Comune.
Aperte le iscrizioni per la Giuria Popolare del Premio "Racalmare -
Leonardo Sciascia" 2025
Premio Racalmare
Il Comune di Grotte ha annunciato l'apertura delle iscrizioni per far
parte della Giuria Popolare della XXXV edizione del Premio
Letterario Internazionale "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte".
È l'opportunità, per gli appassionati di letteratura, di contribuire
attivamente al significativo riconoscimento letterario.
(Premio "Racalmare - Leonardo Sciascia - Città di Grotte")
Il premio, giunto alla sua 35^ edizione nel 2025, si conferma un
appuntamento di rilievo nel calendario culturale, onorando la memoria del
grande scrittore Leonardo Sciascia e promuovendo la città di Grotte come
fulcro di iniziative letterarie.
Le domande di partecipazione dovranno pervenire, entro e non oltre
il 25 giugno 2025, al servizio "Protocollo Generale" del Comune o
essere inviate all'indirizzo e-mail
comunedigrotte@pec.it. Le candidature verranno prese in considerazione
in base all'ordine di presentazione.
(Alfonso Provvidenza, Rosario Castelli,
Rossana Florio,
Giacomo Minio,
Alice Titone e
Salvo Toscano)
Come da statuto, Presidente del Premio è il Sindaco pro-tempore,
Alfonso Provvidenza, mentre Direttore del Premio è l'Assessore
pro-tempore alla Pubblica Istruzione, Annamaria Todato.
Per questa edizione è stato nominato Presidente onorarioRosario Castelli,
mentre il Comitato è formato da Rossana Florio,
Giacomo Minio,
Alice Titone e
Salvo Toscano.
Attualità.
Gestione del servizio idrico: "Si stava meglio quando si stava peggio";
di Armando Caltagirone
AICA
Armando Caltagirone
In questi
giorni si parla tanto di mazzette e rete idrica ad Agrigento e, come
se non bastasse, di pignoramento, per due milioni di euro su un
credito vantato di oltre dodici milioni, da parte di Siciliacque a danno di
AICA.
(AICA)
Siciliacque è una società partecipata, oltre che dalla Regione
Siciliana per una quota del 25%, da Idrosicilia a sua volta
controllata da Italgas che di recente ha rilevato la francese Veolia,
partecipata a sua volta da una infinità di società pubbliche e private a
loro volta controllate; quindi per finire tra controllate e controllanti
in caso di responsabilità risulta impossibile venirne a capo.
Quest’ultima notizia, pignoramento, sicuramente non meno grave della
prima poiché interessa la maggioranza dei comuni della provincia, passa
quasi inosservata.
Mi ricorda tanto un’altra storia, per certi aspetti parallela e convergente,
ovverosia la notizia del rigetto delle domande d’insinuazione al passivo
fallimentare della “Girgenti Acque”, presentate dagli ex commissari
prefettizi Giuseppe Dell’Aira e Gervaso Venuti. Il motivo di esclusione, da
parte della curatela, è stato pesantissimo: “Mala gestio nella
conduzione della società fallita e comunque l’eventuale credito non
sarebbe spettante dovendosi ritenere lo stesso estinto per compensazione con
il credito risarcitorio spettante al fallimento”. Per farla breve e senza tanti inutili tecnicismi, i soggetti in
questione (commissari prefettizi), dall’analisi fatta dalla curatela,
hanno amministrato male creando un danno (alla collettività) con effetto
risarcitorio, la cui quantificazione andrebbe a compensarsi con le
avanzate pretese creditorie. Per dirla volgarmente chi ha avuto, ha avuto
e chi ha dato, ha dato, scurdammuce ‘o passato. È mai possibile che restiamo sempre fermi a Napoli? (simme a Napule
paisà).
L’Organo tecnico (curatela) all’epoca si è pronunciato, sulla scorta, si
presume, di evidenze documentali, sulla mala gestione, tanto da
parlare di effetto risarcitorio, per poi concludere: “Nulla ti devo
perché nulla tu devi”.
Non sarebbe stato più corretto, in presenza di mala gestione,
interessare le competenti autorità per chiedere conto e ragione di questa
vera o presunta mala gestione? Passano gli anni, cambiano gli uomini, le sigle, gli organismi, ma
il bidone di plastica, per il rifornimento idrico, resta sempre in
prima linea.
Questo accadeva all’incirca tre anni fa e già a quell’epoca era facile
considerare - come in effetti osservavo - che il nuovo organismo AICA,
subentrato a Girgenti Acque, sarebbe stato anch’esso destinato al
fallimento.
Quanto precede, sulla scorta di semplici considerazioni e senza necessità di
scomodare l’esperto di diritto penale dell’economia, il grottese di sola
nascita Gian Gaetano Bellavia.
Non è stato certo un esempio di alta economia pagare 15.000 euro al
mese (180 mila l’anno) di affitto del ramo di azienda della ex
Girgenti Acque il cui valore è stato stimato in incirca 300 mila
euro. Sarebbe come dire: pago 5.000 euro di affitto al mese (60 mila
l’anno) per un appartamento che ne vale appena 100 mila. Poco importa se in
meno di due anni avrei potuto ammortizzare l’intero costo dell’eventuale
acquisto; però - e qui la grande trovata - pago solo l’affitto.
Non c’è da meravigliarsi più di tanto, basta guardare le così dette
cartolarizzazioni per rendersi conto di come agisce la pubblica
amministrazione: da massaia svogliata!
Così come l’anomalo rapporto tra il capo d’accusa, uno dei tanti, formulati
dalla Procura nei confronti del Sig. Marco Campione, sui costi fittizi,
finalizzati agli aumenti tariffari e la gestione dei commissari prefettizi
che di quei costi artificiosi non ha mai tenuto conto.
Ci si poneva e ci si pone la domanda: se la Procura ha ragione e le tariffe
(più care d’Italia) sono state il frutto di brogli contabili con costi
inesistenti, eliminandoli - allora da parte dei commissari, oggi dai super
tecnici del CdA di AICA - senza ritocchi alle tariffe (uguali a prima), in
bilancio non si sarebbe e non si dovrebbe ottenere se non l’utile, almeno il
pareggio?
Nulla di tutto questo.
Il risultato della gestione commissariale: la dichiarazione di fallimento;
quella degli amministratori di AICA: una pre-dichiarazione di fallimento.
Non è certo piacevole essere profeta di sventure, ma era abbastanza
prevedibile che anche AICA fosse destinata al fallimento.
Stupisce, tra l’altro, la disponibilità degli attuali amministratori a farsi
da parte in previsione di una gestione commissariale, cioè pre-fallimentare.
La disponibilità degli amministratori ad abbandonare (non trovo altro
termine) e fare posto al Commissario straordinario non sarà forse
collegata a una richiesta di liquidazione milionaria come avviene in
tutte le aziende a partecipazione pubblica fallite?
Ma i sindaci in tutto questo che fanno? Sono totalmente indenni da colpe? Al tempo di Girgenti Acque i sindaci hanno approvato tariffe frutto di
brogli contabili (costi inesistenti), al tempo di AICA mantengono le
stesse tariffe e approvano bilanci in squilibrio finanziario.
Ci si chiede: ma quando si riuniscono, di che cosa parlano? Sicuramente di
gettoni di presenza e rimborso spese; piccoli affluenti del grande fiume del
fallimento.
Sarebbe ora di ammettere che la legge Galli, almeno in Sicilia, è stata un
fallimento.
Sarà stato il frutto delle aspettative della nuova legge che l’allora
Sindaco del Comune di Grotte è stato, se non il primo, almeno uno dei
primi a cedere le reti a Girgenti Acque?
Lo stesso, oggi, dovrebbe avere l’onestà intellettuale di ammettere se non
pubblicamente almeno in confessionale: mea culpa, mea culpa, mea maxima
culpa.
Quale soluzione?
Sarà controcorrente ma i fatti dimostrano che la migliore gestione resta
quella comunale, pubblica ma circoscritta all’ambito municipale, che
all’evidenza conferma il detto: si stava meglio quando si stava peggio.
Culti.
"Voce fuori dal coro"; del pastore Giuseppe Infantino
Past. Infantino
Riflessione del pastore Giuseppe Infantino, titolare della Chiesa
Evangelica "L'Eterno Nostra Giustizia" (Piazza Umberto I, Grotte).
*****
Ho
iniziato a suonare la chitarra qualche anno prima che gli accordatori
elettrici diventassero popolari. Questo mi ha costretto a imparare ad
accordare il mio strumento "a orecchio".
Il modo in cui lo facevo era confrontare il suono della mia chitarra con
quello di uno strumento accordato, che fosse un pianoforte o un'altra
chitarra.
Dovevo far suonare lo strumento accordato, poi il mio strumento e
confrontare il suono. Se il mio strumento non suonava uguale a quello
accordato, dovevo apportare delle modifiche per ottenere lo stesso
risultato.
