qui ho conosciuto purgatorio inferno e paradiso, dove per Qui è Lamezia Terme) si mostra con più facce a seconda se è diretto all’amico (a “lu cumpari”, diciamo in senso buono, perchè poi vi è “lu cumpari” negativo con cui si fanno accordi criminali), al ricco, al nobile (condizione del passato, prossimo, oggi da noi pressoché superata), al potente, al mafioso, al politico.

L’uso del “rispetto” delinea quindi, da un lato, un aspetto dignitoso, direi di buona educazione, fatta di tradizioni e di valori (il rispetto che si portavano reciprocamente gli anziani nei loro rapporti sociali, un esempio di stile eccezionale), e dall’altro uno molto ambiguo, già presente nel passato, quando il concetto era legato a una sudditanza verso la nobiltà e verso i ceti più a mezzi (la cosa che ora mi viene in mente è il modo di relazionarsi dei professionisti di quell’epoca - geometri, medici, avvocati, notai -, quando si rivolgevano ai poveri contadini con il tu, con un atteggiamento altero, dall’alto (anzi altissimo) in basso e pretendevano il voi, con un corredo di attenzioni di dettaglio, quali portare la borsa e così via).

Oggi nel presente, con il superamento di quei modi borbonici, bisogna capire se è ancora attuale la parola “rispetto”, perché, nel rispondere positivamente, aggiungo che oggi come ieri il “rispetto” era anche quello rivolto al “mafioso”.

Nel Giorno della Civetta di Leonardo Sciascia, soprattutto nel film, si vede bene questo concetto di “rispetto” rivolto al capitano che comanda la compagnia dei carabinieri ma rivolto anche al capomafia del posto. Ebbene questa equazione deve essere distrutta. Il capomafia non merita nessun “rispetto” è questo il concetto che voglio con forza esprimere.

Per entrare nel concreto, bisogna necessariamente riportarsi alle dichiarazioni rese nei vari processi riguardanti vicende criminali di grottesi, per come sono state riportate dai quotidiani locali.

Dagli atti dei vari processi che hanno riguardato l’omicidio di due cittadini di Grotte, conclusosi mi pare anche in Cassazione, con l’ergastolo ad un altro grottese, Vincenzo Licata, quale mandante del duplice omicidio, ma anche da altre vicende di mafia venute alla luce a seguito della collaborazione di tale Di Gati di Racalmuto, mi pare che siano emerse le seguenti verità processuali:

          - A Grotte era presente un referente di cosa nostra, che prima del Licata Vincenzo era lu zi Pepè Chiarenza. Su questo punto bisogna ricordare che lu zi Pepè Chiarenza era stato sottoposto alla misura di prevenzione antimafia insieme a tanti altri di Grotte, con obbligo di soggiorno in un paese del Nord-Italia. Alcuni dei soggetti inviati al Nord poi vi sono rimasti e pare che si siano integrati molto bene ed onestamente in quei paesi; con quelle misure si è sostanzialmente colpita una mafia per così dire marginale, di natura prevalentemente agricola-pastorizia, anche se lo zi Pepè Chiarenza era un dipendente comunale, con il ruolo di capo dei netturbini, pur non avendo mai utilizzato la ramazza, ma questo fatto delle mansioni negli uffici pubblici non corrispondenti ai reali compiti è questione non locale ma nazionale;

          - Ma il Chiarenza (che ricordo benissimo e che perfino io, che oramai ho una certa consuetudine a praticare simili persone, ho difficoltà a ritenerlo mafioso) a causa della sua età non era più adeguato al ruolo, da qui l’ascesa del Licata e del suo amico Aquilina Giovanni;

          - Parrebbe, inoltre, che alcuni giovani, irretiti non si sa da che, facessero a gara per entrare nelle grazie del Di Gati e quindi in cosa nostra, ed hanno cercato di dimostrare la loro adeguatezza criminale prestandosi ad alcuni crimini di basso profilo e soprattutto assumendo un ruolo di pretoriani dell’“onore” dei loro capi (chi ne parla male viene punito con azioni di danneggiamento).

Mi pare che, sulla base di questa sintetica scheda, sia più che sufficiente per dire che a Grotte abbiamo convissuto con la mafia.

Ed allora, se così è, le domande sono:

          - Perché non se ne parla;

          - Perché le varie amministrazioni non si sono costituite parte civile nei vari processi di mafia che riguardano vita sociale e sicurezza del paese;

          - Perché si è attenuato il controllo sociale della comunità, che avrebbe dovuto emarginare queste persone, tenere alla larga e non lusingare con il c.d. “rispetto”.

Ecco queste domande esigono risposte da tutti.

Io, per ora mi limito ad alcune considerazioni.

Grotte non ha avuto nel passato associazioni mafiose, ma ha avuto uomini di mafia.

La storia recente è diversa, visto che è stata data ospitalità a Brusca (elemento di spicco dei corleonesi) e considerato il ruolo rivestito in cosa nostra agrigentina da Licata ed Aquilina.

La mafia del passato era fondata su legami familiari strettamente annodati da vincoli di parentela con propaggini sulla politica locale. Non sono infatti mancate intimidazioni di stampo mafioso in qualche comizio politico negli anni della presenza ardicasiana. Ardicasi raccontava di tali fatti nei pubblici comizi, che attiravano sempre tanta gente. Si è vero, pur se mezzo analfabeta,  Ardicasi era una sorta di demiurgo, e questo fa ancora di più onore alla sua grande intelligenza.

Le “aggregazioni” politiche sono cresciute in conformità alle indicazioni dei partiti nazionali (quelli prima indicati, con l’aggiunta dei socialdemocratici di Salvatore Caltagirone: ricordo la felicità di quel piccolo gruppo quando venne eletto Saragat Presidente della Repubblica, davanti al bar di Vicienzu Muzzuni, tempi davvero mitici), e quindi in base agli schieramenti di allora.

Le famiglie dominanti, formate dal ceto borghese (commercianti e benestanti) e professionale, da una parte, si sono aggregate in relazione ai poteri pubblici condivisi, mentre, dall’altra, le famiglie meno abbienti, a parte il fenomeno Ardicasi, sono state attratte ora dalle aggregazioni politiche dominanti ed ora da quelle di opposizione che avevano un caratterizzazione sociale più marcata, pur se  tagliate trasversalmente dalla classe borghese, di tipo mercantile, che si distribuiva in entrambe le formazioni.

In questo processo aggregativo un peso fondamentale nelle scelte di appartenenza è stato il vantaggio personale, da identificare nella ricerca di un posto sicuro nel comune e negli enti locali o banche, che la classe dominante dell’epoca ha saputo equamente distribuire.

Non è pero mancata la visione ideologica, che ha dato luogo a veri e propri scontri, soprattutto in periodo elettorale, fra le diverse aggregazioni.

A parte le amministrazione immediatamente successive al secondo dopoguerra, la classe dirigente locale successiva non mi pare abbia avuto commistioni di tipo mafioso. E questo è un bene che ci consente di andare a testa alta. Specie se si considera quello che è avvenuto nei territori limitrofi e in tutta la realtà isolana, dove si sono accertate collaborazioni diffuse tra ceto politico e mafia e alleanze nelle diverse amministrazioni degli enti pubblici, come dimostrano i numerosi scioglimenti di consigli comunali (il nostro non è mai stato sciolto per mafia e questo vuol dire qualcosa di positivo).

Mi chiedo, per collegami con Enzo Napoli sulla situazione di diffusa criminalità attuale, se tutto ciò può avere riflessi nella situazione di ordine pubblico attuale. Abbozzo un’ipotesi, che appunto è solo un’ipotesi, non avendo elementi per sostenerla, se non sul piano della esperienza e della deduzione logica.

Normalmente nelle dinamiche di natura mafiosa vi è un capo (con diversi livelli di comando, secondo una certa gerarchia interna) e i gregari, ossia i “lavoratori” (termine usato dai delinquenti, che considerano il delitto un “lavoro”) del crimine.

Ora, se viene meno il “capo” i lavoratori agiscono in ordine sparso, delinquono per l’utile immediato, o per acquistare una supremazia nel gruppo. Si tratta di manovalanza che non ha più una guida, di sbandati del crimine che mancano delle più elementari regole di vita civile.

Se questa ipotesi dovesse confermarsi nei fatti, questa delinquenza diffusa deve essere immediatamente debellata, con le denunce, l’emarginazione e l’esempio, prima che si strutturi in una pericolosa organizzazione criminale che distrugga quel che resta del tessuto sociale del paese.

Sì con l’esempio, che è fatto di meno apparenza e di più sostanza e con l’uscita dalla latitanza del silenzio, facendo quando occorre nome e cognome e soprattutto pretendendo con forza più attenzione dalle autorità cui è demandato il compito della sicurezza.

La comunità deve reagire unita. Ne va della sua stessa sopravvivenza.

Bisogna avere il coraggio di denunciare queste persone. Devono sentire il peso e la disapprovazione della comunità. Devono però avere la consapevolezza che le regole di vita civile sono una cosa seria, e questa nuova dimensione deve provenire dalle persone oneste, che devono sforzarsi per prima di osservare loro stessi alcune norme fondamentali e pretenderne in modo fermo e deciso l’osservanza (e quando occorre la punizione per chi li viola).

Anche le istituzioni locali devono fare la loro parte. Il segno primo e visibile dell’istituzione nella comunità è il comune. E’ importante dare efficienza alla macchina amministrativa del comune. La gente se ha un problema deve trovare un interlocutore immediato, altrimenti si demotiva e perde fiducia. Quello più prossimo (ma non il solo) deve essere il suo amministratore, il suo consigliere comunale, il dipendente del comune, che non deve fargli pesare la risposta, perché è pagato dalla comunità per fornire un servizio.

Il comune deve poi avere una funzione di avanguardia per la tutela della comunità.

Deve raccogliere e catalizzare tutte le forze vive del paese (sono belli gli esempi dell’associazionismo presente nel territorio) per orientare tutti al bene comune.

Vedo nell’immediato che è possibile dare un segno in questo senso.

Il comune è chiamato ad utilizzare per finalità sociali i beni confiscati con le leggi antimafia. A Grotte è stata confiscata la villa di Licata Vincenzo; come il Comune pensa di utilizzarla?

In Calabria operano tante associazioni antimafia del tipo di Libera di Don Ciotti, oltre alla stessa Libera.

I Comuni sono soliti affidare a loro i beni confiscati con le legge antimafia, alle varie associazioni che operano nel contrasto alla mafia ed all’illegalità.

Nel mio circondario, per esempio, è presente un prete di Brescia che agisce con molta capacità nell’ambito sociale. Si chiama don Giacomo Panizza, è stata presentato in televisione da Saviano nella trasmissione con Fazio. Don Giacomo ha avuto affidati i beni (case e terreni) confiscati ad una efferata famiglia mafiosa del lametino (i Torcasio). Don Giacomo con la sua Comunità Progetto Sud, ha su quei beni, costruito, pian piano, un altro modo di abitarli: insieme con un gruppo di persone, abili e disabili, ha realizzato dei luoghi di accoglienza, impegnandosi nel cambiamento di un territorio dove è ancora difficile parlare di diritto, chiederne il riconoscimento e ottenerne l’affermazione. Sta facendo uno splendido lavoro con i giovani e le famiglie.

Dico io, perché non provarci anche a Grotte, coinvolgendo anche la chiesa, specie in un momento così favorevole con un Vescovo cosi eccezionalmente entusiasta di vivere in mezzo alla gente.

Miei cari amici non bisogna perdere tempo. Rimbocchiamoci le maniche e vediamo casa s’ha da fare.

Qui non è più tempo di analisi storiche o di inaugurazioni di questa o quella iniziativa. Vogliamo e dobbiamo pensare al nostro riscatto civile ed allora incominciamo la nostra autoanalisi e riprendiamoci il nostro prestigio (che è cosa diversa dal “rispetto”) per restituire ai grottesi l’orgoglio sottratto da quelle disgraziate vicende, anche per trovare percorsi utili al recupero di quei giovani che, attratti dai modelli apparentemente vincenti (lusso sfrenato, macchine e moto di grossa cilindrata, belle ragazze e quant’altro) pensano alla ricchezza del momento, che, senza sacrificio, può derivare solo da scelte criminali, che traggono risorse dalla droga, della quale si diventa comunque schiavi, avviandosi verso una strada di totale autodistruzione (per dirla tutta: si finisce morti per dorga o ammazzati dalla concorrenza criminale o in galera).

Miei cari compaesani vogliamo volerci di più bene? Se la risposta è positiva, parliamone".
 

 

   

Salvatore Filippo Vitello

 

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13/03/2011

Società. La riforma delle istituzioni politiche, tra gli argomenti della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

 

Documento Conclusivo della 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
Leggi il Documento

Lo scorso 2 febbraio, il Comitato Organizzatore ha approvato il Documento Conclusivo della 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi al Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010.
Numerosi e molteplici gli spunti di riflessione proposti dal documento. Ne riportiamo alcuni (il grassetto è a cura della nostra redazione), lasciando ai lettori la possibilità di leggere il testo che pubblichiamo in versione integrale.

Sui nuovi mezzi di comunicazione.
          "È stato ripetutamente sottolineato il ruolo dei media come ambito che, di fatto, costituisce un luogo di educazione informale che permea la società, rivolgendosi tanto alla fascia giovanile che a quella adulta. Con particolare riferimento alla televisione e a internet, è stata sottolineata la prevalente negatività dei modelli proposti e la necessità di un codice etico di riferimento che non penalizzi le grandi potenzialità di cui sono portatori".