(Pastore Giuseppe Infantino)
Il
processo veniva ripetuto tutte le volte necessarie finché non suonavano
esattamente uguali.
Questo mi ha aiutato molto a sviluppare il mio orecchio perché dovevo
costantemente confrontare ciò che era intonato e ciò che era stonato, cioè
ciò che era giusto e ciò che era sbagliato.
Ciò mi ha portato a riflettere sulla mia vita e su come migliorarla.
“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnarci la verità e
per farci riconoscere ciò che non va nella nostra vita, per correggerci
quando sbagliamo e per insegnarci come fare ciò che è giusto. Dio la usa per
preparare e rendere capaci i suoi fedeli di compiere ogni opera buona”
(2 Timoteo 3:16-17).
La Parola di Dio è lo strumento che mi suggerisce la nota giusta da
riprodurre nella mia vita. Devo confrontarmi costantemente con essa e
apportare le modifiche necessarie affinché la mia vita sia in sintonia con
la Sua Verità.
Quando è stata l'ultima volta che hai letto la Bibbia con un cuore disposto
a lasciarsi trasformare dalla sua Verità?
Quando è stata l’ultima volta che hai potuto sorridere di soddisfazione
confrontando un aspetto della tua vita con la Parola di Dio e scoprendo che
“suonavano uguali”?
Il tempo dedicato alla lettura personale della Bibbia è il momento migliore
affinché lo Spirito Santo possa apportare profonde trasformazioni nella
nostra vita, così che possiamo essere “in sintonia con Dio”.
Il brano di Luca 17:11-19 (i dieci lebbrosi) ci aiuta ad esplorare
l'importanza della fede, dell'obbedienza e della gratitudine nel rapporto
con Dio, nonché il contrasto tra fede e ingratitudine.
In sostanza, la storia evidenzia come la fede e l'obbedienza possano portare
alla guarigione, mentre la mancanza di gratitudine può allontanare da Dio.
Sulla strada per Gerusalemme, Gesù incontrò dieci lebbrosi che, vedendolo,
gridarono a Lui per essere guariti. Gesù ordinò loro di presentarsi ai
sacerdoti per essere dichiarati puri e, mentre andavano, furono guariti.
La storia dei lebbrosi ci insegna che la fede è fondamentale. La fede non è
solo una convinzione, ma un'azione che ci porta ad avvicinarci a Dio. I
lebbrosi credevano che Gesù avesse il potere di guarirli e questa fede li
spinse ad avvicinarsi a Lui e a obbedire alle sue istruzioni.
L'obbedienza è il secondo passo fondamentale. Gesù disse loro di presentarsi
ai sacerdoti, e questo comando fu la chiave della loro guarigione.
L'obbedienza non implica solo ascoltare Dio, ma anche agire in base a ciò
che Egli ci chiede, indipendentemente da come possa apparire.
I lebbrosi furono guariti mentre andavano a presentarsi ai sacerdoti,
dimostrando che la guarigione non era una ricompensa per la loro fede o
obbedienza, ma una manifestazione della grazia di Dio.
Questa grazia di Dio è un dono, non qualcosa che possiamo guadagnare con i
nostri sforzi o meriti.
Solo uno dei dieci lebbrosi, un samaritano, tornò da Gesù per ringraziarlo.
Questo evidenzia l'importanza della gratitudine, che è un riflesso
dell'amore e della fede che abbiamo verso Dio. La gratitudine non è solo
un'emozione, ma uno stile di vita che ci permette di apprezzare i doni di
Dio e di crescere nella nostra relazione con Lui.
I nove lebbrosi che non tornarono sono un invito alla riflessione.
L'ingratitudine può essere un ostacolo che ci impedisce di sperimentare la
pienezza del nostro rapporto con Dio. Quando dimentichiamo o ignoriamo le
benedizioni che Dio ci ha donato, rischiamo di allontanarci da Lui.
La storia dei dieci lebbrosi ci invita a esaminare la nostra vita e a
riflettere sulla nostra fede, obbedienza e gratitudine. Fede e obbedienza ci
avvicinano a Dio, mentre la gratitudine è un'espressione di amore e
gratitudine.
La storia dei dieci lebbrosi ci ricorda l'importanza di vivere una vita
piena di fede, obbedienza e gratitudine.
Informazione.
Diritto di critica (del sig. Amedeo Gioia) e diritto di replica (del
nostro Direttore)
Amedeo Gioia
Leggi il post
Un
articolo da noi pubblicato ha suscitato l'interesse del sig. Amedeo
Gioia, grottese che trascorre parte della propria vita sulla Côte d'Azur
(la Costa Azzurra) in Francia, per il quale ha esternato critiche negative,
esprimendo il proprio "libero
pensiero"; una scelta legittima che - a dimostrazione della
nostra imparzialità - riportiamo integralmente senza alcuna modifica
sintattica o grammaticale.
(Amedeo Gioia)
Così
"posta" il sig. Gioia:
"la stumpa oggi da organo di Informatione
e' diventato organo politico.
Invece di informare dei contenuti dei quesiti referendari incita ad andare a
votare.
Povira Italia chi si misa mali.
Votare,secondo costituzione,e' un diritto non un dovere.
Si vota secondo coscienza non per fare un piacere all'uno o altro partito.
Astenersi rientra tra le facolta' di un uomo libero.
libero pensiero".
Al diritto di critica del signor Amedeo Gioia corrisponde un analogo
diritto di replica del nostro Direttore responsabile.
Gentile
sig. Gioia,
lei ignora (forse involontariamente, forse no) gli articoli che sono stati
pubblicati sui contenuti dei referendum; glieli ricordo:
-
Politica. Referendum 2025: al voto su lavoro e cittadinanza; i quesiti e le
ragioni del "Sì" e del "No"
https://www.grotte.info/ag/025/Notiziario202505.htm#15.05.25
-
Politica. Referendum dell'8 e 9 giugno: come e dove si vota
https://www.grotte.info/ag/025/Notiziario202506.htm#07.06.25 . Articoli nei quali non si fa "politica" né propaganda per il "Sì" o per
il "No".
Quindi, come legge, la stampa - sin dal 15 maggio - ha fatto il suo
dovere di informare sui contenuti dei quesiti referendari.
Quanto ad invitare (non "incitare!") ad andare a votare,
sarebbe assurdo se facesse il contrario; se - cioè - incitasse (ora sì!)
i cittadini a non esercitare il proprio diritto costituzionalmente
riconosciuto.
Mi duole informarla che la sua frase "Votare, secondo Costituzione, è un
diritto non un dovere" è del tutto errata e fuorviante; il testo
corretto dell'articolo 48 della Costituzione italiana recita: "Sono
elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore
età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è
dovere civico".
Ripeto - se le fosse ancora sfuggito -: "Il suo esercizio È DOVERE CIVICO".
L'ultimo
articolo giornalistico, al quale presumibilmente lei fa riferimento, è
un invito ad esercitare un proprio "diritto" democratico.
Non vi è alcuna annotazione negativa nei confronti di quanti decidono di non
recarsi alle urne.
"Ignorare le urne significa rinunciare a esercitare la propria sovranità,
lasciando che siano altri a decidere per noi".
Lei - ho modo di ritenere, dal tenore del suo
post - è tra quelli che rinuncia a esercitare la sua sovranità,
lasciando che altri decidano al suo posto.
Ne ha pieno diritto.
Così come avrà sempre pieno diritto di continuare a lamentarsi delle
decisioni che altri continueranno a prendere al posto suo, quando lei avrà
deciso di "non decidere".
Un cordiale saluto.
Politica. Referendum 2025: dati di
affluenza alle urne alle ore 15.00 di lunedì 9 giugno
Manifesto
Domenica 8 e
lunedì 9 giugno l’Italia è chiamata alle urne
per esprimersi su cinque referendum abrogativi, che riguardano il
mondo del lavoro e le norme sulla cittadinanza
i suoi
rappresentanti al Parlamento europeo.
Dati relativi al Comune di Grotte. Aventi diritto al voto per i Referendum 2025: 4225 elettori (1988 uomini e 2237 donne).
Affluenza alle urne:
- alle ore 15.00 di lunedì 9 giugno - chiusura delle urne - hanno votato
1022 elettori (484 uomini e 538 donne),
pari al 24,19% degli aventi diritto;
- alle ore 23.00 di domenica 8 giugno hanno votato 727 elettori,
pari al 17,21% degli aventi diritto;
- alle ore 19.00 di domenica 8 giugno hanno votato 444 elettori,
pari al 10,51% degli aventi diritto;
- alle ore 12.00 di domenica 8 giugno hanno votato 138 elettori,
pari al 3,27% degli aventi diritto.
Si ringrazia il personale dell'Ufficio Elettorale del Comune di Grotte per
la disponibilità e collaborazione.
Politica.
Il voto: un diritto conquistato con il sangue, un dovere per la
democrazia
Diritto di voto
Nei giorni di domenica 8 e lunedì 9 giugno l'Italia è chiamata alle
urne per i referendum abrogativi. Un momento nel quale esercitare
uno dei diritti più preziosi di ogni cittadino: il diritto di voto.
Troppo spesso questo diritto viene considerato un'opportunità come tante
altre, un mero adempimento burocratico. In realtà il voto è la pietra
angolare della nostra democrazia, un privilegio conquistato a caro
prezzo e un dovere civico fondamentale, soprattutto in occasioni
cruciali come i referendum abrogativi.
(Esprimi il tuo diritto di voto)
Non dobbiamo mai dimenticare che il suffragio universale,
l'opportunità per ogni cittadino maggiorenne di esprimere la propria
preferenza, non è stato un dono. È stato il frutto di lotte
sanguinose, di sacrifici e di vite spezzate. Secoli di storia sono
stati scanditi dalla rivendicazione di questo diritto: dalle prime
timide aperture a pochi privilegiati, alle lotte per l'estensione del
voto a tutti gli uomini, fino alla battaglia decisiva per il suffragio
femminile, conquistato in Italia solo nel 1946. Migliaia di persone hanno sofferto, sono state imprigionate e sono
morte per garantire a ciascuno di noi la possibilità di influenzare
il destino della nazione attraverso la scheda elettorale. Ogni voto
che non viene espresso è, in un certo senso, un tradimento di
quel sacrificio. Il referendum abrogativo, in particolare, rappresenta uno
degli strumenti più diretti e potenti di democrazia partecipativa.
Non si tratta di scegliere un rappresentante, ma di esprimere
direttamente la propria volontà su una legge esistente, decidendo se
mantenerla o abrogarla. È l'espressione più pura del principio di sovranità popolare,
sancito dalla nostra Costituzione: "La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
Attraverso il referendum il popolo non delega ma agisce.
In questo contesto, il raggiungimento del quorum assume un'importanza
cruciale. Per la validità di un referendum abrogativo in Italia, è
necessario che vi partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto,
ovvero il 50% più uno degli elettori. Se il quorum non viene raggiunto,
la consultazione referendaria non è valida e la legge rimane in vigore,
anche se la maggioranza dei voti espressi fosse a favore
dell'abrogazione.
In questa prospettiva il quorum diviene un vero e proprio ostacolo
all'esercizio della sovranità popolare, un meccanismo che, lungi dal
rafforzare la democrazia, ne mina le fondamenta in diversi modi.
In primo luogo perché limita il diritto di chi ha effettivamente
espresso la propria volontà.
Quando milioni di cittadini si recano alle urne, dedicano tempo e
attenzione al tema referendario, e votano con convinzione per
l'abrogazione di una legge, può accadere che a causa dell'astensione di
una fetta considerevole dell'elettorato i voti di queste persone vengano
di fatto annullati.
La loro partecipazione, il loro sforzo civico, non producono alcun
effetto concreto.
In secondo luogo il quorum trasforma l'ignavia o la disinformazione
in un potente strumento di boicottaggio.
Non è necessario che un fronte politico si schieri apertamente contro un
referendum per farlo fallire; basta che promuova l'astensione. Quanti
non hanno interesse, non sono informati o semplicemente non vogliono
assumersi la responsabilità di una scelta, contribuiscono in modo
significativo al mancato raggiungimento del quorum.
La loro "non-decisione" diventa una decisione di fatto, favorendo lo
status quo. In questo modo, l'astensione, che dovrebbe essere un fatto
privato e individuale, si carica di un significato politico collettivo,
quasi un "voto di non partecipazione" che vanifica gli sforzi di chi,
invece, desidera un cambiamento. Il silenzio di molti può così
sovrastare la voce di chi ha scelto di esprimersi.
In ultima analisi, il requisito del quorum può amplificare
indebitamente il potere di chi è al governo.
Una campagna per l'astensione, talora sottile e non dichiarata ma
spesso aperta e sfacciata, può essere estremamente efficace. Non
si richiede un confronto diretto con sugli argomenti oggetto dei
referendum, ma semplicemente si fa leva sulla stanchezza, la
disinformazione o l'apatia degli elettori.
In questo scenario, il quorum si trasforma in un un'arma nelle mani
del potere costituito per bloccare iniziative popolari che
potrebbero andare contro i suoi interessi. Si passa da una democrazia in
cui la maggioranza dei voti decide, a una in cui la minoranza più astuta
o disinteressata può bloccare il processo democratico.
In sintesi, il quorum si traduce in una limitazione della democrazia
diretta, premiando l'astensione e rafforzando il potere di chi ha
interesse a mantenere inalterato l'assetto normativo. Andare a votare, quindi, non è solo un diritto, ma un dovere civico.
È un gesto di responsabilità verso il passato, per onorare chi ha
lottato per la nostra libertà, e verso il futuro, per contribuire a
costruire una società più giusta e democratica.
Ogni voto conta, ogni preferenza espressa o non espressa ha un peso.
Ignorare le urne significa rinunciare a esercitare la propria sovranità,
lasciando che siano altri a decidere per noi.
Domenica 8 e lunedì 9 giugno, recarsi alle urne non è solo un atto
formale, ma un'affermazione di cittadinanza attiva.
È l'occasione per dare voce alla nostra sovranità popolare e per
decidere direttamente sulla validità di una legge che impatta sulla
nostra vita.
Non lasciamo che il sacrificio di chi ci ha preceduto sia vano:
esercitiamo il nostro diritto di voto, per la nostra democrazia, per il
nostro futuro.
Attualità.
Referendum: "Cittadini degni del Vangelo"; di don Carmelo La Magra
Carmelo La Magra
La riflessione di don Carmelo
La Magra, parroco a Racalmuto (già parroco di Lampedusa), sulle
consultazioni referendarie dell'8 e 9 giugno 2025.
*****
Riguardo
ai referendum di questi giorni vorrei ricordare che da cittadini è legittimo
non andare a votare, è legittimo andare e votare liberamente sì o no.
Per quanto riguarda le persone che si definiscono credenti e cristiane,
vorrei sottolineare che a noi non basta ciò che è legittimo ma la nostra
riflessione va fatta su ciò che è evangelicamente giusto, così da
comportarci, come l'apostolo Paolo di ricorda, da "cittadini degni del
Vangelo" (Fil 1,27).
Affinché le nostre scelte siano evangelicamente degne non devono basarsi su
opportunismi, vantaggi personali o di categoria; da cristiani siamo chiamati
a metterci nei panni dell'altro e a pensare come le nostre scelte
influiscano sulla vita, il presente e il futuro di ogni persona.
Il mio sì, il mio no o la mia astensione quale ripercussione avrà sulla vita
dell'altro?
Questo è votare "secondo coscienza" e non un'espressione per dire: faccio
come mi pare.
Teatro.
Claudia Palermo e Nicola Fabbri ci guidano "Into the wild" con "L'ultima
alba"
Palermo e Fabbri
Locandina
Claudia Palermo
A
Bologna sarà messo in scena uno spettacolo teatrale che promette
di emozionare e far riflettere: martedì 17 giugno 2025, alle
ore 21.00, presso il Centro Sociale della Pace in Via del
Pratello 53, andrà in scena "L'ultima alba", una produzione
del Teatro della Rabbia.
(Claudia Palermo e Nicola Fabbri)
Prenderà vita sul palcoscenico la storia di "Into the Wild",
avventura di Chris McCandless, il giovane che scelse di abbandonare la
civiltà per immergersi nella natura selvaggia dell'Alaska. Lo
spettacolo, liberamente ispirato al celebre romanzo di Jon Krakauer,
promette un viaggio coinvolgente, per tutti coloro che desiderano
immergersi in una delle storie più affascinanti e controverse degli
ultimi decenni.
(Locandina)
"Into the Wild" narra la vera storia di Christopher McCandless, un
giovane brillante e appena laureato che, in reazione al materialismo e
alle ipocrisie della società contemporanea, decide di abbandonare la sua
vita agiata, donare i suoi risparmi e intraprendere un viaggio in
solitaria attraverso gli Stati Uniti, con l'obiettivo finale di
raggiungere l'Alaska e vivere in completo isolamento.
Durante il suo percorso, incontrerà diverse persone che influenzeranno
la sua visione del mondo e lo aiuteranno in vari modi. McCandless, che
si ribattezza "Alexander Supertramp", sogna una vita autentica e
selvaggia, lontana dalle convenzioni.
Il suo viaggio si conclude tragicamente nell'entroterra dell'Alaska,
dove viene ritrovato morto per fame e intossicazione da semi velenosi,
in un autobus abbandonato che aveva usato come rifugio.