Sulla riforma delle istituzioni politiche.
          "
È stata particolarmente apprezzata la scelta di dedicare un capitolo dell’agenda e una sessione tematica della Settimana Sociale al tema del completamento della transizione e della riforma delle istituzioni politiche. Il tema è stato affrontato in un confronto franco e condiviso. In particolare i giovani si sono schierati in modo chiaro contro “lo stare fermi per paura” e contro il ritiro dalla politica, affermando un impegno direttamente collegato con la scelta della fede.
         Fortemente condivisa è la necessità di completare la transizione politico-istituzionale, perché il rischio è veder progredire i ricchi e i capaci e lasciar indietro i poveri, i giovani o i non qualificati. Occorre salvaguardare la democrazia: interessano riforme che mettano al centro i cittadini-elettori, che ne facciano i decisori finali della competizione propria della democrazia governante. Sulla scorta di questa forte opzione democratica, sono stati individuati quattro punti e prioritari: due problemi – la democrazia interna ai partiti e la lotta alla criminalità organizzata – sono stati affiancati ai due già presenti nel documento preparatorio: la legge elettorale/forma di governo e il federalismo.
          Serve una decisa spinta verso una maggiore democrazia nei partiti. Come sosteneva già don Luigi Sturzo, c’è bisogno di una legge – coerente con i correttivi che vanno apportati alla legge elettorale e alla forma di governo – che disciplini alcuni aspetti cruciali della vita dei partiti, prevedendone la pubblicità del bilancio e regole certe di democrazia interna.
          In maniera altrettanto convinta ci si è pronunciati per la revisione della legge elettorale a tutti i livelli e per tutte le istanze. Occorre dare all’elettore un reale potere di scelta e di controllo. Bisogna anche affrontare la questione del numero dei mandati e dell’ineleggibilità di quanti hanno pendenze con la giustizia.
          Il nodo della forma di governo è stato affrontato in coerenza con la richiesta di restituire il potere di scelta ai cittadini-elettori. Non è sfuggito il rilievo costituzionale del tema. La Costituzione italiana è frutto di un’esperienza esemplare di alto compromesso delle principali culture politiche del Paese. Eventuali modifiche non devono stravolgerne l’impianto fondante, definito anzitutto nella prima parte".

Sulla lotta alla mafia.
          "Ai temi sopra enunciati – la centralità decisionale dei cittadini nei momenti cruciali della vita democratica e il federalismo sussidiario bilanciato da un esecutivo nazionale più forte – si è voluto aggiungere un ulteriore punto dell’agenda: la lotta alla mafia in tutte le sue denominazioni e in ogni area del Paese. Tale lotta va accompagnata da una coerente azione educativa e dotando l’amministrazione giudiziaria delle risorse atte a favorire la certezza del diritto.
          Le parole pronunciate da Giovanni Paolo II contro la mafia nella Valle dei Templi presso Agrigento il 9 maggio 1993 e il gesto di ossequio al sacrificio di Giovanni Falcone compiuto a Capaci da Benedetto XVI il 3 ottobre 2010 sono memoria ecclesiale di tutta la Chiesa, che diviene matrice di una comune avventura civile. I grandi testimoni contemporanei della Chiesa meridionale, come don Pino Puglisi, Rosario Livatino e altri, appartengono all’intera comunità ecclesiale. Nella società italiana esiste oggi un tessuto di associazioni e di movimenti ecclesiali, di realtà di ispirazione cristiana, cioè un ricco e variegato movimento cattolico che conosce e persegue in modo responsabile il nesso tra Italia e bene comune e le sue condizioni".

Sugli esempi di giovani forti e liberi.
          "I cambiamenti e le riforme essenziali al Paese sono molto urgenti e non consentono dilazioni. Essi richiedono un’altissima concentrazione di capacità e di energie, che soprattutto i giovani possono garantire. Servono i giovani, proprio perché c’è poco tempo. Servono giovani forti, liberi, spiritualmente formati anche da un’ascesi profonda, come lo furono in altre stagioni Armida Barelli, Piergiorgio Frassati, Alberto Marvelli, Salvo D’Aquisto e Rosario Livatino: saldi e radicati in Cristo. Servono giovani che un’efficace trasmissione tra generazioni ha reso familiari alla preghiera e allo studio, all’azione e al sacrifico, alla disciplina, educati e temprati al senso di giustizia e al coraggio, all’umiltà e alla generosità".

Documento Conclusivo della 46^ Settimana Sociale dei Cattolici Italiani Visita l'argomento
 

 

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13/03/2011

Comune. Incontro-dibattito di apertura delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia

 

Incontro-dibattito di apertura delle celebrazioni per il 150°anniversario dell'Unità d'Italia.
Manifesto

Mercoledi 16 marzo, alle ore 19.00 nella sala consiliare del Comune di Grotte, avrà luogo un incontro-dibattito sul tema "Con sentimento unitario e di condivisione dell'Unità Nazionale".
L'iniziativa è preludio alle manifestazioni celebrative che l'Amministrazione Comunale, in collaborazione con tutte le associazioni culturali presenti sul territorio, hanno in programma di realizzare.
Tra le iniziative previste, e rinviate in attesa di più favorevoli condizioni climatiche, un convegno ed una "notte tricolore", durante la quale una serie contemporanea di azioni sceniche, multimediali, pittoriche, espositive, musicali, coreutiche ed interpretative, imperniate sul senso delle celebrazioni per l'Unità d'Italia, costituirà un evento eccezionale ed unico nell'ambito provinciale.

 

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13/03/2011

Lettere. "Affermare un rapporto etico con l'ambiente"; di Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Direttore,
fa bene l'assessore Castronovo a farne una questione personale.

E' necessario riconsiderare la nostra identità in termini più ampi, capace di includere anche l'ambiente in cui viviamo. Sono convinta che ritrovare attenzione, rispetto e amore per l'ambiente può solo ridare senso, integrità e direzione alla nostra vita.

E' arrivato il momento di affermare un rapporto etico con l'ambiente: assumersi una responsabilità, che non vuol dire salire a bordo di una nave di Greenpeace. Per innescare un cambiamento profondo, per poterlo realizzare, basta la coerenza unita all'esempio.

Pensiamo a quante cose conosciamo senza che nessuno ce le abbia mai dette: le abbiamo apprese attraverso l'esempio di chi ci sta accanto. L'educazione ambientale non fa eccezione. Non si fa passare un messaggio eco a parole se non è seguito da comportamenti coerenti. Chi predica bene e razzola male non è credibile.

Ognuno di noi può fare qualcosa, se lo vuole davvero e non è disposto a rassegnarsi allo stato delle cose".
 

 

 

 

Silvia Carli

 

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12/03/2011

Lettere. "Uno squarcio di quei fermenti giovanili"; di Venerando Bellomo

 

"Uno squarcio di quei fermenti giovanili"
Vedi il M.A.C.

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
con piacere ed interesse ho avuto modo di apprezzare, in questi ultimi giorni, le lettere che si sono intersecate sul "Quotidiano". Quasi che il dott. Vitello, il dott. Carlisi ed Enzo Napoli, abbiano dato la stura a far ritornare alla memoria "antichi" discorsi  che piacevolmente animavano le serate dell'Azione Cattolica, che in quegli anni frequentavamo tutti: un caleidoscopio di ricordi, di fotogrammi e di volti.
Ho pensato che  i pregevoli scritti abbisognavano anche delle immagini, che facessero vedere alle nuove generazioni almeno uno squarcio di quei fermenti giovanili che animavano la vita cittadina. Così, mi sono dato alla "ricerca" e l'amico Prof. Giuseppe Napoli, che ringrazio per la disponibilità, mi  ha inviato questa bella foto.
Spero proprio che il discorso continui e gli scambi epistolari servano ad animare le non sopite coscienze.
Augurandoti buon lavoro, ti saluto cordialmente".

 

 

 

Venerando Bellomo

 
 


Nell'immagine a lato il "M.A.C." (Movimento Artistico Culturale), attivo a Grotte nella metà anni Settanta.

Nella foto: Pina Infantino, Peppe Chiaromonte, Peppe Sciascia, Enzo Bellavia, Peppino Mulè, Salvino Tascarella, Gianni Costanza, Franca Vassallo, Armando Caltagirone, Dominique Terrana, Pino Lo Presti, Pino Morreale, Andrea Infantino, Irene Spoto, Giovanna Spitaleri, Gaetano Todaro, Luisa Tascarella, Franco Tirone, Giuseppe Napoli, Antonio Morreale, Arethina Costanza, Nino Vassallo, Pierino Brucculeri, Franco Tirone, Gianni Cipolla, Totò Bellavia, Mimmo Puglisi, Rosario Alaimo Di Loro, Antonio Vitello, Anna Morreale, Silvana Morgante, Filippo Vitello e Vincenzina Russello.

 

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12/03/2011

Lettere. Al coordinatore di "Orizzonti" Rino Agnello; da Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Guardandosi attorno c'è poco da stare allegri: corruzione, povertà, disprezzo per le regole, valori capovolti. E soprattutto un futuro che è difficile immaginare migliore e diverso rispetto a oggi.

Lei parla di problemi che tutti gli adulti conoscono, e cioè quelli che questa società l'hanno creata. Quindi, di per sè, si tratta di una dichiarazione di colpa, perchè non siamo stati all'altezza del compito che ogni generazione ha: creare un mondo che abbia senso trasmettere ai propri figli e nipoti.

Però, la mia sensazione è che, al contrario di qualche anno fa, ci sentiamo tutti più responsabili. Sentiamo i problemi della nostra società come attuali e di tutti. Credo che dipenda dal fatto che oggi c'è un enorme punto interrogativo sul futuro, che viene avvertito come parte dell'avvenire collettivo.

E siccome il futuro collettivo è incerto, allora anche il mio viene messo in discussione. Per questo è aumentato il senso di responsabilità e anche la partecipazione.

Lei sembra voler iniziare un processo culturale di consapevolezza del proprio potere e della propria capacità di incidere. Una strada lunga dove ognuno deve metterci del suo, perchè altrimenti bisognerebbe smetterla di lamentarsi per questo e per quello.
Trovo il suo " Orizzonte", pieno di suggestione di energia.

Auguri".

 

 

 

Silvia Carli

 

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12/03/2011

Informatica. Un software utile per il gioco a pronostici; di Giuseppe Rizzo

 

Informatica. Un software utile per il gioco a pronostici

Riceviamo e pubblichiamo.

"Ciao Carmelo,
innanzitutto colgo l'occasione di questo mio articolo per esprimerti rispetto, amicizia ed apprezzamento per il tipo di giornalismo che fai e che giudico essere molto professionale, preciso, super partes, aperto ai diversi contributi e libero da condizionamenti. Complimenti davvero!!!

E' con vivo piacere che ti scrivo perché è da un po’ di tempo che non ci sentiamo. Sono stato impegnato col lavoro e con la famiglia, ma non ho mai perso l'abitudine di aprire una finestra sul nostro paese consultando le pagine web del prezioso Grotte.info.

Come avrai notato, non ho più sentito il desiderio di scrivere qualcosa per la rubrica "L'angolo della tecnologia": in fondo, Internet offre più opportunità di lettura e di apprendimento nel capo della tecnologia di quante ne potevo offrire io!!! Aggiungo anche, mi sarà consentito, che scrivere per poi sentirsi dire da qualche lettore pignolo che ciò che scrivi "pecca" di originalità non fa certo piacere (tra il "fare" e il "non fare" io preferisco sempre la prima...). Comunque, va bene lo stesso...

Leggo quotidianamente sul sito degli ottimi interventi (non ultimo quello del dott. Vitello, che non ho il piacere di conoscere personalmente, ma che certamente "onora" il nostro paese per quello che ci ha ricordato e soprattutto per la professione che esercita).

Vorrei continuare a dare il mio modestissimo contributo a Grotte.info, magari senza una prefissata cadenza temporale, ma con un obiettivo preciso: fornire un supporto tecnico nel settore "software, utilities ed applicazioni web" (settore in cui opero quotidianamente) a tutti coloro che ne avessero la necessità.

In quest'ottica vorrei cominciare con un piccolo "regalo".

Cari lettori ed appassionati, ricordate la schedina del Totocalcio? La corsa al famoso "13"?

Un po’ di tempo fa, la maggior parte dei giocatori che puntavano sui concorsi a pronostici si orientavano sul Totocalcio, organizzandosi anche in veri e propri gruppi che settimanalmente sognavano di "acchiappare" il "13", ovvero di azzeccare i 13 pronostici della schedina legati alle partite di calcio.

I più esperti si affidavano a programmi di calcolo in grado di elaborare dei "sistemi di gioco" capaci di aumentare la probabilità di vincita.

Ricordo ancora i miei anni da studente in cui, insieme agli amici di sempre, giocavamo al Totocalcio con lo scopo ovviamente di vincere, ma anche di divertirsi nella sfida dei pronostici, per poi prendersi in giro sugli eventuali errori commessi.

La capacità attrattiva di questo famoso gioco a pronostici è andata via via diminuendo negli anni, a vantaggio di altri tipi di gioco più allettanti (Superenalotto, Lotto, Gratta e Vinci e tanti altri ancora), seguita parallelamente dalla crescita delle società di scommesse (quelle riconosciute dallo Stato).

Per chi come me insieme a tanti altri è rimasto appassionato del mondo del calcio, l'alternativa al Totocalcio è stata la cosiddetta "scommessa", ovvero una schedina costituita da un certo numero di pronostici su diversi eventi sportivi (non necessariamente legati al calcio).

I più esperti sanno che la "scommessa" consente al giocatore di stabilire a priori quanto si vuole aspirare a vincere (entro certi limiti stabiliti dalla società di scommesse) in base alla somma in Euro scommessa, al numero di eventi sportivi pronosticati e, soprattutto, alla probabilità legata ad ogni pronostico espresso dal giocatore. Dunque, per sapere l'importo dell'eventuale vincita legata alla "scommessa" è necessario effettuare un calcolo che "apparentemente" risulta essere semplice (prodotto fra l'importo scommesso in Euro e le quote di tutti gli eventi sportivi pronosticati nella schedina), ma che in realtà tiene conto di altri fattori complessi.