La sua storia ha sollevato dibattiti sulla natura dell'avventura, il
rifiuto della società e il significato della vera libertà. "L'ultima alba" è uno spettacolo di Antonio Koch del quale i
ruoli principali sono interpretati da Claudia Palermo e Nicola
Fabbri.
Le musiche originali che accompagneranno gli spettatori in questo
intenso viaggio sono state composte da Roberto Passuti, mentre la
regia è affidata a Francesca Migliore.
Assistere a " L'ultima alba " darà la possibilità di immergersi in
un'esperienza teatrale che porterà a riflettere sui grandi temi della
libertà, della natura e del senso della vita. L'appuntamento è per
martedì 17 giugno 2025, alle ore 21.00, a Bologna, presso il Centro
Sociale della Pace.
Politica.
Convegno su "L'impegno dei cattolici in politica"; l'on. Decio Terrana
relatore a Grosseto
Locandina
Il Responsabile Nazionale Enti Locali dell’Unione di Centro, on.
Decio Terrana, interverrà venerdì 13 giugno a Grosseto al
convegno organizzato dall’Associazione Etica e Valori Cristiani su “Dottrina
Sociale della Chiesa e Impegno dei Cattolici in Politica”.
(Locandina)
La manifestazione si terrà alle ore 16.00 presso la Sala
Pegaso 2 del Palazzo della Provincia di Grosseto in Piazza Dante,
35.
“Assieme ad associazioni cristiane e di carattere sociale -
dichiara l’on. Terrana - discuteremo della fondamentale importanza
della dottrina sociale della Chiesa nella Società di ieri e di oggi e di
come sia opportuno un impegno dei Cattolici in Politica per riportare al
centro della discussione politica i nostri valori non negoziabili”.
L’on. Decio Terrana, che ha anche pubblicato un testo intitolato
“L’Impegno dei Cattolici in Politica - Un’alleanza per il futuro
dell’Italia”, già da tempo sostiene la necessità di riunire tutte le
associazioni e le sigle Cattoliche in un unico movimento moderato che
possa portare avanti i valori della Dottrina Sociale della Chiesa.
“Sono ormai note a tutti le cifre sull’astensionismo dal voto e
sull’assenza di un’area moderata che possa portare avanti i valori della
Dottrina Sociale della Chiesa. Dobbiamo fare fronte comune -
conclude Terrana - e riunire tutte le forze per poter rilanciare
un’azione politica che metta al centro l’uomo e la donna, la famiglia e
quei valori che da sempre hanno caratterizzato la nostra società e fatto
dell’Italia la quinta potenza mondiale”.
Pittura.
Antonio Pilato espone a Terni, nella mostra d'arte contemporanea "Opera
con vista"
Locandina
Antonio Pilato
Dal 6 al 16 giugno 2025, la città di Terni è il palcoscenico
di un appuntamento artistico di rilevanza: "Opera con Vista", una
mostra d'arte contemporanea che trova dimora nelle sale del
Museo Diocesano e Capitolare, in Via XI Febbraio n° 4.
L'esposizione, curata da Stefania Pieralice, offre al pubblico un'ampia
finestra sulle espressioni più attuali dell'arte, con la partecipazione
di numerosi artisti provenienti da diverse nazioni.
(Locandina)
La
presentazione ufficiale della mostra si terrà venerdì 7 giugno
alle ore 16.30. Successivamente l'accesso sarà libero a tutti i
giorni, dalle 14.30 alle 19.30, con l'unica eccezione di domenica 15
giugno, giorno di chiusura.
"Opera con Vista" si inserisce nel contesto della "Triennale
dell'Immagine / Prima Tappa", suggerendo un percorso espositivo che si
snoderà attraverso diverse sedi e momenti, testimoniando la vitalità del
panorama artistico contemporaneo.
Il progetto si avvale del patrocinio del Comune di Terni, a sottolineare
il riconoscimento e il supporto istituzionale a questa iniziativa
culturale.
Il catalogo della mostra, prezioso strumento per approfondire le
tematiche e le poetiche degli artisti, conterrà interventi di Daniele
Radini Tedeschi e Anselm Jappe, voci autorevoli nel campo della critica
d'arte e della filosofia. La collaborazione con Remo Carradori per la
parte legata alla comunicazione visiva completa il quadro di un evento
curato nei minimi dettagli.
La lista degli artisti partecipanti è ricca e diversificata, includendo
nomi come Antonio Pilato, Sabrina Aureli, Marco Bertocchi,
Roberto Bedani, Andrea Boldrini, Eva Bressaus, Anna Maria Calamandrei
Santi, Franco Carletti, Remo Carradori, Luca Cecioni, David Casapi,
Jeremiah Chechik, Fernando M. Diaz, Henrique Dória, DRO (Duilio De
Rosa), Ludovica Emme, Cori Fallani, Manuela Figueiredo, Antonio Franchi,
Carlo Frisardi, Vincenzo Gavuzzo, Sergio Gardossi, Maria Ginzburg,
Rosangela Giusti, Martin Groen, ADGART (Antonello Diodato Guardigli),
Monika Hartl, Dr. Sheragal Hassan, Richard Janssens, Saverio Magno,
Piero Maso, Alexandra Maso, CFM (Christoph Felix Maier), Agnieszka Mazek,
Alessandro Medori (Alessandro Meddi), Anna Montaroro, Silvia Nencioni,
Paweł Opęchowski, Elisabetta Piloni, Ilaria Risica, Horst Schlethner,
Maurizio Setti, Mayada Shibbir, Chun Suk Yun, Claudio Vergnani, Mario
Viezzoli, Alessandra Vinotto, NATI (Anastasia Yanchuk).
Questa collettiva si propone come un punto di riferimento per l'arte
contemporanea a Terni, offrendo ai visitatori l'opportunità di
immergersi in una pluralità di linguaggi espressivi e di confrontarsi
con le visioni di artisti di calibro nazionale e internazionale.
La forte denuncia sociale è il tema cardine dei quadri di
Antonio Pilato, in cui è evidente l'influenza degli scrittori e dei
filosofi che hanno fatto parte della sua formazione umanistica. Lo
sfondo nero, emblema di paura e smarrimento, la sezione rossa, che evoca
la forza della speranza, e la traccia schematica color bianco dello
squalo fanno da scenario a immagini cariche di naturale simbologia,
espressione di pensieri più personali dell'artista. Col suo occhio
fortemente acuto e critico rappresenta degli squali, i più
prepotenti e feroci, che distruggono l'umanità oppressa e le sue
bellezze. Quella di Antonio Pilato è un'arte originale ed autentica, che possiede una violenza
critica e che acclama a gran voce i sentimenti di giustizia.
Politica.
Referendum dell'8 e 9 giugno: come e dove si vota
Referendum
Nei giorni di domenica
8 e lunedì 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati alle urne per
esprimersi su cinque referendum abrogativi, che riguardano il mondo
del lavoro e le norme sulla cittadinanza.
(Referendum 2025)
Si vota domenica 8
giugno dalle 07.00 alle 23.00 e lunedì 9 giugno dalle 07.00 alle
15.00. Dove si vota?L'indirizzo della scuola ed il numero del seggio dove votare sono scritti
sulla prima pagina della tessera elettorale.
Le operazioni di scrutinio avranno inizio subito dopo il completamento delle
operazioni di votazione e di riscontro delle persone che hanno votato.
Per esercitare il diritto di voto occorre presentarsi con un documento
d’identità e con la tessera elettorale.
In caso di esaurimento degli spazi, furto o smarrimento della tessera o
mancata ricezione della stessa è possibile chiederne il duplicato presso l'Ufficio
elettorale del Comune che rimarrà aperto per tutta la durata della
consultazione referendaria.
Per i Referendum popolari abrogativi si vota tracciando sulla scheda con
la matita un segno (di solito una "X") sulla risposta prescelta e,
comunque, nel rettangolo che la contiene:
- tracciando un segno sul “SÌ” si esprime la volontà di ABROGARE il testo
della norma sottoposta a Referendum;
- tracciando un segno sul “NO” si esprime la volontà di NON ABROGARE il
testo della norma sottoposta a Referendum.
Qui le istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione.
Di seguito il
contenuto dei cinque quesiti referendari, semplificato rispetto al testo
che verrà proposto sulle schede di votazione.
1) Licenziamenti
illegittimi e contratto a tutele crescenti: si chiede l'abrogazione di
parti del Decreto Legislativo n. 23/2015, che disciplina il contratto a
tempo indeterminato a tutele crescenti, introdotto dal Jobs Act. L'obiettivo
è modificare le regole sui licenziamenti illegittimi (leggi
il facsimile della scheda).
2) Piccole imprese e indennità di licenziamento: il secondo quesito
riguarda l'abrogazione parziale delle norme relative all'indennità di
licenziamento nelle piccole imprese, con l'intento di garantire maggiori
tutele ai lavoratori (leggi
il facsimile della scheda).
3) Contratti a termine: questo referendum propone l'abrogazione
parziale delle norme sull'apposizione di termine ai contratti di lavoro
subordinato, mirando a ridurre la precarietà (leggi
il facsimile della scheda).
4) Responsabilità solidale negli appalti: questo quesito chiede di
modificare le norme che regolano la responsabilità negli appalti, in modo da
estendere la responsabilità anche all'impresa committente in caso di
infortuni sul lavoro (leggi
il facsimile della scheda).
5) Cittadinanza italiana: l'ultimo quesito riguarda la riduzione da
10 a 5 anni del periodo di residenza legale necessario per richiedere la
cittadinanza italiana per i cittadini stranieri extracomunitari maggiorenni
(leggi
il facsimile della scheda).
Per la validità dei
referendum è necessario che si rechi alle urne il 50% più uno degli
aventi diritto al voto.
Questi referendum rappresentano un momento cruciale per la democrazia
partecipativa, offrendo ai cittadini la possibilità di incidere
direttamente sulle leggi che regolano aspetti fondamentali della vita
sociale ed economica del Paese.
Sanità.
Registro Tumori ad Agrigento: Grotte nella media provinciale
Numeri del cancro
Mappa del rischio
Un passo fondamentale nella lotta contro il cancro è stato compiuto
in provincia di Agrigento con l'introduzione del Registro Tumori
provinciale.
Questo strumento epidemiologico, atteso da tempo, fornirà una mappatura
dettagliata dell'incidenza delle patologie oncologiche e dei tassi di
mortalità sul territorio, offrendo una base dati essenziale per future
strategie sanitarie.
Il report inaugurale, che copre il periodo 2011-2019, è stato frutto del
lavoro dell'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Trapani e presentato
presso l'aula consiliare del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Il Sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, ha commentato i dati
specifici relativi al suo Comune, sottolineando l'importanza di queste
informazioni per una comprensione più approfondita della realtà
epidemiologica locale: "Questi dati sono di vitale importanza e ci
permettono di avere un quadro chiaro della situazione nel nostro territorio".
Analizzando le schede relative al Comune di Grotte, è emerso che non si
riscontra un rischio di incidenza tumorale significativamente diverso
rispetto alla media provinciale, sia per gli uomini che per le donne.
Nello specifico, il Comune di Grotte registra una media di 29 nuove diagnosi
di tumore all'anno. Attualmente, il numero di individui affetti da patologie
oncologiche si attesta a 210, mentre i decessi correlati sono 14.
In chiusura, il sindaco Provvidenza ha ribadito l'importanza cruciale
della prevenzione primaria e degli screening regolari, quali strumenti
imprescindibili per la diagnosi precoce e la gestione della malattia.
Politica.
Verso i referendum; incontro pubblico in Piazza Marconi
Guarda il video
Locandina
Domenica 1 giugno 2025,
alle ore 18.30 nella Piazzetta Mancuso (accanto Piazza Marconi) a Grotte, si
è tenuto un incontro dedicato ai referendum dei prossimi domenica 8 e
lunedì 9 giugno 2025, e all'importanza del suffragio (guarda
il video).
Scuola.
L'Istituto comprensivo "Leonardo Sciascia" di Racalmuto festeggia i
campioni di matematica
Premiazione
Attestato
La Semifinale
Un’atmosfera di grande soddisfazione ha pervaso l'Istituto Comprensivo
"Leonardo Sciascia" di Racalmuto-Grotte-Comitini, che nella mattinata di
sabato 5 giugno ha ospitato la cerimonia di premiazione degli
studenti protagonisti dei prestigiosi Giochi Matematici dell’Università
"Bocconi". La dirigente scolastica, prof.ssa Carmela Campo, non
ha nascosto il suo entusiasmo, sottolineando l'importanza di questi successi
per l'intera comunità scolastica.
La prof.ssa Carmela Campo ha consegnato personalmente gli attestati agli
alunni, i cui risultati ottenuti, sia nei "Giochi d’Autunno" che nella
Semifinale regionale e nella Finale nazionale, dimostrano la loro dedizione
e il loro talento. Questo traguardo non è solo una vittoria per i singoli
partecipanti, ma un motivo di profonda soddisfazione per tutto l'istituto,
che vede riconosciuto l'impegno profuso nell'offrire opportunità di crescita
e stimolo ai ragazzi.
(Semifinale
dei Campionati Internazionali di Giochi Matematici)
Il successo dei giovani matematici è frutto di un lavoro di squadra guidato
con passione dalla prof.ssa Carmela Figliola, coordinatrice del
progetto. La sua dedizione e la sua capacità di motivare gli alunni sono
state fondamentali per raggiungere questi importanti traguardi. Il
progetto è un esempio tangibile di come la collaborazione e la sinergia
all'interno del corpo docente possano fare la differenza; il percorso dei
ragazzi è stato costantemente supportato dall'impegno e dalla
professionalità di tutti i docenti di matematica dell'Istituto, che
hanno lavorato in stretta collaborazione con la prof.ssa Figliola,
preparando gli studenti e accompagnandoli nelle varie fasi della
competizione. La loro dedizione è stata cruciale per permettere ai giovani
talenti di esprimere al meglio le proprie capacità.
La cerimonia ha celebrato i successi ottenuti in diverse fasi: dai "Giochi
d'Autunno", che hanno visto la partecipazione di tutti gli studenti
dell'Istituto il 13 novembre, sino alla Semifinale regionale di Gela
e, per i più meritevoli, alla Finale nazionale di Milano.
Di seguito i nomi di tutti gli studenti premiati.
Per i "Giochi d’autunno":
Categoria CE (4^ elementare)
1° classificato: Giovanni Arnone (4^ C, Primaria plesso “Sciascia” di
Grotte) - nella foto a lato, di LB -
2° classificato: Marco Vaccarello (4^ A, Primaria plesso “Roncalli” di
Grotte)
3^ classificata: Giuditta Pomo (4^ A, Primaria plesso “Roncalli” di Grotte)
Categoria CM (5^ elementare)
1° classificato: Calogero Pavone (5^ A, Primaria plesso “Ciranni” di
Comitini)
2° classificato: Alex Valenti (5^ A, Primaria plesso “Ciranni” di Comitini)
3^ classificata: Carlotta Cirino (5^ A, Primaria plesso “Roncalli” di
Grotte)
Categoria C1 (1^ e 2^ media)
1^ classificata: Maria Francesca Culmo (2^ B, Secondaria di I grado plesso
“Orlando” di Grotte)
2° classificato: Simone Cacciatore (2^ B, Secondaria di I grado plesso
“Orlando” di Grotte)
3° classificato: Calogero Croce (2^ B, Secondaria di I grado plesso
“Orlando” di Grotte)
Categoria C2 (3^ media)
1° classificato: Davide Cacciatore (3^ A, Secondaria di I grado plesso
“Orlando” di Grotte)
2^ classificata: Sofia Grassagliata (3^ A, Secondaria di I grado plesso
“Orlando” di Grotte)
3° classificato: Daniele Buscarino (3^ B, Secondaria di I grado plesso
“D’Asaro” di Racalmuto)
Alla Semifinale regionale (svolta il 15 marzo a Gela) hanno partecipato con
merito:
- dal plesso “D’Asaro” di Racalmuto, Angelo Vinci (1^ A), Alessio Maria Di
Marco (2^ B), Nicolò Manta (2^ B), Ania Carrubba (2^ C), Angelica Spalanca
(2^ C), Angelica Conti (3^ A), Angelo Curto (3^ A), Ginevra Cardillo (3^ A),
Mariachiara Salvo (3^ A), Daniele Buscarino (3^ B), Emanuele Tirone (3^ B),
Noemi Craparo (3^ B), Carlotta Marchese (3^ C);
- dal plesso “Orlando” di Grotte, Simone Cacciatore (2^ B) e Davide
Cacciatore (3^ A).
Alla Finale nazionale di Milano (svolta il 10 maggio), l'Istituto ha avuto
l'onore di essere rappresentato dagli studenti: Daniele Buscarino (3^ B,
plesso “D’Asaro” di Racalmuto) e Simone Cacciatore (2^ B, plesso “Orlando”
di Grotte).
Questi risultati non solo valorizzano le eccellenze individuali, ma
testimoniano anche la qualità dell'insegnamento e l'ambiente stimolante che
l'Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia” offre ai suoi studenti.
Chiesa.
Veglia di Pentecoste: un momento di spiritualità con don Sergio
Sanfilippo
Locandina
Sabato prossimo, 7 giugno 2025, la comunità di Grotte
si riunirà presso la chiesa parrocchiale della Beata Vergine Maria del
Monte Carmelo per celebrare la solenne Veglia di Pentecoste.
L'appuntamento è fissato per le ore 18.30 e la celebrazione sarà
presieduta dal parroco, don Sergio Sanfilippo, in un momento di
preghiera e riflessione che affonda le sue radici nelle più antiche
tradizioni bibliche e cristiane.