In quest'ottica sono lieto di fornire, a tutti coloro che ne avessero la necessità ed a titolo gratuito, un piccolo e modesto strumento di calcolo della "scommessa", ovvero ProScom ver3.0.

Si tratta di un semplice foglio .xls, funzionante su qualsiasi computer che abbia uno strumento office, capace di calcolare, inserendo i dati necessari, l'importo dell'eventuale vincita legata alla "scommessa".

Per quanto concerne le corrette modalità di utilizzo di ProScom ver3.0 vi rimando alle immancabili istruzioni per l'uso.

Naturalmente scrivetemi per qualunque ulteriore chiarimento sul corretto uso di ProScom ver3.0.

Compatibilmente con i miei impegni di lavoro e con lo spazio che mi sarà gentilmente concesso su Grotte.info, a tutti coloro che fossero interessati, dico che sono disponibile a fornire il mio contributo tecnico per sviluppare delle soluzioni software utili per la propria attività, così come delle applicazioni (siti web, strumenti gestionali) basate su Internet.

In conclusione, volevo fare alcune considerazioni che ritengo di primaria importanza.

Giocare (ovvero scommettere sullo sport) deve essere solo un "passatempo" e NON un vizio, un'attività a tempo pieno o, peggio, un modo per sperperare i propri risparmi.

Giocare (ovvero scommettere sullo sport) diventa un sano "passatempo", a mio parere, quando si gioca non frequentemente, ci si limita nell’importo da scommettere e soprattutto quando la "scommessa" rappresenta un modo per divertirsi insieme agli amici e per seguire lo sport.

Saluti".

 

   

Giuseppe Rizzo (mail: pepriz@tin.it)

 
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12/03/2011

Ecologia. "Vanno a ruba" i nuovi cestini portacarta

 

Ecologia - I nuovi cestini portacarta "vanno a ruba".
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Ne fa una questione personale. Da quando ha ricevuto la delega all'Ambiente e Verde Pubblico, l'Assessore Piero Castronovo non ha trascurato uno solo degli aspetti riguardanti le attività da intraprendere, mettere in atto, i lavori da rimodulare al fine di rendere il paese di Grotte ancora più pulito. E ciò, malgrado le continue interruzioni della raccolta della spazzatura da parte del personale dell'ATI (Associazione Temporanea di Imprese) ISEDA, o le chiusure della discarica di Siculiana da parte della ditta Catanzaro. E' una gatta da pelare, questa delega, e l'Assessore lo sa bene. Lui è il punto di riferimento per i cittadini, il parafulmine destinato a ricevere gli strali della sua gente, per i disservizi causati da altri (ormai è noto che la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani non è più competenza diretta dei Comuni). Lo sa e non si tira indietro, infatti afferma: "Nonostante quello che possano pensare i cittadini, se riuscirò a rendere Grotte più pulita ed ordinata, sarà una soddisfazione che da sola mi ripagherà di tutti i sacrifici". Intanto ha rimodulato il programma di spazzamento manuale, dando priorità al centro abitato (ma continuando a tenere sotto controllo la viabilità extraurbana), nel quale sono state incluse Via Madonna delle Grazie, Viale Matteotti, Largo Pagano, Piazza Renzo Collura, Via Roma, e dal Bar Italia sino alla stazione ferroviaria. Ha modificato, adattandolo alle specifiche necessità emergenti, lo spazzamento meccanizzato. Ha provveduto a far diserbare e ripulire Via Madonna delle Grazie (dall'ingresso lato Agrigento sino al Boccone del Povero), la Villetta Salvaggio, un primo tratto del Viale Matteotti, il campo sportivo, Via Ugo Bassi, Via Velina e via Comaschi. Nel prosieguo dei lavori, l’Assessore si è personalmente premurato di contattare i privati cittadini, dalle cui proprietà debordavano, nella pubblica strada, siepi, cespugli e rovi, invitandoli con il consueto tatto a provvedere al relativo taglio. L'opera di discerbamento continuerà sino a quando verrà effettuata la pulizia di tutte le vie urbane e di tutti gli spazi di verde pubblico.
Per rendere più semplice il mantenimento della pulizia dei luoghi maggiormente frequentati dai cittadini, in particolare dai giovani, ha provveduto a far installare, ad integrazione dei raccoglitori già esistenti, nuovi cestini portacarta. Si possono trovare: due davanti la Villetta "N. Green", vicino al rifornimento Agip, di fronte Costanza Gioielli, davanti al Bar Portobello, otto lungo il Viale della Vittoria, tre all'interno del plesso scolastico "A. Roncalli", di fronte al Municipio, due accanto al gazebo del Bar Diana, di fronte al Purgatorio, due in Piazza Marconi, di fronte ai bagni pubblici, accanto al Bar Bonsignore, accanto Cartostyl, quattro nella Villetta Belvedere, all'ingresso ed all'interno della stazione ferroviaria, accanto la cappelletta “ Ecce Homo”, cinque nei vari ingressi del cimitero. Ulteriori installazioni sono previste presso il Calvario e nella Villetta San Rocco.
Un caso a parte è rappresentato da altri due cestini portacarta. Erano posizionati accanto all'ingresso della scuola dell'infanzia di Via Europa e all'ingresso della villetta di fronte la stessa scuola. Erano, appunto, perchè non ci sono più. Non sono stati vandalizzati, come si potrebbe sospettare; semplicemente sono stati asportati. Qualcuno si è premurato diligentemente di svitarne i bulloni e di "farsene carico". Che fossero utili non c'è dubbio, e neanche che fossero eleganti. Era impensabile, però, che "andassero a ruba". Viene da chiedersi dove l'ignoto asportatore abbia intenzione di porli ed a quale scopo utilizzarli; riconoscibili come sono, è difficile che possano passare inosservati anche all'occhio più distratto. L'Assessore promette che i cestini portacarta saranno rimpiazzati e che saranno poste in essere tutte le iniziative atte a prevenire ulteriori furti e ad individuare, qualora possibile, l'autore del reato. L'invito finale che rivolge fiducioso ai suoi concittadini, è quello di collaborare a rendere più pulito il paese, anche attraverso l'utilizzo (preferibilmente in loco) dei nuovi cestini portacarta.

Carmelo Arnone
12 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

Pubblichiamo le immagini dei cestini portacarta (40 foto di © Associazione Culturale "Punto Info").

Vedi i nuovi cestini portacarta Visita l'argomento
 

Assessore Comunale Piero Castronovo
Piero Castronovo

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11/03/2011

Lettere. "Il Dottor Vitello ricorda a tutti che bisogna essere grati"; da Silvia Carli

 

Lettere

Riceviamo e pubblichiamo.

"Non so voi,
ma io ho provato un’emozione fortissima nel leggere la lettera del Dottor Vitello. Mi ha commossa.

Con le sue parole è riuscito ad attraversare città e barriere temporali, ed è arrivato a noi e alle tante persone uniche e straordinarie che ha incontrato nel corso della sua vita. Descritti con una tale intensità e una precisione folgorante, da penetrare nel presente. Le sue parole scorrono su memoria, incontri e frammenti di vita, con una soffusa, delicata malinconia. Con tenerezza. Con giocosità.

Il Dottor Vitello ricorda a tutti, che bisogna essere grati a chi ha condiviso un pezzo di strada con noi e che c'è una qualità dello stare nella vita che riguarda proprio la nostra capacità di provare gratitudine. Purtroppo è una parola che ormai viene usata raramente. Eppure esistiamo grazie a ciò che ci viene dato, prima dai nostri genitori, poi dalle persone che incontriamo sulla via: insegnanti, amici, ecc... Non necessariamente belli, comodi e gentili, non sempre facili e accomodanti, ma sempre indispensabili per crescere.

Grazie Dottor Vitello.

Fa bene all’anima imbattersi in persone così belle, che dedicano tempo ed energia perchè il mondo sia un po’ più come tutti lo vorremmo: rispettoso delle leggi e delle sue creature. La sua lettera infonde una rinnovata fiducia nelle nuove generazioni. Speriamo che sia contagiosa.

E’ bene ricordarci un dato di fatto importante ma chissà perchè nella maggior parte dei casi, tendiamo a dimenticarcene: la vita, la nostra vita è ora. E, salvo prova contraria, ne abbiamo una sola. Non sprechiamola. Diamo sempre un senso etico a quanto facciamo. Anche perchè, come dice il personaggio del vecchio filosofo ebreo nel film "Crimini e misfatti" di Allen: "Ciò che resta di noi, alla fine dell’esistenza, sono le scelte che abbiamo fatto".

E allora dai, mettiamoci d’impegno".

 

   

Silvia Carli

 

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11/03/2011

Lettere. "Grazie a Filippo per le emozioni che ci ha concesso di rivivere"; dal Dott. Antonio Carlisi

 

Dott. Antonio Carlisi
Dott. Carlisi

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
in questi giorni ho letto e riletto la lettera del nostro concittadino Dott. Salvatore Filippo Vitello, Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, pubblicata sul sito in data 7 marzo 2011.

Si tratta di un “monumento d’amore” rivolto al Paese natio, che sgorga dal cuore di una persona che mai ha rinnegato le proprie radici, che anzi da queste ha tratto quella linfa, fatta di dedizione, sacrificio ed intelligenza, che gli ha consentito di occupare meritoriamente, prestigiosi incarichi istituzionali, espletati con genuino senso del dovere e con generale apprezzamento.

Il tutto, frutto di un lavoro compiuto con grande preparazione, con cristiano servizio e con profondo senso della missione da compiere: AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA.

Una lettera che vuole trasmettere a tutti noi, una iniezione di speranza, di presa di coscienza delle nostre capacità di siciliani, chiamati a riscoprire le energie che sono sicuramente presenti in noi stessi.

Io ho recepito le considerazioni fatte dal Dott. Vitello, come una sorta di invito, di chiamata ad una grande “ALLEANZA SOCIALE” per costruire il futuro di queste nostre “contrade” ricche di tante potenzialità, all’insegna della riscoperta della nostra identità e del nostro impegno, vissuti nella dimensione della legalità e della solidarietà.

In una parola, c’è un invito forte a credere in questa terra, difficile da rappresentare correttamente, ma certamente capace di auto-organizzarsi per andare avanti secondo una logica di proficuo sviluppo.

Sì, Dottore Vitello, nel nostro passato c’è un grande futuro: è vero, occorre soltanto creare la consapevolezza che siamo una comunità, fatti tutti della stessa “pasta”.

La “pasta” dell’intrapresa, della sana aspirazione, della fiducia in noi stessi, respingendo le demagogie, i veleni e le bieche tentazioni dell’arrivismo.

Grotte possiede un tale patrimonio di civiltà, di esperienza e di saggezza che gli può consentire certamente di guardare avanti, e raggiungere traguardi ambiziosi, seguendo il metodo del costante ed onesto impegno del “giorno dopo giorno”.

Occorre che ciascuno di noi, “accenda” la propria luce!!!

… A tal proposito, mi piace riportare una citazione di Hannah Arendt (1906-1975), che è stata una filosofa e storica tedesca, naturalizzata statunitense che così si esprimeva: “Anche nei tempi più oscuri abbiamo il diritto di attenderci una qualche illuminazione. Ed è molto probabile che essa ci giungerà non tanto da teorie o da concetti, quanto dalla luce incerta, vacillante e spesso fioca che alcuni uomini e donne, nel corso della loro vita e del loro lavoro, avranno acceso in ogni genere di circostanze, diffondendola nell’arco di tempo che fu loro concesso di trascorrere sulla terra”.

Desidererei però, volermi brevemente soffermare sulle tante sensazioni ed emozioni, sui molti ricordi, i “tuffi” al cuore, che ho provato nel leggere le righe uscite (non dalla penna), ma dal cuore del mio amico di sempre Filippo Vitello.

E sì, giornate, mesi, anni (tra i più belli) trascorsi insieme.

Un’amicizia che suggellava e continuava quella esistente tra mio padre e la buonanima di suo padre, lu “Zi Sistinu”.

Lunghe passeggiate, le tante confidenze tra adolescenti, cementate da un’autentica comunione di vita insieme agli altri nostri inseparabili amici: Lillo Patanella, Franco Tirone, Filippo Costanza.

Si era felici, perché si stava bene insieme: ci sentivamo più ricchi dentro!!!

Uniti nel sostenerci, nel maturarci… con il primario impegno del dovere dello studio.

Era forte la consapevolezza che i nostri sacrifici, aggiunti a quelli dei nostri genitori, dovevano portarci a quel traguardo che ci avrebbe consentito una vita migliore e maggiormente ricca di soddisfazioni (“Ad astra per aspera”, come recita l’antico detto latino).

Piacevolmente e consapevolmente impastati di vita di sacrestia e di parrocchia: che bel ricordo le tantissime serate trascorse nell’oratorio parrocchiale, in quella fucina di formazione e di vita che fu l’Associazione di Azione Cattolica “Pier Giorgio Frassati” della Chiesa Madre.

I nostri assistenti: l’Arc. Agrò prima e l’Arc. Tortorici poi.

Gli incontri di preghiera, i ritiri spirituali, i campi estivi al Seminario di Favara, il gioco a biliardo, a dama, a scacchi, a carte, l’organizzazione dei Festival dei bambini, il coro parrocchiale, le rappresentazioni teatrali, e le frequenti visite agli anziani del Boccone del Povero.

Si, il Prof. Pino Napoli… Giuseppe Benedetto Napoli… una miniera di cultura e di insegnamenti: quante riflessioni, dibattiti, incontri, scontri (si fa per dire!!!).