(Locandina)
La Veglia di Pentecoste rappresenta uno dei momenti più significativi
dell'anno liturgico, un'attesa spirituale della venuta dello Spirito Santo,
così come avvenne per gli apostoli riuniti nel Cenacolo. La solennità
della Pentecoste è la seconda festa più importante dell'anno cristiano dopo
la Pasqua, di cui ne costituisce il compimento.
Le origini della Pentecoste sono narrate in modo vivido nel capitolo 2
degli Atti degli Apostoli. Cinquanta giorni dopo la risurrezione di
Gesù, mentre gli apostoli e Maria erano riuniti insieme a Gerusalemme, si
verificò un evento straordinario: "...venne all'improvviso dal cielo un
rombo, come di vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove
stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono
su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e
cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro il
potere di esprimersi" (At 2,2-4).
Questo evento segnò la nascita della Chiesa, la sua investitura di
potere divino per annunciare il Vangelo a tutte le genti. Gli apostoli,
prima impauriti e rinchiusi, ricevettero una forza e un coraggio inauditi,
iniziando a predicare apertamente la Risurrezione di Cristo, ciascuno nella
propria lingua, rendendo il messaggio accessibile a tutti i presenti a
Gerusalemme provenienti da diverse nazioni.
Il significato della Pentecoste è molteplice e profondo. In primo luogo,
essa celebra la discesa dello Spirito Santo, che continua a operare nella
Chiesa e nei cuori dei credenti. Lo Spirito Santo è il Consolatore, il
Paraclito, colui che guida, illumina, santifica e dona i suoi carismi per
l'edificazione della comunità.
Per la Chiesa, la Pentecoste è un costante richiamo alla sua missione
evangelizzatrice. Così come gli apostoli furono inviati nel mondo, anche
oggi ogni battezzato è chiamato a essere testimone della fede e portatore di
speranza. Lo Spirito Santo dona la forza e la creatività necessarie per
affrontare le sfide del mondo contemporaneo e per annunciare il Vangelo in
modo autentico e incisivo.
Dal punto di vista ecclesiale, la Pentecoste ribadisce l'universalità
della Chiesa, che trascende ogni barriera linguistica e culturale. È
un'occasione per riscoprire l'unità nella diversità, frutto
dell'azione dello Spirito che unisce tutti i membri del Corpo di Cristo.
La Veglia di Pentecoste nella chiesa Beata Vergine Maria del Monte Carmelo
di Grotte sarà un momento in cui l'intera comunità parrocchiale potrà
invocare e accogliere con fede il dono dello Spirito Santo, rinnovando
l'impegno a vivere la propria fede in modo autentico e a essere segno
vivente della presenza di Dio nel mondo. Un momento da non perdere per
riscoprire la forza trasformatrice della grazia divina.
Teatro.
Ad Agrigento un omaggio a Michele Guardì; il regista chiude l'8^
stagione del Circolo Empedocleo
Locandina
Si chiude con un appuntamento di grande interesse l'ottava stagione del
"Teatro da Camera" del Circolo Culturale Empedocleo di Agrigento.
Venerdì 20 giugno 2025, alle ore 18.15, il palco del circolo
ospiterà una performance artistica intitolata "Piazza Italia Remember?",
dedicata alla carriera di Michele Guardì.
Il celebre autore, regista teatrale e televisivo, nonché romanziere e poeta,
da oltre cinquant'anni protagonista del panorama culturale italiano, sarà il
fulcro di questo sessantunesimo spettacolo messo in scena nella sala teatro
dell'Empedocleo. Un traguardo significativo che conferma il Circolo
Culturale come un punto di riferimento artistico e culturale per la Città
dei Templi.
La presenza del regista Michele Guardì rappresenta un riconoscimento
speciale per l’attività che l'Empedocleo porta avanti. L'appuntamento sarà
una "azione scenica" che combinerà recitazione, inserti video e musica,
offrendo al pubblico un'immersione nelle produzioni letterarie e artistiche
di Guardì.
La serata sarà arricchita da una conversazione a cura di Mario Gaziano
con lo stesso Michele Guardì, un dialogo che svelerà retroscena e spunti
sulla sua lunga carriera. Non mancheranno interventi e recitazioni curate da
Giovanni Moscato e Sandro Re, mentre la musica sarà affidata
alla partecipazione al pianoforte di Domenico Mannella. La direzione
artistica dell'intera stagione è a cura di Giuseppe Adamo e Mario
Gaziano.
L'ingresso è gratuito sino ad esaurimento posti.
Iniziative.
A Villa Romana l'11 luglio il Premio "Scala dei Turchi - Dina Rossiello"
2025
Pascal Schembri
Attesa per l'edizione 2025 del "Premio Letterario Scala dei Turchi - Dina
Rossiello", che si terrà l'11 luglio alle ore 19.00 nella
cornice del sito archeologico di Villa Romana, sulla costa di
Realmonte. La commissione è già al lavoro, esaminando le numerose opere
letterarie pervenute alla "Casa del Libro" di Pascal Schembri, organizzatore
dell'evento.
Il "Premio Letterario Scala dei Turchi - Dina Rossiello" nasce con l'intento
di celebrare la letteratura e promuovere la cultura in una terra ricca di
storia come la provincia di Agrigento. Intitolato a Dina Rossiello compianta
coniuge dell'ideatore della manifestazione, il premio si è affermato negli
anni come un appuntamento di interesse, capace di valorizzare sia autori
emergenti che scrittori già affermati, offrendo loro una vetrina e
contribuendo a diffondere il piacere della lettura e la ricchezza del
patrimonio culturale. Pascal Schembri, scrittore italo-francese e anima del premio, ha
commentato l'intensa fase di selezione: "In questi giorni siamo impegnati
in un'attività serrata, finalizzata a scegliere i destinatari del premio.
Anche quest'anno non è facile, perché le varie sezioni ci stanno offrendo un
panorama di contenuti davvero ricco e pregevole, tutti di grande interesse".
Schembri ha sottolineato l'importanza di riconoscere il merito sia agli
scrittori emergenti che a quelli già consolidati: "Riteniamo che la cultura,
di cui Agrigento è da sempre culla, attraverso la lettura possa testimoniare
e rafforzare identità, storia, tradizioni e diventare un momento di crescita
collettiva, al servizio del bene della società - ha affermato -. Un libro è
tutto questo e molto di più. Lettura e scrittura rappresentano un
investimento per il futuro di chi c'è, e di chi ci sarà. Il premio
letterario Scala dei Turchi promuove lo splendore di questa terra,
unitamente al messaggio della letteratura che diviene arte e scienza che
racconta la vita e le sue emozioni".
L'appuntamento è fissato per venerdì 11 luglio, quando si scopriranno i
vincitori di questa edizione, in una serata di celebrazione della parola
scritta e del suo potere di connettere, ispirare e arricchire.
Politica.
Insediamento del Segretario del Circolo PD di Grotte Antonio Salvaggio
Guarda il video
Brindisi
Domenica 1 giugno 2025,
alle ore 17.00 presso la sede di Via Alfieri, si è svolta la cerimonia di
insediamento del nuovo Segretario del Circolo PD di Grotte(guarda
il video).
Chiesa.
Maggio: processione "aux flambeaux" verso la Madonna delle Grazie
Guarda il video
Autorità
Manifesto
A conclusione delle
iniziative del mese di maggio, interamente dedicato alla Vergine Maria, i
fedeli della Parrocchia Beata Vergine Maria del Monte Carmelo in
Grotte hanno partecipato - sabato 31 maggio 2025 - a una solenne
processione "aux flambeaux" durante la quale il simulacro della
Madonna delle Grazie, venerato per tutto il mese nella chiesa
parrocchiale, è stato riaccompagnato nella sua sede naturale presso la
chiesetta omonima (guarda
il video).
Sport.
Ginnastica artistica: Sofia Bellomo e Cloe Lo Re brillano al Gran Galà
di Gallipoli
Vincitrici
1^ classificata
3^ classificata
La città di Gallipoli (LE) ha ospitato dal 31 maggio al 2 giugno
scorsi il "Gran Galà d'Italia di Ginnastica Artistica", un
appuntamento di risonanza nazionale che ha acceso i riflettori su questa
disciplina. Organizzato dal settore Ginnastica Artistica Libertas - Area
Centro Sud, con il supporto di enti come il CONI, il Comune di Ugento,
Libertas Lecce, Caroli Hotels e l'ASD Delfino Ginnastica Lecce, la
manifestazione ha visto la partecipazione di atleti e atlete da ogni angolo
della penisola, riuniti da un comune denominatore: la passione per la
ginnastica.
(1^ e 3^ classificata)
Il Gran Galà si è confermato un appuntamento cruciale nel panorama della
ginnastica artistica italiana, avendo come obiettivo non solo di promuovere
la disciplina tra le nuove generazioni, ma anche di scoprire e valorizzare i
talenti emergenti. È in questo contesto che brillano le storie di impegno e
dedizione, capaci di regalare emozioni e ispirare il pubblico.
L'edizione 2025 del Gran Galà ha premiato anche il talento di due
giovanissime atlete grottesi, allieve dell'ASD Eidos di Canicatti, che
si sono distinte nelle rispettive categorie:
- Sofia Bellomo ha conquistato il 1° posto nella categoria
volteggio, dimostrando già una notevole padronanza di questa specialità;
- Cloe Lo Re ha ottenuto il 3° posto nella categoria trave, un
risultato eccellente che testimonia il suo equilibrio e la sua eleganza.
Questi successi non solo riempiono d'orgoglio i genitori e le
rispettive comunità e associazioni sportive, ma rappresentano anche un
incoraggiamento per tutte le giovani promesse che si avvicinano a questo
sport.
La ginnastica artistica è molto più di uno sport; richiede un'eccezionale
combinazione di forza fisica, agilità, coordinazione, equilibrio e
flessibilità. Ma non solo: la disciplina, la costanza e la capacità di
superare i propri limiti sono valori che vengono coltivati sin da
giovanissimi. Oltre ai benefici fisici, la ginnastica artistica contribuisce
in modo significativo allo sviluppo mentale degli atleti, insegnando la
concentrazione, la gestione dello stress e la perseveranza nel
raggiungimento degli obiettivi.
Tra le specialità più spettacolari e tecnicamente complesse della ginnastica
artistica spiccano il volteggio e la trave.
Il volteggio è una prova di potenza, velocità e precisione. Le ginnaste
corrono su una pedana, prendono lo slancio su una molla e si lanciano su un
attrezzo, eseguendo figure acrobatiche in aria prima di atterrare con grazia
e stabilità. Ogni frazione di secondo è cruciale per la riuscita
dell'esercizio, che deve combinare forza esplosiva e controllo millimetrico.
La trave, d'altra parte, è l'emblema dell'equilibrio e della grazia. Le
atlete si muovono su una superficie larga appena 10 centimetri e lunga 5
metri, eseguendo elementi acrobatici, salti e pose statiche con una
precisione e una fluidità che lasciano senza fiato. Ogni movimento deve
essere eseguito con sicurezza e armonia, trasformando la tensione in pura
bellezza.
I risultati ottenuti da Sofia e Cloe proiettano Grotte nel vasto e
competitivo panorama della ginnastica artistica italiana.
Iniziative.
Grotte ha celebrato Pietro Ingrao: un omaggio al concittadino onorario
Guarda il video
Manifesto
Il Comune di Grotte ha
reso omaggio a una figura di spicco della storia politica italiana:
Pietro Ingrao, nel 110° anniversario della nascita e nel 10°
anniversario della scomparsa (guarda
il video).
Editoria.
Presentato il libro "Lo
sguardo oltre i muri" di Linda Di Stefano
Guarda il video
Locandina
Linda Di Stefano
Venerdì 16 maggio 2025,
alle ore 19.00, presso la Biblioteca comunale "M. L. King" di Grotte, è
stato presentato il libro postumo di Linda Di Stefano, intitolato
"Lo sguardo oltre i muri", GAM editrice, a cura del marito Angelo
Ponzo(guarda
il video).
Comune.
2 Giugno a Grotte: in Piazza Umberto I per la Festa della Repubblica
Locandina
Domani, lunedì 2 giugno, Piazza Umberto I a Grotte sarà il
luogo in cui verrà celebrata la Festa della Repubblica. A partire
dalle ore 09.00, la cittadinanza è invitata a partecipare a una
significativa manifestazione che vedrà la presenza del sindaco Alfonso
Provvidenza e delle autorità civili e militari; per riflettere sulle
radici della nostra democrazia e sul valore del dovere civico.
(Locandina)
La Festa della Repubblica non è una semplice ricorrenza sul
calendario, ma una data fondamentale che segna la nascita della nostra
Italia democratica. Era il 2 giugno 1946 quando gli italiani,
chiamati alle urne dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e la
caduta del regime fascista, furono chiamati a scegliere tra monarchia e
repubblica.
Fu un referendum storico, il primo a suffragio universale, che per la prima
volta vide anche le donne esprimere il loro voto; un passo enorme verso la
piena parità dei diritti. Con oltre 12 milioni di voti a favore, il popolo
italiano scelse la Repubblica, voltando pagina e ponendo le basi per la
stesura della Costituzione.
Questo giorno ci ricorda il coraggio e la visione di chi ha lottato per
la libertà e la democrazia, ma anche la responsabilità che ne deriva.
Partecipare a questa celebrazione non è solo un atto formale, ma una
tangibile dimostrazione di dovere civico. È un modo per onorare la
memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per i valori di
libertà, giustizia e uguaglianza, valori su cui si fonda la nostra
Repubblica.
La presenza del Sindaco e delle autorità non è solo un segno di protocollo,
ma un richiamo alla coesione della nostra comunità e all'importanza
di unire le forze per costruire un futuro migliore. È un momento per
riflettere sul significato di essere cittadini attivi e consapevoli, di
partecipare alla vita democratica del Paese e di contribuire al benessere
collettivo.
Esserci significa rafforzare il senso di appartenenza alla nostra Nazione e
riaffermare l'impegno verso i principi che rendono l'Italia una
Repubblica fondata sul lavoro, sulla democrazia e sul rispetto dei diritti
di tutti.
Politica.
Verso i referendum; incontro pubblico in Piazza Marconi, oggi alle 18.30
Locandina
Con l'approssimarsi dei referendum nazionali, in programma per l'8 e 9
giugno, si intensifica il dibattito pubblico sul tema del voto. Un
appello alla partecipazione civica che verrà proposto in un incontro
pubblico.
(Locandina)
Domenica
1 giugno, alle ore 18.30, Piazza Marconi a Grotte sarà il
palcoscenico di una iniziativa dedicata ai referendum e all'importanza del
suffragio. L'iniziativa vedrà la partecipazione di due relatori.
Ad intervenire saranno Stefano Lombardo, in qualità di Rappresentante
della Consulta Giovanile di Grotte, e Alfonso Buscemi, Segretario
Generale della CGIL di Agrigento.
La loro presenza sottolinea lo spettro di interlocutori coinvolti in questa
campagna di sensibilizzazione al voto, dai giovani alle rappresentanze
sindacali.
La manifestazione si inserisce in un contesto più ampio di discussione sui
valori fondamentali che si intendono promuovere e difendere attraverso il
voto. I pilastri su cui si basa questa consultazione referendaria, come
evidenziato nel manifesto, sono: lavoro, sicurezza, dignità, cittadinanza e
democrazia. Questi temi rappresentano il cuore del messaggio che si vuole
veicolare, invitando i cittadini a esprimere la propria preferenza
referendaria con una forte consapevolezza.
“Ntò veni cca ti dissi, veni cca ca ti fa
mali!”, urlò la donna con tono arrabbiato.
Il bambino la guardò sornione, abbassò lo sguardo, poi le fece un sorriso
mentre con la manina continuava a indicare qualcosa alla sua destra.
Da quando 'a za Vicenza Sorrentinu, una donna anziana che abitava
nella casa accanto, gli aveva fatto vedere dove le galline facevano le uova,
ogni volta che il bambino le sentiva chiocciare voleva andare a vedere, era
curioso.
“Amunì ch’è tardu” ripetè ancora
Maria, mentre lo prendeva in braccio per andare verso casa.
Non ci fu verso, Ntoniu cominciò a dimenarsi e a strillare forte.
“Mariù lassalu iri u picciliddu”, disse 'a za Vicenza, che nel
frattempo aveva sentito le urla e si era affacciata alla porta, “tu
vattinni 'a casa, u carusu lassamillu cca, po ti lu puortu iu”. “Tu comu t’ha sintutu oji?”, chiese 'a za Vicenza
mentre prendeva il bambino e lo metteva in braccio.
“Mi sientu nnìcchia miegliu”, rispose Maria a bassa voce.
Negli ultimi giorni la donna non era stata bene, le capitava spesso di avere
forti capogiri.
Del fatto che Maria non stava bene erano preoccupati in tanti. Era
preoccupato il marito, la sorella Assuntina che vedendola in quello stato,
dopo una notte insonne, si precipitò dal dottore Calascibetta per chiedere
cosa avesse la sorella.
Quell’uomo appena la vide se ne usci con una battuta: “Tu si malata
Assuntì ! To suoru è bona, nenti avi. Avi sulu un po' di dibulizza”. Un altro che non vedeva di buon occhio tutta quella storia era il padre
di Giuseppe, u zi Turiddu Cucciarrè che un giorno, dopo che la donna
aveva avuto uno svenimento, esclamo: “Ma picchì nun la purtamu a Palermu
a fari na visita!”.