Che prezioso ruolo formativo la scuola elementare e media che abbiamo frequentato: ai docenti citati da Filippo, voglio aggiungere i miei maestri delle elementari: il maestro Tascarella di prima elementare (facevamo scuola in campagna, in una casa in Contrada Lumia di proprietà del Sig. Piazza), il maestro Morgante (figlio del direttore Morgante) ed il maestro Santanicola.

E sì, caro Filippo… i riferimenti culturali di sempre della nostra comunità: quella bella e mai dimenticata figura di educatore e formatore culturale che fu Lillo Agnello, e poi Salvatore Bellavia, lo stesso Pino Napoli, Nino Agnello, il compianto Prof. Antonio Cimino, Pietro Agnello, Gasparino Agnello, Mimmo Butera, l’indimenticabile Dott. Franco Romano con la Sua e Nostra Biblioteca Comunale, la passione per i Suoi e Nostri libri, quei dibattiti nella Sala Consiliare con i nostri primi interventi in pubblico, con tanto di batticuore.

Il sempre bravo Egidio Terrana con il suo giornale “Il Pungolo”, tutto “costruito” in “casa”, ma anche il nostro giornalino parrocchiale.

Furono gli anni quelli, in cui a Grotte fece capolino la prima Radio Locale, tanto partecipata da giovani e seguita da tutti i Grottesi: anche lì confronti culturali, giochi, canzoni e tanto divertimento.

…E poi l’Università, la Casa dello Studente Santi Romano, le serate passate insieme a tutti gli altri studenti Grottesi che abitavamo al  Pensionato Universitario.

E finalmente i traguardi raggiunti, le vie che si sono divise, ma le amicizie che non si sono mai cancellate.

Abbiamo messo su famiglia, siamo diventati professionisti, qualcuno come Filippo è andato molto avanti, ma tutti parimenti attaccati alle radici sicure delle nostre famiglie, del nostro paese, della nostra Comunità Grottese, sempre coerenti ai valori insegnatici e ad una vita di fede. Che altro dire…!!!

Grazie a Filippo per le emozioni che ci ha concesso di rivivere.

Anch’io sono sicuro che tutti insieme ce la faremo, riuscendo a rendere migliore la qualità della vita della nostra bella Città di Grotte.

“A presto, … e  Ad maiora”.

Nel ringraziare sempre Carmelo ed il suo Sito, mi preme esprimergli vicinanza ed apprezzamento per il tipo di giornalismo pulito, puntuale ed imparziale, aperto a tutti i contributi, ma soprattutto libero da qualsiasi genere e tipo di condizionamento.

L’ho sempre detto e mi piace tornare a dirlo: Grotte.info Quotidiano è una tra le più belle gemme sbocciate negli ultimi decenni nella nostra comunità grottese.

Grazie".

 

   

Dott. Antonio Carlisi

 

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09/03/2011

Lettere. "L'ambizione di un paese diverso dagli altri"; riflessioni di Enzo Napoli sulla lettera del Dott. Vitello

 

Enzo Napoli
Enzo Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

"Caro Carmelo,
          ho letto anch’io, con emozione, la lettera del dott. Vitello ed ho trovato di enorme interesse le riflessioni sull’evoluzione economica e sociale della nostra città negli ultimi decenni. Colpisce soprattutto la forza e la profondità del legame che egli, nonostante l’importanza e la gravosità del ruolo che ricopre, continua a coltivare con la sua terra d’origine, regalandoci l’orgoglio di essere suoi concittadini.

          Pur essendo ancora adolescente negli anni settanta, ricordo perfettamente il clima politico e culturale che si respirava a Grotte e condivido pienamente la sua lucida ricostruzione. La sua analisi individua esattamente quali siano state le ragioni che hanno portato non solo ad uno sviluppo economico più intenso rispetto alle realtà locali vicine, ma anche ad un fermento culturale assai fervido ed originale che ha caratterizzato la nostra comunità rispetto a tutte le altre.

          Quella generazione, i cui protagonisti principali vengono citati dal dott. Vitello, seppe interpretare assai bene quella fase ed animò, talvolta anche con scontri assai aspri, ma sempre improntati ad un grande rispetto reciproco, un dibattito di alto livello caratterizzato da una intensa partecipazione civile.

          Vorrei aggiungere come quel contesto economico, culturale e politico, definisse in modo netto, un’identità forte e distinguibile della nostra comunità. L’essere “grottesi”, al di là delle ideologie e del censo, assumeva un significato assai più intenso del mero dato anagrafico.

          M’interrogo sull’eredità che oggi rimane di quegli anni e sul rischio, a mio avviso assai concreto, di un declino inesorabile della nostra città non solo dal punto di vista economico, ma anche per il progressivo deterioramento dei tratti identitari della nostra comunità.

          Mi permetto di aggiornare sinteticamente l’analisi svolta dal dottor Vitello, che egli stesso definisce incompleta a causa della sua lontananza, con i mutamenti intervenuti negli ultimi decenni. Tranne rarissimi casi, la significativa espansione delle attività commerciali ha subito una regressione consistente per la crisi congiunturale e per la difficoltà di intraprendere strade altrettanto proficue; l’agricoltura ha assunto carattere sempre più marginale e la progressiva globalizzazione dei mercati ha reso evidente la scarsa competitività delle nostre produzioni; altri settori, quali il turismo o l’artigianato non hanno mai avuto un ruolo significativo nell’economia locale; accanto all’appiattimento dei settori economici principali, la costante emigrazione delle giovani generazioni in cerca di maggiori opportunità ha assunto caratteri sempre più rilevanti al punto che pochissimi sono i giovani, soprattutto quelli laureati, che scelgono di rimanere.

          Ne deriva, da questo quadro, che non solo il tessuto economico e produttivo si è fortemente indebolito, ma si è impoverita drammaticamente la classe dirigente locale, rappresentata da ciò che ha resistito all’esodo.

          E’ una situazione comune a tante realtà, soprattutto quelle più piccole, del Mezzogiorno. Quanto questa tendenza sia reversibile e quanto sia determinabile in ambito locale una sostanziale inversione di tali processi, non è certo semplice determinare. Resta il fatto che siamo stati incapaci (e parlo come classe politica in senso lato), di mettere in atto scelte che tentassero almeno di arginare, per quanto possibile, tale declino.

          Altri comuni hanno reagito meglio e più prontamente di noi, puntando a valorizzare le eccellenze e le qualità del territorio che pure vi sono, come quelle portate ad esempio dal dottor Vitello, e che sono state in grado di reggere brillantemente la spallata della crisi in atto. Sforzi in tal senso sono stati e vengono ancora oggi compiuti dalle amministrazioni comunali, ma è innegabile che non sia prevalsa la giusta consapevolezza della sfida che avevamo ed abbiamo di fronte.

          Isolate e sporadiche iniziative, per quanto lodevoli e che vanno nella giusta direzione, non sono sufficienti a mobilitare ogni risorsa disponibile per evitare che Grotte diventi un paese “fantasma”, come il calo demografico lascia tristemente presagire.

          Più i tempi sono difficili e più è facile che a prevalere siano il cinismo e la mancanza di fiducia: qualche anno addietro, uno dei principali esponenti della classe di governo che oggi la città esprime, affermava in un pubblico comizio con una stupefacente leggerezza di pensiero, che la cultura è sostanzialmente un valore inutile e che ciò che egli ambiva a rappresentare era, in buona sostanza, un pragmatismo che gli derivava dalla sua esperienza lavorativa e di vita.

          Cito questo episodio per raccontare, anche al dottor Vitello, come la sua appassionata ricostruzione di un clima fervido di idee ed ideali, di aspirazioni nobili ed improntate al sacrificio dello studio e del ragionamento, appartiene ad una Grotte che purtroppo non esiste più e, se ancora qualcosa ne rimane, non riesce ad assumere una funzione egemone e di guida della Città.

          Il contesto di oggi è caratterizzato, per larga maggioranza, da politici improvvisati che trattano la cosa pubblica ed il consenso al pari di una merce commerciabile, che puntano all’indennità di carica come sussidio integrativo del reddito. Mi si racconta di riunioni del Consiglio Comunale, un tempo sede di un confronto politicamente alto, oggi ridotto ad un muro di gomma silenzioso anche di fronte alle puntuali sollecitazioni di taluni Consiglieri Comunali.

          Tutto ciò sarebbe poca cosa se non si aggiungesse, cosa assai più preoccupante, una totale inconsapevolezza o peggio una consapevolezza impotente di quali altri, ben più gravi fenomeni abbiano cominciato a configurare la dimensione locale.

          La risposta, ad esempio, che è stata data di fronte ad episodi gravissimi di intimidazione di chiara matrice mafiosa, di cui sono stati fatti oggetto imprenditori e politici di primo piano, è stata quasi inesistente e tesa a minimizzare l’accaduto, quasi a voler negare il rischio della presenza condizionante di una nuova generazione di criminali, i cui riferimenti culturali non sono certo Giovani Falcone o Paolo Borsellino.

          Credo che il dottor Vitello, data la sua lunga esperienza, sia concorde con me nell’affermare che la cultura della legalità e del buon governo, come quella della buona politica, siano la condizione indispensabile per reagire efficacemente ad ogni tentativo di infiltrazione e di condizionamento mafioso nella vita pubblica. Certo non serve il silenzio.

          Non credo nemmeno di essere lontano dalla realtà se affermo che, anche i positivi risultati conseguiti dall’Amministrazione Comunale con il finanziamento di alcune importanti opere pubbliche, avranno già destato l’interesse di quell’imprenditoria non sana, che, in assenza di una adeguata sorveglianza sul piano della legalità, rischia di soppiantare tanti imprenditori onesti e perbene.

          Perché Grotte possa avere un futuro serve innanzitutto questa consapevolezza, così come è necessario riaffermare, come avveniva in passato, il valore della cultura, della parola, del confronto, del protagonismo civile di tanti che, in modo disinteressato, guardano alla cosa pubblica come un luogo per affermare un progetto politico e non un vantaggio personale.

          So perfettamente che tale consapevolezza esiste non solo nella parte politica che ho avuto l’onore di rappresentare nelle ultime elezioni amministrative. Che in tanti, anche tra coloro che hanno scelto l’altra opzione offerta dal Sindaco in carica, condividono le mie preoccupazioni e che, anche tra gli amministratori locali, vi è chi è portatore di un valore politico nobile.

          Per tale ragione credo la lettera del dottor Vitello possa rappresentare un contributo assai utile a farci riflettere e sollecitare le energie migliori a non rassegnarsi e riconsegnarci l’ambizione di un paese diverso dagli altri, di una città migliore".
 

 

   

Enzo Napoli

 

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09/03/2011

Attività. Grande partecipazione alla festa di carnevale organizzata dall'Associazione "Cartoon-mania"

 

Grande partecipazione alla festa di carnevale organizzata dall'Associazione "Cartoon-mania".
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Era prevedibile la partecipazione dei più piccoli, in gran numero, alla festa di carnevale organizzata dall'Associazione Culturale "Cartoon Mania" nei locali della discoteca Blue Night. In un ambiente sicuro ed accogliente i bambini hanno trascorso due ore in allegria tra balli, canti, giochi e sorprese. Forti della loro esperienza, i due animatori Filippo La Mendola e Monica Bellavia hanno saputo ammaliare i bambini facendoli esprimere nelle forme comunicative più diverse, per trascorrere insieme una festa che rimarrà impressa a lungo nella loro mente.

Pubblichiamo alcune immagini della festa (28 foto di © Associazione Culturale "Cartoon Mania").

Festa di carnevale al Blue Night Visita l'argomento
 

 

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09/03/2011

Comune. Rinviate le manifestazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia

 

150° anniversario dell'Unità d'Italia

Le previste manifestazioni in occasione della ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia (l'incontro-dibattito di domenica 13 marzo e la "notte tricolore" del 16 marzo) sono state rinviate.

Comunicato dell'Amministrazione Comunale.

Considerate le temperature che si sono verificate negli ultimi giorni, visto che non è immaginabile una ripresa rapide delle condizioni climatiche e per evitare di vanificare gli sforzi che riguardano tante associazioni, considerato che alcune esibizioni comportavano lo svolgimento in abbigliamento leggero che sicuramente avrebbe penalizzato da un lato gli attori ed artisti che si dovevano esibire, dall’altro, il clima rigido avrebbe fatto riflettere molti cittadini, che avrebbero preferito rimanere a casa per non esporsi alla pesantezza del clima, considerato che l’obiettivo era quello di coinvolgere l’intera comunità e far sì che tutti partecipassero a questo importante avvenimento, visto che tutto il 2011 è considerato l’anno della ricorrenza del 150° anniversario, si è deciso concordemente tra il Sindaco, l’Amministrazione comunale, le associazioni ed il direttore artistico, di rinviare tutte le manifestazioni ad una data da destinarsi per favorire, con l’avanzamento della stagione primaverile, una maggiore partecipazione dei cittadini.

 

   

Il Sindaco
Rag. Paolo Pilato

 

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08/03/2011

Politica. Il coordinatore PDL di Grotte, Rino Agnello, presenta "Orizzonte"

 

Politica - Il coordinatore PDL di Grotte, Rino Agnello, presenta "Orizzonte".
Vedi il sito

Riceviamo e pubblichiamo.

"ORIZZONTE
Note di informazione a cura del coordinamento cittadino Pdl Grotte (www.pdlgrotte.it).

Bene, avete visto Orizzonte?

Innanzitutto, vi dico, che Orizzonte nasce dalla necessità di elevarci da terra e volgere lo sguardo più in alto per diventare puntini della retta che unisce la Terra e il Cielo.
È un progetto ambizioso che condivideremo insieme a: Fabiola, Ignazio, Antonio, Giuseppe, Alex, Alessandro, Decimo, Innocenzo, Pietro, Chiara, e aperto a quanti vorranno assieme a noi dire la loro.
Vedete, oggi, tanti sono i "RUMORI" che affollano la nostra coscienza e tra i giochi delle parti non riusciamo più a venire fuori e restiamo soggiogati da quello che ci versano addosso, non riuscendo a trovare quel silenzio che porta al discernimento, alla educazione, alla formazione. Per questo è necessario estrapolare dalla contestualità, soprattutto di quella "gravosa", fatta da critica preconcetta, di dicerie, di odiosità, di invidia, di accuse, per elevarci e volgere lo sguardo ad analisi più attente, che pregne di memoria del passato e ricerche di attente valutazioni del presente possano spronarci a un impegno di crescita civile, sociale ed economica del nostro paese. 
Spesso queste ultime parole le sentivamo pronunciare ai politici, ai sindacalisti e altri del passato, e ritenevamo fossero le note di una Musicalità Retorica. Oggi dobbiamo fare più memoria di queste parole e chiederci se mai, la crescita sociale, civile ed economica fossero delle astrazioni, dei percorsi così naturali come quelle cose che si trovano a gratis, o che semmai bisogna curarli, ampliarli, custodirli.
E allora bisogna fare un po' di manutenzione se no quei percorsi rischiamo di perderli.
Lo ripeto, spesso, che non tutto è garantito, ma va conquistato quotidianamente con l'impegno di tutti - a quello che rompeva le pietre (il terzo) disse: io rompo le pietre per costruire una cattedrale (cit. Fabiola).
Dobbiamo riscoprire il senso della testimonianza di una vita buona e sana.
Dobbiamo aprirci al dialogo, alla tolleranza, all'accoglienza.
Vediamo, come in queste ore i popoli vicini del Magreb versano il proprio sangue per un anelito di libertà, di giustizia e per la fame. La libertà, la giustizia, la dignità umana, la democrazia, rappresentano i gradini di una scala di valori che l'uomo deve costruire con il suo contributo quotidiano.
Per questo in Orizzonte ci impegneremo in approfondimenti, in informazione, in formazione per essere con voi e per voi".
 

 

   

Il Coordinatore
Rino Agnello

 

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08/03/2011

Chiesa. Presentazione dei cresimandi della parrocchia San Rocco

 

Presentazione dei cresimandi della parrocchia San Rocco.
Foto di gruppo

Presentazione dei cresimandi della parrocchia San Rocco.
Guarda il video

Domenica 6 marzo, nella parrocchia San Rocco, si è svolta la cerimonia di presentazione alla comunità dei giovani che si stanno preparando a ricevere il sacramento della Confermazione. Sono ragazzi che frequentano il primo anno di scuola superiore e stanno facendo il cammino di formazione per la Cresima.

Riceviamo e pubblichiamo.

"Il battesimo vi è stato imposto... voi non potevate scegliere.
Ora che avete scelto voi di Confermare la vostra Fede, diventate testimone del Cristo Risorto.
Auguri ragazzi.
Un grazie di vero cuore va anche alle catechiste Giuseppina e Franca e naturalmente al nostro prete, padre Gaspare".
Patrizia Mangione

Pubblichiamo un breve video dell'impegno solenne dei cresimandi di fronte alla comunità (riprese amatoriali).

Cresimandi di San Rocco Visita l'argomento
 

 

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08/03/2011

Lettere. "Vecchi cancelli, ferrate e maioliche antiche", di Pietro Zucchetto

 

Pietro Zucchetto
Pietro Zucchetto

Riceviamo e pubblichiamo.

"Un paio di giorni addietro su Grotte.info avevo letto il tuo articolo del 03/03/11 sullo stato dei lavori, sulle opportunità future di utilizzo e principalmente sui ritrovamenti nei sottosuoli dell’ex Chiesa di “Santa Nicola”.
Onestamente erano poche ma belle fotografie: si vedevano delle maioliche artigianali di un tempo che fu, c’erano tanti resti di molti nostri antenati: si vedevano ammucchiati femori, omeri, teschi… .
Era un bell’articolo corredato da delle foto uniche ed importantissime, che sancivano le abitudini di un tempo lontano e cioè di tumulare i poveri resti umani nei sotterranei delle chiese.
Ieri ho letto il tuo ennesimo sfogo dopo le occhiate storte, dopo gli inviti a farti i fatti tuoi di alcuni mesi addietro, ora qualcuno ti ribadisce che non ti sei fatto i fatti tuoi, che non avresti dovuto pubblicare, che non avresti dovuto scrivere, insomma tu con questa finestra sul mondo, che fai vedere la realtà che quotidianamente scorre lenta ed inesorabile verso fatti nuovi ed imprevedibili, tu dai fastidio.
Ti vogliono zittire.
Vorrei credere nella buona fede delle persone, ma ho la vaga impressione che come per il “vecchio cancello” del Municipio non si è saputo più niente, anche se qualcuno mormora a bassa voce dove può essere finito; anche per queste belle maioliche antiche o per altri eventuali oggetti ritrovati il luogo sicuro dove andarli a posizionare, di certo, non si voleva che fosse un luogo aperto al pubblico, ma un luogo privato e personale. Speriamo di poterle di nuovo ammirare da qualche parte.
 

 

   

Pietro Zucchetto

 
 


P.S.: Nell’articolo del 03/03/11 oggi non ho rivisto le maioliche ed i resti umani, che sono spariti, o non bisognava far sapere al “popolo ignorante” quello che era stato rinvenuto. Mi voglio augurare che tu non sia stato costretto ad occultare quelle foto.
Sai, ricordo di una ferrata, lunga una cinquantina di metri, di Via C. A. Dalla Chiesa: si è poi ritrovata? Esiste ancora? E se esiste, dove è stata portata, visto che era e rimane di proprietà comunale?".

 
   

Pietro Zucchetto

 
 
Dalla Redazione.
Procediamo con ordine:
- il senso dell'articolo citato è quello di difendere la libertà d'informazione e respingere decisamente ogni tentativo di limitarla (si cita il fatto senza alcun riferimento all'autore: tutti possiamo sbagliare);
- il "vecchio cancello" del Municipio si trovava oltre il portone principale, dopo il piccolo corridoio d'ingresso (anticamente pavimentato con blocchi di pietra lavica), e delimitava l'accesso all'atrio interno; se ne sono perse le tracce dopo i lavori di ristrutturazione dell'edificio; se qualcuno è a conoscenza del destino del manufatto può rendercene partecipi;
- le belle maioliche antiche verranno restaurate e riposizionate nella loro collocazione originaria; potremo ammirarle dal vivo (controlleremo che ci siano, non abbiamo motivo di dubitarne) dopo la cerimonia di inaugurazione del centro polifunzionale"San Nicola";
- eventuali tentativi di costrizione ad agire contro coscienza (principalmente) e contro i principi deontologici dell'informazione, ormai dovrebbe essere chiaro che, lungi dall'ottenere l'effetto desiderato (omertà e silenzio), provocano la reazione opposta di un'immediata denuncia pubblica del fatto, con relativa amplificazione della notizia che si voleva censurare;
- le foto citate non erano di nostra proprietà (sarebbero rimaste pubblicate); l'autore, che in base alle norme è titolare dei diritti (le aveva inviate via e-mail ma non avevamo l'autorizzazione firmata - era tacita - relativa alla pubblicazione) ne ha esplicitamente chiesto il ritiro (ne ha facoltà, e noi non condividiamo ma rispettiamo la sua decisione ed i suoi diritti);
- sulla lunga ferrata di Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, purtroppo non abbiamo notizie; qualora le Autorità competenti volessero inviarcele, ne daremo comunicazione ai lettori.
 
   

Carmelo Arnone

 

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08/03/2011

Chiesa. Avvisi ed appuntamenti della settimana

 

Chiese di Grotte

Pubblichiamo gli avvisi diffusi al termine delle Sante Messe domenicali.

Programma delle Quarantore
Continuano sino a martedi 8 marzo, nella nella chiesa Madonna del Carmelo (giornata di celebrazione comunitaria);

Mercoledi 9
marzo
LE SACRE CENERI - Giornata di digiuno ed astinenza dalla carne
- alle ore 09.30, Santa Messa nella chiesa Madonna del Carmelo, con la cerimonia di imposizione delle ceneri;
- alle ore 18.00, Santa Messa nella chiesa del Purgatorio (tutte le successive Sante Messe feriali saranno alle ore 18.00).

Giovedi 10 marzo
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 1° e 2° anno di cresima (della chiesa Madre).

Venerdi 25
febbraio
Venerdi di quaresima: astinenza dalla carne;
- alle ore 08.45, Santa Messa e Via Crucis nella chiesa Madonna del Carmelo;
- alle ore 17.30, Via Crucis ed alle ore 18.00 Santa Messa nella chiesa del Purgatorio;
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione dei genitori dei giovani del 1° e 2° anno di cresima (della chiesa Madonna del Carmelo);
- alle ore 20.00, a San Francesco, riunione delle giovani coppie (aperta a tutte le coppie che si "sentono" giovani) e dei genitori che hanno battezzato di recente o che battezzeranno i propri figli.

 

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07/03/2011

Lettere. "Grotte ha le risorse per sperare e vincere"; dal Dott. Salvatore Filippo Vitello

 

Dott. Salvatore Filippo Vitello - Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme
Dott. Vitello

Riceviamo e pubblichiamo.

"Seguo questo sito da anni, posso dire di averlo consultato pressoché tutti i giorni (tranne alcuni periodi di assenza dall’Italia per lavoro, ma in alcuni casi mi sono collegato anche dalle postazioni estere ove mi trovavo, ricordo sicuramente una volta da Sidney), sin dal momento che è stato istituito.

La consultazione del sito - dico subito: opera veramente meritoria ed esempio classico di volontariato privato, del tutto disinteressato - mi ha dato modo di apprezzare gli articoli del suo direttore, sia quelli di impronta giornalistica sia quelli di natura religiosa e letteraria.

In entrambi i casi l’aspetto che mi ha colpito è l’elevata competenza e soprattutto lo spessore culturale dell’autore. Peccato che fin quando sono stato a Grotte non ho avuto modo di incontrarlo e conoscerlo.

In ogni suo scritto, di agevole lettura per la prosa ricca e fluida, i riferimenti non sono mai fuori posto.

Anche negli articoli di cronaca, quando viene riferito di un evento, vi è sempre un ampio resoconto, che si estende financo ai dettagli, ma sempre nel rispetto delle regole basilari dell’attività giornalistica: continenza delle espressioni, interesse pubblico della notizia, rispetto della dignità delle persone.

Ed ho anche notato - cosa oggi molto importante, specie per chi segue i TG nazionali o le vicende degli incarichi di direzione nelle reti RAI - che il sito ospita tutti, senza alcun pregiudizio o privilegi, ma dico tutti quelli che operano nel sociale o che si interessano di politica a Grotte.

Per questo mi stupisce molto la critica (forse è un eufemismo) che il direttore di questo sito ha subito per un articolo assolutamente innocuo.

Ricordo che da ragazzino e da accanito frequentatore di sacrestie con l’arciprete di allora, don Salvatore Agrò, vennero ritrovati resti di sepolcri cimiteriali nei sottorranei della chiesa del Purgatorio. Resti simili erano palesi nei sotterranei della Chiesa Madre e così mi sembra naturale, che vi fossero nella Chiesa di S. Nicola, che apprendo dalle informazioni del sito essere stata la Chiesa più antica. Non vedo proprio di cosa ci si debba dolere. Purtroppo la nostra mentalità non riesce a superare alcuni pregiudizi e stereotipi di vecchia maniera.

Invito il caro amico Salvatore Bellavia ad occuparsene in uno dei suoi deliziosi racconti che mi fanno tornare indietro nel tempo ed ancora di più nel paese della mia fanciullezza, fatto di carovane di contadini a dorso di mulo, che, al tramonto, risalendo la via fonte, intonavano, con un’armonia spontanea, canzoni della tradizione popolare locale. Grazie mio caro Turiddu.

Manco da Grotte da tanto tempo. E spesso mi faccio prendere da una nostalgia lacerante, che in qualche modo supero dedicandomi anima e corpo al mio lavoro.

Sono comunque consapevole che questo (della nostalgia) non è il sentimento corretto per una approccio intelligente al mio paese.

La nostalgia diceva mons. Bregantini (già vescovo di Locri ed oggi di Campobasso) produce frutti acerbi.

Bisogna amare il proprio paese con intelligenza, senza emotività, così da conservare una razionale capacità di leggere gli eventi  in modo contestuale. Occorre discutere delle nostre vicende pacatamente e con serenità. In questo modo è possibile una vera analisi, superando l’emotività del momento ed il pericolo di letture frammentate.

Sono gli insegnamenti della cultura contadina, che è la nostra originaria cultura e rappresenta la cifra della nostra identità.

Sì la nostra identità, l’identità di Grotte e dei suoi abitanti, della Sicilia, del Sud.

Se dovessi fare una differenza tra Nord e Sud, tema di forte attualità oggi, nell’imminenza della esecutività del federalismo fiscale, direi che il SUD ha bisogno di ritrovare la sua identità ed il Nord invece il valore della reciprocità.

Certo manco da tanto dal mio paese e quindi ho qualche difficoltà a seguire bene le vicende perché mi manca la conoscenza diretta delle persone. Rispetto alla mia generazione, che si può considerare fine anni 60 e inizi 70, la nuova classe dirigente locale è tutta rinnovata, o quasi: ogni tanto vedo comparire il mio amico carissimo, Totò Carlisi con il quale ho in comune l’adolescenza e la gioventù, anni felici, senza grandi pretese, ma vivificati da un affetto tanto autentico quanto disinteressato.

Quanto tempo è passato.

I momenti di convivenza e di strettissima amicizia vissuti insieme. Tutto tenuto dalla comune identità di valori e dalla comune fede, elementi che hanno poi plasmato la nostra vita, nelle rispettive strade, che seppur lontane erano e sono rimaste unite dalla stessa base ideale.