Ma quella che più di tutti era veramente preoccupata era proprio lei, Maria
Morgante, che si accorgeva di come ogni giorno andasse sempre peggio.
Con due bambini piccoli da accudire, spesso si ritrovava a non riuscire a
stare in piedi, le mancavano le forze.
Quella domenica però la donna si sentiva meglio, tant’è che convinse il
marito ad andare alla processione della Madonna delle Grazie.
Giuseppe, dal canto suo, era contento di tutto questo, voleva dire che Maria
stava meglio.
Una leggera pioggia era venuta giù durante la notte, l’aria si era
rinfrescata e un odore intenso di mosto si sentiva nell’aria.
Erano i giorni della vendemmia e per le strade si vedevano vutti e
varliri messi a scolare.
La chiesetta della Madonna delle Grazie era in aperta campagna, lontano dal
centro abitato.
Quel pomeriggio la famiglia Cucciarrè, dopo aver lasciato la piccola Teresa
dalla suocera, andò alla festa.
Quando la processione partì era già buio. Davanti c’erano due file di
persone con le torce accese, una a destra e una a sinistra, seguiva il
simulacro della vergine, la banda e poi dietro tutta la gente che seguiva in
corteo.
Maria vide passare la processione da sopra il balcone di la gnura
Giuseppina. Era una donna che Maria conosceva sin da quando era bambina,
abitavano vicine di casa. “Mariù acchianàti, accussì ci fa vidiri a Ntoniuzzu 'a Madonna ca
passa”, le disse la donna mentre Maria con il marito e il figlio stavano
salendo le scale.
Maria si affacciò al balcone e dall’alto vide la statua della Madonna che
avanzava lungo lo stradone, i suoi occhi neri brillavano di gioia. Era
contenta.
Mentre camminavano per tornare a casa, attraversando la piazza, Giuseppe
vide che sulla piazzetta davanti alla chiesa della matrice c’erano dei
ragazzi che giocavano.
Fu il loro eccessivo vociare che attirò la sua attenzione.
C’erano quelli che giocavano cu 'a tuortula. Avvolgevano il filo e la
lanciavano a terra, facendola girare forte. Vinceva chi la faceva girare di
più.
Poi c’erano quelli che giocavano a li mazzi. Erano due pezzi di
legno, uno più lungo e uno più corto, appuntite da entrambi i lati. Con il
pezzo più lungo, il giocatore batteva in una delle punte l’altro pezzo,
mentre era a terra. Il pezzo schizzava in aria a quel punto il giocatore lo
colpiva al volo, e lo faceva andare a finire più distante possibile.
Ma quelli che più di tutti facevano rumore erano un gruppo di ragazzini che
giocavano a unu mmanta l’unu. Erano due squadre formate ognuna da cinque ragazzi.
Il primo si metteva in piedi appoggiato al muro e gli altri quattro si mettevano in fila
uno dietro l'altro, piegati, a formare la cosiddetta groppa del cavallo. Il
primo poggiava la testa sulla pancia di quello che era in piedi.
Quelli della squadra opposta saltavano uno ad uno addosso alle spalle dei
ragazzi che formavano la groppa; il primo doveva spiccare il salto più
lungo, così da lasciar spazio agli altri. Mentre i cinque saltavano,
dovevano recitare una filastrocca.
Se i quattro che erano sotto non resistevano, perdevano.
Da qualche tempo si era inserito nel gruppo un certo Totò che veniva da
Palermo, e a quel gioco, che già tutti conoscevano, aveva apportato delle
varianti. I ragazzi del gruppo le avevano accettate con molto entusiasmo.
Anche quel pomeriggio qualcuno del gruppo disse:
“Faciemu comu dici Totò 'u palermitanu”.
E mentre erano tutti in groppa cominciarono a recitare: “Quatttru e quattr'ottu
scarica u bottu
ancieddu cu li pinni
scarica e vatinni
unu, dui e tri
unu, dui e tri
unu, dui e tri”.
Era bello sentire quella filastrocca.
Giuseppe guardò quei ragazzi e pensò che in fondo, per loro, bastava poco
per essere felici.
Anche lui aveva conosciuto la leggerezza di quei momenti.
In piena notte la piccola Teresa cominciò a piagnucolare, prima piano poi
sempre più forte.
Giuseppe si svegliò di soprassalto, accese la luce e andò verso la culla.
L’orologio della piazza rintoccò le tre e mezza. “Marì!
Marì! 'A piccilidda chianci, ma chi avi?”disse a bassa voce l’uomo rivolto
verso la moglie. “Marì!!
Marì!”
gridò un più forte, ma la donna non rispondeva.
Giuseppe allora si avvicinò verso il letto e cominciò a scuoterla, prima
piano poi con più energia.
Maria non rispondeva.
La piccola Teresa continuava a piangere e svegliò pure Ntoniu, che
dormiva in un lettino accanto. “Marì!
Marì!”
cominciò a urlare l’uomo disperato.
Poi si mise in ginocchio accanto al letto e provò ad ascoltare i battiti del
cuore. Non sentiva niente. Non era possibile! Forse era lui che non era in
grado di sentire.
L’uomo era in preda ad uno sconforto che diventava sempre più grande.
Cominciò a scuotere la donna, a chiamarla, ma non c’era niente da fare, la
donna non rispondeva.
Si sentì bussare alla porta. “Ma
chi c’è Giusè, chi succedì?”disse una voce da dietro l’uscio.
Era 'a za Vicenza, che insieme al marito, avendo sentito tutte quelle
grida, si erano allarmati.
Giuseppe andò ad aprire, 'a za Vicenza appena entrò si precipitò
verso il letto, provò a chiamare Maria con una voce flebile quasi a non
voler disturbare, poi tocco il viso della donna e disse: “Và
a chiamari qualcunu Giusè, iu mi puortu i picciliddi ‘a casa. Ma maritu sta
cca. Ma tu curri Giusè, va a chiamari qualcunu”ripetè a za Vicenza con un
tono basso ma molto preoccupato.
Giuseppe uscì da casa che era una furia. Si mise a correre come non aveva
fatto mai. In giro non c’era anima viva, e la poca luce dei lampioni
illuminava a malapena le strade.
L’uomo era pervaso da un senso di sgomento. Non era possibile, non era
possibile tutto questo.
Percorse tutta la strada che andava in pianura, poi salì la scalinata che
portava verso Via Cavour e finalmente arrivò davanti la porta dove abitava
la madre.
Cominciò a sbattere forte i pugni nella porta fino a quando si aprì e
comparve 'a za Teresina, che al solo vederlo a quell’ora si
preoccupò. “Mammì!
Mammì”
cominciò a urlare Giuseppe mentre la sua voce si impastava di pianto. “Mariuzza
murì! U capisti mà? Mariuzza nun c’è cchiu!”.
'A za Teresina restò impassibile,
non poteva credere a tutto quello che diceva il figlio. “Ma
chi dici Giusè? Ma chi dici?
Quannu vinistivu a pigliari 'a piccilidda era bona. Ma chi dici! Iamu a
chiamari 'u dutturi, tantu ni veni ‘a passata” concluse la donna.
I due uscirono di corsa e si diressero verso l’abitazione del Calascibetta,
che era in una di quelle stradine che portava verso la piazza.
Appena arrivarono ‘a za Teresina bussò forte fino a quando alla
finestra si affacciò una donna. “Am'a
parlari cu u dutturi, è urgenti”
disse 'a za Teresina tutto ad un fiato.
Poco tempo dopo l’uomo scese, era trafelato, non disse una parola e a passo
veloce si diressero tutti e tre verso la casa dei Cucciarrè.
Durante la strada Giuseppe continuava a ripetere a sé stesso: “Forse è un
brutto sogno quello che sto facendo. Non può essere vero. Non è possibile”.
Quando arrivarono a casa, il dottore si precipitò a visitare la donna, tirò
fuori dalla borsetta lo stetoscopio, provò ad auscultare i battiti cardiaci,
ma niente.
Rivolgendosi a Giuseppe disse: “Non c’è niente da fare, sua moglie è
morta”.
Giuseppe scoppiò a piangere e a gridare forte.
Non era un brutto sogno, era la realtà che ora si presentava sotto i suoi
occhi, terribile più che mai.
Maria era lì distesa nel letto, immobile, sembrava che dormisse. Aveva
l’espressione sorridente come quando era felice.
Quel sorriso Giuseppe lo conosceva bene, era il sorriso che lo aveva fatto
innamorare e che a lui piaceva tanto; ma ora non era quello.
Quel sorriso ora era freddo e aveva il colore triste della morte.
Tutto il mondo che aveva costruito gli crollava addosso.
L’uomo si sedette accanto al letto e si chiuse in un silenzio tombale.
Ora doveva stare lì accanto alla moglie, per il poco tempo che gli rimaneva;
tutto il resto non gli interessava più.