Noi ex ragazzi di quella generazione (oggi attempati cinquantenni), quando i giovani protagonisti della vita sociale, culturale e politica del paese (solo perché venivano un po’ prima in età !!) erano Pietro Agnello ed il compianto fratello Lillo (il sig. Arnone dovrebbe dedicare qualche parola a quel bravo insegnante perché in qualche modo li vedo uniti dal medesimo spirito di volontariato mediatico, avendo Lillo dato vita, insieme ad altri, alla prima radio grottese), Salvatore Bellavia, e tanti altri, pur nella diversità di vedute, ci si considerava e rispettava come amici.

Fu quello un periodo molto fecondo, nascevano associazioni culturali, giornalini vari (ricordo il Pungolo con direttore Egidio Terrana) ci si cimentava nel teatro, la politica locale e nazionale era al centro delle nostre discussioni. Si discettava di filosofia e di economia globale (era un vanto avere iniziato a leggere il Capitale di Marx, anche se nessuno aveva capito granché). Certo si aveva una certa supponenza da parte di chi si sentiva di far parte del filone culturale all’epoca egemone (mi riferisco a quello di sinistra) ma noi (di estrazione cattolica, come peraltro erano anche “loro”) pur consapevoli di questo, dialogavamo e ci confrontavamo senza complessi di inferiorità. E questo nonostante gli steccati che allora esistevano tra i due filoni culturali del Paese (cattolici e sinistra).

Teorico di questa forte distinzione e di una caratterizzazione da “guerra fredda” era il prof. Pino Napoli, maestro di molti ed anche mio.

Devo però precisare che con il tempo qualcosa mutò in questa rappresentazione schematica.

Soprattutto all’interno della Diocesi di Agrigento maturarono nuovi fermenti, che traevano spunto e stimolo dalle iniziative di Dom Franzoni, l’ex Abate di San Paolo Fuori Le Mura e fondatore del movimento Com Nuovi Tempi. Quel filone di pensiero  fu portato avanti da alcuni sacerdoti della Diocesi, tra cui Luigi Sferrazza, Damiano Zambito di Castrofilippo ed il Direttore dell’Amico del Popolo Claudio Di Giovanna. Il Vescovo all’epoca era Mons. Giuseppe Petralia, persona di grande levatura culturale, che però ebbe una forte e - secondo me - eccessiva reazione contro il nascente movimento tanto che arrivò a sanzioni pesanti per i preti che vi aderirono e lo diffusero. Quel movimento a Castrofilippo, grazie alla presenza in allora dell’ex prete Zambito e di giovani molto impegnati nel sociale, da me conosciuti nell’azione cattolica diocesana e poi divenuti miei grandi amici, ebbe una larga diffusione. Ma naufragò insieme alle vicissitudini dei sacerdoti che allora lo seguivano (mi pare che quelli che ho citato hanno abbandonato tutti il sacerdozio).

La cosa ebbe pesanti riflessi sulla mia visione delle cose, perché alla fine mi resi conto che al di là di tutto lo spirito che animava quelle iniziative era di vera giustizia sociale, la cui sostanza tutti condividevamo, e questo mi fece apparire agli occhi degli altri amici (ma soprattutto del maestro di tutti, e tale veramente era, Pino Napoli) come uno tendenzialmente eretico.

Che belli quei tempi. Le discussioni infinite nell’oratorio dell’azione cattolica della madrice. Lottavo come un leone, anche se  era difficile competere con l’erudito professore Napoli  (non c’era proprio gioco) e con i livelli di pensiero di Totò Carlisi e di Lillo Patanella (altro compagno di merende!).

Tutto ciò era bello perché avveniva innanzitutto senza  malanimo e solo per l’intima convinzione di essere reciprocamente nel giusto.

E’ stata insieme quella amicizia e quel ritrovo parrocchiale una grandissima palestra di formazione.

Qualcosa di unico che si arricchiva di continuo nel confronto (talvolta anche aspro ma sempre molto rispettoso) con gli amici più grandi dell’altro filone culturale.

Riflettendoci oggi credo di poter dire che il mio senso della vita, e quindi l’impegno, la volontà di riuscire, di raggiungere con il sacrificio (e quanti sacrifici fatti di studio continuo ed incessante, nella casa dello studente S. Romano, dove tutti noi abitavamo, scandivamo con certosina regolarità i tempi dello studio, del pranzo e del passatempo: non si perdeva tempo!) la meta desiderata, di affermarsi da soli con le proprie forze e con il proprio esclusivo impegno, sia il risultato di quella lotta ideale che abbiamo vissuto in quel periodo. Una bella lezione di pedagogia, fondata non solo sulle parole ma soprattutto sui fatti.

Nessuno, dico proprio nessuno ci ha regalato niente!

Un ruolo importante è stato anche quello della Scuola.

Vedo con molto piacere che questa bella tradizione non è venuta meno ed anzi è oggi ancor più valorizzata dalla nuova dirigente scolastica Stefanina Morreale, con la quale ci conosciamo da bambini, quando lei abitava con i suoi genitori e le sue sorelle in via Cavour, accanto (ma proprio accanto, porta cu porta) a quella dei miei nonni e dei miei zii.

Sì la scuola, quella elementare, dove insegnanti del calibro di Vincenzo Poliziotto, Giuseppe Costanza Scinta, Francesco Spoto, la sig.na Mancuso, Lillo Agnello, hanno segnato la vita sociale e la formazione delle nuove generazioni.

Quegli insegnanti facevano crescere bene, perché ci conoscevano.

Se posso fare una proposta per le iniziative culturali del paese, credo che occorra dedicare un giorno di testimonianza a quelle persone, non solo per la formazione che hanno trasmesso ma soprattutto per i valori che hanno diffuso con la loro testimonianza di vita, occupandosi anche con le proprie risorse di ragazzi in difficoltà.

Che è successo dopo.

Beh!, è intervenuto lo sviluppo economico e commerciale.

Il paese ha cambiato identità. La forte spinta commerciale ha fatto affluire una notevole liquidità che è stata impiegata quasi tutta nell’edilizia, favorendo una ascesa repentina di quel settore.

I due settori trainanti, edilizia e commercio, hanno portato allo spopolamento delle campagne ed all’abbandono dell’agricoltura tradizionale, con una forte spinta anche verso l’emigrazione di quelle fasce di popolazione contadina che non riuscivano ad inserirsi nei settori locali.

La stessa concezione dell’agricoltura è cambiata, poiché, dalla produzione di cereali, si è iniziato a pensare a metodi di coltivazione che portavano forti ed immediati vantaggi economici (l’installazione di vigneti di uva Italia).

Insieme ai metodi di produzione della ricchezza sono cambiati gli stili di vita.

E poiché l’economia funziona per cicli, la fine naturale ed inevitabile di quella parabola ha portato alla recessione economica e all’economia di stagnazione che oggi affligge il nostro territorio, in un contesto peraltro di grave crisi mondiale, per una sorta di arretramento della produzione a vantaggio della finanza.

Ora senza fare grossi discorsi che non servono a niente, credo sia opportuno chiedersi perché una realtà commercialmente e socialmente dinamica come quella grottese non ha saputo rinnovarsi e adattarsi ai mutamenti sociali e di costume.

Vi sono stati tentativi di cambiamento, quando ci si è accorti che la vendita di corredi non era più possibile perché era venuta meno la tradizione della visita del c.d. “letto matrimoniale”, una sorta di esposizione della dote matrimoniale della sposa, con il cambiamento di articoli, soprattutto tappeti e pellicce, ma non credo che quel commercio abbia funzionato bene, per il semplice fatto che intanto opera su un mercato ristretto e poi è destinato a saturarsi nel breve tempo.

In alcuni casi invece l’intelligenza imprenditoriale ha prevalso e si sono create aziende di eccellenza come quelle della Cantina Morgante e dell’azienda Mancuso (Gelati).

Io sono stato testimone diretto di quanto il prodotto grottese sia conosciuto all’estero e non solo in Europa ma nei paesi più lontani del Pianeta. Mi trovavo a Brasilia (capitale del Brasile, ai confini della foresta Amazzonica, città abitata in prevalenza da impiegati e da militari) e facevo parte della delegazione italiana ospite di quel Parlamento. Nel ristorante dove noi e le delegazioni di altri Paesi fummo accompagnati vi era una esposizioni di vini. Uno dei vini che primeggiava era proprio il Nero d’Avola Morgante. Chiesi al titolare, con una punta di emozione, come quel vino era loro arrivato (per Brasilia da Roma in aereo, si impiega 15 ore) e lui mi spiegò che quello era un vino di classe che importavano dagli Stati Uniti. Ero orgoglioso di vedere il mio piccolo paese presente in una manifestazione di quel livello e cercavo di far capire a tutti come io fossi nato a Grotte, dove avviene la produzione di quel vino.

Allora, per ritornare alla domanda, perché Carmelo Morgante (detto Totu di don Carmelo) dalle botti di vino che teneva in un magazzino stirrupato vicino a Fontana Pazza, è riuscito a creare una azienda di respiro mondiale.

Non so dare una risposta sul caso specifico.

Sento però di fare alcune considerazioni di ordine generale.

Sicuramente ciò che ha ispirato la logica della famiglia Morgante è stata di tipo economico e non assistenziale.

L’azienda si è sentita espressione della comunità, del proprio territorio e la si è gestita in una dimensione legale.

Ho la sensazione che tutta la comunità avverte l’orgoglio di quella impresa ed è pronta a difenderla.

Ho sentito io, che manco dal 1980, l’orgoglio della Cantina Morgante. Immagino perciò che lo stesso avvenga per chi continua  a vivere ed operare nel nostro paese.

Posso dire, per l’esperienza che ho maturato nel mio lavoro, prima all’antiterrorismo ed alla direzione antimafia di Roma  e soprattutto ora in una realtà di forte presenza mafiosa come è la Calabria, che quando la Comunità sente come propria una realtà, nonostante il clima di omertà e di intimidazione che pervade il territorio, trova la forza per difenderla e realizzare quei meccanismi di solidarietà utili alla difesa dell’impresa produttiva.

E’come stringere un’alleanza tra l’essere ed il fare, perché l’opera diviene parte della stessa identità.

Occorre creare la consapevolezza che siamo una comunità, fatti tutti della stessa pasta.

E’ necessario perciò abbandonare le logiche individualiste, dirette a dimostrare chi è più bravo perché è riuscito ad avere un piano di più nella propria casa o perché ha avuto più invitati, magari di quelli che contano, al battesimo o al matrimonio.

Le imprese sane, che producono ricchezza non bisogna lasciarle sole; fanno parte del tessuto vitale della comunità ed essa deve sentirne tutta la responsabilità.

In generale, se posso dire, questa maturazione a Grotte (come nel meridione in genere, ovviamente con le debite eccezione) non vi è stata.

Se si vuole la responsabilità della politica, di quella locale in particolare, sta in questo: nel non avere sollecitato le forze vive del paese in questa direzione, rifugiandosi dietro gli alibi dello Stato che non c’è, e dietro gli stereotipi del Sud senza speranza e via dicendo.

E cosa ancora più grave nell’avvantaggiarsi, per finalità esclusivamente di consenso elettorale, di un costume fatto di assistenza spicciola: la promessa del posto, il ricorso all’amico per ottenere qualsiasi servizio pubblico, persino il certificato comunale. In una parola nel mortificare la dignità di ciascuno, facendo degradare diritti fondamentali a meri favori. Ha imperversato e forse continua ad operare la logica bieca e da sottosviluppo del favoritismo.

Rispetto della dignità significa creare il contesto giusto perché ciascuno possa essere avere uguali opportunità, cosicché ciascuno possa realizzarle secondo il proprio merito.

In fin dei conti, è questa la base della legalità, poiché nelle sue varie accezioni, essa confluisce su un unico denominatore, il rispetto della persona, che esige ovviamente la condizione di reciprocità.

Se non siamo capaci di difendere, tutti insieme, la nostra dignità di cittadini, non possiamo coltivare nessuna speranza.

So invece, perché Grotte è il paese dove sono nato, dove hanno vissuto i miei da generazioni, dove sono cresciuto e mi sono formato ed al quale sono grato per avermi dato l’opportunità di riuscire in un lavoro che amo come la mia vita; so quindi che Grotte ha le risorse per sperare e vincere e, senza alcuna piaggeria, il suo sito ed il suo encomiabile lavoro, nella ricerca della nostra identità e del nostro futuro, sono i segni tangibili di questa speranza che bisogna coltivare. Tutti insieme riusciremo a rendere migliore la nostra qualità di vita. Ne sono sicuro.

Grazie e buon lavoro".

 

   

Salvatore Filippo Vitello
Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme  

 
 
Dalla Redazione.

Gentile Dott. Vitello,
siamo noi che ringraziamo Lei per la Sua testimonianza viva e sentita, dalla quale emerge in maniera splendida il legame profondo con il paese di Grotte e l'amore filiale verso una terra (persone, luoghi, avvenimenti) che è a tutti noi cara. Le Sue parole, per noi di stimolo e sprone, costituiscono per tutti i grottesi un'iniezione di energia ed ottimismo, con la certezza finale "Ne sono sicuro" che pienamente condividiamo.
I nostri auguri a Lei per il Suo lavoro, ben più importante del nostro!
 
   

Carmelo Arnone

 
 
Per approfondimenti suggeriamo:

- biografia di Dom Giovanni Franzoni su wikipedia Visita l'argomento

- sull'attività del Procuratore Vitello Visita l'argomento

- sul gruppo facebook "Io sto con Salvatore Vitello - Comitato Scorta Civica Calabria" Visita l'argomento
 

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07/03/2011

Attività. Firmato il decreto di accreditamento del centro commerciale naturale "La Grua"

 


Leggi il Decreto

Lo scorso 3 marzo, con la firma del decreto da parte dell'assessore regionale alle Attività Produttive Dott. Marco Venturi, il Consorzio Centro Commerciale Naturale "La Grua" è stato "accreditato" e conseguentemente iscritto dell'Elenco Regionale dei centri commerciali naturali.
Il riconoscimento fa seguito all'istanza del 3 novembre 2009, inoltrata dal sindaco di Grotte Paolo Pilato, ed alle successive note ed integrazioni richieste dalla Regione. "E' un importante riconoscimento per la nostra comunità - ha dichiarato il Primo Cittadino -, un'indispensabile strumento per consentire ai nostri commercianti di fare rete, per il rilancio del settore, tra i prioritari per la ripresa della nostra economia". Anche il Presidente del Consorzio, l'imprenditore Antonio Mancuso, ha manifestato la propria soddisfazione per il risultato raggiunto, qualificandolo come il primo passo certo del lungo cammino ancora da percorrere, che porterà innegabili benefici a tutto il comparto e consentirà futuri investimenti e possibilità di sviluppo all'intera comunità di Grotte.

Centro Commerciale Naturale "La Grua"

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06/03/2011

Volontariato. Il Presidente della Camera dei Deputati On. Fini incontra la Delegazione AIDO Sicilia

 

Il Presidente della Camera dei Deputati On. Fini incontra la delegazione AIDO Sicilia.
Incontro

Il Presidente della Camera dei Deputati On. Gianfranco Fini, martedi 1 marzo ha ricevuto la delegazione dell’AIDO Sicilia guidata dal Presidente Giuseppe Cammarata e composta dal vice Presidente Vicario Pietro Zucchetto, il Segretario Antonio Sperandeo, l’Amministratore Luciano Incontro, il vice Presidente Vicario dell’AIDO prov.le di Trapani Benigno Martinez, dall’Amministratore AIDO provinciale Mariella Crivello, e dal Segretario provinciale del SIULP di Trapani Antonio Cusumano. Il Presidente dell’Aido Sicilia ha portato anche i saluti del Dr. Vito Sparacino Coordinatore del Centro Regionale Trapianti che per un emergenza in Ospedale non ha potuto partecipare all’incontro.
Il Presidente dell’AIDO Sicilia Cammarata ha ringraziato il Presidente Fini per la sensibilità dimostrata nel sollecitare le Istituzioni nel dedicare delle vie ed una piazza a dei giovani donatori di organi della Provincia di Trapani.
Il Presidente Fini si è congratulato per l’opera meritoria dell’AIDO provinciale di Trapani che ha dedicato il 1° Monumento dei donatori di organi di Sicilia il 23 settembre 2010 e per l’attenzione che l’AIDO Sicilia dedica alle famiglie dei donatori di organi e per l’impegno nella diffusione della cultura della donazione degli organi con molteplici attività, inoltre ha ribadito l’importanza di divulgare il messaggio della solidarietà della donazione, ha auspicato, che al contempo le Istituzioni sappiano essere vicine in modo adeguato a chi decide di adottare con coraggio e generosità questa scelta.
Il Presidente dell’AIDO Sicilia Cammarata, ha donato al Presidente il dvd fatto in collaborazione con il Sindacato di Polizia SIULP, AIDO Sicilia, AVIS e AIDO provinciale di Trapani e Questura di Trapani,  per prevenire le stragi del sabato sera che rientra nella manifestazione denominata: “Insieme per la vita”.
Durante l’incontro si è anche congratulato con il Segretario provinciale del SIULP di Trapani Antonio Cusumano per le iniziative a difesa della legalità. Il cordiale incontro è durato quasi un ora.

Il Presidente della Camera dei Deputati On. Fini incontra la delegazione AIDO Sicilia.
Dono

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05/03/2011

Editoriale. San Nicola, la liberta d'informazione ed il piccolo orticello

 

Carmelo Arnone, dalla redazione di Grotte.info Quotidiano

Giovedi 3 marzo, ore 19.52, squilla il mio cellulare. Sul display compare un numero sconosciuto. Rispondo. Dall'altra parte una voce maschile, si qualifica, è un conoscente. Senza convenevoli espone con decisione le sue domande: "come ti sei permesso?", "chi ti ha dato l'autorizzazione?" e "chi ti ha fornito le informazioni?". L'oggetto del contendere: il mio articolo del 3 marzo sui ritrovamenti nel sottosuolo della ex chiesa di San Nicola. Cerco di capire quale sia il senso della telefonata, i motivi della rabbia chiaramente espressa, la causa di tale incomprensibile attrito. L'interlocutore, non volendo sentire ragioni, si stupisce delle mie perplessità. "Mi sono permesso" di fare cosa? Scrivere un articolo giornalistico su un fatto, tutto sommato, positivo per la comunità di Grotte? Perchè mai non avrei dovuto? E perchè avrei dovuto chiedere l'autorizzazione? Inutile cercare di spiegare che in Italia la libertà di pensiero è stabilita dall'art. 21 della Costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". Anche ribadirlo è inutile: io, a suo dire, avrei dovuto essere autorizzato alla pubblicazione del materiale che avevo acquisito; anzi se, quando e cosa fossi stato autorizzato a pubblicare non era decisione che spettava a me, ma a lui. Incredibile! Anzi, del tutto assurdo! La telefonata è un continuo di rimproveri e accuse gratuite quanto infondate, del tipo: "anche l'altra volta hai scritto delle falsità, e questa è la seconda volta che lo fai". Riporto, per la cronaca, le presunte precedenti falsità: "Una realizzazione promossa e seguita nelle prime fasi dall'allora Sindaco di Grotte, Dott. Giacomo Orlando, dal Dott. Angelo Collura, attuale Presidente del Consiglio Comunale e dall'Arch. Ignazio Infantino, progettista dell'opera" (vedi l'articolo del 21/02/10 Visita l'argomento). Ricordo la sua telefonata in quell'occasione (sempre sullo stesso tono) alla quale avevo risposto invitandolo a replicare all'articolo e ad inviarmi ulteriore materiale informativo; ancora aspetto. Lo invito ad espormi i motivi per cui non avrei dovuto pubblicare il materiale in mio possesso: per telefono non può dirmeli, si riserva di comunicarmeli di presenza, chissà quando. Replico che io non ho nulla da nascondere, non temo intercettazioni e sono disposto a cogliere anche telefonicamente le sue ragioni. Non è possibile. Saranno mica segreti di Stato?
Con tutta la buona volontà ho cercato di comprendere il senso di tutto ciò. L'unica considerazione alla quale sono arrivato è che, probabilmente, avrò invaso il suo piccolo orticello: l'esclusiva sull'ex chiesa di San Nicola. Come tutti quelli che tengono a mettersi in mostra, dichiara ripetutamente che non ci tiene affatto (ma intanto telefona, rimprovera, accusa, pretende spiegazioni, rifiuta sdegnosamente gli inviti ad intervenire). La telefonata prosegue con lui che ripete sempre lo stesso ritornello, come un disco rotto, non lasciandomi spazio. Improvvisamente "cade la linea" (detto fuor di metafora, mi chiude il telefono in faccia; quando questo accade per cause naturali - termina il credito o si esaurisce la batteria - di solito l'interlocutore richiama, prima possibile, per i saluti finali: non è successo).
A beneficio del mio interlocutore e di quanto fossero interessati, riporto l'articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963: «E' diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d'informazione e di critica, limitata dall'osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede. Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori».
Dalla Carta dei doveri del giornalista:
- Il giornalista deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile;
- Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici;
- Il giornalista è tenuto ad osservare il segreto professionale, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario delle sue fonti. In qualsiasi altro caso il giornalista deve dare la massima trasparenza alle fonti
.
Ferma restando la possibilità di replica (che ribadisco per l'ennesima volta) per il mio interlocutore telefonico o per chiunque altro desiderasse intervenire, riconfermo con forza la mia indipendenza ed il mio diritto insopprimibile alla libertà d'informazione e di critica, anche a costo d'invadere altri "piccoli orticelli".

Carmelo Arnone
5 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

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04/03/2011

Televisione. "Domenica è sempre Domenica" ospita Grotte.info, su Teleacras

 

Televisione - "Domenica è sempre Domenica" ospita Grotte.info, su Teleacras.
Guarda il video

"Domenica è sempre Domenica", celebre trasmissione televisiva su Teleacras, nella puntata del 27 febbraio ha ospitato Grotte.info Quotidiano. Il programma di Egidio Terrana ed Enza Pecorelli, condotto da Elettra Curto ed Egidio Terrana, ormai immancabile appuntamento settimanale con gli approfondimenti culturali, l'attualità, lo spettacolo, lo sport e molto altro ancora, all'interno dello spazio dedicato all'informazione online ha intervistato il direttore del nostro sito, Carmelo Arnone. Nella stessa puntata, trasmessa in replica martedi 1 marzo alle 21.00 e giovedi 3 marzo alle 15.00, sono stati ospiti: Sandro Provvisionato, giornalista, scrittore conduttore del settimanale Terra (in collegamento telefonico); il preside, i docenti e gli alunni dell'IPIA FERMI di Agrigento, con i collaboratori Lucia Alessi e l'ingegnere Luigi Guagenti; il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto; il dott. Giuseppe Carbone, veterinario; Giovanna Lauricella e Alessandra Grassi organizzatrici ad Agrigento di "SE NON ORA, QUANDO"; Gabriela Mangione e la Vocal Talent Luigina Morello; il cantante Christian Lo Zito.
Ringraziamo, per lo spazio dedicatoci, l'emittente televisiva Teleacras, tutto lo staff della trasmissione "Domenica è sempre Domenica", i conduttori Elettra Curto ed Egidio Terrana.

Pubblichiamo la parte della trasmissione relativa all'intervista e la canzone finale di Christian Lo Zito "Fermati" (riprese di © Teleacras).

Grotte.info a "Domenica è sempre Domenica" Visita l'argomento

"Domenica è sempre Domenica" va in onda su Teleacras la domenica mattina alle 10.30, il martedi in prima e seconda serata e il giovedi alle 15.00.

"Domenica è sempre Domenica", con Egidio Terrana ed Elettra Curto - su Teleacras

"Domenica è sempre Domenica", con Egidio Terrana ed Elettra Curto - su Teleacras

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04/03/2011

Feste. Martedi 8 marzo in piazza a Grotte, per la "Carnival Night 2011"

 

Martedi 8 marzo in piazza a Grotte, per la "Carnival Night".
Locandina

L'Associazione spontanea "L'isola ke nn c'è", col patrocinio del Comune di Grotte, in occasione del prossimo martedi grasso, 8 marzo 2011, organizza la manifestazione "Carnival Night 2011".
Il Presidente dell'associazione, Daniel Carlisi, insieme a tutto il suo staff, assicura una serata all'insegna dell'allegria, con balli, animazioni e tante sorprese.
L'appuntamento, per grandi e piccini (rigorosamente in maschera, forniti di coriandoli, stelle filanti e tanta voglia di divertimento) è in Piazza Umberto I (piazza municipio), dove è già stato approntato il palco, dalle ore 19.30 alle 24.00 circa.

 

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03/03/2011

Antichità. Scoperte e ritrovamenti nel sottosuolo della chiesa di San Nicola

 

Chiesa di San Nicola
San Nicola

Stanno per essere completati i lavori di ristrutturazione dell'edificio anticamente dedicato a San Nicola. Della struttura preesistente erano rimaste soltanto le mura perimetrali ed una piccola parte della volta; tutto il resto versava in condizioni di rovina, degrado ed abbandono, costituendo fonte di pericolo per i cittadini a causa della concreta possibilità di crolli.
I lavori di ripristino, su progetto dell'architetto Ignazio Infantino, hanno portato alla luce alcune scoperte che confermano l'importanza storica della piccola chiesetta, la prima ad essere edificata a Grotte e l'unica riportata, da fonti documentali dell'archivio Arcivescovile di Agrigento, come già esistente nel 1300 e nota come "Pieve di Grotticelle".
Sotto la pavimentazione della chiesa è stata rinvenuta una cripta, costituita da due ambienti comunicanti, dalle dimensioni di metri 2.50 x 2.50 circa, disposta centralmente alla chiesa e chiusa con copertura a volta. All'interno di essa sono stati ritrovati numerosi scheletri scomposti di adulti e bambini; tra essi si sono potuti contare circa 60 teschi. I resti ossei sono stati raccolti con estrema attenzione, posti in cassette di legno e traslati al cimitero, dove sono stati adagiati nell'ossario comunale. Trattandosi di una ex chiesa, ormai sconsacrata, non avrebbero potuto essere riposizionati in loco. Il ritrovamento dimostra ancora una volta che il sottosuolo dei luoghi di culto, anche a Grotte, veniva utilizzato per deporvi le salme dei fedeli defunti, non essendo stati istituiti, a quel tempo, i cimiteri pubblici. E' molto probabile che maggiori e più ricchi ritrovamenti sarebbero possibili qualora venissero effettuati lavori di ricerca storica al di sotto della chiesa Madre (nei ricordi ancestrali di alcuni anziani sembra affiorare, sotto il pavimento, l'esistenza di un locale ampio quanto la chiesa stessa) e della chiesa del Purgatorio (della quale l'esistenza di una cripta con scheletri è suffragata dai ricordi di persone anche più giovani). La riscoperta, il restauro e la valorizzazione di queste strutture costituirebbe di certo un "unicum" in tutto il territorio circostante, un punto di forza per la salvaguardia, la tutela e la promozione della cultura e della memoria storica del paese di Grotte.
Una ulteriore scoperta è stata fatta rimuovendo le macerie della chiesa di San Nicola; sotto i detriti è stato ritrovato, in buono stato di conservazione, parte del pavimento in maioliche ottocentesche la cui origine è attribuita ai laboratori artigianali di Napoli. I manufatti policromi sono stati rimossi con cura e, dopo essere stati sottoposti ad un attento restauro, verranno ricollocati nella loro posizione originaria. Al termine dei lavori, l'ex chiesa è destinata a diventare un centro polifunzionale - che manterrà il nome di "San Nicola" - da adibire a sala convegni, mostre, proiezioni ed altre attività culturali.

Carmelo Arnone
3 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

 

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03/03/2011

Comune. Finanziati oltre 5 milioni e mezzo di euro per il cinema ed il "Collegio di Maria"

 

Palazzo Municipale del Comune di Grotte
Palazzo Municipale

Una ulteriore "boccata d'ossigeno" si prospetta per il territorio comunale, sia in termini occupazionali che di utilizzo delle infrastrutture esistenti nell'ambito urbano. All'interno del P.O. FESR 2007-2013 (Programma Operativo - Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale), in attuazione dell'Asse VI “Sviluppo urbano sostenibile”, sono stati ammessi alla 2^ finestra, i seguenti interventi da realizzare nel Comune di Grotte:
- Lavori per recuperare, riqualificare e fornire di infrastrutture sociali l'area comunale "Ex Collegio di Maria" - per un importo di euro 3.950.000,00;
- Lavori di riqualificazione di infrastruttura culturale "ex cinema-Teatro Marconi" da adibire a centro di aggregazione e spazio teatrale a uso territoriale - per un importo di euro 1.591.710,00.
Il totale dei finanziamenti relativi ai due interventi saranno precisamente di 5.541.710,00 euro.
Particolarmente soddisfatto si è dichiarato il Sindaco Paolo Pilato, affermando che questo è un risultato che fa onore a Grotte e che è difficile da riscontrare anche per Comuni di più grandi dimensioni; segno evidente della grande attenzione che la politica locale e regionale sta ponendo nei riguardi della nostra realtà cittadina.

Paolo Pilato, Sindaco di Grotte
Il Sindaco Pilato

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02/03/2011

Comune. Gemellaggio tra Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia"

 

Gemellaggio tra Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia"
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Servizio di Onda TV sul gemellaggio tra Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia"
Onda TV

Gemellaggio tra Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia"
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Una splendida giornata di sole ha fatto da cornice alla cerimonia di gemellaggio tra i Comuni di Militello Rosmarino e Grotte. Domenica 27 febbraio una folta delegazione di Amministratori, imprenditori locali e rappresentanti di Associazioni è partita da Grotte per recarsi nel Comune messinese; ad accoglierla, nella piazza del paese, l'intera comunità guidata dalle Autorità locali. Dalla piazza, in festoso e ordinato corteo, la comitiva si è mossa, ammirando le cime innevate dei Nebrodi, verso il palazzo municipale. All'interno della sala consiliare si è svolta la cerimonia di gemellaggio. Il ricco programma della manifestazione ha previsto numerosi e qualificati interventi, mirati alle possibilità di sviluppo dell'economia locale dei due centri siciliani, con particolare riferimento al settore del turismo legato all'enogastronomia. Da un lato la produzione del "Suino nero dei Nebrodi", presidio alimentare caratteristico del territorio di Militello Rosmarino; dall'altro il "Nero d'Avola di Alta Collina", eccellente frutto della lavorazione dei vigneti del territorio di Grotte. Dall'incontro tra questi due "Neri di Sicilia", suggellato dal patrocinio di Slow Food Valdemone, è iniziato questo percorso che le due comunità intendono seguire insieme, al fine di far conoscere ed incrementare la commercializzazione delle due specialità. Gli amministratori, come hanno ribadito nel corso degli interventi, intendono scommettere sullo sviluppo dell'enogastronomia locale, definita "volano" di tutte le altre attività economiche e commerciali dei due paesi.
Nella prima parte della cerimonia, che è stata moderata da Rosario Gugliotta, fiduciario Slow Food Valdemone, hanno preso la parola i Presidenti dei due Consigli comunali, Calogero Blogna e Angelo Collura, i due Sindaci, Calogero Lo Re e Paolo Pilato, e l'arciprete don Calogero Oriti. Il momento centrale della manifestazione è stato la firma del protocollo d'intesa tra i due Comuni, che così recita: "Impegno solenne di gemellaggio. Comune di Grotte. Comune di Militello Rosmarino. Noi, Calogero Lo Re Sindaco di Militello Rosmarino e Paolo Pilato Sindaco di Grotte, dichiariamo solennemente nel nome delle nostre rispettive comunità, la nostra volontà di avviare relazioni solide e durature di amicizia, di operare alla promozione di collaborazione in tutti i campi: culturali, economici e sociali. Facciamo appello a tutti i nostri concittadini, a tutte le associazioni e collettività, al fine di consolidare il confronto per scambi concreti e fruttuosi tra Militello Rosmarino e Grotte. In fede noi sottoscriviamo tutto quanto detto sopra, nella casa municipale di Militello Rosmarino, il giorno 27 febbraio 2011". Nella seconda parte sono intervenuti: l'On. Roberto Corona, deputato all'ARS; lo stesso moderatore Rosario Gugliotta, in qualità di fiduciario Slow Food Valdemone; Vincenzo Pruiti, Dirigente SOAT Castell'Umberto; Rosaria D'Arrigo, Responsabile Sviluppo Italia Sicilia; Salvatore Scalisi, Presidente Associazione Siciliana Paese Albergo. Molto attesi gli interventi dei quattro chef che hanno elaborato singolari specialità culinarie utilizzando il "Suino nero dei Nebrodi" in abbinamento col "Nero d'Avola di Alta Collina": Sergio Mei, Executive Chef dell'hotel Four Seasons di Milano; Carmelo Chiaromonte, il "Cuciniere Errante"; Giuseppe Pappalardo, docente di ristorazione all'IPSSART di Papazzolo Acreide; Calogero Pintaudi, Chef di "Villa Rantù".
Al termine della cerimonia il rappresentante del Complesso Bandistico "Vincenzo Bellini" di Grotte, Silvio Salvaggio, ha consegnato in omaggio al Sindaco di Militello Rosmarino una foto dell'intera Banda Musicale ed una targa ricordo.
Le degustazioni che sono seguite hanno incontrato il favore dei presenti, che ripetutamente si sono accostati ai tavoli, esprimendo compiacimento agli chef ed agli organizzatori.
Nel pomeriggio la delegazione grottese è stata accompagnata in visita presso "Villa Rantù", rinomato albergo- ristorante del luogo, e presso l'azienda "Di Stefano", dove il suino nero dei Nebrodi viene allevato con cura stato semibrado.
Il prossimo appuntamento del gemellaggio, la cui data è ancora da definire, sarà la visita di una delegazione di Militello Rosmarino a Grotte.

Carmelo Arnone
2 marzo 2011
© Riproduzione riservata.

Pubblichiamo alcune immagini ed il video del convegno (31 foto e riprese di © Associazione Culturale "Punto info").
 

Programma del gemellaggio tra Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia"
Programma

Programma del gemellaggio tra Grotte e Militello Rosmarino, all'insegna dei "Neri di Sicilia"
Programma

  Foto del gemellaggio Visita l'argomento Video del gemellaggio Visita l'argomento Servizio di Onda TV Visita l'argomento  

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02/03/2011

Comune. Condoglianze alla Famiglia Vassallo per la scomparsa del Generale Antonino

 

Comune di Grotte

Riceviamo e pubblichiamo.

"Appena appresa la triste notizia ho manifestato, con un telegramma, la vicinanza alla Famiglia Vassallo per l’immatura scomparsa del nostro concittadino, Generale Antonino Vassallo, a nome mio personale ma anche a nome della Giunta, della Presidenza e del Consiglio Comunale tutto.
La dipartita del nostro concittadino mi ha profondamente colpito, in quanto conoscevo la persona della quale ho apprezzato l’umiltà ed il profondo senso di appartenenza alle istituzioni, che lo ha accompagnato nella lunga carriera al servizio dello Stato, che lo ha visto raggiungere incarichi di massimo prestigio - quale quello di Comandante di un importante distretto militare come quello di Lecce - e che ha concluso ricevendo la nomina al grado di Generale di Brigata.
Questi risultati sono stati, per l’intera comunità di Grotte, motivo di vanto e di orgoglio anche a seguito della disponibilità che il Generale Antonino Vassallo riservava ai propri concittadini.
Un aspetto che mi ha particolarmente colpito è l’attaccamento che ha sempre voluto mantenere con la propria famiglia, con le persone che da giovane ha conosciuto e frequentato, con l’intera comunità di Grotte e con i luoghi che gli hanno dato i natali, dei quali peraltro intendeva intensificare la frequenza proprio a seguito del raggiungimento del traguardo della pensione.
Ritenendo di interpretare il pensiero di tutti i cittadini e dell’intera comunità che mi onoro di rappresentare, rinnovo ai familiari i sentimenti di profondo cordoglio e vicinanza".

 

   

Il Sindaco di Grotte
Paolo Pilato

 

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02/03/2011

Necrologio. "La morte del nostro Generale Antonino Vassallo", di Gianni Costanza

 

Gen. Antonino Vassallo
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Riceviamo e pubblichiamo.

"Sabato 26 febbraio, a Lecce, è morto il Generale Antonino Vassallo di Grotte.
La notizia ha colto tutti di sorpresa. Ricordare il generale da giovane è come volere rispolverare un po’ di ricordi di alcuni grottesi della stessa sua età. Seguito dall'amore infinito di una madre e di un padre che hanno fatto tutto il possibile per fargli completare le scuole superiori in Agrigento. Da giovane studente ha praticato l'atletica leggera, ha imparato a suonare la fisarmonica, suo strumento preferito, che in diverse occasioni di feste ha avuto modo di suonare. Felice quando incontrava degli amici che soleva invitare nella sua splendida casa di campagna in Contrada Noce. Non ancora ventenne, ha lasciato il suo paese, Grotte, per iniziare un percorso militare pieno di sacrifici ma anche di riconoscimenti degni della sua persona. Il suo carattere docile, affettuoso e rispettoso dei suoi genitori e della propria famiglia, ma determinato nel servire l'Esercito, che ha ampiamente ricompensato i suoi sacrifici fino ad avergli assegnato il comando del Distretto militare di Lecce, uno dei più prestigiosi d'Italia. Disponibile con quanti chiedevano dei consigli, non si è mai sottratto ad aiutare i giovani di Grotte che hanno voluto intraprendere la carriera militare. E' stato comandante di compagnia corazzata, addetto all'ufficio addestramento della scuola truppe corazzate di Lecce, responsabile del settore informatico alla scuola di Carrismo prima e di Cavalleria dopo. Promosso Colonnello il primo gennaio del 1999, fra il 2000 e il 2001 è stato capo ufficio coordinamento corsi. Componente della commissione valutativa alla scuola di fanteria di Cesano. Il Vassallo è stato insignito del titolo "Cavaliere al merito della Repubblica", medaglia Mauriziana, medaglia di bronzo al merito di lungo comando. Croce d'oro per anzianità di servizio militare. Ha partecipato alle operazioni di soccorso per il terremoto in Campania e in Basilicata. All'ufficiale è stata conferita la "Melvin Jones", ossia la massima onorificenza del Lions International. Anche le più alte cariche del Rotary Club, presso l'Appia Palace Hotel, hanno apprezzato una sua conversazione sulla storia del Tricolore italiano che proprio quest'anno, in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, sarà la massima attrazione di tutte le manifestazioni pubbliche. A Grotte nessuno era riuscito prima a ricoprire una carica così importante e prestigiosa. Esemplare marito, modello di padre che alla figlia, siamo certi, ha trasmesso sani principi, sani insegnamenti ed inconfutabili nozioni di vita. A nome mio personale e di tutti i grottesi, desidero formulare le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia, alla sorella Marina e famiglia ed alla cara ed affettuosa mamma, Giuseppina Zaffuto.
Ciao, caro mio grande amico e mio grande Generale".

 

   

Gianni Costanza
(Operatore culturale )

 
 
Dalla Redazione.

Il 3 maggio 2006, nella sala consiliare del Comune di Grotte, si era svolta una cerimonia in onore del Gen. Vassallo.
Allora avevamo pubblicato alcune immagini della manifestazione.

Foto della cerimonia Visita l'argomento
 

 

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01/03/2011

Posta. Calendario dei pagamenti delle pensioni INPS presso l'ufficio di Grotte

 

Calendario dei pagamenti delle pensioni INPS presso l'ufficio di Grotte.
Calendario

Calendario dei turni relativi ai pagamenti delle pensioni INPS nel mese di marzo, per lettera iniziale del cognome:
giorno 1 - martedi: in pagamento la lettera A;
giorno 2 - mercoledi: in pagamento la lettera B;
giorno 3 - giovedi: in pagamento la lettera C;
giorno 4 - venerdi: in pagamento dalla lettera D alla I;
giorno 5 - sabato: in pagamento la lettera L;
giorno 6 - domenica: chiusura settimanale;
giorno 7 - lunedi: in pagamento la lettera M;
giorno 8 - martedi: in pagamento dalla lettera N alla P;
giorno 9 - mercoledi: in pagamento dalla lettera Q alla S;
giorno 10 - giovedi: in pagamento dalla lettera T alla Z.
Ricordiamo che, in alternativa, è possibile richiedere l'accredito diretto della pensione nel libretto postale o nel conto Bancoposta; l'importo sarà immediatamente disponibile dalla data di accredito, e sarà prelevabile anche tramite postamat, senza necessità di fare estenuanti attese allo sportello.
Pubblichiamo a lato il calendario dei pagamenti per l'intero anno 2011, che è disponibile anche nella pagina "Posta".
 

 

  Leggi il calendario Visita l'argomento Vedi la pagina "Posta" Visita l'argomento  
         

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